CAPITOLO 36 MAN


CAPITOLO 36 MAN

01 GENNAIO 2018 5 :30 DEL MATTINO

Dashimen accompagnò Isabel nel proprio appartamento e la lasciò lì a riposare, promettendole di nuovo che ci avrebbe pensato lui a risolvere tutto, prima di andare via però collegò il telefono di Ha-rin al computer e armeggiò un attimo con esso così da poter salvare tutto il contenuto, dopo avrebbe deciso cosa cancellare ma prima avrebbe dovuto controllare se ci fossero cose compromettenti su Isabel.

Lasciata la ragazza, e avendo finito veloce il tutto si diresse velocemente all'ultimo piano dell'Hotel per andare nella stanza dove si trovava Ha-rin ancora sedato.

Nella stanza erano rimasti solo Hae-eun e Dae-hyun che stavano bisbigliando.

Appena la porta si aprì entrambi gli uomini immediatamente smisero di parlare guardando Dashimen aspettandosi novità.

"Il dottore?" chiese Dashimen chiudendosi la porta alle spalle.

"È andato a parlare con tuo zio." Disse tranquillamente Hae-eun.

"Comprendo... senti vedi che il tuo amico sta dando di matto." Disse riferendosi a Chung-hee.

"Dov'è?" chiese Hae-eun roteando gli occhi.

"Ha preso il pass della fiori di loto, starà lì a distruggere tutto probabilmente." Disse secco.

"Che ha combinato?" chiese contrito dal fatto che Chung-hee stesse perdendo le staffe in un momento poco adatto.

"Ha esagerato. Dirgli di darsi una regolata, e se prova a toccare di nuovo Isabel è morto. Probabilmente non ha recepito del tutto il concetto." Rispose tagliente.

"Senti è stata una nottata per tutti. Lei l'ha combinata grossa, e ci siamo sforzati tutti per aiutarla." Provò a sembrare agguerrito ma non ci riuscì poi molto per via della stanchezza.

"Ah doveva lasciarsi assalire da quel tizio?" sputò fuori con rabbia indicando con un cenno della testa il letto dove era Ha-rin sedato e attaccato a un elettroencefalogramma.

"Hae-eun... ha ragione non è colpa di Isabel, ti ho spiegato come l'ho trovato quando sono entrato nella stanza." Disse Dae-hyun immischiandosi e dandoli un colpetto sul braccio.

Dashimen strinse i pugni, ghignò sotto i baffi e assottigliò il suo sguardo puntandolo su Dae-hyun.

Dae-hyun adocchiò lo sguardo di Dashimen e intuì immediatamente che lui sapeva già tutto, non sapeva come sentirsi a riguardo.

"Forse dovresti andare a controllare come sta" disse Dae-hyun al suo amico per far si che lasciasse la stanza.

"Oh sì... avrà tanto da dirti, probabilmente si arrabbierà con te per via del tuo vecchio amichetto che sembra trovarsi in ogni situazione rischiosa per Isabel e sta facendo il principe azzurro pronto a salvarla." Punzecchiò Dashimen rivolgendosi a Hae-eun ma non distaccando gli occhi da Dae-hyun.

"Ce l'ha con Dae-hyun?" scosse la testa Hae-eun, sentendosi sempre infastidito da ciò.

"Oh.. è intenzionato a proibire a Isabel di fare il progetto con lui, anzi è intenzionato a non far girare più sola Isabel, la vorrà chiudere anche lui in una prigione." Sputò fuori con disgusto, fece un ghigno come a significare che se solo Chung-hee avesse fatto una cosa del genere, se la sarebbe dovuta vedere con lui.

"Non lo avrà detto con cattiveria.. Chung-hee.." sospirò Hae-eun "Lui... quando è successo l'incidente dove ha perso la vita Ae-cha, ha dato di matto, chiunque era suo nemico, in special modo noi Chaebol, è sempre stato convinto che fosse qualcuno con i soldi... Sta sbagliando i modi ma penso che voglia solo tenerla lontana da pericoli." Provò a spiegare Hae-eun tentennando di tanto in tanto ed evitando di guardare Dae-hyun che era completamente immobile.

Hae-eun si passò una mano sul naso grattandoselo, sembrando molto a disagio per via di qualcosa, Dae-hyun vicino a lui invece si alzò in piedi e cominciò a camminare vicino al letto di Ha-rin, guardando solo e unicamente i suoi piedi.

"Non m'importa di che traumi lui abbia, e di cosa stia succedendo nella sua testa. Non le impedirà di essere libera. Non passerà da una prigione a un'altra. Vai da lui e vedi di farlo ragionare." Disse secco.

Hae-eun e Dae-hyun si scambiarono uno sguardo d'intesa, e il ragazzo decise di andare via, pur non avendo una gran voglia, ma d'altronde non aveva neanche voglia di discutere con Dashimen.


Dashimen si andò a sedere nel posto lasciato libero sul divano e si stropicciò gli occhi stanco, Dae-hyun tornò a gironzolare per la stanza in silenzio avvicinandosi al tavolino per prendere una tazza di caffè, si voltò a guardare il ragazzino che sembrava distrutto, e decise di riempire una tazza anche per lui.

Si avvicinò al divano. "Yah il caffè" disse con una smorfia.

Dashimen afferrò la tazza, senza neanche ringraziare, non aveva per niente voglia di essere educato.

Entrambi sorseggiarono il caffè in silenzio.

Entrambi seduti l'uno vicino all'altro.

Entrambi distrutti, avrebbero tanto voluto parlarsi, ma il calore della stanza e la comodità del divano stava per aver la meglio sulla loro forza di volontà.

La stanchezza era veramente tanta.

Così continuarono a stare in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri confusionari, che non avevano un senso logico per via spossatezza che stavano provando entrambi.

Avevano solo bisogno di riposo.


STESSO MOMENTO

Hae-eun si mosse velocemente fino ad arrivare alla suite fiori di loto, si bloccò davanti alla porta sentendo il rumore di oggetti che si frantumavano per terra.

Era stanco, non si reggeva in piedi e avrebbe voluto solo sprofondare in un letto, però si sentiva in colpa sempre di più e sempre nei confronti di Chung-hee. Talmente tanto in colpa da non poterlo lasciare solo.

Chung-hee aveva perso il suo primo amore, e ora stava rischiando di perdere Isabel di cui era pazzamente innamorato, talmente tanto da farlo ricadere in quel lato oscuro fatto di paranoia e possessione e gelosie.

Conosceva fin troppo bene sia Chung-hee sia Dae-hyun.

Lo aveva letto sulla faccia di Dae-hyun, aveva letto un'espressione nuova, mai vista.

L'espressione di un innamorato, e l'aveva letta ogni qualvolta che lo aveva osservato guadare Isabel.

Prese un respiro profondo ed entrò nella stanza.

Chung-hee stava spaccando un tavolo con tutta la sua forza e si trovava al centro della stanza, senza pensarci minimamente Hae-eun si tuffò sul suo amico braccandolo e stringendolo forte provando a fermare la sua furia distruttiva.

"Mollami! Mollami!" urlò con tutte le sue forza Chung-hee.

Hae-eun non volle mollare la presa, anzi strinse di più abbracciandolo da dietro con tutta la sua forza.


Ricordava il giorno dopo l'incidente, lo ricordava bene.

C'era la stanza degli infermieri totalmente distrutta, al centro di essa Do-yoon che stringeva Chung-hee nella stessa maniera con la quale stava facendo lui in quel preciso momento.

Ricordava il volto stravolto dell'amico, i capelli scompigliati, il viso bagnato dalle troppe lacrime, le urla devastanti le stesse urla che stava emettendo in quel momento.

Lui non si era mai avvicinato, non aveva mai avuto il coraggio di andare ad aiutarlo.

Era stato così egoista, lo era sempre stato.

Dolore.

Quello era stato il giorno più doloroso di tutti loro, era stato il loro primo e vero dolore.

La perdita di una persona troppo giovane, troppo bella, troppo pura.

Era la prima volta che tutti sperimentavano il gusto amaro che aveva la vita.


Vedere in quel momento Chung-hee in quello stesso stato, lo faceva sentire tremendamente in colpa.

Gli aveva preservato rancore per tanto tempo perché se ne fosse andato.

Quando la realtà era che né lui né Do-yoon l'avevano mai seguito.

Si erano tutti abbandonati a vicenda.

Si era illuso, quando Chung-hee era tornato a Seul, aveva creduto che tutti e tre sarebbero tornati a essere inseparabili.

Lui ci aveva veramente creduto.

Pensava che avrebbero avuto una nuova possibilità, che il passato fosse solo un ricordo, che i drammi, i dolori, i segreti, le bugie non avrebbero mai pesato.

Si era sbagliato, sua cugina era morta, Do-yoon era morto, quel dolore provato da adolescenti era tornato a trovargli e a tormentargli.

Hae-eun con forza butto a terra Chung-hee che disperato ancora urlava ma con voce più tenue, vicino allo sfinimento.

"Calmati, calmati" provò a sussurrargli proprio come Do-yoon aveva fatto anni addietro, stringendolo sempre di più contro il suo petto.

Il senso di colpa che portava da anni era troppo, lui doveva per forza aiutare Chung-hee.

Chung-hee piangeva, singhiozzando esausto.

"Perderò anche lei" disse stremato.

"Non la perderai, vi sposerete." Provò ad allentare la presa così da poterlo guardare in viso.

"No. Non è mai stata mia, mai lo sarà" continuò a piangere Chung-hee.

"Lo sarà, non si tirerà indietro, basta che tu le dia un po' di spazio, non puoi imprigionarla. Lei ha scelto te." provò a rincuorarlo accarezzandoli la testa con dolcezza.

Chung-hee si aggrappò alla maglia dell'amico, guardandolo fisso in volto e scuotendo il capo ripetute volte.

"No... lei rischierà la vita. La perderò del tutto. Si farà ammazzare." Disse in crisi.

"È stato solo un caso, un brutto caso. Sistemiamo la faccenda di Ha-rin non la toccherà più."

"Non è Ha-rin il problema... lo sai. Lei ha mentito... io lo so."

Hae-eun lo guardò confuso non capendo a cosa si stesse riferendo, per un momento li venne in mente l'insano pensiero che Dae-hyun e Isabel stessero facendo un qualcosa insieme che andasse oltre al lavoro.

"Io..." disse Hae-eun non sapendo bene cosa dire realmente.

"Ha-rin non l'ha assalita... l'avrà provocata su Yoongi... lei avrà reagito." disse con rabbia Chung-hee sbattendo un pugno a terra.

"Per quanto m'impegno, per quanto io possa amarla. Lei mi mentirà sempre. Lei ama unicamente lui." continuò a piangere appoggiando la testa sul petto di Hae-eun e singhiozzando.

Hae-eun lo strinse a sé, esausto.

Cominciò a cullarlo, cercando di rassicurarlo.

Più lo stringeva a sé più dubitava che Isabel avesse fatto tutto quello per Yoongi.

L'immagine di Dae-hyun e Isabel vicino che si scambiavano occhiate mentre lui e Chung-hee entrarono nella stanza a casa Chang, era fissa nella sua testa e voleva dire tanto.

Solo parlando con Dae-hyun avrebbe potuto chiarire la situazione e sapere la verità.


6:30 DEL MATTIMO

Era ormai l'alba e il telefono di Dashimen prese a squillare.

Dashimen grugnì infastidito, Dae-hyun vicino a lui lo guardò per un attimo aspettando che rispondesse facendo cessare il rumore della suoneria.

Entrambi si erano assopiti per un po'.

Dashimen prese il telefono accennò a un sorriso e rispose nonostante la stanchezza.

"Dimmi.." sussurrò alzandosi in piedi e barcollando un po'.

Dae-hyun continuò a guardarlo incuriosito.

Dashimen lo ignorò e cominciò a camminare per la stanza andando a cercare altro caffè.


"Scusa se non ti ho chiamato, non ho avuto un attimo di pace..." si scusò con voce stanca.

"Si, Isabel sta bene... vorrei dirti cosa è successo ma per telefono eviterei." Si versò da bere, mentre si concentrava nell'ascoltare il fidanzato che parlava con voce parecchio bassa, quasi un sussurrò.

"Hye-ri vi ha scritto che è tutto okay? Ah... non vi ha detto comunque nulla? Siamo tutti qui in Hotel, tranquillo, si anche le ragazze... ma immagino che stiano dormendo tutti, dato il tuo sussurrare."

Dae-hyun continuò a fissarlo sempre più avido d'informazioni, sentendosi improvvisamente sveglio.

"Ah.. stai con Yoongi? Dorme?" disse velocemente ma scandendo il nome di Yoongi e guardando fisso verso Dae-hyun e vedendo la sua reazione che fu l'apparizione di un ghigno sul volto.

"Okay, provo ad andare a dormire, verrò in serata da voi così da spiegarvi tutto, sempre se prima non vengano le ragazze.. ti amo anche io" sussurrò, sorridendo appena e chiudendo il telefono.

Prese la sua tazza di caffè e ne bevve un sorso, si voltò a guardare Dae-hyun che si era rimesso comodo sul divano ed aveva rivolto lo sguardo verso Ha-rin.

Dashimen cominciò a gironzolare per la stanza, doveva per forza parlare a quattrocchi con Dae-hyun, probabilmente sarebbe stato meglio riorganizzare le idee e parlare con calma, prepararsi un discorso, farlo con la mente risposata, ma in quel poco in cui si era assopito era bastato per ridargli un minimo di forza, era la sua occasione, dato che era solo nella stanza con lui.


"Sai non mi sono mai piaciuti i ricchi con la puzza sotto il naso. Non sopporto Chung-hee, non sopporto Hae-eun, e penso proprio di non sopportare anche te." infranse il silenzio Dashimen.

Dae-hyun si voltò a guardarlo sbuffò una sottile risata e sorrise in direzione del ragazzo, ma rimanendo zitto osservandolo con curiosità.

"Vi credete chissà chi solo perché siete ricchi e pensate di avere potere. Non prendiamoci in giro il potere ce l'ha solo chi ha la capacità di far fuori il proprio nemico. Giuro sulla mia vita. Che se qualcuno di voi farà del male a Isabel si ritroverà bello che morto. Vi spiaccicherò tutti come se fosse delle formiche." Arrivò subito al punto minacciando senza troppi giri di parole.

"Non è mia intenzione farle del male." disse tranquillamente Dae-hyun per niente impaurito dalle parole del ragazzo, si stiracchiò e mise le mani dietro la testa, assumendo una posizione rilassata.

"Chung-hee è uscito fuori di testa... questo penso sia certo. Ma... è veramente strano il tempismo in cui tu sei entrato a far parte della vita di Isabel, com'è strano che l'hai informata della foto, e che stasera eri lì pronto ad aiutarla." Provocò Dashimen immediatamente, non gli piaceva per niente come Dae-hyun fosse entrato così veloce a far parte della vita di Isabel, non gli piaceva il modo in cui la guardava o lo sguardo che aveva quando si parlava di lei.

Era atterrito da come quel ragazzo di fronte a lui, fosse capace di far vacillare Isabel, da come lei avesse perso il controllo della situazione, lei che lo perdeva solo quando si trattava di Yoongi.

"Mi sono trovato nel posto giusto, al momento giusto" disse con pacatezza Dae-hyun, ma facendo comunque un ghigno, era in parte vero, era stato un caso che fosse entrato nel bagno dove era lei.

"Se vengo a sapere che hai complottato con lui" disse indicando Ha-rin "E con tutti i suoi amichetti specie con tua cugina, te la farò pagare. Se solo lei dovesse stare di nuovo male per via di un maschio, te la farò pagare. Se scopro che te la sei scopata solo per guadagnarci qualcosa, te la farò pagare." Disse sembrando sempre più minaccioso.

"Te l'ha riferito subito a quanto sembra." Lo guardò studiandolo e concludendo che Dashimen fosse la persona più importante nella vita della ragazza, talmente importante che probabilmente anche il rapper di cui era innamorata veniva al secondo posto.

"Quella registrazione è già sparita. Non è avvenuto nulla. Nessuno saprà mai niente."

"Era quello che volevo anche io... siamo dalla stessa parte." Rispose tranquillamente, dicendo la verità.

"Non credo proprio... tu sei una minaccia, Chung-hee lo sta diventando. Lo siete tutti per quanto mi riguarda."

Dae-hyun sospirò, si passò una mano tra i capelli, facendo comunque trasparire sicurezza, anche se dentro di sé odiava che chiunque lo incontrasse lo considerasse una brutta persona, non gli aveva mai dato nessuno il tempo di far vedere chi fosse realmente.

Sorrise accattivante in direzione di Dashimen, poteva chiudere la discussione ma odiava proprio sentirsi giudicato ingiustamente.

"E cosa farai a riguardo? Avvertirai il suo rapper innamorato e lui verrà a salvarla da tutti noi? Non credo che accadrà se lui avesse avuto potere, lo avrebbe già fatto o mi sbaglio?" lo stuzzicò lui, era consapevole che Yoongi non avrebbe mai potuto aiutare Isabel, non aveva la possibilità o il potere per farlo.

"Non sono affari tuoi di cosa farò... ma stai sicuro che non ti perderò di vista." Gli avrebbe messo alle calcagna un investigatore, avrebbe scoperto tutto su di lui, tutti i più oscuri segreti fino a che non avrebbe avuto una conferma se fosse una minaccia per Isabel oppure no.

"Vuoi che io sparisca dalla sua vita?" chiese sorridendo sfidante.

Dashimen assottigliò lo sguardo.

"Fai in modo che lei me lo dica. Se lei mi dirà che devo farmi da parte. lo farò." Quello sarebbe stato l'unico modo per lasciar perdere, solo Isabel aveva quel potere.

"Ah si basta solo questo? Perfetto allora pensala come una cosa che accadrà in un brevissimo futuro." Annuì Dashimen mostrandosi convinto, pur conoscendo Isabel e sapeva che lei non avrebbe fatto nulla.

"Ah si? Non so quanto ti convenga farmi fuori dai giochi. Se il suo rapper non può salvarla da questo matrimonio che incomincia già a starle stretta, ti rimango solo io come ultima chance." Era così solo lui poteva aiutarla a sfuggire da tutto, solo lui ne era in grado, Do-yoon avrebbe dovuto lasciarla a lui non a Chung-hee.

"Non la manderò da una prigione a un'altra...se non potrà essere libera con Chung-hee, non oso immaginare con te." rabbrividì Dashimen guardandolo inorridito.

"Allora hai un'unica soluzione per liberarla... ucciderci tutti, e uccidere suo padre. Hai parlato tanto di capacità di far fuori il nemico... ma il nemico di Isabel è solo uno. E per quanto la ami, ancora non hai avuto la forza di farlo fuori." Ghignò.

Dashimen strinse i pugni, avrebbe tanto voluto colpirlo.

"So anche il perché... per quanto tu potresti avere le capacità di uccidere qualcuno, non puoi farlo, lei te lo proibirà sempre. Se tu dovessi rischiare per lei, lei ne morirebbe di senso di colpa. Mi ha detto che ti prenderesti un proiettile in pieno petto per lei, lei farebbe lo stesso. Non ti permetterà mai di farti rovinare la tua vita per salvarla." Gli era bastato veramente poco per giungere a quella conclusione, ma sapeva che era vera.

"Lo ucciderai tu suo padre?" rise Dashimen sapendo che chi aveva davanti non aveva le capacità di fare un omicidio.

"No. Io non ho mai toccato nessuno. Ma se lei dovesse chiedermelo, potrei commissionare qualcuno per farlo. Troverei un modo, e no quello di manomettere una macchina." Sorrise e cominciò a ridere di gusto.


Dashimen rimase immobile ad osservarlo, era bloccato, non sapeva come far uscire fuori Isabel da tutto quel casino, e sapeva che per quanto si vantasse di poterla salvarla non avrebbe mai potuto farlo, lei non gli le avrebbe permesso. Dae-hyun aveva capito tutto, e probabilmente lui avrebbe potuto salvarla.

A quale costo?

Potevano fidarsi?

Potevano fare un patto con il diavolo?

Il rischio era troppo, e lui proprio non si fidava del tizio di fronte a lui che si pavoneggiava.

Solo Yoongi avrebbe potuto convincere Isabel, solo lui avrebbe potuto mettere fine a tutto con un grande gesto.

Se Yoongi si fosse dichiarato pubblicamente, creando un grande scandalo, Isabel forse sarebbe potuta scappare da lui.

Le conseguenze ci sarebbero potute essere, ma era meglio vivere in una prigione fatta dalle mura del dormitorio dei bts, con amici e l'amore della sua vita e sorvegliata da bodyguard, che vivere sposata a Chung-hee che sarebbe diventato sempre più paranoico e che l'avrebbe imprigionata.

La porta della camera si aprì e Chin-hae seguito dal dottore e Hae-eun entrarono nella stanza.

Dashimen e Dae-hyun si voltarono a guardarli, sapevano che era il momento di svegliare Ha-rin e sistemare il tutto.


01 GENNAIO 2018 TARDO POMERIGGIO

Nel pomeriggio Dashimen era passato al dormitorio dei ragazzi, dove aveva trovato tutti e le ragazze: Bo-ra, Yeona senza fidanzato e Hye-ri che avevano in parte aggiornato di quello che sapevano fosse avvenuto la sera prima.

Dashimen invece aveva spiegato il perché si fosse venuto a verificare il tutto e ciò era accaduto per via della foto che Ha-rin aveva dato al padre di Isabel che si era voluto vendicare.

Non aveva detto niente però di Dae-hyun, in primis perché c'era troppa gente, in seguito perché quello era un segreto e tale sarebbe rimasto.

Come non aveva detto niente che aveva bisogno di incontrare Yoongi per parlargli e convincerlo a fermare quel matrimonio.

Aveva preso da parte il fidanzato e gli aveva chiesto il favore di mandare un messaggio a Yoongi dove gli diceva di incontrarsi nel vecchio appartamento suo e di Isabel.

Stranamente a quel messaggio Yoongi aveva risposto scrivendo di raggiungerlo e che lui era già lì.

Dashimen aveva ringraziato il suo fidanzato con un sonoro bacio e con la promessa che avrebbero passato un paio di giorni soli soletti da qualche parte lontani da tutti.


Fu così che si trovava davanti a quell'appartamento a digitare no il solito pin ma la data di compleanno di Yoongi.

Entrò facendo meno rumore possibile, come sempre prese le ciabatte con il nome di Hoseok, Isabel aveva lasciato le ciabatte con i nomi di tutti in casa, come anche alcune cose del mobilio e lo studio di Yoongi immacolato.

Si avviò con passi lenti guardandosi intorno, trovando strano come quel posto fosse così totalmente cambiato.

Guardò verso i divani e lì immobile a guardare la finestra lontana da lui c'era Yoongi.

"Yoongi..." chiamò.

"Dovevo immaginarlo che saresti venuto tu e no Hoseok."

"Potevi rifiutare" disse serio Dashimen andando a sedersi vicino a lui.

Yoongi si voltò lentamente a guardarlo "Non sapevo se lei stava bene." disse piccato.

"Per saperlo devi ascoltare tutto quello che è successo. Tutto o non ti dirò nulla. Nessuno ti dirà nulla."

"Mi stai minacciando?" chiese con tono piatto.

"No. Perché so che alla fine rimarrai qui e ascolterai tutto." Disse conoscendolo bene.

Yoongi si alzò in piedi e cominciò a girovagare per la stanza "Sarebbero stati cinque anni dal nostro primo bacio e dalla nostra prima volta. Eravamo così imbarazzati quella mattina, ma alla fine riuscimmo a decidere di essere una coppia. Quella felicità durò realmente così poco..." disse scuotendo il capo "Suo padre chiamò, improvvisamente quello che sembrava poter essere semplice, si complicò." Disse sembrando affranto.

"Yoongi?" lo chiamò con tono triste.

"Dashimen... non posso fare più niente, realmente non ho mai potuto far nulla. Tae-hyung mi ha chiamato, mi ha detto cosa lei ha fatto ad Ha-rin che quello stronzo è tornato e delle foto che ha portato al padre, foto che hanno messo al rischio me e Na-ra!" disse lui scuotendo il capo e alzando il suo tono di voce.

"Isabel ha provato.. lei ha sfidato suo padre, ne era uscita illesa, gli aveva promesso che non avrebbe più lottato contro di lui. Si era arresa e gli aveva promesso che si sarebbe sposata." Provò a giustificare la ragazza.

"Suo padre non le ha creduto, anzi probabilmente non crede che lei sia una minaccia ed ha agito comunque." Disse con un velo di rabbia nella voce, lei credeva di poter battere suo padre, aveva creduto anche lui a ciò.

Illusi.

Non avrebbero mai vinto.

"Siamo stati poco attenti... nessuno ha pensato di vedere se Na-ra fosse seguita"

"Dash? Possiamo continuare a vivere in questo modo? Tremando che lui possa fare qualcosa? Che possa far del male a chiunque?" gli chiese sconvolto.

"Per questo devi agire. Devi riprendertela." si alzò in piedi e lo guardò battagliero.

"Sei impazzito! Come puoi chiedermi questo? Come puoi dopo stanotte? Io mi sono salvato. Non voglio che lei si faccia ammazzare." Lo guardò con orrore, non poteva chiedergli di lottare.

"Quindi l'alternativa? Lei vivrà con Chung-hee? Tu non hai idea in che pasticcio si sia andata a cacciare, lui..."si bloccò perché non voleva neanche pensare a cosa Chung-hee stava diventando.

Yoongi lo guardò stranito "LUI?" chiese con rabbia.

"L'ha picchiata?" chiese urlando, e guardandolo in collera.

L'aveva lasciata a lui, pensando che l'avrebbe amata, tenuta al sicuro e protetta.

"Non ancora ma accadrà! Lo farà appena sarà certo che lei sarà sua per sempre. La chiuderà da qualche parte, non la farà vivere neanche quel poco di libertà che ha. È ossessionato dal rischio di perderla. Non è più amore è ossessione!" Lo guardò supplice. "Ti prego! Ascolta il mio piano. Ascoltami per una volta. Torna a essere quello che eri un anno fa. Torna a voler combattere per lei a non vivere nella paura e fronteggiare chiunque."

"Mi avevi detto tu che non dovevo fare in quel modo, che lei avrebbe pagato le conseguenze. TU MI HAI DETTO CHE LA METTEVO A RISCHIO." Rispose con rabbia scuotendo forte la testa, non credendo che Dashimen avesse deciso di cambiare così improvvisamente idea.

"Yoongi.. guardami." Disse serio "Devi solo dichiararti in pubblico. Dire tutto: che la ami che state insieme e che è il padre ad obbligarla a sposarsi. Io farò il resto la porterò al dormitorio e lei potrà essere al sicuro da chiunque."


Yoongi lo guardò freddandosi sul posto, lo guardò intensamente, incredulo da ciò che stava sentendo, e non credendoci.

Improvvisamente cominciò a ridere isterico.

Cadde sulle ginocchia continuando a ridere, prendendosi la testa tra le mani.

Era assurdo, cosa gli stava chiedendo.

Lei non avrebbe mai acconsentito, sarebbe stata comunque in prigione.

La sua agenzia non avrebbe acconsentito.

Nessuno sarebbe mai stato d'accordo con quel folle piano.

L'idea di Dashimen era così poco fattibile.

L'idea di un folle.

Un'idea che gli era balzata nella testa tante di quelle volte da quando aveva scoperto la verità.

Come anche l'idea di prenderla e fuggire via lontano da tutti.

Era un vigliacco, lei la prima volta aveva agito bene, l'aveva lasciato perché sapeva lui non avrebbe mai rinunciato alla sua carriera al suo gruppo, un gruppo che da cui aveva preso le distanze.

Non aveva mai capito quanto lei avesse avuto sempre ragione.

Aveva provato a fare l'uomo, aveva provato a stare con lei.

Aveva fallito.

Avrebbe sempre fallito.

Alzò lo sguardo su Dashimen che lo guardava orripilato.

"Perché mi stai facendo questo? PERCHÉ!!!" urlò con tutta la forza che aveva in corpo cominciando a sbattere i pugni a terra dalla rabbia.

Rabbia provava solo quella.

Rabbia e odio per la sua vita.

"VATTENE! VAI VIA DA CASA MIA!" urlò cercando di mettersi in piedi.

"No! Tu devi fare qualcosa. DEVI!" Urlò Dashimen disperando andandogli incontro.

"NO!" urlò Yoongi provando a spingerlo.

Dashimen si aggrappò alla felpa del ragazzo ed entrambi cominciarono a spintonarsi mentre Yoongi urlava di andare via.

Caddero sul divano che per via del loro peso e la forte botta si ribaltò facendoli rotolare per terra.

Yoongi cominciò a colpire Dashimen con forza in faccia con i pugni.

"VATTENE! VATTENE! VATTENE! VAI VIA DA ME!!!" Urlò Yoongi continuando a sferrare pugni e Dashimen provava a coprirsi alla meglio provando a farsi meno male, ma senza ribattere ai colpi troppo sconvolto.

"PERCHÉ MI STAI FACENDO QUESTO! PERCHÉ!" continuò a urlare Yoongi con le lacrime.

Dashimen riuscì finalmente a invertire le posizioni e rotolò di lato finendo con lo sbattere contro un mobile affannato.

Yoongi continuò a urlare per terra piangendo.

"Non posso fare nulla. Non la posso salvare!" urlava con voce rauca strozzata.


Dashimen si mise a sedere a fatica appoggiando la schiena contro il mobile.

Si passò la manica della felpa sulla bocca e poi sputò del sangue per terra.

Rimase poi immobile continuando a guardare Yoongi che si rannicchiava su se stesso e continuava a piangere.

Si rese conto che Yoongi in quei mesi aveva represso tutto, tutto il dolore per aver lasciato Isabel.

Come si rese conto, che il rapper non avrebbe mai potuto salvarla.

Aveva provato a fare un tentativo ma aveva fallito miseramente, combinando anche lui un disastro.

Si tastò la tasca dei pantaloni prendendo il telefono con mani tremanti.

-venite a casa di Isabel... solo voi bts.-

Scrisse il messaggio e lo inviò a Hoseok.

Il telefono rotolò a terra e lui rimase immobile a guardare Yoongi che continuava a piangere.


Angolo dell'autrice:

Non mi distruggevo così per un capitolo da tempo...

Ho rotto Yoongi....

Ho rotto anche Chung-hee....

Dashimen ha preso botte così tanto per..

Capitolo che si focalizza sui 3 uomini che girano intorno a Isabel.. diciamo 4 se contiamo anche Dashimen .

Abbiamo Chung-hee che lotta con i fantasmi del passato, la paura di perdere Isabel come ha perso Ae-cha aumenta sempre di più da portarlo a essere sempre più ossessivo e autorevole. Ha paura di non essere in grado di tenerla al sicuro, in più c'è sempre il terrore che lei non lo ami, e rimarrà legata a Yoongi per l'eternità e quindi mai al sicuro.

Importanti in questo capitolo ci sono diversi punti... specie quelli riferiti a Hae-eun all'ospedale e anche il modo di fare di Hae-eun e Dae-hyun è da tenere d'occhio... vi ricordo c'è un segreto che condividono e che causa un senso di colpa grande, segreto che solo Do-yoon sapeva.

Poi abbiamo Dae-hyun... a me diverte tanto come provoca.. lui ci prova a star tranquillo ma poi risponde per le rime da sembrare così tanto borioso.

Do-yoon avrebbe dovuto lasciarla a me no a Chung-hee... adoro questo pensiero che fa.

Lui crede di poterla aiutare... non so se è perché ci tenga ormai a lei, o per più che altro una vittoria anche personale.

Dare la libertà a Isabel sconfiggere suo padre sembra una sfida che tutti stanno fallendo. Yoongi ha fallito, ma non poteva provarci più di tanto dato le sue restrizioni dell'essere Idol, Dashimen sembra che qualunque cosa lui faccia non riesca mai a tenerla protetta come vorrebbe, Chung-hee sta fallendo anche lui miseramente.

Do-yoon anche ha fallito, non è riuscita a salvarla.

Yoongi... lo abbiamo visto poco di recente, l'ultima volta è finito in ospedale dopo aver visto Isabel per via di un attacco di panico.... In seguito si è distanziato da tutti per paura, sofferenza e rabbia.

Quando riceve la casa si chiude nello studio in crisi.

Lei lo chiama e va in crisi...

Dashimen gli dice che deve fare qualcosa, salvarla e lui sa di non poterlo fare.

Si sente così inutile, così devastato dalla sua impotenza.

Come se fosse destinato a fallire miseramente in qualunque modo, non ce la fa più... da completamente di matto.

Dashimen paga le conseguenze delle sue azioni poco calcolate e disperate...

Chi salverà Isabel? 

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