3.
Nei giorni seguenti stentai a mangiare -ma naturalmente chi mangerebbe quella roba?-.
La mia dolce Granny. Forse la mia unica scintilla di felicità. Le sigarette divise assieme, le storie, gli abbracci, le carezze...come mi tranquillizzava lei non mi tranquillizzava nessuno.
Nemmeno vedere il caro Caronte entrare e preoccuparsi per la mia condizione mi calmava. Me ne stavo perennemente in un angolino del mio letto mentre Jenna continuava a fissarmi in silenzio non muovendo un muscolo. Stavo rannicchiata ad aspettare che ogni singolo grammo della mia anima venisse strappato via, lasciandomi sempre più grigia. Avevo le cuffiette nelle orecchie, ma non ascoltavo nulla. Al contrario scrivevo io le canzoni...si, scrivo canzoni.
In quei giorni avevo scoperto l'esistenza di un sito per autori di brani, e negli ultimi giorni avevo già postato parole su parole.
Grigie, erano parole grigie. Non riuscivo a sforzarmi di scrivere qualcosa di allegro. Cosa che un altro autore riusciva a fare benissimo.
Si chiamava Cliffachu. Che nome bizzarro, ricordava il piccolo esserino giallo dei pokèmon. Quanti ricordi! Da piccola ogni videogioco doveva essere nelle mie mani per forza. E naturalmente lo starter di fuoco era sempre quello che sceglievo, salvo eccezioni.
Cliffachu era un genio nel comporre parole. Un genio!
Ogni tanto nella mia testa, mentre ignoravo il resto del mondo, tentavo di immaginarmi una melodia per i suoi brani.
"Within a minute I was all packed up,
I've got a ticket to another world... I don't wanna go...I don't wanna go..." Ripetevo nella mia testa.
Ogni parola...ogni parola riusciva a scorrermi nelle vene.
In un minuto la mia vita è cambiata, si. Quando ero piccola e mi avevano diagnosticato il cancro. Mi avevano messo in mano un biglietto di sola andata verso l'inferno. E io non volevo andare...no, no.
"She sleeps alone.
My heart wants to come home,
I wish I was, I wish I was
Beside you.
She lies awake,
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you"
Era vero, dormivo sola ogni notte. E il solo pensare che un qualcuno voleva dormire accanto a me mi riscaldava il cuore almeno un poco, solo un poco.
Alla fine il testo finiva con il ritornello...ma ciò che mi colpiva era la piccola mancanza di due parole.
"Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was."
Io vorrei essere stato.
Vorrei esistere. Come se questa persona fosse morta?
Avevo deciso oramai che avrei contattato quel ragazzo. Se era davvero in pericolo di vita come me, avrei scalato ogni montagna pur di incontrarlo.
James entrò per l'ennesima volta, ma in quel momento mi sorprese. Prese il mio braccio e mi urlò contro.
«Se non le dai fiducia non sopravviverà mai!»
Eccola. Di nuovo quell'aura che avevo visto qualche giorno fa negli occhi di Jenna e Boe. Non potevo smettere di fissarli. Ci teneva davvero tanto nel vedere le persone felici...ecco qual'era il suo scopo nella vita.
Distogliendo lo sguardo -che prima era sbarrato sul suo-, sospirai. Aveva ragione.
«Scusami James.» sussurrai.
Era da tanto che non sentivo le mie labbra dire il suo vero nome, e quasi lo avevo dimenticato. Sono proprio una cretina.
Lui mi guardò con uno dei suoi soliti sguardi arrabbiati, di quelli preoccupati come quelli di una madre.
Si girò di spalle, poi proferí parola.
«Devi solo avere fiducia nel futuro...se vedi il mondo così grigio non potrà mai colorarsi da solo. Quindi impugna pennelli e vernice e datti da fare.» disse.
Per la prima volta in 4 giorni mi alzai dal mio letto e feci una cosa sconsiderata.
Lo abbracciai, forte forte. Lo strinsi, per fargli sentire il mio affetto. Lui, di tutta risposta, si girò verso di me, ricambiando il mio abbraccio. Non sentii il cuore sobbalzare, non sentii nulla. Sentii solo il calore di un qualcuno che mi voleva bene...ma non di più. Chissà se prima o poi avrei visto anche io il flusso del mio sguardo espandersi dopo aver trovato il mio motivo di vita...sapevo soltanto che i miei occhi si illuminavano quando lo vedevo, si. Ma non completamente.
Mancava qualcosa.
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