23 settembre 63 a.C tra esperimenti e idee pazze
Per festeggiare il compleanno del nostro primo imperatore preferito inizialmente avevo pensato a una one shot, ma poi questa si è evoluta in qualcosa che non include solo Augusto. Quindi ho pensato di condividere con voi l'abbozzo d'un'idea che mi ronza in mente da un po'.
Uno spettacolino teatrale.
Mi spiego meglio: questo prodotto è nato dalla fusione, nella mia mente bacata, di due spettacoli italiani a me molto cari.
Uno, Forza Venite Gente, ispirato alla vita e alle opere di San Francesco d'Assisi e l'altro, i Sette Re di Roma, magistralmente intrepretato da Gigi Proietti (grande Gigi❤️), narrante in toni comici la parentesi monarchica dell'Urbe. Il tutto condito con un episodio che ho già avuto modo di esporvi, ovvero la leggenda della Sibilla profetizzante ad Augusto la prossima nascita di Cristo.
Mescolati questi tre elementi remoti tra di loro anni luce, il mio cervello ne ha, pian piano, delineato i contorni. Augusto, all'inizio trattante con la profetessa come qualsiasi potente ansioso di sbrigare la faccenda e chiuderla lì, con l'avvicendarsi delle scene si aprirà con la Sibilla, un po' stramba, sognatrice e terra terra, nonché guida dello spettatore nel passato, raccontante la storia di Augusto, di come abbia conquistato il potere, instaurato la pace e di quale sia stato il tremendo prezzo di quella pace. Tra i due si formerà una sottile amicizia, seppur emergeranno le loro differenze, rispettabilmente tra la voce della ragione (Augusto), metodica e chiusa nella sua ristretta ottica di potere (o che è finita per diventarlo, mutando da un ragazzo acceso dal sogno di Cesare a un uomo, ormai anziano, che ha dovuto scendere a patti con la vita e le prove che essa gli ha presentato) e quella, grezza, spigliata e vivace, quasi infantile in certi tratti, del popolo e del cuore (la Sibilla).
Non ho ancora pronto niente praticamente 🤣per ora è solo un'idea, una bozza ferma a nulla, solo concetti volanti. Naturalmente un filo conduttore importante sarà il rapporto con Giulia, il peso sul cuore d'Augusto, la quale troverà spazio e voce per esprimersi, insieme a Iullo, a Marco Antonio, Tiberio, Ottavia, Livia, Cleopatra... e una vasta gamma di personaggi. Persino Lepido!
Figure che riemergono dal passato e dal presente tormentato, accompagnate da altre che tramontano quando nuove personalità, invece, sorgono. La Sibilla, la simpatica squinternata, scrutante nel passato come nel futuro (non pochi saranno i riferimenti alla cultura che verrà che gli altri personaggi non riusciranno a cogliere), alle volte parlante in rima quando le gira, incontrerà non solo personaggi realmente esistiti, amici e nemici del giovane Ottaviano e dello scaltro Augusto, ma anche un corollario di divinità, personificazioni e creature a cavallo tra realtà e mito (ex: Spurinna o la Pax Augusta), ammiranti e commentati le vicende, esattamente come lei e l'imperatore, nel loro lungo colloquio, le introducono.
Personaggi fantasiosi o meno che si rendono conto di appartenere a un mondo in declino, un mondo in cui, con l'avvento imminente di Cristo e del Cristianesimo, non troveranno più spazio, destinati all'oblio e alla demonizzazione.
Che ne pensate? Sembra una pazzia? Troppo audace? Troppo scopiazzato da altri musical (soprattutto Forza Venite Gente, lo ammetto). È proprio da quest'ultima che ho intenzione di trarci parodie o versioni riscritte per i nostri Giulio-Claudi della prima ora🌝
Intanto eccovi una prima stesura delle prime scene! Non parlo romanaccio e spero di non offendere chi usufruisce di questo dialetto meraviglioso😅🤣
Se ho commesso errori segnalatemeli, GRZ✨❤️
(Voci fuori campo, scena buia)
Voce 1: presagi ne' cieli!
Voce 2: congiunzioni astrali!
Voce 3: disordini nel quartiere ebraico. Mio princeps, dobbiamo intervenì?
Voce 4: e se fosse mo' giunta l'età dell'oro?
Voce 2: davvero?
Voce 3: adesso?
Voce 1: quella predetta da indovini e libri sacri?
Voce 4: Chiaro! Augusto l'ha rifondata!
Voce 2: è lui il nostro salvatore!
Voce 3: no, no, non siate precipitosi... io dico de aspettà.
Voce 4: aspettare che?
Voce 1: l'evoluzione de' fatti, forse...
Voce 2: ma è tutto così lampante! Mio imperatore... che dovemo fa'?
Voce 1: come dobbiamo agire?
Voce 3: imperatò, indicateci quale percorso seguire...
(Le voce si assommano, mischiandosi nella confusione e affievolendosi in seguito)
(Luce sulla scena, un triclinio, un tavolino e un telo teso tra due colonne nel fondale - a mo' di teatrino delle ombre dove verranno rappresentate varie scene - compongono l'arredamento. Una donna, vestita poveramente, alla selvaggia, foglie impigliate nei capelli e negli stracci che le penzolano addosso, s'aggira saltellando, canticchiando una filastrocca improvvisata che ci lascia intendere quante poche rotelle sembri avere costei)
Astri astrusi
Astronomi confusi
So' tutti belli e contenti
Quando la terra non mostra portenti
Ma basta che Gea se mova un po' più en là
Che Giove ce scampi, se grida de calamità
Mo' so' seria: mamma nostra poco poco se stiracchia
E il mondo fa l'offeso, piagne e dice ch'è racchia!
Racchia? A' mamma? Ma sei serio?
È un segno dall'alto, c'è in ballo 'n disegno!
De che?
E che ne so' io?
Se la madre terra sta a scapoccià
Le sue ragioni ce le avrà
Anche l'imperatore ce pare strano
Sta là, nel palazzo, da tutto lontano
A rimuginare
A pensare
Su sti misteri nella volta stellare
E sti presagi
E vaticini
Di ere a venire e dorati bambini
Ma in sto periodo, sarò sincera, nessuno sa che gli piglia
Ah vero, m'ero scordata
(prende fiato)
Ha esiliato la figlia!
(spiccando un salto, si butta sotto il triclinio)
(Sulla scena, intanto, compaiono Augusto e Livia, intenti a discutere degli ultimi eventi occorsi)
Livia: na' Sibilla? Serio?
Augusto: è la Sibilla Tiburtina! Mica la prima che passa n' strada.
Livia: m'aripijate Ottavià! Adesso te tocca 'nterrogà le chiromanti per avè certezze del futuro e del presente? Non sei Enea! Che devi fa'? Na' capatina negli inferi?
Augusto: la Sibilla è 'na rispettabile figura del nostro panorama religioso e lo sai! Che imperatore sarei se non consultassi questa-
(Un servo appare)
Servo: signò, la Sibilla Tiburtina è arivata. L'ho fatta accomodà.
Augusto (facendogli cenno che può liquidarsi): bene, bene (con espressione compiaciuta torna a rivolgersi a Livia) vedrai adesso er core de la sacralità romana in tutto il suo-
(La selvaggia mezza svampita di prima emerge da sotto il triclinio, saltando in piedi con un strillo gioioso. È proprio lei: la Sibilla Tiburtina)
Sibilla: eccome!
Augusto (costernato): -splendore...
Livia: ammazza che splendore (si avvicina a esaminarla, soppessando i suoi stracci con supponenza) se questa è la Sibilla per la Pizia me devo aspettà na' nonna.
Sibilla (candidamente): come te?
Livia: guarda che non chiudi sta bocca sta nonna qua te pija a carci en cu-
Augusto (rimedia in fretta e furia prima che la situazione degeneri): grazie Livia per la tua consulenza, ma gradirei rimanè solo co' lei.
Livia: sta matta?
Sibilla: matto ce stà er normale, io so' normalmente... matta!
Augusto: seh... (pausa, come se fosse insicuro della scelta intrapresa nel convocare a corte questo peculiare caso umano)... sta matta. Chiarirà i misteri di sti giorni.
Livia (facendo le spallucce): contento te.
(Livia se ne va, felice di allontanarsi da quel soggetto)
Augusto: allora Sibilla...
Sibilla (saltando sul triclinio): sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa! (Totalmente a caso)
Augusto: sicura che esamini le foglie e non te le fumi?
Sibilla: Fra Martino campanaro! Dormi tu, dormi tu!
Augusto: ascolta-
Sibilla (danzando in giro): Maria lavava, Giuseppe stendeva e il bimbo piangeva dal freddo che avev-(si blocca, come se si rendesse conto d'aver parlatoma sproposito) Aspetta n'attimo... quale passato se sta a avvenì adesso? (Scoppia a ridere da sola)
Augusto: senti-
(La Sibilla continua a sganasciarsi dalle risate)
Augusto (spazientito): AHÒ! ME VOI ASCOLTÀ O NO?!
(La Sibilla si volta e lo guarda come se non fosse avvenuto nulla di disdicevole)
Sibilla: le orecchie 'scoltano, er core ride.
Augusto: e gli occhi cerca de tenerli incollati al cielo.
Sibilla: perché?
Augusto: come perché? Non li hai visti i preoccupanti fenomeni ch'avvengono in sti giorni nell'alto? Le stelle, le congiunzioni...
Sibilla (alza lo sguardo): in alto vedo solo er soffitto.
Augusto (ignorandola e roteando gli occhi, già si pente d'aversela tirata in casa): me servono consigli Sibilla.
Sibilla: de che?
Augusto: de come procedere. I senatori insistono a di' che so' segni mandati per me, per la mia persona. Vogliono venerarmi alla stregua d'un dio. Me puzza sta cosa Sibilla, sento... sento che non è giusto ecco.
Sibilla: verso chi?
Augusto (sconsolato): non lo so manco io. È questo che m'angustia, sto senso d'usurpazione nei confronti di qualcun altro. E di arroganza, toh. Te lo dico. Arroganza. Sarebbe osare troppo. Cesare osò troppo e guardalo... (mima una gola sgozzata)... ZAC!
Sibilla (ritornando seria): io credo che ce sia altro che t'angustia, che te stringe nel petto e nun te fa' dormì la notte.
Augusto (un po' canzonatorio): ah sì, e mo' conosci i segreti d'un imperatore?
Sibilla: la figlia de sto imperatore la conoscevano tutti, dico bene?
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