CAPITOLO 38 THIS IS

CAPITOLO 38 THIS IS

01 GENNAIO 2018 SERA

I ragazzi andarono all'appartamento scappando, e preoccupati, Hoseok aveva provato a chiamare entrambi diverse volte ma nessuno dei due aveva risposto.

Aprirono la porta e Hoseok fu il primo a fiondarsi dentro, si bloccò quasi immediatamente nel vedere il corpo di Dashimen a terra sdraiato vicino a un mobile.

Gli altri non fecero in tempo a bloccarsi come Hoseok che rischiarono tutti di inciampare e cadere tipo a reazione a catena.

"DASHIMEN!" urlò il ballerino dopo il primo momento di smarrimento si fiondò velocissimo sul suo fidanzato cominciando a scuoterlo.

"Che cazzo è successo!" trillò Jin guardandosi intorno e notando il divano ribaltato e a terra Yoongi seduto.

Erano tutti sconcertati dallo stato in cui era la stanza.

"Yoongi!" urlò impaurito Jimin vedendo il maggiore seduto a terra con la testa tra le gambe che si dondolava avanti e dietro e continuava a dire "Non posso. Non posso. Non posso"

Taehyung fece per bloccare Jimin preoccupato che Yoongi avesse fatto del male a Dashimen e potesse farlo a qualcun altro, ma non riuscì e se lo vide scivolare via.

"Hyung sono io Jimin!" disse il ragazzo afferrandoli le mani e provandole a togliere dalle orecchie.

"Ti prego Hyung, guardami!" lo supplicò quasi in lacrime.


"Dash... svegliati ti prego!" urlava allo stesso istante Hoseok scuotendo il fidanzato.

"Mmh" mugolò Dashimen riscuotendosi.

"Amore.." disse con voce lieve Hoseok, lo guardava terrorizzato per via del sangue che imbrattava la faccia del fidanzato.

"Pens-o di ess-ere- svenu-to" disse con voce rauca Dashimen, sembrando confuso.

"Ti aiuto a metterti seduto" disse tremante Hoseok provando a dargli una mano e a tirarlo su, cercando di metterlo seduto con le spalle appoggiate al muro.


Jimin stava continuando a provare a togliere le mani dalle orecchie a Yoongi ma lui si dimenava e urlava senza guardarlo in faccia continuando a dondolarsi isterico.

Jin scappò vicino a Jimin "Jimin spostati faccio io!" esclamò con tono terrorizzato acchiappando poi le spalle di Yoongi e scuotendolo.

"Yoongi!" urlò vicino al volto del ragazzo.


Namjoon guardava la scena insieme ai due rimanenti "Aiutate Hoseok!" disse a Jungkook e Taehyung, dopo di che si avviò di corsa in cucina, sperando che Isabel avesse lasciato dei farmaci che potessero aiutarli a calmare la crisi di Yoongi.

Aveva urgentemente bisogno di qualcosa che lo calmasse, solo un farmaco poteva aiutare.


Jungkook corse immediatamente ad aiutare Hoseok a mettere seduto Dashimen.

Taehyung che rimaneva in piedi a osservare la scena, sapeva dentro di se che loro non avrebbero potuto sistemare nulla, serviva una persona, solo una era in grado di sistemare il disastro di fronte a sé, senza pensarci uscì di casa per fare un chiamata, avevano bisogno di lei.


"Dash ti aiuto ad alzarti e andiamo in ospedale." Disse Hoseok preoccupato guardando la faccia del proprio fidanzato.

"No...niente ospedale" disse Dashimen con voce rauca scuotendo la testa "Sto bene.."

"Non stai bene, eri svenuto a terra, e c'è sangue!" trillò sempre più impaurito Hoseok continuava a guardarlo impensierito, non capiva se il sangue fosse tutto di Dashimen o se fosse anche di Yoongi, non capiva da dove proveniva. Aveva il terrore che Dashimen avesse anche un trauma cranico.

"Hoseok ti aiuto ad alzarlo e guido io.. gli altri penseranno a Yoongi" disse Jungkook immediatamente.

"Sto bene!" urlò Dashimen "Sono svenuto per la stanchezza...non mi fa male" disse guardando i due con rabbia.

"Devi andare in ospedale!" esclamò Hoseok, sembrando improvvisamente arrabbiato e non più preoccupato.

"E cosa diremo? Come giustificheremo la mia faccia?" disse chiudendo gli occhi per via del dolore.

"Isabel!" trillò Hoseok "Chiamiamo Isabel così manda un medico... avete quello privato no?" Isabel avrebbe aiutato tutti loro a uscire fuori da quel pasticcio.

"Non chiameremo Isabel... lei non può vedermi così. Niente ISABEL!" urlò il nome della ragazza fin troppo forte.


Yoongi a sentire il nome Isabel cominciò a urlare come un pazzo dall'altra parte della stanza, Jimin che era chinato cadde all'indietro per via dello spavento non aspettandosi che l'amico urlasse in quel modo.

Jin rimase immobile con gli occhi spalancati, incredulo che Yoongi stesse avendo una crisi così grande.

Namjoon arrivò quasi volando vicino a loro, si bloccò per via dell'urlo, impaurito anche lui dalla situazione.

"Tienilo fermo. Riesci?" chiese tremante al maggiore.

Jin si voltò a guardarlo sembrando in panico, notò il bicchiere d'acqua e le tre pillole nella mano di Namjoon.

"Cosa è?" chiese incerto.

"Lorazepam."

"Tre?" chiese sconvolto.

"La dose massima... guardalo!" disse indicando con la testa Yoongi che continuava a urlare ed era tornato a tenersi la testa dondolando.

"Cazzo." Disse Jin indeciso se dare tutte quelle pillole.

"Non possiamo drogarlo!" esclamò Jimin guardando i due maggiori come se fossero pazzi.

"Lo tengo, proviamo a farli ingoiare tutto" disse Jin deciso, nonostante il lamentarsi di Jimin preoccupato.


"Cosa è successo?" chiese Hoseok guardando il fidanzato.

"Io.. è colpa mia.." disse Dashimen provando ad alzarsi.

"Non ti alzare sei ferito!" lo rimproverò Hoseok.

"Yoongi come sta?" chiese biascicando muovendosi cercando di guardare cosa stesse succedendo, era tutta colpa sua se Yoongi era in quello stato.

Dall'altra parte nessuna risposta, erano fermi atterriti a guardare l'amico, speravano che il farmaco facesse effetto.


Taehyung rientrò in casa, si avvicinò agli altri, mantenendo le distanze da Yoongi, si sentiva paralizzato da quello che stava succedendo e sapeva che nessuno di loro avrebbe potuto aiutare l'amico.


Hoseok provò a far alzare Dashimen che voleva assolutamente farlo, Jungkook anche lo aiutò.

"Si sta calmando" sussurrò Namjoon vendendo i ragazzi che reggevano Dashimen, "Andiamo in cucina, ci saranno dei farmaci, e proviamo a disinfettarti la faccia" disse titubante.

"Andate, pensiamo io e Jimin qui" disse Jin guardando per un attimo il leader e tornando poi con lo sguardo a Yoongi che era tenuto stretto da Jimin in un abbraccio calmante.

"Rimango anch'io qui nel caso dovessimo metterlo a letto" disse Jungkook rivolto al maggiore che annuì, il restante si avviò verso la cucina.


Namjoon con mani tremanti cominciò a rovistare negli armadietti cercando tutto il necessario per aiutare Dashimen, intanto Hoseok aiutato da Tae-hyung facevano sedere il ragazzo e prendevano dell'acqua e delle salviette per pulire il sangue.

"La mia faccia è messa tanto male?" chiese riluttante Dashimen.

Hoseok e Tae-hyung si guardarono per un attimo.

"No... pensavamo sicuramente peggio, ma ti usciranno dei lividi sicuramente." Rispose Namjoon per tutti avvicinando il cotone col disinfettante alla faccia di Dashimen che fece delle smorfie di dolore per il bruciore.

Si zittirono tutti e quattro intanto che Namjoon faceva da infermiera a Dashimen.

Di solito era Hoseok che si occupava di tutti, ma in quel momento il leader sapeva che era troppo preoccupato e impaurito dalla situazione da non riuscire a gestirla.

"Penso che dovresti andare comunque in ospedale" provò a dire il leader guardandolo seriamente.

"No, starò bene non è nulla." Disse cercando di fare il forte Dashimen.

"Se stai bene allora riuscirai a spiegarci cosa è successo?" chiese aggrottando la fronte Namjoon.

Dashimen chinò il capo sembrando fin troppo colpevole.

Hoseok si avvicinò e gli accarezzò il braccio con delicatezza e dolcezza, cercando di rassicurarlo.


Namjoon si allontanò di un po' per lasciarli vicini e si voltò a guardare Taehyung che era fin troppo silenzioso.

Strizzò gli occhi, non capendo perché il ragazzo tenesse tanto stretto in mano il telefono e guardava solo quello come se aspettasse una qualche notizia da un momento all'altro.

"Che cosa hai fatto?" chiese, temendo che Taehyung avesse avvisato l'unica persona che non avrebbe dovuto.

Dashimen si voltò a guardare Namjoon per rispondergli ma intuì che la domanda non era stata fatta a lui, di scatto e provocandosi un forte dolore al collo si voltò a guardare Tae-hyung con orrore.

"L'hai avvisata!" trillò impaurito, Hoseok al suo fianco saltò per aria per lo spavento e dirottò anche lui lo sguardo sul più piccolo.


Taehyung rimase con lo sguardo basso continuando a stringere il telefono con entrambe le mani.

Cominciava a pensare di aver fatto un errore ad avvisare Isabel, ma era stato preso dal panico, e sapeva che lei avrebbe trovato una soluzione, anzi sperava che Isabel parlasse con Yoongi per farlo stare meglio. Cominciava a temere che il fatto che la loro relazione fosse finita senza un vero chiarimento, senza averne parlato e discusso stesse portando Yoongi a stare peggio.

"Lo-ro... hanno bisogno di parlarsi..." tentennò alzando il capo e guardando mortificato i suoi amici.

"Si sono lasciati ma senza realmente dirselo in faccia, hanno sperato fino all'ultimo che non fosse vero. Yoongi però ha fatto di tutto per farlo diventare... ma nel momento in cui ha capito che realmente lei non sarebbe tornata, lui ha cominciato ad avere le crisi, stanno aumentando" disse guardando il leader sperando che capisse il suo ragionamento.


"Hai ragione. Oggi però non penso sia la giornata adatta, dato quello che è successo a Isabel in questi giorni" disse Jin sorprendendo tutti ed entrando in cucina.

"Yoongi?" chiese Dashimen cambiando discorso e sentendosi colpevole dello stato del ragazzo.

"Jimin e Jungkook lo stanno mettendo a letto" disse, "Ho chiamato Pd-nim per avvisarlo, ho pensato che fosse meglio dirlo a lui che ai manager." Informò tutti.

"L'hai avvisato?" chiese Namjoon stupito.

"Si. Stava già per strada. Isabel non verrà... ma sta mandando un dottore e tuo zio" disse indicando Dashimen con la testa.

"Direi che forse dovremmo mettere a posto il soggiorno." Disse Dashimen mettendosi in piedi a fatica.

"Non ti reggi in piedi, tu non fai nulla facciamo noi." Disse immediatamente Hoseok.

"Si, riposati, dopo dovrai raccontarci tutto quando arriveranno." Disse Jin sembrando lugubre e non riuscendo per niente a essere pacato.

"Mi dispiace."

"Lo so... qualunque cosa tu gli abbia detto sarà stata su Isabel... non è del tutto colpa tua. Sembra come se siamo ritornati indietro nel tempo a quattro anni fa." Disse scuotendo la testa e ricordandosi di quando lui e Namjoon avevano trovato Yoongi chiuso in un bagno in crisi la loro prima volta in America.

Namjoon lo guardò campendo a cosa stesse pensando, si morse l'interno della guancia, scosse la testa "Andiamo a ripulire" disse facendo un cennò a Taehyung di seguirlo in soggiorno.

"Rimani con lui" disse poi passando vicino a Hoseok, che annuì.

Uscirono tutti, lasciando la coppia in cucina.

"Mi dispiace tanto.." sussurrò Dashimen.

Hoseok lo guardò gentile e lo abbracciò e il ragazzo cominciò a piangere sulla sua spalla.

Aveva sbagliato tutto, era tutta colpa sua.

Non sarebbe riuscito a sistemare le cose, non avrebbe potuto salvare Isabel.


NOTTE

Isabel e Chung-hee erano tornati a casa, lei aveva dato da mangiare a Nabi che era rimasta sola tutta la giornata, poi si era messa sul divano. Non aveva voglia di salire in stanza da letto e dormire con Chung-hee, nessuna voglia a riguardo.


Chung-hee scese i grandini e si fermò dietro il divano ad osservare Isabel, incerto se dire qualcosa, con la paura che avrebbero di nuovo ricominciato a litigare.

Voleva veramente che le cose andassero bene tra di loro, ma Isabel a volte sapeva essere così impegnativa e sfibrante, talmente tanto da fargli dubitare di tutto.

Si andò a sedere sul divano in silenzio e rimase ad osservarla.

Lei era immobile muoveva solo la mano accarezzando la folta peluria di Nabi che stava tranquilla sulle sue gambe, aveva lo sguardo fisso sul telefono, sapeva che stava aspettando notizie su Yoongi, e ciò lo faceva sentire sempre più insicuro su tutto.

"Penso che.." provò a dire Chung-hee.

"Ho esagerato con Ha-rin, non avrei dovuto picchiarlo in quella maniera e mettermi nella condizione di essere dalla parte del torto" disse lei precedendolo. "Tu però hai esagerato a venirmi sempre contro e a non capire la situazione" poteva sembrare accondiscendente ma il suo tono era freddo e distaccato.

"Ti ha portato lui in quella stanza o sei stata tu?"

Lei continuò a guardare il telefono, non le andava proprio di guardare Chung-hee negli occhi.

"Qualunque cosa ti dirò, tu darai la colpa sempre a me. Quindi che importanza ha?" sospirò stanca lei.

"Non andrà bene il nostro matrimonio, continueremo così all'infinito?" continuò a dire lui con voce scontrosa.

"Sarei potuta andare al vecchio appartamento, raggiungerlo. Ho deciso di non farlo." Disse riferendosi a Yoongi.


Per una volta lei non aveva scelto lui, non era scappata da lui.

Avrebbe tanto voluto avere la collana con sé, avrebbe tanto voluto stare accanto a Yoongi.

Ormai però lei aveva scelto.


"Hai picchiato Ha-rin per lui." rispose secco.

"Io l'ho picchiato, perché mi stava provocando, perché mi sono saltati i nervi. Ero stanca che continuasse a immischiarsi nella mia vita. Odio come si sia infiltrato. Odio tutto quello che ha fatto. Ed ero stufa di non fare nulla. Di non fargliela pagare." Disse con rabbia e finalmente smise di guardare il telefono dirottando lo sguardo su Chung-hee.

"Si è immischiato nella mia vita da quando mi ha conosciuto. Ha provato a controllarmi a manipolarmi. Quando ho capito.... Anzi quando Do-yoon mi ha fatto capire che sarebbe stato dannoso per me l'ho lasciato."

"Ci stavi insieme?" chiese lui con un'espressione disgustata sul viso.

"Si, ero devastata dal fatto che non potevo avere Yoongi, che non potevo avere nessuno. Ero sola, completamente sola mi era rimasto solo Ha-rin. È diventato ossessionato da me, ha provato anche a strangolarmi." Disse lei con odio nella voce, guardò Chung-hee sembrando impaurita.

"Proverai a farlo anche tu?" chiese lei con rabbia, provando a celare la paura.

Anche se non lo mostrava aveva il terrore che Chung-hee un giorno si sarebbe rivoltato con Ha-rin contro di lei.

"Io... non voglio farti del male." disse lui non credendo che lei potesse pensare una cosa del genere, che potesse avere paura di lui.

"Ma lo fai. Con questa tua continua gelosia, con questi tuoi modi di volermi controllare. Non lo capisci più mi stai addosso, più cerco di scappare." Lo accusò lei, sembrando di nuovo dura.

"Prima era Yoongi il problema, lo è tutt'ora, ma stai deviando verso Dae-hyun... non puoi impedirmi di fare il progetto con lui." sentenziò lei con rabbia.

"Ti ho detto che non mi piace, è continuamente in mezzo alle nostre vite."

"Tu non ti fidi di me. Non ti fiderai mai." Si alzò in piedi, tremava dalla rabbia e il suo telefono continuava a rimanere spento senza nessuna notifica.

"Tu mi fai dubitare, se mi amassi davvero.."

"Pensala come vuoi... fai come vuoi. Ormai non puoi tirarti indietro." Disse lei prendendo il telefono e voltandosi a guardarlo con aria di sfida. "Anche se fosse non mi lasceresti mai, mi ami troppo." Rise lei freddamente.


Chung-hee strabuzzò gli occhi per via del modo in cui lo aveva detto, e il suo cambio repentino di atteggiamento, da arrabbiato a minaccioso.

Isabel si avvicinò al suo viso con aria cupa, gli accarezzò il viso con una mano. "Sta a te... o decidi di continuare a impormi ordini e io continuerò a fare la matta, o puoi cominciare a fidarti di me e smetterla di essere ossessivo e far si che io stia buona. Solo trattandomi bene io starò al mio posto." Lo avvertì lei.

Il suo tono era tagliente.

"Sarò una mogliettina perfetta, ma solo se tu mi lascerai le mie libertà. Farò quel progetto e tu non mi verrai contro. Se non mi lascerai libera, io ora prendo ed esco da questa casa e vado da Yoongi." disse smettendo di accarezzarli il viso e distaccandosi da lui.

"Vuoi che vada da lui?" sembrava una minaccia bella e buona da come aveva impostato il tono di voce e dalla sua espressione sul volto.

"Tu vuoi andarci?" chiese lui incrociando le braccia al petto.

"Se avessi voluto, sarei lì in questo momento." Disse seria con un ghigno sul volto.

"Puoi fare il progetto con Chang." Acconsentì lui.

"Non voglio scenate di gelosie insensate, a me non interessa Chang." Disse sembrando vera.

"Voglio crederti."

"Devi o non andremo da nessuna parte così... e finiremo per odiarci." Sentenziò lei.

Lui si alzò e si avvicinò a lei, la guardò cercando di decifrare quel comportamento ma non riuscendoci, le poso una mano sul fianco e con l'altra andò al suo mento che era già rialzato.

"Farai la brava se io mi calmerò?" chiese stringendo con la mano di più sul suo fianco.

"Si." lo guardò fisso negli occhi.

"Sarai mia e di nessun altro?" disse lui avvicinando il bacino di più a quello di lei.

"Si, non ci sarà nessun'altro..." sorrise sprezzante lei con la mano andò verso la maglia di Chung-hee e lo tirò di più verso di lei.


Lui la baciò con rabbia e lei ricambiò il bacio con la stessa furia.

Nessuno avrebbe potuto salvarla dal suo futuro, lei doveva tenersi buono Chung-hee per quanto le davano irritazione i suoi modi di fare.

Doveva cambiare strategia, fingere meglio, di comportarsi bene.

Usare l'amore che lui provava per lei come ricatto, non era stato un bel gesto, non ne andava fiera.

D'altronde aveva veramente fatto scelte molto discutibili in quegli ultimi giorni.

Era lei a essere dalla parte del torto, alla fine lo aveva tradito un'ora dopo la proposta di matrimonio, lui aveva ragione a non fidarsi di lei e a dubitare di Dae-hyun

Lui non era pazzo.

Era lei la causa della sua pazzia, e lo stava capendo.

L'amore che Chung-hee aveva era un'ossessione.

Era diventato malsano.

Era lei ad aver causato ciò, lo aveva causato anche in Ha-rin.

Lo psichiatra le aveva detto che lei non aveva colpa per Ha-rin, ma lei non ci aveva creduto e continuava a non crederci.

Sapeva dentro di sé che era lei a portare tutti verso una distruzione.


"Il tuo rapper non ha mai capito quanto tu sia malsana per lui."


Ha-rin aveva avuto ragione, era lei il problema.

Yoongi aveva picchiato Dashimen e aveva avuto una crisi, sicuramente per un qualcosa riguardante lei, entrambi si erano fatti male a causa sua.

Aveva fatto soffrire Yoongi tantissimo in quegli anni, e lo aveva fatto anche con Dashimen che però continuava a stare dalla sua parte.

Aveva fatto soffrire tutti i ragazzi.

Aveva fatto impazzire Ha-rin.

Namjoon aveva sofferto a causa sua per tutta la situazione di Jisoo e suo padre.

Jin era stato ingannato da Yuri che si era avvicinato a lui solo per trovare informazioni su di lei.

Hye-ri aveva avuto quel terribile incidente solo per il recupero di una collana che al momento era sul fondo dell'oceano.

Aveva messo al rischio Yeona con Han-seo perché lei era andata a recuperare dei video per lei.

Aveva creato problemi anche a Ji-hoo che continuava a sentirsi in colpa per le due prostitute morte.

Il sangue di quelle due ragazze sgorgava dalle sue mani.

Il sangue di Do-yoon era sulle sue mani.

Era morto a causa sua e ciò aveva creato dolore in Hae-eun.

Ora stava pian piano distruggendo Chung-hee, portandolo l'ossessività.

Lui che in quel momento la spogliava, avido, poggiandola a terra e mettendosi sopra di lei, così da schiacciarla, insinuandosi in lei, penetrandola con ferocia e ingordigia.

Lei che meritava quella violenza e permetteva a lui di fargliela.

Sesso.

Sesso, un'arma a doppio taglio, lui poteva averla, pensare di essere forte e possederla.

Lei li concedeva ciò perché sapeva che l'avrebbe calmato, acquietato e in cambio avrebbe potuto avere un po' di libertà.

Li concedeva ciò per sentirsi meno in colpa nei suoi riguardi e nei riguardi di tutta la distruzione che causava, appena si avvicinava a qualcuno.

Lei doveva solo sopravvivere.

Probabilmente avrebbe continuato a distruggere qualunque cosa avrebbe toccato.

Probabilmente avrebbe distrutto anche Dae-hyun che era entrato a far parte della sua vita, che aveva usato per evadere dieci minuti dalla prigione in cui si trovava da anni.

Prigione che si rimpiccioliva schiacciandola sempre di più e da cui bramava solo scappare.

Per scappare avrebbe continuato a distruggere tutto senza neanche rendersene conto.


NOTTE

Dae-hyun si trovava nella sua villa fuori da Seoul, aveva preferito andare via dal caos della città, per rifugiarsi in un posto più verde e isolato.

Era completamente solo in casa, il personale era tutto nella dependance vicino.

Era stato per quasi un'ora nella sua libreria a guardare i vari tomi, era da un po' di giorni che non leggeva con passione un libro.

Aveva bisogno di rilassarsi e di svuotare la testa e di riempirla di altro.

Aveva proprio l'impellente bisogno di non pensare a lei.

Dopo tanto girarsi intorno alla fine aveva scelto un libro, si era avviato con passo lento verso il soggiorno dirigendosi all'armadio degli alcolici, aveva preso la vodka più costosa e un bicchiere.


In seguito si era avviato verso la sua veranda al coperto, così da potersi immergere nel verde delle sue piante.

Era il suo posto preferito della casa.

Poiché d'inverno era difficile poter stare nella natura, lui aveva deciso di creare quel luogo dove potersi immergere, rimanendo al caldo.

Appoggiò tutto ciò che aveva preso su un piccolo tavolino di canapa.

Sorrise soddisfatto.

Era proprio quello di cui aveva bisogno.

Silenzio.

Si versò da bere e si accomodò sulla poltrona di canapa, tirando un sospiro di sollievo.

Cominciò a leggere.


Dopo un po' si rese conto che per quanto si sforzasse di capire il contenuto e a seguire il segno, si ritrovava sempre a rileggere lo stesso pezzo, senza continuare a comprendere o ad assimilare il significato.

Infastidito da se stesso, posò il libro sul tavolino.

Bevve un sorso e si passò la mano tra i capelli arruffandoli con forza.

Nella testa aveva solo lei.

Gli avvenimenti degli ultimi due giorni.

Quello che avevano fatto insieme, di come lei dopo tutti i fatti si fosse allontanata pericolosamente da lui.

Nulla.

Da quando erano arrivati all'hotel, non c'era stato neanche uno sguardo da parte della ragazza.

Per quanto lui si fosse sforzato di essere presente, era stato ignorato dai lei.

Lei che aveva stravolto tutto il suo mondo, tutto il suo essere e le sue convinzioni.

Convinzioni e certezze che si stavano piano piano sgretolando perdendo valore.

Stava cominciando a vivere in uno stato di confusione.

Si contraddiceva in continuazione.

Da una parte voleva rimanere legato a quella regola che si era creato.

Mai amare nessuno.

Da un'altra parte voleva lei.

Voleva continuare a sentire quel calore, quel turbinio di emozioni ogni volta che le stava vicino.

Quello che però lo turbava era il dolore che avrebbe potuto sentire.

Dolore che aveva provato in quei giorni, nel momento in cui lei lo aveva accusato di essere complice di Ha-rin.

Quel momento e il modo in cui lei lo aveva guardato gli avevano causato una fitta al cuore.

Non aveva mai avuto problemi con ciò che la gente pesasse di lui, non aveva mai dato peso al giudizio degli altri.

Tutti pensavano che lui fosse il male, il male puro.

Il pensiero che anche lei potesse dubitare di lui, che si facesse condizionare da ciò che diceva la gente, e che potesse pensare male di lui, lo distruggeva.

Aveva sempre voluto in segreto, che qualcuno si accorgesse del suo vero sé, ma non si era mai lasciato andare. Aveva deciso di farlo con lei, voleva che lei lo conoscesse per ciò che era, e non lo identificasse come il male.


Il telefono sul tavolino si illuminò.

Immediatamente lo prese per leggere il messaggio, in quell'ora tarda poteva essere solo una persona, e così era.


Ciao, scusa il messaggio a quest'ora tarda.

Volevo avvisarti che starò via per una settimana, appena torno ti farò contattare dal mio ufficio per concordare un giorno così da cominciare il progetto insieme.

Grazie per il tuo aiuto.


Spense il telefono riappoggiandolo sul tavolino.

Sospirò, irritato e deluso da quel messaggio.

Scosse la testa con forza, sbuffò sonoramente.

Odiava come la situazione era, appena possibile avrebbe fatto qualcosa per cambiarla.


MATTINA

Yoongi si rigirò nel letto e per sbaglio colpì qualcuno al suo fianco, si scostò leggermente e riaprì gli occhi, con le mani andò a stropicciargli.

Individuò la chioma bionda, che probabilmente doveva appartenere a Jimin.

Confuso scosse la testa, non capendo perché Jimin stesse dormendo vicino a lui.

Si mise lentamente a sedere e si guardò intorno.

Quella era la camera dell'appartamento suo e di Isabel.

Non comprendeva perché fosse lì a dormire, lui non dormiva mai in quella stanza, ci entrava solo per andare nell'altra stanza adibita a cabina armadio per prendere i vestiti.

Sbadigliò sempre più confuso, e decise di alzarsi dal letto, trascinandosi fuori da quella stanza verso il soggiorno.

La testa gli doleva veramente tanto, come se avesse dei postumi, ma sapeva che non era così, anche perché sembrava un mal di testa diverso, dovuto più a uno stordimento.


"Ti sei svegliato?" chiese Jin guardandolo fermo in mezzo al corridoio.

"Che facciamo qui?" chiese Yoongi sempre più perso.

"Non ricordi?" chiese preoccupato.

"No..." disse perplesso.

"Ti aiuto a sederti sul divano vicino a Namjoon" disse gentile avvicinandosi a lui e prendendolo delicatamente per un braccio, così da scortarlo.

"Namjoon?" disse perplesso.

"Ciao Hyung" salutò dal divano sorridendo anche lui gentile.

"Ci sono anche gli altri?" chiese poi dopo essersi seduto.

"No, Tae e Jungkook sono tornati a casa, stessa cosa Hoseok e Dashimen." Spiegò con voce piatta il leader.

"Eravamo tutti qui ieri?" chiese cercando di ricordare qualcosa e passandosi la mano sulla testa dolorante.

"Si..." disse Namjoon perplesso.

"Ti avevo detto che tre erano troppe." Disse Jin guardando il leader.

"Sto sognando?" chiese sempre più perplesso Yoongi guardando entrambi, sembrava un sogno, sembrava tutto così ovattato.

"No... sei sveglio, ma ti abbiamo dato dei calmati ieri e penso ti abbiano stordito un bel po'" rispose titubante Namjoon, il medico gli aveva detto la sera precedente dopo aver controllato i parametri che al risveglio sicuramente Yoongi sarebbe stato un po' stranito.

"Oh.." disse guardandoli sembrando preoccupato, "Cosa ho combinato?"

"Rovesciato un divano, picchiato Dashimen, dato di matto" disse Jin senza giri di parole.

"Cosa?" trillò con voce comunque non troppo alta, dato il suo perenne mal di testa.

"Eh si... vado a prendere del caffè" annuì Jin andando via, cercando per un attimo una via di fuga.


Namjoon guardò per un attimo la schiena di Jin andare via, poi si voltò a guardare Yoongi sembrando a disagio.

Yoongi ricambiò lo sguardo confuso, non capiva come fosse possibile che lui non ricordasse nulla della sera precedente.

"Dash?" chiese sembrando molto preoccupato.

"Dashimen sta bene, tu sei stato poco bene, per via di Isabel." provò a dire Namjoon guardandolo di sottecchi, era preoccupato che al nominare lei, lui avrebbe potuto avere qualche reazione spropositata.


"Oh... sembra logico perdo la testa solo quando qualcosa riguarda lei." Disse sembrando colpevole e anche in imbarazzo.

Sbuffò, doveva assolutamente risolvere il suo stato emotivo, non poteva continuare ad andare avanti in quella maniera, non poteva continuare a far soffrire tutti e a creare problemi.


"Lo sappiamo... devi tornare a vivere in dormitorio." Disse sembrando severo.

"Io ci vivo in dormitorio" lo guardò stranito.

"Non è vero, tu non ci sei più, stai troppo con Na-ra, non dormi neanche più da noi. Devi tornare a stare da noi" disse Namjoon sembrando molto duro.

Avevano parlato a lungo con Pd-nim, e Namjoon alla fine si era offerto volontario per parlare con Yoongi.

Lo aveva fatto più che altro per proteggere l'amico, farlo parlare con il capo sarebbe sembrato come un rimprovero, e non voleva che Yoongi si sentisse sotto richiamo e che stesse troppo male a riguardo facendosi fin troppi sensi di colpa.


"Così potete tenermi sotto controllo?" chiese incerto.

"No... voglio solo riaverti a casa con noi, siamo sette, no sei. Ci manchi e sapere che stai male e che ti stai chiudendo sempre di più in te stesso, ci fa stare male" disse Jin di ritorno dalla cucina, gli porse la tazza di caffè.

"Hai perso Isabel, non vuol dire che perderai anche noi. Noi siamo una famiglia" disse Namjoon sempre sembrando serio.

"Prenderemo le distanze da Isabel, proveremo a stare un po' di tempo senza saperne più nulla, Hoseok ha deciso di vedersi con Dashimen da un'altra parte." Jin si sedette vicino a lui e poggiò una mano sulla spalla con far affettuoso.

"Non siete costretti a farlo, a me va bene se la frequentate" sussurrò lui.

"No, ti senti escluso, siamo stati tanto tempo senza di lei, il tempo che tu stia meglio e accetti la situazione."

"Io.... non voglio questo" disse guardandoli dispiaciuti.

"No, tu vorresti solo poter risolvere tutto. Yoongi non si risolve lo sai, e saperlo ti manda in crisi, sapere di non poter far più nulla ti fa uscire fuori di testa. Vedere che il pericolo è vero, ti fa paura. Fa paura a tutti." Disse serio Namjoon.

"Cosa è successo ieri?" chiese titubante.


Namjoon e Jin si scambiarono uno sguardo, non sicuri di volergli raccontare tutto.

Alla fine Namjoon sospirò e decise che la cosa migliore era quella di parlare sinceramente.

"Dashimen ti ha chiesto di andare a prendere Isabel... di dichiarare al mondo che la ami, di combattere per lei." Disse il leader.

"Cosa?" strabuzzò gli occhi.

"Ricorderai pian piano. Questo ti ha mandato in crisi perché sai di non poter far più niente, ma anche se lo sai non l'hai accettato." Provò a sembrare comprensivo.

"Mi sento così confuso...io non capisco cosa sia successo?" disse sembrando impaurito, guardando entrambi cercando una qualche risposta.

"Andrà tutto bene, starai bene. Noi ci prenderemo cura di te" disse Jin abbracciandolo.

Namjoon lo guardò dall'altra parte del divano sembrando atterrito dalla situazione, aveva paura che Yoongi avrebbe potuto perdere la testa, talmente tanto da portarlo alla pazzia, non lo avrebbero mai più perso di vista.

Avrebbero risolto tutto, almeno così sperava.


Angolo dell'autrice.

Nel complesso è un capitolo che mi piace... forse la parte finale avrei potuta farla meglio... non so perchè mi lascia angoscia... Yoongi in questo stato mi fa stare male. 

Sicuramente adoro la parte centrale di Isabel e i suoi pensieri, nonostante i suoi progressi, lei a volte ricade in quel vortice di sensi di colpa.

Avrei tanto da dirvi... ma non so realmente cosa dire, solo ci si legge al prossimo! 

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