CAPITOLO 31 DANGER 3.0

CAPITOLO 31 DANGER 3.0

31 DICEMBRE 2017 POMERIGGIO

Isabel si stava spalmando una pomata sui fianchi e sul sedere, mentre si specchiava e cercava di metterla nei punti critici.

Ogni tanto faceva delle smorfie di dolore e trattenendo i lamenti che sarebbero voluti fuoriuscire dalla sua bocca.

Aveva fatto altre volte sesso con Chung-hee, era a conoscenza del fatto che il ragazzo sapeva non essere per niente delicato.

Anzi fare sesso con Chung-hee, non era per niente nulla di romantico o dolce.

Era tutto l'opposto.

Anche se lui provava a essere romantico al di fuori della stanza da letto.

A lei era sempre andato bene non avere niente di romantico tra le coperte, ma quella volta forse lui era andato un bel po'oltre i limiti.

Lei l'aveva anche lasciato fare, senza curarsi di venire a sua volta.

Gli aveva lasciato l'illusione di avere tutto il potere tra le mani.

Compromessi: era quello che odiava di più dover avere in una relazione.

Se servivano allo scopo, allora doveva farseli andare bene.

Aveva bisogno della proposta di matrimonio, e doveva avvenire per forza quella sera.

Si passò una mano sul seno dolorante, toccando delicatamente con le dita la forma dell'enorme morso, che sarebbe diventato un enorme ematoma.

Osservò perplessa il seno, e ci passò un bel po' di pomata.

Dopo di che lasciò la pomata sul mobile chiudendola attentamente, aprì un cassetto e prese una confezione di farmaci.

Prese un paio di compresse e afferrò il bicchiere di vodka sul mobile, butto giù i farmaci con l'aiuto dell'alcool.

Quella sera sarebbe stata dura da affrontare, doveva per forza imbottirsi di antidolorifici.

Doveva solo superare quella serata, sorridere, doveva essere splendida e accettare la proposta sembrando sorpresa.

Doveva fare solo quello e poi si sarebbe potuta riposare per un po'.

Guardò il vestito appeso, sperando che fosse abbastanza coprente nei punti giusti, non le andava di perdere tempo a cercarne altro.

Si voltò di scatto a guardare il telefono sul comò che stava vibrando, lo afferrò immediatamente controllando di chi potesse essere il messaggio.


Ho parlato con il tuo amico Dashimen.

Sicuramente ti dirà tante cose, se vorrai ti spiegherò meglio.

Ci vediamo stasera al party.

Cancella il messaggio così lui non lo vede.


Lesse confusa, un paio di volte il messaggio, e lo cancellò immediatamente.

Andò alla rubrica e chiamò immediatamente Dashimen.

Voleva sapere.

"Dash?" disse appena la chiamata fu aperta.

"Ehi... sono qui a casa tua." disse lui

"Veramente? Salì sopra ho bisogno di aiuto per prepararmi" disse lei.

"Eccomi!" trillò lui aprendo la porta e sorridendo.

"Chiudi..." disse lei indicando con un cenno della testa la porta, mentre appoggiava il telefono sul comò.

Dashimen, chiuse la porta e si rimise il telefono in tasca.

Rimase ad osservare Isabel perplesso soffermandosi sul seno della ragazza.

"Cazzo. È un morso quello?" esclamò contrito.

Lei sospirò prese un fondotinta e si avvicinò a lui sorridendo appena. "Mi aiuti a coprire ciò che va coperto?" chiese lei sembrando in imbarazzo.

"Deve far male" disse lui inclinando il capo e guardandolo attentamente.

"No, non molto." fece spallucce lei, come se non fosse realmente importante.

"Ti aiuto a coprire tutto.. cazzo però c'è andato pesante..." sussurrò lui guardando poi il dietro della ragazza.

"Ti ha presa da dietro?" chiese dato i lividi sui fianchi sembrava come se le mani di Chung-hee fossero rimaste incollate alla vita di lei, doveva esserci andato realmente pesante con il sesso.

"Si nella doccia.. l'acqua ha attutito un bel po'. Lui dov'è?" chiese come se nulla la toccasse minimamente e come se quella situazione fosse del tutto normale.

"Sul divano guarda una partita... c'è Hae-eun, non salirà... non oso pensare cosa potrebbe fare se ti vede nuda vicino a me" disse lui con la fronte aggrottata, mentre la osservava per capire cosa dovesse coprire con il fondotinta.

Non le faceva molto effetto vederla nuda, anche se era parecchio che non la vedeva così.

Il suo corpo però era diverso.

"Sicuramente farebbe una stupida scenata di gelosia..." rispose lei con tono lamentoso.

"Giusto... cerco di fare subito, ti aiuto a prepararti poi vado via, i ragazzi hanno il gayo festival dovrei raggiungerli lì." Sorrise lui gentile, si avvicinò le accarezzò una guancia gentilmente e le diede un leggero bacio sulla fronte.

Afferrò il fondotinta dalla sua mano e cominciò a coprire il morso sul seno.

Rimasero in silenzio mentre lui, l'aiutava a sembrare presentabile.

Avrebbe voluto parlare con lei, raccontarle della conversazione con Dae-hyun, parlare meglio di quella proposta di matrimoni che ci sarebbe stata a breve.

Aveva un groppo alla gola, proprio non riusciva a dire niente.

Mentre spalmava il fondotinta facendolo aderire in alcuni punti e cercava di dare un colore uniforme, si sentiva angosciato.

Non era convinto che con Chung-hee sarebbe stata al sicuro.

Di tanto in tanto la guardava e lei sembrava serena, come se non ci fosse nulla a turbarla.

Era calma.

Stranamente fin troppo calma.


"Se vuoi scappare, io sarò sempre l'autista della tua auto in fuga" disse lui dopo aver coperto il tutto e sorridendole dolcemente.

Lei ridacchiò, e scosse la testa, arricciando il naso.

"Sei perfetta" disse poi dopo aver dato uno sguardo al suo lavoro, le aveva fatto anche il trucco in faccia.

"Mi vesto e mi aggiusti i capelli?" chiese lei facendogli l'occhiolino.

Lui annuì, non era la prima volta che l'aiutava a prepararsi per andare da qualche parte. Prima ci pensava sempre Win-hoo ma ormai lui era in America con Nate.

Comunque fosse a Dashimen non gli dispiaceva, gli piaceva passare quel tempo con lei.

"Senti.. devo dirti una cosa" disse lui dubbioso.

"Hai parlato con Dae-hyun?" arricciò il naso lei.

"Non mi stupisco tu sappia che abbiamo parlato.." disse lui trattenendo una risata.

"Quindi?" chiese lei con fretta.

Lui la osservò gonfiando le guance a disagio, sembrava come se lei si fosse appena svegliata da un lungo sonno.

"Prima voglio tu mi dica cos'è accaduto tra voi due.."

"Lui ha detto qualcosa?" sbarrò gli occhi lei sembrando preoccupata.

"No. Nulla su voi due. Afferma sia una questione d'affari come hai fatto tu. Ma gli piaci Isabel. Ne sono certo. Come lui piace a te." disse diventando improvvisamente diretto.

"Non... sai cosa stai dicendo. Dash.." farfuglio lei con voce tremante.

"Ti conosco da troppo, per sbagliarmi. Devi solo dirmi cosa è successo."

Lei si zittì e gli diede le spalle avvicinandosi a un mobile dove teneva dentro tutti i completi intimi e cercando un reggiseno che si abbinasse alle mutandine che aveva indosso, il suo unico indumento.


"Isabel?" chiamò lui con voce lieve, ma allo stesso modo gentile. Sapeva che lei stava provando in tutti i modi a scappare dal discorso.

"Mi ha baciata... la sera che ho scoperto che Yoongi era andato con quella tizia. Mi ero rifugiata all'ultimo piano e lui si è avvicinato, mi ha provocata ero ubriaca. Giuro sono andata via, ma mi ha seguita e..." ammise lei, rimanendo sempre voltata di spalle non avendo il coraggio di guardarlo in volto.

"E?" chiese lui spronandola a continuare a raccontare.

"Non lo so mi ha continuato a provocare e si è avvicinato... e ci sono stata." Sospirò.


Si voltò a guardare Dashimen e sussurrò "Cazzo."


Dashimen sorrise gentile, senza l'ombra di rimprovero "Beh è sexy" disse gentile.

"Non lo so neanche io come ho fatto ad allontanarmi e a non andare oltre!" esclamò lei.

"Ti piace?" chiese lui diventando un attimo serio.

Si avvicinò a lei indicandole di girarsi così da aiutarla a chiudere il reggiseno.

"Quella stessa sera sono tornata a casa ho fatto sesso con Chung-hee. Ho pensato a Yoongi.... penso a Yoongi quando sto con Chung-hee." Disse lei con tono triste.

"Beh mi sembra normale no?" provò a rincuorarla lui, le accarezzò la schiena dolcemente.

Con una mano andò al suo addome accarezzandolo con delicatezza, lei si addossò di più con la schiena al suo petto, che le spostò i capelli di lato e appoggiò il suo mento sulla sua spalla sinistra.

"Non pensi a Yoongi quando sei con Dae-hyun." Sussurrò all'orecchio di Isabel

"No... mai." Disse lei mordendo un labbro, e afferrando la sua mano sul proprio addome stringendola bisognosa.

"Ti piace." Disse diretto.

"Aiutami a vestirmi... si sta facendo tardi" disse lei chiudendo gli occhi e sospirando.

"Ti aiuto" disse lui, dandole un bacio sulla guancia. "Qualunque cosa accadrà, qualunque cosa farai. Io sarò sempre qui con te." sussurrò lui al suo orecchio con amore.

"Lo so." Disse lei con voce lieve, si staccò da lui e si voltò a guardarlo negli occhi.

Sorrise con gli occhi lucidi e grata di averlo nella sua vita.

Lui si avvicinò e le diede un altro bacio sulla fronte.

Lui l'amava immensamente, non l'avrebbe mai lasciata sola.


ORE DOPO PARTY CASA CHANG

Dae-hyun girovagava per le varie stanze della casa patronale era arrivato a party inoltrato, curandosene poco.

Mentre camminava, aveva con sé un bicchiere stracolmo di alcool alla mano che lo aiutava ad avere il suo classico modo e sorriso finto di circostanza.

Era da un bel po' che provava a uscire in giardino per godersi in pace una sigaretta, non riuscendo, però, a raggiungere la sua meta, per via di tutta la gente che continuava a fermare per parlare.

L'unica persona con cui avrebbe voluto scambiare quattro chiacchiere era lei, con cui si era scambiato un'occhiata fugace e nulla di più.

Lei che era più bella del solito, nel suo vestito elegante nero, attillato con un bello spacco nella gonna lunga, che lasciava intravedere le sue gambe ogni qualvolta che faceva un passo.

Era sexy ma allo stesso tempo sobria, non era nulla di troppo esagerato, ma riusciva nello stesso tempo ad attirare l'attenzione su di lei.

Di nascosto come se fosse stato un ladro, l'aveva osservata da quando aveva messo piede in casa, sembrava che fosse completamente inavvicinabile, Chung-hee non la lasciava un attimo da sola, non si allontanava neanche di un millimetro, sempre con una presa salda sulla sua vita, che lasciava solo per stringere le mani delle persone con cui si ritrovavano a parlare.


Han-seo si avvicinò a lui porgendoli un bicchiere di alcool.

"Non ti unisci a noi nell'altra stanza?" chiese il ragazzo con aria annoiata.

"Si.. ora arrivo." Disse Dae-hyun dirottando lo sguardo su di lui e distogliendo lo sguardo dal signor Kim appena arrivato vicino alla coppia felice.

"Ultimamente sei sparito, che accade?" chiese Han-seo guardandolo con circospezione.

"Nulla, molto impegnato con il lavoro, lo sai dopo quello scandalo sto lavorando più del dovuto."

"Per questo ieri sera sei fuggito da casa di Sung-jo senza darci una motivazione?" chiese riferendosi alla sera passata dove stavano giocando a Poker da fratello di Isabel, e a quando lui dopo aver sentito del loro piano per distruggere Isabel era fuggito via.

"No. Che cavolo di problema lavorativo potevo avere alle dieci di sera?" scosse il capo ridendo.

"Allora perché sei andato via?" chiese confuso "Ti stavi annoiando?"

"No, avevo una cosa da fare." sbuffò Dae-hyun si morse il labbro, temporeggiando.

"Beh? Non mi dirai che hai trovato qualcuna? No... non è possibile!" esclamò con enfasi sgranando gli occhi e guardando l'amico stupefatto per un momento.

"Ma per chi mi hai preso? Quando mai sono corso dietro qualcuna?" disse con ribrezzo, ridendo subito dopo.

"Giusto sarebbe strano.. Allora?" chiese continuando a investigare.

"Problemi di stomaco. Non mi andava di intasare il bagno a casa di Sung-jo" disse chinando la testa e mettendosi una mano sulla fronte, inventò quella bugia sul momento non pensando che sua cugina da cui fosse andato subito dopo quella sera avesse mai detto qualcosa a qualcuno.

"AHH!" esclamò mettendoli con forza una mano sulla palla e dando una pacca bella forte, cominciando a ridere sguaiatamente.

"Beh può capitare" disse Dae-hyun con un'alzata di spalle.

"Comunque sia dovresti rilassarti un po', lascia tutte le responsabilità a qualcuno! Finirai con il diventare barboso! Ci serve una bella serata di follia!"

Dae-hyun rise falsamente scuotendo il capo. "Certo come te che vai ovunque tu voglia, a fai tutto quello che vuoi" disse ridendo.

"Si! Senti dopo la mezzanotte, andiamo tutti di Sung-jo, ho chiamato un paio di ragazze, c'è da festeggiare!" disse ridendo e dando un altro paio di pacche sulla schiena.

"Cosa si festeggia?" chiese guardandolo confuso.

"La fine di quella stronza." Disse sorridendo splendidamente e lanciando poi una fugace occhiata a Isabel che era tenuta sempre stretta da Chung-hee, entrambi stavano parlando con il signor Kim e sembrava tutti essere fin troppo seri.

Dae-hyun si zittì improvvisamente guardando nuovamente Isabel da lontano, era convinto che lei avesse risolto tutto, ma temeva che realmente non fosse non così.


"Yah! Hyung, dovevi avvisare che stavi qui" esclamò Ha-rin arrivando e abbracciando Han-seo, dimostrandosi su di giri.

Yuri al suo seguito sorrideva, felicissima.

"Sta per accadere!" trillò esuberante guardando anche lei Isabel.


Dae-hyun si voltò un attimo a guardare i tre ragazzi che fissavano Isabel, sembrando tutti ansiosi ed eccitati, in attesa che succedesse qualcosa di grandioso.

Dall'altra parte della sala c'era Hae-eun che lo fissava contrito, sembrando parecchio in collera nei suoi confronti.

Dae-hyun s'immobilizzò a guardarlo, sapeva cosa l'amico stesse pensando, e ciò lo stava facendo innervosire, sospettava sicuramente di un suo possibile doppio gioco.

La mano di Han-seo si poggiò nuovamente sulla sua spalla.

Dae-hyun si voltò a guardarlo in cerca di risposta a quel gesto.


"Perché tuo padre è vicino a loro?" chiese confuso il ragazzo.

Dae-hyun scosse la testa non capendo e tornò a guardare la scena di fronte a sé, ignaro di qualunque cosa, osservò attentamente Isabel, che stava posando il bicchiere sul tavolo e sorrideva splendida a suo padre, facendo un leggero inchino come a volerlo ringraziare di qualcosa.

La vide poi drizzare il busto, assumere una posizione rigida, mentre con le mani andava a tenere stretta la sua borsetta, come se fosse un'ancora di salvezza.

"Che diavolo sta facendo lo zio!" esclamò con voce squillante e risentita Yuri lì vicino.


Dae-hyun assottigliò lo sguardo confuso spostandolo su suo padre che stava facendo tintinnare un coltello sul bicchiere di champagne per attirare l'attenzione di tutti i presenti nella stanza.

Con attenzione e nel silenzio della sala, seguì tutto il discorso del padre, che stava ringraziando la famiglia Kim e Choi per essersi uniti a loro, e stava dichiarando davanti a tutti che non c'erano problematiche per ciò che fosse successo tra lei due ragazze. Un evento drammatico a suo dire.

Per fortificare quest'amicizia, menzionò il grande progetto suo e di Isabel.

Complimentandosi con lui alzando il flûte in sua direzione.

"Farei un brindisi al matrimonio lavorativo tra le nostre famiglie!" disse suo padre a gran voce sorridendo al signor Kim che sembrava soddisfatto al suo fianco.

Dae-hyun sorrise tiratamente e alzò il suo bicchiere quasi vuoto in direzione del padre e del signor Kim.

Era sorpreso da quell'annuncio, Isabel non aveva ancora confermato il progetto, almeno non a lui.

Sapeva però che sicuramente aveva fatto come da lui suggerito, usare il progetto per porre rimedio ai pasticci in cui si trovava.

Ciò confermò il pensiero che lui aveva sulla ragazza e quanto sapesse giocare bene le sue carte ed essere veramente scaltra al dovuto.


"Che diavolo è questa storia?" disse Yuri vicino a lui tra i denti.

"Dae-hyun?" esclamò Han-seo inorridito.

"Zitti. Fatelo finire." Disse secco Dae-hyun contrito, guardandoli e facendoli zittire solo con il potere del suo sguardo autorevole.


Dae-hyun tornò con lo sguardo su di lei, che stava sorseggiando, e lo stava guardando con intensità anche a distanza, però non capiva cosa lei provasse in quel momento o cosa stesse pensando sembrava una statua di marmo.

Dopo il brindisi, e gli applausi provenienti da tutta la sala, suo padre tornò a parlare.

"C'è un'altra notizia che vorremmo dare, poiché stiamo parlando di matrimonio, ma penso che sia il caso che io passi la parola al signor Choi." Sorrise al ragazzo che chinò leggermente il capo in segno di ringraziamento.


Dae-hyun si sentì rabbrividire.

Non staccò gli occhi dalla scena di fronte a sé.

Chung-hee aveva appena estratto dalla tasca interna della giacca un piccolo cofanetto e si stava inchinando davanti a Isabel che aveva perso tutta la rigidità avuta per il discorso.

Isabel sussurrò a mezza voce un "Oh mio dio" trillante.

Dae-hyun spalancò leggermente la bocca mentre la osservava posarsi una mano sul petto, sorridere ampliamente facendo risaltare gli zigomi che si gonfiavano e gli occhi diventare più piccoli per via del grande sorriso.

Dae-hyun non credeva a ciò che aveva davanti a lui.

Tutto sembrava così confuso e surreale.

Quella proposta fatta in casa sua, alla ragazza per cui si stava prendendo una cotta.

Ragazza che in quel momento sembrava una perfetta attrice che sorrideva con le lacrime agli occhi, pronta per interpretare un ruolo.

La gente acclamava mentre i due futuri sposi si baciavano.

Lui non applaudiva, guardava la scena con orrore.

Si sentiva in qualche modo tradito da lei, usato.

Anche se era stato lui a dirle di utilizzarlo per salvarsi dall'ira del padre, non credeva che lei lo avrebbe fatto in quella maniera davanti a tante persone.

Non avrebbe mai creduto che l'avrebbe usato per poi farsi largo con la proposta di matrimonio, attirando maggiormente tutta l'attenzione su di lei.

Era il suo progetto, il suo piano per riavere popolarità, lei l'aveva usato, se n'era approfittata.

Era lì di fronte a tutti acclamata dalla folla mentre si baciava con Chung-hee.

Tutto ciò lo irritava profondamente, ma allo stesso tempo lo faceva sentire come se un fuoco si stava espandendo in lui.

Apprezzamento. Era ciò che provava.

Anche se lei lo aveva ferito, usato. Lui apprezzava la sua scaltrezza, stimava quello che aveva fatto.


Vicino a lui le voci dei tre bisbigliavano arrabbiati per via della situazione.

"Cazzo. Dae-hyun!" disse Han-seo dandoli un botta.

"Cosa?" si voltò in malo modo fulminandolo con gli occhi.

"Io...." tremò Han-seo alla vista dello sguardo furioso di Dae-hyun.

"Che cosa vuoi? Non ne sapevo nulla. Anche se fosse non mi importa delle vostre stupidi questioni. A me importa degli affari." Disse tagliente, si sentiva profondamente arrabbiato e doveva scontarla con qualcuno.

"Ti va bene fare affari con lei?" trillò Yuri facendo dei passi avanti e spingendo via Han-seo che balbettava sotto voce impaurito dallo sguardo omicida di Dae-hyun.

"Sei solo una ragazzina. Non puoi capire il mondo degli affari." Disse con disprezzo guardandola con sprezzo.

"Capisco il valore della famiglia. È stata lei a far finire nei guai Tua sorella." disse lei guardandolo incredula.

"Ah si? Io penso che siate state voi due, avete deciso a giocare alle piccole investigatrici. A immischiarvi in questioni che non vi riguardavano. Per cosa? Invidia?" Le afferrò il braccio con forza e la fece girare in modo che guardasse Isabel.

"Vedila. Guardala attentamente. Lei non se ne frega nulla di voi. Fai la guerra a una persona che pensa agli affari suoi e a lavorare." Sputò fuori vicino al suo orecchio.

Era così, se ne rendeva conto guardandola, mentre stava abbracciando suo padre e annunciando successivamente che il signor Chang sarebbe stato il suo testimone.

Lei stava pensando solo a salvarsi la pelle, utilizzando ciò che lui le aveva dato, senza pensare a nessun altro nella stanza, senza curarsi di nessuno.

Senza curarsi che lui era lì a guardarla.

Lei non aveva idea di cosa lui stesse provando.

Una sorta di odio amore nei suoi confronti.

Si sentiva sempre più arrabbiato, e decise così di sfogare tutta la rabbia sulla cugina.


"Sei una ragazzina, non hai mai lavorato un giorno nella tua vita. Hai avuto tutto facile. Hai deciso di intraprendere questa stupida lotta contro qualcuno di più forte che tra altro non sa neanche che esisti." Le sussurrò con rabbia all'orecchio.

"Io sono meglio di lei." Disse lei tra i denti continuando a guardare Isabel.

"Ah si? Lo credi? Che cosa hai in mano? Soldi? Azioni? Proprietà? Progetti? Nulla di tutto ciò. Hai deciso di sposarti con un cretino per amore tra altro non corrisposto. Uno che non ha nulla. Pensi di vincere, che sarai più potente di lei? Con quali basi?" rise sprezzante.

"La stai difendendo?" trillò lei sconvolta, sfilandosi dalla sua presa e guardandolo con gli occhi fuori dalle orbite.

"Io non ho nulla contro la Kim. Anzi se mai la rispetto per dov'è arrivata. Smettetela con questa stupida guerra, trovatevi un altro passatempo." Dicendo ciò guardo anche gli altri e due.

"Tu sei riuscito a tornare qui. Hai vinto. Lasciala perdere o ti farà finire chissà dove." Disse rivolgendosi ad Ha-rin che lo guardava esterrefatto.

"Tu altro, dimentica Yeona, è colpa tua se l'hai persa. Vai avanti con la tua vita e cresci una buona volta, incomincia a pensare agli affari e non agli stupidi giochetti dei ragazzini." Sputò fuori con rabbia verso Han-seo.

"Perderete. Avete già perso, pensavate di incastrarla con uno stupido video e guardatela un po'. È perfetta e si sposa con una persona facoltosa."

"Lei ci ha fatto dei torti." Disse Han-seo facendosi coraggio.

"Ah si? A te personalmente? Per favore ha solo voluto eliminare suo fratello. Si fa così per ottenere potere, elimini chi ti potrebbe essere d'intralcio. Non doveva riguardarti, hai solo pensato di poter sfruttare la situazione per riavere una stupida ragazzina. Lei giocava per il potere, tu per una figa qualunque." Rise a gran voce.

"Tu non comprendi!" trillò risentito Han-seo.

"Ah no? Vuoi sentirti grande a letto. Trovati un'altra più debole e sottomettila. Ti importa solo di questo di quando sei forte con una ragazza. Non è questo il potere. E amico mio tu non ne hai di potere, perché non ti sei mai impegnato per averlo." Sbuffò guardando tutti e tre con sdegno.

"Vado a fumarmi una sigaretta, fate quel che vi pare. Ma se fossi in voi, lascerei perdere. Non vale la pena fare la guerra con chi è più potente. La fai quando sei potente a tua volta." E dicendo ciò si allontanò da loro, uscendo dalla sala.


01 GENNAIO 2018 PASSATA LA MEZZANOTTE

La serata era quasi al termine, Isabel dopo tanto tempo era riuscita a sgattaiolare dalla presa di Chung-hee e si era diretta verso il bagno così finalmente sarebbe potuta stare sola per un attimo.

Si chiuse la porta alle spalle, sospirando e appoggiando la schiena ad essa.

Chiuse gli occhi stringendoli forte.

Il corpo le tremava tutto, e si sentiva accaldata.

Sapeva cosa era.

Panico.

Si avviò di corsa al lavello, aprì il rubinetto bagnandosi i polsi con l'acqua gelida.

Sul suo anulare risplendeva l'anello con diamante che Chung-hee finalmente era riuscito a metterle al dito.

Si sarebbe volentieri tranciata il dito, con una cesoia se avesse avuto la possibilità.

Cercò di respirare contando i numeri al contrario.

Doveva calmarsi.

Sapeva di doverlo fare perché alla fine sarebbe dovuta uscire da quel bagno non potendosi rinchiudere dentro.

Cercò di dirsi che era stata brava, ne era uscita vincitrice.

L'essere andata stranamente sola, dal signor Chang a inizio festa con un regalo comprato all'ultimo e parlandogli degli affari che aveva con il figlio, aveva aiutato il suo intento.

Il signor Chang che era facile da raggirare e non come suo padre, era stato estasiato dalla loro conversazione e dai progetti che Isabel aveva in serbo.

Aveva preso con gioia la notizia che lei volesse far riavvicinare le famiglie e il fatto che lei volesse cancellare il passato, parlando di matrimonio d'affari.

Alla fine non era per nulla farina del suo sacco, era stata una grande fortuna che Dashimen prima di andarsene da casa le aveva detto tutta la conversazione avuta con Dae-hyun, il piano era suo, lei l'aveva solo messo in atto prima di lui, pensando che avrebbe dato benefici ad entrambi.

Così dopo essersi raggirata per bene il signor Chang, spiegandogli anche che ci sarebbe stata la proposta di matrimonio e chiedendogli di diventare il suo testimone, era riuscita successivamente a coinvolgere suo padre e addolcirlo per bene.

Suo padre dopo la conversazione con il signor Chang, l'aveva presa un attimo in disparte trascinandola fuori.

Le aveva chiesto una sigaretta ed entrambi avevano fumato, scambiandosi occhiatacce.

Alla fine il signor Kim si era complimentato con lei, mostrando comunque disprezzo, l'aveva in ogni caso minacciata, dicendole che se avesse provato a fare altro di nascosto da lui, le l'avrebbe fatta pagare caramente.

Lei si era mostrata comunque sicura di se stesse, e aveva ribadito cosa lei volesse e aveva giurato che si sarebbe comportata come lui avrebbe voluto in cambio di essere lasciata in pace.


Per quanto però lei aveva pensato di aver giocato bene le sue carte, per quanto tutto fosse filato liscio, e aveva recitato bene la sua parte durante il discorso e la proposta di matrimonio. Aveva avuto bisogno di andarsi a chiudere in quel bagno.

Era come se il suo corpo e la sua mente non avevano più la forza di fingere e recitare.

Aveva bisogno di una pausa, da tutta la tensione che stava provando.

Aveva bisogno di respirare, perché aveva trattenuto il fiato per tutta la giornata da quella mattina.

Era stato come se avesse vissuto tutta la giornata in apnea.

Senza emozioni, senza sentimenti.

Aveva represso ogni parte di se stessa.

C'erano stati dei picchi emotivi, lei se n'era accorta erano stati tre e lei non gli aveva potuti soffocare.


Il primo era stato quella mattina quando la rabbia l'aveva avvolta nell'ufficio di suo padre, perché in quell'istante aveva realmente realizzato di non poter mai più riavere Yoongi, per quello che era diventata.

Aveva capito che lui non l'avrebbe mai ripresa.

Aveva capito che aveva avuto solo un grande amore, fatto più di momenti sofferenti che di quelli felici.

Aveva capito che non avrebbe potuto avere niente più dalla vita.


Il secondo era stato quando Dashimen quel pomeriggio le aveva nominato Dae-hyun e aveva detto senza giri di parole che a lei piaceva.

Il pensiero era rimasto nella testa, il suo cuore aveva cominciato a batterle forte.

Se n'era accorta, ma aveva cercato di soffocare il suo cuore.

Lei aveva glissato il discorso chiedendo al ragazzo di aiutarla a vestire.

Sapeva che era destinata a sposarsi con Chung-hee.

Sapeva che era destinata ad aver avuto solo un grande amore nella vita, che non ne avrebbe avuto un secondo perché Chung-hee non poteva, diveltarlo.

Sapeva che non avrebbe potuto avere niente più dalla vita.


Il terzo era stato quando il signor Chang aveva fatto il discorso e lei si era ritrovata a distanza a guardare Dae-hyun che la fissava da lontano.

Per quanto fosse rimasta di bronzo, e avesse provato a bere dal suo bicchiere per stemperare il disagio che stava provando, sapeva che si sentiva avvampare a distanza a guardarlo.

Si era chiesta se ci sarebbe potuta essere una piccola possibilità di avere un altro amore nella sua vita.

Si era chieste se ci sarebbe potuta essere un'alternativa per la sua vita.

Si era chiesta se avrebbe potuto avere qualcosa di più dalla vita.


Chiuse il rubinetto.

Si asciugò le mani guardandosi al grande specchio.

Doveva uscire da quel bagno e concludere la sua giornata.

Non aveva tempo di pensare ai se e ai ma.

Tutto ormai era stato deciso, e probabilmente non sarebbe mai cambiato nulla, non ci sarebbe stato altro nella sua vita.

Si avviò verso la porta per uscire dal bagno, ma non fece in tempo che fu immediatamente ributtata dentro.

Andò a sbattere contro il lavabo di ceramica aggrappandosi con forza al porta asciugamani attaccato al muro sulla destra.

"Ma che cazz'" trillò sotto shock, mentre guardava la schiena di Dae-hyun.


Dae-hyun dopo essere andato fuori ed esserci stato per un po' anche rimanendo sotto i primi fiocchi di neve che venivano giù, non si era per nulla calmato.

Ci aveva provato, ma Ha-rin era uscito in giardino e si era permesso di parlare con lui, insinuando che Isabel avesse fatto la stessa cosa che aveva fatto con lui.

Cioè insinuarsi nella sua vita, e facendoli prendere una cotta, fino a portarlo alla pazzia. Raggirandolo.

Lui aveva provato a mantenere il suo solito modo tranquillo e di non curanza, aveva anche riso sprezzante alle insinuazioni di Ha-rin e l'aveva lasciato fuori intimandoli di non dare fastidio.

Le allusioni però erano risuonate nella sua testa, per tutto il tragitto percorso all'interno della sua casa, diretto al bagno.

Appena arrivato alla porta al bagno, essa si era aperta rivelando lei.

Lui aveva agito immediatamente appena aveva capito che era lei, l'aveva ributtata dentro.

In quel preciso istante si trovava così dare con rabbia delle mandate alla porta chiudendosi dentro insieme a lei.


Si voltò minaccioso verso di lei.

"Ti sei fatta fare la proposta di matrimonio in casa mia! Al mio party!" Disse tra i denti fulminandola con lo sguardo e facendo dei passi avvicinandosi a lei in modo minaccioso.

"Oh mamma" esclamò lei guardandolo stupita e facendo dei passi verso di lui.

"Oh mamma? Oh mammA!" urlò lui guardandola dritto negli occhi.

"Sapevi che mi sarei sposata." Disse lei guardandolo esterrefatta dal comportamento così atipico di lui.

"L'hai fatto a casa mia, hai utilizzato la scusa del nostro progetto! Mi hai usato." L'accusò lui.

"Cosa? Io non ti ho usato mi hai detto che potevo usarlo per ammorbidire mio padre! Mi hai detto tu che potevo!" disse lei strabuzzando gli occhi.

"Cazzo che stronza che sei." Disse con rabbia, fomentato dalle parole del piccolo dei Sang che continuavano a tormentarlo nella testa.

Indietreggiò, guardandosi in giro, si distanziò da lei.

Tremava dalla rabbia.

Tirò un calcio al vetro della doccia vicino a lui.

Sapeva che stava esagerando, ma non riusciva a ragionare.

Si prese la testa fra le mani scuotendola.


Isabel boccheggiò continuando a guardarlo confusa da tutto.

Chiuse la bocca e scosse la testa.

"Non comprendo...era quello che volevi, hai detto a Dashimen che volevi avvicinarti a me per cancellare lo scandalo e il progetto ti avrebbe aiutato. Ho ricambiato il favore!" disse lei guardandolo basita.

Non capiva il perché di quella reazione. Aveva anche accetto che il signor Chang facesse da testimone al matrimonio, tutto per rafforzare il legame tra le famiglie che lei aveva provato a distruggere. Non comprendeva perché Dae-hyun fosse così arrabbiato con lei, perché pensasse che lei l'avesse usato.


"Cazzo. Potevi avvisarmi!" urlò lui.

Tornò con lo sguardo verso di lei che lo guardava con preoccupazione.

Provava qualcosa per lei, lo sapeva.

Per lei che probabilmente non aveva la più pallida idea di quello che gli stesse facendo.

Lei che era ignara di tutto, o peggio lei che stava giocando con lui.

Lui si sentiva ricolmo di rabbia.

Si sentiva ricolmo di odio e amore nei suoi confronti.

Lei era lì che lo guardava sembrando confusa, sembrando come se davvero non arrivasse a quello a cui lui era finalmente arrivato.

Emozioni, provava un forte sentimento per lei.

"Stai avendo una reazione esagerata." Disse lei immobile e guardandolo sembrando spaventata, ma non scomponendosi.

"Dici?" urlò, prese il contener del sapone e lo lanciò per aria, come cominciò a lanciare altro.


Isabel si acquattò contro il muro chiudendo gli occhi tenendoli stretti.

Continuò a sentire oggetti schiantarsi sul pavimento.

Poi ci fu il silenzio.

Lei riaprì gli occhi, lui era davanti a lei affannato, la guardava in collera.

"Era quello che volevi!" urlò impaurita.

Lui stava zitto e continuava a guardarla.

"Mi avevi detto che potevo usare il tuo progetto." Continuò a dire tremante.

"Cazzo!" Esclamò lui scuotendo la testa.


Lei fece dei passi insicuri avvicinandosi a lui, gli sfiorò il petto con una mano.

Dopo di che gli prese il viso tra le mani "Guardami" disse seria.

Lui afferrò entrambe le mani e la allontanò guardandola inorridito.

"Dae..." sussurrò lei guardandolo in crisi.

Non comprendeva il perché lui si stesse comportando in quella maniera, perché fosse così talmente arrabbiato.

"Avevi detto che era una questione lavorativa." Disse sembrando più decisa.

"Lo è." Disse lui secco.

"Non sembra... ti sto rassicurando che andrà come tu vorrai. Era quello che volevi, l'ho messo in atto, scusa se non ti ho detto quello che avrei fatto stasera." Balbettò lei sentendosi agitata.

"Il nostro rapporto è solo di affari. Avresti dovuto parlane con me. Sei andata da mio padre." Disse tra i denti. Lui continuava a usare la scusa degli affari, ma ormai era certo, non erano solo quelli c'era altro.

"Era la via più facile. Chung-hee non mi avrebbe fatto avvicinare a te per discuterne." Si giustificò lei guardandolo scuotendo la testa.

"Per te. Per avere le attenzioni su di te. Potevi far parlare del progetto senza farti fare la proposta di matrimonio. In casa mia, con mio padre testimone. Potevi trovare un altro fottuto posto." Disse tra i denti con rabbia.

"Doveva avvenire solo la proposta di matrimonio stasera. Senza menzionare il progetto. Mi avrebbe chiesto comunque di sposarlo stasera." Disse lei velocemente.

"Era un'idea sua?" chiese lui con rabbia, pensando che fosse un'idea di Chung-hee fatta apposta per dargli fastidio.

"No, di mio padre. La proposta doveva avvenire in grande stile. Voleva questo. Ha deciso lui." disse lei seria.

"Doveva avvenire solo la proposta? E tu hai deciso di far parlare anche del progetto?" chiese lui calmandosi per un attimo.

Doveva avvenire solo la proposta, ma lei aveva fatto in modo che anche lui avesse il suo momento di gloria. Lei aveva pensato a lui, forse voleva dare meno importanza a quella proposta di matrimonio.

"Si. Pensavo di ricambiare il favore così." Annuì lei seria.

"Sei sicura della tua scelta?" chiese lui riferendosi alla proposta di matrimonio, forse lei non era sicura, forse cercava una via d'uscita.

"Si. Lo sono." annuì lei, sembrando sicura della sua scelta, ma avendo un velo di tristezza sugli occhi.


Mentì com'era solita fare.

Non era mai stata sicura di quel matrimonio le era sembrata solo l'unica alternativa.

Non ne aveva mai trovata un'altra.

Pensava solo che sposandosi, avrebbe potuto dimenticare Yoongi.

Che solo sposandosi non avrebbe più creato problemi ad entrambi.


"Allora vai via dal bagno e lasciami solo." Disse lui muovendosi alla sua destra e facendola passare, voltò lo sguardo di lato, non riusciva a guardarla.

Sapeva che lei era sincera, che quello che aveva fatto era anche per restituirli il favore.

Si sentiva, però così arrabbiato con lei, che le stava procurando un sentimento che aveva sempre evitato nella sua vita.

Dolore.

Sapere che lei fosse sicura di quel matrimonio che non c'erano opportunità per lui lo faceva star male.

Non aveva mai pensato di poter provare un qualcosa del genere. Non aveva mai pensato che avrebbe tanto desiderato una persona.


"Okay." Disse lei sorpassandolo e facendo dei passi per avvicinarsi alla porta.

Afferrò la chiave, stringendola forte.

Doveva uscire da lì.

Avevano risolto.

Sapeva che rimanere significa complicarsi la vita.

Non riusciva a girare la chiave per aprire la porta.

Non riusciva ad andare via.

Rimase immobile a guardare la porta chiusa di fronte a sé.

Non voleva sentirsi così.

Lui la confondeva terribilmente.

Ogni volta che la cacciava, si sentiva mancare, si sentiva ferita.

L'unico capace di averla fatta sentire senza la terra sotto i piedi era Yoongi.

Come poteva un'altra persona farle provare le stesse sensazioni, lei proprio non si capacitava.


Dae-hyun si voltò per un attimo a guardarla.

La trovò immobile, e si sentì improvvisamente preoccupato nei suoi confronti e non più in collera.

Aveva esagerato, aveva agito senza cognizione.

"Kim?" chiamò lui.

"Stai giocando con me?" chiese lei voltandosi a guardarlo, sembrava triste.

"Io? No, non sto facendo nulla." Disse lui in panico.


"Invece sembra... mi provochi, mi testi. Mi baci. Fai il cattivo ragazzo, poi decidi di cambiare strategia e fai il gentile, ogni volta che però capisci di essere troppo gentile mi mandi via o vai via. Non mi dai una spiegazione." Disse lei con voce tremante.

Era rischioso chiedergli di darle una risposta.

Sapeva che non sarebbe potuta andare via senza averla.

Era come se in quel momento stava per scoperchiare il vaso di pandora.

Chiedergli una spiegazione voleva dire, finire nei pasticci.

Lui la guardò sembrando impaurito.

"Sembra come se tu voglia avvicinarti a me, ma allo stesso tempo scappi da me." Provò a dire lei, non essendo sicura delle sue parole.

"Non voglio avvicinarmi a te. Se l'ho fatto: è per una questione d'affari." Continuò a ribadire lui.

"Così non sembra. O non staremmo chiusi in un bagno con te che dai di matto perché mi sposo." Provò a dire lei con voce tremante.

"Questione di affari." Disse lui a denti stretti.

Lei annuì con la testa.

Non doveva aprire quel vaso di pandora.

Fece dei passi riavvicinandosi a lui.

Lo guardò dritto negli occhi.

"Allora, non complicare questa vita già fin troppo complicata. Tirati fuori. Fai che il nostro rapporto sia solo lavorativo." Decreto lei guardandolo seria.

Fece un altro passo avvicinandosi pericolosamente a lui.

"Okay?" domandò continuando a guardarlo decisa.

Lui ricambiò lo sguardo "Okay" disse.

Lei annuì, gli diede nuovamente le spalle e sospirò un attimo.

Non aveva aperto il vaso.

Non fece in tempo a sentirsi sollevata che lui la prese per un polso.

La fece girare la tirò a sé, poggiandole una mano sul fianco stringendo la presa, con l'altra mano andò dietro il suo collo, immediatamente le sue labbra furono su quelle di Isabel.

Non era stata lei ad aprire il vaso, ma lui.

Lei avrebbe potuto scostarsi, chiuderlo.

Non complicarsi la vita.

Lei ricambiò il bacio senza neanche un tentennamento, incurante di quello che sarebbe stato, senza preoccuparsi dei possibili problemi futuri.

In una frazione di secondo riuscì a dimenticarsi di tutto l'amore provato per Yoongi, di Chung-hee e del futuro matrimonio.

Da quando Yoongi l'aveva lasciata, aveva vissuto come un fantasma, provando a darsi forza.


"Sei vita. Sei sempre stata vita. Per esserlo devi bere, per essere un minimo allegra, per fingere allegria devi ubriacarti. Sei tutta sorrisi falsi. Sei rigida nel corpo."


Era stata così per gli ultimi mesi.

Rigida.

In quel momento mentre continuava a baciare con foga Dae-hyun, non si sentiva più rigida.

Era come se tutta la tensione che la faceva sentire come un pezzo di marmo le stava scivolando pian piano dal corpo.


"Penso che tu stia mentendo a te stessa. Penso che la tua scelta sia calcolata. Ma la vita non la si può calcolare."


La vita non andava calcolata, e quel momento che stava vivendo non lo aveva per niente calcolato, lo aveva evitato, represso e cacciato dalla sua testa.


"La tua vita ha senso. Non resisterai, ti sentirai impazzire nel momento in cui capirai che sei prigioniera di un matrimonio che non vuoi. Non sei fatta per essere succube a tuo padre e accontentarlo."


Taehyung aveva avuto ragione, si sentiva impazzire da tutta la giornata, da quando aveva gettato via le armi, aveva ammesso tutti i suoi piani a suo padre, aveva dato la resa. Si sentiva già prigioniera in un matrimonio che non voleva.

Era così, probabilmente quella vicinanza a Dae-hyun era perché aveva visto uno spiraglio di salvezza.


Angolo dell'autrice:

Interminabile. Era da parecchio che non faticavo così tanto...

La parte semplice è stata quella iniziale ma sapete tutti che le scene Dash e Isabel mi escono sempre con semplicità. Dash è capace di dare vita ai pensieri di Isabel, pensieri che lei reprime come una matta.

Tutta la parte della proposta è stata devastante, questo perché Isabel non me la voleva mostrare. Vi giuro mi scazzava di scrivere dal punto di vista di Chung-hee.

L'unico punto di vista visibile è quello di Dae-hyun, che ammette finalmente che la odia e la ama.

La odia perché gli fa provare tanto.

Adoro come fa la predica alla cugina ahahah e agli altri.

Comunque quando si trova con lei, lui anche da di matto e poi cerca di riprendere il suo solito contegno, non ammette a voce alta quello che ha ammesso dentro di sé, diciamo fino a che lei non decide di andar via.

Io penso che Isabel abbia un problema con i bagni e capodanno XD

Si chiama appunto Danger 3.0 perché c'è il bagno XD

Le frasi finali sono dette da Taehyung... è sono tutte vere.

L'unica cosa che odio e che lei vede in Dae-hyun uno spiraglio di salvezza. Odio il fatto che per quanto lei faccia la forte e per quando non voglia aiuto dagli uomini, alla fine va sempre da loro per trovare una via di salvezza.

Sarà da scoprire perché lo fa... 

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