🦇ME,MYSELF & JUNGKOOK🦇


Poso i rami di sakaki sul tavolino di legno e sospiro.

Il lungo ciuffo nero che è sfuggito dal diadema durante il rito, ora mi penzola davanti agli occhi. Provo a spostarlo con un potente soffio,ma non serve a nulla. Lui rimane lì, al centro della mia fronte. Per fortuna a breve mi toglierò il maetengan.

Congiungo le mani, faccio una rapida preghiera di ringraziamento e poi esco anche da quella stanza. Per oggi ho terminato il mio compito.
Calzo le geta e in silenzio mi dirigo verso la mia camera che sfortunatamente, o fortunatamente, si trova dalla parte opposta del tempio. Dovrò camminare un po', ma non mi dispiace. La notte, negli ultimi mesi, è diventata il mio momento preferito.
Supero velocemente il tori e costeggio il complesso in cui dormono le mie allieve. Questa sera sono silenziose. Forse la strigliata della settimana precedente è servita a qualcosa.

Una folata di vento si insinua al di sotto del kosode e mi strigo il chihaya addosso, aumentando il passo. Sono quasi arrivata.

Yuki mi sta aspettando davanti alla porta della mia piccola dimora e non appena mi vede miagola impettito.
«Sto arrivando...sto arrivando» sussurro togliendomi nuovamente le geta e lasciandole davanti alla soglia.
Con rapidità apro il fusuma, il pannello d'entrata, e la sensazione del tatami attraverso le calze mi fa subito rilassare.
«Anche per oggi è fatta, Aiko» sospiro rumorosamente e un secondo più tardi inizio a spogliarmi. 

Mi libero del maetengan, sciogliendo i lunghi capelli corvini sulla schiena e finalmente mi tolgo anche il chihaya , il kosode e l'hakana. Non appena il tessuto caldo dei vestiti scivola lungo il mio busto il corpo mi si riempie di brividi ma li ignoro. Afferrò l'haori blu, il colore che mi distingue dalle altre miko e, dopo averlo indossato, lo allaccio con la fascia attorno alla vita, prima di uscire ancora una volta. Non ho ancora intenzione di dormire.
L'aria fresca torna a lambire la mia pelle e un brivido si propaga lungo le mie braccia. Come il mio gatto cammino agile lungo la via principale ma questa volta, arrivata a qualche metro dal tori, giro a sinistra ritrovandomi dopo qualche metro davanti l'entrata delle piccole terme del santuario. È un peccato che questa notte il cielo sia coperto, mi sarebbe piaciuto osservare le stelle immersa nell'acqua calda. 

Entro nella porta sopra la quale spicca l'immagine stilizzata di una donna e sorrido, sapendo che a quell'ora sarò l'unica avventrice di quel piccolo angolo di paradiso.
Prendo un cestino di plastica bianco, lo poso sopra il tavolo e rapidamente torno a spogliarmi, completamente questa volta. Successivamente, dopo aver sistemato ogni mio avere in un piccolo riquadro di legno, avvolgo una salvietta candida attorno al corpo, ed esco.
A causa della temperatura quasi invernale, la superficie della vasca è ricoperta da una impalpabile nebbiolina di vapore che, assieme alle tenue luci nascoste tra gli arbusti e le rocce, rende quel luogo ancora più incantato.
Rimango alcuni secondi ferma immobile sulla soglia, gustandomi la bellezza di quell'onsen, finché l'ennesimo soffio d'aria non mi invoglia a dirigermi verso le docce laterali. Tuttavia, non faccio nemmeno in tempo a fare un passo in avanti che un'energia gelida mi solletica la pelle. 

È lui. 

È qui. 

In una frazione di secondo mi ritrovo con la schiena premuta contro la pietra umida e l'asciugamano che tenevo avvolto attorno al busto cade ai miei piedi senza emettere alcun rumore. Esattamente come lui.

«Perché non posso più entrare nelle tue stanze?» la sua voce roca mi provoca un immediato brivido, che scende lungo la colonna vertebrale e si conficca tra le mie gambe. Fremo contro il suo corpo ma non rispondo, anzi, con le mani mi infilo sotto il giubbetto rosso e nero e rapidamente gli sfilo la maglia dai pantaloni. Lui però non gradisce, o per lo meno non in quel momento.
Con una velocità degna della sua specie mi afferra entrambi i polsi e in un battito di ciglia mi ritrovo con le braccia bloccate ai lati del viso.
«Non ignorare la mia domanda Aiko, perché non posso più entrare nelle tue stanze?» mi sussurra quelle parole direttamente sulle labbra e io finalmente lo guardo dritto negli occhi.
I piercing brillano, colpiti dalla luce sopra la mia testa e i suoi occhi mi scrutano, pieni di furore. E di desiderio. 

«Ho dovuto purificarle»
Nell'udire quelle parole intensifica la presa sulle mie mani. Sapevo non avrebbe gradito.
«Le mie allieve ti hanno quasi scoperto l'ultima notte. Non potevo rischiare»

«Mi hanno -» la sua voce si fa titubante.

«Sakura, ti ha percepito. Ha percepito la presenza di uno yokai fuori dal loro dormitorio ed è corsa a chiamarmi» spiego «Ho dovuto purificare tutta la zona» .

«Maledizione» si morde il piercing al labbro e il suo sguardo diventa truce.

«Devi fare attenzione» lo rimprovero. 

«Quella ragazzina è una guastafeste. Te l'ho detto, sarebbe tutto più semplice se mi permettessi di ucciderla»

«Non la toccherai» la mia voce riecheggia tra quelle pareti tanto da sembrare ancora più solenne «Non toccherai nessuna delle mie allieve».

«Loro sono un intralcio al nostro amore» il suo corpo si tende contro il mio e il suo volto si avvicina, tanto da farmi percepire nettamente il suo respiro gelido che mi sfiora le labbra. 

«Non lo sono» ribatto «Non sono loro il vero intralcio, noi lo siamo. La nostra natura lo è» nel dire quelle parole noto il mio alito caldo mescolarsi con il suo e creare dei piccoli sbuffi di vapore che salgono verso l'alto. Sono quasi ipnotici.
«Io sono una Sacerdotessa» continuo «Mentre tu, tu Jungkook, sei un Vampiro».

«Lo so cosa sono» risponde lui «Lo so cosa siamo» aggiunge sibilando, le nostre bocche ormai in procinto di sfiorarsi.

«Noi siamo un peccato per entrambe le nostre specie».

«Siamo un peccato per entrambe le nostre specie» gli faccio eco e un istante più tardi ci stiamo già assaporando.

Le sue labbra premono con forza contro le mie e la sua lingua chiede il permesso di entrare. Glielo concedo, come potrei non farlo?
Percepisco il suo tocco gelato nella mia bocca, sulle mie braccia, contro il mio corpo.
Provo a tirare le mani verso il basso, per liberarmi dalla sua presa ferrea ma Jungkook non me lo permette. Solleva le braccia verso l'alto e mi afferra entrambi i polsi con la mano tatuata, dopodiché fa scorrere la gemella lungo tutto il mio fianco.
Un brivido scuote tutto il mio corpo e mi ritrovo ad ansimare contro la sua bocca. Cerco di approfondire il nostro bacio ma lui si scosta, lasciandomi tremante ed eccitata.

«Hai freddo Aiko?» mi sussurra quella domanda mentre scende sensuale lungo il mio collo e tremo un'altra volta. Tuttavia non rispondo. Non voglio rispondere. Voglio fare altro.
Piego la testa all'indietro, espongo la mia carotide pulsante alle sue labbra e un secondo più tardi il cavallo dei suoi pantaloni premere contro il mio ventre. Lo vuole anche lui. Lo so che lo vuole anche lui.
Ma d'altronde come può rifiutare?
Sangue e sesso. Ecco cosa gli sto offrendo in quel momento. 

Sangue e sesso. 

Un connubio irresistibile per ogni vampiro. Persino per lui. 

La sua lingua traccia tutto il percorso della mia vena e un ansimo roco lascia le mie labbra.
Avrei mai potuto immaginarmi così?
Anni addietro, quando ho iniziato il mio percorso di sacerdotessa, avrei mai potuto immaginare di finire in questo modo? A peccare assieme ad un vampiro?
No, certo che no. Eppure è successo. Senza nemmeno rendermene conto è successo.
E adesso sono qui. Sono eccitata. Sono pronta.
Sono pronta a sentire le sue zanne lacerarmi la pelle, le sue labbra succhiare il mio collo, la sua lingua lappare il mio sangue. Sono pronta a farmi mordere da lui. E a farmi fottere da lui.
Mi tendo contro il suo corpo attenendo quel momento quasi in apnea, ma un altro potente brivido scuote le mie membra. 

«Hai decisamente freddo» mormora contro il mio corpo.

«Non mi interessa, mordimi Jungkook» ordino «Mordimi».
Lo sento sorridere.
Le sue zanne, ora completamente estratte, sfiorando la mia pelle e mi ritrovo a gemere tutta la mia impazienza nella notte.
Lui si struscia contro di me, facendomi sentire quanto è eccitato.
«Mordimi» ripeto ancora una volta, assecondando i suoi movimenti lascivi.
I suoi canini affondando un altro po' e io sono pronta a sentire quel dolore misto al piacere, che mi inebria i sensi ogni volta che si nutre ma, proprio quando penso che ormai non riesca più a trattenersi, lui si rialza. 

«Non farò nulla finché non ti sarai scaldata un po'» dice liberandomi «La tua temperatura si sta abbassando... e io non voglio assaporarti in questa maniera» continua, le pupille nere quasi interamente dilatate «Ti voglio calda».

«E calda mi avrai» sussurro nascondendo la mia impazienza, accarezzandomi la vita e dirigermi verso la vasca alle sue spalle.
Non mi serve girarmi, percepisco lo sguardo del vampiro che mi osserva.
Mentre sposto di lato i capelli, mentre ondeggio i fianchi sinuosa, mentre entro nell'acqua termale.
Per lui dovrei essere il nemico, colei da odiare, disprezzare, disdegnare. Colei da uccidere a prima vista.

E anche lui dovrebbe essere lo stesso per me.

Dovrebbe essere il male, l'impuro, l'immorale, il peccato stesso della superbia divenuto reale.
Invece è solo il mio amante. E io sono solo la sua amante.

Siamo amanti.

Ecco cosa siamo.
Degli amanti maledetti. Degli amanti che consumano il loro amore notte dopo notte. Che si consumano notte dopo notte.

Non appena l'acqua mi cinge la vita mi volto lentamente e lo spettacolo che osservo mi fa fremere di desiderio.
Jungkook mi sta fissando, gli occhi completamente neri, le zanne scoperte, il torso nudo.
La sua pelle diafana, illuminata dalla tenue luce dell'onsen, sembra fatta di porcellana. Una meravigliosa porcellana che vorrei leccare fino al sorgere del sole.

Lui sorride, notando lo sguardo lascivo con cui lo sto osservando e fa un passo in avanti. Le sue mani si portano fino al bordo dei pantaloni neri e io guardo le sue dita tatuate giocare con l'asola dei bottoni, prima di far scorrere il piccolo cerchio argenteo oltre il tessuto.

Per un istante penso di uscire. Uscire dalla vasca, gattonare fino ai suoi piedi e strappargli ogni centimetro di tessuto dalle gambe per prendergli il membro in bocca e gustarlo come un delizioso boccone di peccato.
Le mie cosce fremono a quel pensiero e il sangue inizia a fluire più rapido nelle mie vene e lui se ne accorge. Sono sicura che se ne accorge.

Fa un altro passo in avanti e si lecca il piercing al labbro, mentre abbassa la zip dei pantaloni. Un secondo più tardi è in boxer.
«Sacerdotessa, ti conviene rallentare il battito del cuore o rischi di fare un infarto» mi stuzzica facendo cadere a terra anche le mutande e rimanendo nudo ed eccitato a pochi metri di distanza da me.
Il suo membro guizza verso l'alto e si mostra in tutto il suo vigore e la voglia di avere quella carne dura tra le gambe mi fa pulsare il bassoventre.

Jungkook è un predatore. Un sinuoso, perfetto, letale predatore, che adora giocare con le sue prede prima di sbranarle con furia.

Ma io non sono una preda. Per lui non lo sono mai stata.

Sorrido.
«Vampiro, conosco un ottimo modo per rilassare il battito del mio cuore» rispondo e nello stesso istante faccio scivolare le dita sul mio corpo.
Mi sfioro i seni, i capezzoli turgidi e il ventre.
Lui si lecca nervoso le labbra e i suoi canini si allungano, mentre come una pantera mi osserva immobile. Poi, quando con le dita sfioro il monte di Venere, scatta.

Non faccio nemmeno in tempo a sbattere le ciglia che il vampiro mi piomba addosso. L'acqua calda della vasca mi raggiunge le spalle e io vengo premuta contro le rocce scure alle mie spalle. Il suo corpo tonico si scontra con il mio e le sue dita mi artigliano i fianchi mentre la sua lingua si inserisce nella mia bocca piena di bisogno.

Non ha resistito.

Sorrido impercettibilmente mentre gli afferro i capelli con le dita e mi tendo in punta di piedi, iniziando a strusciarmi vogliosa contro di lui.
Il contrasto tra la sua pelle gelida e l'acqua calda mi fa fremere di desiderio e quando il vampiro preme il suo membro contro il mio ventre chiamo il suo nome in un gemito sordo.

«Nutriti» gli ordino, sentendo la sua brama di sangue iniziare a prendere il possesso del suo corpo.
Jungkook, infatti, ha iniziato a sibilare contro le mie labbra e i suoi canini sono ormai talmente estratti che fatico a baciarlo senza ferirmi.
«Nutriti Jungkook» ripeto e questa volta richiamo parte del mio potere in quelle parole. Lo fisso direttamente negli occhi e piego la testa ancora una volta di lato.

Lui soffia come un gatto, completamente inebriato dal suono del mio sangue e dal profumo del mio corpo e un istante più tardi la sua testa scatta verso il basso.

Stringo la presa fra i suoi capelli e un lieve gemito si libera dalla mia gola, quando sento le zanne acuminate pungermi la pelle e lacerarmi la vena. Ma poi, non appena inizia a succhiare, il dolore diventa piacere e il gemito si trasforma in un ansimo immorale.
Il mio corpo si inarca automaticamente contro quello del vampiro, mentre il cuore non smette nemmeno un secondo di far fluire quel denso liquido scarlatto tra le sue fauci.

Non dovrei provare tutto quel piacere. Non dovrei sentire il fuoco della lussuria bruciarmi le membra. Non dovrei permettere a Jungkook di nutrirsi del mio prezioso sangue. Eppure lo faccio. Lo faccio da talmente tanti mesi che ormai non provo più alcuna vergogna. Alcun imbarazzo. Alcun riserbo.

Chiudo gli occhi e gli permetto di nutrirsi, gli permetto di compiere quell'atto peccaminoso. Mentre le sue mani mi accarezzano bramose il corpo, mentre la sua gola si alza e si abbassa ritmicamente, mentre il suo membro turgido si struscia contro la mia femminilità. Mentre ogni sorso scarlatto che stilla dal mio collo, scivola sulla sua lingua e cade nella sua gola.
"Se solo sapessero quello che sto facendo mi caccerebbero immediatamente" penso, iniziando ad accarezzare le spalle del mostro che secondo l'anziano sacerdote incarna il più grande peccato dell'uomo.

«Aiko» sento mormorare contro la mia pelle qualche secondo più tardi.

Jungkook torna a guardarmi.
Le sue iridi ora sono scarlatte e io rimango qualche secondo ad osservarlo rapita. È bellissimo così. I suoi occhi cremisi, che brillano al buio, sono il particolare che preferisco del suo viso. E del suo essere.
Una piccola goccia di sangue fuoriesce dalle sue labbra gonfie e inizia a scendere lungo il suo mento, catturando il mio sguardo. Non le permetto di andare oltre. Estraggo la lingua, torno in punta di piedi e con una lenta lappata raccolgo il mio stesso sangue dalla sua pelle.
Il membro di Jungkook pulsa contro il mio ventre e i suoi occhi si illuminano, mentre mi vede deglutire.

«Saresti una meravigliosa vampira» dichiara poco prima di leccarsi le labbra.

«Te l'ho già detto, non sono ancora pronta a perdere i miei poteri» con la mano destra inizio ad accarezzargli il petto «Mi servono...se desideri ancora riprendere possesso del tuo territorio» sorrido.

Il vampiro si ferma. Smette di fingere di respirare e si blocca, come una statua perfetta.
«Mi stai dicendo che mi aiuterai?» domanda e i suoi occhi questa volta brillano per davvero.

«Ti aiuterò a riprendere il tuo regno Jungkook. Al primo fiocco di neve che cadrà sul tempio, verrò con te. Lascerò tutto e verrò con te a Busan... e ci riprenderemo tutto quello che ti è stato sottratto» e quasi non faccio in tempo a finire la frase che le sue labbra tornano a divorare le mie.
Il vampiro mi bacia con passione e io assaporo ancora una volta il gusto del mio sangue, mescolato alla nostra saliva. 

«Ti amo Aiko..ti amo... Tu sei la regina della luce...La mia perfetta regina della luce che mi aiuterà a riconquistare il Regno della notte» sussurra tra un bacio e l'altro, prima di afferrarmi per la vita e farmi sedere sull'ampio masso alla mia destra.

Ricomincio a fremere tra le sue braccia.
Le sue labbra ritornano a posarsi sul mio collo. Ne baciano ogni centimetro, con dolcezza, devozione e passione. Si soffermano per qualche secondo sui due piccoli fori ancora dolenti e li baciano, prima di scendere verso il basso.
Mi ritrovo ad artigliargli il petto, scossa da un potente brivido di piacere e lui sorride. Probabilmente le mie unghie gli stanno facendo il solletico ma non mi ferma. Mi lascia sfogare tutta la mia lussuria contro la sua pelle coriacea, finché non stringo le mie gambe attorno alla sua vita e non lo attiro contro di me.
Il suo membro sfiora le mie pieghe grondanti, non solo a causa dell'acqua termale, e mi mordo le labbra quando la sua bocca scende lungo i miei seni, e le sue mani mi accarezzano le cosce.

«Jungkook prendimi» mormoro, riaffondando le dita fra i suoi ciuffi scuri.
Lui però mi ignora. Inizia ad abbassarsi e ben presto la mia presa viene meno. Le gambe scivolano lungo le sue natiche sode e mi ritrovo ad allargare le cosce, mentre lui inizia ad immergersi nell'acqua calda.
Il mio cuore riprende a battere all'impazzata. So cosa vuole fare.

La sua lingua lambisce il mio capezzolo e mi inarco a quel contatto. Le sue zanne si allungano ancora e premono contro la mie pelle sensibile. Trattengo il fiato, pensando che voglia mordermi, invece il vampiro decide di continuare la sua lenta discesa verso il basso.

Ormai è praticamente in ginocchio.

«Il tuo cuore batte ancora troppo veloce» sussurra mentre fa scivolare i canini lungo i miei addominali.

Lo fisso rapita. Non gli serve soggiogarmi per rendermi completamente sua. Gli basta fare quello.
Gli basta inginocchiarsi tra le mie gambe, baciare la mia pelle e guardarmi. Guardarmi con quegli occhi rossi pieni di lussuria e di peccato e io divento sua.

«Permettimi di rallentarlo» continua , allargandomi le gambe con le mani «Se non sbaglio si fa così» e, dopo essersi leccato i canini acuminati, affonda il viso tra le mie cosce.

Chiudi gli occhi e piego la testa all'indietro mentre la sua lingua fredda si fa spazio tra le mie pieghe bollenti e il vampiro sibila eccitato. Gli piace quando il mio corpo risponde automaticamente alle sue attenzione. Gli piace essere il fautore del mio piacere. Gli piace percepire il mio cuore accelerare, il mio sangue ribollire e i miei umori colare. Solamente per lui. Solamente grazie a lui.

Ma io lo so.

Lo so che c'è una cosa che adora più di tutte. Che adora quasi quanto affondare dentro di me mentre si nutre. E attendo quel momento. Eccitandomi ancora di più ad ogni sua leccata, ad ogni sua succhiata. Eccitandomi ancora di più quando percepisco i suoi canini appuntiti pizzicarmi la pelle e la sua lingua gelata insinuarsi in profondità, tastare le mie pareti, accarezzare il mio clitoride.

«Jungkook» ansimo quando una potente contrazione mi invoglia a chiudere le gambe.
Ma lui non me lo permette.
Stringe lievemente le mani attorno alle mie cosce e mi tiene ferma. Aumentando il ritmo delle sue lappate.

Mi inarco all'indietro, sentendo il denso calore dell'orgasmo concentrarsi nel mio ventre e non mi serve dirgli che mi sta portando oltre il limite. Lo sente.
Con il piercing infatti inizia a stimolare il mio clitoride, facendo passare il metallo a destra e a sinistra. A destra e a sinistra. Uno, due, tre, quattro, cinque volte.
Tolgo le mani dai suoi capelli e mi aggrappo come posso alle rocce bagnate. Il mio bacino inizia a muoversi contro il suo viso e lui sibila ancora una volta. Ci sono vicina maledettamente vicina.
Jungkook mi lecca con una lenta e gelida lappata e quando torna ad affondare tra le mie cosce quello che attendevo accade. Il mio orgasmo esplode, togliendomi il respiro.
E lui mi morde.

Nell'esatto momento in cui raggiungo l'apice i suoi canini affondano nelle mie pieghe pulsanti e beve. Beve i miei umori assieme al mio sangue. Beve il mio piacere assieme al suo piacere. E sibila. Completamente inebriato da quel connubio di sapori che gli colano direttamente in bocca.

Io invece sono in estasi. 

Totale,traboccante, sublime estasi.
La vista si appanna, i muscoli si contraggono e il cuore rischia di esplodere nel petto, mentre gemo tutta la mia eccitazione nella notte.
Le onde dell'orgasmo quella notte sono talmente potenti che il mio corpo si muove a causa degli spasmi e senza nemmeno rendermene conto rischio di scivolare dentro l'acqua. Per fortuna Jungkook mi sostiene. Mi sorregge senza difficoltà e mi lecca, facendo perdurare il godimento per dei lunghissimi, interminabili secondi.
Dopodiché, quando percepisce che il velo dell'ottundimento dato dalla sua lingua comincia ad alzarsi, si ferma.

Smette di succhiare, smette di leccare ma non smette di farmi provare piacere.

Il vampiro infatti si rialza in uno scatto e io riesco appena ad avere una fugace visione del suo corpo cosparso da innumerevoli gocce trasparenti che mi volta, mi piega contro il sasso e affonda dentro di me.
Le mie pareti di contraggono contro il suo membro teso e lui lo spinge a fondo. Con un potente colpo di reni preme il suo bacino contro le mie natiche e io artiglio la roccia scivolosa, mentre si curva sulla mia schiena.
L'acqua bollente mi bagna il corpo ma quasi non me ne accorgo perché Jungkook mi afferra i capelli con una mano, stringe il fianco con l'altra e inizia a pompare.

Il suo alito gelido si riversa sulla mia schiena e ruoto il bacino verso l'alto per sentirlo più in profondità, nei punti più sensibili.
Sicuramente domani me ne pentirò, ma come ogni volta non mi interessa. Le endorfine del piacere stanno coprendo il dolore del suo recente morso e io in questo momento voglio solo godere. Voglio godere delle sue mani che mi tirano i capelli, delle sue dita che mi stringono la vita, del suo membro che affonda dentro il mio corpo. 

Mi sorreggo alla pietra liscia.

Il vampiro nel frattempo sibila il mio nome dopo l'ennesima potente spinta e, sebbene non lo stia vedendo, so che in questo momento i suoi occhi sono completamente cremisi, e i canini totalmente estratte. È così Jungkook quando sta godendo. Quando il piacere del sesso equivale quello del sangue.

È un demone dagli occhi rossi, e dalle zanne aguzze.

La sua mano, che fino a quel momento mi stringeva il fianco, scivola lungo il mio busto e si serra attorno al mio seno mentre lui non rallenta nemmeno per un istante i suoi ondeggiamenti. Sembriamo due leoni, due potenti leoni che si stanno accoppiando.

«Aiko, questa sera sei così stretta e calda. Mi stai facendo perdere la testa...Mi fai sempre perdere la testa» mormora, prima di strisciare i canini sulla mia pelle. 

Lo so che ha voglia di nutrirsi ancora, di sentire il mio sangue scorrere lungo la sua gola mentre mi fotte in mezzo all'acqua. Ma non si fida. Mi ha già morsa due volte e percepisco la paura che si cela nel profondo del suo cuore. La paura di esagerare, di farmi svenire sul più bello. 

«Posso gestirlo» rantolo provando a voltarmi verso di lui «Posso gestire un altro morso quindi non contenerti Jungkook».
Le sue dita attorno al mio seno si contraggono per un istante. 

«Ho già bevuto molto» mi dice, rallentando per un attimo il suo ritmo, ma non smettendo di oscillare sinuoso tra le mie pareti.
Una scarica di piacere mi fa contrarre attorno a lui e per un istante mi si blocca il respiro. 

«Posso gestirlo... » ripeto ansante «Sono una Honshoko, sono potente. Ho sconfitto yokai di tutti i tipi e so gestire un gruppo di dieci apprendiste» riprendo fiato un istante «Per cui posso decisamente gestire il mio amante vampiro ancora una volta» concludo muovendo le natiche contro il suo bacino.

Jungkook smette di respirare per dei lunghissimi secondi e so che sta soppesando attentamente le mie parole, oltre che valutare la quantità di sangue di cui dispongo. 

«Posso farlo» insisto e nel dire quelle parole stringo la mia mano destra contro la sua e mi ruoto fino a vederlo in volto.
I suoi capelli neri sono completamente zuppi di umidità e numerose piccole goccioline stanno scorrendo lungo le sue tempie. Il piercing al sopracciglio, che adoro leccare e mordere quando lo cavalco nel mio futon, è parzialmente nascosto da una ciocca scura e gli occhi, scarlatti come me li immaginavo, stanno osservando un punto indistinto oltre la mia testa.

«Ne sei sicura?» chiede riprendendo a respirare. 

«Sì, come quando ho deciso di salvarti la vita in quel rudere marcescente. Ne sono sicura come quando ti ho nascosto nella mia stanza. Come quando ti ho permesso di nutrirti del mio sangue. Come quando ti ho baciato per la prima volta. E come quando ti ho permesso di prendere la mia verginità».
Le sue iridi brillano e un sorriso immorale gli solca il volto.

«Ti amo Aiko» mormora.

«Lo so» rispondo melliflua prima di sorridere a mia volta «Ma ora fottimi. Fottimi come solo tu sai fare Jungkook. E fammi annegare nel peccato...nel nostro peccato».

«Come desidera mia Regina di luce» la sua voce bassa e carica di potere mi fa tremare involontariamente e pochi secondi più tardi il vampiro sta già esaudendo il mio desiderio.

Con un rapido movimento infatti mi solleva dalla roccia e mi adagia contro il suo busto. L'acqua mi lambisce le cosce ma lui non mi permette di posare i piedi a terra. Mi tiene sollevata, contro il suo corpo, contro i suoi muscoli e riprende a scoparmi. E lo fa esattamente come gli ho chiesto.

La sua mano tatuata inizia a giocare con il mio capezzolo, la sinistra si porta tra le mie gambe e io mi ritrovo ad allargare le cosce, vogliosa, mentre con le mani mi aggrappo al suo braccio completamente coperto di inchiostro. 

«Sei mia Aiko, sei solo mia» soffia tra i miei capelli bagnati e io fremo contro di lui. 

«Sono tua Jungkook, solo e soltanto tua...per sempre» gli faccio eco mentre il suo membro entra ed esce dal mio corpo.

Una scarica di piacere mi fa ansimare più forte del previsto e tremo tra le sue braccia, mentre lui continua a stimolarmi senza sosta. Rendendo tutto quanto dannatamente perfetto.
Il suo bacino, che cozza contro le mie natiche, crea un suono sordo e bagnato che giunge come musica alle mie orecchie e quella melodia peccaminosa si aggiunge ai nostri respiri sempre più affannati.
La mia femminilità continua a pulsare ad ogni sua spinta e le sue dita giocano senza sosta sul mio clitoride. Mi sto sciogliendo ancora una volta, in quel mare immorale in cui ormai mi immergo senza paura e, quando percepisco il suo respiro infrangersi contro la mia pelle bollente, sorrido.
Sorrido nel sentire come rantola il mio nome, come mi invoca, come mi prega. Come sussurra che sono la sua rovina, ma anche la sua salvezza. Come giura di amarmi, nonostante tutto.

Nonostante noi.

E sto ancora sorridendo soddisfatta quando un orgasmo improvviso mi offusca la mente facendomi inarcare contro il vampiro.
Lui ingabbia il mio urlo di piacere nella sua bocca e mi permette di mordergli le labbra, mentre le sue dita continuano a picchiettare il mio clitoride e io percepisco il fuoco della lussuria bruciare ogni mia cellula.
Le mie gambe si tendono e il respiro mi si ferma mentre lui sorride soddisfatto continuando a stimolarmi. Protraendo quel denso piacere finché, completamente esausta, non inizio a mormorare pietà. 

«Te lo dovevo» il suo sussurro gelido mi sfiora la pelle mentre con il naso mi accarezza il collo.

Mi muovo di riflesso.

Non appena percepisco le sue labbra lambirmi il lobo dell'orecchio, piego la testa di lato.
E questa volta lui è meno brutale, meno impaziente, meno famelico.
Bacia la mia pelle. Con passione, desiderio, delicatezza. Mi fa percepire quanto mi ama, quanto mi desidera. Finché il richiamo del mio sangue diventa impossibile da ignorare. Finché i suoi muscoli non si tendono. Finché il suo corpo non raggiunge il limite.
E allora si nutre un'ultima volta.
Si nutre un'ultima volta e il mio sangue gli sgorga in gola, caldo, potente, inebriante.
Il suo membro si conficca ancora tra le mie carni e poco dopo viene.
Viene quasi in un ringhio. Viene mentre fa quello che adora più al mondo: mentre mi mostra la sua natura demoniaca, mentre siamo una cosa sola. Mentre sporca la mia luce con la sua oscurità e mentre io inquina la sua oscurità con la mia luce.
Viene mentre chiama il mio nome, mentre mi stringe tra le sue braccia.

Mentre il primo fiocco di neve cade accanto a noi, sciogliendosi silenzioso nelle acque termali.



-FINE-




-NOTA AUTRICE-

E ufficialmente è il 1 Settembre anche qui in Italia!
Tanti auguri Coniglietto!

Come promesso eccomi qui con la prima oneshot che apre questa raccolta di smut ispirate ai photofoli che solo una anno fa ci hanno fatto urlare e quasi morire.

Cosa ne pensate?
Vi è piaciuta la mia versione di Jungkook vampiro? E la love story con la sacerdotessa Aiko?

Ammetto che questo breve racconto girava nella mia testa da quando ho visto le primissime foto di quel maledetto photofolio ma per la mia sanità mentale (e forse anche la vostra) non ho mai voluto scriverla, almeno fino ad adesso.
Ma ormai di sanità mentale me n'è rimasta poca e quindi eccoci qui!

Come sempre vi chiedo di farmi sapere se questa mia nuova idea vi piace e, sperando finalmente di accontentare anche qualche Namjoon stan vi do appuntamento il 12 Settembre.


ps: i vari oggetti ed indumenti che vengono citati in questo racconto appartengono tutti agli abiti tradizionali delle miko (le famose sacerdotesse giapponesi).

sakaki: albero sempreverde tipico del Giappone e sacro nella religione shintoista

maetengan: corona ornamentale

geta: sandali tradizionali giapponesi a metà tra gli zoccoli e le infradito

kosode: è un tipo di Kimono a manica corta

chihaya:  abbigliamento tradizionale di una miko è chiamato "chihaya" e consiste in lunghi pantaloni rossi denominati hakama (spesso sostituiti da gonne a pieghe legate con un fiocco), un kimono bianco

hakana: pantaloni

haori: è la giacca o soprabito per il kimono


pps: togliete instagram a Jimin



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