CAPITOLO 28: CHANG VS CHOI

CAPITOLO 28: CHANG VS CHOI

28 DICEMBRE 2017 MATTINA

Isabel si trovava nel bagno del suo ufficio, si stava lavando le mani, quando improvvisamente si sentì chiamare.

"Signorina Kim" trillò la voce di uno dei vari assistenti che ormai aveva, dato che Win-hoo il suo fidato assistente e amico era ormai in America insieme al fidanzato Nate, sempre a controllare che il nuovo hotel andasse bene.

"Arrivo!" esclamò Isabel chiudendo l'acqua del rubinetto e asciugandosi le mani con forza.

Se la chiamavano con quel tono di voce allarmato, voleva dire solo problemi in vista.

Isabel uscì dal bagno e guardò stranita il suo assistente, anche perché vicino a lui c'era Dae-hyun sorridente.

"Il signor Chang dice che ha un appuntamento con lei, ma non è segnato sull'agenda." Disse tremante l'assistente.

"Il signor Chang non ha nessuno appuntamento, non hai sbagliato." Disse lei alzando leggermente gli occhi al cielo.

"Io.. pensavo di aver commesso un errore..." tremolò.

"Nessun errore, tranquillo. Puoi andare ci penso io a lui" sorrise tiratamente.


Aspettarono entrambi che la porta fu chiusa, Isabel si mosse tranquilla e gli fece segno di accomodarsi.

"Hai deciso di incutere terrore ai miei collaboratori?" chiese lei sedendosi a sua volta e guardandolo fisso negli occhi.

"Dovresti cercare di meglio" disse lui risoluto, per poi accennare a un sorriso.

"È bravo, nel suo lavoro, che non è far il mio assistente, ma il progettista da solo chiuso in una stanza." Prese immediatamente le difese del ragazzo, non era realmente colpa di quel poveretto se tutti facevano a rotazione nell'ufficio.

"Ahh.. e il tuo assistente?" chiese confuso.

"In America, gli ho dato dei compiti lì" disse lei arricciando il naso.

"Oh... torna?" chiese incuriosito.

"Si, ma penso che gli dirò di cercarmi qualcuno di competente, fa un ottimo lavoro con l'hotel che abbiamo aperto in America." Disse lei leggermente intristita.

Lui accennò a un altro sorriso e spinse un piccolo pacchetto sulla scrivania.

Lei lo guardò scettica, riconoscendo il pacchetto e da dove provenisse.

"Sei venuto fino qui per portarmi dei cioccolatini?" chiese dubbiosa.

"No, ci sono degli errori nel contratto... ho pensato che portarti anche dei dolci avrebbe migliorato il tuo umore." Sorrise affabile lui.

"Ma ci siamo visti la settimana scorsa e abbiamo lavorato bene.. come ci può essere un errore?" rispose lei sbalordita.

"Errori!" sorrise smagliante, errori voleva dire che avrebbero passato del tempo insieme e anche parecchio.

"Sei venuto anche nel momento del pranzo, furbo da parte tua." Disse lei guardando la scrivania e cercando qualcosa cominciando a sbuffando sonoramente.

"Pensavo che fosse il momento più libero che avessi e non volevo crearti problemi." Strizzò gli occhi "Cosa diavolo stai cercando?" chiese, scomponendosi per un attimo, mentre continuava a osservarla spostare oggetti, e prendere la borsa in ansia.

"Il telefono..." brontolò lei cominciando a frugare nella borsa.

"Metti troppe cose nelle tue borse non lo troverai mai" la canzonò scuotendo il capo.

Lei si alzò scuotendo il capo irritata e capovolse la borsa sulla scrivania scuotendola con forza facendo uscire tutto da essa.

Lui trattenne una risata, la trovava bellissima quando si mostrava così spontanea.

"Non c'è...." Disse lei perplessa.

"L'hai perso?" chiese lui trattenendo una risata.

Lei si sedette sconfortata e gli fece segno di stare in silenzio, mentre si mordeva il labbro, sembrando concentrata.

"Devo rimandare il pranzo con Chung-hee.... Ma non posso senza telefono." Bofonchiò, proprio non ricordava, dove l'aveva messo.

"Sta venendo qui? Vuoi che vada via?" chiese lui accomodante.

Pensava di aver sbagliato a fare quell'improvvisata, aveva cercato una scusa per vederla, per tutta la settimana si era presentato al Club ma non l'aveva mai incontrata, l'unico modo era andare direttamente da lei con una banale scusa.

Si stava accorgendo però che era stato un terribile errore.


"No, non sta venendo qui, dovevamo incontrarci al ristorante..." si bloccò per via del bussare alla porta.

"Avanti?" disse perplessa, guardò un attimo Dae-hyun con preoccupazione.

Sperava con tutta se stessa che non fosse Chung-hee, avevano litigato la settimana addietro quando lei gli aveva detto che era andata all'azienda di Dae-hyun per lavorare con lui.


La porta si aprì rivelando suo padre.

Isabel sospirò e si alzò in piedi, anche Dae-hyun si alzò in piedi. "Signor Kim" disse inchinandosi.

"Oh... Chang Dae-hyun!" esclamò sbalordito di trovarlo lì.

"Padre? Come mai da queste parti?" chiese Isabel stranita di trovarlo lì, lui non si recava mai da lei se non doveva punirla per qualcosa, e lei non aveva fatto nulla di sbagliato, si erano visti anche un paio di ore prime per discutere di alcune trattative e di quando sarebbe avvenuta la proposta di matrimonio.

"Ero venuto a portarti il telefono." Rispose immediatamente il padre lasciando il telefono sulla scrivania e guardando disgustato il disordine.

"Trovato il telefono sparito" ghignò Dae-hyun, dopo di che guardò il signor Kim sorridente "Lo stava cercando per questo il disordine" spiegò, andando così in aiuto alla ragazza.

"Oh... comprendo. Come mai è qui signor Chang?" chiese incuriosito, dirottando tutta la sua attenzione sul giovane.

"Io e Isabel abbiamo commesso alcuni errori sul contratto, ero venuto qui per porre rimedio." Annuì Dae-hyun.

"Alcuni errorini? Ciò mi stupisce" disse sbalordito guardando poi la figlia con rimprovero.

"Anche a me" disse Isabel con tono ironico, convinta che non ci fosse realmente nessun errore nel contratto.

Il padre cambiò sguardo mostrandosi interessato alla situazione in atto tra i due.

"Poniamo subito rimedio, però devo avvisare Chung-hee che non vado a pranzo da lui" disse lei velocemente, prendendo il telefono dalla scrivania.

"Comprendo." Disse perplesso guardando un attimo Dae-hyun che osservava Isabel con un ghignò di vittoria dipinto sul volto.

"Dovrai fare una cosa veloce... sto partendo urgentemente per il Giappone." Annunciò.

"Come? Perché mai?" trillò lei preoccupata, lasciando il telefono sulla scrivania.

"Alcuni problemi alla succursale, dovrai occuparti di tutti gli impegni, c'è una riunione alle quattordici" Guardò il suo orologio al polso "Avete un paio di ore per porre rimedio agli errori contrattuali."

"Tornerai per l'ultimo dell'anno?" chiese lei allarmata.

"Dovrei.." disse pensieroso, diede un'occhiata fugace a Dae-hyun che era sempre in piedi e sembrava completamente tranquillo e suo agio, sorrise al ragazzo e tornò a guardare la figlia.

"Sai... se non sei sicura di questo matrimonio e non so... sei interessata a qualcun altro, potresti dirmelo, e potremmo parlarne" disse tranquillamente.


Isabel boccheggiò, sbarrando gli occhi, non credendo di aver sentito realmente quelle parole.

"Io amo Chung-hee" squittì, quasi terrorizzata, suo padre forse le avrebbe impedito di sposarsi con lui solo perché aveva visto Dae-hyun nel suo ufficio, diede allarmata un veloce sguarda al ragazzo, sembrava non scomporsi per nulla.


"Esiste qualcosa di più importante dell'amore." Decretò lui, tornando a guardare Dae-hyun.

"Passi molto tempo con mia figlia di recente?" chiese incuriosito.

"Per lavoro... Isabel è comunque un'ottima compagnia, so che a breve si sposerà, sono uno dei pochi a saperlo. Chung-hee è un bravissimo ragazzo."

"Oh certo, pur sapendolo, ti chiudi in un ufficio con lei, da soli." Stuzzicò il signor Kim.

"È per lavoro"!" Disse Isabel con voce di panico molto squillante.

Isabel guardò entrambi sentendosi nuovamente in trappola. Pensava di aver deciso lei della sua vita, ma aveva il timore che suo padre avrebbe fatto di tutto per impedire anche il matrimonio con Chung-hee, solo per il gusto di darle degli ordini.


"Si certo, non penso sia per altro. Dovresti valutare però se Chung-hee sia la decisione giusta." Continuò a dire il signor Kim.

"Signore penso che lo sia, io per quanto un buon partito non prendo in considerazione il matrimonio. Sono troppo focalizzato sul mio lavoro." Rispose diretto Dae-hyun prendendo in mano la situazione e ponendo fine al disagio che Isabel stava provando.

"Giusto... vi lascio al vostro lavoro, Isabel ti farò sapere quando tornerò."

"Perfetto. Buon viaggio." Disse lei.

"Buon viaggio signore." Disse anche Dae-hyun inchinandosi.


Entrambi aspettarono che lui fosse andato via e che la porta si fosse chiusa e stramazzarono sulla sedia sospirando.

Lei alzò lo sguardo verso di lui guardandolo dubbiosa, fece per parlare ma le parole le morirono in bocca, non sapeva bene cosa dire.

Sapeva solo che la conversazione con suo padre l'aveva resa tesissima e che ora la tensione stava scivolando dal suo corpo, ma aveva comunque un leggero sensore di panico. Non comprendeva perché Dae-hyun avesse risposto così a suo padre, perché non avesse approfittato della situazione. Realmente non capiva cosa Dae-hyun volesse da lei.

"Tu bevi vodka di solito?" chiese Dae-hyun alzandosi dalla sua seduta e avvicinandosi alla vetrina degli alcolici.

"Si..." sussurrò lei, mentre lo continuava a osservare perplessa.

"Direi che un bicchiere ci sta... anche a me piace la vodka." Lui si voltò un attimo a guardarla gentile.

"Dae-hyun.. io non ti comprendo." Disse lei confusa.

Lui sbuffò una risata, prese una bottiglia e dei bicchieri e tornò da lei.

"Non so, dove appoggiare il tutto" disse facendo segno con la testa alla scrivania.

"Oh si! Scusa!" trillò lei a disagio, cominciando a provare a mettere in ordine, per sbaglio un quadernetto nero che era caduto dalla sua borsa, cadde a terra dal lato di Dae-hyun.

Lei si bloccò rimanendo ferma a guardare il punto in cui era caduto.

Dae-hyun ci fece poco caso, appoggiò la bottiglia e i bicchieri sulla scrivania e si chinò per raccoglierlo.

"Diario segreto?" disse con il quaderno aperto in mano aveva notato la scrittura a mano.

Lei era ferma a guardare il quadernetto aperto tra le sue mani, con il terrore sul volto.

Non avrebbe mai dovuto portare i quadernetti di Do-yoon nel suo ufficio, avrebbe dovuto lasciarli al deposito, ma le faceva troppo fatica far avanti e dietro da quel posto e rimanerci dentro per leggere. Aveva pensato che il suo ufficio e la cassaforte fossero il posto più sicuro.


"Kim!" trillò lui sgomentato, chiuse il quaderno con un tonfo deciso e lo passò chiuso alla ragazza.

"Oh grazie!" trillò lei ripresa.

"Ti serve proprio un bicchiere di alcool.. non pensavo che tuo padre ti facesse questo effetto." Disse lui versando dell'alcool, pensando che lei fosse tesa per ciò che avesse detto suo padre, più che un suggerimento sembrava un ordine quello che lei dovesse pensare di rivalutare il matrimonio.

"No... è che... penso che avrò veramente tanto da fare, siccome lui va via e io dovrò fare il suo lavoro e il mio." Disse lei nervosa, aprì un cassetto della scrivania e ci mise dentro il quaderno.

"Comprendo... senti beviamo un bicchiere, ti ordino da mangiare non puoi stare senza pranzo. Il contratto lo aggiusto io senza che ti rubi del tempo" provò a dire lui affabile passandole il bicchiere.

"Perché sei tanto gentile?" chiese lei stranita.

"Lo sono stato anche la settimana scorsa, oppure no?" chiese lui alzando il bicchiere e facendole segno di brindare.

"Sei stato professionale, un po' distante, poco sbruffone e non provocatorio. È stato strano." disse lei tornando a essere schietta e tintinnando il suo bicchiere con quello del ragazzo che annuì.

"Vuoi che torno a provocare?" chiese lui confuso.

"No. Certo che no!" trillò lei sbarrando gli occhi.

Lui rise di gusto, "Secondo me un po' ti manca quel mio modo di fare" La stuzzicò leggermente, facendole l'occhiolino e sporgendosi un po' di più verso la scrivania.

"Perché ho parlato!" si lamentò lei con voce drammatica, dandosi una manata sulla fronte.

Lui rise di nuovo.

Tornarono a guardarsi e lei accennò a un sorriso imbarazzato.

Lui sorrise di nuovo pensando che con quella battuta lei fosse meno tesa, e stesse tornando a respirare tranquilla.

"Ho pensato che durante il lavoro non fosse il caso di provocarti. Sei una persona molto seriosa quando lavori. Non avresti apprezzato. Poi volevo farti vedere che ci tengo anch'io a un buon lavoro." Spiegò lui tornando al discorso.

"Abbiamo comunque fatto degli errori" disse lei ancora poco convinta.

"Può capitare, io avevo avuto tre riunioni in quel giorno, e anche tu sembravi un po' stremata da qualcosa, pensavo avessi lavorato tanto" provò a rassicurarla.

Quando lei si era presentata da lui la settimana scorsa, sembrava sfinita, come se non avesse neanche chiuso gli occhi per tutta la notte, le era sembrata molto stanca e sicuramente no per una festicciola piena d'alcool.

Lui aveva provato a tenere un contegno professionale, e aveva capito che era meglio lasciarla tranquilla.


"Ah... volevi rimediare alla prima impressione che mi avevi dato?" disse lei punzecchiandolo.

Si stava riferendo alla volta che era andata nella sua azienda per fargli firmare il contratto e aveva aspettato per due ore fino a quando non si era innervosita fin troppo ed era piombata nel suo ufficio, interrompendo il momento intimo che il ragazzo stava avendo con una qualunque sotto la sua scrivania.

"Si...diciamo di sì, quell'incontro nel mio ufficio, so che non l'hai molto gradito." Disse lui tossicchiando un po' camuffando una risata.

"L'avevi fatto apposta?" disse lei accusandolo, ma stuzzicandolo allo stesso tempo.

"Farti attendere fuori per tutto quel tempo inutilmente? Si... diciamo di si. Sapevo che saresti venuta tu, ero curioso di come fossi e di come avresti reagito." Ammise lui la verità.

Ricordava bene quel giorno aveva organizzato un bel via vai di gente dal suo ufficio sapendo che lei era in attesa fuori, non aveva però mai pensato che lei sarebbe piombata nel suo ufficio.

"Cavolo! Già da quel momento mi stavi provocando!" trillò lei sconcertata.

"Ti avevo vista altre volte, sempre al club di Do-yoon, ti avevo vista con lui molte volte." Disse lui pensieroso, in quei giorni aveva pensato molte volte a tutti i momenti in cui l'aveva vista in passato.

"Si, ero sempre lì, lo so che c'eri anche tu." Rispose lei diretta, cercava di capire da quanto lui l'avesse puntata.

"Sapevi chi fossi?" chiese sbalordito, non pensava che lei lo avesse mai realmente guardato o si fosse interessata a lui.

"No, ti avevo visto lì, non ti ho dato molta importanza, di solito ero circondata di persone che decideva Do-yoon."

"Ah.." sospirò lui mostrando una lieve delusione, prese il bicchiere e fece un altro sorso alla sua vodka. "Do-yoon non ci ha mai presentati, non ti ha mai fatta stare con noi altri, o con Hae-eun da quel che ne so." Disse lui tranquillamente.

"Se realmente conosci Hae-eun bene, sai che è un tipo particolare, non gli piace avere legami stretti."

"Si non gli piace. Un po' come anche a me. Ho visto che tipo di persone ti presentava, erano o modelli con cui potevi divertirti o persone facoltose con cui avresti potuto fare affari."

"Tu non sei nessuno dei due." Disse lei dubbiosa, non era un modello, ma aveva sempre pensato che potesse essere qualcuno con cui divertirsi, e comunque era una persona facoltosa anche se non lo dava a vedere.

"Io... forse pensava che ci avrei provato a lungo andare, che non avrei mantenuto la parola che gli avevo dato." Disse lui con uno sbuffò.

"Di cosa parli?" si sporse di più con il busto verso di lui, volendo saperne di più.

"Ti avevo vista spesso con lui, gli chiesi se fossi intoccabile e importante per lui. Mi disse di sì, e gli dissi che nessuno ti avrebbe mai toccata. Ti avevo già detto che c'era un patto tra noi Chaebol."

"Il patto è crollato da quando lui è morto e da quello che è successo tra la tua famiglia e quella di Chung-hee." Disse lei, ricordando la volta al club quando Dae-hyun le lo aveva fatto presente.

Lui annuì, prese un sorso dal suo bicchiere, si passò le dita sulle labbra, mentre la osservava.

"Si. Non ti toccherei mai senza il tuo consenso. Non l'ho mai fatto con nessuna. Non pensare che io sia una persona così orrenda."

"Mi hai toccata al club di Han-seo." Disse lei tra i denti, avevano ancora un conto in sospeso per quella sera.

"Ti ho lasciata andare. Se avessi voluto avrei potuto fare qualunque cosa. Volevo testarti te l'ho detto." Disse in sua difesa, allontanandosi con il busto.

"Hai questa strana dualità, che non mi piace. Forse per questo Do-yoon ti voleva distante." Sospirò lei pensierosa, non capendo cosa ci fosse che non andasse in lui, e perché Do-yoon avesse detto a Chung-hee di dover far in modo che non finissero insieme.

"Il tuo telefono s'illumina... penso sia il tuo futuro marito." Disse tagliando corto il discorso e indicando il telefono.

"Lo lascio squillare voglio finire il discorso."

"L'abbiamo finito il discorso. Hai la giornata piena d'impegni. Ci penso io al contratto. Come promesso ti faccio arrivare da mangiare, penso che non ordineresti mai nulla da sola." Disse prendendo il bicchiere e buttando giù l'ultima goccia di alcool.

"Vai via così nel mezzo di una conversazione?" chiese lei alzandosi dato che anche lui l'aveva fatto.

"Si, sei impegnata. Kim... perdonami." Disse guardandola sinceramente e chinandosi leggermente, tornando informale.

"Chang?" lo chiamò lei, confusa.

"Kim è meglio che io vada... lo credo davvero." Disse non sembrando comunque convinto delle sue parole, continuando a non distaccare lo sguardo da lei  studiandola.

"Ho tempo per lavorare con te" disse lei mordendosi poi la lingua non credeva di avergli veramente chiesto di rimanere lì con lei.


Lui la guardò indeciso.

Stava sbagliando tutto, probabilmente neanche facendo sesso con lei se la sarebbe tolta dalla testa.

"Kim è meglio che io ti stia lontano. Non sarei dovuto venire." E dicendo così la lasciò sola nell'ufficio.


Isabel si sedette guardando la porta chiusa.

Si sentiva nello stesso modo in cui si era sentita quel giorno in caffetteria.

Stranita.

Ferita, si era sentita molto ferita quando lui le aveva detto di andar via.

Chiuse gli occhi.

Strinse con forza i poggia bracci della sedia.

Strinse forte le labbra, scuotendo la testa.

Non le piaceva come si stesse sentendo, si sentiva così abbandonata.

Non avrebbe dovuto sentirsi così.

Il suo corpo era in tensione, pronto a fare uno slancio per alzarsi e correre a bloccarlo.

Il suo corpo non doveva reagire in quel modo, ma lo stava facendo.

Lei non ne capiva il motivo.

Tirò su col naso e si passò una mano sulle guance.

Si rese conto che stava piangendo, non sapendone il perché.

Non riusciva a comprendere cosa le stesse succedendo, ogni volta che incontrava Dae-hyun si sentiva sempre così stranita in balia di mille emozioni a cui non riusciva a dare un nome.

Afferrò il telefono, fece un respiro profondo.

Doveva annullare il pranzo con Chung-hee, e sapeva che non avrebbe gradito.

Doveva ricomporsi, non poteva farsi domande stupide su Dae-hyun, non poteva pensare ad altro, avrebbe avuto dei giorni difficili ed estenuanti a dover fare il lavoro di suo padre.


30 DICEMBRE 2017 SERA TARDA

Isabel si trovava nel suo club era con Chung-hee, Hae-eun e Dashimen, finalmente aveva avuto un momento di pace, suo padre era tornato dal Giappone in serata e il giorno dopo lei non si sarebbe più dovuta occupare di nulla.

Si sentiva sollevata di avere Dashimen al suo fianco, che era capace di farla sentire rasserenata, era anche felice del fatto che ci fosse Hae-eun con loro che avrebbe sopportato il suo amico.

Aveva passato dei giorni veramente intensi a lavoro a doversi occupare di tutto. Chung-hee non era stato neanche d'aiuto a tutto lo stress, ogni sera quando lei rincasava, lui si lamentava in continuazione dell'orario tardo e poi continuava a lamentarsi della proposta di matrimonio che non avrebbe mai voluto fare davanti a tutte le persone.

Lei aveva retto bene, non aveva mai perso la pazienza, era stata comprensiva con lui e l'aveva provato ad ascoltare, nonostante avesse solo voluto riposare o tappargli la bocca con dello scotch bello spesso.

In quel momento al club stavano parlando tutti di come stava andando l'indagine sui fratelli di Do-yoon, e sul fatto che ispettore era diventato proprio la persona che loro avrebbero voluto diventasse cioè uno degli amici di Chin-hae.


"Quindi tutto procede?" chiese Isabel prendendo una nocciolina e sgranocchiando.

"Così sembrerebbe... mi hanno detto che le prove sono abbastanza." Rispose Hae-eun tornando al suo drink.

"Possiamo mettere finalmente un punto a questa storia?" chiese infastidito Chung-hee, era stanco di parlare ancora della morte di Do-yoon. Faceva male, avrebbe voluto non saperne più nulla.

"Sai essere veramente fastidioso quando hai la luna storta" disse Hae-eun rivolgendosi al suo amico "Come mai di cattivo umore?" lo pungolò.

"Non sono di cattivo umore, siete riusciti nel vostro intento e che non c'è bisogno di parlarne ancora." Disse piccato.

"Ci siamo incontrati tutti per avere aggiornamenti." Disse Isabel puntigliosa, prendendo altre noccioline e mangiandole annoiata, cercando di concentrarsi su quelle e non sul fastidio che provava da giorni per via delle tante lamentele.


Dashimen sorseggiava la sua birra e osservava Isabel che sembrava molto stanca e a tratti spenta.

"Ti ordino un hamburger?" chiese Dashimen intromettendosi nel discorso.

"Oh!" esclamò lei voltandosi a guardarlo con una luce negli occhi, come se si fosse improvvisamente innamorata.

Dashimen soffocò una risata, ma sorrise gentile.

"E se poi non entra nell'abito da sposa?" ghignò Hae-eun dando una leggera botta a Chung-hee sul braccio, il ragazzo in questione s'irrigidì di più.

"Si allarga." Disse Isabel facendo la linguaccia a Hae-eun.


Hae-eun roteò gli occhi e guardò il suo amico vicino, studiandolo per un attimo.

"Cosa c'è che non va? Abbiamo cambiato argomento in sordina. Perché sei così di cattivo umore?" chiese diretto.

Isabel si voltò a guardare Chung-hee, lui continuava a essere così brontolone.

"Sei di cattivo umore?" chiese lei suonando sarcastica.

"Lo sai il perché." Disse secco.

"Si sono giorni che ripeti sempre la solita cosa, giorni in cui sai che sono stati lavorativamente faticosi. " disse lei con tono piatto.

Chung-hee sbuffò sonoramente, incrociò le braccia al petto infastidito.

Dashimen guardò la coppia in modo sospettoso, qualcosa non andava c'era tensione tra entrambi, e non era una novità tra Chung-hee e Isabel c'erano stati altri momento di tensione in passato.

"Cosa c'è che non va?" chiese confuso Dashimen.

"Nulla... lui non vuole che domani ci sia la proposta di matrimonio." Disse annoiata lei.

"Odio il fatto di doverla fare pubblicamente, e in special modo al capodanno organizzato a casa Chiang." Disse risentito.

"Oh..." sussurrò Dashimen guardando Isabel che era tornata a dare il suo interesse alla ciotolina con le noccioline.

"Perché fai il moccioso? Suo padre vuole che sia un qualcosa di pubblico, e con Chin-hae abbiamo concordato che il giorno dopo pubblico tutto, ho già fatto scrivere l'articolo." Lo rimproverò Hae-eun guardandolo in malo modo, e prendendo nuovamente il suo drink tra le mani, scuotendo il capo.

"Ormai è deciso" disse Isabel facendo spallucce e continuando a prendere le ultime noccioline.

"Io non sarò presente" sospirò Dashimen.

"Non ti lamentare anche tu ragazzino!" disse Hae-eun guardandolo male.

"Mi perderò la faccia imbarazzata di Isabel" fece il drammatico Dashimen ridendo subito dopo, provando a stuzzicare Isabel.

"Io so come avere un contegno. Apparirò super sorpresa e felice!" esclamò lei fingendosi estasiata.

Dashimen trattenne una risata e fece una finta smorfia disgustata per via della troppa enfasi che ci aveva messo.

Le sorrise, facendole l'occhiolino e lei sorrise di conseguenza sembrandole grata.

"Appunto, sarai falsa, sarà tutta una falsa." Disse puntiglioso Chung-hee infastidito.

"Sai dirmi cosa non lo è?" chiese Hae-eun con aria annoiata, consapevole che Chung-hee stava per aprire un dibattito super barboso e lamentoso.

"Avrei voluto fare le cose in maniera diversa, una cena solo io e lei e una sorpresa" disse all'amico.

"Oh.. perché Isabel ama le sorprese e le cose romantiche" disse Dashimen con tono ironico guardando prima lui e poi la ragazza che fissava la ciotolina delle noccioline vuota.

"Isabel?" chiamò.

"Ho fame." Disse lei con aria depressa.

"Sei incorreggibile, ma stai ascoltando qualcosa?" rise Dashimen.

Lei si voltò a guardarlo aggrottando la fronte scettica, dopo di che sbuffò. "Si sta lamentando, che vorrebbe fare un grande gesto e non può. Lo so, sono giorni che si lamenta sempre della stessa cosa." disse lei con aria annoiata e scuotendo la testa.

"E sono giorni che tu mi rispondi in questa maniera annoiata."

"Vuoi che ti dico di smetterla di lamentarti? Che diventi acida?" disse lei sbuffando sonoramente e fulminandolo con lo sguardo.

"Vorrei avere il tuo appoggio." Disse lui con risentimento.

"Il mio appoggio te l'ho dato tre giorni fa, quando hai cominciato a lamentarti. Ti ho detto che mi dispiaceva che dovevamo fingere, ma che sarebbe stata l'ultima volta. Che da dopo sposati avremmo potuto decidere più liberamente. Ti ho anche proposto di andare a Las Vegas e rifare il matrimonio a modo nostro!" disse lei guardandolo stremata dal dover ripetere la conversazione.

"Il massimo del romanticismo." Disse con tono sarcastico e acido Chung-hee.


Isabel sbuffò di nuovo, sentendosi irritata. Ci stava provando a fare la buona a non urlargli contro, ma Chung-hee rendeva quell'impresa veramente impossibile.

Erano stati realmente tre giorni stremanti per lei tra il lavoro Chung-hee che si lamentava, e la confusione che le aveva lasciato Dae-hyun.

Guardò ancora la ciotolina rimasta vuota, pensò alle noccioline che Dae-hyun aveva chiesto quella sera nel suo club, la sera in cui lui l'aveva seguita fuori e l'aveva baciata. Non avrebbe voluto che la proposta fosse a casa Chang, specie per come si erano concluse le cose tra lei e il ragazzo in quella maniera strana e confusa.


"Sono tre giorni che fa così?" chiese Hae-eun strabuzzando gli occhi.

"Si." disse lei destandosi dai suoi pensieri.

"Perché non l'hai ancora ammazzato?" chiese Dashimen stupito.

"Sono in modalità zen... ma le noccioline sono finite e ciò non aiuta il mio zen, sto cominciando a perdere la pazienza." Disse lei con un sorriso tirato finto angelico.


"Noccioline?" disse una persona vicino al tavolo appena arrivata.

Isabel alzò lo sguardò su di lui, arricciò le labbra e lo guardò fisso.

Sentì improvvisamente il cuore cominciarle a battere forte e del calore invaderla tutta.

"Dae-hyun" disse Hae-eun alzandosi in piedi e sorridendo.

"Ehi amico" sorrise abbracciandolo e dandoli un paio di pacche sulla schiena.

"Come mai qui?" chiese invece Chung-hee rimanendo seduto comodo e assottigliando lo sguardo.

"Vengo spesso al club..." disse tranquillamente, poi si avvicinò al tavolo, s'inclinò con il busto, sorrise a Isabel, appoggiò il piattino delle noccioline.


Isabel rimase per un attimo incatenata al suo sguardo, non si aspettava di rivederlo, pensava che sarebbe sparito di nuovo, invece era di nuovo lì, probabilmente pronto all'attacco.

Proprio non lo comprendeva, e non capiva cosa lui volesse davvero. Dae-hyun stava avendo la capacità di destabilizzarla.


Dashimen vicino a lei si sporse leggermente e prese il piattino, tirandolo verso di sé.

Dae-hyun alzò lo sguardo sul ragazzo un po' incuriosito, l'aveva già visto in passato girare intorno a Do-yoon, ma non lo aveva mai visto far parte dell'elitè.

Dashimen di conseguenza sorrise sfidante.

"Chang Dae-hyun, piacere" disse Dae-hyun composto come sempre.

"Kyo Dashimen." Rispose alzandosi in piedi e porgendo la mano al ragazzo.

"Lui è un mio amico." Disse Isabel rimanendo seduta e rivolgendosi a Dae-hyun.

"Lo avevo immaginato, vi ha fatto conoscere Do-yoon?" chiese poi, facendo raggelare tutti al tavolo, solo nominare Do-yoon creava sempre tensione in tutti loro.

"Si, era suo amico" disse Isabel l'unica non per niente toccato dal sentire il nome dell'uomo.

"Kim..." sussurrò indeciso.

"Cosa?" chiese lei perplessa sbattendo le palpebre.

"Dovrei parlare con te in privato, se non ti dispiace" disse lui facendosi improvvisamente serio.

"Isabel è occupata al momento." Disse Chung-hee mettendo un braccio intorno alla spalla della ragazza.

Dashimen si voltò a guardare la coppia e in particolare Isabel che invece guardava solo Dae-hyun di fronte a sé con intensità.

"Se è per lavoro, possiamo incontrarci domani? Non hai risolto i problemi del contratto?" chiese lei in modo professionale, lui aveva detto che ci avrebbe pensato, forse aveva cambiato idea.

"No, il contratto va bene. Devi solo far firmare tuo padre l'anno nuovo, e dopo di che apporto anche la mia firma."

"Bene. Se non hai nulla da dirle di lavoro. Allora non avete nulla di cui parlare." Disse schietto Chung-hee rimettendosi in mezzo.


Isabel guardò il suo futuro marito, infastidita del fatto che si stesse intromettendo, sapeva però che Chung-hee non era per niente d'accordo che lei si vedesse con lui.

La sera prima dell'incontro di lavoro all'azienda di Dae-hyun, avevano litigato parecchio, e lei non aveva mai menzionato che lui fosse andato da lei qualche giorno addietro.


"Chung-hee... smettila." Provò a dire Hae-eun preoccupato, guardava Dae-hyun che comunque non faceva una piega, non sembrando neanche in modalità sfidante, e ciò era strano, ma conoscendolo sapeva che bastava anche solo una parola a farlo entrare in modalità distruttiva.


Dashimen in quello stesso istante si sedette di nuovo e senza farsi vedere prese la mano di Isabel da sotto il tavolo, sapendo che lei si stava innervosendo, e no per l'assenza di cibo, ma perché Chung-hee si stava intromettendo in qualcosa che erano affari di lavoro.


"Non ti immischiare." Disse Chung-hee con rabbia ad Hae-eun, fulminandolo con lo sguardo.

"Vorrei evitare che ci fossero problemi." Disse Hae-eun guardandolo con rimprovero.

"Il problema c'è, perché lui gira fin troppo intorno alla mia ragazza." Disse alzandosi in piedi con aria di sfida.


Isabel e Dashimen si scambiarono uno sguardo preoccupante.


"Le devo solo parlare, non è un reato parlare con qualcuno. Anche se fosse, direi che dovrebbe rispondere Isabel e non tu in sua vece." Sogghignò.

"Se parlo io è perché so cosa Isabel vuole. Fidati non vuole parlare con te." disse secco Chung-hee stringendo i pugni.


Dashimen diede una leggera bottarella a Isabel, e le comunicò con lo sguardo di alzarsi e di intervenire.

Isabel alzò gli occhi al cielo stizzita e si alzò in piedi.

"Dae-hyun..." sussurrò con voce candida, Chung-hee vicino a lei si voltò a guardarla di scatto, irrigidendosi.

"Isabel..." disse lui soave.

"Mi spiace... ma non posso venire a parlare con te, stavamo discutendo di alcune cose prima che arrivassi tu. Scusa ma sei arrivato proprio in un brutto momento." Provò a scusarsi lei gentilmente.

"Ti scusi?" la guardò allibito Chung-hee "Non dovresti scusarti con lui. Si è intromesso quando non avrebbe dovuto." Disse in modo ostile.

"Scusalo, è nervoso.." provò a dire lei, rivolgendosi a Dae-hyun e ignorando il modo di fare del suo fidanzato.

"Comprendo che sia nervoso, ma io devo parlarti con urgenza." Disse lui non smuovendosi da dov'era.


Dashimen guardò Isabel che sembrava molto tesa, e indecisa su cosa dire.


"Ti ho detto che a lei non ti avvicini." Urlò Chung-hee sbatte la mano sul tavolo, la ciotolina con le noccioline si rovesciò.

Isabel la fissò per un istante e dopo chiuse gli occhi sofferente.


"Smettila." Disse Dashimen alzandosi in piedi di nuovo e fronteggiando Chung-hee guardandolo con rabbia.

"Non t'intromettere."

"Sei tu che non dovresti comportarti così. La stai mettendo a disagio. Stai complicando le cose. Isabel lavora con lui. Non m'interessa quale problema hai con questo tizio, non dovresti creare problemi a Isabel." disse con aria di sfida.

"Non crea nessun problema." disse Dae-hyun pacatamente rivolgendosi a Dashimen che lo guardò studiandolo attentamente .

"Isabel non è responsabile dei suoi comportamenti. Kim va tutto bene?" chiese poi preoccupato.


"Si. Va tutto bene. Dae-hyun penso che dovresti andare" disse lei sembrando dispiaciuta.

Dae-hyun la guardò a disagio e poi si voltò verso Hae-eun "Puoi venire al mio tavolo? Dovrei parlarti." Disse secco.

"Si... vengo io." rispose a disagio, non comprendendo l'atteggiamento di Dae-hyun, che non stava provocando o sfidando nessuno, anzi sembrava in pensiero, e raramente lo aveva visto così.


Angolo dell'autrice:

Ho preferito interrompere così... continua il tutto nel prossimo capitolo.

È andato un po' tutto per le lunghe.

Direi che vi lascio così, spiegherò tutto nel prossimo capitolo!

P.s. il primo incontro di Isabel e Dae-hyun era già stato menzionata da isabel nello scorso capitolo! 

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