Capitolo 4 Schiava d'amore

'Abbiamo fatto le ore piccole? Notte magica?' Tony, rimbambito di sonno, sparava un'idiozia appresso l'altra, interrogando Barton.

'Proprio tu lo chiedi? Voi, piuttosto, avete fatto bisboccia...avete certe facce. E sono le tre del pomeriggio. È insano alzarsi ora, la giornata è finita!' l'arciere li rimproverò.

'Disse quello ancora in vestaglia...' Loki lo sbeffeggiò. L'altro si vestiva sempre per scendere a mangiare; invece, quel giorno, era in abbigliamento da camera e sembrava essersi svegliato da poco.

Il Falco arrossì; si era crogiolato in coccole con la sua femmina, senza accorgersi del passare del tempo.

'Ognuno si è divertito a modo suo, eviterei di impicciarsi degli affari altrui...' il Capitano, riservato come pochi, alzò gli occhi al cielo.

'Mi sfugge se la cuoca ci servirà la colazione o il pranzo, data l'ora...' Thor era famelico.

'Il secondo, biondo. Sta entrando, grazie al cielo...' Barnes indicò l'anziana donna che portava carne e patate.

'È l'ultima volta che ci prepara da mangiare, quanto è vero Iddio' bisbigliò Clint.

Gli altri lo fissarono, impressionati, e lui continuò, rivolgendosi, direttamente, alla sua dipendente, in piedi davanti al tavolo 'Per quale incombenza hai preso i soldi che ti ha dato la mia schiava?' la interloquì, scuro in volto.

La vecchia tentennò.

'Alloraaaaaaa? Gradirei una risposta!' gridò più forte. Era diplomatico il più delle volte, soprattutto, nella gestione dei rapporti con i subordinati. In quel momento, aveva perso le staffe.

Tony trattenne il fiato.

'Per un messo da mandarle, signore' mormorò, spaventata.

Bruce fece un sorrisetto, e l'occhiolino al moro principe asgardiano. Ne avevano discusso, concludendo che ci fosse una valida ragione per la sottrazione del denaro da parte della fanciulla...il motivo era il Falco, ovviamente!

'E che ne hai fatto?'.

Muta, mise il volto fra le mani.

'Rubare è un reato...' sibilò l'arciere 'sottrarre le ghinee che Rafflesia ti aveva consegnato per farmi giungere una lettera, facendole immaginare non le avessi risposto, un abominio' aveva un tono glaciale.

La cuoca iniziò a piangere, come una fontana.

Non tirava una buona aria, pensò Steve. Clint era integerrimo e la punizione non sarebbe stata lieve.

Bucky, seduto accanto a Barton, gli sussurrò all'orecchio 'Capo, capisco le tue ragioni e non ti contraddirei mai. Però è molto anziana...sii clemente!'.

Rogers aggrottò un sopracciglio, confidando nelle maniere convincenti dell'amico di infanzia, poiché l'altro si era bloccato e stava, certamente, ragionando. E da quando aveva la bellissima ragazza fra i piedi, il ragionamento era diventato merce rara!

Finalmente, si espresse 'Sparisci dalla mia vista! Sei licenziata...soprassiedo a denunciarti, per il crimine commesso, ma non desidero più vederti'.

'Le sono grata' la vecchia sloggiò, alla velocità della luce, meravigliata di esserne uscita quasi indenne.

'Porca miseria, Falco, chi cucinerà per noi?' Steve lo aggredì.

'In effetti, non ho intenzione di mettermi ai fornelli' Stark pure sbottò.

'Prima di mandarla via, dovevi trovare una sostituta' Loki si allineò.

Capirai, volevo ucciderla! L'arciere li squadrava, le braccia conserte, incupito 'Mi aspettavo foste solidali...combattiamo il crimine e l'ingiustizia e ci teniamo in casa una dipendente ladra e bugiarda?'.

I colleghi si zittirono. Tutti, tranne Bruce 'Veramente, Clint, hai già una sostituta piuttosto valida...' gli suggerì.

'Chi?' proprio non aveva intuito dove il dottorino volesse andare a parare.

'Non dimenticare che hai comperato una schiava!' gli ricordò, ridendo.

***

Ancora non ci poteva credere. Il Falco, in maniera molto concitata, le aveva spiegato che la cuoca l'aveva deliberatamente ingannata, promettendole di mandare un messaggero all'accampamento a Leicester, per rubarle i soldi richiesti come compenso.

'Ho fatto la figura della stupida!' mormorò. Certo, furba e smaliziata non era mai stata!

'No, è stata meschina lei, non tu! Comunque, non preoccuparti, ha avuto il benservito, l'ho licenziata in tronco!' la informò.

Diavolo, Clint non aveva mezze misure e se ne era liberato; non se ne stupì, poiché era estremamente leale, in ogni aspetto dell'esistenza. Evitò di rispondergli, era chiaro fosse stata una mossa in sua difesa.

'Qui, entri in ballo tu!'.

'Che intendi?' gli domandò; l'arciere aveva una strana espressione.

'Siamo rimasti senza una collaboratrice che ci prepari i pasti ed ho pensato che, visti i risultati coi biscotti, avresti potuto prendere il suo posto!' la esortò, sperando che accettasse, senza troppe remore.

'Un conto è fare qualche dolcino...non ho mai cucinato in vita mia e non saprei da che parte iniziare' era contraria e contrariata.

'Ti aiuterò io!' Bruce, che aveva accompagnato Barton per fornirgli supporto, si offrì.

'E' meglio trovi una persona che sia più preparata!' già si vedeva a bruciare tutto, con Rogers che sbraitava.

'Infatti, l'idea è questa, ma dobbiamo cercare una cuoca discreta e non invadente, oltre che onesta, siamo i Vendicatori; nel frattempo, prova, buttati...per piacere!' il Falco quasi la pregò, intanto che Banner, da buona spalla, faceva sì con la testa.

In fondo, era la sua schiava, non avrebbe potuto né dovuto rifiutare 'Va bene...dottore, fammi avere qualche ricetta di facile realizzazione; poi, insieme, vediamo quali ingredienti ci servono, se li abbiamo già in dispensa e se vanno comperati. Clint, informa i tuoi colleghi che la cena verrà servita un po' più tardi del solito' ordinò, sovrappensiero, la testa già catturata da qualche idea, prendendo la porta, per scendere in cucina.

Bruce fisso l'arciere 'Visto? Che ti avevo detto? Mi piace tanto, è una forza, sa il fatto suo! Abbiamo mangiato cinque pietanze alternate, per anni...non può andar peggio, dammi retta!'.

L'amico si augurò avesse ragione!

E difficilmente Banner sbagliava: aveva una sensibilità particolare, che lo portava a comprendere persone e situazioni prima degli altri...vedeva un passo avanti alla maggioranza, era la loro bussola, da sempre.

'Attendere un'ora in più...mi sono già scocciato' come previsto, il Capitano smoccolava.

'Intanto gusta questa tartina e non lamentarti!' Bucky gli piazzò in mano un piccolo crostino spalmato di morbida salsiccia di cinghiale mista a prugne e pistacchi, un nuovo antipasto mai assaggiato prima 'è l'ultima, le abbiamo divorate, intanto che tu facevi il... pesantissimo'.

'Ho sentito un odorino...ho chiesto a Bruce il menù, ma non si è sbottonato' Tony era davvero curioso.

'Mettetevi a tavola' li ammonì, proprio il dottore, spalancando la porta, fra le mani un vassoio che depositò davanti al Falco.

'A te l'onore!' Rafflesia porse, a quest'ultimo, un coltello affilato e lui si ritrovò a tagliare due faraone, cotte a puntino. Aprendole, per porzionarle, uscì un succulento ripieno.

'Sembrano eccellenti!' Thor si leccava i baffi 'Ricetta asgardiana, giusto?'.

'Sì, con un tocco personale mio e di Banner!' confermò la moretta, che recava con sé due ciotole 'come contorno ho preparato patate arrosto e verza ripassata, le aggiungo ai vostri piatti'.

'Sono stupefatto! Dico sul serio' Loki la fissava. La ricordava viziata, come tutte le principesse che aveva conosciuto; vederla lì, davanti a loro, sudata, il grembiule a scacchi lasciatole dalla cuoca licenziata, sporco in ogni dove, il viso con un'impronta di farina sulla guancia, che li serviva a tavola, gli fece un certo effetto. Positivo, a tutto voler concedere.

Era ancora più bella, pensò l'arciere. Si era resa disponibile e si era impegnata moltissimo 'Grazie! Mangi con noi?'.

'Veramente non posso, sto ultimando la preparazione di...sarà una sorpresa. Vi lascio, buon appetito, signori' si accomiatò, con un sorriso soddisfatto. Era piacevole tenersi impegnata; era stanca morta e bisognosa di un bagno, ma li avrebbe stupiti.

'La carne ha un sapore delizioso, è tenera, delicata e appetitosa insieme! Debbo ricredermi, la tua donna ha le manine fatate' il Capitano, perennemente acidissimo, li sbalordì, con una confessione non da poco.

'Abbiamo fatto un affare, a mandar via la vecchia e sostituirla con la giovane' sghignazzò Stark, con le guance piene di faraona.

'Fai schifo, non si parla con la bocca piena!' lo rimproverò Barnes 'Concordò sul contenuto, non sui tuoi modi'.

'Avere una schiava ha i suoi vantaggi...è talentuosa fra le lenzuola come ai fornelli, capo? Dacci i dettagli piccanti' Loki lo aizzò, in attesa di una sua reazione, che non tardò ad arrivare.

Il Falco, non mezza sillaba, prese il coltello, con cui aveva tagliato la carne, e lo lanciò, in direzione del moro, che lo schivò, facilmente, all'ultimo momento, un sorrisetto ironico sulle labbra increspate. 'Capito...vale per un sì, secondo me!'.

'Basta, fratello...siete come bambini pestiferi...fate silenzio, sta tornando, sento dei passi' Thor li avvertì.

La fanciulla aveva sfornato una soffice ciambella, stracolma di frutti rossi. Era ancora calda, accompagnata da una salsa alla vaniglia.

'A me doppia porzione' il dottore subito si accaparrò il bis.

Lei provvide, come richiesto, sotto gli sguardi degli astanti, che non vedevano l'ora di assaggiare il prelibato dessert. Si allontanò, preparate le porzioni.

La signora che aiutava per le pulizie avrebbe rigovernato la sala, il mattino seguente; i maschi avrebbero fatto bisboccia, tra chiacchiere e alcool, fino a tardi e lei, esausta, non vedeva l'ora di mettersi a letto.

***

I suoi amici non lo avevano mollato, fra risate e rosolio, talmente colpiti dalla cena luculliana appena gustata, da averlo stordito di chiacchiere. Erano pieni di cibo come otri e molto soddisfatti.

Clint era tornato in camera, in cerca di coccole. Deluso: la moretta era lì, profondamente addormentata. Intuì si fosse fatta un bagno, visti gli asciugamani che aveva lasciato, in disordine, sul pavimento. Accanto al camino, notò un catino di metallo colmo d'acqua e un telo di lino, oltre ad una ciotolina di coccio, con un olio profumato. La cosa strana fu trovarla, poi, nel talamo, senza camicia da notte; se ne meravigliò, era freddolosa al massimo!

Sperando gli si appiccasse in cerca di calore umano, si denudò, a sua volta, e si mise a letto, dalla propria parte. Aveva mangiato e bevuto talmente tanto, che appesantito, crollò.

Si destò, qualche ora dopo...la mano di Rafflesia, stesa al suo fianco, che gli carezzava la pancia, intorno all'ombelico 'Hai digerito?' sussurrò.

'Sì...' la incrociò con la sua, all'altezza della vita, ma lei se ne liberò, per continuare a lambirlo, verso l'inguine, un bacino sulla scapola ed uno sulle labbra.

'Era buona la cena, Falco?' fece, languida, iniziando una lenta e sensuale stimolazione sul suo scettro.

'Uhm...buonissima...' godeva del tocco delicato della sua manina affusolata, tra un bacio e l'altro.

La vide inginocchiarsi fra le sue gambe, per lambirlo, fra le labbra. Lo aveva insalivato, con cura e si era posizionata sopra di lui...in un lampo ne intuì le intenzioni, stupendosene.

'Sei sicura?' domandò, trattenendo il respiro.

'Sono la tua schiava, a chi altro dovrei donarmi?' rispose, ironica, con un sorrisetto.

'Non devi...se non vuoi!' si oppose, voleva fosse certa della decisione tanto importante che stava per prendere.

'Leggi in fondo al tuo cuore e scoprirai che abbiamo il medesimo desiderio ...' con le ametiste più brillanti del solito, abbassò leggermente il bacino, tenendo ferma la sua rigidità, con la destra, per posizionarsela fra le carni rosee. La mosse, su di sé, sul centro del proprio piacere, strappando un grido al compagno che la guardava, in estasi.

'Quanto sei bella...uno splendore' le strinse i fianchi, con entrambe le mani, per poter entrare in lei.

La sentì lamentarsi; una lieve fitta la coglieva, ogniqualvolta toccava la membrana della sua illibatezza.

'Mi spiace...' non voleva farle alcun male...era inevitabile, nell'attimo del trapasso.

Poiché le stilettate non avevano ancora provocato alcun effetto, ci pensò Rafflesia a risolvere il problema. Con un spinta decisa, dall'alto verso il basso, si impalò sul compagno, fino alla sua radice, unendocisi, bacino a bacino...con un urlo di profonda sofferenza e serena liberazione.

Il Falco la trattenne a sé, per baciarla 'Grazie...' nessuna gli aveva mai fatto un regalo tanto importante.

La fanciulla si esibì in una smorfietta, tentando di allontanare la sensazione di bruciore al basso ventre e concentrarsi, invece, sul ritmo del movimento che Clint stava imprimendo ai loro fianchi sigillati.

L'irrigidimento lasciò il posto ad un calore che si diffuse dai lombi a tutte le sue carni, come una scarica elettrica. Si sentì letteralmente vibrare, contraendosi, avvolta attorno al Falco. Inconsciamente, arcuò la schiena, lasciandosi andare al piacere. Mugolava, contenta e l'arciere si unì a quella danza di lussuria infinita.

La ragazza si accasciò sul suo petto, le guance rosse e un bel sorriso e lui l'avvinse, stretta alla morte.

'Ricordati sempre che sei la mia donna, non la mia schiava...mi sto innamorando di te' l'aveva detto, senza pensarci, esprimendo a parole ciò che sentiva, e fissandola negli occhi.

'Io sono già innamorata di te...' contraccambiò la ragazza.

Mentre l'arciere, impazzito d'amore, rifletteva sull'esigenza di risolvere, anche dal punto di vista legale, l'odioso contratto che li legava, la osservò alzarsi dal letto, per recarsi al camino e posizionare la bacinella d'acqua a terra, sul tappeto bianco e lavarsi l'intimità. Il liquido si era intiepidito, certamente...

'L'avevi premeditato...' la prese in giro, raggiungendola.

'No, l'avevo solo sperato' confessò, sciacquandosi fra le gambe.

'Faccio io' Clint, con estrema delicatezza, la pulì di sé e dei filamenti rosati della verginità, che le aveva appena strappato, facendo scendere i residui nel catino. L'asciugò, tenero, sentendola vibrare, ancora, sotto le sue mani, uno sguardo malizioso ed intrigante.

Spostò la bacinella di lato e la fece stendere sul tappeto; in un attimo, si avvinghiarono in un abbraccio appassionato, le gambe intrecciate, pelle contro pelle, spaventati di rompere la cinta delle loro braccia, possessivi del ristoro della loro confidenza.

Fu chiaro ad entrambi fosse solo l'inizio...l'avevano fatto ed avevano ricominciato, senza smettere...nell'intervallo, abluzioni con il catino...dopo l'ennesima volta, la mora prese la ciotola dell'olio caldo, per poggiarla a terra, accanto all'arciere e si posizionò a pancia in sotto.

'Che vuoi fare?' l'aveva compreso...forse.

'Sono di tua proprietà...interamente' lo tranquillizzò.

Lui scese a baciarla sulle spalle e sul retro della nuca, sotto il collo, la bocca aperta ed umida lungo la schiena ed i fianchi.

La mora percepì la sua lingua, fra la linea delle natiche, e le mani che le separavano i glutei. Pennellate più che umide e bagnate sul suo bocciolo inesplorato, intanto che un torrente di tiepido tormento le scendeva fra le cosce: era spaventata e sollazzata.

Clint mise i polpastrelli dentro la ciotolina e, con le dita unte, fece colare l'olio profumato di rosa all'interno dei glutei tondi, abbondantemente, per poi spalmare se stesso. Si inginocchiò, prono, dietro di lei, e la fece mettere nell'identica posizione, spingendole le caviglie con i propri piedi, verso l'esterno, per farle aprire al massimo le gambe.

La fanciulla ebbe quasi un ripensamento, ma tentò di rilassarsi. Il Falco si spinse nella sua femmina, gradualmente, incontrando una forte resistenza.

Di riflesso, al suo chiudere le cosce, aumentò la pressione, veemente, colmandola, meravigliato di non udire dalla sua bocca alcuna lamentela, a fronte della evidente tensione nel fisico.

Tentò di andare più lentamente, ricoprendole la scapola destra di una scia di baci che si fermò sopra le sue labbra, e di stimolarla, con la mano sinistra, sul suo fiore anteriore, per farla rasserenare e calmare.

La sentiva così vicina, così sua, come fossero indissolubili 'Ti amo' le sussurrò...a quelle due parole, ogni dolore sparì, si volatilizzò, in un lampo...Rafflesia ondeggiò, col bacino, all'indietro, nella sua direzione, per un'unione completa di mente, cuore ed anima, che li travolse, in un piacere interminabile.

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