6.
«Michael wants another slice! Michael wants another slice! Michael wants another slice! PIZZA! PIZZA!» cantavano i 4 VIP in coro, mentre Michael si ingozzava di pizza alle loro parole.
Eh si, a mensa era tempo di pizza. Il primo giovedì del mese era il giorno della pizza, e ognuno di noi non faceva altro che aspettare quello; praticamente l'unica cosa che tutti mangiavano a mensa.
Durante questi giorni, devo ammetterlo, ho un po' trascurato le canzoni da revisionare e scrivere. Da quando Jenna aveva deciso di parlarmi, mi ero prefissata l'obbiettivo di fare il cupido della situazione per far scoppiare l'amore tra Boe e lei.
Insomma, il loro sguardo, sembrava come se dovessero sbranarsi pezzo per pezzo. Ma naturalmente il mio cervello da bradipo era troppo stupido per elaborare un piano ben strutturato. La dolce Jenna finiva sempre per fare delle brutte figure; anche se, stando al modo in cui Boe continuava a guardarla, pareva non curarsene.
Jenna ogni tanto si ferma a pensare cupi pensieri, come:"E se mi stesse guardando per illudermi?".
Purtroppo, una piccola percentuale esisteva, ma le aure che ondeggiavano nei loro occhi erano il restante 99% che la faceva sperare. Ecco, finalmente potevo parlare con qualcuno che potesse comprendere ciò che dicevo, oltre Granny. La figura di Jenna un po' mi affascinava, devo ammetterlo. Una ragazzina esile e gentile, sempre pronta ad ascoltarmi e starmi vicina. Credo avesse paura che io possa allontanarmi. È un amore. Peccato non sia bisex come me...ma insomma, lei sta bene con Boe e non voglio mettermi in mezzo.
Al contrario di Michael, che diventava odioso ogni giorno sempre di più. Questa volta, mentre mangiava la pizza, continuava a fissarmi. E vedevo in lui quell'aura, e ciò mi scandalizzò. Era un aura potente, e ciò influenzava anche il mio sguardo -che possedeva un aura potente quanto la sua-. Era un sentimento amoroso? No. Non poteva essere. Doveva essere per forza odio...si.
Quando fui rintanata tra le coperte del mio lettino, il cellulare vibrò, e naturalmente sapevo già chi fosse. Ovviamente l'unica persona che mi scriveva messaggi, Cliffachu.
"Come stai passando la giornata?"
Ci misi poco per rispondere.
"Uno schifo, come al solito :) tu?"
"Come mai uno schifo?"
Aveva palesemente ignorato la mia domanda. Come fosse davvero interessato al perché io stessi da schifo. Oppure non voleva dirmi come stava? Boh...
"Domani è giorno di chemio."
Cliffachu esitò a rispondere.
"...Sei bellissima. Lo sai?"
Non riuscivo a comprenderlo. Era un ragazzo così misterioso e cupo. Che fosse davvero in fin di vita anche lui?
"Voglio incontrarti."risposi.
"Non serve...mi odieresti."
"Ma che diavolo dici?! Sei l'unica persona che riesce a comprendermi! Non ti odierei mai e poi mai!"
«Lacie...?» ancora quella voce esile e sforzata.
Mi alzai dal letto e le andai incontro, sorridendole e facendo finta di nulla.
«Ti ho comprato questo alle macchinette...»
E detto questo, mi porse una lattina di sprite. La mia preferita. La abbracciai stretta stretta, con tutto l'amore che avevo in corpo. Vidi il mio sguardo accendersi sempre di più, e ciò era direttamente proporzionale alla forza con cui la stringevo a me.
«Grazie Jenna.»
«Di nulla! siccome domani tu devi andare a fare la chemio....ho pensato tu abbia bisogno di zuccheri.»
Sorrisi. Eh già, ne avevo proprio bisogno. La chemio ti distrugge dentro, e se non sei abbastanza in forze, dopo rischi di svenire. La terrò per il pomeriggio, dopo quel terribile incontro con l'inferno. Il fatto che un veleno possa "curarmi", mi faceva ridere.
«Jenna...tu perché sei ancora qui?» domandai.
«Uh?» lei mi guardò con confusione.
Subito dopo, i miei dubbi furono riempiti.
«...perché non voglio andare via.» rispose, e timidamente mi mostro le ferite che aveva sul corpo.
Le aveva fatte lei. Ovviamente voleva rimanere per paura di perdere Boe.
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