"Sarà stato lo scherzo di qualche ragazzino!" esclamò Elena, pulendo il vetro con la manica del maglione.
Si voltò verso Roberto e notò il suo viso pallidissimo, le occhiaie viola. Era molto spaventato.
"Cos'è accaduto? Cosa ti ha turbato?"
"Niente... ho bisogno di riposare... Penso che stasera prenderò un tranquillante per dormire. Salgo in camera."
***
Alle h 21,00, i quattro ragazzi erano nella macchina di Francesco, diretti ad una pizzeria.
Tra una chiacchiera e l'altra, l'attesa per un tavolo libero, l'arrivo della pizza, finirono di cenare che erano passate le undici e mezza.
"C'è una discoteca nei pressi del lago: questa sera è dedicata alla musica anni ottanta; l'entrata per le donne è gratuita. Che ne dite, ci andiamo?" propose Bruno.
Le due ragazze si guardarono negli occhi; Clizia, volentieri si sarebbe fermata ancora fuori.
"Mando un messaggio a casa per avvertire che torno più tardi."
***
Il locale non era eccessivamente grande, le colonne centrali avevano specchi su tutti e quattro i lati.
Lungo la zona perimetrale del salone vi erano collocati divanetti color crema o neri, fronteggiati da tavolini.
Nella zona posteriore della sala si trovava il bar, in quella anteriore, ad un angolo campeggiava il DJ.
Una larga vetrata dava accesso al dehors che si affacciava sul lago, illuminato dalle luci del locale.
Francesco invitò Irene a ballare un lento.
Lei era alta un metro e settanta, lui, un metro e novanta; si sentiva in imbarazzo tra le sue braccia, il suo sguardo la intimoriva.
Mentre si preparava per la serata, le era venuta voglia di uscire di casa ed andare a spiare Roberto. Ancora non le era passata questa fissazione per lui.
Sentiva la gelosia darle una fitta allo stomaco, ma era assurda questa situazione; lei non aveva alcun diritto di intromettersi nella sua vita. Desistette dal fare una stupidaggine del genere.
Cercò di concentrarsi su Francesco.
In realtà era molto carino e tanto gentile e premuroso nei suoi confronti... poi: "Altezza, mezza bellezza."
Il ragazzo faceva la sua figura.
Lui la invitò ad uscire sul terrazzo: all'interno della discoteca faceva tanto caldo, la gente era aumentata, all'entrata c'era una lunga coda in attesa, davanti la cassa.
"Irene, sai già che mi piaci tanto, vorrei che diventassi la mia ragazza... se lo desideri anche tu..." restò col fiato sospeso.
La giovane rimase muta, non sapendo cosa rispondergli.
Si sentiva come divisa in due, dentro.
Forse doveva accettare la proposta del ragazzo; magari le avrebbe fatto dimenticare l'ossessione per Roberto.
"C'è già qualcuno che ti interessa?"chiese lui "Dimmelo, se è così, non ti darò più fastidio."
"No, non c'è nessuno. Dammi solo un po' di tempo; mi sembra che le cose stiano andando troppo in fretta."
"Possiamo continuare a frequentarci e poi mi dirai tu cosa vuoi fare. Va bene?"
"Per me va bene!" Irene gli sorrise.
"Entriamo: inizia a far freddo." replicò lui.
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