13. Avengers Endgame
"E' molto strano" dice David, con gli occhi chiari nascosti dietro la mascherina trasparente e gli occhi fissi sul vetrino che ruota tra pollice e indice. "I tuoi genitori sono davvero riusciti a creare questa sostanza in laboratorio?"
B
eck, con un contagocce, instilla la soluzione salina nella provetta. "Già" dice, abbozzando un sorriso. "Erano in lista per il premio Nobel."
David si rimette dritto e lascia il vetrino sotto il microscopio, girandosi verso l'amica e sollevando la mascherina sulla fronte. "È davvero incredibile."
Beck lascia il contagocce, prendendo un ampio respiro. "Il tempo però non gliene ha dato la possibilità."
David si appoggia al bancone dietro di sè, sentendo un ampolla iniziare a bollire e a rilasciare del fumo. Le luci del laboratorio sono quasi del tutto spente. Dopotutto, chi andrebbe a fare esperimenti alle due del mattino? Il ragazzo lancia di nuovo un'occhiata verso il vetrino, annuendo sovrappensiero. "È illuminante" bisbiglia, annuendo sovrappensiero. "Il Lexoplan è davvero in grado di agire sulla memoria degli uomini?"
Beck annuisce, affiancando il ragazzo e abbassandosi all'altezza del microscopio. "Altrimenti non sarebbe il componente principale di Memento."
David abbassa le labbra in segno di apprezzamento. Beck si sgranchisce la schiena, dopodiché appoggia una mano sulla spalla muscolosa del ragazzo. "Che ne dici, rientriamo?"
David sbadiglia in tutta risposta. "Va bene."
"Anche perché domani viaggiamo di nuovo, mio caro amico."
"Niente più viaggi per una settimana. E questo vale per tutti!" esclama Ander, prima di spegnere il microfono e ordinare alla polizia di scortare via la ragazza. Beck supera la folla dei dipendenti radunati in Aula Magna e affianca immediatamente Clarisse prima che le guardie le afferrino le braccia. Il volto dell'amica è striato dalle lacrime. "Mi dispiace" dice. "Mi dispiace."
Beck sente il labbro inferiore tremare mentre si china sull'amica e la stringe in un forte abbraccio. "Andrà tutto bene" dice con voce rotta. Clarisse si aggrappa alla schiena dell'amica, soffocando i singhiozzi nell'incavo del collo, poi arrivano le guardie che la tirano indietro e la fanno staccare da Beck. "Ti voglio bene, Clarisse!" esclama, mentre David si accosta a Beck e l'avvicina al suo petto ampio, pronto ad accogliere la sua tristezza.
Richard è seduto per terra, la testa chiusa nelle mani e le spalle scosse da un pianto silenzioso. Clarisse viene portata via, in direzione dell'ufficio di Ander mentre il direttore stringe i denti e lancia una rapida occhiata a Beck, vedendo i suoi occhi arrossatti e le guance umide. Ander prende un ampio respiro, fermo a guardare gli occhi scuri di Beck, poi scende dal palchetto e si mette al termine della fila, diretto al suo ufficio, mentre gli amici sentono ancora Clarisse dimenarsi per scappare via.
David stringe Rebeckah contro il suo petto, prendendo ampi respiri.
Clarisse purtroppo ha cambiato la Storia.
Il figlio del presidente russo - ragazzo fin troppo fragile e che nessuno è riuscito ad aiutare in tempo - si è tolto la vita per colpa di Clarisse, per il suo abbandono. Richard si alza in piedi. Non può abbandonare la sua gemella nelle grinfie del direttore. Non può lasciarla sola. Beck non ha osato fermarlo. Si è stretta al petto di David e ha cercato di calmarsi prendendo ampi respiri. E' arrabbiata. Aveva detto a Clarisse di non cacciarsi nei guai ma non le ha mai dato ascolto. Doveva sapere i rischi cui sarebbe andata incontro, ma ha proseguito per la sua strada, incurante. Beck stringe le mani in due pugni. Conosce Ander da troppo tempo, e sa perfettamente quanto possa essere duro. Si stacca da David e pianta i suoi occhi scuri in quegli chiari di lui.
Da quel momento, nessuno dei due avrebbe più rivisto Clarisse e Richard.
*****
"Wow!" esclama Rebeckah, portandosi le mani alle labbra. "Wow!"
"Ti è piaciuto?" domanda David, gettando il cartone dei popcorn mentre escono dal cinema.
"Se mi è piaciuto?" urla Beck, guardando il ragazzo negli occhi. Il cielo si è ormai fatto scuro quando escono in strada. "Sono scioccata, David! Endgame è stato meraviglioso!"
"Diciamo che aver visto tutti i film degli Avengers nell'arco di una settimana deve averti provato parecchio!"
Beck ha un sorriso che le va da un orecchio all'altro. "Io sono senza parole!" continua a dire lei, ignorando tutti gli altri spettatori che si riversano in piazza. "E' stato pazzesco. Tre ore che sono scivolate via senza che me ne rendessi conto. Certo, non avevo preso in considerazione l'idea di dover piangere così tanto, ma è stato fantastico." Si ferma per strada, bloccando David per vederlo negli occhi chiari. I suoi capelli sono mossi e leggermente abbassati sulle orecchie. La barba definisce la mascella. "Ma non è solo l'aver visto il film, è come se lo avessimo vissuto. Mi è sembrato di combattere con loro, tutta la sala è esplosa ed è stato così intenso che ho ancora la pelle d'oca!" dice, sollevando un braccio per far notare al ragazzo i peli dritti sulla sua pelle. David scoppia a ridere, abbassandole il braccio.
"Mi fa molto piacere saperlo!" dice, infilando poi le mani nelle tasche.
"Sono troppo esaltata per andare a casa, adesso. Ho bisogno di scaricare queste emozioni" dice Beck, sventolandosi le mani davanti al viso.
Iniziano a camminare mentre i ragazzi intorno a loro o esultano per il film o continuano a piangere. "Ti andrebbe di venire al laboratorio con me?" domanda David. "Credo che i risultati sul liquido della tua collana siano pronti e, tanto che non vuoi tornare a casa, puoi farmi compagnia."
"Certo!" risponde subito Beck mentre si scuote i capelli ricci. Camminano speditamente verso l'università, superando l'immenso cancello ancora spalancato. David fa scorrere il suo tesserino e si inoltra in quel labirinto di corridoi lungo il quale gli studenti continuano a serpeggiare con le braccia colme di libri. Rebeckah solleva gli occhi sull'ampio soffitto decorato, sulle rifiniture delle porte delle aule e sui ragazzi che siedono sulle scale e cenano insieme davanti ai libri aperti sul pavimento. "Anche noi rimanevamo all'università fino a tardi?"
David solleva le spalle mentre si avvicinano alla porta del laboratorio di chimica. "Diciamo di sì. Adoravamo respirare il buio di queste stanze, così che nessuno ci potesse dare fastidio!" Fa passare il suo tesserino, poi spinge la porta verso l'interno ed entrano nell'immenso laboratorio colmo di file ripiene, mobili addossati alle pareti, computer ancora accesi e macchinari in ebollizione. David accosta la porta alle spalle di Beck, accendendo poi la luce al neon. La luminosità scoppiettante di quel posto rivela l'infinità di colori che sono posti accuratamente sulle diverse postazioni da lavoro, poi entrambi si avvicinano all'ultimo banco, in fondo alla stanza. David prende la sua ampolla e la solleva, vedendo finalmente la stratificazione di tutti gli elementi che costituivano il composto rosso che si nascondeva in gran segreto nella collana di Beck. La ragazza si avvicina, vedendo diversi colori e consistenze risiedere nel medesimo e piccolo spazio. David aggrotta la fronte, appoggia di nuovo l'ampolla sulla scrivania e solleva il tappo in sughero che la chiudeva. Una piccola voluta di fumo si eleva verso l'alto e David si porta una mascherina alle labbra. Ne passa una a Beck, poi prende l'ampolla ed estrae con un contagocce la sostanza liquida e violacea che risiede in superficie. La pone tra due vetrini mentre Beck fa un passo di lato per lasciargli più spazio. Vede i suoi occhi fissi sulle sue azioni e sorride dietro la mascherina. Quindi anche lei è come lui? Hanno davvero passato così tanto tempo nei vari laboratori del loro college? Il silenzio in quella stanza è surreale. A Beck sembra quasi di sentire i respiri di David che, con massima concentrazione, avvicina gli occhi chiari al microscopio. Lo maneggia, girando manopole e avvicinando la lente quando un "Oh mio Dio" rompe il silenzio tra di loro. Beck si spinge in avanti. "Che è successo?" domanda con cautela. David si stacca dal microscopio e si sfila la mascherina solo da un lato, lasciandosela appesa ad un orecchio solo. Il cuore gli batte forte nel petto. "David?" lo chiama Beck, appoggiando una mano sulla sua spalla. "Che cos'è?"
Il ragazzo si gira frettolosamente verso la ragazza e sorride. "Adesso sono io ad essere senza parole."
"Che cos'è?"
"Un antidoto" dice all'improvviso. "Oh Dio, è un antidoto!"
Beck aggrotta la fronte, sfilandosi la sua mascherina. "A che cosa?"
David si porta le mani al viso, nascondendo le sue labbra sorridenti. "Non ci posso credere, è stato qui per tutto questo tempo."
"Si può sapere di cosa stai parlando?"
David si gira a vedere gli occhi scuri di Beck, prendendo un ampio respiro e facendo sparire il sorriso sulle sue labbra. E' arrivato il momento. Si guarda intorno e trova due sedie, così appoggia una mano tra le scapole di Beck e la guida a prendere posto. Si accomoda di fronte a lei, sfilandosi completamente la mascherina. "Ci sono delle cose che non ti ho detto, Beck."
La ragazza solleva un sopracciglio. "E perché questa segretezza?"
"Perché non so se sei pronta ad accettarlo."
La ragazza incrocia le braccia al petto. "Sono tutta orecchie."
David si lecca le labbra. "Tu non hai subito alcun incidente" dice poi, destando l'attenzione della ragazza. "Non sei stata neanche derubata delle tue cose."
Beck drizza il collo. "In che senso?"
"Tu non hai perso la memoria in seguito ad una colluttazione, ed ecco spiegato perché i medici non hanno trovato nulla di compromettente." Prende un ampio respiro. "E' probabile che anche io abbia perso dei passaggi in tutta questa storia e spero che d'ora in avanti possano ritrovarsi tutti. Senz'altro la tua collana è stata un indizio che abbiamo sempre ignorato."
"Quello che c'è dentro può farmi tornare la memoria?"
"In poche parole, sì." David si schiarisce la gola. "All'interno di quella piccolissima porzione di composto c'è l'equivalente di una sostanza che i tuoi stessi genitori crearono tanto tempo fa. Si chiama Lexoplan. Quello però che c'è in quel miscuglio è sì, l'equivalente, ma la sua funzione è inversa."
Beck prende un ampio respiro. "Credo di non capire."
"Lo so, per questo sto cercando di dirtelo nella maniera più semplice." Beck aggrotta la fronte, unendo le mani tra loro. "I tuoi genitori lavorarono ad un progetto chiamato Memento che prevedeva un cambiamento nella memoria degli uomini. Il loro scopo era quello di annebbiare le pulsioni umane che portano a compiere delle azioni malvagie."
Beck sorride, leccandosi le labbra. "David, sei sicuro di quello che dici? Mi sembra una cosa veramente assurda. Non si può intervenire in questo modo sulla mente degli uomini."
"Invece sì." David si lecca le labbra, cercando di guardare Beck negli occhi resi più scuri dalla luce al neon sopra le loro teste. "Credo però che il progetto iniziale sia stato modificato perché ha annebbiato l'intera memoria degli uomini e te lo posso assicurare perché ho visto i suoi effetti sulla gente con i miei stessi occhi! C'è un passaggio nascosto che non riesco a capire come e quando sia avvenuto, anche perché il progetto era pronto. Lo avevano ultimato." David sembra parlare più a se stesso che a Beck, la quale continua a tenere gli occhi leggermente socchiusi. "Lo avevano finito, Beck. Memento era pronto e messo da parte! Perché la tua memoria è stata interamente rimossa come quella di tutti gli altri? Perché la formula è stata cambiata?"
Beck agita le mani per far ridestare David, cogliendo la sua attenzione. "Partiamo innanzitutto da una cosa importante" dice, aggrottando le sopracciglia. "Di quali persone stai parlando e perché mai avrebbero dovuto usare questo Memento su di me? Credo che se fossi stata una persona con inclinazioni malvagie, questo lato nascosto sarebbe già venuto a galla!"
David si lecca le labbra, riportando l'attenzione sugli occhi della ragazza. "Riuscirò- riusciremo a capirlo. Rimane il fatto che quell'antidoto potrà farti tornare la memoria, Beck." Si alza, raggiungendo l'ampolla. La ragazza lo vede trafficare con una specie di aerosol, non riuscendo a seguire più il fiume delle sue parole. "David!" lo blocca.
"Che c'è?" dice lui, girandosi bruscamente verso di lei.
"Perché i miei genitori hanno lavorato a questo assurdo progetto?"
David serra la mascella, abbassando gli occhi sulle sue mani adesso inguantate. "Per salvare il mondo dalla guerra" sussurrando, lasciandosi andare ad un sospiro.
Beck si alza a sua volta, allargando le braccia. "E quale sarebbe questa guerra imminente?"
"Non ho detto che sarà imminente."
"E allora perché i miei genitori avrebbero dovuto lavorare ad un progetto per una guerra che ancora non sapevano potesse accadere? Non ha alcun senso!"
"Invece ce l'ha perché una guerra è in corso e loro, diversi anni fa, hanno lavorato duramente affinchè noi potessimo in qualche modo contenerla."
"David, forse hai respirato un po' troppo fumo da quell'affare-"
"E' la guerra del petrolio, Beck. Gli Stati ne sono impoveriti e combattono tra di loro per possedere quelle risorse che ormai la Terra sta terminando e questo Memento avrebbe dovuto bloccare le loro gesta. Purtroppo non so cosa sia andato storto perché a quanto pare nessuno ricorda assolutamente niente e sono l'unico condannato a sorreggere il peso della conoscenza e ti posso assicurare che non ce la faccio più!"
Beck fa un passo indietro. "Ora credo sia meglio andare-"
"No, Beck, no! Non adesso."
"David, sei un po' troppo agitato-"
"Non possiamo andare da nessuna parte perché siamo bloccati qui! Siamo intrappolati, te ne rendi conto!? Non possiamo tornare a casa."
Beck si gira e nota la porta del laboratorio leggermente socchiusa. "L'anta della porta è solo accostata, possiamo uscire quando vogliamo" dice, continuando ad indietreggiare.
"Questa non è casa nostra, Beck. Noi siamo di New Y-"
"Se ti manca tanto New York, puoi anche tornarci! Io posso ricominciare tranquillamente la mia vita qui perché anche tornando in America non avrei alcun ricordo di quello che ho fatto e delle persone che si presume mi conoscano - anche se non hanno avuto nemmeno il buon senso di venirmi a cercare -, quindi la situazione non è poi tanto diversa da quella che sto vivendo qui."
David si porta una mano sulla fronte, scuotendo la testa. "Tu non riesci a capire-"
"Sei tu, dannazione!" sbotta Beck all'improvviso. "Sei tu che non mi dai modo di capire perché non riesci a spiegarmi un cazzo decentemente! Io pendo dalle tue labbra, assorbo tutto quello di cui mi parli, ma se quello che mi dici è incomprensibile, allora non ti meravigliare se vedi che non riesco a capire!"
"Veniamo dal futuro, Beck." David lo dice in un secondo, finalmente libero di quel peso, di quella frase che ha voluto dirle fin dall'inizio.
La ragazza si ammutolisce, socchiudendo gli occhi. "Come, scusa?"
"La guerra di cui ti parlo è iniziata nel 2095 e noi siamo tornati indietro nel tempo innumerevoli volte per bloccarla, ma non ci siamo riusciti. Dopo solo quattro giorni dal suo inizio, però, è successo che tutte le persone intorno a me si siano accasciate a terra dopo aver respirato una sostanza liberata in aria e hanno iniziato a dimenticare tutto quando, invece, avrebbero dovuto vivere attimi di esitazioni prima di tornare alle loro solite attività, come se la guerra non fosse mai avvenuta!" Guarda Beck negli occhi, notando il suo sguardo impassibile. "Io e te siamo viaggiatori. Attraverso questo orologio" dice, mostrandole quello che ha ancora al polso, "ci smaterializziamo e andiamo a vivere per mesi in un altro tempo storico così che le nostre azioni possano lentamente cambiare il corso della storia senza danneggiare le nostre esistenze." Ormai è un fiume in piena. "Abbiamo silenziosamente sussurrato nella mente dei politici così che la guerra del 2095 fosse prevenuta, ma non è successo! Memento è intervenuto quando le nostre azioni si sono rivelate praticamente inutili."
Beck annuisce, sbattendo le palpebre. "Okay."
David la guarda, prendendo finalmente un ampio respiro. "Okay?"
Beck stringe le labbra e guarda il ragazzo dritto negli occhi. "Okay, me ne vado." Gli dà le spalle.
"Cos- Beck, aspetta!"
"Non ho idea di cosa ti sia successo, David, però credo che un periodo di riposo ti farà bene e ti prego" dice, girandosi a guardarlo, "chiamami solo quando sarai più tranquillo e avrai le idee chiare perché tutto quello che mi hai raccontato fino ad ora altro non è se non la trama del manoscritto che mi hai fatto leggere."
"Questo perché quel libro l'ho scritto io, Beck!" dice David, cercando di raggiungerla. La ragazza si gira, stringendo la maniglia della porta tra le dita. "Speravo di poter instillare in te un briciolo di comprensione, aprendoti lentamente a questo mondo a cui - chiaramente - non credi."
"Mi sembra assurdo fare il contrario, in effetti."
"Ti prego" dice il ragazzo. I suoi occhi sono lucidi. "Io ho viaggiato tanto per ritrovarti, mi sono buttato nell'oblio, non avendo la benché minima idea di cosa fosse successo e se mai avrei potuto ritrovare il tuo viso. Ti ho cercato dappertutto, sprecando la mia unica possibilità di viaggio perché sono bloccato qui e devo dare al mio corpo il tempo di ripristinarsi." David appoggia una mano su quella di Beck, supplicandola con occhi lucidi e arrossati. "E' da quando ti ho rivista che ho avuto voglia di raccontarti tutto, ma la tua memoria non me lo ha permesso. Ti prego, credimi. Perché dovrei dirti una bugia?"
"Forse tutto è una bugia" sussurra lei ad un palmo dal suo naso. "Forse tu non mi conosci affatto e hai inventato tutte le storie che mi hai raccontato solo per avvicinarti a me-"
"No, no! Non credere affatto ad una cosa del genere."
Beck gli fa staccare la presa. "Ora devo andare a casa."
"Ti prego, Rebeckah" bisbiglia David, facendo un passo indietro. "Io sono convinto che l'antidoto è sempre stato con te perché c'è una storia che nè io, nè te conosciamo e che è necessario capire. Solo a quel punto potremmo tornare a New York e salvarla. Quella sostanza lì" dice, indicando l'ampolla. "Non ti farà del male. Te lo giuro su qualunque cosa tu voglia."
Beck prende un ampio respiro. Guarda David negli occhi chiari e vorrebbe tanto credergli, cedere alle sue parole. Ma è tutto troppo surreale. "Ciao, David" dice, uscendo finalmente dal laboratorio.
Il ragazzo rimane lì, mentre segue con gli occhi il corpo di Beck che se ne va.
N/A
Ebbene, David finalmente le racconta tutta ma guess what? Beck ovviamente non gli crede. Il mistero si infittisce e ora sono due le questioni principali: Beck prenderà l'antidoto? E poi, chi ha somministrato Memento alla ragazza?
Lasciatemi qualche voto/commento se vi va e ci vediamo al prossimo aggiornamento ❤
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