VICEPRESIDENTE!?
HALOOO, ho una premessa da fare prima di farvi andare avanti con questa terza parte del 𝘔𝘦𝘢𝘳𝘪𝘳𝘪 𝘚𝘶𝘱.
Questo capitolo, rispetto agli altri, è più lungo e ho aggiunto delle fanart per rendere di più ma ci sono meno descrizioni e meno momenti filosofici perché ci sono più scene in gruppo e quindi più dialoghi. Perdonate la mancanza di approfondimenti ma di fatto non c'era molto da approfondire; in qualunque caso rimedierò nel prossimo capitolo, che ho già scritto, portandovi una riflessione lunghissima e una conversazione (non proprio come si deve) fra le nostre due protagoniste.
Detto questo signore e signori andate pure avanti ;3
MARY
La vicepresidente uscì dalla sala e Yumeko si risedette sulla sedia dinanzi la mia. "La vicepresidente è una così cara persona" commentò ad alta voce provocando i mormorii di assenso di molti dei ragazzi che ci circondavano.
"Onestamente non esiterei a cercare di approcciarla e conoscerla se non fosse che la maggior parte delle volte è insieme alla presidente" commentò Ituski con nonchalance mentre si rimirava per la ventisettesima volta le unghie viola brillantinate. "Hai ragione, se non stesse tutto il tempo con lei avrebbe molti più amici" asserí Suzui annuendo.
Assunsi un'espressione scocciata e feci una smorfia "Mi fa piacere che abbiate tutto questo interesse nei confronti della vicepresidente ma io sto ancora facendo la mia giocata e ho bisogno di assoluto silenzio!" sbottai zittendo tutti. Yumeko sorrise con aria angelica "Oh! Scusami tanto Mary, è tutta colpa mia, ti prego di accettare le mie più sentite e sincere scuse". Feci una smorfia, infastidita dalla sua volontaria esagerazione e tornai al mio gioco.
Yumeko era in vantaggio di 20 punti ma se avevo fatto bene i conti e in quel momento lei effettivamente aveva le carte che avevo previsto sarei riuscita a salire di almeno 40 grazie al suo rilancio di 10 precedente.
"Sono pronta" annunciai lasciandomi prendere dalla foga e dall'entusiasmo, nell'attesa di sapere se i miei calcoli erano corretti. "Fa' la tua mossa... Saotome-San" esclamò il giudice imparziale parte del comitato delle elezioni. Lanciai il dado. 4. Mi morsi la lingua contraendo i muscoli della bocca. Spostai la mia pedina sulla figura, girai la carta degli imprevisti e lessi ad alta voce.
"La vostra puntata viene considerata troppo cospicua dalla giuria perciò viene dimezzata, in compenso quella del vostro sfidante viene raddoppiata". Yumeko si adombrò "Oh no..." commentò senza però rinunciare all'espressione sempre allegra "Sono sicura che approfitterai di questa meravigliosa possibilità per farmi perdere un bel po' di punti Mary" disse guardandomi negli occhi con una punta di malizia. "Penso proprio di sí" dissi mostrandole un sorrisetto compiaciuto.
Ci fissammo a vicenda aspettando il via del giudice. "Showdown" disse portando in avanti entrambe le mani con gesto teatrale. Entrambe lasciammo cadere la nostra mano sul tavolo, proprio come pensavo la mano di Yumeko era perdente sin dall'inizio, avevo vinto.
Yumeko guardò le due giocate "Congratulazioni Maryy" strillò alzandosi per venirmi ad abbracciare. "Lontana da me" urlai arrampicandomi sulla sedia "Mi hai regalato una partita stupenda, voglio solo ringraziarti" protestò lei sgomitando fra i ragazzi che ci guardavano per raggiungermi. Scesi dalla sedia e mi guardai intorno godendomi il mio momento di gloria, battere Yumeko non era una cosa da poco e tutti ormai lo sapevano.
La guardai mentre passava di fronte ai ragazzi per raggiungermi e alzai gli occhi al cielo, tra tutti doveva venire ad abbracciare me, anaffettiva e restia al contatto fisico com'ero.
"Non c'è tempo da perdere" replicai allontanandomi nuovamente "Hai sentito cos'ha detto prima la vicepresidente? Dobbiamo muoverci ad andare in classe" aggiunsi prendendo la borsa con i libri e mettendomela in spalla. Lei si fermò e mi guardò con un misto di sorpresa e coscienza "La vicepresidente...sì certo, hai ragione" disse alla fine prendendo la sua.
"Grazie a tutti per essere venuti" disse poi rivolta agli altri studenti che borbottarono dei ringraziamenti nei nostri confronti e poi iniziarono ad andare alle proprie lezioni.
Uscimmo dalla mensa poco prima che arrivassero i bidelli a pulire come ogni mattina. Seguii il gruppo attraversando i vari corridoi fino alla classe di matematica. Ci scusammo per il ritardo e io mi sedetti, evitando per una volta di stravaccarmi come sempre come quando ero annoiata già dall'inizio della lezione e mi feci passare i fogli con gli esercizi da fare.
Presi la penna e cominciai a scrivere ma mi fermai dopo il terzo esercizio e mi distrassi ripensando allo strano bagliore che avevo notato quella mattina negli occhi della vicepresidente.
Attraverso la maschera apparivano neri come la pece, mi ero sentita incredibilmente a disagio ma allo stesso tempo attratta dal buio dietro quelle due fessure. Rabbrividii temendo che il guizzo che avevo visto non fosse stato nient'altro che l'odio che lei provava nei miei confronti dal momento in cui avevo scoperto il suo segreto.
"Signorina Saotome" mi risvegliai dai miei pensieri e scossi la testa vedendo la prof che mi chiamava "Scusi professoressa". (Chissà se la vicepresidente era riuscita ad arrivare in classe in tempo).
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RIRIKA
"Mi scusi il ritardo professoressa" mi scolpai dopo aver bussato alla porta dell'aula di storia ed essere entrata. L'insegnante, una donna sulla cinquantina con i capelli sempre raccolti in una crocchia severa e impeccabile mi squadrò dall'alto in basso e fece un cenno con la mano "Non si preoccupi vicepresidente due minuti non sono un granché" commentò accondiscendente prima di tornare a sfogliare il libro che aveva di fronte, tirandosi su gli occhiali spessi che le erano scesi sul naso.
Mi sedetti al mio solito posto fra Kichi Matsuyama e Atsushi Nakatani. "Buongiorno vicepresidente" sussurrò Kichi alla mia sinistra. Feci un cenno con la testa nella sua direzione e tirai fuori dallo zaino il libro e le matite. "Capitolo 34" mi informò Atsushi alla mia destra sorridendo gentilmente. "Grazie " bisbigliai riconoscente. Kichi e Atsushi erano le uniche due persone con le quali mi permettevo di scambiare qualche parola ogni tanto.
Entrambi erano sempre stati molto gentili e disponibili con me sin dall'inizio tanto che, dopo un po' di tempo e di loro insistenza, mi ero decisa a rivolgere loro la parola ed avevamo instaurato un rapporto stabile di chiacchierate. Anche se non accettavo mai i loro inviti a pranzo loro sapevano che apprezzavo la loro compagnia in classe e durante gli intervalli e si accontentavano di quei pochi momenti.
"Oggi parleremo della seconda guerra mondiale" cominciò la professoressa alzandosi in piedi per mettersi di fronte alla lavagna. "Il pretesto che ha dato inizio al tutto come ben sapete è stato l'invasione della Polonia per ordine di Hitler, il generale a capo del partito Nazionalsocialista tedesco..."
Riuscii a concentrarmi sulla spiegazione solo per pochi secondi, dopo la trentesima parola pronunciata dall'insegnante spostai l'attenzione sul ricordo di ciò che era successo quella mattina. Ma cos'era successo di preciso? Neanche io lo sapevo con certezza. Appoggiai la matita con la quale stavo prendendo appunti sul banco e posai la testa sulla mano con aria spossata. Atsushi se ne accorse e mi sfiorò il braccio con la punta delle dita.
"Va tutto bene vicepresidente? Si sente male?" bidbigliò allarmato. Sorrisi sotto la maschera, era davvero una persona buona e premurosa. "Sto bene, non preoccuparti" risposi riprendendo la matita e parlando il minimo possibile per non farmi riprendere dalla docente.
Mi costrinsi ad ascoltare quello che spiegava ma mi arresi quando mi resi conto che tutto ciò che diceva lasciava la mia memoria non appena lo avevo sentito senza essere minimamente registrato. Tornai a vagare con la mente da un pensiero all'altro mentre mi sforzavo per non accasciarmi sul banco e chiudere gli occhi.
Sbattei le palpebre più volte per mantenerle aperte e riportai il pensiero al motivo per il quale sentivo quella sonnolenza così pesante, la notte insonne che avevo passato pensando a Mary. Sospirai alzando il capo, non era il momento giusto per pensare a quello.
Mentre mi imponevo a forza un divieto mentale sull'argomento Saotome la prof decise che per quel giorno aveva parlato abbastanza, smise di spiegare e si risedette dietro la cattedra. "Compilate il questionario alla fine del capitolo e svolgete gli esercizi sottostanti" disse accendendo il computer di fronte a lei.
Tirai un sospiro di sollievo, se fossi stata impegnata a scrivere concentrandomi sui compiti non sarei certo stata in grado di pensare ad altro. Raggiunsi la pagina degli esercizi e provai a fare il primo ma constatai con desolazione che non sapevo nemmeno di cosa stessero parlando le domande, non ricordavo che avessimo parlato di quelle cose.
Corrugai le sopracciglia irritata; a furia di sforzarmi per non pensare allo scambio di sguardi accaduto quella mattina non avevo prestato attenzione ad una sola delle parole della prof e avrei fatto una fatica immane per studiare tutto per conto mio, in più non avrei avuto nulla da fare per tenere impegnata la mente.
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Appena suonò la campanella mi alzai di scatto, avevo già messo via i libri perciò potevo uscire indisturbata prima di tutti gli altri e raggiungere la classe successiva in completa solitudine. Passai di fronte ai primi banchi e uscii dalla porta incamminadomi nel largo corridoio dell'accademia, lo stesso che avevo percorso centinaia di volte e che centinaia di volte aveva accolto i miei passi silenziosi.
Guardai fuori dalla finestra le foglie autunnali che venivano portate in giro dal vento mattutino e che creavano dei mulinelli in aria rincorrendosi in un turbinio di colori.
L'autunno era sempre stato la mia stagione preferita, né troppo freddo come l'inverno né troppo caldo come l'estate; una perfetta via di mezzo, un ibrido senza difetti. Non c'era il polline a causare allergie, non c'era il calore a provocare il sudore, non c'era il freddo a costringere le persone a vestirsi pesante e andare sempre in giro in macchina. C'erano solo le foglie colorate che coprivano le strade e il vento dispettoso che cercava di strappare via le cose di mano ai passanti.
Sorpassai ad una ad una le sette grandi vetrate del corridoio e avevo quasi raggiunto la fine del passaggio quando sentii dei passi affrettati venire nella mia direzione e una voce affannata che mi chiamava.
"Vicepresidente!". Mi voltai sospettosa e vidi Kichi venire frettolosamente verso di me. Si fermò ad un paio di metri da me e si piegò in due ansimando mentre afferrava la borsa a tracolla che le stava scivolando dalla spalla e riprendeva fiato. Rimasi con i libri in mano, ferma di fronte a lei. "Va tutto bene Kichi-chan?" chiesi facendo per avvicinarmi ma lei mi fermò "Sto bene vicepresidente grazie per l'interessamento, la stavo seguendo per dirle che anch'io dovevo andare alla lezione di scrittura e che potevamo andare insieme ma lei cammina troppo velocemente" disse sbuffando affannata. Trattenni un sorriso. "Hai corso tutto questo tempo?" chiesi divertita. Lei arrossì violentemente.
"Oh no, scusami, non intendevo prenderti in giro... perdona la mia importunità, c'è però da dire che potevi fermarmi direttamente prima che uscissi dalla classe" le feci notare. "Mi dispiace vicepresidente, ma mi sembrava così assorta nei suoi pensieri durante la lezione di storia della professoressa Inoue che ho pensato le avrebbe solamente dato fastidio, avevo l'intenzione di seguirla e poi aumentare il passo e raggiungerla ma... ". Osservai il corridoio dietro di lei."Non pensavo di essere così veloce" commentai perplessa. Lei sorrise.
"Probabilmente sono solo io che ho le gambe corte vicepresidente". La osservai. Effettivamente lei era molto più bassa di me e quasi sicuramente aveva fatto fatica a starmi dietro per quello. "Ora che sono qui potremmo raggiungere la classe insieme" propose poi con sguardo speranzoso. "Sarebbe bello" dissi voltandomi. Lei mi si affiancò e mi seguì senza dire niente.
Per i corridoi non c'erano ancora molti studenti, la maggior parte probabilmente aveva finito le lezioni da poco e stava ancora raccogliendo i libri prima di uscire dalla classe. Quando arrivammo all'incrocio con l'altro corridoio che portava ad un terzo parallelo, quello degli armadietti, mi fermai e lei si fermò con me. "Prima di andare in classe devo prendere il libro di scrittura". Lei alzò lo sguardo.
"Vuole che la accompagni o preferisce che la aspetti qui?" domandò incerta. Rimasi in silenzio per un paio di secondi. "Puoi venire con me" dissi alla fine (Dopotutto dirle che non volevo che mi seguisse la avrebbe solamente fatta sentire a disagio e non voluta e a quel punto mi sarei anche dovuta spiegare; in più lasciarla lì ad aspettarmi sarebbe stato imbarazzante, in particolare per lei).
Nel momento in cui raggiungemmo il corridoio dove erano posti gli armadietti le porte delle classi nel corridoio si aprirono tutte contemporaneamente e ne uscì una fiumana di studenti rumorosi che ci investirono come un'onda. Straordinariamente riuscimmo a raggiungere la parte sinistra del corridoio e prima che altri studenti si aggiugessero alla calca arrivai al mio armadietto, lo aprii e presi il libro lasciando giù i volumi che avevo portato con me dalla prima lezione.
"Possiamo andare" dissi voltandomi verso Kichi mentre richiudevo l'antina.
Fece per voltarsi e tornare indietro ma nel farlo si scontrò con una ragazza che invece stava andando nella direzione opposta. Mi rabbuiai. "Midari" dissi impassibile.
"I-kishima-san" esclamò Kichi invece con espressione dispiaciuta e allo stesso tempo in soggezione. Midari la osservò dall'alto in basso e si piegò in avanti per poterla guardare in faccia. "Che c'è? Non si usa più chiedere scusa quando si urta qualcuno senza intenzione?" chiese sfoderando l'intera dentatura in un sorriso inquietante. Kichi deglutí spaventata. "Mi dispiace tantissimo Ikishima-san, non l'ho assolutamente fatto con intenzione, perdonami" squittí poi chinando la testa.
"Midari" ripetei io aggrottando la fronte. "Vicepresidente" esclamò lei come se mi avesse vista solo in quel momento "Non volevo trattare male la sua amica" spiegò lei sogghignando in modo sbilenco "Volevo solo sapere se ci fossero ancora persone qui che rispettano il presidente del club di abbellimento" disse spostando di nuovo lo sguardo su Kichi che riabbassò il suo.
Nessuno disse niente perciò Midari continuò. "Stavo andando alla lezione di scrittura e... a quanto vedo anche voi" disse indicando il mio libro "Venite con me?" chiese poi; guardai Kichi che mi fissò serrando le labbra. "Vai pure Midari ti raggiungiamo subito" dissi poi prima di girarmi nuovamente verso il mio armadietto.
Lo aprii di nuovo e per non far credere a Midari che lo avessi aperto a vuoto lasciai lo zaino all'interno e rimasi solo con il libro di scrittura e l'astuccio in legno con le matite. Sbirciai con la coda dell'occhio e vidi che Midari era ancora lì.
Non diceva niente e io non potevo vedere dove stesse guardando senza dovermi girare verso di lei. Finsi di cercare qualcosa nell'armadietto sperando che nel frattempo lei se ne andasse ma proprio mentre ormai stavo per qu qiando lei balzò in avanti, nascondendosi dietro l'antina.
"Che stai facendo?" chiesi alzando un sopracciglio sorpresa. "Shhhh" disse lei portandosi un dito alle labbra mentre mi guardava con aria pietosa "Non dire niente, Yumeko non deve sapere che sono qui" sussurrò con gli occhi sbarrati "Non so perché ma da lí a questa parte ha iniziato a non volermi più parlare né vedere"
(Non so perché) mi ripetei fra me e me facendo una smorfia, mi dispiaceva un poco per lei ma capivo perfettamente i sentimenti di Yumeko. "Devo chiudere l'armadietto Midari, per favore spostati" dissi con il tono più gentile che potessi adottare
"Per favore vicepresidente" supplicò lei. Mi guardai intorno "Dico sul serio, spostati, rimanendo qui dietro di fronte a me darai l'impressione sbagliata" replicai senza fare forza sull'armadietto. Lei mi guardò dal basso accovacciandosi ancora di più, poi si spostò e io chiusi l'armadietto indietreggiando.
"Possiamo andare adesso vicepresidente?" chiese Kichi ancora lì dietro di me guardandomi con espressione preoccupata. La guardai con tenerezza sentendomi in colpa "Perdonami Kichi-chan ti ho fatto aspettare fin troppo e adesso rischiamo di arrivare in ritardo" "Non si preoccupi vicepresidente abbiamo ancora ben 15 minuti questa è la pausa per la seconda ora" replicò lei guardando l'orologio a muro sopra lo stipite della porta della classe di fronte a noi.
Arricciai le labbra "In qualsiasi caso saresti già potuta essere in classe se non fosse stato per me, mi dispiace..." insistei abituata a dover sempre ripetere le scuse. Lei agitò le braccia di fronte a sé "N-non c'è alcun problema se andiamo adesso" esclamò in imbarazzo. "Fai pure strada".
Feci per seguirla ma Midari mi tirò indietro afferrandomi per la manica del blazer rosso e facendomi perdere l'equilibrio, sbattei la schiena contro l'armadietto appena chiuso. "Lasciami immediatamente" sibilai sbigottita "Ikishima-san" strillò Kichi. I ragazzi attorno a noi si voltarono verso di noi e ci guardarono sconcertati.
"Lasciami!" ripetei liberandomi della sua presa con uno strattone. "Mi dispiace, mi dispiace" mugolò lei "Ma non posso farmi vedere da Yumeko" continuò prima di sporgersi un minimo e tornare dietro di me. Seguii il suo sguardo e vidi Yumeko, Mary, Suzui e Itsuki venire nella nostra direzione.
"Temo sia troppo tardi Midari... sono già qui" dissi prima di fare un lungo passo all'indietro allontanandomi da lei. Appena si accorse di essere rimasta scoperta Midari si voltò verso Yumeko che appena incontrato il suo sguardo si rabbuiò, poi si girò verso di me, mi fissò accigliata e se ne andò in fretta e furia spintonando chiunque non facesse in tempo a spostarsi prima di vederla.
Inspirai ed espirai un paio di volte e mi sistemai la giacca lisciando con le dita tremanti le pieghe che si erano formate. Solo allora Kichi si avvicinò a me e mi sfiorò la manica che Midari aveva tirato.
"Sta bene vicepresidente?" domandò con espressione terrorizzata "Quando sei andata a sbattere contro l'armadietto con la schiena ho temuto avessi sbattuto anche la testa" disse portandosi entrambe le mani alla bocca. Le sfiorai il polso limitando al minimo il contatto "È così... ma sto bene" mormorai tentando inutilmente di controllare il respiro per non far notare a nessuno che era velocizzato.
"Vicepresidente?" un ragazzo che prima avevo visto girarsi quando Kichi aveva strillato si avvicinò a noi. Lo riconobbi per i capelli scuri e disordinati, era lo stesso che mi aveva lasciato passare quella mattina. "È sicura di stare bene?" chiese guardandomi come se pensasse stessi per cadere, proprio quello che stava per succedere. "Se ha bisogno di aiuto o le fa male la testa posso portarla in infermeria" aggiunse guardandomi con apprensione. Mi raddrizzai concentrando tutte la mia forza di volontà nell'obbligarmi a stare in piedi "Grazie mille Nakano-kun ma...sto bene, davvero non ho bisogno di nulla" dissi sforzandomi per non portarmi una mano alla testa dolorante. Al sentire il suo nome il ragazzo strabuzzò gli occhi. "Lei sa il mio nome?" domandò sopreso "Siamo stati in classe insieme una volta l'anno scorso, mi ricordo di te perché avevi risposto ad una domanda del professor Taniguchi che io personalmente non avevo capito". "È un onore per me sapere che lei vicepresidente si ricorda di me" disse lui sorridendo "Se mai avesse bisogno di qualcosa non esiti a chiedermi aiuto" disse prima di allontanarsi.
"Vicepresidente?" la voce di Yumeko Jabami mi costrinse a voltarmi nuovamente. "Sì?" "Va tutto bene?" domandò lei scrutandomi preoccupata. Annuii già esasperata dal numero di persone che mi stavano riservando fin troppe attenzioni. "Ho visto che ha avuto problemi con la presidente del club di abbellimento poco fa" commentò socchiudendo gli occhi
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi" sentenziai duramente. Lei tacque per un po' poi vide il libro fra le mie mani e sorrise "Sta andando alla lezione di scrittura?". Kichi annuì al mio posto. "Che bello, anche noi" disse voltandosi verso gli altri tre. Alzai lo sguardo e incontrai di nuovo gli occhi di Mary, mi fermai per un attimo ma mi scossi subito portando la mia attenzione di nuovo su Yumeko, mi girava già fin troppo la testa, non avevo alcun bisogno di altre preoccupazioni. "Allora andiamo" dissi stupendomi e pentendomi poi delle mie stesse parole.
Mi voltai rigida chiudendo gli occhi mentre mi annotavo mentalmente di non accettare mai più le richieste indirette di Jabami in quel modo "Ho fatto aspettare Kichi-chan per fin troppo tempo, ci conviene affrettarci" detto questo affiancai Kichi che già aveva iniziato a camminare e ci avviammo nel corridoio.
Congrats!!! Siete giunti alla fine di questo capitolo chilometrico \(*-*) /
Grazie mille per aver letto tutto e salutoni da JessWVy.
P. S Se commentate vi mando un oreo via posta <3
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