CAPITOLO 39 AND NOW?


CAPITOLO 39 AND NOW?

5 GENNAIO 2018

Isabel e Chung-hee avevano in programma un viaggio e di comune accordo aveva deciso di prenotare un biglietto di viaggio sul loro stesso aereo per Har-rin, cambiando il giorno della partenza del ragazzo che sarebbe dovuta avvenire giorno due gennaio che invece slittò al cinque.

Chung-hee preferì fare in quel modo, voleva scortare lui Ha-rin in America assicurandosi che rimanesse esiliato e in silenzio tombale, in più non voleva che Dae-hyun si unisse a lui, o apparisse per provare a dare una mano.

Sapeva che Dae-hyun aveva qualcosa in mente, e quel qualcosa era la sua Isabel.

Aveva però promesso a Isabel che non le avrebbe vietato di fare il progetto, nonostante non si fidasse per nessuna ragione di entrambi.

Si trovava nel soggiorno di casa e aspettava con ansia che la ragazza scendesse per partire.

"Isabel? Sei pronta?" urlò verso le scale.

"Sono al telefono ora scendo!" urlò lei di rimando.


Isabel si trovava nella stanza da letto e aveva da poco chiuso l'ultima valigia, era al telefono con Dashimen, che non era riuscita a sentire per quei giorni, aveva solo saputo da Chin-hae che il ragazzo stava bene.

"Quindi non vuoi dirmi cosa è successo?" disse lei con voce monocorde, rassegnata al rifiuto che Dashimen le stava riservando in quei giorni.

"Isabel, non è successo nulla di grave, abbiamo risolto tutto" mentì il ragazzo.

"Da come aveva la voce Taehyung sembrava molto grave come situazione" disse lei piccata.

"Situazione che stiamo gestendo"

"Sta di fatto che tu non ti sei fatto vedere... ciò è sospettoso a breve parto con Chung-hee e non ci siamo ancora visti" lo accusò lei.

"Lo so e che sono impegnato" continuò a mentire lui.

"Dash, ti conosco, avresti fatto di tutto anche solo per venirmi a salutare per due secondi. Qualunque cosa sia successa, penso che Yoongi ti abbia ridotto parecchio male." disse lei con far da professoressa.

"Ma cosa dici.. io sto benissimo" trillò con voce squillante e falsa lui.

"Come vuoi continua a mentirmi. Così non si risolvono le situazioni" sbuffò lei, scuotendo la testa, era così evidente che lui le stesse mentendo da non capire il perché lui continuasse a farlo.

"Da che pulpito viene la predica." Rispose lui con voce lamentosa.

"Hai ragione... ora devo lasciarti... Chung-hee mi sta chiamando mettendomi fretta siamo in ritardo e dobbiamo anche passare a prendere quel verme di Ha-rin." Disse lei con voce stizzita.

"Va bene.... ci vediamo appena torni, non preoccuparti di nulla, e cerca di stare attenta." Disse lui tentennando facendo trasparire la sua preoccupazione.

"Si farò la buona, e non preoccuparti dovrei avere tutto sotto controllo" disse lei titubante.

"Ti amo... e fidati di me"

"Mi fido... ti amo anche io" chiuse il telefono e sospirando affranta.

Era certa che fosse successo realmente un qualcosa di grave, e che Dashimen non le stava dicendo nulla per tenerla al sicuro e per non farla preoccupare.

Forse era meglio così, non sapere nulla, non vedere Dashimen ed evitare di preoccuparsi.

Yoongi non era più affar suo.

Non faceva più parte della sua vita, e lei doveva andare avanti per la strada che si era scelta.

Tirò la valigia giù dal letto, afferrò la tracolla e guardò il suo comodino mordendosi un labbro nervosa, all'interno c'era uno dei diari di Do-yoon che stava leggendo di nascosto, avrebbe voluto continuare a leggere, decise però di non prenderlo, non voleva che Chung-hee sapesse di quei diari, come non voleva che nessuno sapesse di ciò.

Prese il tutto e si avviò verso il piano inferiore, pronta a partire insieme al suo futuro sposo.

Quel viaggio, era la cosa più giusta da fare, si sarebbero allontanati un po' da Seoul e da suo padre.

Avrebbero anche così potuto sistemare e cose tra loro due, e lei si sarebbe potuta allontanare da Dae-hyun e cercare di fare chiarezza riguardo a quello che era successo la notte di capodanno e al tradimento.

Dopo che lei gli aveva mandato quel messaggio di notte, lui non le aveva mai risposto. Si era sentita inquieta a riguardo, aveva creduto che lui si sarebbe presentato in qualche modo, invece era come se fosse completamente sparito.

Alla fine aveva concluso, che fosse meglio in quel modo, e che al suo ritorno a Seul avrebbe parlato con lui facendo si che tutto rimanesse a livello professionale e che non ci fosse niente di più tra di loro.

Era la cosa giusta da fare, sistemare le cose con Dae-hyun tenendo tutto sul professionale, far si che le litigate con Chung-hee diminuissero, comportarsi bene, dimenticare per sempre Yoongi e sposarsi.


Scese le scale arrivando nel soggiorno.

"Finalmente!" Esclamò Chung-hee.

"Scusa ero al telefono con Dashimen" disse lei sorridendo appena.

"Ti viene a salutare all'Hotel?" chiese lui, pensando che si fossero dati appuntamento, sapeva che Dashimen non si era fatto più vedere da Isabel.

"No, ci vedremo quando torneremo, mi ha rassicurato che sta bene e stop"

"Ti ha finalmente detto cosa è successo con Yoongi?" chiese lui solo per pura curiosità e per vedere la reazione di lei.

"No, e va bene così, non sono più affari miei." disse lei passandoli la valigia così che lui la portasse per lei "Nabi!" chiamò poi lei cercando il cane.

"Sei sicura che non siano più affari tuoi?" chiese lui insicuro.

"Sicura... ci sposiamo. Yoongi non fa più parte della mia vita, qualunque cosa sia accaduta sono affari loro." Disse secca fischiando subito dopo per richiamare il cane che subito arrivò da lei.

"Ah! Eccoti! Andiamo su! Dobbiamo partire di nuovo!" disse lei allegra acchiappando Nabi e tenendola in braccio.

"Andiamo?" chiese rivolta a Chung-hee sorridendo sembrando entusiasta di quel viaggio.

"Si... andiamo" disse lui sforzandosi di sorridere a sua volta.


06 GENNAIO 2018

Yoongi si trovava nel soggiorno di Na-ra e beveva del thè con lei.

C'era tensione tra entrambi, in quei giorni non si erano per niente visti, si erano solo scambiati dei messaggi.


Yoongi aveva scritto solo giorno due gennaio a Na-ra dicendole che era sparito perché aveva la febbre alta e spiegandole che il motivo del perché la sera di capodanno durante la litigata con Yun-hee lui fosse scappato era solo perché era andato a dare di stomaco in bagno.

Na-ra che aveva aspettato per due giorni di avere sue notizie, e aveva chiamato ripetute volte il suo telefono trovandolo sempre spento o non raggiungibile, non aveva creduto alle sue scuse, che sembravano fin troppo false.

Aveva provato ad andare al dormitorio diverse volte, ma chiunque le avesse aperto, le aveva negato di entrare.

Furibonda alla fine era andata dai manager così come aveva minacciato di fare la sera di capodanno, non sarebbe voluta arrivare a quel punto, ma aveva deciso di farlo per avere delle risposte e perché loro tutti l'avevano costretta a fare una cosa del genere.


I manager erano rimasti leggermente stupefatti dalla situazione, ma avevano confermato a Na-ra che Yoongi era veramente molto malato con la febbre alta e che neanche i membri stavano molto con lui in camera, entrava solo Jin munito di mascherina per portarli da mangiare e accompagnarlo in bagno.

Lei comunque aveva chiesto chiarimenti sulla questione della macchina, e loro le avevano riferito solo che c'era effettivamente un danno, e che pensavano che qualche Saenseg avesse scoperto la loro relazione e che probabilmente aveva agito in quel modo.

I manager si erano scusati anche per il comportamento dei ragazzi e di Yun-hee che era stato eccessivo, ma avevano giustificato il tutto menzionando che c'erano stati altri episodi che avevano messo in pericolo i ragazzi e che erano tutti fin troppi protettivi e schivi per quello.

Na-ra aveva comunque ribadito che secondo lei il rapporto dei ragazzi era malsano e troppo ossessivo, e che si sarebbe dovuto intervenire in tal senso, i manager però l'avevano liquidata dicendole che loro conoscevano i ragazzi da più tempo di lei, e che avrebbero risolto loro la questione.

Alla fine aveva dovuto lasciar stare e andarsene via senza fare questioni per evitare di perdere il posto di lavoro e anche Yoongi.

Si sentiva nervosa, e non si fidava di nessuno di loro, sapeva che tutti nascondevano qualcosa, per quanto ci pensava, però non riusciva a capire cosa c'era di tanto grave da nascondere.


Era in silenzio mentre guardava Yoongi che sembrava, veramente, essere reduce da una brutta influenza.

"Mi dispiace per come siano andati questi ultimi giorni" disse Yoongi alla fine dopo tutto il silenzio in cui erano stati.

"Saprai che sono andata dai manager per parlare della situazione." Disse lei diretta senza giri di parole arrivando al dunque.

"Si... abbiamo avuto una riunione questo pomeriggio presto, c'era anche Yun-hee." Disse Yoongi mordendosi l'interno della bocca a disagio.

"Quindi?" disse lei.

"I ragazzi, sono dispiaciuti per la situazione che si è creata, ci sono stati fatti passati, gente che è venuta a lavorare solo per avvicinarsi a noi e farci del male. Siamo un po' tutti paranoici con le nuove persone. Yun-hee è molto protettiva, nei riguardi di tutti, ci conosce da tanto tempo." Provò a spiegare lui, dando la stessa spiegazione dei manager, come si era concordato durante la riunione.

"Mi ha trattata malissimo! Come anche Jin e Namjoon. Sono pur sempre un aiuto manager!" trillò lei ancora infuriata per il trattamento che aveva ricevuto.

"Mi dispiace, dispiacerà anche a loro sicuramente." Provò a dire lui non sapendo bene che dire, sapeva che avevano tutti esagerato a causa sua, e perché erano preoccupati.

"Per favore, possiamo far finta che non sia successo nulla, e provare a sistemare le cose?" chiese lui sembrando supplice.

"C'è qualcosa che nascondete, io lo so. Anche il tuo sparire in questi giorni è sospetto!" lo accusò lei.

"Na-ra... sono stato realmente male... se non ti fidi di me, e vuoi continuare a litigare in questo modo, forse è meglio finirla qui." disse lui poco convinto di ciò, cominciò a giocherellare con la manica del maglione allargandola.

"Mi stai lasciando?" chiese lei spalancando la bocca.

"Non vorrei farlo, ma al momento sembra tutto così incasinato, noi siamo molto stressati abbiamo lavorato forse troppo in questi mesi, e io e te forse abbiamo accelerato le cose, io ho bisogno di ritrovare me stesso e di una pausa da tutto" provò a dire lui, aveva parlato con i ragazzi e aveva promesso a tutti loro di andare in terapia di nuovo, come anche di cercare di non stare troppo con Na-ra così da poter pensare di più alla sua salute.

"Io ti amo..." sussurrò lei con gli occhi vitrei guardandolo e non credendo che lui stesse dicendo una cosa del genere "Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo, è la nostra seconda occasione" disse lei sembrando disperata.

Yoongi la guardò triste, rendendosi conto che aveva realmente combinato un pasticcio riavvicinandosi a lei, provava dell'affetto per quella ragazza, ma non credeva di poterla amare realmente.

Aveva la testa ancora a Isabel per quanto si sforzasse di andare avanti, non riusciva proprio. Bastava sentire il suo nome, sapere che fosse successo qualcosa dal finire con il perdere completamente il senso della ragione.

Lui aveva bisogno di tempo, di chiarire la situazione, e tutti avevano avuto ragione a dire che non si sarebbe dovuto buttare a capofitto in quella relazione.

"Mi dispiace io non credo di poter, ho bisogno di sistemare delle cose, e non posso illuderti... al momento non sono in grado di mandar avanti una relazione, so che ti sto facendo del male, e non voglio fartene altro." Disse lui sinceramente, doveva fare così allontanarsi da lei.

"Andava tutto così bene! Sono i tuoi amici, loro!" trillò lei guardandolo sempre supplice e continuando a dare la colpa a quelli del gruppo che si erano sempre trovati contro loro due.

"Loro si preoccupano per me..." disse lui in un sussurro.

"Non è vero, vogliono manipolarti, decidere per te! Non comprendi che questo rapporto con loro non va bene? Non sei libero di fare quello che vuoi, loro hanno sempre da ridire su quello che fai!"

"Non è così, tu non conosci i fatti... loro vogliono solo che io stia bene."

"Da solo? Senza nessuno accanto che ti ami?" trillò lei alzandosi in piedi non comprendeva il perché loro facessero così, il perché avessero da ridire sulla loro relazione.

Yoongi si alzò anche lui e si avvicinò a lei. "Ho sbagliato tutto... la ragione del perché loro sono così protettivi è perché ho affrettato le cose con te... c'era un'altra persona nella mia vita prima di fidanzarmi con te. Loro hanno ragione non sono pronto per una nuova relazione." Decise di spiegare lui guardandola con dispiacere, non era giusto quello che aveva fatto, e non era giusto che i suoi amici passassero come i cattivi della situazione.

Lei boccheggiò "Suran?" chiese, ricordando di quel giorno in cui in Giappone lui era rimasto a parlare con lei.

"No... non è Suran. Era un'altra persona, non la conosci, non la conoscerai mai. Lei non fa parte della mia vita, e mai più ne potrà far parte... pensavo di poter avere una nuova relazione che con te, sarebbe potuto essere diverso... ma non è così. Non è a causa tua." Non era colpa di Na-ra se le cose non erano andate bene, la colpa era sua che pensava che fidanzandosi avrebbe potuto risolvere tutto, dimenticare Isabel e far in modo anche che la ragazza lo odiasse per sempre senza tornare a riprenderselo.

"La ami ancora?" chiese lei tremante, sapendo comunque già la risposta solo al guardarlo.

"Non ha importanza se la amo o meno... lei si sposerà a breve."

"Non comprendo..." disse lei in confusione.

"Ho bisogno di tempo per stare solo... ho chiuso con lei e ho cominciato a frequentare te, non è stata la mossa giusta...io ho bisogno di tempo." Disse tremante.

"Quindi stai chiudendo con me, senza neanche provarci?" chiese lei piangendo.

"Non voglio chiudere, ti sto chiedendo del tempo...per sistemare le cose." Provò a dire lui, le prese le mani cercando di rassicurarla. "Voglio scusarmi per non averti detto la verità, per aver affrettato tutto, quando non ero in condizioni di poter stare con qualcuno."

"è questo il segreto che avete?" chiese lei comunque non capendo il tutto.

"Si... è per questo che Taehyung era molto arrabbiato quando ci ha visto insieme, pensava che io avessi tradito questa persona ma l'avevo già lasciata. Quando tu mi avevi chiesto spiegazioni, ti avevo detto che me la sarei vista io, e di fidarti e che ero convinto della mia scelta. Tu ti sei fidata non hai fatto domande." Disse sembrandole grata per aver compreso al tempo la situazione.

"Avevo capito che c'era stata un'altra... Yun-hee aveva detto che avevi deciso di chiudere la tua relazione per me che ti supportavo... ricordo quella frase" disse lei sempre in lacrime, sapeva che avrebbe dovuto fare delle domande, e non fingere di non aver sentito nulla.

"Si...loro mi conoscono meglio di chiunque, tutti loro. Se si sono tanto arrabbiati è solo per il mio bene... forse tu non puoi capire, perché io non mi sono neanche preso la briga di spiegarti.." sospirò sentendosi in colpa per ciò che aveva fatto a Na-ra, a Isabel, a se stesso e a tutti.

"Io volevo solo chiudere con il mio passato e far sì che le cose andassero bene, quando ti ho vista ho pensato che con te sarebbe potuto essere diverso..." ammise lui.

"è così! Con me può essere diverso, devi darci un'occasione! Possiamo risolvere tutto!" provò a dire lei.

"Ho bisogno di tempo... appena chiarirò i miei sentimenti, io verrò da te a dirti tutto."

"Io.. ti aspetterò.. so che siamo destinati a stare insieme!" disse lei con voce alta, abbracciandolo subito dopo.

Yoongi la strinse a sé dispiaciuto, non avrebbe mai voluto ferirla, non voleva fare del male alle persone, ma si era ritrovato negli ultimi mesi a fare del male a tutti.

Avrebbe provato a sistemare le cose, sarebbe andato in terapia, si sarebbe preso il suo tempo per guarire dalle sue ferite e accettare la situazione.


15 GENNAIO 2018

I bts si trovavano tutti in una sala riunione in agenzia, perché Bang-si-hyuk aveva l'urgenza di parlare a tutto il gruppo.

Si sentivano tutti nervosi, sapevano che tra tutti loro le cose non andavano bene, che erano arrivati a un punto di collisione, gli ultimi mesi erano stati lavorativamente molto stressanti, avevano lavorato duramente in giro per il mondo, portando a termine il loro Tour.

Erano stati in America diverse volte, avevano fatto talmente tante interviste e partecipato a programmi, da non ricordare neanche cosa avessero realmente detto davanti alle videocamere.

Ogni giorno era stata una lotta, appena svegli si mettevano una maschera, indossavano il loro nome da Idol e continuavano a lavorare. Finito il lavoro, i problemi personali li raggiungevano, trovandosi distanti tra di loro.


Yoongi soffriva per Isabel, aveva provato a scappare dalla sofferenza cominciando una relazione con Na-ra, aveva allontanato tutti rimanendo nel suo dolore per poi avere solo delle crisi.

Namjoon anche se provava a stare con Bo-ra continuava a essere devastato per quello che era successo con Jisoo, e svegliarsi nel cuore della notte perché continuava a sognare la donna. Era stanco del fatto che la vita gli stesse scorrendo troppo velocemente, era stanco di tutti i suoi obblighi, del dover essere l'unico a parlare alle interviste. Era stanco di non avere niente di suo.


Jin pur provando a essere il migliore fratello maggiore, sapeva che non c'era con tutto se stesso, viveva in un mondo fatto di rabbia repressa e poca voglia di credere nel genere umano, non si fidava più nessuno, aveva perso la sua innocenza, diventando diffidente per tutto. Ogni volta che finiva di lavorare si ritrovava a voler evitare di pensare, chiudendosi sempre di più nella sua solitudine.


J-hope, aveva sofferto della lontananza di Dashimen, pur non parlandone mai, aveva sempre quella paura di essere diverso e sbagliato in quanto gay, più la fama aumentava più lui temeva che se qualcuno l'avesse scoperto, l'avrebbe additato e messo alla gogna. Sentiva di non aver del tutto il controllo della situazione e che gli eventi andavano tutti troppo velocemente.


Jimin pur essendosi fidanzato con Yun-hee e pur avendo una certa stabilità con lei, si sentiva sempre tremendamente in ansia per via del gruppo e in special modo per Yoongi. Soffriva anche di non essere abbastanza, e aveva la paura delle critiche. Credeva che più la fame aumentasse più credeva che il rischio di avere minacce di morte sarebbe aumentato.


Taehyung si sentiva sempre e continuamente in ansia, anche se non lo dava a vedere era ricolmo di rabbia, per le varie situazioni. Avrebbe tanto voluto che tutto andasse bene, voleva essere felice per la sua relazione e per i traguardi che avevano come gruppo, ma c'era sempre una vocina che gli diceva che non poteva essere felice.

Jungkook si sentiva solo, odiava il fatto che i continui problemi arrivavano e che non poteva godersi i momenti felici con i suoi Hyung, sentiva che tutto era troppo confusionario e lui che era il più piccolo si sentiva come se non fosse abbastanza. Voleva sistemare le cose ma alla fine non poteva farlo e stava sempre di più chiudendosi in se stesso isolandosi da tutti.


Era tutto così soffocante per tutti, le cose andavano troppo velocemente, non si aveva un attimo di tregua, i problemi arrivavano uno dietro l'altro, i concerti si accavallavano, le registrazioni erano infinite, le interviste sembravano essere a migliaia.

Tutto era troppo, in quei mesi era stato tutto troppo.

La situazione stava sfuggendo di mano, lo sapevano tutti.


Pd-nim entrò nella stanza, saluto i ragazzi e come sempre si complimentò per il loro ottimo lavoro.

Cercò di non far notare che fosse preoccupato della situazione e dell'umore di tutti, parlò con leggerezza, cercando di premiare con lodi il loro impegno, ripercorrendo insieme tutto il viaggio che avevano fatto e tutti i loro traguardi raggiunti.

Decise a un certo punto di dire loro la verità, che in quelle ultime settimane si era posto molte domande, e che molte riguardavano la felicità dei suoi ragazzi.

Disse loro di com'era preoccupato, che loro potessero non essere felici.

Avevano iniziato il tutto impegnandosi duramente per mandare avanti il loro sogno e il sogno era stato raggiunto con il grande successo avuto negli stati uniti.

Il traguardo era stato portato al termine, nessuno di loro avrebbe mai pensato di arrivare fino a quel punto.

Gli disse che era convinto che tutti loro si meritassero una pausa di un paio di mesi, così da potersi ricaricare a dovere, una pausa dove avrebbero pensato al loro futuro.

Potevano continuare con la pubblicazione dei prossimi due album di love yourself che avevano in programma, o fermarsi con il primo già pubblicato.

Avevano la possibilità di scegliere se andare avanti o chiudere con tutto e dedicarsi ad altro, alle loro vite e alla loro adolescenza sacrificata da tutto il lavoro fatto.

O avevano la possibilità di rinnovare il contratto di lavoro per altri sette anni.

Tutto però dipendeva da loro sette, e dalla loro decisione.


I ragazzi sembrano atterriti da quella conversazione, avevano pensato a volte di mollare tutto, di finirla, ma nessuno ne aveva mai parlato.

Nessuno aveva mai avuto il coraggio di dire vorrei finirla qui.

Ora quella possibilità gli era stata appena data su un vassoio d'argento, poteva essere reale.

Toccava solo a loro scegliere.

Pd-nim dopo il suo discorso, decise di lasciare i ragazzi da soli e andò via con i manager che erano stati in silenzio per tutta la durata della conversazione.


Chiusa la porta della sala riunione, i ragazzi stramazzarono sulle proprie sedie in contemporanea, nello stesso modo e abbassando tutti lo sguardo verso il basso.

Silenzio.

Un silenzio inquieto alleggiava tra di loro.

Nessuno aveva il coraggio di parlare.

Nessuno aveva il coraggio di guardarsi negli occhi.

Potevano realmente chiudere con tutto, chiudere il loro gruppo, vivere una vita normale.

O potevano continuare ad andare avanti, diventando i migliori del mondo, vincere altri premi e probabilmente arrivare a un grammy.

Scelta.

Quella sarebbe stata la scelta più ardua da compiere, la scelta più faticosa.

Sapevano senza avere il bisogno di dirlo ad alta voce, se solo uno di loro avrebbe voluto mollare tutto, allora tutti avrebbero mollato.

I bts erano 7, non potevano essere di meno.

Jin si alzò in piedi.

"Direi che è il caso di andare a casa e ordinare da mangiare e provare a riposarci." Disse sorridendo gentile.

"Non dovremmo parlarne?" chiese Jungkook titubante.

Namjoon si alzò a sua volta, "Ne parliamo in un altro momento, penso che ognuno di noi abbia bisogno di pensare."

Jimin alzò lo sguardo e tremolò "Ho paura"

Hoseok che era vicino a lui, afferrò la mano "L'abbiamo tutti" disse stringendola incoraggiante.

"Io ora voglio passare una serata con voi, penso che sia la cosa migliore, essere noi sette per una sera" disse Taehyung guardando tutti con gli occhi lucidi.

Yoongi si alzò, aveva le mani che tremavano, e le chiuse a pugno stringendole forti per non far notare agli altri quanto in quel momento stesse male.

"Andiamo a casa" disse soltanto.

Tutti si alzarono e si avviarono verso l'uscita, avevano bisogno di andare via dall'agenzia che al momento era un posto soffocante.


16 GENNAIO 2018

Isabel e Chung-hee avevano appena varcato la porta di casa con le valigie.

Il viaggio aveva aiutato a far andare la situazione per il meglio, entrambi erano giunti a una tregua e a parte una piccola litigata sull'andare a trovare a Jisoo a Los Angeles, erano riusciti a essere alla fine dei fatti concordi su quasi tutto e a sembrare una stupenda coppia prossima al matrimonio.

Avevano passato del tempo insieme ma anche da soli per via dei vari affari lavorativi, Chung-hee che doveva controllare la succursale del suo ristorante, e invece Isabel l'hotel che aveva in gestione con Richard in cui stavano lavorando sia Ji-hoo il suo assistente sia Nate il fidanzato.

Isabel aveva parlato con Ji-hoo chiedendoli di tornare a Seoul per un breve periodo per aiutarla con le nozze e per cercarle anche un nuovo assistente che potesse almeno essere all'altezza del suo operato. Ji-hoo sarebbe stata una grande perdita per lei, non solo a livello lavorativo ma anche per quello personale, erano amici, e lei gli voleva tantissimo bene, erano una famiglia. Sapeva però che far sì che lui stesse in America gli avrebbe dato la chance di essere felice e anche libero di vivere la sua relazione alla luce del sole.

Ogni volta che andava in America si sentiva come rinata, sapere di essere tornata a Seoul, le faceva mancare l'aria e si sentiva di nuovo imprigionata.

Si sentiva anche sola, e sapeva che si sarebbe sentita sempre così, lei sola con Chung-hee.


Arrivò squillante una voce dal soggiorno di casa "ISABEL!"

Chung-hee si voltò a guardare Isabel che improvvisamente fece comparire un sorriso sul suo volto.

Chung-hee scosse leggermente la testa con disapprovazione, la voce era di Dashimen.

Isabel mise a terra Nabi che si muoveva tra le sue braccia come una furia, poiché sicuramente voleva andare a salutare Dashimen, quanto lo voleva fare lei.

Nabi corse come una furia.

Isabel la guardò desiderando poter essere un cane e fare la stessa cosa.

Lei però non era un cane, lei era Isabel e vicino a lei c'era Chung-hee che sembrava già irritato.

Decise di muoversi con passo lento raggiungendo il soggiorno.


"Siete in ritardo di tre ore!" esclamò Dashimen che era chino per terra e faceva le coccole a Nabi.

Dashimen alzò lo sguardo su Isabel e Chung-hee.

"L'aereo era in ritardo" disse Chung-hee a mo' di spiegazione "Aspetti qui da tre ore?" chiese aggrottando la fronte.

"Si... volevo essere il primo a salutarvi!" esclamò fin troppo entusiasta il ragazzo.

Isabel che lo guardava con strizzando gli occhi sospirò.

"Non pensavo di trovarti qui, la tua faccia non è del tutto guarita" disse lei che lo aveva osservato attentamente.

"Ah..si si vede qualcosina ancora, ma sto bene!"

"Più di qualcosina, hai ancora un occhio con un livido giallognolo. Ti ha ridotto male il rapper." Disse Chung-hee guardandolo sogghignando.

Isabel si pietrificò vicino a lui, non immaginava che Chung-hee nominasse Yoongi, ma sapeva che era una sorta di provocazione per capire come lei avrebbe reagito.

"Si.. mi ha ridotto maluccio...." Sospirò a disagio.

"Immagino che sei venuto per sapere della nostra vacanza!" trillò Isabel cambiando discorso.

"Si... ho sentito Win-hoo ha detto che tornerà il mese prossimo per aiutarti con i preparativi!" trillò anche lui facendo il verso a Isabel, capendo che lei ci aveva messo molta enfasi così da cambiare discorso.

"Si, siamo usciti un paio di volte quando eravamo a Chicago, devo raccontarti assolutamente tutto e farti vedere un paio di video!" esclamò lei continuando a cambiare discorso dirottandolo lontanissimo dalla questione faccia con lividi e Yoongi.

"Io vado a sistemare le valigie sopra e a fare una doccia" disse Chung-hee con tono lamentoso.

"Ordino la cena va bene?" chiese lei guardando Chung-hee sembrando molto accondiscendente.

Si avvicinò a lui, accarezzò il suo braccio dolcemente, sotto lo sguardo stupito di Dashimen che osservava la scena, di lei che faceva gli occhi languii a Chung-hee e lo baciava dolcemente.

"Si ordina... vado di sopra" sorrise lui diventando improvvisamente gentile e andando via senza degnare di uno sguardo Dashimen.


Isabel osservò Chung-hee salire le scale e poi fece segno a Dashimen di seguirla in cucina.

Dashimen la seguì senza commentare e fare un fiato.

"Prendo del rosso... ti va?" disse lei mentre guardava il frigo del vino.

"Noto che è andato bene il viaggio" disse con tono ironico Dashimen.

Isabel prese una bottiglia, la posò sul tavolo e andò a rovistare in un cassetto cercando un cavatappi per poterla aprire.

Dashimen continuava a osservarla incerto, con calma andò a prendere un paio di bicchieri da vino aspettando che lei parlasse.

"Grazie" disse lei quando lui le porse i bicchieri e cominciò a riempirli più del dovuto.

"Dalla quantità di vino direi che qualcosa è andato storto" disse Dashimen guardandola di sottecchi.

"È andato tutto bene. Abbiamo ritrovato la sintonia che ci serviva, stiamo bene insieme... a parte una litigata perché volevo andare a trovare Jisoo, è stato tutto perfetto. Niente litigate, o gelosie o ossessione" spiegò lei sbrigativa per poi cominciare a sorseggiare il vino fin troppo velocemente.

"Hai detto Jisoo?" chiese lui stupito che lei fosse andata dalla donna.

"Si... ha partorito! È un maschietto... molto carino, non ho foto, mi dispiace" disse lei posando il bicchiere e sembrando felice ma dispiaciuta allo stesso tempo.

"Di chi è?" chiese Dashimen che fremeva dalla voglia di saperlo.

Lei si bloccò a guardarlo, lui la conosceva bene, sapeva che stava pensando se dire la verità o meno.

"Lei non ha fatto il test" disse Isabel diventando improvvisamente fredda.

"Comprendo... non vuoi dirmelo. Se non vuoi dirmelo il padre è per forza lui."

"Ti ho detto che non ha fatto il test. Lei non lo vuole sapere, non le importa." Disse secca.

"Non le importa di sapere il padre? Uno è la persona più buona che conosciamo con un cervello formidabile. L'altro è un uomo crudele e un assassino... potrei dire anche di più!" scosse il capo lui "Io vorrei sapere il patrimonio genetico di mio figlio"

"Io spero ancora di essere adottata..." sbuffò lei sembrando però non concorde al ragionamento di Dashimen, riprese il bicchiere tornando a bere.

"Cosa c'è che non va?" chiese Dashimen stufo di dover aspettare che lei dicesse qualcosa.

"Nulla... sono solo tornata qui. Odio stare a Seoul.." sospirò lei, "Sono anche distrutta questo viaggio. è stato impegnativo"

"Impegnativo? Era una vacanza!"

"Era un modo per sistemare le cose con Chung-hee" disse puntigliosa lei.

"Hai detto che le hai sistemate." Disse lui sembrando borioso.

"Infatti è così! Oh devo ordinare da mangiare, tu rimani qui?" chiese lei voltandosi e andando verso il tablet appeso alla cucina che usava per le ordinazioni.

"Ehm...no, avevo appuntamento con Hoseok, dovrei andare da lui" disse incerto, sarebbe voluto rimanere a vedere come se la cavava la coppia felice.

"Come mai sei venuto qui ed hai aspettato tutto questo tempo?" chiese lei di spalle mentre ordinava il cibo solo per lei e Chung-hee.

Dashimen, ingoiò a vuoto, e decise di evitare di dirle le novità "Mi mancavi..." sussurrò.

Lei si voltò a guardarlo e sorrise dolcemente "Mi sei mancato anche tu."

Dashimen annuì con la testa e sospirò "Ora devo realmente andare" disse dispiaciuto, non voleva andarsene, ma doveva raggiugere Hoseok che era da tutta la giornata in crisi per via della proposta avvenuta il giorno prima.

Isabel si avvicinò a lui sorridendo e scompigliò i suoi capelli con affetto "Salutami il mio ballerino preferito"

"Sarà fatto!" esclamò con fin troppa enfasi lui.

La guardò fissa negli occhi e le accarezzò una guancia "Lui sta meglio" disse in un soffio.

"Corri da Hobi" disse lei sorridendo facendo finta come se lui non avesse detto nulla.

Dashimen annuì le diede un bacio sulla guancia e andò via lasciandola sola.


Isabel si versò altro da bere, aveva un groppo allo stomaco, era tornata e tutto sembrava diverso.

Lei probabilmente lo sarebbe stata.

Bevve un sorso.

Lui stava meglio.

Sorrise.

Voleva solo quello, che lui stesse bene.


Angolo dell'autrice:

Bene... siamo arrivati al punto chiave! Sembrava non arrivare mai per i bts questa proposta di fermare tutto!

Invece eccoci, ci ho sbattuto la testa parecchio non capivo, dove dover mettere il tutto, alla fine penso che il reale periodo sia questo.

Diciamo che nell'ultimo anno sono successe veramente tante cose che possono portare tutti e 7 a scegliere di lasciare.... Tanto sappiamo che non lo faranno! Opsss

In questo capitolo ho risolto anche un po' di cose.

Ha-rin è stato mandato viaaaaa! Tornerà? Molto probabilmente.. l'erba cattiva non muore mai!

Yoongi risolve con Na-ra in un certo senso è in pausa ora.

Isabel e Chung-hee tornano... lei è strana lo so.

Dashimen voleva dirle della proposta di Pd-nim ai ragazzi ma ha evitato.

Menzione a Jisoo ha partorito! È maschio!

Menzione anche all'assistente di Isabel che è ancora vivo e incolume, tornerà per aiutarla e poi ripartirà per sempre in America, beato lui l'unico che si salva! 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top