Episodio 4

Lucas socchiuse le palpebre e sorrise. Accanto a lui, Adam dormiva ancora profondamente, a pancia in giù, le braccia sotto il cuscino. Meravigliosamente nudo come lui.

Sembra un cucciolo di panda, pensò divertito.

Aveva preso ad amare il suono del suo respiro mentre dormiva. I capelli sparsi come un'aureola scura.

Esisteva niente di più bello che svegliarsi accanto al ragazzo che si amava?

Erano trascorsi sei mesi e la sua vita era radicalmente cambiata. Un po' alla volta, Lucas aveva finito per trasferirsi a casa sua.

Adam aveva ammesso di non dormire bene senza di lui e Lucas si era sentito perso, vinto dalla medesima consapevolezza.

I raggi del sole filtrarono dalla finestra, accarezzando la schiena di Adam. Avevano trascorso buona parte della notte ad amarsi. Il solo pensiero bastò a farlo fremere.

Con il passar del tempo, il loro desiderio era aumentato, diventando parte integrante della loro vita.

Lucas si chinò verso di lui e, partendo dal basso, risalì lungo la schiena, tempestandola di delicati baci. Non appena raggiunse il collo, sentì una mano afferrargli il polso e trascinarlo, spingendolo a sdraiarsi sopra di lui.

Adam voltò la testa e le loro labbra si sfiorarono in un bacio che diventò intenso e passionale.

«Buongiorno!» gli disse Adam, la voce ancora assonnata.

«Buongiorno, amore!» Lucas gli tempestò la guancia di baci delicati e proseguì lungo il collo e le spalle. Adorava il sapore della sua pelle, soprattutto dopo aver fatto l'amore.

Adam intrecciò le loro mani e prese a baciarlo con dolcezza lungo il polso.

Il suono di un bip attirò l'attenzione di Lucas che si sporse verso il comodino per prendere il cellulare.

Quando lesse il messaggio, si ritrovò a sorridere. «La mamma ti invita a pranzo, vieni, vero?»

«Certo!»

Lucas sprofondò il viso fra i suoi capelli. «Sai che i miei genitori ti adorano?»

«È reciproco!»

«Sono pronti ad adottarti, lo sai?»

Adam rise e Lucas pensò che il suono della sua risata fosse il modo più bello per cominciare una mattina.

«Non esagerare!» gli disse lui nel frattempo.

Sorridendo, Lucas si alzò.

«Ehi, dove vai?»

«Devo consegnare delle bozze al professore. Vieni con me?»

Adam scosse la testa. «Ho delle cose da fare anch'io.»

«Allora ci vediamo direttamente dai miei?» chiese, vestendosi in fretta. Non appena s'infilò la felpa grigia, gli sorrise. «Ah, dimenticavo! Hai presente l'appartamento che hanno ristrutturato all'ultimo piano? Vogliono regalarlo a noi!»

I suoi genitori avevano acquistato l'intera palazzina malandata e, con il tempo, avevano preso a ristrutturarla. Mentre suo padre continuava a lavorare come avvocato, sua madre affittava gli appartamenti e li rendeva unici, aggiungendo fiori e piante che ormai dominavano ogni angolo.

«Davvero vogliono regalarlo a noi?» esclamò Adam, stupefatto.

Lucas annuì, con un sorriso. «Hanno paura che finiremo per essere seppelliti da questa casa.»

Adam rise piano. «Dai dischi e dal cibo per gatti, forse!»

«Aggiungi anche creta e disegni!» scherzò Lucas, apprestandosi a uscire. «Tieniti pronto a rispondere, lascio a te la scelta. A me basta stare insieme!»

«Ehi, te ne vai senza darmi un bacio?» protestò Adam.

«Si, perché finirei di nuovo nudo a letto con te e farei tardi!»

«Non è una brutta idea!»

Lucas fece per uscire, ma poi tornò sui suoi passi e gli diede un veloce bacio, per poi scappare via, inseguito dalla sua risata.

La giornata trascorse veloce e quando arrivò a casa, quasi non se ne accorse. Lucas non vedeva l'ora di rivedere Adam.

Sentì sua madre salutarlo dalla cucina, carica di aromi di verdure e altro che non osava immaginare e, in quel caso, conveniva starle lontano.

Suo padre sarebbe tornato di lì a poco e Adam... Lucas si affacciò al balcone, tirando fuori dallo zaino una matita e un foglio da disegno.

Trascorsero due ore, il sorriso si era spento. Lucas aveva una strana sensazione. Qualcosa che non gli dava pace. Una stretta al petto che stava diventando sempre forte.

Con mani tremanti tirò fuori il telefono e provò a chiamarlo, senza ricevere risposta.

Sul punto di uscire, intravide una figura avanzare verso il cancello.

«Adam?»

Lucas si mosse prima ancora di comprendere cosa stesse facendo. Scese i gradini due alla volta, aprì il portone e rimase senza fiato.

Il volto di Adam era pallido. Le labbra socchiuse. Una macchia di sangue sul fianco sinistro si stava allargando sempre di più.

Lucas lo vide cadere e finire fra le sue braccia, senza che potesse impedirlo.

«Adam!» gridò disperato.


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