Capitolo 42

La prima cosa a cui ho pensato stamattina appena risorta sul mondo sono stati gli occhi di Andrea. Mi sono trovata a chiedermi cosa nasconda nel fondo di quei due pozzi che solo a sfiorarli col pensiero ci si perde dentro, a quante emozioni si possano nascondere dietro uno sguardo. A quante volte nella vita io mi sia soffermata su qualcuno così a lungo da rendermi conto che ogni anima vive di gioia e tormento. A quanto son belli due occhi che hanno il cielo e il mare insieme dentro.
Ci sono cose nella vita che non si possono soltanto guardare, vanno penetrate, studiate, vissute, capite. Sarebbe un vero peccato non cogliere il loro valore fino a fondo, è un po' come se nessuno avesse mai esplorato l'oceano perché è troppo profondo.
Con gli occhi possiamo mangiare il mondo, goderne a pieno esplorandolo andata e ritorno, ma è proprio lì che si nasconde l'inghippo che ci rende leggibili andando oltre il contorno, nemmeno lo immaginiamo quante cose di noi possiamo svelare solo guardandoci intorno.

Rotolo nel letto, tiro le braccia, stendo al massimo le gambe. Ok. Sono pronta per alzarmi.
La luce penetra timida dalla tapparella non troppo abbassata, mi scontro con un raggio di sole, strizzo per un momento gli occhi acciecata dalla sua invadenza, cerco lo slancio e sono in piedi.
Dopo qualche attimo di tentennamento raggiungo il bagno, mi scontro con lo specchio, sorrido di fronte al mio sguardo pieno di tutto, e mi lascio accarezzare dall'acqua fresca che a piene manate lascio scivolare delicata sul viso.

Buongiorno Melissa

Elisa aspettava un mio messaggio ieri ma me ne sono scordata, troppi pensieri ad affollare la mia mente, sensazioni ed emozioni in perfetto contrasto hanno danzato armoniose guidate da un'unica melodia, non sembravano per nulla intenzionate a scivolarsene via.
Saltello tornando in camera da letto, una strana forza rende leggeri i miei passi, mi sembra quasi di poter viaggiare solcando l'aria, non so dire se la mia sia solo un'impressione o se davvero qualcosa dentro di me stia cambiando, di certo non so spiegare che sia successo e tantomeno quando, ma comincia a piacermi l'idea di volare, so che ci sono tanti posti, ora, dove posso arrivare.
Mi lancio sul letto, atterro di pancia, afferro il cellulare e faccio scivolare il dito nella rubrica. 'Elisa'. Devo riattivare il cervello, ce la posso fare.

-Oh, alla buon'ora!- esordisce lei, dopo neanche uno squillo.

-Ciao Eli...-

-Oramai non ci speravo più...- strimpella -Cominciavo ad avere il timore che il tuo nuovo amico ti avesse rapita!-

-Scema...-

-Allora? Com'è andata?- domanda, impaziente.

-Bene- forse -Tutto regolare- penso -Niente di più di una semplice uscita fra amici- almeno credo -come già detto ti avevo detto-

-Bah...- non sembra convinta -Sarà... Comunque aspettavo un tuo messaggio ieri...-

-Hai ragione- sospiro silenziosamente -Il fatto è che abbiamo fatto tardi, e mi sembrava poco carino mettermi a messaggiare durante la cena- in parte è vero -quindi mi sono ripromessa di chiamarti stamattina appena sveglia... Tutto qui- bene. Sono stata credibile. O perlomeno lo spero.

-Capito... Vabbe', hai deciso che fare stasera? Sei ancora dell'idea di vederci, o hai altri impegni?- chiede, con un lieve tono sarcastico.

Simpatica Eli

-Nessun impegno cara- rido -come promesso sono tutta per te!-

-Perfetto...- ridacchia anche lei -non ci speravo... Dunque, tenendo presente che alla serata alcolica bisogna necessariamente rinunciare, per ovvi motivi, che ne dici di sushi?-

-Ma... Non saprei- rispondo titubante -ho letto da qualche parte che pure il pesce crudo sarebbe da evitare...-

-Mi sa che hai ragione...- fa un verso di riflessione -Allora ci diamo di pizza? O l'hai già mangiata ieri sera?-

-No, andata, vada per la pizza!-

-Ottimo- sospira -Prenoto io- esclama poi -vieni a prendermi al locale, finisco per le otto-

-OK- rispondo -A dopo. Salute le ragazze e buon lavoro-

-Ciao ciao-

-Ciao-

Appoggio il telefono sul letto e mi alzo di scatto, ho bisogno di un caffè.
Qualche passo e sono in cucina, recupero la moca, la preparo, la metto sul fuoco e corro alla porta. Qualcuno ha suonato.
Faccio scivolare velocemente il blindato provocando il solito spostamento d'aria che mi spettina leggermente i capelli, mamma si fa strada entrando in casa prima che io possa realmente rendermi conto di avercela davanti.

-Piccola mia...- esclama in un lamento, avvolgendomi fastidiosamente con le braccia e guardandomi con l'occhio tragico.

-Ciao mamma...- Si salvi chi può -Prego, accomodati- dico, alludendo sottilmente alla sua irruenza di poco prima e richiudendo la porta che dallo foga di entrare ha lasciato aperta.

-Melissa- sbotta -come stai, come ti senti?- pare seriamente preoccupata -sono tremendamente in pensiero per te- afferma, sedendosi sul divano e facendomi cenno con la mano per invitarmi a seguirla -vieni qui, siediti accanto a me, raccontami tutto-

Cosa?!?

-Mamma- devo essere convincente -io sto bene- lo credo davvero. Penso -e non lo dico per farti contenta, io sono serena sul serio-

Mi guarda scettica -Piccola, tu hai bisogno di qualcuno con cui parlare, non puoi essere serena in un momento come questo, non prendiamoci in giro- si rialza di colpo, cominciando poi a camminare nervosamente su e giù per la stanza -Io sono tua madre Melissa, se non ti sfoghi con me con chi pensi di poterlo fare?-

Ah beh! A posto siamo!

-Pensavo che potresti trasferirti di nuovo a casa mia- continua, senza star ferma un attimo -almeno per un periodo- ma sei seria mamma? -non ti fa bene restare da sola... Soprattutto qui- mi fissa, insistente.

-Non se ne parla neanche, mamma- affermo, decisa -non so che film tu ti sia fatta, ma ti assicuro che sto benone, davvero- mi avvicino e le accarezzo teneramente un braccio -Apprezzo che tu ti sia precipitata qui, per me significa molto sapere che ci sei, ma non è necessaria tutta questa preoccupazione!- le sorrido per rafforzare la mia affermazione -Posso offrirti un caffè?-

-Niente caffè Melissa- è seria, fin troppo, credo di non averla mai vista così -tu puoi dirmi quello che vuoi, ma io so perfettamente che non stai bene-

Eh ma allora insisti! Che devo stare male per forza?

-Ho intenzione di andare a parlare con Agnese-

-Cosa?- urlo -Mamma, per cortesia, ora stai davvero esagerando- tremo dal nervoso -cosa c'entra Agnese?-

-Come sarebbe cosa c'entra Agnese?- mi aggredisce lei -Si dà il caso che sia la madre di quel pezzo di merda che ti ha abbandonata per un'altra, e incinta pure!- pare che la cosa faccia infuriare lei più di quanto non abbia fatto infuriare me -Era compito suo rendere Daniele un uomo degno, chiaro?- sembra una pazza -Non l'ha fatto? Bene, ora pagherà pure lei le sue conseguenze- conclude, indemoniata.

-Mamma, stai farneticando- sto tentando di mantenere la calma, ma non credo di riuscire più a sopportarla -Daniele è un uomo adulto, Agnese non c'entra più niente-

-Ti sbagli Melissa- ribatte lei, prendendomi per le spalle -Una madre c'entra sempre nella vita di un figlio, te ne accorgerai- sospira chiudendo gli occhi per un momento -in ogni caso le ho già telefonato, ci vedremo oggi pomeriggio-

Sono allibita, sconvolta, esasperata.

-C..cosa hai fatto?- sussurro, a mezza voce. Sto per esplodere, e si vede.

-Si Melissa- asserisce -l'ho chiamata- mi fa una lieve carezza e si impossessa della sua borsa dunque, avviandosi velocemente verso la porta ormai conscia ormai di avermi fatta irrimediabilmente incazzare, si gira per l'ultima volta verso di me, e dice -Non sarai sola, te lo prometto- ha un tono inquietante.

Poi, senza che io abbia il tempo di dir niente, si chiude la porta alle spalle e se ne va, portando via con se tutte le mie speranze, la mia illusione che questo fosse un giorno migliore, che la mia vita si stesse riempiendo finalmente di colore, che la felicità avesse deciso di farmi assaggiare, finalmente, il suo sapore.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top