🏴‍☠️ME, MYSELF & JIN 🏴‍☠️

«Un altro» poso il bicchiere ormai vuoto sul bancone.

«Ai suoi ordini mademoiselle» arriccio le labbra, non mi piace essere chiamata in quel modo ma sorvolo. Allan questo mese è riuscito a mettere le mani su dei bancali di rum provenienti dal vecchio continente e non voglio di certo rischiare di essere sbattuta fuori dalla lista dei suoi clienti preferiti proprio in questo momento.
«Ecco a te Jade» fa scivolare il liquido ambrato davanti ai miei occhi e mi sorride «Allora cosa ti porta da queste parti?».
Con un gesto lento afferro il bicchiere tra le dita, facendone girare il contenuto in modo ipnotico. Mi piacciono i suoi riflessi, sembra oro liquido.

«Cosa può volere un pirata?» rispondo, prima di bere.
Lui sorride, mostrandomi i denti ingialliti dal fumo.

«Se fossi come tutti gli altri direi senza esitazione soldi, oro e pietre preziose» si interrompe un istante, grattandosi la barba «Ma tu non sei come tutti gli altri. La figlia del famoso Calico Jack possiede già queste cose, quindi dimmi, preziosa giada dei mari, perché questa volta sei attraccata in questo porto sperduto?» si umetta le labbra, nascondendo la preziosa bottiglia sotto al pianale di legno.
«Costa sta cercando la bellissima principessa dei mari del Sud che può trovare solamente a Puerto Dorado?» continua.

«Ovviamente sta cercando per me!»

Sbuffo, riconoscendo immediatamente quella voce fastidiosa. Possibile che il destino mi porti nuovamente ad incrociare la rotta con lui?
Mi giro lentamente, non mostrando il benché minimo accenno di sorpresa quando poso lo sguardo sui suoi due vivaci occhi dalla forma allungata.

«Ammettilo che per tutto questo tempo non hai fatto altro se non pensare a me, al pirata più affascinante di tutti i mari» il giovane uomo si avvicina con passo sicuro.
Il suo viso, seccatamente perfetto, è messo in risalto dalla bandana nera legata attorno alla fronte, oltre la quale, i ciuffi scuri, ricadono in sinuose onde verso il basso. Due lunghe treccine, adornate di pietre preziose, gli sfiorano lo zigomo destro e mi ritrovo a ringraziare mentalmente i riflessi multicolore che distraggono la mia attenzione dalle sue labbra carnose, e dal petto liscio che intravedo attraverso la camicia bianca lievemente sbottonata.

«Non montarti la testa, non sei tu quello che sto cercando» seccata mi volto, tornando a porre la mia attenzione su Allan che fissa il nuovo arrivato ostile. Non gli sono mai piaciuti gli abitanti provenienti dall'Ovest.

«E io che pensavo fossi finalmente tornata a pormi le tue scuse»
A quell'affermazione non posso far altro che ridere.

«Per quale motivo dovrei farlo?» arrogante bevo un sorso di rum. L'alcool scivola dolce nella mia gola, è delizioso.

«È maleducazione svignarsela dai letti altrui senza nemmeno salutare, soprattutto dopo una notte di passione come quella che c'è stata tra di noi»
Nel sentire quelle parole il barista tossisce, fingendosi imbarazzato ma io lo vedo, il luccichio che gli illumina gli occhi e ne sono sicura: per i prossimi giorni a Puerto Dorado non si parlerà d'altro se non della figlia di Calico Jack e del Capitano dei cigni neri.
«Comunque lasciami dire che sei ancora più bella di come ricordassi. Ovviamente non sei ancora alla mia altezza, ma rimani pur sempre una degna avversaria» con il braccio si posa al bancone.
I suoi occhi neri percorrono tutta la mia figura, finendo come sempre per posarsi sul tatuaggio che mi solca la clavicola destra, una piccola rosa nera che nasconde una vecchia cicatrice.

Lo osservo umettarsi le labbra e il ricordo della sua bocca calda che bacia la mia pelle torna prepotentemente a farsi sentire. Un brivido mi attraversa la colonna vertebrale ma lo ignoro, lui invece non fa altrettanto. Si curva su di me e prova ad incantarmi con il suo sguardo magnetico. Serro le cosce, respiro lentamente e alzo il mento, non cadrò ancora una volta vittima del suo fascino.

«Questi trucchetti non funzionano con me» raddrizzo la schiena, bevendo un altro sorso di liquore.

«Il passato ti smentisce Jade»

«Ero giovane e ingenua»

«E follemente invaghita di me»

«Ti piace crederlo, vero? Ero solo ubriaca e sì sa, con l'alcool la ragione viene meno... e quella sera avevamo bevuto parecchio sulla tua nave»

«Avevamo bevuto, è vero, ma eravamo tutti e due fin troppo presenti quando i nostri vestiti sono caduti sul pavimento della mia cabina e i nostri corpi hanno iniziato a disfare le coperte del mio letto. Inoltre prima di svignartela nel cuore della notte, senza fare alcun rumore come una gatta, sei persino riuscita a rubare il fermaglio che tenevo sul tavolo»

«Oh il fermaglio? Lo ricordo » con uno sguardo annoiato faccio ruotare il liquore nel bicchiere «Era troppo bello per lasciarlo lì. Sulla Black swan siete tutti uomini, era sprecato»

«Era prezioso »

«Davvero? E per quale motivo? Ti divertivi ad acconciarti i capelli come una principessa?»
Allan dietro al bancone sogghigna, mentre ricordo a Jin i suoi nobili natali. Il capitano della Black swan infatti non è un vero pirata, è solo un giovane nobile annoiato, che ha deciso di abbandonare il palazzo in cui abitava per divertirsi un pochino.
Lui però non la penso allo stesso modo e mi fissa con un'occhiata di fuoco.

«Era il fermaglio di mia madre, l'unico ricordo di lei che avevo portato con me» nel sentire quelle parole per un istante mi sento in colpa. Forse non dovevo sottrarglielo. E nemmeno venderlo. Ma alla fine mi aveva fruttato diverse monete d'oro e si sa, la pirateria non è fatta per i teneri di cuore.

«Oh sei un dolce principe mammone» lo canzono.

«È inutile che continui, Jade. Hai ragione, mio padre sarà anche il fratello dell'imperatore del regno di Joseon, ma io ho abbandonato quella vita. Sono un pirata adesso, esattamente come te»
Rido sguaiatamente, coprendomi la bocca con la mano.
Lui arriccia le labbra e dopo aver sbuffato si rivolge al proprietario del locale che sta ascoltando ogni nostra parola con attenzione, sebbene finga di fare altro.
«Allan, per favore, un bicchiere di quello che sta bevendo la bellissima giada del mare» cerca di contenersi ma, dalla mascella contratta, riesco comunque a notare quanto si sia risentito per la mia reazione.

«Mi spiace è finito» risponde l'oste.

Sta mentendo, la bottiglia conteneva ancora molto rum quando l'ha nascosta sotto al bancone, ma non sarò di certo io a fare la spia. Tutti a Puerto Dorado sanno che è meglio non inimicarsi Allan se non si vuole incombere in brutte sorprese.

«È davvero un peccato. Era un rum delizioso, il migliore che abbia bevuto da mesi» infierisco con una certa gioia prima di finire il liquore in un lungo lento sorso.
Jin mi fissa e io ne approfitto per leccarmi le labbra prima di posare il bicchiere, infilare la mano nel borsello di cuoio appeso in vita e pagare Allan con diverse monete d'argento.
«Tieni pure il resto» dico, prima di scendere dallo sgabello.
I tacchi degli stivali si posano a terra con un suono sordo «A mai più principino» aggiungo e con un movimento sinuoso aggiro il finto pirata, dirigendomi verso la porta.

«Sei sicura che te ne vuoi andare, Jade?» lo ignoro, non ho tempo per i suoi giochini, sono sbarcata su quest'isola per un motivo e non ho tempo da perdere con lui, devo trovare il temuto pirata che possiede le informazioni che sto cercando.

«Giocheremo ad acconciarci i capelli a vicenda un'altra volta, ora se non ti dispiace ho delle cose da fare» mi aspetto che lui sbuffi, si lamenti, inveisca contro di me. Ma non lo fa. Rimane in silenzio per pochi secondi e poi ride. Sguaiato, superbo, irritante, ma ride.

Quella reazione mi lascia sgomenta.

«Al posto tuo non me ne andrei ....non sei venuta fin qui per avere informazioni sulla Lacrima di Calypso?»
Mi giro. Come fa a conoscere quell'artefatto magico? Come fa a sapere che sono sulle sue tracce?
«Perché ti interessa?» con un movimento felino riduce le distanze che ci separano e mi fissa con un sorriso vittorioso.
Lo guardo dritto negli occhi, non è possibile sia proprio lui il pirata che sto cercando.

«Tu come fai a -»

«Dovresti saperlo, principessa pirata, le voci corrono veloci tra i vicoli sporchi di questo porto» sorride e i suoi denti perfettamente bianchi risplendono, colpiti dalle luci soffuse della taverna «Per cui, al tuo posto, non avrei tutta quella fretta di andarmene, ma vorrei passare qualche altro istante assieme a chi è entrato in possesso delle coordinate della Lacrima» il suo sguardo si illumina. Mi ha in pungo, lo sa.
Maledizione, possibile che tra tutti sia proprio lui quello che devo circuire per avere le informazioni che sto cercando da settimane?
Sospiro, tornando verso il bancone. Mio malgrado dovrò passare altro tempo in sua compagnia.

«Allan, iniziamo con due bicchieri colmi per favore. Io e il pennuto di nobili natali dobbiamo fare una lunga chiacchierata» poso una moneta di puro oro sul legno scuro e non appena il barista la vede con uno scatto di mano degno del ladro che era, la fa sparire da sotto i miei occhi. Con quell'abilità, se solo non avesse perso una gamba quando hanno affondato la sua nave, lo avrei sicuramente reclutato nella mia ciurma.

«Ai tuoi ordini mademoiselle, farò in modo che i vostri bicchieri siano sempre pieni » mi assicura, prima di abbassarsi e prendere la bottiglia di rum.
Il liquido dorato torna a deliziare la mia vista e io mi accomodo sulla sedia che avevo appena abbandonato. Jin invece osserva il barista con risentimento ma decide di rimanere zitto. Forse non è così sprovveduto come penso.

«Allora vuoi accomodarti pennuto?»

«Non chiamarmi pennuto»

«Torniamo al principino?» lo derido.
Lui mi fulmina con lo sguardo.

«Devo forse ricordarti che anche tu sei una principessa? La principessa dei mari del Sud? La preziosa giada dei mari?»
Stringo le dita attorno al vetro freddo.

«Io sono solo Jade, Capitana Jade»

«I tuoi nobili natali dicono il contrario»
Gli dedico uno sguardo glaciale, ma lui continua imperterrito.
«Purtroppo non possiamo cambiare quello che siamo. Siamo una coppia nobile. Un principe e una principessa uniti dal destino»

«Noi non siamo uniti dal destino e tanto meno siamo una coppia»

«Potremmo diventarlo. I sovrani dei mari del Sud e dell'Ovest. Pensa, se unissimo le nostre flotte nessuno ci impedirebbe di conquistare anche le acque del Nord e dell'Est».

Rido.

«Te l'ho detto anche la volta scorsa Jin, non c'è alcun motivo per cui dovremmo unire le nostre forze e poi di quale flotta parli? Io ne ho una ma tu? A quanto mi risulta sei ancora in possesso di una sola misera goletta e beh, i mari dell'Ovest non sono proprio sotto il tuo dominio» bevo un lungo sorso di liquore mentre lui si morde il labbro inferiore. È rosso, pieno, gustoso. Mi sembra di sentirne la consistenza tra i denti.

Un'ombra scura sfavilla nel suo sguardo e l'aspirante pirata si gonfia come un pavone mentre sorseggia sensuale un lungo sorso di rum. Distolgo lo sguardo da quella scena. Se pensa di farmi cadere ancora una volta nel suo letto si sbaglia di grosso. O forse dovrei approfittarne? Approfittare del palese interesse che ha nei miei confronti per estorcergli le informazioni senza faticare troppo?

«Non sono ancora sotto il mio dominio ma non appena avrò trovato la Lacrima cadranno tutti ai miei piedi» torno a dedicargli la mia attenzione «Quindi Jade, non vorresti regnare sui quattro mari al mio fianco? Non è per questo che vuoi impossessarti della Lacrima di Calypso? Per poter dimostrare a tutti che tu sei temibile? Più temibile di tuo padre?»
Per alcuni istanti tra noi cala il silenzio e mi ritrovo a fissare il liquore dorato completamente immobile.

«Non è per questo»

«Non ci credo» la sua voce si alza di qualche tono «Tutti vogliono regnare sui quattro mari».

«Non io. Non è per questo che voglio impossessarmi del manufatto del mare del Sud»

«Per quale altro motivo vorresti un artefatto in grado di ammaliare ogni essere vivente se non per dominare incontrastata su tutti i mari? Non dirmi che vuoi irretire qualche stupido damerino, sarebbe fin troppo banale per una come te»

«La Lacrima di Calypso non ha solo il potere di ammaliare»

«Cosa altro può fare?» beve avidamente, in attesa della mia risposta.

«Dimmi dove si trova e te lo farò vedere» torna a sorridere sornione.

«Principessa, principessa, principessa» si umetta le labbra «Non penserai davvero che basti così poco per farmi svuotare il sacco, vero?»
Sospiro.

«Cosa vuoi Jin? Cosa vuoi in cambio della rotta?»

«Penso tu sia abbastanza intelligente da averlo capito»

«Te l'ho già detto, non avrai mai la mia flotta» bevo un lungo sorso di rum prima di voltarmi e fissarlo dritto negli occhi.

«E se volessi te?» il suo sguardo si fa profondo «Potrò mai avere te? Al mio fianco?».
Il mio cuore accelera, anche se non dovrebbe farlo.
Con le dita mi sfiora la guancia e mi ritrovo a socchiudere le palpebre. Perché il suo tocco mi fa questo effetto?
«Sarai mai mia Jade?» il suo respiro caldo mi sfiora le labbra e percepisco l'odore del rum provenire dalla sua bocca.
Sorrido quasi impercettibilmente. Ho capito come ottenere le informazioni che desidero.

«Quindi sono io? Sono io quella che vuoi? Non le mie navi? Non il mio potere? Non il mio titolo?» sussurro quelle domande una dietro l'altra, mentre con la mano sinistra giocherello con le collane dorate posate sul suo ampio petto.

«Se rispondessi di sì? Se rispondessi che non mi interessa governare sui quattro mari? Se rispondessi che l'unica cosa che desidero fare con la Lacrima di Calypso è avere il tuo amore? Cosa diresti Jade?» le sue dita affondano tra i miei capelli, la punta del suo naso sfiora la mia. È vicino troppo vicino.

«Ti direi che sei una stupido. Uno stupido principe azzurro»

«Sono un principe pirata. Un temibile, affascinante, meraviglioso principe pirata che farà di tutto pur di conquistare il tuo cuore»

«Non puoi conquistare il mio cuore, nessuno può farlo» sussurro.

«Io sì, l'affascinante pirata Jin può fare qualsiasi cosa»

Il sangue scorre rapido nelle mie vene. Le sue labbra morbide sono lì, sono ad un millimetro di distanza dalle mie, tonde, morbide, invitanti. La voglia di colmare quella breve distanza si accende come fuoco nel mio ventre ma proprio quando mi ricordo che non devo farlo, che non devo permettermi di cadere ancora vittima del suo fascino, lui serra le dita attorno alla mia nuca e mi solleva verso l'alto.

Qualcosa dentro di me esplode. Esplode e un incendio indomabile si propaga lungo il mio corpo quando le mie labbra entrano a contatto con quelle del capitano dei cigni neri. E non riesco ad allontanarlo. Anzi, assaporo il suo gusto dolce, la consistenza morbida della sua bocca, il profumo lieve della salsedine che aleggia attorno alla sua figura.

Un boato di applausi riecheggia nelle mie orecchie e il suono dei fischi, delle mani che battono tra loro e degli scarponi che si schiantano con forza sul pavimento interrompono l'incanto idilliaco in cui ero caduta.
Un lungo sospiro esce dalle mie labbra quando Jin si allontana.

«Ti va di continuare nella mia nave, principessa?»

«Io non sono una principessa» rispondo ma la voce mi esce bassa, melensa.
Lui sorride.

«Ti va un incontro privato tra Capitani allora?» i suoi occhi neri dalle lunghe ciglia folte mi osservano pieni di desiderio.

«Mi dirai dove si trova la Lacrima di Calypso?» insisto, sapendo di averlo in pugno.

«Ti dirò ogni cosa Capitana Jade, ogni cosa che vorrai sentire» risponde lui.

«Allora andiamo» mormoro quelle parole direttamente sulle sue labbra e con un movimento sensuale scendo dallo sgabello.
Volutamente faccio strusciare il mio corpo contro il suo e basta quel semplice sfioramento per farlo tremare. Ed eccitare.
Mi volto e senza nemmeno degnarlo di un ulteriore sguardo mi dirigo verso la porta, convinta che il giovane uomo mi segua come un bravo cucciolo ubbidiente, ma ancora una volta mi sbaglio. Dopo aver percorso qualche metro mi giro. Noto i suoi occhi fissi nel punto in cui solo pochi secondi prima ondeggiava il mio fondoschiena e dopo essersi umettato le labbra affonda la mano nella tasca dei pantaloni. Lo osservo estrarre una manciata di monete d'oro.

«Allan, per favore, la bottiglia» l'aspirante pirata posa il piccolo tesoro sul bancone e tutti nel locale si zittiscono, osservando i riflessi scintillanti tra le sue dita.
Gli occhi del barista saettano immediatamente su quel piccolo gruzzoletto inaspettato e sul suo volto si forma un ampio sorriso.

«Capitano Kim, tutto quello che desidera» con un rapido movimento il ladro sostituisce l'oro con il rum e, quando Jin lo ringrazia, sfodera un sorriso estasiato.
Il capitano della Black Swan però non lo degna di ulteriore attenzioni. Afferra il manico della bottiglia e con un movimento sinuoso arriva al mio fianco.

«Hai detto che è il rum più buono che tu abbia assaggiato da mesi, non potevo lasciarlo qui» e così dicendo si dirige verso la porta «Da questa parte Jade, ho attraccato la mia nave poco distante. Abbiamo molte cose di cui parlare».
Annuisco, prima di seguirlo.

Lo so che è una pessima idea posare piede ancora una volta sulla Black Swan. Lo so che non dovrei avanzare sul ponte nero, varcare la soglia della sua camera, continuare a bere assieme a lui. Ma ho bisogno di quelle informazioni. Ho bisogno di sapere la rotta da intraprendere il giorno successivo e forse, sebbene non lo voglia ammettere, una piccola parte di me ha anche voglia di lui.
Di risentire la morbidezza delle sue mani, il gusto della sua bocca, il profumo della sua pelle, la sua voce che chiama il mio nome mentre affonda tra le mie gambe. E purtroppo, o per fortuna, dopo diversi altri bicchieri di rum, una mappa scarabocchiata e la scoperta di un astrolabio incantato che indica le coordinate degli Artefatti dei Mari, quella voglia bruciante prende il sopravvento. Così, dopo diversi minuti, e diverso liquore versato, non riesco più a resistergli.

«Jade» la sua voce roca mi fa vibrare sopra le sue cose.
Con un movimento sensuale mi struscio contro il cavallo dei suoi pantaloni e lui affonda il volto contro il mio collo. Lo bacia, lo lecca lo succhia. Disegna una scia di puro fuoco sulla mia pelle, fino ad arrivare al tatuaggio sulla clavicola. Mi inarco quando sento la punta della sua lingua tracciare le linee nere impresse indelebilmente nella mia carne.
«Jade» ripete.
Le sue dita si serrano attorno ai miei fianchi. Mi fa ondeggiare contro di lui, contro il suo bacino, contro il suo membro turgido strizzato all'interno di quei pantaloni di cuoio che desidero solamente strappare via come un animale.

Gemo.

Con le dita gli afferro la camicia di cotone. Ne trovo i bottoni, inizio a spogliarlo.
Il suo petto liscio scivola sotto i miei polpastrelli e la mia femminilità si contrae, mentre immagino di mordere quella pelle morbida e lasciare lo stampo dei miei denti attorno al suo capezzolo.
Lui probabilmente sente le mie cosce tendersi perché smette di prestare attenzione al mio tatuaggio e sorride.

«Ti piace quello che vedi?» inizia a lasciare una rapida scia di baci fino alla mia mandibola ridacchiando «Ammetti che sono il più bel pirata di tutti i mari?».

«Stai zitto Jin! » imperativa affondo le dita tra i ciuffi scuri, la bandana è scivolata sotto la sedia giù da diversi minuti.
Gli tiro i capelli verso il basso, lui mugugna, ma quando capisce che non ho intenzione di mollare la presa alza il volto e non appena le sue labbra vengono illuminate dalla luce calda del lampadario sopra la nostra testa scatto.

Con un falco mi lancio su quel boccone prelibato, mordendolo.

Lui geme sotto di me e affonda le unghie nei miei fianchi, spingendomi contro di lui. E io mi spingo. Mi spingo contro il suo membro, contro le sue cosce, contro il suo busto, contro la sua bocca. I miei denti affondano nella sua carne, la tirano, la marchiano. E poi tocca alla mia lingua. Dischiudo le labbra e la infilo dentro di lui. Lo assaporo, lo gusto, lo faccio impazzire.

Il finto pirata, infatti, non fa altro che ansimare, gemere e mormorare il mio nome, in una litania infinita. Le sue dita scivolano sul bustino di cuoio, sulla fine camicia di lino che ancora impedisce ai nostri busti di entrare in contatto e quando strizza il mio seno attraverso il tessuto chiaro, mi inarco. La mia schiena si curva e sono costretta ad abbandonare la sua bocca, mentre una scarica di puro piacere fa pulsare le mie pareti e mi costringe a piegare la testa all'indietro.

«Jin» gemo, la vista si appanna.
Lo voglio. Lo voglio da impazzire. Ma devo dare la colpa all'alcool. Devo assolutamente dare la colpa all'alcool. Così mi volto, afferrò il bicchiere ancora pieno di rum e bevo un lungo sorso. L'alcool scivola senza problemi lungo la mia gola.

«Jade smetti di bere» la sua voce roca mi fa tremare «Voglio che ricordi ogni cosa: ogni bacio, ogni morso, ogni sensazione».
Gli occhi scuri del giovane uomo brillano e per un istante mi sembra di vedere un intero firmamento risplendere nelle sue iridi scure, ma quella visione dura il tempo di un battito di ciglia.
Porto ancora una volta il bicchiere alle labbra e bevo.
«Jade ti ho detto di - » non gli lascio finire la frase. Avvicino le labbra alle sue e dopo avergli strattonato i capelli verso il basso e avergli fatto dischiudere la bocca, faccio scivolare il rum nella sua gola. E lui beve, beve il liquore direttamente dalle mie labbra prima di tornare a baciarmi.

Le nostre lingue riprendono un duello fatto di dritti, rovesci, cavazoni, fendenti, frecciate. E ansimi. E saliva. E lussuria.

Jin inizia a slacciare sapientemente i lacci del mio bustino e quando percepisco il cuoio allentarsi ne approfitto per sbottonarmi la camicia. I vestiti scivolano lungo la mia schiena e con uno slancio mi porto in avanti. Faccio strusciare i miei seni contro la sua pelle e un brivido si propaga lungo il suo corpo. Il suo membro preme senza sosta contro il mio bacino.
Sorrido mentre, come la gatta in calore che ho visto al porto solo poche ore prima, mi strofino contro il suo corpo. Vogliosa, calda, impaziente. Le sue mani scorrono su ogni centimetro della mia schiena nuda e io, dopo avergli morso un'altra volta le labbra rosse, mi sposto verso il basso.

Inizio a baciargli la mandibola, il collo, la clavicola e con le mani traccio una lenta discesa sensuale.
Lui butta la testa all'indietro e mi lascia continuare. Mi lascia baciarlo, morderlo, succhiarlo. Mi lascia accarezzarlo, graffiarlo, stringerlo. Mi lascia fare tutto quello che voglio. E forse mi lascerebbe fare anche di più.
Con le dita traccio il contorno dei suoi pantaloni e lui spinge il bacino verso l'alto.

«Ti voglio Jade»

«Anche io Jin» ammetto, la testa leggera per merito dell'alcool.
Con le dita faccio passare il bottone attraverso l'asola e pochi secondi più tardi gli tiro i pantaloni verso il basso. Il suo membro guizza oltre il cuoio e le pareti della mia femminilità pulsano non appena il mio sguardo indugia sulla punta rosea e gonfia. Fra pochi secondi lo avrò dentro di me.
Jin sorride notando lo sguardo lascivo con cui gli sto osservando la virilità.

«Giuro, darei tutto l'oro del mondo per poterti vedere sempre con quell'espressione quando mi guardi» sussurra.

«Che modo stupido per sprecare denaro» lo prendo in giro e subito dopo sono in piedi.
Abbandono le sue gambe per pochi secondi, giusto il tempo di togliermi a mia volta i pantaloni e gli stivali e poi torno sopra di lui. Allargo le gambe, pregustando la sensazione della sua lunghezza che si fa strada tra le mie pieghe grondanti ma, prima che possa abbassarmi, le sue mani si serrano attorno alle mie cosce. E risalgono. Risalgono lentamente, fino al mio inguine.

Mi tendo.

L'aspirante pirata mi fissa con uno sguardo di fuoco che mi fa seccare immediatamente le fauci, ma bagnare molto più in basso. E un secondo più tardi è dentro. Un lungo dito è dentro di me e io non posso fare altro che gemere, e stringermi attorno alle sue falangi.
Affondo le unghie nella sua spalla, lasciando lo stampo di cinque piccole perfette mezzelune.
Il fuoco si propaga dalla mia femminilità, iniziando a incendiarmi il bassoventre e quando Jin decide di penetrarmi con un secondo dito tremo. Tremo e lui con la mano ancora libera stringe la mia natica destra impedendomi di allontanarmi, impedendomi di riprendere fiato, impedendomi di ragionare, impedendomi di fare qualsiasi cosa che non sia annegare nel piacere sopra di lui.
I miei umori colano sulla sua mano e il suono bagnato della mia femminilità riempie tutta la cabina, assieme ai miei gemiti di piacere.

«Ti voglio» miagolo, muovendomi a ritmo con le sue dita.
«Ti voglio Jin» affondo le dita nei suoi capelli. Lui mi ignora e continua a stimolarmi, facendo crescere la mia lussuria come un'onda del mare.
«Ti vogl- » sussulto quando con il pollice sfiora la perla esterna tra le mie gambe.
Si sta divertendo. Si sta palesemente divertendo a vedermi così: vogliosa, ansante, supplicante.
Non posso permetterglielo.
Gli stringo i ciuffi scuri, ancora una volta lo obbligo ad alzare lo sguardo.
«Ti voglio pennuto» gli soffio quelle parole direttamente contro il volto e lui sorride. Sembra stranamente soddisfatto.

«Allora prendimi...Capitana» con un rapido movimento si sfila dal mio corpo e allarga le braccia.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Mi calo verso il basso, gli afferro la base della virilità facendolo sussultare e poi, senza dargli nemmeno il tempo di sistemarsi comodamente sulla sedia, lo faccio affondare dentro di me. Direziono la sua punta turgida tra le mie pieghe gonfie e mi calo, lentamente, gradualmente ma sempre continuando a guardarlo dritto negli occhi.
E lui fa lo stesso.
Le sue iridi scure si fissano nelle mie e non distoglie lo sguardo nemmeno per un secondo. Nemmeno quando le mie pareti lo accolgono, facendolo tendere, o quando lo stringono, facendogli dischiudere le labbra, o quando lo inglobano completamente, facendogli tremare le palpebre dal piacere.
I nostri bacini collidono e la sua lunghezza si strofina nel fondo della mia femminilità. Gemo perché è grande, maledettamente grande. E lungo.

« Jad- » non lo lascio parlare. Non deve più parlare adesso.
Sebbene le mie pareti non si siano ancora abituate al suo membro inizio ad ondeggiare. Mi muovo in alto, in basso, in alto e ancora in basso. Inizio a farlo entrare e uscire dalle mie pieghe gonfie, madide, grondanti. Inizio a cavalcarlo, a montarlo, a scoparlo. Come voglio io. Solo e soltanto come voglio io. E a lui piace. A lui piace rimanere seduto, fermo. A lui piace che sia io a condurre quel gioco lascivo, che sia io a dettare il ritmo, la profondità degli affondi, la rotta dei movimenti, e io non potevo chiedere di meglio.

Torno a baciarlo, ad affondare la lingua nella sua bocca, ad assaporarlo, completamente, totalmente, mentre con le dita gli graffio il petto, e con il bacino mi spingo contro di lui.
Lo sento gemere.
Le sue mani si stringono attorno alle mie natiche, le sue braccia seguono i miei ondeggiamenti e il suo cuore batte frenetico sotto i miei polpastrelli.
Geme.
Mentre lo bacio, lo mordo, lo succhio, lo uso a mio piacimento.
Geme.
E l'eco lascivo dei suoi boccheggi si fonde a quello bagnato della mia femminilità, e a quello aspro dei nostri bacini.

«Jin» il suo nome mi sfugge dalle labbra quando, inclinando il bacino lievemente all'indietro, faccio strofinare la sua lunghezza sul mio punto esterno sensibile. Una scarica di puro piacere si conficca tra le mie cosce e ripeto quel movimento, sopraffatta dalla prepotente sensazione seguita a quell'ondeggiamento. La fiamma bruciante che avevo percepito incendiarmi il ventre torna, ancora più potente, ancora più rovente, ancora più eccitante.
Le mie pareti si contraggono con uno spasmo e i miei umori circondando il membro del giovane uomo che ansima senza sosta nella mia bocca. La sua lunghezza scivola con maggior facilità nella mia femminilità ormai grondante, e pochi secondi più tardi sento addensarsi uno strano calore tra le mie gambe. Aumento il ritmo dei miei movimenti.

Che stia per succedere di nuovo quella meravigliosa sensazione che ho provato l'ultima volta in cui siamo stati assieme?

Seguendo il mio istinto e le sensazioni del mio corpo inclino nuovamente il bacino verso l'alto e quando faccio riaffondare il suo membro dentro di me un brivido mi attraversa tutta la colonna vertebrale.
È meraviglioso.
Ripeto quel movimento ancora, e ancora, e ancora e senza rendermene conto mi ritrovo ad ansimare il suo nome. A graffiargli il petto e a cavalcarlo con sempre maggior vigore, con l'intento di farlo sfregare esattamente dove desidero, esattamente dove mi piace, esattamente dove mi fa impazzire.

«Sì Jade, sì...» mormora, stravolto anche lui dal piacere.
La vena sul suo collo pulsa,ricordandomi un animale in gabbia che tenta in tutti i modi di liberarsi e il suo petto si alza e si abbassa con dei movimenti sempre più rapidi.
«Sì Jade, vai così, vai così, vai -»

«Taci!» baciandolo lo zittisco, ancora una volta, ma non appena mi premo contro le sue labbra e incurvo lievemente la schiena, una marea esplode dalle mie gambe.
Una sensazione di totale piacere si diffonde in tutto il mio corpo e le cosce si contraggono con uno scatto, mentre perdo completamente il controllo del mio corpo. Il cuore mi palpita nel petto impazzito, il respiro si azzera, l'udito si affievolisce e la vista si appanna, mentre un'enorme onda si libera dentro le mie membra e il mare del piacere mi trascina nelle sue profondità inesplorate. È travolgente, sconvolgente, disorientante, inebriante.
Assuefante.
Mi inarco all'indietro e lascio che quella sensazione si impossessi di ogni mia fibra, di ogni parte del mio corpo. E assieme ai miei gemiti, ai miei ondeggiamenti, alle mie pareti che si contraggono ritmicamente e ai miei umori che colano dalle mie gambe, anche Jin arriva al limite.

Anche il Capitano dei cigni neri non riesce più a resistere e con un gemito roco e un ondeggiamento involontario del bacino si riversa tra le mie cosce. Le sue gambe si contraggono, la sua presa sulle mie natiche si serra e chiamando il mio nome si lascia completamente andare, sopraffatto dallo stesso piacere che sta ancora dilagando nelle mie vene, sotto la mia pelle, dentro la mia testa.

I nostri bacini si uniscono ancora per diverse volte, in una danza che anche lui non riesce a non ballare e quando entrambi ci ritroviamo stremati e senza energie, mi riverso in avanti.
I capelli mi solleticano la schiena nuda e per alcuni secondi il mio respiro si infrange contro il collo sudato del giovane uomo che, totalmente sfinito, si accascia contro lo schienale della sedia.
Dopodiché ridacchia.

«Perché ridi?» irritata cerco di riprendere fiato.

«Tu sei spettacolare Jade» mormora, gli occhi ancora chiusi «Davvero spettacolare. Nessun altra è come te».
Non so per quale motivo ma quelle parole mi innervosiscono.
Mi rialzo, facendolo fuoriuscire dalle mie cosce, ignorando i brividi di piacere che quell'ultimo sfregamento sensuale mi provoca.

«Non ti ci abituare» con un movimento rapido mi tolgo da quella posizione divenuta fin troppo intima e torno accanto al tavolo, dove ho abbandonato i miei pantaloni.
Lo sguardo mi cade sul piccolo contenitore di giada in cui Jin ha riposto l'astrolabio incantato. Quel piccolo oggetto che indica la rotta per la Lacrima di Calypso è il grande tesoro della Black Swan. E deve essere mio.

« Lo sai che non c'è due, senza tre» dice alle mie spalle l'aspirante pirata, la voce fin troppo appagata.

«Sì, e il quarto vien da sé» rispondo.
Il cuoio che risale sulla mia pelle sudata è fastidioso, ma continuo imperterrita a rivestirmi. Questa notte non dormirò nel suo letto. Non posso dormire nel suo letto.

«Esatto!»

«Ti piacerebbe...pennuto» mi volto, ripercorrendo i pochi metri che mi separano da lui.

«A te no?» sornione mi fissa, ma questa volta non riesco ad impedire al mio sguardo di cadere sul suo corpo ancora nudo.
Le spalle larghe, piene dei segni dei miei denti e delle mie unghie si alzano e si abbassano a ritmo con il suo respiro. Il petto glabro, illuminato dalla luce delle candele, sembra un bellissimo mare che vorrei tornare a solcare immediatamente e il suo membro, ancora lievemente turgido, mi incanta come la voce di una sirena.
Le mie cosce si tendono, facendomi capire che sì, sarebbero disposte ad accogliere ancora una volta quel meraviglioso pennone dentro di loro, ma questa volta le ignoro. Mi è appena venuta in mente un'idea per impossessarmi dell'astrolabio incantato e non posso perdere l'occasione di attuarla.
Con un movimento lento mi piego, sfiorando volutamente le gambe del giovane uomo con i capelli e raccolgo i vestiti che ha fatto scivolare ai suoi piedi, dopodiché mi giro.

«Avanti Jade, cosa fai? Te ne vai di già?» a quelle parole seguono alcuni istanti di silenzio. 

Torno con calma accanto al tavolo, dandogli sempre le spalle, gli occhi puntati sul contenitore davanti a me. Questo è il momento di agire.
Allungo la mano sinistra, mentre con la destra fingo di districare la camicia di lino, ma non appena le mie dita sfiorano la superficie liscia del contenitore di giada il corpo di Jin aderisce nuovamente al mio.
Sussulto, nascondendo le prove del mio misfatto con il tessuto di lino e trascinandolo verso di me. È quasi fatta. Mi manca poco.

«Non posso restare» mormoro lasciva, strusciando il fondoschiena contro il suo bacino, con il chiaro intento di distrarlo dal veloce gioco di mano che mi permette di infilare l'astrolabio nel borsello che ho appeso alla vita.
Il diversivo funziona.
Il piccolo oggetto, con tanto di custodia, scivola dal mio palmo nel suo nuovo posto sicuro e Jin non si accorge di nulla.

«Non vuoi accettare il mio accordo allora? Non sei disposta a rimanere al mio fianco e a farti portare fino al posto in cui è custodita la Lacrima di Calypso?» domanda direttamente nel mio orecchio.
Sorrido, mentre l'appagante sensazione della vittoria scorre densa nelle mie vene, donandomi nuovo vigore. Torno ad indossare anche la camicia. Ora devo uscire di lì prima che si accorga di quello che ho fatto.

«È proprio per questo che devo andare» lui si scosta di qualche centimetro e io ne approfitto per girarmi. Torno a fissarlo e devo ammetterlo almeno con me stessa, è davvero l'uomo più bello che abbia mai visto solcare questi mari.
«Non mi hai proposto di partire domani all'alba?» chiedo sensuale.
Lui annuisce, non intuendo però il senso di quella domanda.

«Per questo ti conviene fermarti qui da me. Partiremo appena il sole sorge»
Sorrido.

«Forse tu non ne sei al corrente ma una flotta ha bisogno di ore per prepararsi ad un lungo viaggio e, per quello che ho potuto capire in questo nostro breve incontro, ci aspetta un viaggio di settimane prima di poter anche solo arrivare vicino al nostro obiettivo»
I suoi occhi brillano, ora ha capito.

« Mi stai dicendo che hai intenzione di unirti a me con la tua flotta?»
Questa volta è il mio turno di annuire.

«Tu metti la rotta, io metto le navi. Che ne dici Capitano Kim?» sorrido lasciva, strusciandomi un'ultima volta contro il suo corpo tonico e caldo.

«Dico che è un ottimo accorto Capitana Jade» sorride estasiato e per un breve istante mi sento quasi in colpa a truffarlo in quel modo. Quasi, il mondo dei pirati è un mondo senza regole, senza leggi e senza remore e se davvero vuole diventare uno di noi è meglio per lui che lo capisca in fretta.

«Allora ci vediamo domani mattina Kim Seokjin» con le dita gli accarezzo il petto ancora nudo «E mi raccomando, di al tuo giovane cuoco con il braccio tatuato di tenere il rum al fresco nei prossimi giorno... ho la netta sensazione che avremo bisogno di fare molti altri incontri come questo durante la nostra lunga navigazione».

Con quell'ultima bugia, mormorata direttamente sulle sue labbra, concludo il nostro incontro, lasciandolo ubriaco e mezzo nudo nella sua cabina.
Vittoriosa attraverso il ponte di prua.
Ora che ho quello per cui sono venuta a Puerto Dorado  sono sicura che non dovrò mai più incrociare la mia rotta con la sua.

Tuttavia, esattamente come gli antichi miti che mio padre mi raccontava quando ero piccola, non avevo tenuto conto di una cosa importante, a volte, il destino di due persone può essere talmente intrecciato che nemmeno miglia e miglia di distese marine possono riuscire a tenerli separati.



🏴‍☠️Spazio Autrice🏴‍☠️

Finalmente è arrivato anche il compleanno del nostro adorato World Wide Handsome Jin!

E quale miglior modo per concludere la giornata del suo compleanno se non con una oneshot a lui dedicata?
Per cui eccoci qui!

Allora vi è piaciuto questo miniracconto con lui in versione pirata? Cosa ne pensate del Capitano dei cigni neri? Vi ha conquistat*? Ne vorreste sapere di più?
E Jade? La bella Capitana è riuscita ad entrare nei vostri cuore nonostante alla fine abbia ingannato il "finto pirata", come lo chiama lei?

Questa è la prima volta che scrivo una smut con protagonista Jin e spero di essere stata degna della mia piccola fama e si lo devo ammettere...non è stata poi così complessa da immaginare...maledizione!

Per questa raccolta di oneshot ci diamo appuntamento a fine mese ma nel frattempo vi ricordo che la mia Yellow Rose continua con un appuntamento a settimana e se ancora non avete idee per i regali di Natale il cartaceo di LUNAR ECLIPSE è sempre disponibile su Amazon!

A presto.

A.

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