CAPITOLO 5 FIX


CAPITOLO 5 FIX

14 SETTEMBRE 2017 SERA ORE 21:00

Appena la porta fu chiusa, Yuri tornò in soggiorno leggermente tremante, si versò da bere.

Contemplò il bicchiere rimanendo seduta sul divano, immobile.

Non aveva rimorsi, non si sentiva in colpa per quello che aveva fatto a quel ragazzo.

Aveva fatto quello che doveva, e avrebbe riavuto il suo unico amore.

Avrebbe anche ucciso per Ha-rin.

Avrebbe fatto tutto per lui.

Prese il telefono e chiamò velocemente Ha-rin, aveva l'urgente bisogno di sentire la sua voce, di parlare con qualcuno che l'amasse e di sentirsi al sicuro.

"Pronto." Rispose Ha-rin con voce annoiata.

"Ciao... mi mancavi!" trillò lei cercando di nascondere un singhiozzo, non lo sapeva neanche lei perché era così vicino alle lacrime, non era da lei piangere.

"Oh.. si anche tu" disse con voce sempre annoiata, mentre faceva uno sbadiglio.

"Amore... io penso che tu debba tornare. Qui le cose non vanno, bene ho bisogno di te." disse lei con fare supplice, cercando di trattenere un singhiozzo, avvicinò il bicchiere alla bocca e bevve tutto l'alcool rimanente in un solo sorso, aspettando che lui parlasse.

"Perché?" chiese dopo qualche minuto Ha-rin, "Tua cugina?" chiese bramoso di novità, era molto convinto stando ai fatti che sapeva, che la cugina di Yuri avrebbe sicuramente perso il processo.

"A breve ci sarà il verdetto, finirà in galera. Ne sono sicura. È uscito un video, dove si vede che la spinge!" lo informò subito lei.

"Che cosa vuol dire è uscito un video?" chiese confuso il ragazzo, non capendo a cosa si stesse riferendo.

"Sul sito quello che ti ho mandato! Sono convita sia stata lei! Quella strega!" trillò lei al telefono con rabbia.

"Isabel, si sta dando da fare a quanto sembra..." disse pensieroso.

"Ha-rin devi tornare! La dobbiamo distruggere." Urlò in modo combattivo.

"No, non è il momento adatto, non posso ora." Sentenziò in modo autorevole.

"Ha-rin! Ti sto pregando! Non puoi lasciarmi in questo stato." Singhiozzò lei non riuscendo più a trattenersi, sapeva che stava cominciando a sembrare patetica, ma aveva solo urgenza di averlo di nuovo lì con lei, si sentiva persa ormai.

"Non ti sto lasciando sola. Anzi, Yuri, penso che ti dovresti sposare" disse serio lui, era da un po' che contemplava quella idea.

"Cosa? Con te?" tremolò lei sorridendo poi, finalmente lui si stava dichiarando, tutto sarebbe andato bene, tutto sarebbe stato perfetto.

"No, con Ji-woo. Lui dice che ha provato a farti la proposta, ma che avevi rifiutato, devi accettarla."

"Cosa! No! Io amo te! Che cosa stai dicendo!" urlò lei allibita, cominciando a piangere, ormai non riusciva più a contenersi.

"Yuri devi farlo. La tua famiglia ha bisogno di questo matrimonio, e anche Jiwoo, sta passando un brutto momento ci sono delle prostitute che vogliono denunciarlo per stupro, una cosa inaudita. È l'unica soluzione per avere più potere. Vuoi distruggere Isabel vero?" chiese lui cercando di manipolarla di nuovo.

"Io... s—i" tremolò lei.

"Allora devi avere potere, amore mio, se mi ami farai ciò, perché è l'unico modo, devi fidarti di me che ti amo" disse lui con voce mielosa, cercando di raggirarla, aveva bisogno di quel matrimonio per aiutare il suo amico, e anche per levarlo come possibile candidato a un matrimonio con Isabel.

"MA..."

"Devi, se mi ami lo farai." Disse secco lui.

"Va bene... lo farò" disse lei piangendo.

"Bravissima, ti chiamo dopo, ora devo andare a lavoro o faccio tardi."

"Capisco... prometti di chiamarmi?" singhiozzò lei.

"Certo che si. Vado." Disse chiudendo il telefono.


Ha-rin sbuffò sonoramente, "Che stupida." Disse ad alta voce, lasciò il telefono e si stese sul suo letto.

Sembrava che Isabel si stesse muovendo per diventare sempre più potente, la conosceva bene e sapeva che lei si sarebbe voluta prendere tutto, era incuriosito dal fatto che probabilmente ci poteva essere realmente lei dietro quel sito internet e dietro le prostitute, sapeva che oltre Jiwoo era stato accusato anche Sung-ju il fratello della ragazza.

Sarebbe dovuto tornare e comprendere meglio il tutto, spiare Isabel meglio, Yuri, non era una buona spia, gli aveva dato poco e niente.

Doveva tornare, ma continuava a prendere tempo, sentiva come se non fosse il momento adatto, aveva bisogno di più informazioni, e aveva bisogno anche di far un buon piano per eliminare Chung-hee, il nuovo fidanzato di Isabel.

Sbadigliò sonoramente, era il momento di andare a lavoro, aveva ancora tempo, d'altronde la vendetta era un piatto che andava servito freddo, o almeno così si diceva.


16 SETTEMBRE 2017 SERA

Isabel era seduta nel soggiorno di casa sua, a terra come sempre vicina a Nabi che sonnecchiava tranquilla. I divani nella sua casa erano solo per l'arredamento, lei li usava poco e niente, dato il suo amore per il pavimento ghiacciato.

Aveva sparpagliato per terra, dei ninnoli insieme a delle fotografie che erano contenute in una scatola nascosta in un mobile.

Non sapeva perché avesse conservato tutti quegli oggetti, probabilmente perché era una persona che tendeva a non voler dimenticare niente, e questo poteva essere dovuto ai vuoti di memoria che aveva riguardanti la sua infanzia.

Prese una foto tra le mani, era del parco di divertimenti di Osaka, e in quella foto c'era tutto il gruppo di Ha-rin e lei con la faccia imbronciata.

Aveva sempre pensato che Yuri avesse una cotta per Ha-rin, ma non avrebbe mai potuto prevedere che fosse un'ossessione.

Un'ossessione talmente grande da fare tutto quello che aveva fatto.

Rimise con cautela la foto nella scatola, e sospirò stremata, aveva bisogno di una pausa e di mettere a tacere la testa che era in continuo movimento.

Tutte le informazioni che Jin le aveva dato due sere precedenti la facevano essere in allarme, per quanto avesse sempre considerato Yuri insulsa, Isabel si era dovuta ricredere.

Non era per niente insulsa, anzi l'odio che provava nei suoi confronti, la rendevano una mina vagante troppo ossessionata da Ha-rin, che anche se distante poteva sempre diventare un problema in futuro.

Il telefono fece bip e lei lo prese subito per leggere il messaggio.

Aggrottò la fronte e poi sorrise alla vista del numero segreto che era di un usa e getta.

Immediatamente poiché poteva, chiamò il numero del vero proprietario senza alcun problema.

"Pronto..." sussurrò la voce piano dall'altra parte del telefono.

"Perché sussurri?" chiese lei con voce squillante.

"Perché pensavo che tuo padre stesse chiamando..." disse lui incerto.

"Mio padre?" chiese lei confusa.

"Si... non sei a cena con lui?" chiese Yoongi confuso anche lui, che lei avesse cambiato programmi senza avvisarlo.

"OH CAZZO!" urlò lei per poi incominciare a buttare dentro la scatola tutti i ninnoli.

"Ti sei dimenticata della cena con tuo padre!" urlò isterico Yoongi.

"Cazzo! CAZZO! CAZZO!" urlò lei in prenda al panico.

Lasciò per un attimo il telefono per terra e si affrettò a mettere tutti i ninnoli nella scatola, mentre Yoongi provava a chiamarla a gran voce.

"ISABEEEEL!" urlava Yoongi al telefono, mentre lei era in preda al panico.

Nabi cominciò ad abbaiare cercando di attirare l'attenzione di Isabel che correva per la stanza lanciando malamente la scatola dentro il mobile e provando a chiuderlo con un calcio.

Si voltò a guardare Nabi bloccandosi sul posto e fece saettare gli occhi sul telefono.

"YOONGI!" urlò in preda al panico che era una costante ormai nella sua vita.

Si tuffò sul pavimento per prendere il telefono.

"Ci sonooooo!" urlò con voce stridula, mentre si schiantava sul freddo marmo con le ginocchia ammaccandole tutte.

Nabi emesse un guaito vicino a lei, leggermente infastidita e poi andò via trotterellando, saltò sul divano dove sicuramente Isabel non l'avrebbe potuta disturbare.

"Stai distruggendo casa?" chiese lui sconvolto per via di tutto il fracasso che aveva sentito al telefono.

"No, ho solo distrutto le mie ginocchia!"

"Sei un danno!" la rimproverò con far canzonatorio Yoongi trattenendo una risata.

"Si lo so.... Ahia..." si lamentò lei.

"Dovresti andare a cena, perché stai perdendo tempo?" urlò poi lui al telefono.

"Giusto! Vado! Incrocia le dita per Jimin e Yun-hee, fammi sapere se risolvono!" disse lei con fretta, lo aveva chiamato perché Yoongi nel messaggio le aveva scritto che Yun-hee e Jimin erano chiusi in camera di lui probabilmente per chiarire.

"Va beneeeee, vai!" trillò lui al telefono.

"Ti amo!" urlò lei e chiuse il telefono, lanciandolo sul divano dove Nabi alzò le orecchie e ringhiò bassa.

"Scusa!" trillò Isabel si alzò tra un lamento e un altro dato l'essersi appena frantumata le ginocchia, corse verso il cane le diede un bacio in testa e corse poi verso la stanza da letto per cambiarsi.


Isabel si trovava seduta nella saletta privata di uno dei ristoranti di Chung-hee, aspettava suo padre che era in ritardo, e ciò era un sollievo poiché aveva fatto anche lei ritardo, solo perché aveva deciso di farsi dei viaggi mentali e teorie strane su Yuri.

Era al primo bicchiere di vino, e stava per versarsi il secondo.

Non era una grande idea farsi trovare brilla da suo padre, ma si sentiva troppo nervosa, e non al pieno delle sue forze.

La porta si aprì e lei si alzò in piedi, pronta ad affrontare quello che sarebbe avvenuto quella sera, cioè dire a suo padre che tra lei e Chung-hee fosse finita.

"Sera Aboji" disse lei seriosa inchinandosi come ormai era solita fare.

"Oh sei già qui" disse lui stupito nel trovarla lì, ma no di trovarla da sola, in programma era che ci sarebbe dovuto essere anche Chung-hee.

Chung-hee che invece era proprio lì e stava entrando anche lui nella saletta privata dietro il signor Kim.

Isabel rimase immobile annuendo appena, cercò con tutta se stessa di far rimanere impassibile il suo volto per via della vista del ragazzo e non mostrarsi sbalordita e confusa dal trovarlo lì.

"Chung-hee ha detto che ha fatto tardi, e che probabilmente lo avresti fatto anche tu" disse lui guardando il ragazzo.

"Ah... Chung-hee ha detto ciò" disse lei cercando di non sembrare stupita, ma riuscendoci poco.

"Si, ho detto così, avevi detto che facevi tardi, ma immagino tu abbia guidato di nuovo come una pazza" ridacchiò Chung-hee avvicinandosi a lei, le posò una mano sul fianco e le diede un leggero bacio sulla fronte davanti a suo padre.

"Guida sempre in modo spericolato, caro figliolo dubito che riuscirai a cambiare ciò" annuì il padre sedendosi.

"Per questo tendo spesso ad accompagnarla io ovunque." Sorrise il ragazzo sembrando di far sembrare tutto normale tra di loro.

"Eh si..." disse lei mordendosi un labbro incerta e a disagio, non sapeva proprio cosa dire o come comportarsi, non si sarebbe mai aspettata che lui sarebbe tornato da lei.

Alla fine decise di provare a far come se tutto fosse normale e seguire i comportamenti di Chung-hee.

La serata non fu per niente tragica, e lei grazie al ragazzo che a quanto sembrava avesse cambiato idea, si era appena salvata.


16 SETTEMBRE 2017 SERA

Yun-hee si trovava seduta sul letto di Hoseok e guardava fisso il pavimento. Non aveva un bell'aspetto, nascondeva la sua magrezza sotto i larghi vestiti, e il viso era molto pallido e scavato.

Si stava lasciando andare sempre di più, aveva bisogno solo di un qualcosa di bello per stare meglio, ma sembrava essere tutto una grande catastrofe.

Jimin era tornato da Tokyo con Jungkook e lei non aveva la minima idea di come stessero andando le cose, sapeva solo che il suo ragazzo, che non era ancora sicura di poterlo chiamare così, le aveva chiesto di potersi vedere.

Lei era andata di corsa al dormitorio, aveva lasciato tutte le sue responsabilità ed era corsa da lui, nonostante le urla di sua madre di rimprovero che lei li stesse di nuovo abbandonando.


Jimin rientrò in camera con una tazza di thè e lr la porse, Yun-hee la prese con le mani tremanti, annuì silenziosa e fissò la tazza, senza alzare minimamente lo sguardo su di lui che si andò a sedere sul letto di fronte a lei.

Jimin cominciò a mordicchiarsi le unghie con far nervoso mentre la osservava sorseggiare il thè con lo sguardo sempre basso.

"Io..." provò a dire ma la sua voce suonò fin troppo bassa perché fosse udibile a chiunque, si schiarì la gola, posò le sue mani sulle cosce sfregandole con forza sul pantalone.

"Ho risolto con Jungkook..." disse lui facendosi coraggio.

"Va bene." disse lei senza guardarlo e con voce fina.

"Ho bisogno di farti una domanda... potresti guardarmi per favore?" chiese lui a disagio.


Lei alzò lo sguardo lucido e annuì con la testa, mentre stringeva la tazza tra le mani, come se fosse un'ancora di salvezza.


"Ti piace Jungkook?" chiese lui con voce spezzata.

"No." disse lei decisa.

"Comprendo..."disse lui a corto di parole mordendosi un labbro.

"Mi piaci tu. Ma non mi vuoi." Disse lei facendosi coraggio.

"Non l'ho mai detto." Disse lui balbettando.

"Non c'era bisogno che lo dicessi, mi eviti, e se mi vedi mi rimproveri, te la prendi con me per ogni cosa io faccia. Ho capito che stai con me solo per pena. Quel primo bacio è stato perché ti sei intenerito per la mia situazione. Non sai come liberarti di me."

Ormai lei si era convinta di ciò, lui stava con lei per pena, solamente per quello, non l'amava davvero.

Mai l'avrebbe amata.


"Non voglio liberarmi di te..." sussurrò lui sconvolto, sentiva come se lo stomaco si stesse aggrovigliando.

Lui non avrebbe mai voluto perderla.

Era difficile da dire ciò ad alta voce.

Ammettere che lei fosse tutto per lui, ammettere che si sentiva morire ogni volta che la vedeva con Jungkook, avrebbe significato dover far i conti con la paura di essere lasciato.

Perché lui ne era convinto sarebbe stato lasciato e lei sarebbe andata da Jungkook.


"Invece sembra di sì, mi hai chiesto di Jungkook, vuoi che io stia con lui no?" chiese lei soffocando un singhiozzo, mai sarebbe potuta stare con Jungkook, lei non lo amava e non lo aveva mai visto come un ragazzo ma solo come un fratellino più piccolo.

"Lui sarebbe meglio per te. Quando Yuri si è scagliata contro di te, lui ti ha protetta. Io sono rimasto fermo e immobile troppo paralizzato. Lo fa sempre, lui sa come fare!"

Lei sobbalzò per via della voce squillante di Jimin e lo guardò incerta, continuava a non capire, tutto quello che Jimin sembrava fare era di allontanarla, spingendola verso Jungkook.

Aveva la voce di Isabel nella testa che le diceva che il problema erano invece le insicurezze di Jimin che non si sentiva all'altezza.

Continuava, però, a non credere a Isabel, continuava a pensare di essere lei la problematica.

"Non m'importa... non mi è mai importato. Io sono sempre voluta stare con te. Perché continui a spingermi via? Perché?" chiese lei supplice e sempre più in confusione.

"Io non andrò mai bene. Tu sei troppo." Disse lui serio alzandosi in piedi.

Lei si alzò a sua volta posò la tazza su un comodino e fece dei passi per avvicinarsi a lui.


"Mi ami?" chiese con decisione lei, se solo lui le avesse detto che l'amava, avrebbe finalmente mandato via tutte le paranoie della sua testa.

"Io non vado bene." disse lui guardandola negli occhi, ancora convinto di non essere all'altezza.

"Ti ho chiesto se mi ami, no se vai bene per me." Disse lei con più decisione.

"Si, io ti amo. Forse ti ho sempre amato e non lo sapevo. Tu meriti di più..." provò a continuare la frase ma Yun-hee gli prese il viso con le mani e con decisione gli diede un bacio sulle labbra.


Lui andò immediatamente ad afferrarla per la vita tirandola di più contro di sé, preso dall'istinto.

Era quasi un mese che non si baciavano.

Era passato troppo tempo da quando aveva sentito le sue labbra posarsi sulle sue.

Era passato troppo tempo dal loro ultimo tocco.

Aveva urgentemente bisogno di lei.


Lei continuò a baciarlo, come se ne dipendesse dalla sua vita, come se solo così avessero potuto risolvere la situazione.

Sentire il suo tocco, sentire i suoi caldi e umidi baci, era quello di cui aveva bisogno.

Aveva bisogno della certezza che lui l'amava veramente.

Continuarono a baciarsi con foga, addossandosi sempre di più l'uno all'altro.

Era difficile staccarsi, era quello di cui avevano bisogno.

Jimin prese più sicurezza, senza rendersene conto infilò le mani sotto la sua maglia, così da sentire sempre di più il calore del suo corpo.

Yun-hee, sospirò, finalmente sentendosi più rilassata, e avendo la certezza che si l'amasse davvero.

Si sentì avvampare a quel tocco, come non le era mai capitato nella vita, un brivido la pervase per tutta la schiena.

Sentiva la fretta farsi largo in lei, lo voleva con urgenza dentro di sé.

Voleva provare di più, sentire di più.

Tutto cominciò a farsi più intenso e accelerato, i loro cuori andavano a mille.

Il respiro diventava affannoso sempre di più e mentre continuavano a baciarsi, gli ansimi incominciavano a fuoriuscire dalle loro bocche tra un bacio e un altro.

Nella foga lei lo spinse sul letto, dove lui si sedette tirandola sopra di sé.

Lei si pose a cavalcioni sulle sue gambe e mentre le mani del ragazzo andavano verso lo stomaco accarezzandola.

Con un movimento secco Yun-hee tolse la maglietta a Jimin lanciandola a terra, lui si bloccò un attimo a guardarla.

"Ti amo veramente" disse con voce rauca.

"Ti amo anche io" disse lei baciandolo di nuovo.

Si staccò da lui e si tolse anche lei la sua maglietta rimanendo in reggiseno per la prima volta davanti a lui.

"Sono un idiota." Disse lui.

"Lo so." Disse lei accarezzandoli il viso con dolcezza.

Si guardarono, i loro occhi comunicavano tutta la voglia che avevano di fare l'amore, di essere parte l'uno dell'altra.

"Voglio dimostrarti che ti amo" disse lui con le guance dipinte di rosso, per via del calore e dell'emozione che provava.

"Allora fai l'amore con me" disse lei tornando a baciarlo.

Jimin annuì in quel bacio e si stese sul letto con lei che sopra, che continuava a baciarlo con passione.


Yoongi e Hoseok erano corsi verso il corridoio delle stanze, si erano fermati un attimo davanti la porta chiusa di Jimin e avevano sgranato gli occhi.

"Mi sa che nessuno è in pericolo" disse Yoongi trattenendo una risata, avevano sentito un urlo, ma ora che si trovavano in prossimità della porta avevano realizzato che l'urlo e gli altri proveniente da dentro la stanza non erano per niente di pericolo.

"Direi di no" disse Hoseok rosso in viso.

"Beh era pure ora che Jimin si svuotasse per bene!" disse a voce bassa cercando di non ridere.

Hoseok lo guardò schifato e gli diede una gomitata "Fai veramente schifo." Disse scuotendo il capo e allontanandosi da lui, Yoongi lo seguì allegro e a debita distanza dalla camera di Jimin cominciò a ridere sguaiatamente, felice che Yun-hee e Jimin avessero risolto finalmente i loro problemi.

Yoongi lo sapeva bene, il sesso era la soluzione di tutti i problemi.

ORE DOPO

La cena si era da poco conclusa, Isabel e Chung-hee si ritrovarono in auto della ragazza nel parcheggio del ristorante.

Entrambi erano in silenzio e Chung-hee era tornato a guardarla con astio.

Isabel aveva preso per un attimo il telefono in mano, aveva letto il messaggio di Yoongi in cui le diceva che era molto sicuro che Yun-hee e Jimin avessero risolto, lei rispose chiedendogli di vedersi nel loro appartamento.

Rimise il telefono nella borsa, deglutì a vuoto e guardò Chung-hee con interesse.

"Perché sei venuto?" chiese lei facendosi coraggio.

"Yoongi." disse secco Chung-hee.

"Yoongi?" ripeté Isabel stranita.

"Mi ha chiamato ieri e ci siamo visti." Disse lui piccato.

"Non ne sapevo nulla, non avrebbe dovuto." Brontolò lei a disagio.

"Si, avresti dovuto tu insistere, o avresti dovuto trattarmi meglio. Però hai aiutato mia cugina e potevi anche non farlo." Disse lui piccato.

"Non potevo stare ferma. C'erano troppe cose in ballo, riguardava il potere." Disse lei seria, continuando con la sua recita.

"Stronzate, non riguarda per nulla il potere, riguarda solo la libertà che vuoi ottenere, una volta ottenuta, sono convinto che lascerai il mondo di cui ormai fai parte." La fulminò lui con lo sguardo, lei lo guardò freddamente e alzò gli occhi al cielo.

"Non credi che invece, io ci sia troppo dentro e che il potere mi darà alla testa?" chiese lei con tono di sfida.

"Ho letto il libro, ogni pagina è pregna di odio verso l'élite. Usi solo una maschera, ho parlato con Yoongi e anche tanto." Chung-hee alla fine aveva creduto alle parole di Yoongi, e aveva deciso di provare a dare un'altra opportunità a Isabel.

Yoongi nel corso della scorsa serata, gli aveva spiegato come Isabel aveva fatto di tutto in quegli anni per farsi odiare e per farsi credere una grande stronza, gli aveva ribadito più di una volta che Isabel stava facendo lo stesso con Chung-hee solo e unicamente per allontanarlo.

"Yoongi non avrebbe dovuto." Continuò a ribadire.

"No, avresti dovuto spiegare tu perché ti comporti così, ma è chiaro. Hai fatto la stronza anche con lui in passato per farlo smettere di amarti."

"Che cosa vuoi sentirti dire?" chiese lei guardandolo fisso negli occhi "Vuoi sentirti dire che ti sto allontanando perché sono sicura che sei innamorato di me? Vuoi sentirti dire che ho aumentato la mia stronzaggine poiché tu e Yoongi avete deciso qualcosa che io non avrei mai deciso?" trillò lei suonando un tantino isterica.

"È così?" chiese schietto.

"Non dovresti continuare, odio il fatto di avertelo chiesto. Era finita, potevi essere libero. Io sono dovuta tornare a chiedertelo, perché so che la mia unica Chance di avere più possibilità e di essere protetta sei tu." Disse onestamente lei, non voleva che Chung-hee rischiasse, non voleva farlo intromettere.

Realmente non voleva che neanche Yoongi si intromettesse.

Era costretta, a dover far affidamento su chiunque voleva darle una mano, perché sapeva che da sola non avrebbe vinto, e ciò la faceva sentire comunque molto insicura di tutto, anche se non lo dava mai a vedere.

"Ti sei sempre preoccupata per me, ma non riesci a permettere agli altri di preoccuparsi per te. Tendi a decidere sempre e a fare di testa tua. Lo so che non è per egoismo, so che lo fai per proteggere tutti, Yoongi me l'ha spiegato meglio."

"Per questo sei tornato? Per questo hai deciso di sacrificarti?" disse lei con uno sbuffo, lui poteva salvarsi da tutto ciò, invece insisteva a volerla aiutare.

"Perché non puoi decidere per me, e devi smetterla di pensare di sapere cosa sia meglio fare per gli altri. Ho deciso dal principio di stare dalla tua parte. Tu non devi preoccuparti."

"Ti mentirò, non ti dirò mai tutto. Lo sai che lo farò comunque."

"Si, ma so che lo fai solo per proteggere gli altri, perché pensi che questa sia la tua battaglia."

"Aigoo... dite sempre tutti la stessa cosa." brontolò lei.

"E tu continui a fare sempre gli stessi sbagli." Disse lui scuotendo il capo con rimprovero.

Lei si voltò di nuovo a guardarlo, sembrando dispiaciuta.

"Non ti ricambierò. Lo so che provi qualcosa per me." Disse triste lei, sapeva di aver sbagliato tutto con lui, forse anche più di quanto avesse sbagliato con Yoongi.

Aveva illuso Chung-hee, gli aveva fatto credere che avrebbero potuto avere un futuro insieme. Una parte di lei ci aveva pensato, Chung-hee sarebbe stato realmente perfetto per lei, in una vita senza Yoongi.

"Non ti chiedo di farlo. So che ami lui." disse tranquillamente Chung-hee.

"Mmh... ti accompagno a casa, sei venuto con un'auto privata no?" chiese lei cambiando improvvisamente la conversazione dato il loro disagio.

"Dovresti tornare a casa, tuo padre s'insospettirà se sa che sei andata via."

"Ho un progetto molto importante fra cinque giorni, e in più era partito, quindi di questa mia vacanza nell'appartamento, non farà domande." Disse tranquillamente lei mettendo in moto la macchina e facendo manovra.

"Dovresti lo stesso almeno fra cinque giorni."

"Va bene allora tornerò da te, ora ti riaccompagno, così posso vedermi con Yoongi dopo" disse lei seria.

"Perfetto." Annuì lui e così finirono la loro specie di conversazione di rappacificamento.

Ci sarebbe sempre stata tensione tra entrambi, e quella scelta appena fatta, probabilmente non era quella giusta, Isabel ne era certa.

Avrebbe continuato a far del male a Chung-hee, lui l'avrebbe continuata ad amare, e lei ad amare in eterno un altro.


17 SETTEMBRE 2017 01:00 NOTTE

"Mi sfrutti per il sesso, lo sai vero?" sghignazzò lui prendendola in giro.

"Ne avevo veramente bisogno e poi tu sei bravino" disse lei prendendolo in giro a sua volta.

Lui grugnì e le salì sopra, le afferrò le mani e le portò sopra la testa bloccandole.

"Solo bravino?" sussurrò in modo lascivo avvicinandosi alle sue labbra.

"Si.. dubito che riuscirai a fare un altro round così vicino a quello precedente." Lo provocò lei ridacchiando, si avvinghiò con le gambe al suo bacino spingendolo verso il basso.

Lui sussultò leggermente, si strusciò su di lei, e andò a baciarle il collo, tenendola sempre bloccata.

Lei cominciò a sussultare, volendo di nuovo rifare l'amore, quello di prima non l'era bastato, realmente non le bastava mai, avrebbe voluto fare sempre solo quello con lui.

Avrebbe solo voluto poter stare sempre così, averlo sempre nella sua vita.

Isabel inclinò la testa all'indietro sul materasso, mentre lui saliva verso l'suo orecchio continuandola a baciarla.

Isabel urlò stridula, e no per piacere ma per dolore, sgranò gli occhi e guardò orripilata Yoongi.

"Sei stronza. Tutti noi uomini abbiamo bisogno di un attimo per riprenderci. È fisiologica come cosa" ribatté lui guardandola con rimprovero, tirandole un secondo pizzico sul fianco, il primo era stato il motivo dell'urlò di dolore della ragazza.

"Ahia! Smettilaaaa! Vuoi morire per caso?" disse lei oltraggiata.

"Sorry!" la prese in giro lui ridendo e poi stampandole un bacio sulle labbra, e tirando un morso subito dopo.

"Hai deciso di farmi male?" chiese lei sconvolta.

Yoongi si allontanò da lei che provava a morderlo e si mise a sedere sopra la ragazza.

"Quello che ha i segni a causa tua sono io" disse lui in sua difesa indicando il suo petto, un tempo bianco come una mozzarella aveva preso il colore di una caprese a strisce di rosso e bianco.

Isabel gonfiò le labbra, cercando di trattenere una risata ma non riuscì a farlo neanche per un paio di secondi che cominciò a ridere grossamente per via della faccia imbronciata di Yoongi.

"Tutto ciò ti rende allegra no?" disse lui leggermente irritato.

"Sei tu che mi rendi allegra" sorrise sfavillante lei, lui si lasciò scappare un sorriso gengivale e si rituffò su di lei per baciarla di nuovo, non aveva mai abbastanza delle sue labbra, avrebbe voluto essere sempre incollato ad esse.

"Adoro il fatto che tu sia allegra." Disse lui in modo mieloso, "Mi era mancata la tua allegria." Le diede un bacio sul naso.

Lei lo guardò fisso negli occhi, sorridendo appena, ma in modo dolce.

"C'è un perché tu sei tanto allegra stasera? Tuo padre ha preso bene la notizia che ti sei lasciata con Chung-hee?" chiese lui improvvisamente, si tolse da sopra di Isabel era il momento di parlare.

Lei si mise a sedere a sua volta arricciando le labbra a disagio, sperava tanto di non litigare con lui, sapeva che una litigata sarebbe dipesa solo da lei.


Yoongi la guardò in attesa di risposte, era proprio giunto il momento di parlare seriamente, non potevano solo perdersi l'uno dell'altro, per quanto tutto fosse così inebriante.

Quando lei quella sera dopo la cena lei gli aveva mandato un messaggio dicendoli di vedersi e si erano incontrati come sempre nel vecchio appartamento.

Lui aveva lasciato correre, e aveva evitato di fare domande, poiché lei gli era piombata addosso appena aveva varcato la porta di casa.

Si era fatto andare bene come sempre la pazzia di lei, e aveva preso positivamente il fatto di voler fare l'amore in quella maniera così istintiva.

Si era fatto trascinare con irruenza verso la stanza da letto, aveva assecondato l'urgenza di Isabel di averlo suo.

Era arrivato però il momento di parlare.

"Isabel?" chiamò di nuovo.

"Chung-hee si è presentato alla cena." Disse lei guardandolo con cipiglio alzato.

"Oh... ecco perché niente ripercussioni, beh era quello che volevamo no? Una copertura?" disse lui guardandola incerto, non capiva perché lei fosse a disagio.

"So che hai parlato con lui." disse lei arricciando le labbra.

"Tu l'hai trattato male, qualcuno doveva spiegarli la situazione e provare ad aggiustare il tutto" brontolò lui grattandosi la testa.

"Lo so. Non è comunque giusto, questa messa inscena non è giusta. Ne soffrirete entrambi, e tu probabilmente diventerai geloso e uscirai fuori di testa."

"Te l'ho promesso non lo farò. Lo so che ami me." Si avvicinò a lei e la baciò.

"Come sai che lui è innamorato di me." Disse lei tentennando, mentre li accarezzava il viso con dolcezza.

Non lo avevano mai ammesso, ma entrambi lo sapevano, Chung-hee era innamorato di lei.

"Lo so. Ma ami me." Disse lui con convizione.

"Si amo te." disse lei sporgendosi e baciandolo di nuovo.

"Non litighiamo?" chiese lui vicino alle sue labbra.

"No, non mi va di litigare, voglio solo stare con te per questa notte, dopo domani avete il comeback e non avremo più tanto tempo, non voglio sprecarlo a litigare" annuì seria lei.

"Giusto, condivido." Sorrise lui e la baciò di nuovo.

Si erano visti spesso in quelle due settimane, e stava arrivando il momento in cui i loro incontri sarebbero diminuiti.

Entrambi sapevano che erano nervosi per questo, che avevano paura di questo, ma si erano ripromessi di far andar bene le cose, lei le lo aveva promesso.

Angolo dell'autrice:

Ho sistemato tutto! Ci credete?

Io no.... jimin e Yun-hee sono stati più ostici di Isabel e Yoongi.

Bene ho sistemato anche Chung-hee!

Ha-rin... beh è sempre più stronzo, quasi quasi Yuri mi fa pena... quasi... NO è pazzaaaaa!

Ora arriva il momento di sconvolgere tutto di nuovo muahahhahahaah 

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