CAPITOLO 3: NOONA IS BACK


CAPITOLO 3: NOONA IS BACK

11 SETTEBRE 2017 MATTINA

Isabel e Yoongi entrarono nel dormitorio in tarda mattina, alla fine dopo aver discusso riguardante la situazione di Jimin e Yun-hee, Yoongi aveva ceduto al fatto che leI volesse andare al loro dormitorio, malgrado ciò fosse comunque un rischio se qualcuno l'avesse beccata.

Isabel di ciò si era comunque preoccupata poco e niente, poiché il padre era ancora in viaggio, e sarebbe tornato l'indomani.

"Cazzo che caldo" disse Isabel lamentandosi e togliendosi la mascherina, il capello e gli occhiali da sole.

"Ti sei coperta troppo." Brontolò Yoongi guardandola.

"Questo è perché non dovrebbe essere qui" disse Jin che li guardava con rimprovero fermo nel bel mezzo del corridoio.

"Ciao anche a te Oppa" sorrise ironica Isabel, continuando a spogliarsi.

"Non ti spoglierai tutta vero?" chiese Jin alzando un sopracciglio scettico.

"Solo la felpa, ho la maglia a maniche corte." Sbuffò lei, guardandolo stranito.

"Perché sei qui?" chiese Jin guardando Yoongi scuotendo il capo con rimprovero.

"Perché qualcuno deve pur parlare con Jimin." Disse lei facendo una smorfia.

"Ah... sei venuta ad aiutare.." disse con tono ironico.

"Fai poco il sarcastico oppa.." lo minacciò lei.

"Oh.. pensi di farlo parlare? Nessuno di noi riesce a capirlo, ci stiamo rinunciando tutti. Buona fortuna." Disse scuotendo il capo e andando via, trascinando i piedi facendo rumore con le ciabatte.

"È arrabbiato con me?" chiese Isabel con la bocca mezza spalancata per via dello stupore dell'atteggiamento del più grande.

"No... per la maggior parte del tempo è arrabbiato con il mondo, per l'altra parte del tempo vuole solo dormire e stare solo." Spiegò immediatamente Yoongi leggermente dubbioso, aveva provato a parlare con il più grande ma si era beccato un'occhiataccia e aveva rinunciato al dialogo sul nascere.

"Parlerò anche con lui allora." Disse lei mordendosi un labbro, inquietata.

"Dato che sei qui passa anche da Namjoon" disse con alzata di spalle Yoongi "Anzi sai che fai? Parli anche con il più piccolo! Ti occupi tu di tutti loro!" esclamò esaltato Yoongi.

Isabel lo sguardò schifata, scuotendo la testa con biasimo "E tu signorino cosa farai?" chiese lei accigliata.

"Io quello che so fare meglio. Vado a dormire! Ti accompagno in camera di Jimin." Disse lui sorridente e afferrandola per mano mentre lei sbuffava sonoramente per via del fastidio che stava provando.


Isabel entrò in camera di Jimin e Hoseok, guardando il tutto con espressione confusa.

Hoseok era fermo e osservava il letto di Jimin, più che altro quello che era diventato il letto, cioè il solito fortino dell'autocommiserazione che il ragazzo era solito creare.

Hoseok si voltò a guardare Isabel e sospirò sollevato.

"Sei venuta! Risolvi tu vero?" chiese sorridendo tiratamente.

"Si. risolvo io." scosse il capo la ragazza alzando gli occhi al cielo, come avevano fatto a sopravvivere tutti quegli anni senza di lei era un vero mistero della scienza.

"Ottimo! Buona fortuna!" esclamò Hoseok per poi passarle vicino continuando a sorridere in maniera inquietante e scappando da lì.


Isabel guardò il fortino, pensando che fosse giunta l'ora di distruggerlo e di porre fine alla pazzia di Jimin.

Con passi leggeri si avvicinò al letto e poi urlò stile amazzone pronta al combattimento.

Cominciò a levare tutti i cuscini, che erano circa una dozzina e la lanciarli in aria.

Jimin urlò anche lui di conseguenza, ma impaurito da quello che stava avvenendo, un uragano era piombato su di lui con l'intento di ucciderlo.

Gli occhi di Jimin s'ingrandirono alla vista di Isabel e si guardò intorno inorridito vendendo tutto il suo lavoro fatto di coperte e cuscini sparso per la stanza.

"No." disse per poi tuffarsi sul letto in pancia e giù cercando di fondersi con il materasso.

"Ti ammazzo!" urlò Isabel saltando sul letto e cominciando a tirarlo.

"LASCIAMI! Sei pazzaaaaaaa!" urlò Jimin cercando di divincolarsi.

Dopo minuti d'intensa lotta e urla, alla fine Isabel riuscì a girare Jimin e gli si sedette sopra.

Jimin diventò improvvisamente rosso sul volto, sgranando sempre di più gli occhi.

"Tu ed io parliamo, o lo facciamo in questa posizione che t'imbarazzerà fino alla morte, o seduti normali, decidi tu." Disse lei con far minaccioso.

"Seduti." Tremò Jimin.

"Jimin se provi a scappare ti placcherò, e fidati non mi ci vorrà nulla a farlo e ad alzarti di peso, sei pelle e ossa." Disse lei sempre con tono minaccioso.

"Va bene! Va bene! Ho capito parliamo!" urlò lui con voce stridula.

Isabel annuì soddisfatta e si levò da sopra il ragazzo mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto, Jimin si allontanò da lei fino a che non si ritrovò con le spalle alla parete, portò le ginocchia al petto abbracciandole, sembrando un piccolo cucciolo in trappola.

Isabel voltò lo sguardo da lui e lo rivolse al soffitto, pensierosa, non sapendo bene cosa dire o come dirlo.

"Io non ti sono mai piaciuta." Disse sospirando, seguendo l'istinto e dicendo la prima cosa a cui aveva pensato.

"Non è vero.." tremò Jimin.

"Invece, sì. Hai impiegato molto tempo per affezionarti a me, sei sempre stato così diffidente. Sei quello con cui ho il legame meno stretto, anche se ci sono stati momenti in cui tu ed io abbiamo parlato e tu ti sei confidato dei tuoi problemi." Disse il suo pensiero schiettamente.

"Io sono affezionato a te." disse con voce tremolante.

"Mmmh, realmente non ti fidi, pensi che io causi solo problemi. Che l'essere come me, non sia giusto. Hai paragonato Yun-hee a me." Disse lei voltando il suo sguardo assassino verso di lui.

"Io che sono così istintiva, che faccio le cose senza pensare, una testa calda. Io che creo problemi, e ferisco la gente." Disse con tono di astio nella voce.

"Non penso questo." Sbuffò Jimin.

"Ti è lecito pensarlo, evita di fare il carino. Quando sappiamo entrambi che sai non esserlo." Disse lei tagliente.

Jimin scosse la testa con rabbia e lei sbuffò.

"Io sono come mi hai descritto, non sono timida, né gentile e m'intrometto in tutto, confabulo alle spalle di tutti. Io ho ferito Yoongi tante volte, ho ferito tutti voi. Ho creato tanti problemi e li creerò ancora." Disse lei schietta.

"Che cosa vuoi allora da me?" disse con astio Jimin cominciando a innervosirsi, lei aveva detto che non lo voleva carino, non lo sarebbe stato.

"Dirti che sei un'idiota. Yun-hee non è come me. Lei fa le cose perché ha un cuore puro. Perché aiuta la gente. Parla sempre per aiutare, e per difendere chi ne ha bisogno. Tutto quello che fa, è per gli altri. Non ha mai fatto niente per se stessa. Non riesce neanche a difendersi dalle stupide accuse che le hai rivolto." Disse lei con rabbia difendendo la sua amica.

"Tu non sai i fatti!" disse lui stringendo i pugni e agitandosi da seduto.

"Io non so i fatti? Io sono quella che consolava Yun-hee ogni volta che si trattava di te, che provava a incoraggiarla e a dirle di dichiararti la verità. Lei non te l'ha mai detta perché aveva paura che ti avrebbe perso." Disse Isabel.

"Io c'ero per lei!"

"C'eri? Sai perché è andata in Giappone? Perché io ero ricoverata in America, e tu in quello stesso periodo le avevi organizzato un appuntamento con Taehyung. Era talmente devastata da quello che era successo. Non poteva parlarne con me e ha fatto l'unica cosa che l'era venuta in mente. Domanda per il Giappone, perché si sentiva sola." Sputò la verità Isabel.

"Devastata?" disse confuso Jimin, boccheggiando, non sapendo niente di quello che lei le stesse raccontando.

"Ti ama dal primo momento che ti ha visto, e nonostante la sua timidezza si è avvicinata a te, ma tu l'hai sempre data per scontata. Pensavo che quando ti saresti accorto di lei, saresti stato perfetto per Yun-hee. Mi sono sbagliata. Tu non vai bene." disse Isabel provocandolo e distogliendo di nuovo lo sguardo da lui.


Jimin si azzittì, non riuscendo a dire niente e a rispondere per le rime.

Isabel gli aveva appena detto quello che lui aveva sempre pensato, che non sarebbe mai stato giusto per Yun-hee.

Tutte le sue insicurezze venivano fuori sempre di più, sapeva che non sarebbe mai andato bene, se ne rendeva conto ogni volta che Yun-hee faceva qualcosa e lui rimaneva immobile. Jungkook invece a differenza sua agiva sempre, si prendeva cura di lei, la difendeva e c'era.

Lui era un codardo, non riusciva a prendersi cura di nessuno, non riusciva a capire la sua ragazza, e non riusciva neanche a farci l'amore.

La evitava, per via del suo non sentirsi degno. Ogni volta che lei provava a far pace, lui invece la allontanava, urlandole contro, la incolpava di tutto e la faceva sentire inadatta. La realtà era che tutto quello di cui incolpava Yun-hee erano tutti i suoi difetti.

Era lui inadatto, lui non era all'altezza.

Senza rendersene conto Jimin cominciò a piangere e si coprì il volto nascondendosi da Isabel.


"Te la prendi con lei perché ce l'hai con te stesso." Disse lei scuotendo il capo, e guardandolo con apprensione, "Stai pensando che ho ragione, a dire che non vai bene per lei. Sai? Io ho sempre pensato di non andar bene per Yoongi, e lui mi ama comunque." Disse lei sorridendo appena, solo al nominare Yoongi. "Yoongi pensava di non andar bene per me, ma io lo amo comunque."

Jimin alzò il volto guardandola dubbioso, non capendo dove Isabel volesse arrivare, si passò una mano tremante sulle guance asciugando le lacrime.

"Yun-hee ha sempre pensato che tu non l'avresti mai considerata, che non l'avresti mai vista realmente. Non pensava di poter andare bene per te."

"Lei va bene! È perfetta! È anche troppo!" si lasciò scappare Jimin.

"Si, sei tu che pensi di non andar bene per lei." Disse lei con una scrollata di spalle.

"Lo pensi anche tu! Me l'hai appena detto" trillò lui sulle spine.

"Volevo vedere a tua reazione. Tu pensi che lei sia troppo per te, quindi stai facendo di tutto per farti odiare. Pensi di non essere abbastanza, che Jungkook andrebbe bene per lei."

"È così!" urlò lui. "Jungkook va bene per lei!" lui ne era convinto, ogni volta che li vedeva insieme era sempre più convinto di questo.

Anche se il ragazzo era più piccolo di lui, aveva più esperienze.

Jimin invece non ne aveva, lui non aveva idea di come fare.

"Ma lei non vuole Jungkook! Vuole te, ama te." urlò anche lei a sua volta.

"Perché?" chiese supplice di avere una risposta.

"Mi sono posta la stessa domanda, sul perché Yoongi continuasse ad amarmi. La risposta non c'è. È così. È amore. Molte volte non si può spiegare. Vedi una persona e t'innamori, è così. Devi accettarlo."

"Io non capisco! Io non lo capisco!" cominciò a lagnarsi il ragazzo.

"Lo so per questo entri in paranoia. Non lo devi capire, devi accettare che ti ama con tutti i tuoi difetti e i tuoi pregi. E devi decidere se volerla amare anche tu e risolvere e far si che le cose vadano bene." disse secca lei, poi si alzò dal letto.

"Dove vai?" chiese Jimin.

"Via. Ho detto quello che dovevo." Disse lei seria.

"Okay..." sussurrò Jimin con aria abbattuta.

Lei si bloccò a guardarlo, pensando di essere stata forse fin troppo severa con il ragazzo.

"Fai una pausa. Te l'ho detto le pause fanno bene, e tu forse hai bisogno di farne una, fai un viaggio di qualche giorno. Prova a farlo con Jungkook così risolvete questa situazione e torna con una soluzione." Diede il consiglio lei.

"Abbiamo il rilascio dell'album a breve!"

"Di che ti servono un paio di giorni per stare meglio. Jimin ti ricordi quando ti ho detto che le pause fanno bene? Jimin hai bisogno di staccare un attimo e vedrai dopo andrà tutto bene e capirai cosa è giusto fare." Disse lei tranquillamente, facendo per andare via.


"Noona!" urlò lui per bloccarla, lei si voltò per studiarlo un attimo.

"Sono stata troppo severa?" chiese Isabel.

"Io..."

"Vuoi un abbraccio?" chiese lei facendo dei passi e tornando vicino a lui.

"Mi dispiace, sto combinando un disastro... hai ragione ad essere severa, non merito un abbraccio." Disse lui con tristezza.

Lei sorrise dolcemente e lo abbracciò.

"Jimin avevamo già parlato delle tue insicurezze, le hai sempre sul lavoro, e ora anche in una relazione. Pensi sempre di non essere adatto, e ti fa paura qualunque cosa. Dovresti chiedere aiuto quando ne hai bisogno, quando ti senti giù e pensi di non essere abbastanza. Dovresti parlare con Yun-hee, lei ti ama veramente" disse lei all'orecchio di Jimin, mentre lo stringeva e gli accarezzava i capelli con far materno.

"Mi dispiace." Disse Jimin con un filo di voce.

"Allora risolvi con lei, parlaci e si sincero, lei capirà. Lei capisce sempre e perdona." Si staccò da lui e gli prese il viso tra le mani.

"Dovresti sentirti fortunato ad averla trovata, e dovresti fare di tutto per non perderla e tenerla sempre con te." disse sorridendo.

"Ci proverò... io proverò."

"Non devi provarci. Devi farlo." Disse lei agguerrita, abbassò il viso di Jimin e gli diede un bacio sulla fronte, sorrise di nuovo al ragazzo, per poi lasciarlo da solo nei suoi pensieri e andò via, sperando di aver fatto del suo meglio per aggiustare la situazione.


APRILE 2013 FLASHBACK

"Ciao noona" disse con voce lieve Jimin al telefono.

"Ciao Jiminie a cosa devo la chiamata?" chiese lei insospettita dalla voce del ragazzo.

"Ah noona, mi mancavi volevo sentirti" disse lui in imbarazzo seduto a terra chiuso nel bagno.

"Anche tu mi manchi" disse lei dolcemente.

"Noona, vorrei un tuo abbraccio" si lasciò sfuggire in imbarazzo Jimin.

"C'è qualcosa che non va?" chiese lei.

"Si, oggi il manager mi ha rimproverato di nuovo, ha detto che non riesco a stare al passo con gli altri, sta pensando di non farmi debuttare" disse con un singhiozzo.

"Jimin non piangere, andrà tutto bene ti impegni tanto" cercò di essere incoraggiante lei.

"Noona è stato molto severo... sono convinto non ho speranze" continuò a piagnucolare il ragazzo.

"Jimin non è vero! Non ti voglio con questo atteggiamento, devi rimboccarti le maniche e provarci, ma no fino alla sfinimento!" disse lei, cercando di essere dura ma non troppo.

"Ma... noona, devo per forza provare fino allo sfinimento"

"No, Jimin ti ricordi quando ti ho detto che le pause fanno bene? Jimin hai bisogno di staccare un attimo e vedrai dopo farai tutto alla perfezione."

"Noona io non sono convinto" disse lui titubante.

"Io invece si Jimin, sto studiando psicologia del lavoro, la pausa fa bene riduce lo stress, e poi rende più motivati, bisogna però fare una pausa produttiva, va bene anche una passeggiata, nella natura o fare qualcosa che ti piace. Jimin ci devi provare, così poi sarai più carico di energie" disse lei seria.

"Noona.... L'hai studiato veramente?" chiese incerto.

"Si mio piccolo tesoro, l'ho studiato, e ne sono sicura. Anche chiedere aiuto non è un male, prova a chiedere aiuto a Taehyung"

"Io mi vergogno" disse Jimin

"Jimin non devi vergognarti, siete un gruppo! Può capitare di doversi aiutare a vicenda, loro capiranno e non ti scanseranno, ti aiuteranno" disse dolcemente lei.

"Ho paura Noona" disse con un singhiozzò

"Di cosa?" chiese lei

"Che invece pensino anche loro che io non sia adatto" così Jimin si trovò a dire la sua paura. Aveva veramente tanta paura di parlare con gli altri, aveva paura di essere deriso, di essere allontanato, si sentiva solo e solamente un peso, se avesse detto agli altri che i manager lo rimproveravano, loro probabilmente lo avrebbero cacciato.

"Non lo pensano! Ne sono certa! Penseranno solo a fare il possibile per aiutarti" disse con decisione lei cercando di non essere troppo allarmata dalla paura di Jimin.

"Devo proprio?" chiese lui,

"Si, Jimin devi parlare con il gruppo o chiamo io Taehyung e lo dico" disse seria

"Ci proverò noona" provò a dire lui sempre insicuro.

"No, Jimin devi farlo, e devi prenderti una pausa dallo stress che hai accumulato" disse apprensiva.

"Va bene noona, posso chiamarti se ho bisogno?" chiese titubante.

"Jiminie puoi chiamarmi ogni volta che vuoi, senza alcun problema. Sono la tua noona io ci sarò sempre per ascoltarti" disse con dolcezza.

"Grazie noona, allo hyung manchi tanto" disse poi.

"Anche lui mi manca e mi mancate tutti" disse triste.

"Non sai quando torni?" chiese di nuovo.

"No, non lo so... non per ora"

"Va bene, ora vado devo andare alle prove di danza"

"Va bene, respira e asciugati le lacrime, fai finta che io ti stia abbracciando. E ricorda io credo in te, e sono convinta che brillerai." Disse tenera.

"Grazie noona ci sentiamo ti voglio bene"

"Anche io ti voglio bene Jiminie" disse lei chiudendo il telefono.


11 SETTEMBRE 2017 SERA

Isabel guardava Yun-hee che era immobile sul divano e guardava un punto fisso sul pavimento.

Sospirò impensierita, era certa che Jimin avrebbe mandato un messaggio o chiamato Yun-hee, invece il ragazzo non si era fatto sentire.

In quel momento rivedeva se stessa in Yun-hee e odiava che quella splendida ragazza piena di amore e di buon cuore stesse soffrendo tanto.

Si avvicinò posando sul tavolo di fronte a loro da mangiare, come sempre aveva fatto il gukbap il piatto preferito di Yun-hee.

"Tesoro?" chiamò con voce dolce Isabel.

"Si?" disse leggermente stordita Yun-hee.

"È pronto da mangiare" disse dolcemente accarezzandole la testa con far materno.

"Unnie non ho molta fame" disse guardando il cibo di fronte a lei.

"Lo so ma sforzati un pochino, sei pelle e ossa." Disse continuando ad accarezzarla.

"Va bene... un pochino" annuì Yun-hee.


Mangiarono in silenzio, Yun-hee persa nella sua mente, e Isabel che guardava in continuazione il telefono aspettando di ricevere qualche novità da parte di qualcuno.

Si sentiva emotivamente a terra anche Isabel, si stava sforzando tanto di tornare a essere quella di un tempo e una buona amica.

Aveva il terrore che l'indomani, le sarebbe stato più complicato, suo padre sarebbe tornato e lei sarebbe dovuta stare molto più attenta ai vari incontri con Yoongi e con tutti i ragazzi.

Accarezzò con gentilezza la testa di Yun-hee, al momento doveva occuparsi di lei così come la ragazza si era occupata di lei in passato.


Il rumore della porta fece girare Isabel all'istante, sorrise immediatamente alla vista di Yoongi.

"Ho portato un dolce!" esclamò Yoongi sorridendo alle due ragazze, chiuse la porta dietro di sé e cominciò a togliersi le scarpe.

Yun-hee annuì solo con la testa e tornò a spiluccare il suo cibo con poca voglia.

Isabel continuava a guardare Yoongi in ansia di sapere se ci fossero novità, aspettò finché lui non si sedette vicino a loro e poggiasse il pacco con il dolce sul tavolino.

"Jimin è partito con Jungkook qualche ora fa per il Giappone" disse serio in volto.

Yun-hee alzò lo sguardo verso il ragazzo confusa da quella frase.

"Tornano fra un paio di giorni, e sono sicuro che ti chiamerà, devono risolvere tra loro due, non sei tu la causa di tensione, il problema è il loro rapporto." Continuò a spiegare, ma con tono addolcito e sorridendo sempre teneramente a Yun-hee.

"Io... ho combinato un disastro?" chiese Yun-hee con tono triste.

"No, Jimin è solo insicuro, e Jungkook ha una cotta per te. Tu non hai fatto nulla." Disse Yoongi convinto.

"Jimin deve cominciare ad avere più fiducia in se stesso, e a non essere troppo insicuro. Si comporta male con te, perché pensa di non andar bene, te l'ho già spiegato. Questo è il motivo del perché ti spinge verso Jungkook." Provò di nuovo a spiegarle la situazione, avevano parlato tutto il pomeriggio, ma Yun-hee continuava a non credere a niente, ed a essere convinta che fosse lei il problema di tutto.

"Io... non avrei dovuto passare tutto quel tempo con Jungkook." Disse con tono colpevole.

"Beh non è che tu lo stia passando di tua volontà o perché lo chiami tu. Ho visto, tu vieni da noi, ma Jimin ti evita, Jungkook si rende solo disponibile e tu sei troppo gentile per dire di no, in più Jimin è diventato incomprensibile e ti tratta male" disse Yoongi tranquillamente.

"Non è colpa tua, dai Yun-hee, parleranno tra di loro e poi risolveranno, e Jimin tornerà da te!" provò a essere ottimista Isabel.

"O si renderà conto che io non va bene, come ha detto e mi lascerà." Disse Yun-hee con tono depresso, cercando di sforzarsi di non piangere.

"Aigoo... ieri gli hai urlato contro di lasciarti, non l'ha fatto. Non ha il coraggio di farlo. Tornerà e capirà che deve stare con te." sorrise Yoongi.

Yun-hee guardò entrambi e sospirò stanca.

"Dolcino?" chiese Yoongi sorridendo in modo gengivale.

"Si, papà" disse Yun-hee cercando di sorridere.

"La nostra piccolina!" esclamò Isabel abbracciandola mentre Yoongi rideva al fatto che Yun-hee l'avesse chiamato Papà.

Yoongi ammiccò a Isabel, mentre lei abbracciava stretta Yun-hee, la ragazza sorrise in direzione del suo fidanzato.

Yoongi cominciò a spacchettare i dolci pensando che un domani lui e Isabel sarebbero stati una perfetta famiglia, e degli ottimi genitori.


12 SETTEMBRE 2017

Namjoon si trovava davanti la porta della sala dei montaggi, aveva un bicchiere di thè tra le mani e guardava i suoi piedi insicuro di quello che stesse facendo.

Il giorno prima aveva parlato con Isabel, che gli aveva detto del ritorno di Bo-ra e che era tornata a lavorare in agenzia.

"Dovresti vederla" gli aveva detto Isabel con un sorriso.

"Noona... l'ho tradita."

"Lo so... me ne parlasti da ubriaco, ricordi la sera al club? Ti rivolgevi a Bo-ra no?" aveva riportato alla luce quel ricordo e lui aveva chinato la testa sentendosi in colpa.

Bo-ra era stata sempre un punto fisso, e aveva mandato tutto all'aria solo per un'avventura, solo perché si era preso una grande sbandata per Jisoo. Era stato pessimo con Bo-ra, e non pensava che avrebbe mai potuto conquistarla di nuovo.

Realmente non sapeva neanche se l'aveva veramente amata, non sapeva neanche se aveva amato Jisoo.

Il dolore di Jisoo era ancora dentro di lui, lo aveva devastato, ma aveva fatto in modo che nessuno se ne accorgesse.

Lui non era rumoroso come gli altri.

Lui era sempre quello che pativa in silenzio.

"Eri molto confuso quel giorno, lei era andata via, e Jisoo aveva catturato la tua attenzione. Secondo me dovresti vederti con Bo-ra almeno per capire meglio i tuoi pensieri. Preferivo dirti io che fosse tornata, e non farti trovato impreparato." Lei gli aveva dato quel consiglio.

Namjoon come sempre aveva seguito i consigli di Isabel.

Aveva deciso di andare a trovare Bo-ra, per parlare con lei, e aveva deciso di farlo proprio in quel giorno del suo compleanno.

Molto probabilmente perché sperava di poter essere felice per un paio di ore.

Sperava che Bo-ra lo avrebbe reso felice, come aveva fatto in passato.

Forse tornare con Bo-ra avrebbe cancellato tutti gli sbagli che aveva commesso nell'ultimo anno.

Doveva provarci. Doveva provare a stare meglio.


Tamburellò nervoso con il piede, mentre guardava i due bicchieri uno di Americano freddo e l'altro con del thè freddo che aveva in mano.

Questa volta non aveva sbagliato aveva preso la bevanda che piaceva a Bo-ra.

Prese un respiro profondo e bussò alla porta con il gomito, per non rischiare di far cadere uno dei bicchieri di carta.

La porta si aprì, e Namjoon accennò a un sorriso imbarazzato trovandosi davanti a uno dei responsabili.

"Ehm.... Salve" trillò Kim Namjoon inchinando il capo.

"Ciao Kim Namjooniss, immagino tu voglia parlare con Bo-ra?" sorrise l'uomo.

Per un attimo sembrava come se il tempo non fosse mai passato.

"Si, potrebbe uscire un attimo per un pausa?" chiese a disagio Namjoon.

"Ora te la chiamo" disse l'uomo sorridente, Namjoon ringraziò con un profondo inchino, attento a non far cadere le bevande, fece qualche passo indietro aspettando la ragazza.

"Ciao" disse lei uscendo dalla porta e richiudendosela dietro, lo guardò leggermente sbalordita nel trovarlo lì.

Namjoon sorrise a disagio, boccheggiando leggermente, non ricordando che il sorriso di Bo-ra fosse così splendente.

"Questa volta ho portato del thè, questo ti piace vero?" chiese lui leggermente in imbarazzo.

"Si, questo mi piace." Sorrise, si avvicinò a lui per prendere il bicchiere e si sfiorarono le mani senza volerlo, entrambi sorrisero leggermente in imbarazzo.

"Vuoi festeggiare il tuo compleanno con me?" chiese lei dopo aver preso il bicchiere.

"Si, mi piacerebbe." Annuì lui.

"Dico che ho finito di lavorare e andiamo via insieme." Acconsentì lei rientrando poi nella stanza per comunicare il tutto.

Namjoon strinse un po' il bicchiere con la mano.

Normalità, era stato uno sciocco a scappare da lei, e a rifugiarsi in una trasgressione.

Il mondo è un posto complicato
Cerchiamo l'amore
Anche io ero uno come loro
Non sapevo nemmeno
Se fosse amore vero o altro
Per abitudine, blateravo di volere amare
Ma ho trovato me stesso
Il nuovo completo me stesso
Sono confuso su quale sia il vero me
Sono stato io a realizzare, dopo averti incontrata, di essere un libro,
o sei stata tu a girare le mie pagine?
Maledizione

Comunque, voglio essere per te un uomo migliore
Forse è scontato, perché tu
Eri il mondo per me
Dal momento in cui hai detto che saresti morta se fossi morto io
Ho deciso di essere il me che tu volevi
Dio, l'ho giurato a me stesso

É tutto così complicato
Ma sto cercando l'amore
Se tu mi abbracci, va bene anche se è un me falso
Sei il mio inizio e la mia fine
Metti una fine a me


14 SETTEMBRE 2017

Jin si trovava nel soggiorno di una casa di lusso, era seduto sul divano senza aver avuto il permesso di nessuno, guardava il dipinto davanti a sé dove era raffigurata Yuri.

Osservava il volto della ragazza con rabbia.

Il giorno prima aveva parlato con Isabel, la ragazza si era presentata in dormitorio, tutta imbacuccata, e aveva dedicato il suo tempo ad ognuno di loro, provando a fare ciò che non aveva fatto per tutti quegli anni di latitanza, cioè prendersi cura di loro.

Lui aveva provato ad opporsi, a dire che stava bene, che non aveva bisogno di parlare. Isabel non aveva voluto sentire un no come risposta quindi, Jin era stato malamente inchiodato al muro e minacciato di essere rapito e poi trascinato dentro l'auto della ragazza.

Alla fine per evitare che facesse una brutta fine per mano di quella piccola pazza aveva ceduto e si era seduto sul letto con lei per parlare.

La conversazione era stata su Yuri, di cui lui sapeva veramente poco. Isabel era stata il più gentile possibile, gli aveva raccontato tutto quello che sapeva della ragazza in questione e anche il loro passato.

Lui aveva ascoltato il tutto, aveva annuito, ringraziato Isabel per la spiegazione, ma aveva portato avanti il suo pensiero, dicendo come sempre che stava bene e che ormai era passato.

Aveva visto la delusione negli occhi di Isabel poiché lui non aveva detto la verità, ma aveva anche apprezzato il mettersi da parte della ragazza e lasciarlo solo con i suoi pensieri.


Aveva solo una cosa in mente, e l'aveva da tanto. Voleva un faccia a faccia con Yuri, poter sfogare tutta la sua rabbia urlando, con la persona che ne era la causa.

Così dopo che Isabel gli aveva parlato e dopo giorni in cui ci aveva rimuginato, aveva deciso di andare a casa di Yuri.

Poco importava che l'agenzia gli aveva detto di stare alla larga, poco importava se si stava comportando da irresponsabile.

Sapeva dentro di sé che solo parlando con lei, avrebbe potuto mettere un punto a quella faccenda e avrebbe smesso di essere arrabbiato.

Guardò l'orologio al suo polso, e poi di nuovo il ritratto con disgusto, prima o poi lei sarebbe tornata a casa e avrebbe trovato lui ad aspettarla.


Angolo dell'autrice:

Bene... forse siamo arrivati a un punto di conclusione.

Jimin probabilmente metterà la testa a posto.

Si ho messo ora il viaggio con Jungkook in Giappone, mi ero completamente dimenticata che fosse avvenuto.

Il flashback inutile ma anche no, l'avevo già scritto molto tempo fa. Ma penso sappiate che ho tanti di quei flashback che ogni tanto li metto.

Il rapporto tra Isabel e Jimin è strano, il problema qui è sempre lui, però lei gli vuole bene. Isabel però vuole più bene a Yun-hee.

Isabel prova di nuovo a fare l'amica che era in passato, ma con paure che non potrà farlo per sempre.

Non vi ho messo le conversazioni con tutti o non ne sarei uscita viva. Preferisco così.

Namjoon e la parta sottotitolata è la stessa del capitolo 4 dello spin-off cambiata, questa volta porta il thè e no il caffe che a Bo-ra non piace.

La canzone è Outre: Her, ho già utilizzato la parte di Yoongi, questa è di Namjoon.

Jin, dice che sta bene ma è pieno di rabbia, sa che solo andando dalla persona per cui prova rabbia a sfogarsi risolverà. È un sagittario noi facciamo così.

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