DIPENDENZA (maniacale)?
Girai l'ultimo angolo del corridoio e mi ritrovai di fronte alla porta rossiccia. In lontananza sentii il chiacchiericcio degli studenti e i loro passi che si avvicinavano, o la pausa era giunta quasi al suo termine oppure si stavano semplicemente spostando per continuare a giocare negli spazi interni.
Mi affrettai ad entrare prima di attirare l'attenzione di qualcuno standomene lì immobile di fronte ad una porta chiusa ed essere riconosciuta.
"Finalmente" esclamò Midari vedendomi entrare. Li guardai uno dopo l'altro e sentii un brivido freddo corrermi lungo la schiena quando vidi gli occhi assottigliati di tutti fissarmi irritati. A quanto pare mi avevano aspettato comunque. "Scusate…c'è stato un imprevisto" mi scolpai inventando una scusa al momento; non l'avessi mai fatto. "Che è successo?" domandò Runa preoccupata raddrizzando la posizione mezza sdraiata a testa in su sulla sedia. Mi bloccai mentre camminavo scartando velocemente tutte le bugie mediocri che mi venivano in mente, se avessi detto una cosa troppo inverosimile l'avrei pagata alla fine della riunione, da sola con Kirari. "Un ragazzo mi ha chiesto informazioni prima che entrassi nel bagno e quando ne sono uscita c'era un gruppo di ragazzi in mezzo al corridoio che giocavano bloccando l'intero passaggio… ho dovuto fare il giro largo". Kirari alzò entrambe le sopracciglia impercettibilmente e la vidi socchiudere gli occhi alla parola ragazzo. Quasi sicuramente non credeva che tutto quello che avevo raccontato fosse successo davvero e mi avrebbe torchiata più tardi costringendomi a raccontarle la verità, che non le avrei mai detto.
Mi sedetti al mio posto e aspettai che qualcuno parlasse ma tutti stavano guardando la presidente e lei fissava il tavolo senza dire nulla. "Ryota Suzui" disse ad un certo punto Sayaka poggiandole di fronte un cartellino. Lei lo lesse e lo girò poi alzò lo sguardo verso di noi. Runa e Manyuda si guardarono a vicenda, per la prima volta senza nulla di istantaneo da dire. "Idiota" sputò acida Midari. Ci girammo verso di lei e lei fece una smorfia. "Costantemente appiccicato a Yumeko come se fosse il suo cagnolino, si fida ciecamente di tutto quello che lei gli dice e si lascia usare durante qualsiasi partita" continuò "Se potessi lo sfiderei oggi stesso e metterei in posta la possibilità di stare vicino a Yumeko" disse digrignando i denti. "Qualcuno sa perché sta sempre con lei prima di tutto?" domandò Yuriko guardando storto Midari. "Penso sia il primo ragazzo che ha incontrato appena entrata in accademia" disse Manyuda riprendendo alcuni fogli. "Lo ha salvato dalla condizione di animale domestico" aggiunse "Lo considera uno dei suoi più cari amici… lui continua a rimanerle accanto nonostante tutto". Trasalii e guardai Kirari. (Nonostante tutto) ripetei."Nonostante tutto?" chiese con voce atona lei. Manyuda si sistemò gli occhiali. "Nonostante la dipendenza maniacale dal gioco… ". Non appena ebbe finito di parlare si rese conto che stava per infilarsi in un intrico verbale simile a quello dell'ora prima, una rete della quale non sarebbe mai riuscito a liberarsi uscendone illeso e si corresse, peggiorando contro tutte le probabilità la situazione "... e dal livello di pericolosità sempre molto elevato presente durante le sfide a cui lei partecipa". La presidente assottigliò gli occhi e si portò un dito alle labbra azzurre. "Dipendenza maniacale?" ripeté. Manyuda tacque e deglutí conscio del suo terribile errore. "Non siamo forse tutti dipendenti dal gioco in questa scuola? O dovremmo esserlo?". Silenzio. Di nuovo, un altro discorso pesante quanto un macigno, un'altra umiliazione per qualcuno. "Non è diversa da tutti gli altri da questo punto di vista" azzardò Yuriko cercando di mostrarsi dalla parte di Kirari per non essere attaccata insieme al gruppo. Kirari non ci fece caso e continuò a scrutare Manyuda.
"Kaede" lo nominò facendogli alzare lo sguardo. "Devo per caso ricordarti che il tuo ruolo nell'accademia non dipende solo dall'attività economica?" Manuyda trasecolò sentendo tirare in ballo il suo ruolo ma rimase in silenzio, Kirari non aveva finito di parlare e se l'avesse interrotta avrebbe fatto una fine ancor più penosa e chissà… "I nostri ideali sono altri e tu dovresti seguirli per poterlo mantenere… o sbaglio?" Una richiesta di affermazione, la peggior domanda che possa venir fatta a qualcuno dalla presidente. La risposta non deve essere né sí né no, il tono non deve risultare né accondiscendente né contrario, né accomodante né lavativo e soprattutto, l'espressione non dev'essere né ovvia né ignara e non ci dev'essere alcuna esitazione. È impossibile fare tutto giusto. Manyuda serrò la mascella e fissò Kirari attraverso le lenti spesse degli occhiali. "Mi perdoni presidente…ha ragione" Sbagliato. Osservai la reazione di mia sorella e mi preparai al peggio. Il tono di Manyuda era a metà in tutto ma… mancava di sincerità.Il peggior errore che potesse fare. Kirari tacque e rimase a fissarlo con lo sguardo più gelido che avessi mai visto, anche se non era rivolto a me, instillò comunque nelle mie vene un sentore di disagio e terrore che mi pietrificò sulla sedia. Un brivido mi percorse la schiena costringendomi a cambiare posizione. Manyuda percepí il mio movimento e spostò di qualche millimetro la pupilla. "Kaede" spezzò il silenzio Kirari. Trattenemmo tutti il respiro.
"Ti consiglio di rivedere i tuoi ideali…se vuoi continuare a far parte di questo consiglio studentesco". Manyuda sbarrò gli occhi e contrasse i muscoli del viso, preso alla sprovvista e anche gli altri componenti sussultarono esterrefatti. Kirari lo guardò seria aspettando che dicesse qualcosa ma lui giocò la mossa più intelligente che potesse usare e non disse niente soffrendo l'umiliazione e la minaccia in silenzio.
Guardai Kaede, piegato verso il tavolo in una posizione tutt'altro che naturale per una persona rilassata; mi dispiaceva per lui ma non potevo fare niente e, comunque, non erano affari miei e come sempre non mi sarei sbilanciata prendendo le difese di qualcuno all'interno del consiglio, soprattutto se per farlo dovevo contraddire mia sorella. Mi rabbuiai sentendo la durezza dei miei pensieri, il mio era un ragionamento egoista e menefreghista ma, a pensarci bene, era anche l'unico che mi prometteva autoprotezione e mi teneva lontana dalle grinfie della mia famiglia.
"Stavate dicendo?" ci invitò a continuare Sayaka dopo aver ricevuto un'occhiata annoiata da Kirari. Dopo un attimo di stordimento generale Runa riprese il discorso e tutti, di comune accordo, ripresero a parlare degli studenti passandone una decina uno dopo l'altro come se niente fosse accaduto. Anche Manyuda dopo un paio di discussioni in cui non aveva proferito parola e venti minuti di scambi di opinioni contraddittorie aveva esposto la sua opinione ricominciando a prendere parte al discorso. La sua calma mi spiazzò ma, d'altronde, lui era sempre stato così;incassa e tieni da parte, prima o poi sarebbe scoppiato.
Rimasi in silenzio per tutta l'ora successiva osservando da dietro la maschera le espressioni dei miei coetanei mutare esprimendo prima disaccordo poi fastidio poi rabbia e infine noia. Non capivo come potessero mostrare le loro emozioni così apertamente durante un consiglio che tecnicamente doveva essere vissuto in maniera formale e misurata ma probabilmente, l'unica ragione, era che non avendone mai preso parte non potevo capire sapevo cosa significasse esattamente "Riunione per analizzare il rendimento dello studente e discutere sul suo andamento".
"Siamo tutti d'accordo quindi?" chiese Yuriko annotando su un foglio un nome e un numero. "Non sono affatto d'accordo ma che importa? Tanto alla fine le decisioni questo consiglio non le prende in democrazia no?" si lamentò Midari. Runa alzò gli occhi al cielo ed estrasse dalla tasca il Gameboy. "Sei sempre contraria Ikishima-san, se prestassimo attenzione a tutte le tue proteste non prenderemmo alcuna decisione. Ci sarà un motivo sei sempre l'unica a non pronunciarti a favore della maggioranza". Midari alzò una mano con gesto stizzito e voltò la testa da un lato incrociando le braccia "Non è affatto vero" contestò "La vicepresidente potrebbe trovarsi d'accordo con me questa volta e né io né voi lo saprete mai perché non spiccica mai parola; a volte mi chiedo quale sia il suo vero ruolo in questa scuola oltre quello di vagare tra i corridoi come un fantasma bianco e apparire e scomparire dal nulla come se potesse passare attraverso i muri" aggiunse infastidita.
Alzai la testa sentendomi presa in causa e vidi che gli sguardi pensierosi e perplessi di tutti mi stavano squadrando consapevoli.(Quindi anche loro si ponevano questa domanda) "Che ruolo ha la vicepresidente?" ripeté Sayaka basita. "Ma è ovvio lei…" Kirari la fermò e piegò il braccio appoggiando il gomito al bracciolo della sedia e avvicinandosi al tavolo con il busto. "Che ruolo pensi che abbia una vicepresidente Ikishima-san?" Midari guardò mia sorella da sopra le unghie saltate di nero e alzò un sopracciglio. "Non so… Fa le veci della presidente quando non c'è, controlla i documenti amministrativi, gira per la scuola controllando le azioni degli studenti…" Kirari abbassò la testa di poco "E cosa pensi che faccia la nostra vicepresidente?". Lei sembrò pensarci su un po'. "Tutto questo senza contare le sue veci?" rispose dopo un po' con tono interrogativo . Kirari si riportò indietro contro lo schienale della sedia e giunse le punte delle dita. "Corretto...e quale pensi che sia la ragione per la quale non le fa?". Midari si guardò intorno, come a cercare la risposta a quella domanda sul muro. "Perché lei ha già Sayaka?" disse alla fine rispondendo alla domanda con un'altra. Sayaka scosse la testa con una smorfia attonita mentre io guardavo Midari, pensando per la prima volta che forse avevamo qualcosa in comune; la convinzione che Sayaka fosse più degna e adatta al ruolo di vicepresidente di me. Kirari soffocò un sorriso e alzò lievemente il mento verso l'alto accavallando le gambe sulla poltrona. "Sayaka è già l'assistente della presidente, come potrebbe sopportare sia il lavoro come aiutante che come vicepresidente?" chiese con tono ovvio. Midari alzò le spalle anche se notai una certa rigidità nel movimento, si era pentita di aver aperto bocca. "Il motivo è che io sono talmente presente che non è necessario che lei prenda il mio posto Ikishima-san" sentenziò alla fine. "Sarebbe inutile darle un lavoro che già viene fatto da un'altra persona non credi?" Midari si sforzò di non sospirare e annuì cercando di mostrarsi il più interessata possibile alle parole della presidente quando si vedeva chiaramente che non vedeva l'ora di ricevere il congedo e poter lasciare quella stanza infernale in cui ogni mese rischiava, come anche tutti gli altri, di attirare in modo negativo l'attenzione di mia sorella. "Fa niente" aggiunse "In qualsiasi caso sicuramente l'opinione della vicepresidente seguirà la vostra come ci aspettiamo tutti". Socchiusi gli occhi sentendo lo sguardo di Kirari su di me. "Cosa ne dice vicepresidente?" mi chiese piegando la testa dal lato opposto. Un'altra possibilità di rimanere nell'ombra e non aprirmi sfumata in una lamentela di Midari, dannazione.
Feci mente locale recuperando dai minuti precedenti l'argomento principale e pensai velocemente alla risposta più esaustiva che potessi dare per non dovermi sentir porre ulteriori domande. "Penso che il ragionamento di Ikishima-san abbia senso e lo condivido, o almeno in parte".
Midari sgranò gli occhi. "Cosa?" Annuii. "L'idea di organizzare un'elezione nell'elezione è impegnativa ma non infattibile, in più permetterebbe agli studenti che già sono fuori dal giro di non lasciarsi andare ed arrendersi; avrebbero qualcos'altro da fare e non si concentrerebbero particolarmente sulle attività dei giocatori rimasti in lizza perciò ci sarebbe più libertà, anche per tutti noi, per qualsiasi piano o partita abbiamo intenzione di disputare con qualsiasi altro concorrente" feci una pausa accettando che fino a quel momento il discorso reggesse. "Dovrebbe però essere di livello nettamente minore, un concorso di base quasi scolastica; magari addirittura organizzato direttamente da alcuni degli allievi così non ci sarebbero dubbi sul fatto che è stato creato solo e unicamente per gli studenti e che non ci sono secondi fini" Era probabilmente la prima volta in vita mia che parlavo così tanto per spiegarmi, speravo ne fosse valsa la pena.
Tutti i componenti del consiglio si guardarono indecisi "Ne riparleremo" disse alla fine Kirari dando un'occhiata all'orologio a muro. "La riunione di oggi è terminata, potete andare" annunciò. Tutti iniziarono a prendere le loro cose per uscire ma lei rimase seduta e nessuno si azzardò a lasciare il tavolo prima del dovuto "Ho apprezzato le discussioni che abbiamo avuto" disse prima di alzarsi con un sorriso soddisfatto in volto "Dovremmo parlare più spesso in questo modo"
Sì lo so ho la febbre. Sí lo so mi sta scoppiando la testa. Sì lo so devo andare a dormire e riposarmi per guarire ma... come posso deludervi in questo modo e farvi aspettare per l'aggiornamento? Soluzione? Non posso. Eccovelo dunque qui fresco fresco di rilettura con febbre a 37.8 alle 22:53 (potete solo immaginarvi alle 17/18 quando c'è il picco a quanto ce l'avevo). Domani lo ricontrollo di nuovo e vedo se ho mancato qualche correzione.
Lov u all so much ♡
p.s. L'avete sentita anche voi l'ansia di Manyuda? No? Allora sono solo io che considero Kirari il personaggio più criptico di Kakegurui. Ok
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