Me Enamoré
-Me Enamoré
Le tanto agognate vacanze erano finalmente arrivate. Tre settimane di relax tra spiaggie incantate e serate in discoteca attendevano il giovane ventisettenne dai capelli corvini insieme al cugino. Attendevano quella vacanza da mesi e mesi e finalmente... Il tanto atteso momento era lì! Pronto per essere vissuto al massimo.
Dopo ore di coda costretti a sopportare il caldo soffocante, le chiacchiere di un gruppetto di ragazze tutte agghindate e degli stupidi cinquantenni con la sindrome di Peter Pan, i due cugini poterono finalmente varcare la soglia del locale.
Quel posto era senza dubbio quanto di più costoso fosse presente in tutto il Giappone. Ma in fondo potevano permetterselo, i soldi non erano mai stati un problema, l'unica pecca di quel posto forse era la rigidità presente all'entrata. Nemmeno al Pentagono di Washington era presente tanta inflessibilità.
Una volta dentro, un forte profumo di incenso accolse i sensi dei due mori con le sue note spezziate seguito dalle luce soffuse e il frastuono della musica in contrasto. Proseguirono lungo un corridoio pieno di immagini ritraenti le strar che presenzioarono quel locale nel corso degli anni giungendo finalmente alla sala principale.
L'ambiente in sè era bello, raffinato ma con quel tocco di modernità che non guastava. Il bianco e il nero regnavano nell'arredamento, arricchito da qualche tocco di rosso. Le pareti di un bianco candido alternate da quadri moderni in rosso e qualche parete arricchita da carta da parati con fantasia floreale rigorosamente in nero.
I divani neri spiccavani poggiati alle pareti candide, mentre i cuscini rosso carminio creavano un contrasto non indifferente. La pista posta al centro era colma di gente che ballava sotto le note della musica, mentre i Dj si alternavano in remix contenenti i tormentoni estivi più gettonati degli ultimi anni.
"Ti va un drink?" Fasciato da una camicia chiara ed un jeans aderente, Shisui si rivolse al cugino notando come stesse passando al setaccio tutto il locale.
L'altro si limitò nell'annuire seguendolo mentre studiava ogni singolo dettaglio di quel posto.
Il bar del locale era davvero spettacolare. Il bancone completamente in nero lucido mentre alle spalle dei baristi uno specchio di dimensioni considerevoli troneggiava alternato da screzzi di rosso creati dalle mensole su cui erano poggiate le bottiglie di alcolici e luci al led che illuminavano il tutto.
"Buonasera ragazzi! Cosa posso portarvi!"
Shisui ordinò due coktail non molto forti per dare il via alla serata. I due uomini si erano presentati in quel locale rinomatissimo tutti in tiro con l'intento di sedurre qualche bel bocconcino. In fin dei conti erano in ferie. E si sà! Le vacanze servono propio per divertirsi e staccare la spina dagli impegni quotidiani.
Itachi strinse la mano pallida e affusolata intorno al bicchiere contenente il suo drink sorseggiandolo appena mentre con lo sguardo setacciava la pista da ballo alla ricerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione.
"Cugino non essere così selettivo...! O andrai a casa a mani vuote!"
"Stavo solo valutando..."
"Tu valuti troppo!"
Itachi non rispose offeso. Non era colpa sua se detestava la monotonia. La sua vita era già fin troppo piatta, costantemente impegnato con l'azienda di famiglia, non ci vedeva nulla di sbagliato nel cercare qualcosa che animasse il suo interesse.
"Credo d'aver trovato qualcosa che fa per me..!" La voce allegra di Shisui tornò ad infastidire il minore. "Io mi butto! Buona fortuna anche a te cugino..!"
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che Shisui era sparito insieme ad una brunetta niente male. O forse era un Trans? A giudicare dall'altezza spropositata... Poteva anche essere.
Shisui era davvero un tipo originale, forse anche per quello oltre ad essere il suo cugino preferito era anche il suo migliore amico.
"Un mojito!"
Itachi si voltò verso quella voce che proprio alla sua sinistra si era rivolta al barista con tono particolarmente sicuro.
Una foltissima chioma rosso fuoco invase la vista del ventisettenne dai capelli corvini folgorato da quell'ondata di colore e vivacità, notando come quella capigliatura accattivante possedesse anche un corpo, due gambe due braccia un viso e due grandi occhi di un verde chiarissimo.
Meraviglioso.
Il barista si parò di fronte al giovane che aveva ordinato il mojito fissandolo scetticamente.
"Un documento prego!"
Il rossino storse lo sguardo ficcando la mano destra nel retro dei pantaloni tirando fuori il portafoglio porgento il documento al barista, che accertatosi della maggiore età del ragazzo acconsetì nella preparazione del cocktail.
Itachi osservò la scena studiando attentamente i lineamenti del viso di quel ragazzo. In effetti! Anche lui stentasse nel credere che fosse maggiorenne. I lineamenti del suo viso erano puliti e delicati, la pelle chiarissima, il naso sottile e non molto pronunciato e quelle labbra... Rosee e sottili.
Wow! Una bellezza da far girare la testa a chiunque.
"Devi star li a fissarmi ancora per molto?"
Colto in fallo, il moro inarcò un sopracciglio nascondendo lo stupore nel senirsi rivolgere quella domanda.
"Sicuro di essere maggiorenne? Non mi sempri poi così grande..!"
"Chi lo sà?" Il ragazzo dai capelli rossi scrollò le spalle con espressione neutra.
"Forse è un documento falso ed io in realtà sono un liceale che si è intrufolato qui corrompendo la sicurezza?"
Itachi ascoltò quella domanda/risposta chiedendosi se in raltà; quella non fosse una balla ma la pura e semplice verità, per poi ricordare i controlli presenti all'entrata del locale e.. No! era impossibile!
"Hai un gran senso dell'umorismo!"
"Sarebbe un complimento?" Il ragazzo dai capelli rossi accennò un leggero stiramento di labbra mentre il barista gli porse il suo mojito sorseggiandolo con estrema lentezza.
Il giovane Uchiha percepì il suo interesse accendersi, ed era certo che anche il ragazzo alla sua sinistra fosse interessato a lui. Quel sorrisetto non lasciava spazio all'immaginazione.
"Piacere Itachi!"
"Fujio!"
Il moro tornò a sorseggiare il proprio cooktail mantenendo lo sguardo fisso sul rossino. Era spaventosamente bello, anche se ancora stentasse a credere che avesse vent'anni.
"Allora Fujio cosa fei di bello nella vita?" Pose la domanda soffemandosi sulle labbra del giovane poggiate sul bordo del bicchiere intento nel sorseggiare il proprio cooktail.
Era più che ovvio che prima di addescarlo doveva instaurare un minino di conversazione, non poteva trascinarlo in bagno, sbatterlo dentro la cabina del WC e farselo senza un ben che minimo di delicatezza.
"Studio."
Itachi inarcò un sopracciglio irritato, quel ragazzino rispondeva in maniera così frettolosa e poco dettagliata. Qualcosa non quandrava.
"Se non ti sono simpatico dillo chiaramente!"
Fù lì che vide il giovane sopprimere una risatina portandosi una mano pallida di fronte alla bocca. "Non è questo! La mia vita non ha nulla di speciale, perciò non so cosa raccontare."
"Nemmeno la mia di vita è un gran chè in fatto di stravaganza..." Si ritrovò nel constatare notando poi quelle sottili labbra rosate stirarsi nuovamente in un lievissimo sorriso.
"Ti va di ballare?"
Itachi so soffermò sul viso del ragazzo. Quegli occhi verdi erano capaci di scatenare bufere dentro di sè, qualcosa che non gli era mai successo in tutta la vita.
"Ok!" Accettò l'invito fatalmente attratto da quello sguardo.
Entrami diedero un lungo sorso hai rispettivi cooktail terminandoli dirigendosi poi verso la pista da ballo, dove Shisui avvinghiato alla moretta che aveva addocchiato a inizio serata. Staccò appena lo sguardò dalla "ragazza" per posare un'eloquente occhiata al cugino che giunse in pista accompagnato da un ragazzo dai capelli rossi davvero attraente. Itachi mimò un "Vai a farti fottere" ricambiando il gesto che Shisui aveva mimano con entrambe la mani, riferendosi alla sua conquista.
"Conosci quel tizio?"
"é mio cugino!" Itachi rispose seccato.
Il rossino era sveglio, si era accorto di Shisui e della sua "elegante" performance. Il modo migliore per innaugurare una serata in un locale notturno, con un ragazzo appena conosciuto.
Il minore si lasciò sfuggire un lieve risolino mal trattenuto di fronte alla faccia scocciata del maggiore trascinandolo il più lontano possibile dal cugino, ondè evitare che tornasse alla carica con qualche altra battuta fuori luogo.
I due raggiunsero un angolino della pista parandosi l'uno di fronte all'altro. Itachi ammirò come gli occhi di quel ragazzo assunsero una tonalità di verde leggermente più scuro grazie alle luci soffuse del locale.
La musica cambiò. Adesso stavano passando un versione remixata di "Me Enamoré" di Shakira.
Il giovane dai capelli rossi con spavalderia, si avvicinò all'altro muovendo le spalle a tempo di musicasa sotto gli occhi attenti del più grande. Non riuciva proprio a non provare interesse per quel ragazzino.
"Continui a fissarmi come se volessi leggermi nella mente!"
"Mi sto solo chiedendo se hai davvero 20 anni come dici o se entro fine serata finirò in carcere per molestie su un minore?"
Un leggero sorriso, appena accenato. "Dovresti rilassarti Itachi! Nessuno finirà in carcere stasera."
Detto ciò, catturò entrambe le mani del moro porandole sui propri fianchi. "Adesso balliamo"
Uchiha ancora scettico lo lasciò fare, poggiando le mani sui fianchi stretti di quel ragazzo, che si era avvicinato sempre più a lui, tanto da sentire i rispettivi corpi sfiorarsi, mentre la musica proseguiva preannunciando una nottata piena di sorprese.
La musica andò avanti insiema hai corpi dei due giovani che nel giro di pochi secondi si ritrovarono avvinghiati l'uno all'atro.
Le mani del rosso con naturalezza condussero i palmi del più grande verso il proprio serere, mentre i bacini sfregavano tra loro, il moro adesso era con il viso a pochi centrimetri dalle labbra dell'altro. Le fronti a contatto mentre i loro occhi contiuvano a scrutarsi.
"Sei sempre così intraprendente?" Itachi fremeva dal desiderio di baciare quel piccolo demone tentatore, ma non voleva nemmeno dargli la soddisfazione di cederetanto in fretta.
"Dipende..!" Rispose premendo maggiormente il corpo contro quello dell'altro lasciando che i loro nasi si sfiorassero ghignando.
Uchiha socchiuse gli occhi sospirando nel sentire l'erezione chiusa all'interno dei pantaloni gonfiarsi sempre più. Quel ragazziono era intossicante, sapeva come attirare l'attenzione su di sè e lui come un allocco ci stava cascando. Ma tutto sommato, valeva correre il rischio. Era in vacanza. Una vacanza che non si concedeva da tanto tempo... Poteva anche provarci.
Con lentezza lasciò che le loro labbra si incontrassero assaporando finalemente il sapore di quel intrigante rossino. Sapeva di mojito.
Le braccia del più giovane si allacciarono intorno al suo collo, mentre le bocche bramose si assaporavano, seguite dalle lingue che giocavano rincorrendosi a vicenda in un danza erotica, mentre i corpi percepivano la temperatura corporea salire fino all'inverosimile.
Si staccarono poco dopo ansanti, percependo la bramosia di approfondire qual contatto.
"Qui ci vuole qualcosa di alcolico!" Il giovane dai capelli color fuoco ancora ansimante, si voltò tringendo il polso del maggiore conducendolo nuovamente verso il bancore del bar.
"Due schortini!" Ordinò, mentre Itachi ancora un po' stordito dall'intraprendenza di quel marmocchio lo fissava stranito.
"Sei parecchio sfacciato per la tua età!"
"Non ci trovo nulla di male nel volermi divertitre. Se ti trovi in questo locale, suppongo che tu sia entrato qui con lo stesso scopo?"
Decisamente! Quel moccioso era davvero troppo sfacciato. Però anche tanto bello e interessante.
"Barista! Mi dia due dei coktail. I più forti che avete!" Ordinò tornando con lo sguardo verso il più giovane.
"Reggi l'alcool?"
"Abbastanza..!" Rispose il giovane con uno stiramento di labbra appena accenato.
Pochi minuti e il barista porse loro i drink tornando al proprio lavoro. Itachi posò lo sguardo verso la pista alla ricerca del cugino non trovandolo, probabilmente era andato a rintanrsi da qualche parte con la sua nuova conquista. Tornò a prestare attenzione al piccolo rossino accanto a sè.
"Fujio sei ancora in tempo per tornare indietro!" Stuzzicò il ragazzo.
Il rosso mando giù tutto dun sorso lo schortino sguito dal coktail.
"Sto benissimo! Adesso è il tuo turno!" Sorrise in attesa di vedere la reazione dell'altro.
Uchiha dedusse che quella frase fosse una sorta di sfida che accettò mandando giù entrambi i bicchieri chiedendo il bis subito dopo. In meno di 30 minuti, Itachi sentiva già la testa girare, mentre il ragazzino lo fissava divertito sorridendo beffardo con quei suoi magnetici occhi verdi.
"Mi sembri già sbronzo?"
"Sto benissimo! Sono solo un po'... allegro!" Rispose tentando di mostrarsi il più naturale possibile.
Stupidamente si era fatto abbindolare da quel bel faccino mandando giù più alcool del previsto.
Il rossino ridacchiò divertito intuendo la realtà dei fatti. Con movimenti lenti e studiati inchiodò i proprio occhi in quelli neri del più grande portando le loro labbra a pochissimi centimetri di distanza.
"Conosco un buon modo per aiutarti a smaltire la sbronza!" Soffiò delicato mantenendo il contatto visivo.
"Insegnami! Sono curioso." La risposte non si fece attendere.
Itachi si sentì strattonare per la camicia venendo trascinato, quasi brutalmente in mezzo alla folla che si dimenava tentando di andar dietro alla musica, ma ormai troppo alticci per riuscirci veramente. Si ritrovò di fronte hai bagno del locale, venendo strattonato dentro per poi assalito dalle labbra di quel ragazzino.
Le mani incastarte tra i capelli neri del giovane, mentre l più grande ancora un po' stordito accolse la lingua calda di quel ragazzo dentro il suo palato lasciando scorrere le mani fino al fondo schiena di quell'intrigante giovane.
Il bacio divenne subito rovente, i due ragazzi si assaporavano con bramosia come se non ci fosse un domani mentre proseguivano all'interno del bagno fino a scontrarsi con il bordo del lavandino. Si staccarono alla ricerca di aria scanbiandosi un bacio desideroso.
Il rosso sorrise malizzioso leccandosi le labbra con naturalezza, invertì le loro posizioni spingendo il maggiore contro il bordo del lavandino.
"Vuoi ancora che ti aiuti a smaltire la sbronza?" Chiese rorridendo con l'intento di provocarlo.
"Non aspetto altro!" La risposta arrivò prontamente.
Il giovane senza farsi attendere portò entramebe le mani alla patta dei pantaloni del moro slacciando la cintura sganciando il bottone, calando la cerniera continuando a tenere i propri occhi verdi inchiodati in quelli neri dell'altro.
Calò i pantaloni fino a metà cosca trovando un enorme rigonfiamento. Proseguì il suo operato abbassando la stoffa dei boxer bianchi afferrando il sesso eretto portandolo alle labbra senza indugi.
Itachi fissò la scena con occhi sgranati sentendo quelle sottili labbra rosee avvolgersi intorno alla propria erezione inglobandola in buona parte.
La sensazione che ne seguì fu incredibile. Istintivamente portò una mano sulla testa del giovane sotto di se incastrando le dita tra i suoi capelli rossi invogliandolo nel succhiare sempre più forte, senza nemmeno accorgersene.
Sentiva quella bocca avvolgerlo in quel calore, infondergli un forte piacere. Di bocchini negli anni ne aveva ricevuti parechi... Ma quel ragazzino era davvero bravo.
Chiuse gli occhi lasciandosi guidare solo dalla sensazione che quella splendida bocca gli procurava aumentando istintivamente la presa sui capelli dell'altro fino a sentire l'orgasmo arrivare. Troppo ubrico per trattenersi, venne sporcando il viso pallido di quel giovane.
Con il respiro corto vide il ragazzo pulirsi il viso con un fazzoletto di carta gettandolo nel cesto dei rifiuti con un gesto secco alzando lo sguardo.
"é stato un vero piacere!" Sorrise sornione uscendo dal bagno lasciando il moro ancora stordito poggiato contro il bordo del lavandino.
Itachi si portò le mani alle tempie, adesso che la sbornia iniziava a fluire via, un mal di testa lancinante si stava facendo strada seguito da un terribile senso di nausea che lo costrinse chiudersi in una cabina con il capo chino verso il water rigettando tutto ciò che aveva bevuto.
Un orribile sapore acre gli impastava la bocca insieme al mal di testa che non voleva saperne di diminuire d'intensità. Con calma si mise in piedi dandosi una ripulita osservando la propria immagine riflessa nello specchio.
"Ho un aspetto terribile! Che ore sono?" Portò la mano nel retro dei pantaloni afferrando il cellulare .
"Sono già le 3!"
Era notte fonda, senza che ne accorgesse il tempo era trascorso ad una velocità disarmante. Lentamente uscì dal bagno dove il rimbombo della musica arrivava leggermente ovattato, venendo colto il pieno da quella musica assordante, andò alla ricerca del cugino, si sentiva uno straccio non sarebbe mai riuscito a tornare a casa da solo.
Con passo lento raggiunse il bar richiamando il barista chiedendogli il conto. L'uomo con estrema gentilezza porse a Uchiha lo scontrino con il totale da pagare integrando nel conto, anche i cocktail del giovane dai capelli rossi. Itachi sorrise, avrebbe pagato lui anche per quel ragazzino. Tirò fuori il portafoglio dai pantaloni pronto a porgere i contanti al barista, quando si accorse che i contanti all'interno del portaglio erano spariti.
"Ma che cazzo!" Urlò incredulo.
Com'era possibile che tutti i contanti che si era portato dietro fossere scomparsi nel nulla?
"Qualche problema signore?" Il barista incuriosito si avvicinò.
"Sono stato derubato... Se mi concede solo un istante cerco mio cugino e chiedo a lui se può prestarmi del denaro per saldare il conto!"
"Lei rimanga qui! Mi indichi chi è sui cugino e manderò un cameriere a carcarlo."
Itachi annuì acconsentendo alla richiesta. Era palese che quell'uomo non si fidasse, chissà quanta gente aveva cercato di raggirarlo in quel modo?
Inoltre non aveva carte di credito con sè. Non le aveva portate proprio per il timore di venire derubaro e alla fine era successo veramente.
Si accasciò contro il legno del bancone avvilito sforzandosi di pensare a chi avrebbe potuto sfilargli tutto il denaro senza che se ne accorgesse.
"Quel dannato moccioso!" Imprecò.
"Itachi! Che sta succedendo? Dov'è quel bellissimo fighetto dalla chioma infuocata?"
"Non nominarlo nemmeno quel delinquente!" Rispose furibondo digrignando i denti. "Non so come abbia fatto a raggirarmi..."
Shisui trattenne le risa pagando i conto del cugino.
"Racconta sù!" Lo incitò.
"Stupidamente mi sono sbronzato, poi siamo finiti in bagno, mi ha fatto un pompino e subito dopo è filato via come un razzo."
"Con il malloppo?" Constatò il maggiore dei due Uchiha.
"Si..." Sospirò rassegnato l'altro mentre raggiugevano l'auto parcheggiata a poche centinaia di metri dal locale.
Shisui scoppiò in una risata incentivando l'irritazione del cugino, ma trattenersi era davvero dura. Raggirare Itachi non era semplice eppure quel bellissimo ragazzo ci era riuscito. Doveva essere un esperto.
***
Da quella serata, un mese era trascorso ma nonostante ciò, spesso e volentieri Itachi continuava a chiedersi che fine avesse fatto quel piccolo bastardo e cosa ne avesse fatto dei suoi soldi. Non riusciva a rassegnarsi, si era fatto fregare come un allocco.
E da un moccioso poi!
Masaggiò la radice del naso dando uno sguardo veloce all'orologio da polso, mancavano 10 minuti alla sua pausa pranzo, non aveva molto appetito, ma un po' di relax gli serviva. Nel pomeriggio avrebbe dovuto presenziare ad una riunione importantissima e una piccola pausa ci voleva proprio.
Lasciò sulla scrivania gli appunti che gli sarebbero serviti per la riunione, strinse il soprabito sotto braccio mentre con l'atra mano teneva la ventiquattrore con all'interno il suo fedele I Pad.
Entro in ascensore, pigiando il pasto del piano terra attendendo che l'ascensore scendesse. Non gli andava proprio di andare a pranzare in qualche locale insieme a Shisui.
"Potrei andare al centro commerciale..."
Non era male come idea un giro tra le vetrile lo avrebbe distratto da tutti gli impegni che gli affollavano la mente.
Salì sulla metro osservando le persone intorno a lui con noia. Giunto a destinazione, diede un occhiata all'immensa costruzione, era formata da enormi vestrate e ben cinque piani stracolmi di negozzi e ristoranti. Varcò la soglia d'entrata, oltrepassando le grandi porte scorrevoli in vetro venendo colto dalla frescura dovuta all'aria condizinata.
Camminando diede un sgurdao hai negozzi situati al piano terra non trovando nulla di interessante, decidendo di spostarsi al primo piano. Fece un giro soffermandosi di fronte alla vetrina di un negozzio per uomo, attratto da una camicia blu semplice ma dal taglio raffinato. Perfetta per il suo completo nuovo.
Soddisfattò uscì poco dopo stringendo nella mano destra la busta contenente il nuovo acquisto diretto verso il ristorante postro al terzo piano del centro commerciale. Prima di raggiungere il ristorante preferì fare un giro anche li.
Cammianava con passo tranquillo, non aveva alcuna fretta mancava ancoro un paio d'ore all'inizio della riunione. Distrattamente osservava le persone all'interno dei negozzi quando incrociò una ragazza dai folti e lunghi capelli rossi, riportando alla mente di Itachi il ricordo di quel ragazzo conosciuto un mese prima in quella discoteca.
"Quel maledetto!" Ringhiò percependo l'irritazione tornare.
Non riusciva proprio a capacitarsi di ciò che fosse accaduto. Continuando a cammianre incrociò una testa rossa sbarazzina. Si bloccò di botto facendo un passo indietro puntando lo sguardo sulla figura del ragazzo che quatto quatto stava sgraffignando dei cioccolatini dal negozzio di dolciumi.
Assottigliò maggiormente lo sguardo, sbarrandolo subito dopo riconoscendo il ragazzo come il delinquente che gli aveva svuotato il portafoglio con la scusa di fargli una pompa nel bagno della discoteca un mese prima.
"Piccolo ingrato ora ti faccio vedere io!"
Partì spedito verso il negozzietto di dolci, gli occhi neri fissi sul suo obbiettivo ostentando una falsa calma, mantre dentro stava ribbollendo.
Agile e silenzioso si avvicinò al ragazzo di una mancita di centimetri più basso stringendogli il polso con forza, mentre sgraffignava un paio di liquirizzie.
Il giovane sentendosi bloccare puntò gli occhi chiari verso la mano che si era serrata sul polso sollevando poi lo sgurdo incrociando gli occhi neri e seri del maggiore.
Il rossino granò gli occhi serrando le labbra colto con le mani nel sacco.
"Ciao.. Ti ricordi di me?" La voce di Uchiha uscì sicura, palesando il tono ironico.
L'altro rimase zitto.
"Posso esservi utile?" Il tono cortese della commessa arrivò.
"Perchè non paghi le cose che hai preso così possiamo andare?"
Itachi inclinò leggermente la testa di lato sorridendo appena, rivolto al ragazzo che rabbrividì.
Il rosso deglitì. "No, non voglio nulla grazie."
Mollò la presa sulle liquirizie venendo trascinato fuori dal negozio dal moro, lasciando la commessa perplessa.
L'uomo lo teneva strettoper il polso, trascinandolo fino alla terrazza esterna, raggiunsero un angolino tranquillo accanto a delle panchine.
Il giovane a testa bassa sentiva lo sgurdo bruciante del moro su di sè. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo.
"Tu sei quel malesettissimo bastardo che mi ripulito il portafoglio in discoteca!" Sputò non degnandosi minimante di contenere la propria rabbia.
Non ricevette risposta, il ragazzo si strinse su sè stesso tenendo la testa bassa.
"Sto parlando con te!" Gli urlò incazzato strattonandogli il polso ancora stretto nella sua presa ferrea.
Il rosso strinse gli occhi istintivamente voltando la testa di lato, aspettandosi un ceffone che non arrivò. Con il cuore che batteva a mille per la tensione, aprì gli occhi trovando lo sguardo furioso del tizio dai lunghi capelli neri.
"Non ti chiami Fujio vero? E non hai nemmeno 20 anni?" Domando l'uomo, adesso con aria esaperata.
Il giovane con il solo movimento della testa confermò, non aveva il coraggio di parlare. Aveva combinato una cazzata sperando di scamaprla liscia... E invece ara stato beccato.
Mantenendo la presa salda sul polso del ragazzo, Itachi si porto la mano sinistra al viso massaggiando gli occhi sempre più agitato.
"Come ti chiami veramete? E vedi di dirmi la verità o ti trascino dalla polizia!" Aggiunse emettendo un potente sospirò furioso dal naso.
"G-Gaara Sabaku... E ho 17 anni." Fu la risposta del ragazzo che ancora non osava alzare lo sguardo.
Uchiha sgranò gli occhi ammutolendosi. Nella sua testa sua testa rimbombava solo quel numero 17. Qule dannato ragazzino aveva 17 anni? 10 anni in meno di lui?
Si era fatto fare davvero un pompino da un ragazzino di 17 anni?
Adesso si che rischiava la galera se si fosse venuta a sapere una cosa simile.
Gaara azzardò nell'alzare lo sguardo verso l'uomo. Lo vide socchiudere gli occhi e respirare profondamente, la cosa non preannunciava nulla di buono.
"Come hai fatto a procurati quei documenti falsi? Non è la prima volta che addeschi persone per derubarle vero?" Asserì con voce falsamente calma.
Il ragazzo sentì la colonna vertebrale percossa da brividi di puro terrore. Che intenzioni aveva adesso? Perchè gli rivolgeva quelle domande?
"I-Io..." Cominciò con voce tremante non sapendo cosa rispondere.
Non poteva ammettere la verità, rischiava di provoovare maggiormente le ire di quel tipo.
"Dimmi la verità!" Gli urlò ancora strattonandolo verso il muro, sbattendolo malamente sulla parete.
"ok lo ammetto. L'ho fatto altre volte" Ammise messo alle strette.
Itachi emise un altro sospiro sempre più nervoso. Doveva darsi una calmata, immediamtamente.
"Posso sapere che ne hai fatto dei miei soldi?" Domandò con mal celata irritazione.
I rosso si blocco con lo sguardo fissò negli occhi neri dell'uomo, inspirando dalla bocca cercando di incanalare più aria possibile.
"Rispondi!" Gli intimo ancora Uchiha stattonando ancora una volto il polso chiaro e sottile.
"Li ho spesi! Mi sono comprato un paio di scarpe e degli abiti, ok!" Ripose Gaara con tono alto frustrato.
Tutto poteva immaginare tranne questo. Chi lo avrebbe mai detto che avrebbe reincontrato il tizio che aveva derubato in uma metropoli grande come Tokyo?
Il moro sempre più in preda alal rabbia, deglutì, inspirando profondamente. Come doveva comportarsi adesso?
"Bene! Chiama i tuoi genitori e ridammi indietro i soldi che mi hai sottratto!" Sentenziò.
"Cosa?! No! Impossibile!" Urlò il diciassettenne in preda al panico.
"Come sarebbe a dire no?" Itachi digrinò i denti.
"Vivo con i miei fratelli maggiori, e se mia sorella scopre quello che ho fatto... Mi chiude in riformatorio." Ammise con sguardo basso aggrottando le sottilissime sopraciglia rosse.
"Non è affar mio! Rivoglio indietro quello che è mio!" IL moro non demordeva.
Non era tanto a causa del denaro, lavorava in un azienda di successo i soldi erano l'ultimo dei suoi problemi. Era l'umiliazione quella che bruciava, oscurandogli la ragione. L'umiliazione per essersi fatto raggirare de un moccioso di 17 anni. Il suo orgoglio gli imponeva che in un modo o nell'altro voveva far scontare a quel ragazziono una pena per l'umiliazione infertagli.
"Ti supplico!... farò qualsiasi cosa! Ma non puoi davvero pretendere che racconti a mia sorella quello che è successo?" Il giovane pareva seriamente mortificato.
Itachi si concesse qualche altro minuto per pensare.
Di punto in bianco trascinò il ragazzino all'interno del centro commerciale fino a raggiungere il bar, chiedendo carta e penna al barista.
Gaara lo vise scrivere qualcosa sul pezzo di carta per poi strappargli il cellulare di mano.
"Questo lo tengo io!" Affermò serio l'uomo strigendo lo smart phon nella mano destra.
"HEi! Che dialvolo fai? Urlò il giovane, notevolmente più basso del moro.
"Se ci tieni a riaverlo indietro! Ti aspetto a casa mia per le 18:00. Questo è l'indirizzo!" Piazzò il foglio tra le mani del ragazzo con aria serissima, allontanandosi, lasciando il rosso ancora li impalato con aria sconvolta.
"Maledetto!" Digrignò tra i denti osservando l'indirizzo ripotato sul foglio di carta. Non poteva rifiutarsi o poteva dire addio al suo cellulare.
Alle 18:00 in punto, Gaara si presentò di fronte all'indirizzo riportato dul pezzo di carta, pregando di non trovare nessuna pattuglia di polizia ad attenderlo. Il portone gli venne aperto eil giovane salì su per l'ascensore fino ll'attico del palazzo.
Già il portone d'entrata emanava lusso, l'ascensore in vetro era anchepiù costoso. Ci avrebbe scomesso.
"E poi quel bastarso ha anche il coraggio di giudicarmi! Se vivessi in in tanto sfarzo non mi toccherebbe rubare!" Digrinò a denti stretti.
Giunse nell'attico rimanendo basito di fronte all'appartamento del tizio.
Era qualcosa di inimmaginabile. Mobili moderni, dai tratti semlici e raffinati, una Tv che sembrava lo schermo di un cinema tanto era grande, casse acustiche luci che si accandevano solo con uno schiocco... Roba che Gaara avrebbe solo potuto sognare.
"Bene! Ora facciamo un patto." Iniziò il moro. "Tu verrai qui ogni pomeriggio dopo la scuola e farai le faccende domestiche e io chiuderò un occhio!" Terminò serissimo.
"Che cosa?!" Urlò il ragazzo. "Te lo sogni bello! Non sono mica il tuo schiavo!" Sbottò ancora assottiglaindo lo sguardo incavolato nero.
Col cavolo che andava a fare la colf a casa di quello stronzo.
Itachi incrociò le braccia al petto con superiorità.
"Bene! Innanzitutto... Scordati che ti ridia il cellulare e se la metti così... Allora faremo i conti con la polizia!" Teminò serio con grandissima calma.
Gaara siritrovò nello sgranare nuovamente i suoi occhi verdi. Inspirò profondamente dalle narici, ingoiando l'orgoglio.
"Ok... come vuoi tu!" Asserì con capo chino. "Adesso posso riavere il mio cellulare?"
Porse il cellulare nelle mani del ragazzo con un sorriso beffardo.
"Che diavolo hai da sogghignare? " Domandò ancora il giovane dai capelli rossi.
"Ha dimenticavo! Mi fratello è riuscito ad acherare il tuo cellualre. Ho il tuo numero, il tuo indirizzo, la tua mail e tutti tuoi dati personali. Se domani non ti presenti a casa mia... Ti rovino!" Precisò sempre con quel ghigno malfico.
Il giovane Sabaku si ritrovò per l'enensima volta, con occhi e bocca spalancati.
"MALEDETTISSIMO BASTARDO!" Urlò tentanto di dargli in pugno che non arrivò
L'uomo lo bloccò velocemente in una presa di ferrò. E lui che sperava di svignarsela una volta riavuto il proprio cellulare indietro e mandare al diavolo quel deficiente. Si era fatto fregare come un poppante.
"Pensavi davvero che ti avrei ridato il telefono senza prima assicurarmi che scontassi la tua pena? Povero illuso!" Sognignò ancora Itachi divertito.
Il rossino prese a respirare profondamente tentando di placare l'ira sempre più forte e predominante, per poi lasciarsi andare ad un sospiro esaperato.
Quel tizio lo aveva letteralmente incastrato.
***
"Documenti prego!"
Gaara si ritrovò nel porgere i documenti al butta fuori del locale, l'uomo dopo aver controllato tutto si fece da parte lasciando passare il ragazzo.
Con un profondo respiro, il giovane dalla folta chioma fulva osservò il locale. Era cambiato davvero tanto in quei 3 anni, era tutto così diverso da come lo ricordava.
Avevano rinnovato le pareti, sostitutito gli arredi, persino il bar era differente. Ma non gli dispiaceva. Anche se diverso... Quel luogo gli evocò alla mente il ricordo di quel tizio che per un mese intero lo aveva usato come colf.
"Stronzo!" Sibillò rammentando il nome di quel tipo.
Ok, era anche vero che all'epoca aveva commesso un enorme cazzata, per non parlare dalla patente rubata a suo fratello maggiore, solo per poter accedere al locale... Adesso un po' si era pentito di quella bravata. Complice la punizione scontata.
Per un mese intero si era visto costretto a sottostare al ricatto di quel bastardo. Non lo trovava mai in casa. Lasciava la copia delle chiavi al portinaio del palazzo che gli apriva l'appartamento, trovando ogni pomeriggio un foglio all'ingresso con ellencate le faccende da sbrigare, per poi lasciare che fosse nuovamente il portinaio ad occuparsi di richiudere a chiave il lussuoso appartamento.
"Ero un emerito idiota a 17 anni!" Meditò raggiungendo il bar ordinando ancora una volta un mojito.
"Concordo!"
Il commento tagliente arrivò alle orecchie del ragazzo cha ancora attendeva il suo cocktail lasciandolo sconcertato. Si voltò lentamente verso il possessore della voce.
"Ciao Gaara è da molto che non ci vediamo!"
"Itachi?" Il giovane sgranò gli occhi nel ritrovarsi davanti il tizio che lo aveva shiavizzato per un mese intero facendogli pulire, da cima a fondo quell'immenso appartamento.
"Vedo che ti ricordi il mio nome!" Continuò sarcastico l'uomo dai lunghi capelli corvini.
"E come potrei dimenticarlo!?... Mi hai trattato come una donna delle pulizie per un mese intero!" La voce irritata, mentre il barista gli porgeva il mojito.
Itachi osservò il cocktail. "Almeno adesso, sei abbastanza grande da poter ordinare certe cose?"
"Adesso 20 anni li ho veramente!" La risposta piccata provocò un risolino divertito nel maggiore.
"Un mojito anche per me, grazie!" L'uomo si rivolse al barista dando poi un occhiata veloce alla pista da ballo.
Pochi istanti è il barman porse il bicchiare colmo di liquido alcolico ha Uchiha che bevve tutto d'un fiato.
"Ti va di ballare?" Si rivolse al ragazzo che lo fissò spiazzato per poi accettare la proposta, mandando giù anche lui il resto del bicchiere.
Si spostarono sulla pista da ballo. Gaara si soffermò nell'osservare i lineamenti dell'uomo ormai trentenne.Non era cambiato di una virgola, era bello. Dannatamente bello. Proprio come la prima volta che lo aveva visto 3 anni prima.
Dal canto suo anche Itachi si soffermò nell'osservare i lineamenti del ragazzo. Non era cambiato moltissimo, ma aveva perso quei tratti tipicamete infantili di qualche anno prima. Ora era un giovane uomo in tutto e per tutto. Bellissimo.
La confusione presente sulla pista da ballo portò i due a ballare con i corpi stretti l'uno all'altro, mentre i due continuarono a fissarsi occhi negli occhi, nero nel verde.
Con una punta di sfacciataggine, il rosso avvolse le braccia intorno alle spalle del moro, mentre quest'ultimo posò le mani sui fianchi del minore, continuando a tenere lo sguardo incatenato in quelle iridi verde chiaro.
"Preferisci andare in bagno o al bar?" Tornò a chiedere il maggiore.
"In bagno!" Fù la pronta risposta del giovane.
In fin dei conti... Un po' di sano divertimento potevano concederselo. Erano li per questo.
Febbricitanti raggiunsero i bagni degli uomini, trovando una coppietta appartata in un angolo. Uno dei due era poggiato contro il lavandino mentre l'altro gli stava tirando un bocchino. La scena riportò alla mente di entrambi come si erano conosciuti.
"Adesso il giochetto te lo faccio io!" Sentenziò Itachi con un sorrisetto malizioso, trascianndosi il ragazzo dentro una toilette chiudendo la porta.
Il luogo era stretto, ma non tanto mal andato. In quel locale ci tenevano molto all'igiene. Sbattè il rosso contro la parete baciandolo avido, piazzandogli la lingua in gola, palpando le natiche desideroso, stringendo la carne morbida tra le dita. Senza ritegno gli sbottono i pantaloni calandoli giù fino alle ginocchia, a sua volta inglobando completamente il sesso del ragazzo tra le labbra.
Gaara spiazzato boccheggiò, cercando di trattenere il desiderio di venirgli in bocca all'istante. Strinse i capelli neri dell'altro tra le dita pallide, incanalando quanta più aria possibile, quello leccava e cucchiava vorace, sfiorando i peli del pube con il naso.
Ad un certo punto sentì le dita del moro intrufolarsi tra le sue natiche mentre continuava a succhiargli il cazzo con dedizione. Lo stava preparando. Stavolta non si sarebbe concluso tutto con un bel pompino, sarebbero andati fino in fondo. Molto in fondo.
Itachi sfiorava quella piccola apertura delicatamente intrufolando il primo dito, non trovando nessuna opposizione. Il rossino era talmente coinvolto dal lavoro di bocca, che non riusciva ad opporsi a quell'intrusione.
Intrufolò anche il secondo dito sforbiciando. Puntò gli occhi neri verso il viso del rosso gurdandolo mentre godeva, sotto le sue cure. Era divertente vederlo gemere e poi adesso... Era maggiorenne. Potevano benissimo andare fino in fondo, senza sensi di colpa.
Sentendolo stringere particolarmente la stretta sui suoi capelli, segno che da un momento all'altro sarebbe venuto, si staccò da qual corpo alzandosi in piedi.
Il giovane crollò addossato alla parete ansimando, il cazzò ancora duro e pulsante tra le sue gambe urlava d'essere soddisfatto.
"P-perchè ti sei fermato?" Chiese boccheggiando ancora una volta.
"Perchè è ora di qualcosa di più appagante!" Fu la risposta del trentenne, che asciugò i rivoli di saliva con il dorso della mano destra.
Sempre Uchiha afferrò il rosso per i fianchi portandolo con le braccia poggiate verso la parete, la schiena arcuata e il sedere esposto.
Osservò attentamente quelle natiche tonde, sode e pallide come la luna sogghignando per la fortuna che aveva ottenuto nel poter godere di quel bel panorama.
Gaara eccitatto come non lo era mai stato in vita sua, si lasciò guidare dalle mani di quell'uomo così sexy ed affascinante, oltre che incredibilmente bastardo.
Boccheggiò senza fiato, nel percepire qualcosa di caldo vezzeggiare la sua apertura ancora una volta. Lo stava leccando per inumidirlo meglio. Quella dolce tortura durò ancora per qualche minuto venendo poi sostrituita da qualcosa di molto più grosso e duro.
La penentrazione inizialmente fu dolorosa, ma sostituita poco dopo da un immenso piacere.
Il ragazzo teneva le mani poggiate alla parete, mentre il moro dietro di sè lo stringeva per i fianchi, spingendo animatamente. Inarcuò ancora un po' la schiena, quanto bastava per sistemarsi meglio e godere a piendo di quelle spinte che lo mandavano in estasi, trovando il punto giusto.
"HAAA!!!!"
Un urlo si levò dalla toilette, ma la musica era talmente forte da mascherare quelle grida di piacere.
Itachi spingeva animatamente sentendo qual giovaen dalla chiuma fulva andargli incontrocon il bacino, muovendolo con l'intendo di farlo arrivare sempre più in profondità. gemendo senza il minimo ritegno.
E l'uomo dovette ammettere che quella situazione era in assoluto la più eccitante che gli fosse mai capitata. Piazzò una mano sul petto del giovane intrufolandola sotto la camicia pizzicando appena un poco i capezzoli, spingendo il busto verso la propria schiena, mentre con la mano destra cominciò a pompare veloce l'erezione del ragazzo.
Qualche minuto e un fiotto caldo si liberò nella sua mano accompagnato da un gemito soddisfatto. Quasi immediatamente, il moro uscì dal corpo del ragazzo venendo nella propria mano.
Non gli pareva il caso di riepirlo con il proprio sperma, non era certo che il ragazzo l'avrebbe presa bene, quindi meglio evitare.
Soddisfatto, riaprì gli occhi vedendo Gaara sul punto di crollare a terra. Veloce lo afferrò per la vita evitandogli l'impatto con il pavimento.
"Non mi pare igienico cascare a terra nel bagno di una discoteca semi nudo!" Ironizò.
"Hai ragione, scusami. E che mi tremano le gambe..." Rantolò con un filo di voce e il volto arrossato.
"Dai, ti do una mano!"
Sorreggendolo, Gaara si risitemò i jeans scuri, uscendo dalla toilette aggrappandosi alle spalle dell'uomo in imbarazzo.
Uscirono dal bagno tornando al bancone del bar. Itachi ordinò altri due cocktail, per sè e per il ragazzo seduto accanto a sè.
La serata procedette, in quel modo tranquillo, bevendo e chiaccherando punzecchiandosi di tanto in tanto con qualche battutina sarcastica.
"Tieni, questo è il mio numero!"
Itachi porse il biglietto da visita al giovane che osservava il piccolo rettangolo di cartoncino plastificato curioso, leggendo: nome, cognome, mail e recapito telefonico del moro.
"Se ti va di rifarlo qualche volta?... Almeno sai come rintracciarmi!" Proseguì alludendo alla scopata nel bagno.
Gaara stirò le labbra un un sorrisetto malizioso. "Grazie! Ci farò un pensierino!"
Si sporse verso il viso del più grande schioccandogli un bacio sulla guancia, per poi alzarsi dallo sgabello del bar.
"Allora vado. Lascio a te il conto, io lo salderò la prossima volta!" Gli fece l'occhiolino allontanandosi sorridendo malizioso.
Uchiha si concesse un sorrisetto divertito. Non vedeva l'ora di fargli scontare il conto a modo suo, la prossima volta.
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