Istinti animali


Capitolo 9

Il palco venne finalmente illuminato e Caronte disse:

<<Eccoci qua gente si riparte! Ne abbiamo viste delle belle fino a questo momento anche se ammetto che la situazione quasi andò fuori controllo, ragion per cui ora si esibiranno i nostri domatori. Vi voglio lasciare solo con un quesito...>> fece una breve pausa <<quanto è effettivamente simile all'animale l'uomo? La risposta potrebbe sorprendervi.>>

Entrò il primo domatore che trascinò per i capelli una donna in topless e con indosso solamente dei pantaloni corti di lattice. Decisamente uno spettacolo non adatto ai bambini eppure nessuno degli spettatori decise di coprire gli occhi ai pargoli. Rimasero così colpiti da quello che stava succedendo che non ci pensarono minimamente.

In quell'occasione non ci fu nessuna musica in sottofondo, così da consentire a tutti di poter sentire le urla della donna mentre veniva trascinata a terra. Dopo averla portata al centro della pista la fece alzare - tenendo sempre i suoi capelli stretti nel pugno - dopodiché la scaraventò e tenne a terra a schiacciandole la faccia con il suo scarpone. Infine le sputò addosso e si rivolse al pubblico:

<<Io sono Ignas il domatore! Questa insignificante donna è una mia sottomessa che ha osato mancarmi di rispetto non eseguendo ciò che le è stato ordinato. Merita di essere punita non trovate?>> il pubblico rispose in coro di si. Divenne coinvolto fin da subito.

<<Bene... allora subirà una punizione esemplare.>> fece cenno di portare qualcosa al personale dello staff e immediatamente due mascherati portarono un palo di legno, piuttosto robusto e appuntito. Con un martello poi lo piantarono saldamente al terreno mentre un altro uomo mascherato porse al domatore un paio di manette. Una volta finito Ignas sollevò il piede e intimò alla donna:

<<Alzati da sola troia! Io non mi abbasserò a toccarti.>> lei rimase ancora ferma sul terreno che chiedeva scusa a bassa voce così lui gridò: <<Non bastano le scuse!>> diede una forte pedata molto vicino al suo volto <<Ti ho detto di alzarti! Sai come funzionano queste cose, vedi di muoverti e andare al palo. Non farmi perdere tempo perché sai perfettamente che mi fa arrabbiare e sai molto bene cosa succede quando mi arrabbio!>>

La voce del domatore divenne incredibilmente grottesca, come fosse indemoniato.

Lei iniziò a strisciare come un verme verso il palo, a quel punto però Ignas si infuriò e la afferrò nuovamente per i capelli tirandola su di peso.

<<Ti ho detto poco fa che non ti avrei più toccata eppure lo sto facendo perché hai provato a non seguire ciò che ti ho ordinato... di nuovo.>> lei lo supplicò di smettere ma lui continuò a trascinarla verso quel palo intimandole di mettersi in pedi.

<<Hai provato a strisciare per non farti vedere eh? Ti devi mettere in mostra, tutti devono avere modo di vederti. Proverai la vergogna di essere stata messa a nudo di fronte a tutti fino alla fine dei tuoi miserabili giorni!>>

La ragazza decise poi di reggersi sulle proprie gambe, così lui lasciò la presa. Ogni riflettore puntò su quella donna. Evitò di coprirsi il seno poiché l'ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stata far arrabbiare ultimamente il suo domatore. Dal pubblico partirono svariati insulti verso di lei come se si fossero schierati contro di lei pur non sapendo realmente cosa fosse accaduto. Per quanto fosse un comportamento scorretto loro lo appoggiarono, tutti quanti donne comprese.

La sottomessa, una volta giunta dinanzi al palo di legno, si mise in ginocchio e allungò le sue braccia tremolanti attorno ad esso. Ignas si avvicinò e la ammanettò, dopodiché le fece una piccola carezza sua capelli dicendole a bassa voce: <<Brava che obbedisci.>>

Fece nuovamente un cenno ai mascherati e uno di loro gli portò un flagello ed iniziò a frustrala. Lei gridò dal dolore e quei lamenti riecheggiarono in tutto il tendone anche a causa della totale assenza di musica che consentì di sentire perfettamente il suono delle code infrangersi sulla tenera pelle di quella donna. Implorò più volte di smettere ma il domatore non si fermò, anzi ad ogni richiesta pietosa aumentò la forza con la quale la colpì. Dalla schiena martoriata grondarono gocce di sangue.

La pelle iniziò ad essere completamente a pezzi.

<<Che dite ha imparato la lezione? La smetto o continuo?>> chiese Ignas per aggiungere ancora un po' di benzina sul pubblico infiammato. Quasi istantaneamente, in risposta a quelle domande, dal pubblico si sollevò un coro che disse di continuare e che quella donna dovesse continuare a soffrire. Il domatore non se lo fece ripetere e ricominciò a frustrarla di gusto infliggendole almeno altre ventisette frustrate.

Ormai la sottomessa fu prossima a perdere i sensi per via dell'infernale dolore inflittole e il suo corpo tremolante si rannicchiò contro il palo. Ignas si avvicinò a lei e si fece portare una piccola macchina per tagliare i capelli poi inginocchiò vicino a lei ed iniziò a rasarla. Dopo averle tagliato tutti i capelli impugnò una ciocca alzando la mano disse:

<<Ora la punizione è giunta al termine. Giustizia è stata fatta!>>

Tutti nel pubblico applaudirono gioiosamente mentre dei mascherati portarono via la donna ormai svenuta anche a causa di tutto il sangue che perso. Si spense nuovamente, poi iniziò una musica dance senza dal ritmo deciso e rilassante al contempo.

Entrarono sulla pista dieci persone, con indosso solamente dei pantaloni corti neri di cuoio aperti sulle cosce e con solo delle bretelle, almeno i maschi mentre le donne furono a malapena coperte solo da un top di lattice estremamente attillato. Il loro viso rimase coperto da maschere di plastica da animali: due persone si distinsero avendo la maschera da tigre; uno da cavallo; una zebra; tre indossarono invece una maschera da capra; un uomo, particolarmente grasso, ebbe il volto coperto con una maschera da maiale e altri due invece delle maschere da gorilla. Tutti quanti entrarono con movenze animalesche. Nessuno di loro camminò eretto.

Inoltre emisero degli strani versi ma non simili agli animali di cui avessero la maschera, sembrò che se fossero proprio regrediti a tal punto che non sapessero più come parlare quindi si esprimendosi in modo molto simile ai cavernicoli. Girarono per tutta la pista anche iniziando ad aggredire senza motivo qualche spettatore. Arrivarono poi due domatori: un uomo ed una donna. Entrambi con un abito - sempre nero di lattice - a pezzo unico con i buchi solamente per gli occhi e la parte della bocca coperta da una zip. Impugnavano entrambi delle lunghe e sottilissime fruste.

Inizialmente diedero qualche colpo rivolto a terra come semplice avvertimenti e la gran parte di quei sottomessi obbedì e si mise seduto contro il bordo della pista. Qualcuno invece, come uno dei due gorilla ed una delle capre, disobbedirono continuando a girovagare per la pista ma dopo qualche frustrata ben assortita li richiamarono all'ordine. Differentemente dagli altri vennero portati centralmente dove furono illuminati da una luce rossa. Il domatore andò a prendere un piede di porco mentre la domatrice tenne sotto controllo i due finti animali. Dopo essere tornato da loro lasciò cadere tra di loro l'arnese, lasciandolo egualmente distante tra l'uno e l'altro.

Rimasero immobili come statue fino a quando la domatrice non diede un forte schiocco per terra con la frusta, al che si scagliarono sul piede di porco. Ebbe la meglio la persona con la maschera da capra che riuscì ad allontanare il gorilla tirandogli un calcio in faccia ben piazzato. Sollevò l'arnese ed iniziò a colpirgli la testa violentemente, più e più volte.

Il sangue uscì dalla maschera come un gelato squagliato. Mentre il gorilla ebbe gli ultimi spasmi muscolari il pubblico applaudì chiassosamente. Venne poi spenta la luce rossastra la capra mascherata lasciò il piede di porco mente lentamente venne fatta calare esternamente alla pista una gabbia, nella quale alcuni dello staff posizionarono dei piedistalli e come dei tubi insieme ad altre cose degne di un percorso per le prove di agilità in un concorso canino. Dopo che tutto venne sistemato i due domatori diedero tre colpi in sequenza a terra così i restanti nove mascherati, sempre muovendosi in un modo tutt'altro che umano, si posizionarono ognuno su un piedistallo. La domatrice frustò la base della zebra, la quale iniziò a percorrere molto velocemente la linea di pali di metallo facendo uno slalom quasi perfetto. Giunta al termine concluse quella prima breve esibizione saltando e facendo una capriola, che però fu tutt'altro che aggraziata e non riuscì molto bene infatti cadde ma senza gravi danni ad accezione di una frustrata di rimprovero ad un braccio. Chiunque nel pubblico applaudì divertito ridendo per quella buffa caduta. Successivamente il domatore colpì il piedistallo di una capra, una tigre e per ultimo il gorilla rimanente che si diressero poi verso la pedana caratterizzata da una parte in salita a cui seguì una parte sopraelevata pianeggiante e concludendosi con una discesa. Dopo due colpi di frusta quei tre mascherati si misero in verticale sulle mani e fecero tutto il percorso per poi tornare ai loro piedistalli come bravi animali obbedienti. Durante i continui applausi la domatrice fece muovere il maiale che lentamente si diresse verso una palizza, invece il domatore fece muovere le altre due capre ed il cavallo. Il cavallo cercò di ribellarsi non dando retta al domatore, dopo aver preso una frustrata sul petto, tentò anche di aggredirlo ma l'attacco venne placato immediatamente e dopo averlo messo a terra gli diede altre due frustrate sulla schiena.

Quindi si arrese e andò ai piedi della palizza dove si posizionarono già tutti gli altri.

I domatori in contemporanea diedero un colpo a terra e tre mascherati spinsero l'uomo mascherato da maiale lungo tutta la parte che andava verso l'alto. Richiese un enorme sforzo poiché il suo peso sarà stato di almeno 120 kg. Si sforzarono con ogni muscolo possibile e proprio quando mancò poco per arrivare al bordo così da farlo scendere dall'altro lato il cavallo perse per un attimo la presa e per evitare che il maiale cadesse cercò di spingere di più con le gambe facendo un salto. Tornando a terra però mise male un piede che, sovrastato dal peso, si girò verso l'esterno. Gli altri due con la maschera da capra riuscirono comunque a sollevarlo e lo fecero scavallare. Nonostante fosse senz'altro insolito anche questa parte piacque al pubblico. Tutti tornarono sul loro piedistallo ad eccezione dell'uomo mascherato da cavallo che rimase a terra sofferente non riuscendo a muoversi con la caviglia rotta. Il domatore si allontanò per un attimo per farsi passare attraverso la gabbia una sparachiodi così si avvicinò al cavallo e gli tolse la maschera. Lo sguardo di quell'uomo era colmo di paura e nei suoi incomprensibili versi sembrò supplicare di essere risparmiato. Purtroppo per lui il domatore la pensò diversamente e dopo avergli messo la canna contro la fronte lo uccise premendo il grilletto. Cessò bruscamente la musica, la luce sulla pista venne nuovamente tolta e nel pubblico senza farlo apposta calò un insolito silenzio. Il tutto venne poi illuminato grazie ad un percorso di sei cerchi infuocati, messi ad altezze differenti. La domatrice colpì il piedistallo dell'ultimo che ancora non era andato in scena ossia l'ultima donna con il volto coperto dalla maschera della tigre. In quel preciso istante venne riprodotta un'altra musica, sempre dance ma con un ritmo e suoni più selvaggi che crearono più un'atmosfera da giungla. La domatrice guidò la tigre prima lungo tutta la gabbia per mostrarla a tutti, dopo aver compiuto tutto il giro iniziò a correre dando dei velocissimi colpi di frusta a terra per darle il ritmo. Quella donna mascherata seguì la domatrice correndo per poi eseguire dei perfetti salti attraverso i cerchi in fiamme nonostante alcuni fossero molto davvero in altro. Lei fu l'unica che riuscì a compiere dei movimenti leggermente più normali e sicuramente più atletici degli altri altri. Finito di saltare poi si mise seduta educatamente sulla propria pedana. Quando venne tirata su la gabbia le persone con le maschere animalesche se ne uscirono di scena mentre i domatori fecero un inchino per il pubblico che rimase molto colpito da quella strana ma affascinante prestazione.

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