CAPITOLO 29 FUCKED


CAPITOLO 29 FUCKED

Hae-eun e Dae-hyun si erano seduti al tavolino ma entrambi erano in silenzio e non si rivolgevano la parola.

Hae-eun continuava a bere il suo drink che si era portato dall'altro tavolo e di tanto in tanto fissava Dae-hyun che sembrava cercare di ritrovare un contegno e sbollire la rabbia che stava provando nei confronti di Chung-hee.

Conosceva talmente bene Dae-hyun, da sapere che era furioso, al ragazzo non piaceva che qualcuno si intromettesse nei suoi affari personali.

Ciò che non capiva era che tipo di affari Dae-hyun potesse avere con Isabel, e non comprendeva neanche da quanto tempo fossero così intimi.
C'era qualcosa che stava avvenendo di cui lui era completamente all'oscuro.

Sapeva anche che sarebbe stato molto difficile far parlare Dae-hyun, avevano dei rapporti pacifici, ma c'erano fin troppi precedenti e litigate passate.

"Parlerai?" chiese Hae-eun pensando di aver dato abbastanza tempo al ragazzo per calmarsi.

"Dovresti dire al tuo amico di darsi una calmata." Disse tra i denti e gli occhi puntanti ancora su Chung-hee.

"Tu giri intorno a lei... non puoi biasimarlo." Disse con voce lieve e poco convinto delle sue parole.

"Tu tendi sempre a difenderlo no?" si voltò a guardarlo con rancore e un ghigno dipinto sul volto, che voleva significare guai in vista.

"Dae-hyun... dopo tutto quello che è successo, cosa pretendi?" trillò Hae-eun scuotendo il capo.

"Giusto viviamo di senso di colpa vero? Lui è intoccabile solo per un errore che abbiamo commesso quando eravamo giovani." Lo guardò male, non avrebbero mai superato quella storia. Chung-hee sarebbe stato sempre intoccabile per via del senso di colpa che avevano entrambi.

"Errore? Vuoi chiamarlo solo così, non era solo un errore... Dae.." disse con voce lieve guardandolo preoccupato.

"Non sto facendo nulla di male con Isabel, ci ho solo lavorato insieme!" disse in sua difesa mettendoci troppa enfasi.

Si versò da bere nervoso.

Non era del tutto vero che non aveva fatto nulla di male, l'aveva provocata, l'aveva baciata, le girava intorno.

Sapeva di non essere innocente, ma a sua difesa non c'era mai andato a letto.

Realmente non aveva fatto nessun torto a Chung-hee, specie perché il ragazzo sembrava ignaro di tutto, Isabel non aveva mai detto di loro due.


"Bene se hai finito di lavorare con lei, perché le vuoi parlare in privato?" chiese non capendo cosa stesse combinando.

Dae-hyun guardò verso il tavolo di Isabel la vide alzarsi e andar via, Chung-hee invece continuava a discutere animosamente con Dashimen che sembrava furioso.

Fece per alzarsi, preso dall'istinto di raggiungere la ragazza.

Hae-eun gli afferrò il braccio con forza, fermando.

"Non la seguire. Non davanti a lui." disse Hae-eun quasi sembrando supplice.

"Perché lui ce l'ha con me? Io non sono come Han-seo." Disse con rabbia, voltandosi a guardarlo male.

L'avevano sempre tutti considerato come il male, l'era diventato con il passare del tempo, aveva fatto sempre il bene per i suoi affari. Era arrivato dove nessuno dei suo gruppo di pari era arrivato, mandava avanti tutta l'azienda di suo padre, e quando era stanco si prendeva il privilegio di divertirsi. Non aveva mai fatto realmente del male a nessuno, non con l'intenzione e non in prima persona.

"Non è perché frequento quei tipi allora sono identico a loro. Io mi diverto senza superare i limiti, alle ragazze non ho mai promesso nulla. Lo sai mi conosci." Disse sempre con rabbia e rancore.

Lui non era mai riuscito ad entrare nel loro gruppo ristretto, era sempre stato escluso e visto come il cattivo, Hae-eun non l'aveva mai fatto avvicinare a Do-yoon.

Do-yoon era sempre stato pacifico con lui, ma non aveva mai voluto essergli amico. Si era ritrovato a doversi accontentare degli altri, doveva pur passare il suo tempo con qualcuno.


Hae-eun lo guardò stranito "Cosa sai?" chiese aggrottando la fronte.

"Tutto quello che è successo con Han-seo. So cosa lei ha preso da lui, cosa lui le stava facendo e cosa ha fatto Chung-hee. Mi ha raccontato tutto qualche giorno fa, è stato via più di due mesi per come l'ha ridotto il tuo amico." Lui a differenza di Chung-hee non aveva mai ridotto una persona in quella maniera, non in prima persona.

"Lo biasimi? Vuoi che riduca anche te così? Lo sai com'è Chung-hee quando perde la testa, stai lontano da lui. Dae-hyun stai lontano da Isabel." lo avvertì.

"Ti prego non mi ridurrebbe mai in quella maniera." Disse con uno sbuffo irritato.

"Da quanto la vedi di nascosto? Che cosa vuoi da lei?" disse guardandolo attentamente.

Dae-hyun si voltò a guardarlo indeciso. "Voglio solo parlare con lei di una sua questione personale."


"Si devono sposare." Rispose Hae-eun incerto.

Hae-eun continuò a osservare Dae-hyun con preoccupazione, le uniche volte che lo aveva visto così alterato per delle emozioni erano solo quelle riguardanti la loro amicizia, non vedeva Dae-hyun così coinvolto da qualcosa da infinito tempo.

"Lo so. Non mi sto intromettendo. Lei dice di amarlo." Disse alzando gli occhi al cielo.

Lui lo sapeva.

Sapeva che Isabel non amava Chung-hee.

Sapeva che lei amava un altro.


"Da quanto la vedi di nascosto? Non puoi esserti fissato in questa maniera avendola vista solo un paio di volte." Disse Hae-eun conoscendolo bene.

"Perché Chung-hee mi odia tanto?" richiese guardandolo con aria di sfida e non rispondendo alla domanda.

Hae-eun sospirò, dandosi coraggio. Non voleva parlarne, ma sapeva che Dae-hyun avrebbe insistito con quella domanda, se non gli avesse dato delle risposte, non ne avrebbe mai avute nessuna in cambio.

Lui doveva sapere cosa stesse succedendo.

"È colpa tua. Qualunque cosa tu abbia detto a Do-yoon, quella mattina prima che morisse..." non riuscì a continuare che Dae-hyun lo interruppe.

"Non dicevo realmente! Volevo solo che fosse motivato a rialzarsi! Volevo aiutarlo. L'unico modo era provocarlo su di lei! Non puoi credere che l'avrei fatto davvero!" urlò guardandolo basito che lui credesse che le minacce fossero state vere.

"Io non so cosa tu gli abbia detto..." sussurrò guardandolo preoccupato. " So solo che Do-yoon quel pomeriggio si è visto con Chung-hee e gli ha chiesto di badare a Isabel.. di tenerla lontano da te eri il primo sulla lista per un matrimonio combinato." Gli spiegò guardandolo con preoccupazione.

"Solo questo? Non ha detto le mie minacce?" aggrottò la fronte, confuso, se Do-yoon non aveva neanche riferito le minacce non comprendeva perché lo odiassero tanto.

"Da come reagisci sembrano gravi..."

"Volevo solo che si rialzasse, tu eri troppo accondiscendente." Sbuffò innervosito dalla situazione, bastava un nulla e lui era sempre il cattivo.

"Dici? Gli ho urlato anche io contro... gli ho detto che se voleva lasciarsi morire sarebbe stato giusto che provasse almeno a uccidere suo fratello.. e anche il padre di Isabel."

Ammise la sua colpa.


Dae-hyun si voltò a guardarlo sconcertato, non credendo che lui avesse potuto dire una cosa del genere.

"È colpa mia. Quella notte è andato a casa dei suoi fratelli, la pistola non si trova. Lui è morto ucciso da loro." Continuò a incolparsi Hae-eun scuotendo leggermente il capo e facendo un respiro profondo.

"Sono stati loro, la sua famiglia, non tu. L'hai vendicato no?" Disse prendendoli la mano.

Era sempre la solita storia, appena si riavvicinava a Hae-eun e lo vedeva sofferente, metteva da parte il suo cuore di ghiaccio.

"Si, con difficoltà e non del tutto. Non finiranno tutti in carcere. Solo i suoi fratelli." Disse tra i denti, scostando la mano da Dae-hyun e guardando altrove.

"Chi altro è complice?" chiese preoccupato, pensando di sapere già chi potesse essere il responsabile, si voltò a guardare il tavolo di fronte a loro, Isabel non era ancora tornata.

"Il signor Kim.. lei lo sa, ha deciso di non incastrare suo padre, anche Chung-hee mi è venuto contro." Disse con rancore.

"Da quando lui è morto, ho provato in tutti i modi a vendicarmi, pensavo che non ci sarei riuscito, tutto perché lei non eseguiva i piani." Disse con rabbia, scosse la testa stringendo i pugni "Chung-hee si è intromesso diverse volte, l'ultimo anno è stato così estenuante." Si lamentò stanco, erano giunti a una conclusione, aveva provato a farsela andare bene, ma non gli sarebbe mai andata bene, perché sapeva che il vero responsabile non avrebbe mai pagato.

"Perché non sei venuto da me?" lo rimproverò tornando a guardarlo, lui l'avrebbe aiutato a far vendetta.

"Perché? Tu fingi gentilezza, quando so benissimo che quel giorno ti ho ferito, ti ho sempre trattato male. Tra tutti quanti sono io il peggio."

"Si sei il peggiore, ma Do-yoon ti ha voluto bene. Io nonostante tutto ti voglio bene."


Si zittirono entrambi e tornano a guardare il tavolo dove Isabel stava facendo ritorno e si stava sedendo di nuovo.

"Mi fai parlare con lei?" chiese dopo un momento di silenzio.

"Dimmi di cosa devi parlarle."

"Oh ti prego correrai dal tuo amico a spifferare tutto." Disse stizzito con tono lamentoso.

"Non dirò nulla, se sarai onesto. Io e Chung-hee non siamo amici come credi, a lui mi lega solo quel senso di colpa passato. Sono arrabbiato con Chung-hee lui non voleva vendicarsi." Disse in modo convincente.

"Il signor Kim è il peggiore. Non puoi batterlo. Se vi siete vendicati solo dei fratelli di Do-yoon è perché non avete prove a sufficienza."

"Lui la vuole sposare... anche se sa com'è suo padre. Si farà ammazzare."

"Ora comprendo perché dopo la morte di Do-yoon mi dicessi che la odiavi." Tornò a guardarlo aspettando una risposta.

"Non la odio realmente, è così simile a me quella sciocca, farebbe di tutto per chi ama. Così come io ho fatto per Do-yoon, sarei morto per lui."

"Lei non sembra amare Chung-hee. Lei farebbe di tutto per un altro?" insinuò Dae-hyun sorridendoli sfacciato.

Hae-eun si voltò a guardarlo con circospezione.


"La Kim ha fatto arrabbiare tanta gente, e non è stata furba. So cosa mia cugina e mia sorella hanno tentato di fare. Mi sono fatto raccontare tutto da Yuri, pazza innamorata di un perdente che è ossessionato dalla Kim." Disse con disprezzo nella voce, si sporse verso il tavolo e si versò nuovamente da bere, mentre continuava a contemplare Isabel.

"Che cosa sai?" chiese stranito.

"Mia cugina ha trovato quello che voleva. L'ha dato ad Ha-rin in cambio la dovrà sposare. Illusa quello non la sposerà mai. Vuole solo riprendersi Isabel." disse con rabbia.

"È solo un ragazzino, non può fare nulla." Disse Hae-eun confuso.

"Dici? Ti ho detto ha fatto arrabbiare tante persone, il fratello, Han-seo che è tornato. Ji-hoo che è finito in carcere." Si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato.

"Che cosa hanno?" chiese guardandolo dubbioso e anche leggermente atterrito, pensavano che i guai fossero finiti invece erano lì a un passo da lei.

"Lo dirò a lei. Mi devi far parlare con lei, sono affari suoi, no tuoi che lo dirai al futuro marito." Decreto, bevendo un lungo sorso, prese il pacco di sigarette nervoso, aveva bisogno di fumare.

"Va bene." Disse alzandosi sapendo che lui non avrebbe mai parlato, si avviò di nuovo al suo tavolo senza dire altro.


Dae-hyun rimase a guardare da lontano aspettando che Isabel si convincesse ad andare da lui, vide Chung-hee alzarsi di nuovo in piedi e il ragazzino fronteggiarlo di nuovo, le dinamiche di quel gruppo erano veramente strane.

Finalmente Isabel si voltò a guardarlo e si avviò verso di lui.


Isabel si sedette in silenzio vicino a lui.

La ragazza sospirò un paio di volte, sembrando stanca.


Dae-hyun la guardò per un istante, deglutendo a vuoto non sapendo bene come iniziare a parlare, diede l'ultima boccata alla sigaretta e la spense nel posacenere, fece per parlare ma lei lo precedette.

"Mi stai rendendo la serata difficile." Disse lei sospirando, e facendo aderire di più la sua schiena al divanetto.

Guardava fissa davanti a sé inespressiva.

"Non volevo... ma avevo bisogno di parlarti" disse lui dispiaciuto, mostrando comunque urgenza nel tono di voce.

"Che cosa hai bisogno di dirmi?" chiese lei impensierita. Continuava, però, a guardare di fronte a sé Chung-hee che stava litigando animosamente con Dashimen.

Dae-hyun leggermente perplesso, prese il telefono, andò nella galleria e avviò un video.

Le passò il telefono e attese che lei lo guardasse tutto.


Isabel rimase con la faccia di bronzo.

Guardò il video un paio di volte.

Riconsegnò il telefono a Dae-hyun.

Si sporse verso il tavolino e senza chiedere il permesso, prese una sigaretta dal pacchetto di Dae-hyun e cominciò a fumare in silenzio.


Dae-hyun fece lo stesso, rimanendo in silenzio ad osservarla, ma dandole il tempo necessario, il tempo che sembrava le servisse per mantenere un contegno.

Finirono di fumare e Isabel finalmente si voltò a guardarlo fisso negli occhi.

"Mi stai ricattando? Cosa vuoi?" chiese lei delusa, non c'era astio nella sua voce, solo stanchezza.

"Non ti sto ricattando. Ti sto informando. Mia cugina è riuscita ad averlo da Han-seo, che ce l'ha con te. Ha-rin concorde con tuo fratello domani lo darà a tuo padre." Disse serio, spiegandole velocemente la situazione in atto.


Isabel impallidì, incrociò le braccia sotto il petto e tornò a guardare al suo tavolo dove c'era Dashimen che era rimasto solo e la osservava da lontano senza perderla di vista per un solo istante.

"Non è importante." Disse lei provando a sembrare sicura, ma era pallida in volto.

"Non sembra così. Pensano di causarti un bel po' di problemi con quel video. A causa di quel ragazzo." Le fece presente lui.

Lei si fermò a guardarlo. "Che cosa vuoi in cambio per questa informazione?" chiese cercando di riprendere il suo contegno.

"Io..." la guardò confuso, lui non voleva nulla in cambio da lei.

"Ti prego non fai nulla in cambio di nulla. Che cosa vuoi Chang?" tornò a usare il cognome sulla difensiva.


Lui fessurò lo sguardo, per poi distoglierlo.

In silenzio, guardò il ragazzo al tavolo di fronte che sembrava pronto a intervenire a un minimo cenno.

Strinse i pugni, si sentiva offeso.

Era però abituato alla gente che pensava male di lui.

"Voglio partecipare a una gara d'appalto importante che porterà molti soldi. Ho bisogno di una partership e qualcuno che mi aiuti con un progetto, e un bel po' di sconto per le fonti energetiche." Disse riprendendo il controllo.

Dae-hyun si voltò a guardarla serio in volto, lei lo guardava sembrando disorientata.

"Volevo chiedertelo gentilmente, ma il tuo ragazzo so che darà fastidio. Voglio fare il progetto con te. Lui si deve fare da parte e non deve irritarmi." Sentenziò lui.

"Solo questo?" chiese lei incredula.

"Si. Questo, è uno dei motivi perché ho testimoniato, volevo la benevolenza di tuo padre, entrare nelle sue grazie. Però voglio lavorare con te."

Dae-hyun guardò il cameriere e fece segno di portare un altro bicchiere al suo tavolo dove c'era già una bottiglia di vodka e il suo bicchiere vuoto.

"Sono un po' arrugginita nei progetti potresti trovare di meglio." Disse lei sembrando pensierosa.

"Siete l'azienda che ha più materiale energetico, e tu sei brava, fin troppo. Non avevi sbagliato nulla nel contratto volevo vederti per proporti questa cosa, parlarne." Si inventò lui, cercando di guardarla in modo convincente.

"Perché non l'hai detto subito?" chiese lei dubbiosa che ciò che stesse dicendo fosse la realtà.

"Perché tu non ti fidi di me, per come mi sono comportato. Lo capisco. Ma qui si tratta d'affari di soldi e potere." Si voltò a guardare il cameriere che aveva portato il bicchiere vuoto, ringrazio con un cennò del capo.

"Sicuro che sia solo per questo?" chiese lei osservandolo mentre versava la vodka per entrambi.

"Sicuro. Accetti in cambio dell'informazione che ti ho dato?" disse lui voltandosi di nuovo a guardarla e porgendole il bicchiere con la vodka.

"Accetto, vedremo se sopravvivrò a mio padre." Sorrise lei sembrando quasi atterrita.


Isabel afferrò il bicchiere annuì seria, e lo fece tintinnare contro quello del ragazzo che fece lo stesso, sigillando l'accordo.

"Ti mando la gara d'appalto. La puoi usare a tuo favore. Ti mando un prospetto di quanti soldi potremmo guadagnare." La informò per poi bere.

Isabel bevve a sua volta, zittendosi tornò a guardare il suo tavolo e Dashimen.

"Posso chiederti lui chi è?" chiese Dae-hyun che di tanto intanto continuava a guardare Dashimen.

"Un mio amico, te l'ho detto prima." Disse lei osservandolo preoccupata.

"Sembra uno che si prenderebbe un proiettile in pieno petto per te." disse serioso lui.

"Io farei la stessa cosa per lui." disse lei rigidamente.

"È il ragazzo del video?" chiese confuso.

"No. Non lo è. Dashimen per me è come il tuo Hae-eun per te ." accennò a un sorriso gentile lei.

"Spero che non finiate come noi" sbuffò con rammarico lui.

"No, Dashimen a differenza di Hae-eun non è uno con la puzza sotto il naso abituato ad avere tutto e stronzo." Ridacchiò lei, smorzando per un attimo la tensione che si era creata tra entrambi.

"Dovresti tornare da lui, immagino sia in pensiero" rispose con voce addolcita.

"Si, hai ragione. Ti chiamo io appena risolvo i miei casini, va bene?" disse lei alzandosi e sorridendo gentile.

"Perfetto." Annuì lui.

Lei si congedò con un leggero inchino e fece per andare.


Lui però si alzò e la raggiunse prendendola per un polso.

"Kim." Disse velocemente.

Lei si voltò a guardarlo confusa "Cosa?" chiese sbattendo le ciglia.

Lui le accarezzò il viso con leggerezza, le mise due dita sotto il mento alzandoglielo si avvicinò a lei.

"Non farti ammazzare" disse con voce sottile.

"Proverò a rimanere viva. Ciao Dae-hyun" disse lei scostandosi gentilmente e avviandosi verso il ragazzo che la stava aspettando in piedi e sull'attenti.

Dae-hyun tornò a sedersi, si versò nuovamente da bere mentre contemplava Isabel parlare con Dashimen.

Vide il ragazzo afferrarle la mano con far protettivo e portarla via dal club.

Dae-hyun sospirò rilassandosi sul divanetto.

Cominciò a sorseggiare la sua vodka preso dai suoi pensieri.

Cercava di reprimere l'ansia che stava provando.

Appena aveva scoperto tutto, in quella stessa sera a casa di Sung-jo dove era stato invitato per una partita a carte, era andato via scusandosi di aver un impegno.

Aveva raggiunto sua cugina chiedendole spiegazioni su tutto e si era fatto passare quel video. Senza neanche rendersene conto si era ritrovato alla guida della sua macchina, diretto all'Hotel di Isabel sperando di incontrarla per poterle dire tutto.

Non aveva pensato, aveva solo agito d'istinto.

Era più di un mese che agiva così, senza pensarci.

La vedeva e agiva.

L'aveva vista annegare nella vodka in quello stesso posto, e si era avvicinato senza una ragione specifica.

L'aveva vista davanti a quel negozio di abiti da sposa e aveva agito si era avvicinato.

C'era stata quella conversazione alla caffetteria, troppo intima che era avvenuta così spontaneamente, aveva agito cacciandola spaventato da lei.

In quella stessa giornata era andato in ufficio e aveva trovato un bando sulla sua scrivania, l'aveva studiato attentamente.

Aveva pensato a lei e a voler fare quel progetto con lei.

Era spaventato da quella ragazza, ma allo stesso tempo attratto.

Il lavoro però sarebbe stata una buona scusante per passare del tempo con lei e conoscerla meglio.

Sapeva però che non sarebbe stato semplice riuscire a lavorare con lei, per farlo doveva entrare nelle grazie del signor Kim. Così aveva agito, l'aveva incontrato per discutere dell'udienza di Sung-jo e aveva concordato con lui che avrebbe testimoniato e parlato con il giudice mettendoci una buona parola dato la sua parentela.

Era stato invitato al battesimo.

L'aveva vista parlare con quel sudicio dei Sang, aveva agito, ricordandosi di cosa Do-yoon avesse fatto a quel ragazzino, comprendendo che doveva stare lontano da lei.

Appena si era avvicinato e aveva sentito che lei si sarebbe sposata, aveva provato a mantenere il controllo, era riuscito fino a un certo punto, l'aveva provocata.

Era convintissimo che lei non fosse adatta per un matrimonio, per una vita tranquilla.

Sposandosi si sarebbe solo costruita una prigione e tutto ciò sarebbe stato uno spreco.

Sapeva che non si sarebbe dovuto avvicinare, che doveva dimenticarla, ma proprio non ci riusciva, era giunto alla conclusione che doveva trattarsi solo di attrazione fisica, che se avesse fatto sesso con lei tutto si sarebbe risolto.

Più la vedeva.

Più sapeva che era vicina a un matrimonio.

Più indagava su di lei.

Più informazioni aveva.

Più cominciava a ricredersi che non fosse solo una questione di sesso.

Più si sentiva fottuto.


NOTTE

Dopo che Isabel aveva raggiunto Dashimen lasciando Dae-hyun.

Aveva riferito tutto al ragazzo ed entrambi erano corsi all'ufficio di Chin-hae che stava lavorando a della documentazione dell'hotel.

Avevano chiamato in ufficio anche Chung-hee e Hae-eun che erano accorsi.

Isabel aveva spiegato velocemente il perché Dae-hyun aveva voluto urgentemente parlare con lei.

Ciò aveva scatenato una furiosa litigata, dove Chung-hee aveva urlato contro tutti dando la colpa a chiunque, in special modo a Chin-hae e Hae-eun che avevano convinto Isabel a tornare con Yoongi in passato.

Successivamente la litigata era sfociata in un accusare Isabel di tradimento.

Il tutto era durato un'ora abbondante, con le urla isteriche di Isabel e Chung-hee che erano quasi arrivati alle mani, bloccati da chiunque nella stanza.

Isabel alla fine aveva lanciato un posacenere di cristallo contro un muro intimando a Chung-hee di andarsene e non tornare mai più, lui le aveva urlato imbestialito ed era corso via lontano da lei seguito da Hae-eun titubante e non del tutto convinto di voler badare a lui.

Chin-hae e Dashimen oltre ad aver ottenuto da tutto un grande mal di testa, avevano poi passato il tempo a dover calmare Isabel che continuava a invenire insultando Chung-hee.

Dashimen alla fine aveva portato Isabel a casa sua, suggerendo che fosse meglio dormire e parlare delle varie problematiche la mattina seguente.


Arrivati all'appartamento, Dashimen aprì la porta e fece passare Isabel e chiuse la porta alle loro spalle.

"Beviamo o dormiamo?" chiese incerto.

"Ammazziamo Ha-rin?" brontolò lei.

"Dovresti ammazzare anche Yuri..." disse lui con un ghigno stampato sul volto.

"Si dovrei." Disse secca lanciando le scarpe nell'angolo in cui era solita lanciarle.

"Peccato che non puoi dato la parentela con quel Dae-hyun." La stuzzicò Dashimen, osservandola mentre sbuffava dandoli le spalle.

Probabilmente avrebbe dovuto solo metterla a letto e parlarne la mattina con più calma, ma la conosceva fin troppo bene e sapeva per certo che la mattina dopo lei sarebbe stata riposata e in condizioni di mentire.

"Hai tradito Chung-hee?" chiese Dashimen diretto, mentre si avviava anche lui al divano, dove lei si era sdraiata.

Dashimen si sedette sul divano alzando prima le gambe di Isabel e poggiandole sulle sue.


Isabel aprì gli occhi, facendoli successivamente roteare.

"Non ti ci mettere anche tu." Bofonchiò.

"Il tuo futuro sposo lo pensa, tu hai dato di matto, ti sei scaldata tanto sulla questione Chang, non ti vedovo così alterata da troppo tempo." Disse serio lui.

"Non ho fatto sesso con Dae-hyun." Disse irritata, facendoli una smorfia.

"Quante volte ti sei vista con lui?" chiese Dashimen guardandola con far indagatore.

"Dash ma perché questo terzo grado!" esclamò lei con voce squillante.

"Voglio solo sapere... non ti voglio fare una predica." Provò a sorridere gentile lui, cercando di non ridere della faccia tutta rossa della sua migliore amica, più la guardava più capiva che ci doveva essere qualcosa che lei gli stava tenendo nascosto.

Isabel lo guardò sospirando, si morse l'interno della bocca, immersa nei suoi pensieri.

"Kim." Disse imitando la voce di Dae-hyun.

Lei urlò irritata.

"Isabel? Sono io... e ti ho visto come ti ha toccata il viso. C'è dell'intimo tra voi due, non ti lasci toccare da nessuno così."

Lei lo guardò di nuovo sembrando realmente irritata.

"Ti è venuto a portare un video che potrebbe rovinarti."

"Stai facendo le stesse teorie di Chung-hee? Sembra che tu mi voglia fare la predica." Disse lei con tono scocciato.

"Non è colpa mia che sembri più preoccupata di ripagare il tuo debito con Chang e del progetto con lui che di quello che potrebbe succedere domani se il video arriva a tuo padre."

"Vaffanculo!" urlò lei saltando in piedi e avviandosi verso la cucina.

Dashimen sgranò gli occhi non pensando che sarebbe saltata così per aria, e la seguì fino in cucina.

"Che cosa fai?" chiese confuso.

"Preparo del ramen ho fame!" urlò lei in preda una crisi isterica mentre si muoveva come una matta per la piccola cucina di Dashimen.

Dashimen si sedette al piccolo tavolino osservandola perplesso.

"Isabel. Non dovresti sposarti. Passerai il resto della tua vita con uno morboso e possessivo e penserai sempre a Yoongi. Non è un andare avanti, è un rimanere bloccata." Finalmente era riuscito a dire quello che voleva dirle.

Lei si voltò di scatto con la pentola in mano, chiuse gli occhi e tirò su col naso.

"Io.... mi sono fottuta con le mie stesse mani. Mio padre agirà appena avrà quel video. Comunque sia non ho scampo." Disse lei mordendosi energeticamente il labbro quasi a farlo sanguinare.


Dashimen si alzò e la raggiunse, le sfilò la pentola che lei teneva stretta tra le mani tremanti.

Velocemente posò la pentola sul tavolo dietro di lui.

Abbracciò Isabel stringendola forte.

"Sono fottuta." Cominciò a singhiozzare lei.

"Andrà bene, te la caverai." Provò a dire anche lui stringendola forte.

Lei si staccò da lui scuotendo il capo e passandosi la manica del giacchetto sulle guance per asciugare le lacrime.

Lo guardò seria in volto.

"Non so cosa sto facendo, pensavo di aver risolto tutto con questo matrimonio. Invece mi trovo in un turbinio di pensieri di emozioni, e nei casini di nuovo. Non so come andrà con mio padre. So solo che domani mattina dovrò andare da Chung-hee e risolvere tutto. Perché questo matrimonio mi serve."

"Con Chang?" chiese lui.

"Non è un problema. È solo una questione di affari." Disse lei sembrando convinta.

"Spero che sia così... perché Isabel quel tipo sembra avere una cotta per te."

"Non ha nessuna cotta, lo conosco. Lui non si prende cotte per nessuno, pensa solo ai suoi affari e come fare più soldi. Fidati... si è avvicinato solo per questo."

"Lo spero." Disse lui abbracciandola di nuovo e tenendola stretta.

Dashimen sapeva che lei stava mentendo, non era una questione di affari, non era mai solo quello, la rottura con Yoongi l'aveva atterrata del tutto, e lei stava solo cercando di sopravvivere al dolore.

Quel Dae-hyun sembrava una distrazione leggera, sembrava come se lei ne fosse attratta, c'era molto di più.

Lui avrebbe voluto sapere di più, aiutarla a mettere apposto i pensieri. Il problema era che la conosceva talmente tanto da sapere che Isabel non stava ragionando e che la sua migliore amica non sapeva cosa realmente stesse facendo o provando.


Angolo dell'autrice:

Za zammmm Prima o poi i problemi dovevano uscire, come doveva uscire il video che Yuri aveva recuperato quella sera al club, video che non aveva ancora dato ad Ha-rin e tenuto per sé, anche se le lo aveva promesso. Non aveva mai dato il video ad Ha-rin perché lui le aveva detto che si doveva sposare con Ji-hoo.

Ha-rin però è riuscito comunque a convincerla anche perché Ji-hoo è in carcere per l'omicidio delle due prostitute.

Dae-hyun sa tutto di tutti, un po' come Do-yoon, anche a lui piace avere informazioni da utilizzare, ciò l'ha copiato da Do-yoon in persona, aveva capito osservandolo che era un qualcosa che gli avrebbe portato più potere.

Ho già detto che Dae-hyun aveva molto stima per Do-yoon, voleva essere lui, voleva essere identico a lui.

da questo capitolo si capisce che  nonostante tutto Dae-hyun rimane sempre molto  legato a Hae-eun.

Si comprende anche cosa ha portato Dae-hyun ad avvicinarsi a Isabel pian piano...anche se ancora non ammette la vera ragione.

Isabel in questo capitolo è presentissima, ma... non si capisce cosa pensa o voglia fare, le sue emozioni, i suoi pensieri non si vedono per nulla.

Il suo punto di vista rimane ignoto a voi!

Vediamo come si salverà il culo con il padre.

Chung-hee è tornato insopportabile, ma lo diventa quando gli parte la gelosia ossessiva, lo era stato anche in passato. 

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