CAPITOLO 43 VALENTINE DAY


CAPITOLO 43 VALENTINE DAY

14 FEBBRAIO 2018

Isabel era in albergo, e aveva organizzato una colazione con Dashimen che era da poco tornato da casa dei familiari di Hoseok.

Entrambi i ragazzi erano partiti un paio di settimane, proprio nel periodo in cui Isabel aveva incontrato metà gruppo dei bts.

"Come mai hai deciso per una colazione?" chiese Dashimen mentre si addentava un pancake con voracità.

"Perché sei tornato ieri da casa dei genitori di Hoseok, ed è san valentino, stasera sono occupata come penso anche tu" disse lei sorseggiando il suo caffè caldo.

"Qualcosa di bello, in programma?" chiese cercando di non mostrare la sua irritazione per quella situazione. Sapeva che dovevano farsene tutti una ragione, cosa che per lui però era difficile a farsi. Aveva passato comunque il suo tempo oltre che a stare con Hoseok a pensare a come aiutare Isabel a liberarsi da quel matrimonio.

"Ha organizzato tutto Chung-hee, una cosa tranquilla, una cena a ristorante." Rispose lei con un'alzata di spalle.

"Waoo il massimo del romanticismo" esclamò ironico, di solito Chung-hee non amava le cose tranquille, ma fare tutto in grande stile.

"Oh si... voleva che ci vestivamo, con gli stessi abiti" disse lei con una smorfia schifata.

Dashimen granò gli occhi e una rumorosa risata fuoriuscì dalla sua bocca insieme a pezzettini di pancake che furono sputacchiati sul tavolo.

Isabel lo guardò con orrore e disgusto.

"Schifo!" esclamò indignata dal pezzo masticato finito vicino ai suoi biscotti.

"Spero tu gli abbia detto di no!" esclamò lui ilare non riuscendo a smettere di ridere al solo pensiero di vedere Isabel vestita come il suo ragazzo.

"Certo... non lo farei mai!" esclamò lei indignata.

"Oh meno male! Pensavo che fossi del tutto impazzita, in queste settimane senza di me" Sospirò lui sollevato, passandosi una mano sulla fronte con far drammatico.

Lei ghignò strafottente. "Beh la vacanza con il fidanzato?" chiese pungolandolo.

"Meglio di quanto immaginassi... anche se lui ha rischiato un infarto!" esclamò continuando a essere ilare.

"Why?" chiese lei non capendo, non doveva sembrare grave se lui continuava a essere così ilare.

"La sorella sospettava di noi, e dopo un paio di giorni a cena ha svuotato il sacco davanti a tutti." Disse lui con una faccia di finto terrore.

"Oh mio dio! Cos'è successo? I genitori di Hoseok?" chiese lei spalancando la bocca stupefatta dalla notizia.

"A quanto sembra avevano il sospetto tutti, e quindi hanno reagito molto molto bene al tutto." sorrise raggiante lui, finalmente qualcosa stava andando per il verso giusto.

"Come facevano ad avere il sospetto?" chiese lei confusa.

"Io ero già andato da loro, anni fa, ci fu un momento, quando facevamo le superiori che Hoseok era tornato dai suoi perché era confuso, e non voleva più provare a fare il trainer" spiegò lui sbrigativo.

"Oh si ricordo! Sei stato tu a convincerlo di non lasciare tutto?" chiese lei arricciando le labbra.

"Si andai a prenderlo dai suoi, dopo aver parlato con Namjoon... quindi mi conoscevano già tutti.. poi incontrai la sorella qui a Seoul durante il periodo del funerale di Do-yoon e la sorella lo disse a Hoseok al tempo...lei da lì e dalla sua reazione ne ebbe la certezza." Spiegò il tutto.

"Quindi è stata la sorella a parlarne con la famiglia?" chiese Isabel intenta a seguire il racconto.

"Si, per loro non ci sono problemi. Tutto è andato nel migliore dei modi a parte quella cena che è stata terrificante per entrambi" sorrise convincente lui.

"Immagino che poi sia stata esilarante per i suoi genitori, specie suo padre è un vero mattacchione!" esclamò Isabel ridendo ricordando tutte le freddure che il padre aveva fatto il giorno del diploma di Hoseok.

"Oh tu conosci i suoi?" chiese lui stranito.

"Si, quelli che non conosco sono i genitori di Jungkook e Jin, non c'è stata occasione..." disse lei sorridendo appena, pensò ai genitori di Yoongi per un istante e quanto sentisse la loro mancanza.

"Oh non lo sapevo!"

"Alla fine voi che fate a questo san valentino?" chiese lei cambiando discorso, il pensiero dei genitori di Yoongi, la faceva sentire triste, preferiva non pensare a loro e al fatto che non li vedeva da molto o che non li avrebbe mai rivisti.

"Noi cenetta al dormitorio e film alla televisione, nulla di troppo impegnativo" disse lui tranquillamente.

"Avete il dormitorio tutto per voi?" esclamò lei stupefatta.

"Sono partiti tutti dalle loro famiglie, tranne..." si bloccò guardandola impensierito, non parlavano di lui da tanto tempo, non sapeva se fosse il caso di nominarlo.

"Lui no?" chiese lei tranquilla.

"No, lui non è voluto partire ancora... dice che è impegnato."

"Comprendo..." sussurrò lei abbassando lo sguardo, prese un biscotto e cominciò e lo ruppe cominciando a spiluccarlo pian piano.

"Non si sta isolando se è quello che temi, anzi ha passato un po' di tempo con i ragazzi prima che loro partissero, non torna a casa perché sta andando in terapia e non vuole smettere. Penso stia meglio, oggi passava la mattinata con Hoseok." Provò a rassicurarla.

"Si, sono convinta che starà meglio." Provò a dire lei sforzandosi di sorridere incoraggiante.

"Hoseok, pensava di passare da te in questi giorni, si è sentito con Jimin in viaggio e gli ha detto le ultime novità, sono realmente venuti tutti da te a chiedere consiglio?" chiese lui, trovandolo comunque un po' strano il comportamento di tutti.

"Si.. è quello che ha reagito peggio è stato Namjoon... voleva una speranza per tornare con tu sai chi..." disse lei passandosi una mano sulla fronte affrante.

"Ancora?" spalancò la bocca Dashimen esterrefatto, "Con Bo-ra?" chiese poi sembrando pensieroso.

"Con Bo-ra non va...." Sospirò lei mordendosi il labbro indecisa "Namjoon pensa che Bo-ra provi qualcosa per Chung-hee loro passano molto tempo insieme"

"Pensi che?" disse sorpreso. Urtò una forchetta poggiando con foga entrambe le mani sul tavolo.

Isabel scosse la testa ripetute volte facendo svolazzare i capelli per aria.

"No, lui non lo farebbe. Sarebbe un sogno no? Lui che decide di lasciarmi che comprende di essere innamorata di lei!" squittì lei con finta allegria.

"Vuoi che indago? Lo diciamo a mio zio e vediamo cosa realmente combina!" esclamò lui con foga senza riuscire a trattenersi, forse c'era una speranza.

Isabel lo guardò soppesando all'idea, poi scosse nuovamente la testa.

"No, lascialo così... il fatto che si rifugia da Bo-ra mi da libertà. È un buon compromesso"

Le sopracciglia di Dashimen si inarcarono e cominciò a guardarla con lo sguardo assottigliato. "Compromesso? Per fare cosa?" chiese lui.

"Nulla... non subirmelo ogni sera. Senti la situazione va perfettamente così, quando stiamo insieme sembriamo una coppia senza alcun problema, io sembro perfetta. Lui è convinto che tutto vada bene" disse lei tranquillamente.

"Dici? Se tutto va bene perché dovrebbe sentire l'esigenza di passare il tempo da Bo-ra?"

Lei inclinò il capo all'indietro, sospirando diverse volte, non sapendo cosa dire.

"Cosa non mi stai dicendo?" chiese lui studiandola attentamente.

Lei tornò a guardarlo e fece spallucce. "Nulla, è tutto così perfetto!" trillò con voce finta allegra di nuovo.

"Senti con quell'altro invece?" disse con una smorfia, non volendo nominarlo.

"Con chi?" chiese lei confusa aggrottando la fronte.

"Lo sai, il tizio che ti gira intorno e con cui lavori. Se Chung-hee è occupato con Bo-ra, tu lo sarai con lui?" la pungolò lui.

"Lavoriamo. Puoi controllare i video del mio ufficio." Rispose secca lei, sembrando irritata da quella insinuazione.

"Gli hai detto che non hai intenzioni di nulla con lui?" chiese assottigliando lo sguardo.

"Si, gli ho detto di rimanere sul professionale e abbiamo comunque deciso di essere amici. Noi lavoriamo e chiacchieriamo di tanto in tanto." Disse tranquillamente sorridendo subito dopo.

"Lui si è arreso?" trovava strano che Dae-hyun non stesse realmente facendo niente, non sembrava il tipo che lasciava correre quando era interessato a qualcosa o a qualcuno.

"Arreso?" chiese lei non capendo e guardandolo sospettosa.

"Tu gli piaci Isabel. Ne sono convinto."

"Dash questa è una tua convinzione. È stato solo sesso, Dae-hyun non è tipo di provare sentimenti o altro. Ti sei fatto una idea del tutto sbagliata." Disse lei convinta delle sue parole.

"Non ci prova con te? Non fa nulla di sconveniente?" disse lui sprezzante, ridendo, non credendo che Dae-hyun avesse realmente smetto di provarci con lei.

"No, certo che no. Dash smettila, Dae-hyun è una brava persona!" lo rimproverò lei con fin troppa enfasi.

"Non è vero."

"Non lo conosci, a te non piace, solo perché ci hai discusso un paio di volte a causa mia, perché sei iperprotettivo." Disse in modo puntiglioso lei.

Dashimen la guardò fissa negli occhi.

Lei sbuffò capendo a cosa lui stesse pensando.

"Sono stata io a capodanno. Lui è stato alle mie condizioni. Lui sta sempre a quello che gli dico e non supera i limiti. Comprendo che tu non ti fidi, e vedi piani malefici ovunque. Lo so che vorresti aiutarmi, ma non puoi. Dash..." sospirò lei guardandolo tristemente. "Io mi sposerò con Chung-hee e per il resto della mia vita farò quello che devo per tenere tutti al sicuro. Proverò a non essere più istintiva come a capodanno. Vivrò quello che la vita mi sta dando."

Dashimen poggiò i gomiti sul tavolo con un gran rumore si prese la testa tra le mani, sentendosi bollire di rabbia.

"Non è giusto." Disse lui con rabbia.

"è così, poco importa se sia giusto o meno." Lei continuò a fissarlo, scettica.

"Dash..." chiamò dato che il ragazzo fissava il tavolo.

Dashimen alzò lo sguardo su di lei, sembrando di marmo.

"Continuiamo la nostra colazione, proviamo a non parlare di problemi? Possiamo far finta che vada tutto bene?"

"Non funzionerà... lo sai prima o poi scoppierai." Disse lui sicuro.

"Non lo farò. Promesso." Annuì lei seria in volto.

"Facciamo come vuoi." Acconsentì lui e lei gli sorrise sincera.

Dashimen accennò a un sorriso tirato, quella situazione continuava a non andargli bene. Non voleva ciò per lei, ma proprio non sapeva come aiutarla.

ORA DI PRANZO

Isabel si trovava nel suo ufficio, stava revisionando alcuni documenti, aveva del lavoro da ultimare, infatti si era portata l'abito per la serata di san valentino fino a lì, il programma era lavorare tutta la giornata, lavarsi e cambiarsi lì e raggiungere Chung-hee per cena.

Bussarono alla porta.

"Avanti" disse lei, senza alzare lo sguardo dai suoi fogli.

"Signorina Kim, c'è qui il signor Chang per lei" disse uno dei suo collaboratori, sembrando a disagio.

Realmente quasi tutti quelli che lavoravano nel piano di Isabel e collaboravano con lei avevano il terrore di Dae-hyun, non c'era una ragione specifica, forse avevano sentito qualche chiacchiera o molto probabilmente anche solo vederlo terrorizzava.

Dae-hyun era sempre così freddo e distaccato con chiunque, era come se intorno a lui ci fosse un'aria di mistero, o come se nessuno potesse mai avvicinarsi a lui.

"Può entrare" disse lei alzando lo sguardo sul suo collaboratore e Dae-hyun dietro di lui che si teneva leggermente a distanza.

Il collaboratore si acquattò verso il muro e fece passare Dae-hyun facendo un leggero inchino con il capo e scappando via.

Isabel fece una smorfia contrita guardando il povero collaboratore scappare e poi ridottò lo sguardo verso Dae-hyun.


"Chiudo?" chiese lui sorridendo.

"Si certo..." disse lei con espressione criptica sul volto.

"Non comprendo perché abbiano tanta paura di te" disse lei scettica.

Lui rise "Sarà per la nomea che porto" disse facendo spallucce.

"Non avevamo un appuntamento, vero?" chiese lei cambiando discorso, non ricordava che si dovessero vedere.

"Ehm.. no, ma ho avuto una chiamata urgente, per un pranzo fra una trentina di minuti, e dovresti venire anche tu, è un pranzo con alcuni finanziatori che stavamo valutando" disse lui sembrando rammaricato del poco preavviso che le stava dando.

"Trenta minuti?" boccheggiò lei, si guardò intorno leggermente in ansia.

"Eh si... ho provato a chiamarti, ma non hai risposto.." disse lui

Lei si alzò in piedi e si guardò i vestiti indecisa "Dici che così vado bene?" chiese impensierita, non voleva sfigurare a un pranzo di lavoro, e l'unico cambio che aveva era un vestito elegante per la cena con Chung-hee.

"Se aggiusti i capelli, diventi perfetta" annuì lui con il capo, facendole un complimento con voce suadente, la solita che utilizzava per fare colpo, senza dover provocare.

Lei ridacchiò, non riuscendo a trattenere un sorriso spontaneo.

"Aggiusto i capelli e andiamo" cominciò a sistemare un attimo dei documenti sulla scrivania mettendoli in ordine, mentre Dae-hyun si sedeva tranquillo, sentendosi ormai a proprio agio nell'ufficio di Isabel, come se fosse casa sua.

"La busta?" chiese lei senza guardarlo, indaffarata a prendere il telefono per mandare un paio di messaggi per avvisare che non sarebbe stata rintracciabile al suo ufficio.

Aveva notato che Dae-hyun era entrato con una sospettosa busta in mano.

"Ah" disse lui sembrando in imbarazzo.

Isabel non se ne accorse poiché non lo stava guardando, troppo presa da scrivere al telefono.

"Ho pensato di portarti un qualcosa" disse lui imbarazzato, aprendo la busta e tirando fuori un mazzo di fiori.

Lei dirotto lo sguardo su di lui e in seguito sul mazzo di fiori.

Aggrottò la fronte, sperò con se stessa che non fosse arrossita di fronte a quell'inaspettato dono.

"Per san valentino?" chiese con una risata nervosa per stemperare l'imbarazzo che sentiva.

"Ha importanza il motivo? Li ho visti e ho deciso di prenderli" disse lui facendo spallucce come se non fosse importante e non ci fosse un qualche significato nascosto nei fiori.

Lei si sporse in avanti per prenderli.

Erano dei fiori semplici, tutti di tonalità di blu e violetto, nulla di troppo estroso.

Un qualcosa che a lei piaceva.

"Grazie" disse con candore nella voce "È un pensiero carino" aggiunse.

"Nulla di che" disse lui continuando a dare poco peso alla cosa.

"Li lascio sulla scrivania, dirò a qualcuno di metterli in un vaso" disse appoggiandoli con delicatezza.

Tornò con lo sguardo su di lui, con una mano andò ad arricciarsi una ciocca di capelli.

Dae-hyun ricambiò lo sguardo, ma senza mostrare nessuna emozione, provava a decifrarla ma non riusciva proprio.

"I capelli" disse lui decidendo di interrompere quel gioco di sguardi criptico che gli stava dando smarrimento.

"Giusto" trillò lei lasciando andare la ciocca di capelli, lanciò un'ultima occhiata al mazzo di fiori e andò verso il bagno.

Dae-hyun la guardò fino a che non si fosse chiusa la porta alle spalle.

Pensò che fosse veramente molto bella e avrebbe tanto voluto avere il potere di leggerle nel pensiero.


ORA DI PRANZO

Chung-hee si trovava appoggiato allo sportello della macchina, aveva un mazzo di fiori in mano, di vari colori, molto sgargiante.

Sorrise in direzione di Bo-ra che lo stava raggiungendo sorridente come sempre.

"Scusa il ritardo!" trillò lei.

"Tranquilla non è molto che aspetto" disse lui e le porse il mazzo di fiori.

"Sono molto belli" disse con voce zuccherosa.

"Sapevo che avresti approvato" disse lui compiaciuto.

"Andiamo?" chiese lei.

"Si, sei sicura che sei libera per venire con me?" chiese per pura educazione.

"Si te l'avevo detto, sono liberissima!" annuì lei con gioia.

"Namjoon?" chiese lui "Non torna per passare il san valentino con te?"

"No, ha detto che preferisce rimanere lì ancora per un po'. Non ci siamo sentendo molto" disse lei sembrando nervosa a riguardo.

"Successo qualcosa?" continuò a chiedere interessato.

"No, nulla di importante, piccoli bisticci." Tagliò corto lei, non aveva voglia di dirgli che Namjoon prima di partire aveva insinuato che tra lei e Chung-hee ci potesse essere qualcosa di più di un'amicizia.

"Non sembri sicura" disse lui con preoccupazione, si avvicinò a lei e accarezzò una guancia.

Bo-ra sorrise più ampliamente, scosse leggermente il capo. "Va tutto bene, non devi preoccuparti" disse arrossendo per via del suo gesto.

"Allora direi che è il caso di andare" annuì, si allontanò leggermente da lei e si avvicinò alla portella della macchina per aprirla e farla salire.

Chiuse la portella dopo che lei fosse entrata, sorrise tra sé e sé, passare il tempo con Bo-ra lo alleggeriva parecchio, gli dava modo di pensare meno a Isabel e il fatto che lui ormai sapeva che lei fingeva che tra loro andasse tutto bene.

Sapeva che lei non lo amava, e che lo stava sposando solo perché ormai aveva preso quella scelta, perché ormai erano in ballo e dovevano mandare tutto avanti. Sperava solo che col tempo le cose si sarebbero sistemate tra loro due.

Lui l'amava, o almeno così si era convinto.


14 FEBBRAIO SERA

Isabel guardò l'orologio al suo polso, scosse la testa con rassegnazione.

Era in ritardo di trenta minuti per la cena di san valentino con Chung-hee, sperava con tutta se stesse che lui fosse di buon umore per non dare peso a ciò e rovinare la serata.

Entrò nel ristorante, dove avevano prenotato, disse il tavolo e il nome al cameriere che la scortò in una stanza privata, dove Chung-hee era già seduto al tavolo e armeggiava con il telefono.

"Ciao" disse lei con voce lieve entrando e guardando verso di lui.

"Trenta minuti, poteva andare peggio" disse lui sembrando sereno.

"C'era un po' di traffico" si giustificò lei.

Lui si alzò e la raggiunse, sorrise amorevole.

"Sei splendida" sorrise dandole poi un bacio sulle labbra.

"Ho provato a fare il possibile per essere al meglio"

"Direi che non ti ci vuole molto, sei sempre bellissima" disse lui con voce zuccherosa.

"Grazie" disse lei in imbarazzo, provando a essere una ragazza innamorata.

Doveva recitare per tutta la sera, ma ormai lei recitava sempre quando si trattava di Chung-hee.

Non c'era un briciolo di spontaneità in tutto quello che faceva o diceva, era tutto ormai calcolato e recitato.

Era come se lei stesse interpretando un personaggio, e vivesse la vita di un altro.

L'aveva capito dopo capodanno.

Aveva capito che non poteva più essere se stessa, e così in quei mesi stava chiudendo con tutto cercando di ricominciare dall'inizio diventando una persona completamente diversa da quella che era.

Così si ritrovava a fingere che quella cena di San valentino, fosse magnifica e che tutto tra loro due fosse perfetto.

Mangiarono chiacchierando come se non ci fosse nessun problema tra loro due, nessuno dei due menzionò mai bts, o Dae-hyun o Bo-ra, tutti argomenti off limits ormai.

Parlarono di una di andare a teatro a vedere uno spettacolo e dei loro lavori, e delle novità sui preparativi del matrimonio.

Lei sembrò anche molto emozionata nel parlare dell'assaggio di alcune tartine preparate da Hye-ri, le commentò con grande entusiasmo, asserendo che doveva per forza averle nel menù del matrimonio.

Finita la cena entrambi si scambiarono i loro regali, Isabel era risaputo non era una persona romantica, e comprò a Chung-hee solo un costosissimo orologio.

Chung-hee le regalò un collier di diamanti, e oltre a quello un piccolo album.

"E questo?" chiese lei non capendo.

"é un album, dove possiamo inserire le nostre foto, poiché ormai è certo che passeremo la nostra vita insieme, sarebbe bello da vecchi potere sfogliare un nostro album fotografico" disse con tono sognante. 

Isabel strinse l'album tra le mani, si sforzò di sorridere, nonostante sentisse il suo stomaco contorcersi.

Avrebbe passato la sua intera vita con lui.

"è una bella idea!" si sforzò di dire.

Lui sbatte le palpebre un paio di volte "Non sembri convinta" disse studiandola attentamente.

"Oh, sono solo sorpresa... realmente non capivo come mai non avessi fatto un qualcosa di romantico, e invece ecco tiri fuori un album a sorpresa!" disse con voce squillante.

"Troppo romantico?" chiese lui incerto.

"No, è il giusto" sorrise lei cercando di sembrare dolce, appoggiò l'album sul tavolo e si avvicinò a lui.

Gli accarezzò la guancia con dolcezza e lo baciò, chiudendo gli occhi.

Si sforzò di non pensare, ma il suo pensiero ormai era andato lì verso di lui. Lei lo aveva già fatto un album con le foto,  quell'album lo aveva lasciato al vecchio appartamento.

Non sapeva il perché, ma non lo aveva mai preso dallo studio di Yoongi.

Lo aveva creato tutto lei, le foto le aveva stampate e scelte e attaccate con cura.

Yoongi aveva solo sorriso quando l'aveva visto, non aveva detto niente, al tempo non ci sapeva fare molto con le parole e con il dichiarare il proprio amore.

Continuò a baciare Chung-hee provando a eliminare il pensiero di Yoongi.

Yoongi che in quel momento si trovava nel vecchio appartamento, dove ormai si era trasferito e in quello stesso istante il ragazzo stava per terra nel suo studio e sfogliava proprio quello stesso album, e Isabel di tutto ciò ne era proprio ignara, non avrebbe mai potuto immaginarselo.

Nonostante le possibilità di poter stare di nuovo insieme erano pari a zero, loro continuavano a essere connessi anche a distanza.


15 FEBBRAIO MATTINA

Dashimen si trovava steso su un divano mentre beveva da un termos.

Fischiettava un movimento allegro, in modo disinvolto.

"Che fai sul mio divano?" una voce indispettita parlò.

Dashimen ridacchiò e si mise a sedere osservando l'uomo davanti a lui.

"Sono venuto a farti visita!" esclamò ilare.

L'uomo in accappatoio davanti a lui scosse la testa e alcune goccioline d'acqua svolazzarono in cielo.

"Non avrei mai dovuto darti il pin." Disse con tono annoiato, strinse l'asciugamano che aveva in mano e lo portò in testa spazzolandosi i capelli per togliere un po' d'acqua.

"Si non avresti dovuto, ma ormai il danno è fatto" Gli rispose strafottente Dashimen con un'alzata di spalle.

"Stai già bevendo di prima mattina?" chiese alzando un sopracciglio e indicando il termos con una mano.

"No, è una tisana che mi prepara Hoseok" sorrise raggiante.

"A proposito di ciò, lui lo sa che di tanto in tanto vieni a casa mia e senza permesso?" ghignò in sua direzione.

Dashimen sbiancò per un attimo, si passò una mano tra i capelli, nervoso scompigliandoseli tutti, successivamente scosse la testa.

"Lo sai perché vengo qui" disse con decisione cambiando atteggiamento.

"Come sai che la mia risposta è la stessa, non voglio rientrare in nulla." Disse l'altro sorridendo sfacciatamente, "Se permetti vado a vestirmi, Dash vai via... non ti aiuterò in nulla." Disse dandoli le spalle e andando verso la sua camera da letta.

Dashimen si alzò dal divano si stiracchiò per benino, appoggiò il termos su un tavolino e decise di tampinare Hae-eun fino alla sua cabina armadio.

Cabina armadio che probabilmente era la stanza più grande della casa.

Entrò nella stanza guardandosi intorno, guardò verso destra e su un piccolo mobile c'era appoggiato un maglione di cashmere e un gatto rossiccio che aveva puntato lo sguardo su di lui.

"Pensavo che questo gatto fosse morto" esclamò guardando il gatto che gli soffio contro. "Pulcioso." Lo chiamò guardandolo in malo modo.

"Perché il mio gatto dovrebbe essere morto?" chiese stranito Hae-eun spuntando da dietro un mobile pieno di indumenti.

"Perché ogni volta che vengo non l'ho mai visto."

"Perché l'hai mai visto da Do-yoon?" chiese stranito, togliendosi come se nulla fosse il suo accappatoio che lasciò insieme l'asciugamano su un mobile.

Dashimen distolse lo sguardo da Hae-eun, trovando improvvisamente sempre più interessante guardarsi con il gatto rossiccio.

"Non è la prima volta che mi vedi nudo."

"Questo è perché hai il vizio di girare nudo per casa"

"Sai com'è, è casa mia" disse tranquillamente girando per i vari scaffali per poi raggiungere una cassettiera e aprire un tiretto.

Dashimen sbuffò scocciato, si avvicinò al gatto di Do-yoon per accarezzarlo ma quello provò a graffiarlo. "Non è per niente socievole." Disse facendo qualche passo indietro e allontanandosi dal gatto guardandolo in malo modo.

Hae-eun sbuffò una risata soffocata, e tornò a infilarsi gli slip.

Dashimen tornò con lo sguardo a lui "Senti... penso che il tuo amico Chung-hee sia interessato a Bo-ra passano molto tempo insieme"

Hae-eun scoppiò a ridere e tornò a guardarlo. "Non farà mai niente di sconveniente." Disse poi tornando serio.

"Sicuro? Tu potresti non so passare una serata con lui e fargli cambiare idea." provò a proporre. 

"No, non voglio, e non è un mio problema."

"Dai sei sempre stato quello contro questo matrimonio, ora improvvisamente non vuoi più farli cambiare idea?" lo provocò Dashimen.

"Perché dovrei? Io non ho avuto quello che volevo." disse roteando gli occhi, infastidito.

"Perché se loro si sposano, lei non proverà mai a lottare contro suo padre per la sua libertà, quindi non l'otterrai mai."

"Ci ho messo una pietra sopra" disse facendo spallucce.

"Non è vero lo sappiamo entrambi. Vuoi ancora vendetta."

"Dashimen sei così noioso, sei l'unico che pensa ancora che ci sia un'alternativa a tutto ciò. Vuoi convincermi ad aiutarti, e non ne sei neanche tanto capace." Disse alzando gli occhi al cielo.

Hae-eun fece dei passi avvicinandosi a lui.

Dashimen rimase immobile a fissarlo interrogativo.

"Sarebbe stato più divertente se avessi provato non so... a comprarmi con del sesso" lo stuzzicò Hae-eun avvicinando il suo viso a quello di Dashimen ma lasciando sempre della distanza tra entrambi.

Dashimen gli soffiò in faccia e lo guardò in malo modo "Sai essere proprio antipatico." Disse facendo dei passi indietro.

Hae-eun sogghignò "Vai in camera mia prendi il telefono devo farti vedere una cosa" li concesse, sapeva che alla fine se ne sarebbe pentito.

Dashimen lo guardò interrogativo, ma decise di non fare domande e andare a prendere il telefono.

Appena tornò di nuovo lì dentro la cabina armadio si avvicinò a Hae-eun e gli porse il telefono.

Hae-eun armeggiò un attimo con esso e lo passò a Dashimen per farli vedere una cosa.

Si allontanò per andar a scegliere qualcosa da mettere.

Dashimen lesse ciò che c'era sul telefono di Hae-eun era un articolo non uscito, dove c'erano delle foto.

La prima foto ritraeva Chung-hee con Bo-ra a cui porgeva un mazzo di fiori, l'altra era invece di Isabel che entrava in macchina accompagnata da Dae-hyun.

L'articolo aveva come titolo: La coppia più famosa dei Chaebol, sta per scoppiare in aria?

"Questo?" chiese confuso.

"Me l'hanno inviato, chiedendomi se potevano pubblicare, tutto ciò che è su Isabel passa prima da me. Dovresti saperlo."

"Quindi lui la tradisce!"

"Non credo... penso che i fiori siano per la tomba di Ae-cha, saranno andati lì quel giorno. Sono i fiori che piacevano a lei" disse Hae-eun guardandolo per un attimo ghignando e tornando con lo sguardo sulla camicia appena infilata per abbottonarla.

"Ah.."

Hae-eun finì si abbottonare la camicia e tornò verso Dashimen.

"Scelta tua. Vuoi che lo pubblico?" chiese.

"Avevi detto che non volevi aiutarmi."

"Non ti sto aiutando, ho questa cosa e sta a te scegliere se pubblicarla. Tua responsabilità, se poi alla tua amichetta succede qualcosa." Sorrise come un gatto malefico Hae-eun.

Dashimen rimase fermo a contemplare l'idea, l'ultima volta che aveva provato ad agire di testa propria aveva fatto un grande danno con Yoongi, forse non era il caso di farlo.

Lui però doveva almeno provarci a impedire quel matrimonio.

Doveva provare a fare qualcosa per salvarla.

Forse quel piccolo articolo avrebbe potuto aiutarla, infondo lei ci lavorava con Dae-hyun nella foto non faceva nulla di male a differenza di Chung-hee.

"Pubblicalo"

Ha-eun rise divertito dalla situazione e annuì con la testa.


Angolo dell'autrice:

Questo capitolo rispetto allo scorso è stato una passaggiata da scrivere.

Quasi non ci credo.

I pezzi con Dashimen e Dae-hyun mi riescono così semplici. 

Dash cerca ancora di trovare un modo per aiutare Isabel. 

Isabel sembra più morta che viva, si è  completamente rassegnata, quindi lei vaga nel nulla. I pensieri di Yoongi però ogni tanto arrivano, lei cerca di soffocarli. 

Tra Isabel e Dae-hyun, nulla di realmente serio. Si lui ha comprato i fiori per san valentino, ci prova in modo molto sottile, non gli è passata, anche se fa finta che tra loro due sia tutto professionale. 

Chung-hee e Bo-ra.... beh realmente non lo so neanche io se c'è stato qualcosa di fisico...

Hae-eun  mi fa morire, specie quando parla con Dashimen ahahahha. 

Si Dash entra a casa sua ogni volta che gli va, 

Si hoseok non sa nulla di ciò.

Si Dash ha già visto nudo Hae-eun... comunque si conoscono da tanto tempo. 

Alla prossimaaaa! 


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