6. David

Quando David inserisce le coordinate sul suo schermo le dita sono tremolanti. Deve trovare Rebeckah a qualunque costo. In tasca ha il bigliettino che gli ha lasciato seppur molto vago, non gli da alcuna informazione e in più lei è completamente sparita, senza dargli spiegazioni. Non avrebbe mai potuto abbandonarlo, non nel pieno della catastrofe che si sta abbattendo su New York e, lentamente, su tutto il resto del mondo.

David inserisce le coordinate mentre intorno a sè la gente cade a terra e si tiene la testa con entrambe le mani, urlando e scalpitando sull'asfalto. I loro occhi sono vacui, le loro mani si aggrappano prima ai capelli, poi si graffiano il viso e cadono pesanti sulla strada. Le urla riecheggiano lungo le ampie vie di New York, abbattendo quel barlume di civiltà rimasta mentre gli schermi di Times Square iniziano a subire le prime intermittenze. David ha una mano al viso per non respirare l'aria contraffatta quando la smaterializzazione inizia. Sparisce nell'istante stesso in cui una ragazza sta per scontrarsi con lui.

Quando riapre gli occhi, la testa gli gira e dei clacson lo fanno spostare di forza, facendolo cadere sul marciapiede. Si mantiene sui bicipiti mentre la testa continua a girare vorticosamente. Il rimbombo delle strade colme di vita arriva dritto alle sue orecchie, destando la sua - poca - attenzione sul mondo circostante. Quando si mette in ginocchio e si trascina per appoggiarsi al muro dietro di lui, guarda finalmente avanti a sè seppur non abbia un minimo di forza negli arti. Il suo corpo ci metterà alcuni mesi per rinsavire, per cui ha abbastanza tempo a disposizione per trovarla. Sbatte le palpebre un paio di volte per abituare gli occhi alla forte luce che proviene dagli schermi avanti a sè. Piccadilly Circus brulica intorno a lui, turisti si guardano intorno meravigliati e taxi sfrecciano lungo la rotonda posta nel centro della via. David si porta due pugni sugli occhi mentre la gente gli passa accanto e lo squadra con disprezzo e pietà.
Deve mettersi in piedi e iniziare a cercarla. Solleva gli occhi sullo schermo più grande e nota alcuni avvisi circa i film che devono trasmettere al cinema, i videoclip e le nuove pubblicità di profumi. I suoi occhi colgono di sfuggita la sponsorizzazione del nuovo film che occupa le sale cinematografiche del mondo: Avengers Endgame.
Quel poster gli strappa un sorriso perché è arrivato nel tempo giusto e immagina perfettamente Rebeckah saltellare di fronte quel poster colorato, in trepidazione.
Sono anni che gli ribadisce quanto abbia voluto vivere nel tempo dei film sui supereroi, non tanto perché trattassero di uomini e donne con poteri eccezionali, ma per vivere l'atmosfera di tutti quei ragazzi che si radunano al cinema per interagire con i personaggi sullo schermo, vivendoli come se esistessero sul serio. Gli sembra di risentirla ancora, mentre guarda il trailer del film trasmesso su quella piazza enorme.
"Ti rendi conto? Milioni di persone guarderanno il film contemporaneamente ed è come se le loro menti fossero connesse, tutti a guardare e ad interagire con quei personaggi che hanno conquistato i loro cuori. Quanto mi piacerebbe aver vissuto in quegli anni!"
"Ma lo sai, vero, che ci sono eventi più memorabili e sicuramente più veritieri che gli uomini vorrebbe rivivere?"
"Sì, ma nessuno sceglierebbe l'onda di eccitazione che gli Avengers si portano dietro."
David scuote la testa perché farebbe qualsiasi cosa per avere Beck accanto a lui in quel preciso istante. L'accompagnerebbe a vedere quel film solo per constatare quanto abbia ragione.
Ma Rebeckah non è al suo fianco e nessuno sa quanto David stia pregando perché lei sia lì, a Londra. Così inizia a camminare, zoppicando leggermente, non sapendo da dove partire mentre Beck dall'altra parte della città viene accudita dalle infermiere del St. Bartolomew's Hospital da ormai una settimana.

Vivere nel 2019 è molto complicato.
La gente non ti viene in aiuto in alcun modo. David ha chiesto ospitalità ma ogni porta gli è stata sbattuta in faccia. Se solo avesse avuto degli antenati in Inghilterra avrebbe bussato alla loro porta ma nessuno vive lì e, tra l'altro, non potrebbe nemmeno viaggiare per andarli a trovare dall'altra parte del mondo. Si trascina per strada, prendendo le metropolitane per accorciare le distanze, ma i posti gli sembrano sempre più deserti e di Beck nessuna traccia.
Si paga il pranzo con i pochi soldi che ha sulla carta, perchè chiaramente in Gran Bretagna non accettano i dollari e lo guardano di sottecchi, come se nascondesse qualcosa. Il suo corpo è ancora debole e ha bisogno di riposare.
Va nelle centrali di polizia di tutta Londra per chiedere se qualche ragazza avesse sporto denuncia o si fosse persa, ma nessuno gli ha dato un barlume di speranza. Brancola nel buio e vorrebbe avere le ali solo per girare a velocità supersonica per quell'immensa città. Trovare Beck in quei milioni di abitanti sarà più difficile del previsto. Passa così la prima settimana, finendola al pronto soccorso a causa di uno svenimento per strada. Quando riapre gli occhi si trova al The Italian Hospital e non può neanche immaginare che a sole tre fermate di metro Beck è nella sua stanza al St. Bartolomew's mentre legge un libro che il dottor Benedict le ha prestato.
Quando la mattina dopo esce dalla clinica, si riavvia, fermandosi ad ammirare i monumenti di quella città. Il Big Ben è in ristrutturazione, Trafalgar Square sommersa dalle valanghe di turisti che si arrampicano sui grandi leoni per farsi delle fotografie. David prende un ampio respiro, guardandosi intorno e perdendosi a guardare quel cielo infinito, spettatore di epoche così diverse e di esistenze variegate. Fa uscire dalla tasca del suo pantalone il bigliettino di Beck, scritto nella sua calligrafia elegante.
Ho scoperto qualcosa. Vediamoci subito nella stanza di Ander.
Lo ripiega, scuotendo la testa. Se solo avesse di più. Se solo avesse una pista da seguire.
Ma Beck è sparita senza avergliene data una.
E più passa il tempo, più il magone allo stomaco si ingrandisce e il vuoto pare sul punto di inghiottirlo. E se avesse sbagliato e Beck non è lì?
Non può averla persa. Si siede sul bordo del marciapiede e nasconde la testa tra le gambe. La sua maglietta e il suo pantalone si sono sporcati di grasso scuro e non ricorda nemmeno dove possa essersi appoggiato per ridurli in quello stato. D'altronde i giorni sembrano senza fine e non ricorda più quando abbia visto o fatto una determinata cosa. Chiude gli occhi, prendendo un ampio respiro. Il cuore gli batte forte nel petto e cerca di regolarizzare il fiato che esce pesante dalla sua bocca. Se Beck non è nella Londra del 2019, allora David sta sprecando tempo prezioso, tempo in cui avrebbe potuto tornare vittorioso a New York e salvarla, ma si è giocato questa carta per poter salvare la persona più importante della sua vita.
Rebeckah l'ha conosciuta per caso, forse se il macchinario non avesse dato la loro combinazione non le avrebbe mai parlato. E' sempre stato un tipo piuttosto taciturno, dedito al proprio lavoro. Quando i suoi genitori sono arrivati per la prima volta a New York, David ha fatto il possibile per integrarsi, nonostante il suo silenzio e la sua intelligenza lavorassero autonomamente sotto la sua pelle, senza alcun tipo di interiazione. Quando i suoi genitori, però, gli sono stati strappati via all'improvviso quando aveva solo sei anni, David si è fatto forza, è cresciuto e si è forgiato da solo, per poi - raggiunta l'età giusta - consacrare la sua vita a continuare la loro causa, ma poi Beck è apparsa sul suo cammino di diciannovenne. Ha colmato una mancanza che David aveva fatto di tutto per evitare ed inevitabilmente, contro ogni aspettativa, hanno legato a tal punto da spendere gli ultimi otto anni a viaggiare nel tempo costantemente insieme. Nessun legame sentimentale, solo un affetto puro e sincero. Beck ha condiviso con lui più cose di quante David abbia mai fatto da solo e, senza di lei, sicuramente non sarebbe riuscito a raggiungere alcuna vittoria. La loro storia è molto simile, nessun parente vicino nè fratelli, quindi hanno colmato i loro bisogni di affetto facendo affidamento l'uno sull'altra, come se si fossero aspettati per tutto quel tempo. David le vuole troppo bene e fa finta di non pensare a cosa il futuro abbia in serbo per loro. L'unico suo pensiero al momento è trovarla e rovescerebbe il mondo se solo non fosse così debole.
Prende un ampio respiro, dopodiché si alza in piedi e ricomincia a camminare.

La seconda e la terza settimana passano lentamente, ma almeno David è riuscito a trovare un piccolo bilocale sopra un ristorante e ha smesso di dormire per strada, facendo compagnia a tutti quei senzatetto che ogni giorno chiedono qualche pence. Riesce a pagare la stanza in affitto lavando i pavimenti del locale una volta svuotato dai clienti e ora riesce a sostenere i ritmi delle giornate, a lavarsi e a dormire su un letto normale. Il suo compagno di stanza, Andrej, è un tutor universitario che insegna russo - o almeno, dà ai suoi studenti delle basi di comprensione della lingua. David conosce il russo - dati i corsi che l'Arché gli ha fatto seguire - per cui comunica tranquillamente con il ragazzo. Un giorno gli ha chiesto per caso se conoscesse Rebeckah Smithers, ma Andrej gli ha risposto: "Usa i social networks, sicuramente la trovi."
Come può spiegargli che nel 2095 la gente - per trovarsi - dispone di un riconoscitore istantaneo e che i social network sono stati abbandonati da anni?
"Non ne usa" gli ha risposto semplicemente, abbozzando un sorriso, e Andrej ha sollevato le mani.
"Allora l'hai persa per sempre."
David non vuole neanche immaginarlo. Così, mentre scende di casa per andare a lavare il locale, pensa a cosa possa essere passato nella mente di Beck. Avrà creduto che lui se ne fosse andato e, di conseguenza, anche lei si sarà gettata nel tempo per cercarlo?
E così che finisce la storia? Che entrambi si cercano disperatamente, sfiorandosi senza mai trovarsi finché anche il loro tempo non sarà scaduto?

É solo dopo un'altra settimana che qualcosa scatta.
David va, come al solito, a lavare il pavimento del locale. Saluta Andrej che deve tenere una lezione all'università e abbandona la sua stanza. Quel giorno ha piovuto, per cui tutte le strade sono colme di pozzanghere e i marciapiedi di fango. David esce dal portone, quando all'improvviso una macchina sfreccia rapida al suo fianco, schizzandolo tutto. I suoi abiti si impregnano di fango e impreca contro il guidatore che, in tutta risposta, gli mostra il medio. David digrigna i denti, tentando di prendere le chiavi di casa dalla tasca del pantalone. Il terrore lo assale quando non le trova. Continua a tastare le tasche e il cuore gli schizza via dal petto. Andrej se n'è andato ormai e lui non può risalire a casa per cambiarsi. Controlla nel suo portafogli e nota alcune sterline, così si avvia per rimediare subito una maglietta pulita al negozio vicino. Percorre a grosse falcate il marciapiede, tenendo gli occhi incollati sul mosaico piastrellato, quando sente il sole riscaldargli all'improvviso la pelle scoperta delle braccia. Solleva gli occhi verso il cielo, guardando quello squarcio luminoso tra le nuvole, poi sposta gli occhi sugli altri passanti e, come un'allucinazione, impietrisce. Dall'altra parte della strada vede una ragazza uguale a Beck. Stessi capelli scuri e allungati sulla schiena, profilo delicato e occhi fissi a terra. Le sue mani sono strette intorno a due buste della spesa e cammina a passo rapido sul marciapiede opposto. David si immobilizza, facendo finire una signora su di lui. "Si tolga di mezzo!" urla la vecchietta mentre lo supera e gli colpisce un braccio con la borsetta. Ma David sbatte le palpebre. Non può essere vero.
"Beck!" urla una prima volta, senza ricevere segni di risposta. Quando riprova, la ragazza si gira nella sua direzione e lo vede buttarsi a capofitto in mezzo alla strada per raggiungerla. Una macchina frena di botto e suona il clacson, ma David la ignora. L'unica cosa che fa è sentire il cuore esplodergli di sollievo quando le si avvicina e l'abbraccia frettolosamente con tutta la forza di cui dispone la sua disperazione.
Ha pensato però di sentire la stretta di Beck sulle sue spalle, ma in tutta risposta sente le buste della spesa finire a terra e le mani della ragazza spingerlo via. La guarda incredulo negli occhi scuri prima di ricevere un calcio nelle parti basse che lo fa abbassare per il dolore. "Levati, porco!"
David si tiene la zona dolorante, sollevando la testa per non perdere il suo sguardo. "Perché lo hai fatto?" sibila con un filo di voce. Dopo tutto quel tempo, dopo tutta l'ansia che ha provato.. quella è la sua risposta?
Rebeckah si abbassa, recupera le buste e fila via a passo veloce. David sbatte le palpebre, rimettendosi dritto. Cosa cazzo..? "Non seguirmi o ne prendi di peggiori."
"Beck-" Ma il passo accelerato della ragazza rende più difficile l'ascolto. "Beck!" urla allora David, rimanendo sul posto. Un terribile presentimento gli smorza il respiro. Vorrebbe ignorarlo ma sa che è sbagliato. Il cuore batte veloce nel petto. Lei si gira, continuando però a camminare al contrario. "Chi diamine sei?" Ed è proprio questa frase che colpisce David, annientandolo pezzo dopo pezzo. La guarda con occhi sgranati e il fiato corto.
"Tu- tu non mi riconosci?" chiede con un filo di voce.
Rebeckah scuote il capo. "Non ti ho mai visto prima."
David guarda il marciapiede sotto di sè, scuotendo la testa. No, pensa. Non lei.
Non può aver dimenticato tutto. "Noi siamo migliori amici, compagni di viaggio, e veniamo da New York-"
"Senti, sparisci o chiamo la polizia."
E così David si ammutolisce, mentre lei gli lancia un'occhiata di disprezzo e se ne va.

N/A
Ciao a tutti, ecco un altro aggiornamento che racconta ciò che il povero David ha passato- e continuerà a passare - correndole dietro.
Il cammino sarà abbastanza tortuoso, sappiatelo 🤗 Detto questo, se vi va lasciatemi qualche voto/commento e ci vediamo al prossimo capitolo ❤

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