🧷ME, MYSELF & V 🧷


Sorrido ancora una volta e mi congedo da Lady Catherine. Finalmente non devo più far finta di interessarmi agli stupidi pettegolezzi di quella bisbetica.

«Mia dolce Duchessa, mi permetti l'onore di un ballo?» George si inchina davanti a me, galante.

Quella sera il fratello di mio marito sta indossando un bellissimo completo color borgogna. Gli elaborati ricami dorati, che decorano tutto il giustacorpo, sono fin troppo sfarzosi per i miei gusti ma so benissimo qual'è lo scopo di mio cognato: trovare qualche bella donzella con cui passare la notte e sicuramente, vestito in quella maniera, non avrà grosse difficoltà. Alla fine le giovani dame presenti al ballo sono tutte in cerca di un possibile marito e l'opportunità di far breccia nel cuore dello scapolo più ambito di tutto il paese è una chance che in molte desiderano cogliere. Sebbene, questa sera,  il debutto in società di un secondo gentiluomo sta attirando gli sguardi di molte giovani fanciulle, e persino di qualche madre. Ma come dare loro torto? La bellezza quasi ultraterrena del proprietario di casa non può passare di certo inosservata.

«Grazie infinite, George, ma Lady Catherine mi ha ubriacata con le sue parole e ora ho proprio bisogno di uscire un istante, per prendere una boccata d'aria e rasserenare la mente» continuo a sorridere, come mi hanno sempre insegnato.

«Vuoi che chiami mio fratello?» chiede lui, gentile «Potrebbe accompagnarti».
Mi volto, il Duca, sta bevendo assieme ai Visconti, come sempre.

«Grazie dell'offerta, ma penso sia meglio non disturbarlo. Si sta divertendo molto assieme ai suoi amici e sono sicura che non vorrebbe essere infastidito proprio in questo momento»

«Mio fratello è sempre stato uno stupido, non ha mai capito la fortuna che possiede» si volta, osservandolo con disprezzo «Soprattutto ad avere una donna come te al suo fianco» torna a fissarmi e i suoi occhi azzurri diventano di ghiaccio «Non sai cosa darei per averti al mio fianco».
Reggo il suo sguardo senza difficoltà.

«Per quanto mi faccia piacere ricevere i tuoi complimenti devo ricordarti, George, che ora sono una donna sposata»

«E purtroppo non con me. Essere il secondogenito della famiglia sarà per sempre il mio più grande rammarico»

«Ci sono molte fanciulle smaniose di poter ricoprire il ruolo di vostra moglie» indico con lo sguardo le figlie di Lady Grey, che stanno osservando George come delle gatte in caccia.
Lui le saluta con un lieve cenno del capo, loro si imbarazzano e fuggono via.

«Nessuna di loro è eguagliabile a te, Rose» commenta a bassa voce.

«Le cose che non possiamo ottenere sono sempre quelle che più desideriamo»

«Io ti ho desiderata dal primo momento in cui hai varcato il cancello della nostra casa...e ti desidererò per sempre»

«Il mio cuore è impegnato»

«Questo lo so... questo purtroppo lo so» il giovane ragazzo lancia un altro sguardo al fratello che ora ride sguaiatamente «Ma io continuo a sperare».

«La speranza di una gioia è quasi uguale alla gioia» recito.
Si gira.

«Shakespeare non mi è mai piaciuto»

«Peccato...è uno dei miei scrittori preferiti» rispondo, dopodiché, sorrido dolcemente e con un rapido inchino mi congedo dal giovane uomo.

Rapida oltrepasso la pista da ballo, e sebbene mi imponga di non guardarlo non riesco a non lanciare una rapida occhiata al padrone di casa. Sta ballando con la figlia più piccola del marchese. Lei lo sta osservando radiosa, umettandosi di tanto in tanto le piccole labbra rosse e arrossendo ogni volta in cui si avvicina a parlarle. Lui invece la sta scrutando come un falco, un falco che ha appena puntato un tenero coniglietto in mezzo al prato e non vede l'ora di divorarlo.
Accelero il passo. Ho decisamente bisogno di prendere aria.

Afferro la pomposa gonna del mio vestito e mi allontano, diretta verso il lussureggiante giardino esterno, tuttavia, non appena le mie scarpe sfiorano il selciato, cambio idea.
Il mio sguardo viene catturato dalla piccola serra alla mia destra e, desiderosa di un po' di quiete, mi incammino verso l'edificio dalla forma circolare.
L'oscurità della notte mi è amica, nasconde la mia figura agli occhi indiscreti di una coppia di anziane giunte al ballo con il solo intento di spettegolare e così, silenziosa, passo loro accanto.

«Un commerciante che diventa Lord, ormai le ho viste davvero tutte» mormora la più anziana delle due.

«Puoi dirlo forte» l'altra abbassa la voce «Sai, si vocifera che con qualche strano sortilegio abbia fatto infatuare la Regina e poi le abbia estorto il titolo».

«Dici sia un fattucchiere?»

«Non so cosa sia, ma non ti sembra strano che tutte le giovani donne siano attratte da lui?»

«Forse è solo il fascino dello straniero»

«Secondo me c'è sotto dell'altro. Non sappiamo nulla della sua terra natia, magari si è persino inventato il nome...il regno di Joseon...tu lo hai mai sentito nominare da qualcuno?»

«No...mai...ma le sete che producono sono veramente meravigliose» nonostante la luce fioca la vedo rassettarsi il vestito.

«Magari non è nemmeno seta quella che stiamo indossando» commenta l'amica.

Scuoto la testa e mi allontano. Non voglio sentire quelle menzogne, sono solo frutto dell'invidia.
Con il canto dei grilli ad accompagnare i miei passi costeggio il muro di pietra, arrivando davanti alla serra. Mi guardo ancora una volta attorno e poi allungo la mano.
La maniglia si abbassa sotto le mie dita e non appena varco la soglia l'intenso profumo di fiori mi avvolge. Chiudo gli occhi beandomi di quella meravigliosa fragranza. Ci sono solo io, quei fiori, il canto degli insetti e nessun altro, o almeno così credo.

«Chi sei tu che avvolta nella notte inciampi nei miei più reconditi pensieri?»
Sobbalzo, il cuore inizia a battere frenetico nel petto. Tuttavia riconosco immediatamente quella voce, non potrei non riconoscerla.

«Con un nome io non so come dirti chi sono. Il mio nome, caro santo, è odioso a me stesso, poiché è nemico a te: se io lo avessi qui scritto, lo straccerei» mi volto decantando quelle parole.

«L'orecchio mio non ha ancora bevuto cento parole di quella voce, ed io già ne riconosco il suono. Non sei tu Rose, e una Duchessa?» i suoi occhi neri mi incantano, come la prima volta in cui li ho visti attraverso la vetrina del suo negozio, e sebbene quella sera stia indossando il completo più sontuoso che gli abbia mai visto sfoggiare, non riesco a staccare lo sguardo dal suo volto.

«Né l'uno né l'altro, mio Lord, se l'uno e l'altro a te dispiace»
Faccio appena in tempo a rispondere che la sua bocca si avventa sulla mia e il respiro mi viene meno.

Con le gambe tremanti sotto i numerosi strati di seta mi lascio trasportare all'indietro, mentre il neointitolato Lord mi bacia con passione.
Le sue mani scivolano sul tessuto che lui stesso ha ricamato, sul corpetto che lui stesso ha creato, sulle mie curve che lui stesso ha misurato, sfiorato, dipinto. Tutto il mio corpo si incendia.

«Rose» sussurra, prendendo fiato per un istante.

Sentire la sua voce baritonale, ansante, carica di lussuria, pronunciare in quel modo il mio nome mi fa contrarre le cosce. Con uno scatto alzo le mani.
Le mie dita afferrano la seta che ha legato attorno al collo e con dei movimenti rapidi sciolgo il fiocco bianco. Il tessuto pregiato cade ai nostri piedi, lui non se ne preoccupa, riprende a spingermi indietro.

«Rose» ripete, prima di afferrarmi la nuca con decisione e avvicinarmi ancora una volta al suo volto.
Un gemito si libera dalle mie labbra che dischiudendosi creano un varco perfetto per la sua lingua. Ovviamente ne approfitta e io, esattamente come i fiori che ci circondano, mi schiudo a lui. Accolgo tutto il suo impeto, la sua passione, il suo furore. Lo accolgo e lo rinforzo. Lo fondo con il mio, lo plasmo, lo intensifico.

«Tae» gemo roca, la nostra eccitazione è talmente intensa da farci perdere completamente il raziocinio. Non dovremmo fare quelle cose. Non avremmo mai dovuto fare quelle cose.
Non dovremmo baciarci, toccarci, spogliarci. Non dovremmo desiderarci, cercarci, amarci. Non dovremmo farlo. Soprattutto in questo luogo, al suo ballo, nella sua casa, con mio marito a pochi metri di distanza a noi.

Ma non resistiamo.
La voglia che proviamo l'uno per l'altra è talmente intensa che non resistiamo.

Mi avvento sui bottoni del suo panciotto, li apro, rapida, violenta, decisa. Un piccolo bottone azzurro salta, rimbalzando in un angolo sperduto della serra. Lui mi morde il labbro.
«Vacci piano tigre... non hai idea di quanto tempo abbia impiegato per cucire questo abito»

«Sicuramente meno di quanto io ne abbia perso per indossare il mio» rispondo ansante, mentre continuo a spogliarlo.

«Cos'è Duchessa, i miei servigi non le sono più graditi?» chiede, un lieve accenno di risata a condire quelle parole.
Lo guardo dritto negli occhi, la tensione palpabile nei nostri sguardi.

«I servigi che voglio in questo momento sono altri, mio Lord» rispondo lasciva.
Le sue iridi scure si accendono.

«Tutto quello che desidera Duchessa» sussurra sulle mie labbra «Tutto quello che desidera».

Un istante più tardi mi sta baciando di nuovo, con ancora più passione, con ancora più impeto.
Il suo corpo si spinge contro il mio e io allargo le gambe, ritrovandomi praticamente seduta sul tavolino alle mie spalle.
Con un movimento fluido si toglie la giacca, non smettendo nemmeno un istante di baciarmi, e poi mi aiuta a sbottonare anche i rimanenti bottoni del panciotto. I due indumenti cadono uno dopo l'altro, dietro le sue spalle e, ora che non posso in alcun modo distruggere il suo prezioso lavoro, si dedica a me.
Le sue dita affusolate scorrono lungo il mio ventre, trovano i lacci del corpetto, li allentano.
Torno a respirare. L'aria fluisce nei miei polmoni e mentre il vecchio commerciante, divenuto ormai Lord, si porta con le labbra lungo il mio collo io allungo le mani, dritta verso la patta dei suoi pantaloni.

«Siamo impazienti» mormora contro la mia pelle, prima di sfiorarla delicatamente.

Una scarica di puro piacere si propaga da quel punto, scende lungo la mia colonna vertebrale e si conficca tra le mie gambe. Fremo tra le sue mani, come la prima volta, più della prima volta. Quel pomeriggio infatti, il giorno in cui siamo diventati amanti, ancora non sapevo, ancora ignoravo quello che Kim Taehyung, il mercante dell'est, era in grado di fare, era in grado di farmi provare. Ma ora lo so, ora il mio corpo lo sa. Ora ogni centimetro del mio essere sa cosa si provi, a essere sfiorato dalle sue labbra, dalle sue mani, dal suo corpo. A essere amato da lui. Ed è proprio per questo, proprio perché adesso so cosa significhi l'amore vero, la passione, il desiderio, che non riesco in alcun modo a farne a meno. Non riesco più a farne a meno.
Ansante slaccio i bottoni delle sue braghe, il suo membro pulsa contro le mie dita.

«Ti voglio» gemo, dando voce ai miei pensieri, facendogli sentire che non sto mentendo.
Con dei rapidi movimenti infatti strofino il palmo sulla sua asta, dura, calda, eccitante. Il suo respiro si approfondisce, è musica per le mie orecchie.
Nello stesso momento il suo bacino inizia a ondeggiare, lento, preciso, virile e io non riesco a non immaginare a quello che mi farebbe provare se quei dondolamenti li facesse sopra il mio corpo, tra le mie gambe. Le mie cosce si tendono, i miei umori iniziano a colare.

«Anche io ti voglio mia Duchessa, anche io» le sue labbra si portano verso il basso, lasciando una scia di puro fuoco sulla mia pelle.

Mi inarco all'indietro, mentre con la mano afferro la sua lunghezza attraverso la stoffa. Sento le sue dita stringere il mio fianco e maledico il vestito che sto indossando. Vorrei potermi strusciare su di lui, vorrei poter sentire la sua pelle contro la mia, la sua bocca su ogni parte del mio corpo, il suo respiro solleticarmi i seni, e so che lo vorrebbe anche lui.
I suoi baci sulla mia pelle infatti stanno diventando sempre più rudi, famelici, e le sue mani stanno cercando di spostare gli strati della mia gonna verso l'alto.

«La prossima volta ricordami di crearti una sottogonna meno vaporosa» brontola, una manciata di secondi più tardi però i suoi polpastrelli stanno già accarezzando le mie gambe.
Chiudo gli occhi, completamente smarrita nel mare di sensazione che sto provando. Le sue labbra che scivolano sul mio corpo, le sue dita che si portano verso l'alto, la mia femminilità che si contrae.
I suoi denti affondano nella mia pelle e un gemito lascia le mie labbra, ma quel suono lascivo non fa nemmeno in tempo a scemare che Taehyung lo riaccende, e questa volta viene accompagnato dal suo nome, che rimbomba come una preghiera tra i numerosi fiori candidi.
Il mio amante infatti non appena raggiunge le mie pieghe bagnate non resiste. Con un movimento rapido inserisce due lunghe dita dentro di me e inizia a tastarmi.

La mia lussuria esplode, mentre sento i suoi polpastrelli farsi strada nella mia carne, le mie pareti contrarsi, i miei umori colare. Mi spingo contro di lui, contro il suo corpo, contro le sue falangi. Poso la mano ancora libera sulla superficie del tavolo, afferrando il metallo con forza e mi muovo. Impaziente, dissoluta, sfrontata. Mi muovo verso di lui e mi muovo su di lui.
La mia mano infatti è ancora stretta attorno alla sua virilità e sincronizzandomi con i suoi movimenti, lo pompo, con vigore, con piacere.
Ogni volta che le mie dita raggiungono la sua base e si riportano verso l'apice Taehyung socchiude appena le palpebre e il suo respiro si interrompe, per poi riprendere più rapido di prima, sempre più rapido di prima. Presto diventa quasi una sfida, una sfida a chi riuscirà a resistere per più tempo.

Ovviamente vinco io.

«Duchessa vacci piano..non voglio ancora finire» rantola ad un tratto contro il mio orecchio.
Sentire la sua voce roca è benzina sul mio fuoco.

«Sono pronta...sono bagnata...prendimi Tae...prendimi Lord» ansimo, vogliosa.

«Non ancora»
Lui muove le dita, in senso circolare.
Sussulto, la vista mi si appanna. Lo ha trovato. Lo ha trovato ancora una volta.
I suoi occhi si illuminano.
«Qualcosa mi dice che anche tu sai cambiando idea, non è vero Duchessa?»
Con un sorriso provocante ripete quel movimento, non riesco a contenermi.
La mia femminilità pulsa, il respiro si arresta, il mio corpo trema.
Trema mentre il fuoco del piacere si addensa nel mio ventre, caldo, potente, inebriante.
«Ti piace se ti sfioro qui?» ridacchia, mentre con una precisione accecante muove le dita avanti e indietro. avanti e indietro, accarezzandomi proprio dove voglio, come voglio, quanto voglio.
Mi tendo, come la corda di un violino, butto la testa all'indietro, smetto di toccarlo.
Tutto il mio corpo inizia a tremare e poi lo sento. Il piacere che sta per esplodere, che sta per liberarsi, che sta per diffondersi in tutte le mie membra.

«Mio Lord...» inizio ad ansimare.
«Mio Lord... » il cuore accelera.
«Mio Lord... » gemo chiudendo gli occhi.

«Chiamami Tae...per te sono e sarò sempre Tae...il tuo Tae»

«Tae» sussurro completamente in estasi.

Un secondo più tardi la mia mente si spegne. Tutto diventa nero, i suoni attorno a me spariscono, smetto di respirare.
Il mio corpo si inarca e la mia femminilità si stringe.
Il mio amante affonda ancora una volta dentro di me e il piacere esplode tra le mie cosce, grondando i suoi liquidi caldi verso il basso, sulla sua mano.

«Vieni per me Duchessa...cosi...vieni per me» la voce di Taehyung rimbomba nella mia mente, le sue dita continuano a stimolarmi e io, come fossi una marionetta che risponde ai suoi comandi, lo assecondo. Il mio corpo lo asseconda.
I miei umori colano, copiosi, accentuano il suono della mia femminilità che continua ad essere stimolata e quando le sue labbra premono contro le mie mi ritrovo ad affondare le mani tra i suoi capelli. Dopodiché tocca alla mia lingua.
Senza riserbo lo bacio, lo mordo, lo assaporo, mentre mi sciolgo, mi dissolvo, mi riplasmo, a causa delle sue mani, grazie alle sue mani. E quando lui rallenta, quando le sue dita si sfilano dal mio corpo, quando le onde del mio orgasmo si ritraggono, lasciandomi ansante e senza forze, lui sorride. Sorride e ancora una volta capisco che è lui che amo, è lui che desidero, è lui che voglio.
Con un movimento lento si porta le dita alle labbra e per un istante lo osservo rapita. La sua bocca si dischiude, la sua lingua guizza in avanti e quando lo vedo succhiare il mio sapore dalla sua pelle, rischio di svenire.
Lui mi fissa, come un predatore, letale, pericoloso, e io mi sento mancare.
Il respiro accelera, il calore si diffonde sulle mie guance e tutto ad un tratto il bustino mi sembra stretto, maledettamente stretto.
Boccheggio, ma lui sorride.

«Adesso sei pronta, Rose...adesso lo sei» i suoi occhi neri risplendono, nonostante la luce fioca che filtra attraverso le finestre e sebbene l'orgasmo aleggi ancora nel mio ventre, la voglia di lui si accentua.
«Quindi mi vuoi ancora Rose? La mia bellissima Duchessa mi desidera ancora?»

«Io ti desidererò sempre...sempre» sussurro direttamente sulle sue labbra «E tu? Tu mi desideri ancora, anche se ora sei un Lord, anche se ora potresti avere una dolce, giovane fanciulla tutta per te?» domando, ripensando alla figlia del marchese.

«Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore» il mio cuore perde un battito quando lo sento citare una delle mie frasi preferite di Amleto «Non dubitarlo mai, Rose...mai. Per me esisti solo tu. Nel mio cuore esisti solo tu».

«Ti amo Taehyung»

«Ti amo Rose» mi fa eco «E ora permettimi di farti mia...permettimi di farti ancora una volta mia» il suo sguardo è talmente intenso da farmi fremere.

«Fammi tua....fammi tua...mio Lord»

Con un rapido movimento afferro più tessuto possibile della gonna e allargo le gambe, inclinandomi lievemente indietro. Lui non resiste, fa un passo indietro e mi osserva.
Il suo sguardo parte dalle mie labbra, rosse come ciliegie mature e scende, scende sul mio collo, sulle mie spalle scoperte, sul mio décolleté messo in mostra dal corpetto. Scende sui ricami dorati, sui nastri, sui lacci, sulla seta arricciata attorno alla mia vita e infine arriva alla mia femminilità.
Il suo respiro si ferma, la sua mascella si contrae e dopo dei secondi che mi paiono infiniti, abbassa le braghe.

Mi mordo le labbra.

La sua virilità è lì, dritta, gonfia, perfetta.

Fremo, tutto il mio corpo freme.

La prima volta in cui ci siamo uniti, in cui abbiamo deciso di cedere alla passione, alla lussuria, al peccato, mi ero preoccupata vedendone le dimensioni non indifferenti ma ora, ora che sono passati mesi, ora che ci siamo uniti in tutti i modi possibili, ora che ho provato il piacere più travolgente di tutta la mia vita, lo desidero. Lo desidero con tutta me stessa.

«Riesco a leggere quello che stai pensando direttamente nei tuoi occhi, Duchessa» un brivido mi attraversa il dorso, facendo contrarre le mie cosce fin troppo vistosamente.
Rialzo lo sguardo, incrocio i suoi occhi neri.

«Allora cosa stai aspettando mio Lord? Esaudisci i miei più reconditi desideri...esaudiscili tutti» allargo un altro po' le gambe.

«Con molto piacere»
Un istante più tardi mi è addosso.

La sua bocca si avventa sulla mia, la sua mano sinistra mi afferra la vita e la punta della sua virilità preme contro le mie pieghe.
Gemo, mentre sento la sua carne tesa sfiorarmi, penetrarmi, allargarmi.

«Sei così stretta questa sera» commenta roco, rallentando il suo affondo.

«Non fermarti Tae...non fermarti» lo prego tornando a baciarlo.
Tuttavia un secondo più tardi le mie pareti si contraggono, lui ansima, io sussulto.

«Rischio di farti male se continuo» molla la base del suo membro, rimanendo in me solo con pochi centimetri.

«Non mi farai male...non me ne farai» spingo il bacino verso di lui, facendolo affondare ancora.
Gemiamo assieme.
«Fammi tua Kim Taehyung, fammi tua come non hai mai fatto...fammi tua come se fosse la prima volta, come se fossimo solo noi, rinchiusi nel tuo piccolo studio, in mezzo ai drappi di seta, ai disegni sparsi sul pavimento. Fammi tua come allora» lo imploro, afferrandolo per la camicia.

«Non lo farò»
Quella risposta mi fa mancare il respiro, tremo sotto di lui.

«Ti giuro che non mi stai facendo mal-»

«Non lo farò perché voglio fare di meglio...» con un perfetto movimento di lombi torna a insinuarsi dentro di me.
«Voglio prenderti con più passione» ormai più della metà della sua lunghezza è nel mio ventre.
«Con più dedizione» il suo indice però scivola attorno alle mie pieghe gonfie.
«Con più devozione» arriva a sfiorare quel punto esterno che mi fa sempre urlare.
«Con più bramosia» inizia ad accarezzarlo.
«Con più spudoratezza» lo picchietta.
«Con più trasporto» lo strofina di nuovo.
«Con più consapevolezza» mi fa gemere il suo nome.
«Con più amore» con una stoccata arriva fino al fondo del mio essere.

Reclino la testa all'indietro, trattengo il respiro, mentre la percezione della sua carne che mi colma mi fa impazzire.
Le mie gambe si tendono, ai lati delle sue cosce, e quando lui indietreggia, facendo scivolare la sua asta contro le mie pareti interne, capisco che di lì a breve, la serra sarà piena dei nostri gemiti, dei nostri ansimi, del nostro piacere.
Il corpo di Taehyung infatti si irrigidisce sotto le mie dita, poi si blocca un istante, mi fissa, incatenando il mio sguardo al suo e quando torna ad affondare io sono completamente, totalmente, indissolubilmente sua.
I suoi occhi neri mi trascinando nel profondo pozzo della passione e ora che la mia femminilità si è allargata abbastanza, lui mantiene la parola data.
Il suo bacino inizia ad ondeggiare, sempre più rapido, sempre più vigoroso, sempre più deciso e le sue dita non smettendo nemmeno un secondo di stimolare il mio punto esterno, aggiungendo piacere al piacere, gemiti ai gemiti, lussuria alla lussuria.

«Si» ansimo roca.
«Si» non riesco quasi più a pensare.
«Di più» lo esorto.
«Di più» ripeto.

Con un ultimo impeto di razionalità infilo le mani sotto la sua camicia e quando le mie unghie affondano nei suoi dorsali lui geme il mio nome.

«Rose» la sua mano sinistra accarezza il mio collo.
«Rose» le sue dita arrivano alla mia nuca.
«Rose» si infilano tra le mie ciocche ondulate.
«Amore mio» la mia testa viene piegata all'indietro, i nostri respiri si mescolano, le nostre bocche si incontrano.

Torniamo a baciarci, mentre i nostri corpi si uniscono, mentre il suono del nostro amplesso riecheggia tra quelle spesse pareti, mentre il profumo dei fiori si mescola a quello dei nostri corpi, ansanti, sudati.
La sua pelle calda sotto i miei polpastrelli è più morbida della seta con cui ha guadagnato il suo titolo e non riesco a smettere di accarezzarlo, di testarlo, di riempire la sua schiena con i segni delle mie unghie.
Lui geme nella mia bocca, e quando sento quanto tutto quello gli stia piacendo, quanto il mio corpo gli stia piacendo, il fuoco del piacere torna a dilagare nel mio ventre.
Le mie pareti si contraggono, il suo membro pulsa, lui chiama il mio nome.
Un secondo più tardi il mio bacino si muove in avanti, la sua virilità preme contro il fondo della mia femminilità e quella combinazione di dolore e piacere si trasforma nella chiave che ancora una porta apre la porta del mio massimo piacere.
Le mie pareti pulsano, si contraggono, si restringono e Taehyung viene trascinato assieme a me in quel vortice di piacere, di umori, di ansimi, di sudori. Mentre i miei liquidi rendono i suoni delle sue stoccate più umidi, più nitidi, più volgari, sento il suo corpo tendersi sopra al mio, il suo respiro accelerare, il suo ritmo divenire meno cadenzato.
Le sue dita si contraggono in rapidi spasmi attorno al mio collo e non appena le onde del mio orgasmo riducono la loro potenza il suo piacere esplode.
I suoi lombi si premono in avanti, il suo bacino cozza contro il mio e il suo seme si riversa nel mio ventre, mentre il suo corpo si tende e il mio nome viene mormorato come una preghiera direttamente sulle mie labbra.
Con le ultime forze gli vado incontro, muovendo il mio bacino verso il suo, e quei lievi ondeggiamenti lo fanno impazzire. Le sue cosce si contraggono e dalla sua gola si libera un ansimo basso, roco che esita in un ultimo bacio passionale. Un bacio che suggella ancora una volta il nostro amore, la nostra unione, il nostro peccato, che giorno dopo giorno a reiteriamo, nell'ombra, nel silenzio.

«Ti amo Rose...ti amo» sussurra prima di accarezzarmi la guancia.
I suoi occhi neri sono lucenti.

«Ti amo anche io...» sorrido, incantandomi ad osservare la sua bellezza.

I capelli corvini, infatti, ora sono un ammasso di ciuffi disordinati che ricadono morbidi sulla sua fronte, donandogli una parvenza più ferina, più sensuale. E se normalmente il suo fascino è magnetico, così è assolutamente fatale. Fatale e irresistibile. Se quelle due vecchie megere lo vedessero in questo momento anche loro ne verrebbero incantate.
Per fortuna, però, non godono di questo privilegio.
Solo io godo di questo privilegio.

«Va tutto bene?» Taehyung mi parla, dolcemente «Ti sei rabbuiata tutto ad un tratto».
Mi risveglio dai miei pensieri.

«Scusa, stavo...stavo solo pensando che così sei ancora più bello del solito» con le dita gli sfioro la schiena, un brivido lo scuote.

«Non sarò mai bello quanto te...mai» mi lascia un rapido bacio sulle labbra prima di tornare a fissarmi.

Il tempo sembra fermarsi per un istante, un istante in cui ci siamo solo noi, racchiusi in una piccola bolla di felicità. Una bolla che potrebbe scoppiare da un momento all'altro, che se continuiamo ad essere così incauti scoppierà sicuramente da un momento all'altro, ma che comunque tendiamo di difendere con tutte le nostre forze.

«È tempo di andare» sussurro, sebbene a malincuore.

«Non sai cosa darei per poter rimanere qui con te ancora qualche minuto, godermi il tepore del tuo corpo, il profumo della tua pelle, il suono melodioso della tua voce»
Sorrido tristemente.

«Piacerebbe anche a me, ma gli invitati si staranno sicuramente chiedendo dove sia finito il padrone di casa ed è meglio non farli allarmare o potrebbero venire a cercarti...e se dovessero farlo sarebbe un problema»
Lui annuisce e sebbene controvoglia si scosta dal mio corpo.

Un brivido mi attraversa le membra quando la sua virilità accarezza per un'ultima volta le mie pareti e non appena i nostri corpi smettono di essere un tutt'uno, una sensazione di smarrimento si impossessa della mia anima, e anche della sua.

Ma purtroppo non possiamo fare diversamente.

Io sono una donna sposata e il nostro amore è peccato. E se mai dovessero scoprirlo, se mai mio marito dovesse venirne a conoscenza, lo scandalo che ne conseguirebbe sarebbe deleterio, per me e per lui. Soprattutto per lui, perché l'ultima cosa che desidero è vedere il suo sangue scarlatto venir versato a causa mia, perché purtroppo la realtà non è come un libro, non è come le storie di Shakespeare che entrambi amiamo, è più crudo, più disonesto, più malvagio. E sebbene il nostro amore sia puro, sebbene il nostro amore sia sincero, amarci non è abbastanza. Non sarebbe mai abbastanza.

Perché per noi, per noi che ci amiamo più che possiamo, che ci amiamo follemente, amarci non ci rende innocenti. Amare il nostro peccato non ci rende innocenti.

Ci rende solo folli.





🧷Spazio autrice🧷

Tantissimi auguri Kim Taehyung!

E come sempre eccomi giunta con la oneshot a lui dedicata!
Che ne pensate del bel Lord? Vi è piaciuto il suo personaggio?

Ammetto che appena ho visto le foto del suo photofolio, un anno fa, ho pensato: è Bridgerton! Ci devo scrivere una storia! E finalmente ne ho avuto l'opportunità.

Spero di aver reso le Taestan felici e di aver creato un Lord degno delle vostre fantasie...in quante vorrebbero essere la Duchessa? Mi auguro in molte...
Non so chi di voi se ne è reso conto ma le frasi che i due amanti decantano appena si vedono provengono da una famosa tragedia di Shakespeare...avete capito quale?

Come ormai avete intuito questa raccolta non verrà aggiornata per diverse settimane, visto che il prossimo compleanno sarà quello del nostro amatissimo Hoseok, quindi nel frattempo vi lancio una sfida: secondo voi cosa sarà il nostro raggio di sole nella oneshot a lui dedicata?
Avete tempo fino al 18 Febbraio per scoprirlo!

Ne approfitto per ricordarvi che domani esce il finale di Yellow Rose e che nel nuovo anno avrete finalmente il seguito di Lunar Eclipse!

Troppi regali?
Forse sì...ma ve li meritate tutti!


A presto.

A.

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