Seconda parte


Capitolo 1

Dopo quello spettacolo il circo si esibì per altre tre volte in diverse città dell'Inghilterra. Tutti si conclusero in modo simile a quello a cui assistette la famiglia Evans. Era un'uggiosa mattinata di settembre, precisamente il 23 settembre, quando Caronte per le strade di Whitechapel appese dei manifesti per promuovere lo spettacolo che ci sarebbe stato a breve. Con lui c'era Roxanne, questa volta però indossava una larga tuta blu scuro e i suoi magnetici occhi rimasero parzialmente coperti dal cappuccio. Ai piedi al posto dei vorticosi tacchi aveva della semplici scarpe bianche da corsa. Anche lui era con abiti più comuni, infatti addosso aveva dei semplici jeans strappati ed una camicia a quadri neri e verde scuro aperta con sotto una comune maglia nera dei Nirvana, sulla testa questa volta non aveva un elegante cappello a cilindro ma un semplice berretto dei Seattle Seahawks piuttosto logoro e ai piedi degli anfibi neri slacciati. Nonostante lei non sia solita lasciare l'accampamento questa volta decise di fare un'eccezione dato che il suo capo era tutt'altro che in forma. Dopo l'ultimo spettacolo Caronte non spiccicò parola con nessuno per giorni il che è più raro di poter vedere una mosca bianca in Antartide. Rimase in silenzio anche durante lo spostamento per accamparsi fuori Londra.

Trascorse le giornate prevalentemente in solitudine nella propria roulotte, il che destò preoccupazione da parte di tutti quanti, sopratutto perché non presenziò nemmeno alle prove. Lui solitamente è sempre presente ad esse sopratutto per spronare tutti ad esercitarsi, anche fino allo sfinimento se necessario, affinché possano fare il proprio numero alla perfezione. Mentre i due appesero i diversi volantini e manifesti Roxanne cercò di parlare con Caronte, anche di cose semplici come il tempo o raccontando qualche aneddoto comico, però nulla di tutto ciò la portò ad ottenere una risposta. Tra di loro c'è sempre stato qualcosa di speciale, si può dire che siano quel tipo di persone che sono amici ma che sembrano fidanzati da una vita. A lui piaceva parlare e a lei piaceva ascoltare, a lei piaceva cantare e lui adorava sentirla ma soprattutto entrambi adoravano andare a letto assieme. Sono sempre stati molto legati quindi, anche se non hanno mai voluto ufficializzare la loro relazione, ad entrambi andava bene così.

Dopo svariati tentativi di rompere il ghiaccio con lui gli afferrò la spalla ed esclamò:

<<Smettila di fingere di non sentirmi!>> dopo ciò Caronte si voltò verso di lei, facendola rabbrividire per il suo sguardo spento. I suoi occhi diventarono completamente vitrei.

<<Caronte ti senti bene?>> chiese lei con aria preoccupata.

<<Non saprei dirlo, in verità non sento più nulla.>> rispose lui a fior di labbra.

Dopo aver compreso la preoccupazione di Roxanne cercò di sorridere ma mentre le due estremità della sua bocca si sollevavano tutta la pelle del viso attorno sembrò screpolarsi, come se si stesse rompendo una maschera di porcellana. Quello fu uno sforzo disumano per lui in quelle condizioni, poco dopo infatti rimase con il viso paralizzato fermo con quell'espressione sorridente fissando la sua collega. Non durò molto quello stallo perché poi la sua schiena si inarcò verso terra come una foglia secca ed iniziò a tossire. Inizialmente furono dei piccoli colpi di tosse con diverso tempo tra un intervallo ed un altro. Cercò di tornare in piedi e per un po' ci riuscì facendo qualche passo lungo il vicolo, che dato il momento della giornata era praticamente deserto.

Roxanne con il cuore in gola rimase a fissarlo senza sapere cosa fare, non l'aveva mai visto in quelle condizioni. In cuor suo però sapeva perfettamente cosa stesse accadendo, era già a conoscenza del suo segreto da anni ma cercò sempre di pensarci il meno possibile. I colpi di tosse divennero sempre più frequenti ed intensi ma non si fermò e continuò il suo lavoro di volantinaggio anche se ogni volantino affisso sembrò richiedere più energia del precedente. La pioggia poi divenne più intensa così Roxanne disse:

<<Ascolta, ormai piove troppo! Dovremmo ripararci da qualche parte e proseguire più tardi non trovi anche tu?>>

Lui rispose tra un colpo di tosse e l'altro ma a voce bassissima. Dunque lei non capendo si avvicinò chiedendogli gentilmente di ripetere ciò che avesse detto.

<<Lui vuole così.>> disse nuovamente con voce bassa e rauca.

<<Non fare lo stupido, se continui ad appendere altri volantini si rovineranno con questo brutto tempo. Alcuni saranno già belli che rovinati.>> replicò Roxanne per poi afferrargli il braccio cercando di portarlo via. Caronte non si mosse, anzi rimase immobile come fosse un manichino e cadde a terra colto da un terribile attacco di tosse. In mezzo alla turbine di volantini che lentamente compirono un breve volo prima di finire sul suolo Roxanne che cercò di far alzare Caronte ma con scarsi risultati. Gridò nella speranza che qualcuno potesse soccorrerli. Fortunatamente per loro, nonostante la strada fosse vuota, un uomo di passaggio in macchina si fermò.

<<Cosa succede? Posso aiutarvi?>> chiese l'uomo appena sceso dal veicolo con un ombrello nero che lo protesse dalla pioggia che cadde sempre più intensamente.

Puzzava di fumo e alcool, a primo impatto Roxanne pensò che fosse qualcuno che avesse fatto serata divertendosi più del dovuto ma dopo aver visto i suoi abiti da pinguino ed il suo sguardo stanco capii che probabilmente era un semplice cameriere che avesse staccato da poco. Caronte a terra si dimenò con la pancia rivolta verso il basso tossendo ininterrottamente. Dalla sua bocca iniziò perfino ad uscire del sangue. Roxanne tremò dalla paura e infatti non riuscì nemmeno a parlare.

<<Mi ascolti signora, non so come mai siate in queste condizioni ma so per certo che non potete starvene qua sotto la pioggia. La prego di aiutarmi a sollevare questo signore e di seguirmi nell'auto.>> disse il cameriere con voce calma e poi lasciò l'ombrello a Roxanne.

Ne aveva viste già di scene simili, anche solo la notte appena passata quando dovette aiutare i buttafuori a portare lontano dal locale un paio di ubriaco collassati, quindi fortunatamente era abbastanza allenato.

Riuscirono a sollevarlo piuttosto facilmente, non era molto pensate anzi era come se fosse vuoto internamente ed ogni secondo che passava sembrò diventare meno pesante. Dopo aver aperto la sua Mini, prevalentemente verde scuro con delle strisce nere, distese Caronte sui sedili posteriori. Successivamente li reclinò per farlo stare più comodo e infine si levò la giacca e gliela mise sopra come una coperta. Fece accomodare al posto passeggero Roxanne, la quale non riuscì ancora a tornare del tutto lucida, poi si mise al volante. Prima di mettere in moto si girò a vedere Caronte e per la prima volta si spaventò anche lui delle sue condizioni. Tossì talmente forte che a stento riusciva a respirare.

<<Dobbiamo sbrigarci ad andare in ospedale.>> disse lui girando la chiave nella fessura.

<<No!>> replicò Roxanne <<Niente ospedale, non per quelli come noi.>>

<<Ma cosa sta dicendo signora? Quell'uomo sta morendo! Dobbiamo andarci e anche di corsa, non credo ci sia più molto tempo.>>

<<Due delle sue affermazioni sono giuste. Le chiedo gentilmente di non muoversi, sarebbe completamente inutile andare in un comune ospedale.>> disse lei con tono distaccato.

Finalmente la cantante tornò in se. Comprese chiaramente ciò che stava succedendo e per quanto la facesse stare male riuscì ad accettarlo. Quella volta ai dovette impegnare più del solito per trattenere le lacrime.

<<Signora capisco che sia sconvolta ma dobbiamo fare qualcosa!>>

<<Noi non dobbiamo fare proprio nulla ma non mi aspetto che lei possa capire...>> disse Roxanne prima di fissarlo negli occhi e chiedergli: <<come si chiama?>>

<<Mi chiamo Robert signora.>>

<<Bene Robert, rispondi a questa domanda: perché sei sceso dall'auto?>>

<<Perché credo sia la cosa giusta da fare, vi avevo visto in difficoltà e sono venuto ad aiutarvi. Se però non partiamo temo che non sarò stato così utile.>>>

Roxanne gli posò un indice sulle labbra per zittirlo, poi indicò Caronte.

Aveva smesso di respirare. Robert, che fino a quel momento riuscì a mantenere la calma e avere la freddezza necessaria per aiutare, trasalì mettendosi le mani nei capelli ed esclamò: <Oddio no... no ti prego no. Non può essere morto!>

<<Sh... è inutile che ti disperi. Parla con me.>> intervenì Roxanne cercando di calmarlo.

<<Le chiedo scusa ma non riesco ad essere tranquillo con un cadavere proprio dietro di me. È successo perché lei non ha voluto che lo portassimo in ospedale!>>

<<Ti ho già detto che non sarebbe servito a nulla. Forse tornerà in vita ma non dipenderà da noi.>> a quelle parole Robert sbottò dicendo: <<Tornare in vita? Lei è fuori di testa secondo me. Si rende conto di cosa sta dicendo?>>

<<Ne sono perfettamente consapevole caro Robert.>> rispose lei con tono glaciale.

Robert frustrato diede diversi colpi con i pugni sul cruscotto. Si voltò numerose volte per vedere Caronte e la sua giaccia sporca di sangue. Sperò con tutto se stesso che fosse tutto una sorta di strano incubo. Si sfregò il volto tra le mani e disse:

<<Questo è tutto un sogno, non è reale.>> rise nervosamente <<Mi sarò addormentato a lavoro dopo aver finito di pulire. Tutto questo non può essere reale.>>

Roxanne posò lentamente la sua mano destra sulla spalla sinistra di Robert, inizialmente lui reagì in modo ostile spostando la mano ma dopo essere scoppiato in un pianto accettò di essere consolato.

Rimasero entrambi in silenzio in auto per qualche minuto, l'unico rumore fu la pioggia che picchiettava sul tettuccio. Robert appoggiò la testa contro il volante mentre singhiozzava.

<<So che hai avuto una giornata pesante, non è però una novità dico bene?>>

Ruppe così il silenzio Roxanne.

<<Quel locale non è adatto per te Robert, lo sai benissimo ma sei piuttosto restio ad ammetterlo. Dovresti cercare di seguire le tue passioni e non seguire solamente i soldi.>>

Aggiunse lei con voce decisa, come se lo stesse rimproverando.

<<Scusi ma lei chi si crede di essere? Non so neanche come si chiama.>>

Replicò Robert piuttosto infastidito dal suo atteggiamento.

<<Il mio nome ora non è importante, non stiamo parlando di me ma di te. Ti voglio fare nuovamente una domanda: perché sei sceso dall'auto?>>

<<Le ho già risposto se non erro. L'ho fatto semplicemente perché era la cosa giusta da fare. Ora le farò io una domanda invece: perché continua a chiedermelo? Avrebbe preferito che vi lasciassi là per strada e lo lasciassi morire a terra come un animale?>>

<<Te l'ho chiesto per mia curiosità perché è alquanto strano che un uomo sfinito come riesca a trovare le energie necessarie per poter fare ciò che hai fatto.>>

<<Cosa vorrebbe dire? Non sono un eroe se è quello che intende, non sono nulla di speciale in realtà. Sono solamente una persona che ha cercato di aiutare.>>

<<Fidati già solo questo ti rende speciale Robert.>> il tono di Roxanne divenne meno distaccato e dopo aver fatto una pausa proseguì dicendo: <<Avevi di fronte a te due opzioni: una più facile ed un'altra più semplice. Hai deciso di aiutarci e ora eccoti qua con un cadavere in macchina. Ti consiglio di non sentirti in colpa per lui, a quanto pare l'Infinito aveva deciso così. Sarebbe morto comunque.>>

<<L'Infinito?>> chiese confuso Robert.

<<Si esatto, è quello che ti ha portato qua da noi e messo davanti a questa scelta.>>

Robert si arrese e scosse la testa, dopodiché si passò nervosamente le mani tra i capelli.

<<Mi spiace signora ma non capisco veramente di cosa stia parlando. Vorrei solamente svegliarmi da questo incubo. Sono stanco.>> disse lui con aria rassegnata.

<<Si lo so, te l'ho anche già detto che non tutti capiscono. Purtroppo è così la vita, delle volte è veramente spaventosa e ti fa pensare di essere bloccato in incubo ma devi andare avanti.>> dopo aver fatto un respiro profondo Roxanne proseguì <<Tra poco ce ne andremo e sarai ancora più confuso, non gli darai nemmeno peso perché dopo esserti fatto una bella dormita a casa penserai veramente che sia stato tutto un sogno. Voglio solamente dirti che hai comunque fatto la scelta migliore Robert, sei un brav'uomo il che purtroppo è incredibilmente raro di questi tempi.>>

La pioggia si fece più intensa e divenne tutto improvvisamente gradualmente più scuro sia fuori che dentro l'auto come se fossero finiti in un buco nero.

<<L'Infinito sta arrivando Robert.>> disse Roxanne mentre l'aria si fece incredibilmente più fredda, molto più fredda quasi gelida. Robert si voltò per controllare Caronte ma l'oscurità l'aveva ormai avvolto e non riuscì più a vederlo. Anche Roxanne era quasi completamente sparita nel buio, infatti si riuscì a intravedere solamente la carnagione bianca del suo viso.

<<Sto per andarmene e non credo ci rivedremo Robert.>> disse la donna mentre veniva lentamente avvolta dalle tenebre per poi dire: <<Ricordati ciò che ti ho detto, dai più spazio alle tue passioni e smetti di inseguire solo i soldi, puoi essere migliore di come sei. Hai sempre una scelta esattamente come nella situazione in cui ti sei trovato con noi.>>

L'oscurità invase completamente l'abitacolo dell'auto e Robert non vide più nulla. Rimase da solo nel buio totale e circondato da un freddo tagliante. Quando le ombre si levarono si trovò fuori casa fermo con la macchina. La temperatura tornò ad essere vivibile e sembrò tutto normale come non fosse successo nulla. Tirò un sospiro di sollievo credendo che fosse stato tutto veramente solo un brutto sogno e si fosse addormento in macchina prima di entrare in casa. Le uniche cose che però lo lasciarono confuso fu il fatto di non trovare più la sua giacca ma sopratutto che nel posto passeggeri ci fosse il suo ombrello inumidito. Scelse di non dare peso a queste cose, era troppo stanco per pensarci, così dopo aver chiuso l'auto andò a casa con nella testa una voce femminile che gli ripeteva "puoi essere migliore di come sei".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top