2.

Il fumo uscí dalla mia bocca lento e danzante, in una danza tremendamente sensuale. Giuro che se il fumo fosse una persona reale non avrei resistito dal fare l'amore con lei ancora e ancora. Sarebbe stato di sicuro meno doloroso che averlo fatto con la mia ex.
Eh si, avete sentito bene, la mia ex.
Quella troia.
Avevo donato tutta me stessa per lei e il risultato qual'è? Tradita. Mi ha tradita. Ero solo un esperienza lesbo? Potevi avvisarmi prima.
Adoravo vedere il fumo animarsi fuori dalle mie narici e dalle labbra. Era come se colorassi il mio respiro: mi ricordava che ero viva.
Certo, sarei stata viva ancora per poco.
«A che pensi bellissima?» mi domandò Granny.
In effetti ero divagata troppo con i pensieri non accorgendomi che stavo occupando il letto della cara nonnina. Non doveva certo affaticarsi. Mi alzai lasciandole il posto, per poi scrollare le spalle. Uno sguardo fulminante della vecchietta mi fece parlare.
«Hai mai amato una persona del tuo stesso sesso Granny?»
«Amato?» chiese. «Amato no...credo fosse solo una cottarella.»
«Come mai?»
«Non so dirtelo...ero una bambina in realtà. Avevo chiesto ad una mia amica di sposarci.» rise. «Dopo tutti questi anni...Non ho mai dimenticato che quella promessa non è mai stata sciolta in qualche modo. Ma allo stesso tempo io ho trovato mio marito e lei si sarà fatta la sua vita.» aggiunse, lasciandosi sfuggire un enorme sospiro.
Che grande donna. La sua vita era un libro d'avventura. Qualsiasi cosa tu possa pensare, lei l'ha vissuta.
«Un'illusione potrà curare il tuo cuore spezzato, ma l'amore vero tesoro...non ha bisogno di curartelo. Seppure sia spezzato batte ancora. Perché tutto ciò che gli importa è far sentire bene la persona che ha davanti. Con uno sguardo, con un abbraccio, o con qualsiasi altra cosa che possa giovare la persona con cui condividi la vita.»
Eccola, la mitica frase Granny era stata emessa. Ogni parola fu serrata nella mia mente.
«Sei epica, nonnina.» sorrisi.
Mi sedetti sulla sedia che era posta accanto a lei.
«Che mi dici di James, Lucy?» un sorrisetto sornione si dipinse sulla sua faccia.
Subito portai le mani sulle mie guance per evitare di far vedere il grande rossore che si era formato.
«Ho capito tutto tesoro.»
Sentirla ridacchiare, ah! Quella...!
«Comunque dovresti tentare di fare amicizia con Michae-»
«E che mi dici di Edmund?» la interruppi.
Ecco, colpita e affondata con la stessa moneta. Non volevo certo sentire una parola in più. Non avrei mai e poi mai fatto amicizia con quel cretino che si crede chi sa chi. Forse l'unico dei quattro che si salvava era Calum.
Mi aveva raccontato molte volte di quest'uomo di nome Edmund che la corteggiava, ma spesso aveva paura di andarsene prima del dovuto per partire nel suo viaggio celeste. Ogni volta tentavo di scherzarci sopra, ma ero quasi certa che io abbia più paura di lei. Come sarei resistita ai miei demoni senza la mia medicina Granny?
Quando lei prese a tossire, mi preoccupai. Corsi verso le macchinette, incappando in Boe. Lui mi fulminò.
Il suo sguardo non brillava più come quando guardava Jenna. Con un'ultima occhiata mi voltò le spalle, andando verso la direzione opposta.
Lasciai stare...in fondo qui tutti sono mezzi sociopatici. Tutti dei coglioni di prima categoria, tutti tranne la mia dolce Granny.
Tutti tranne la mia dolce vecchietta che ora è in coma. Ero arrivata troppo tardi.

Eccomi qui! Il secondo capitolo è arrivato dopo poco perché, ahimè, sono in assenza di wi fi e con la noia mi metto a scrivere, lol.

*lancia brillantini* al prossimo capitolo!

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