15 "Memento" (Parte 2)
Martedì mattina.
Clizia aveva rimesso in ordine i suoi libri sulla scrivania, il diario nel cassetto, nascosto sotto alcuni quaderni e poi era tornata nel suo letto.
Ci aveva messo un'ora buona per riuscire ad addormentarsi.
"Cosa significherà?"
La curiosità la consumava e non sapeva darsi spiegazioni.
Il mattino seguente, la sua amica si alzò tranquilla e riposata, serena soprattutto.
Mentre Irene tornava a casa, felice di aver passato la notte senza incubi, Clizia mandò un messaggio alla madre della sua amica, che era a lavoro, in fabbrica.
Avrebbe aspettato la risposta in giornata; magari l'avrebbe letto durante una pausa o all'ora di pranzo.
"La parola "memento", ti dice qualcosa?"
Clizia tolse la suoneria e lasciò la vibrazione.
La ragazza ricevette una risposta a metà mattina:
"Devo andare in solaio a cercare un mio quaderno delle superiori, mi pare di ricordare di aver studiato qualcosa che aveva a che fare con questa parola. Ti farò sapere nel primo pomeriggio."
"Grazie."
Verso le tre, Clizia ricevette una telefonata dalla mamma di Irene.
"Ho trovato il quaderno: "Memento" è una poesia. State studiando la Scapigliatura?"
"Ti spiegheró più tardi, posso venire? Cosa sta facendo Irene?"
"E' nella sua camera, penso che stia già studiando. Ti aspetto."
"Arrivo."
La donna, Clizia e infine Irene, che aveva sentito il campanello ed era scesa, si trovavano in salotto.
"E' una poesia di Iginio Ugo Tarchetti... Siamo nella seconda metà del 1800: "Quando bacio il tuo labbro profumato,
Cara fanciulla, non posso obbliare (dimenticare)
Che un bianco teschio vi è sotto celato.
Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso
Obbliar non poss'io, cara fanciulla,
Che vi è sotto uno scheletro nascoso (nascosto)
E nell'orrenda visione assorto,
Dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
Sento sporgere le fredda ossa di un morto."
Le due ragazze rimasero senza parole.
La donna le scrutò con curiosità:
"Allora?"
"Scommetto che, mentre Iginio leggeva la poesia, le sue ammiratrici si strappavano i capelli e urlavano istericamente, rapite dal suo romanticismo!" scherzò Irene.
"Questo componimento non mi dice niente..." aggiunse Clizia "Non mi dà le risposte che cercavo."
"Il movimento della Scapigliatura?" chiese la mamma di Irene.
"E chi erano? Gli hippies capelloni?" incalzò la figlia.
"Gotico... Edgar Allan Poe...?"
Sguardi indifferenti delle due giovani.
"Come siamo ridotti male!"
"Qual'è il titolo, mamma?"
"Memento."
"Cosa significa: memento?" chiese Clizia.
"In questo momento non ricordo, però mi informerò e vi farò sapere."
Irene si strinse la testa tra le mani:
"Mi è venuto un forte mal di testa" disse con voce flebile "Vado a mettermi a letto. Scusatemi."
"Le è venuto la cefalea forte quando ha sentito la parola memento" pensò Clizia.
Ringraziò la sua vicina di casa e si congedò.
NdA:
Iginio Ugo Tarchetti fu uno dei principali esponenti della "Scapigliatura" milanese: un movimento letterario.
Iginio, in particolare, si rifaceva ed imitava il pensiero di scrittori illustri come Edgar Allan Poe e Hoffman.
Le storie sono caratterizzate dal particolare gusto per il macabro.
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