4.

La foresta bianca si ergeva imponente alle loro spalle, l'aria della notte sfiorava i loro corpi, coperti soltanto da lunghi mantelli scuri.

Aspettavano silenziosi, come per non interrompere quel flusso di pensieri che ognuno di loro aveva.

Lennard sedeva sul tronco chiaro di un albero. Non era per nulla convinto della decisione che Gwen aveva preso, ma non poteva lasciarla partire da sola. Il suo compito era quello di proteggerla; aveva seguito il suo allenamento personalmente, facendole prima da maestro, poi da consigliere e ora poteva solo assecondare le sue scelte.

Hewie e Ridley attendevano silenziosi, pronti per la nuova avventura che li attendeva. Erano i migliori studenti dell'accademia di arti magiche di Kefejin, e nonostante le differenze fra i regni da cui provenivano, da quando le salvatrici erano arrivate, tutto era cambiato.

I tre regni erano uniti, quasi a formarne uno solo e loro in quel momento, non potevano di certo mancare; mancava solo un regno all'appello.

Mark osservava attento Cheryl. Aveva già iniziato a leggere il libro che le aveva consegnato, nonostante fosse buio e avessero un lungo cammino da affrontare. Non gli erano mai piaciuti i saluti, ma la necessità impellente di comunicare a Gwen le conseguenze di quel viaggio, venivano prima di qualsiasi suo desiderio.

Gwen guardava dritta davanti a sé, attenta a scorgere qualsiasi rumore o dettaglio che la avvertisse dell'imminente arrivo di Mya. Era ritornata a Termanis, per avvertire Fabian e Sid nella speranza che loro, fossero disposti ad aiutarli.

"Sei proprio sicura di averglielo detto, Gwe?" domandò Cheryl avvicinandosi alla sorella.

Gwen annuì. "Certo. Avrà avuto qualche inconveniente con gli hobbit, sapevo che dovevo mandare te", disse rivolgendosi a Lennard.

"Non credo che sarebbe cambiato qualcosa, sono esseri ribelli", affermò l'elfo dai capelli argentei, senza distogliere lo sguardo dalla foresta davanti a lui.

Cheryl cercò lo guardò di Mark. "Ho sempre pensato che fosse un tipo strano", sussurrò sottovoce.

Gwen sorrise. "Le ricordo signorina Cheryl che gli elfi hanno un udito più sviluppato di qualunque essere vivente, dopo gli animali si intende", intervenne Lennard.

Cheryl sbuffò.

"Dopo i vampiri aggiungerei..."affermò Mark.

Lennard finalmente si voltò verso di lui. "Stai dubitando delle nostre capacità cavaliere di drago?"chiese l'elfo mantenendo il suo tono pacato.

Mark scosse la testa. "No certo, ma ho avuto la fortuna o la sfortuna di vivere con loro per un periodo di tempo e hanno uno sviluppo incredibile dei sensi. Tutto questo unito al fatto che sono spinti da un irrefrenabile voglia di sangue, sono cacciatori, sono guidati dall'istinto e non dalla ragione."

Lennard sorrise beffardo. "Questo è proprio il nostro punto di forza, la ragione", disse tornando a guardare la foresta.

Cheryl lo guardò sempre più perplessa. Da sempre non capiva e non concepiva il comportamento degli elfi; erano uomini sottili, perfetti, che sapevano sempre cosa dire e il momento giusto per dirlo. Un po' troppo sicuri di sè per quanto vedeva lei, ma estremamente eleganti.

Gwen era diventata proprio cosi; senza perdere però la sua umanità, che le garantiva qualche marcia in più. Si voltò di scatto verso la radura che si estendeva scura, davanti a loro.

"Arrivano", disse Lennard immediatamente.

Cheryl si guardò intorno, solo dopo qualche minuto iniziò a udire il rumore degli zoccoli dei cavalli che da lontano si stavano avvicinando.

Mya arrivò per prima. Fece fermare lo stallone nero che aveva cavalcato e con un salto atletico scese dal suo dorso.

Era nervosa e infastidita; gli hobbit non erano atti a cavalcare e con i loro modi burberi e scoordinati le avevano fatto perdere tempo.

"Gwe, ti posso spiegare!Non è colpa mia!" disse raggiungendo la sorella.

Cheryl scoppiò a ridere. "Sappiamo che non è colpa tua Mya, stai tranquilla. Sembra che hai appena visto Vaughan in persona..."

"Non ho visto quel mostro, ho soltanto avuto a che fare con due hobbit sudaticci e sporchi che cavalcano troppo lentamente!" puntualizzò Mya.

Fabian e Sid si affiancarono a lei, affaticati dalla corsa appena effettuata.

"Abbassa i toni signorina!" la rimproverò Fabian avvicinandosi a loro.

Gwen fece un passo avanti, abbassandosi l'elegante cappuccio del mantello che indossava.

"Ciao ragazzi, ben arrivati. Spero che Mya vi abbia spiegato tutto", disse.

Sid annuì incerto.

"Mmm sì, su per giù..." confermò Fabian.

Lui e suo fratello gemello Sid erano due hobbit per nascita; svegli e altruisti, pronti a combattere in prima linea contro chiunque avesse minacciato Termanis, terra nella quale erano cresciuti e alla quale si dedicavano ogni giorno. Erano identici esteticamente, ma nettamente diversi caratterialmente.

"Fabian Benjamin, se tu sei ignorante e non capisci, non è un mio problema!" lo riprese Mya avvicinandosi a lui minacciosa.

Gwen scosse la testa infastidita. Mya aveva vissuto con loro gli ultimi tre anni, di certo era quella che fra loro, li conosceva meglio, ma ancora non riusciva a capacitarsi delle loro abitudini.

"Gwen, dovevamo portarli per forza?" continuò Mya.

Cheryl la raggiunse infastidita. Amava e odiava al contempo, il temperamento di sua sorella. "Mya..." la riproverò.

Mya sbuffò, sedendosi pesantemente a terra alzando gli occhi al cielo.

Gwen sorrise. "Ragazzi ho bisogno che tutti sappiate i rischi di questa missione. Non ci sarà nessuno del consiglio a difenderci, dobbiamo contare l'uno sull'altro, è quindi necessario trovare un accordo prima che tutto abbia inizio", spiegò con serietà guardando uno a uno i suoi compagni di viaggio.

"Tranquilla puoi contare su di noi!"la rassicurò Fabian.

"Gladwyn si è accorto di qualcosa?"chiese Gwen rivolgendosi direttamente a Lennard.

Gladwyn era uno dei tre componenti massimi del consiglio dei regni, nonché preside dell'accademia degli elfi che aveva frequentato, da quando era arrivata.

"No, fino a che non arriveremo alla foresta nera, nessuno si accorgerà di nulla. Ma una volta arrivati, la nostra traccia comparirà, quindi dovremo sbrigarci", rispose l'elfo.

Gwen annuì. "Baldric?"chiese a Mya.

"Non sospetta di nulla, Edric e Arya mi coprono le spalle per due giorni..." rispose.

Gwen si voltò in direzione di Cheryl. "Sawyer è al concilio dei draghi, tornerà domani a Kefejin; Mark ci coprirà le spalle", assicurò la mora, prima che Gwen potesse domandarle informazioni.

Gwen annuì. "Tutto a posto quindi?"chiese.

Hewie e Ridley annuirono all'unisono. Erano pronti.

"Prima che partiate avrei bisogno di parlarti", affermò Mark avvicinandosi a Gwen.

Cheryl li guardò con sospetto. "Non puoi parlare davanti a tutti?"

Mark scosse la testa. "Preferirei parlarle in privato."

***

Erano ore ormai che camminavano nella foresta, attenti a non essere scoperti e pronti a qualsiasi tipo di attacco esterno. La foresta bianca era un luogo neutrale, quello atto a dividere i tre regni dalla foresta nera e dal regno dei vampiri.

"Perché noi dobbiamo andare a piedi, e lei invece a cavallo?"chiese Fabian.

Avevano deciso di non utilizzare i cavalli, per attirare al minimo le attenzioni. Non potevano nemmeno servirsi della magia, quindi Cheryl era l'unica che, dovendo rimanere al pieno delle energie, sedeva sull'unico cavallo bianco che avevano deciso di tenere con loro.

"Perché deve apprendere più incantesimi possibili prima di arrivare alla foresta nera. Deve riposarsi, è la nostra arma vincente", spiegò Gwen.

Non era facile gestire tutto il gruppo, erano molto diversi l'uno dall'altro, principalmente per natura. Le raccomandazioni che Mark le aveva fatto prima della partenza, non l'aiutavano a mantenere la calma.

Scacciò quel pensiero dalla sua mente, cercando di focalizzarsi su qualcos'altro.

Mya camminava vicino a lei silenziosa, l'alba era vicina e presto le luci del giorno, li avrebbero raggiunti. "È pericoloso?" domandò sottovoce avvicinandosi alla sorella.

Gwen alzò lo sguardo, controllando che Cheryl non stesse prestando attenzione a loro. Ricambiò lo sguardo preoccupato di Mya indicandosi il medaglione.

Mya annuì e velocemente se lo tolse facendolo scivolare nella tasca della sua giacca.

"Lennard facciamo cambio, io e Mya chiudiamo la coda, tu e Hewie prendente il nostro posto con Cheryl", ordinò Gwen.

Cheryl non alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, era troppo presa da quegli incantesimi strani che le stavano trasmettendo un'energia mai provata prima.

Lennard obbedì, seguito da Hewie.

Gwen e Mya si fermarono facendo passare il gruppo e si incamminarono qualche metro dietro di loro.

"Allora?"chiese Mya preoccupata.

Lei e Cheryl avevano due caratteri molto diversi, per la maggior parte degli aspetti incompatibili e spesso Gwen doveva faticare, per ripristinare la pace fra loro. Ma il legame che le legava era comunque forte e profondo.

"Quella che sta imparando non è magia qualunque", spiegò Gwen.

Mya la guardò, era visibilmente preoccupata.

"Si chiama essenza", continuò Gwen. "È qualcosa che va oltre la magia, trova l'energia per i suoi incantesimi, nella fonte vitale degli organismi, e nei quattro elementi della natura."

"Niente di diverso da quello che riesci a fare tu con gli elementi, no?"chiese Mya.

"Non proprio. Io non pratico nessun tipo di magia, io collaboro con gli elementi e entrando in comunione con loro, non li obbligo a fare nulla. Loro mi aiutano e basta, mentre quella è magia che preleva loro l'energia vitale e se non viene controllata nel modo giusto, non solo gli organismi naturali interessati moriranno, ma se diventa troppo forte, non sarà facile da controllare per lei. La situazione potrebbe anche degenerare..."

Non aveva senso mentire a Mya; potevano aiutare insieme Cheryl ed era necessario che lei sapesse.

Mya guardò il terreno ricoperto di foglie bianche. "È tutta colpa mia ..."

"Non è colpa tua Mya, quando Mark mi ha parlato prima, volevo fermare tutto, ma mi ha detto di non farlo ..." spiegò.

"Perché non dovremmo fermarci Gwe? Potrebbe morire!" esclamò Mya con gli occhi lucidi.

Quello poteva sembrare a tutti un suo capriccio. L'idea di partire e non aspettare che il consiglio prendesse provvedimenti, era forse impulsiva, a maggior ragione se, agendo istintivamente come avevano fatto, Cheryl rischiava così tanto.

"Non lo permetteremo Mya. Le staremo vicino e faremo in modo che controlli l'energia. Te lo prometto!" assicurò Gwen prendendole la mano. "La cosa che dobbiamo fare e aiutarla a mantenere la lucidità, e con il fatto che io riesco a comunicare con gli organismi, li posso invitare ad aiutarci spontaneamente in modo che l'energia che lei dovrà usare, sarà minore", continuò.

Mya strinse la mano di Gwen incerta. Sapeva che Mark non avrebbe permesso nulla del genere se fosse sicuramente distruttivo e pericoloso per sua sorella, ma la preoccupazione rimaneva.

"Non dovremmo dirle queste cose?" chiese.

"Le sa già, leggendo quel libro ci sono anche le conseguenze delle sue gesta, Mark dice che dobbiamo dimostrarci fiduciose nei suoi confronti, perché potrebbe fare sciocchezze per dimostrarci che è al sicuro. Dobbiamo supportarla in modo che possa chiedere il nostro aiuto, quando ne avrà bisogno, prima che la paura di deluderci prenda il sopravvento e la porti a perdere il controllo."

"Gwe, ho paura..."

"Anch'io ne ho, ma tutto dipende da noi tre. Dobbiamo proteggerla, dobbiamo stare unite come sempre e tutto andrà bene, te lo prometto! Non permetterei mai che vi succeda qualcosa, a costo di rimetterci vita!" affermò Gwen stringendo la mano della sorella.

Mya sorrise. "Dici che se ti abbracciassi, desterei troppo sospetto?"chiese.

Gwen rise. "Direi proprio di sì..."

Mya sorrise lasciando la mano della sorella.

Camminarono in silenzio per molti chilometri, perse nei loro pensieri, molto diversi ma con la stessa direzione.

Gwen si perse ad osservare l'alba che stava sorgendo davanti a loro. Era uno spettacolo incredibile, visibile anche fra quella fitta distesa di alberi dal tronco bianco che li circondava. Il sole stava sorgendo e la luce stava raggiungendo anche loro. Jay avrebbe amato quello spettacolo della natura.

"Ti manca?"chiese Mya interrompendo i suoi pensieri.

Gwen le sorrise. "Moltissimo, lasciarlo è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto..."

"Come l'ha presa?"

"Mi ha lasciato andare, mi ha detto che era giusto così, e che se mi avesse trattenuto, un giorno l'avrei odiato."

Gwen sorrise amaramente, consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscita ad odiare quel ragazzo così importante per lei.

"Faremo velocissimo, te lo prometto, torneremo a casa sani e salvi e Jay sarà li ad aspettarti!"disse Mya convinta.

"Sono felice di essere qui Mya, è il posto in cui so di dover essere."


SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti ♡

Nuovo giorno, nuovo capitolo :)
La missione è ufficialmente iniziata e la foresta nera, sempre più vicina.

Cosa succederà secondo voi?

Al prossimo capitolo!

Greta ♡

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