Capitolo 65

Sento la testa girare, la nausea salire, fulmini si schiantano nella mia mente in tempesta.
La paralisi è totale, non sto riuscendo più nemmeno a respirare.
Panico, incomprensione, incredulità, sgomento affollano il mio cervello impedendomi di reagire, impedendomi di realizzare.
Lui è qui, davanti a me, ora ha un volto.
Mi fissa con quegli occhi persi che ho creduto gridassero aiuto ma forse sibilavano solo segretamente il mio nome. Un rivolo di sudore gli scende dalla fronte a rimarcare la tensione, forse anche lui non sa cosa fare, forse anche lui vorrebbe solo scappare.
Stringe il mazzo di fiori fra le mani con estrema forza, come se potesse scaricare su di esso la sua frustrazione.

-C..che ci fai q..qui?- devo aggrapparmi alla porta per pronunciare queste parole, la forza richiesta mi ha privato quasi dell'uso delle gambe. La paura di ricevere una risposta che non mi piace sta portando il mio cuore freneticamente a scalpitare.

Lui continua a fissarmi, muto, nemmeno dal suo sguardo vuoto esce una sola parola.
Il suo respiro si sta facendo sempre più affannato, se ne percepisce chiara la pesantezza, è una vibrazione che intrappola l'aria di tutto l'ambiente circostante.

-Fabrizio- sussurro, con l'unico filo di voce che son riuscita a recuperare -C..che ci fai qui?- lo sto fissando agghiacciata, il timore che possa far gesti inconsulti da un momento all'altro cresce in modo costante.

-Sono qui per te, Melissa- sibila lui abbassando la testa. Non mi ero mai accorta di quanto anche la sua voce fosse inquietante.

-C..che significa?- l'atmosfera si fa sempre più tesa, avrei voglia solo di gridare. Continua a rantolare senza darmi modo di trovare un senso.

-Significa che per me sei speciale, Melissa- rialza la testa inchiodandomi con lo sguardo. Lo sento arrivarmi addosso violento e tagliente, quasi mi avesse lanciato un affilato coltello. Un brivido di terrore mi attraversa.

Vorrei trovare le parole per chiudere all'istante questa penosa e angosciante conversazione, ma il mio cervello è completamente azzerato, non so come gestire la cosa, mi sento inchiodata dentro quest'incubo purtroppo reale.

-I..io non so che dire...- Chiudi la porta e chiama aiuto

-Non dire niente Melissa- si avvicina con il dito alle mie labbra sfiorandole e facendomi segno di tacere. Il sangue mi si gela intasando le vene -Devi solo lasciarti amare- dice poi, scivolando con la mano fino al collo e facendomi fermare il cuore.

Sono rigida, non posso muovermi.
La paura ha marmificato i miei muscoli, la mia mente, la mia capacità di pensare.
Vorrei urlare, ma nemmeno questo riesco a fare.
Le sensazioni più terrificanti girano a spirale contorcendomi le budella.
Lui ed io. Io e lui. Nessuno che mi può salvare.

-Ti prego- nella disperazione la forza per riuscire a bisbigliare -Lasciami stare-

Si ferma di colpo e leva la mano. Una minuscola parte di quell'iceberg di ansia che mi sta asfissiando si scioglie.

-Perché mi rifiuti, Melissa?- chiede. Nei suoi occhi non si legge ragione, solo confusione -Perché non ti fidi di me?- si avvicina di nuovo questa volta mi cinge il fianco.

Il mio corpo smette totalmente di comunicare con il cervello.
Sudo. Tremo e sudo. Fa terribilmente caldo. Sto per svenire. Ma non posso. Non deve assolutamente succedere. Dio solo sa cosa potrebbe accadermi se mi accasciassi priva di sensi fra le sue sinistre braccia.

-Fa..Fabrizio... Ti prego...- con le uniche forze che mi sono rimaste cerco di scostargli la mano, ma lui stringe per un instante ancora più forte.

Poi, senza smettere di fissarmi con quello sguardo arido che t'incatena nel suo squallore, lascia nuovamente la presa, indietreggia di un passo facendomi guadagnare così perlomeno un respiro e fa quindi cadere il mazzo di rose a terra, calpestandolo non appena questi si schianta al suolo. Trasalisco al suo scatto d'ira improvviso. Mi sembra di essere fatta di ghiaccio, dura al punto da non riuscire a muovermi, ma fragile al punto da poter essere distrutta in un istante, con un semplice gesto.

-S..sei un'insensibile Melissa- grugna, serrando i pugni e fulminandomi con lo sguardo.

È pazzesco, assurdo, paradossale.
Io e Fabrizio nemmeno ci conosciamo. È evidente che non sia normale, non c'è niente nei suoi comportamenti e nei suoi discorsi di normale, potrei aspettarmi qualsiasi cosa da lui. Devo rimanere calma. Usare l'intelligenza e, soprattutto, rimanere calma.

-A..ascolta Fabrizio- cerco di usare il tono più dolce possibile -I..io ti chiedo scusa, forse ho reagito male, ma vedi...- Melissa, respira -Tu sei un ragazzo meraviglioso Fabrizio, davvero e ti ringrazio per tutte le attenzioni che mi hai riservato ma... Sto passando un momento davvero burrascoso, ho appena chiuso una relazione durata ben cinque lunghi anni, non sarei mai pronta ad iniziare un qualcosa di nuovo, cerca di capire...-

Non so se sto usando la tecnica giusta, ma ho paura di lui, troppa.
Sbagliare mezza parola potrebbe scatenare l'inferno, devo uscire da questa situazione con la testa, senza lasciarmi sopraffare dalle emozioni.

-Menti- sussurra, stringendo i pugni ancora più forte e riducendo gli occhi in fessura -Ti ho vista, con il tuo nuovo ragazzo...-

Mi spia. Mi ha spiata.

-Q..quello non è il mio nuovo ragazzo, Fabrizio- la testa gira forte, devo aggrapparmi allo stipite per non finire per terra -È un amico. Un caro amico- ci credo veramente e penso che si legga chiaro nei miei occhi che non sto dicendo una cazzata -E comunque, visto che sembri informato, sono sicura che saprai anche che sono incinta. Del mio ex- Magari questo lo fa demordere -Sono appena tornata dall'ospedale difatti, perché non mi sentivo bene. Non mi sento bene nemmeno adesso- gli lancio uno sguardo supplichevole, spero mi lasci finalmente andare.

A dire la verità potrei semplicemente fare un balzo indietro e chiudere di scatto la porta, non so perché mi voglio costringere a chiudere in qualche modo questa assurda conversazione con lui. Forse è l'angoscia del dover lasciare tutto in sospeso. Forse spero di poter ricevere vera comprensione da questa persona senza senso, forse mi voglio convincere che magari, parlandogli con tenerezza, tornerà magicamente a ragionare.

Fabrizio chiude gli occhi di colpo e lascia cadere la testa all'indietro. Involontario mi parte un Sussulto. Pare posseduto.
Lascia allargare le dita lentamente. Oramai, da tanto strette le ha tenute, credo che le unghie gli abbiano lasciato i solchi sui palmi delle mani.
Inspira rumorosamente e trattiene per un tempo indecifrato l'aria. La tensione è palpabile, un filo invisibile appeso nel nulla, tagliente quanto un rasoio.
Ritira su il collo di colpo e apre di scatto anche le palpebre. Nei suoi l'occhio si legge solo odio e rancore.

Allunga prepotentemente le braccia e mi tira a se.

Nel mio collo, violento, sbuffa il calore del suo respiro.
La mia anima, all'improvviso, sorpresa da un brusco capogiro.

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