CAPITOLO 25 CHAEBOL
CAPITOLO 25 CHAEBOL
10 DICEMBRE 2017
Isabel e Dae-hyun uscirono dal negozio, Isabel alzò lo sguardo verso il ragazzo, era pronta a scappare via, avevano passato fin troppo tempo insieme, molto più di quanto lei avesse mai voluto.
"Stai per congedarti in modo educato per poi scappare via vero?" chiese lui dopo averla osservata un attimo.
"Direi che abbiamo passato troppo tempo insieme" disse lei tornando astiosa nei suoi confronti.
"Ed è stato tanto male? Ti ho anche aiutato a scegliere un regalo perfetto" chiese lui, incuriosito dalla risposta che lei gli avrebbe potuto dare.
Isabel s'immobilizzò a guardarlo, non era stato male il momento in negozio, lui era stato anche molto accondiscendente, dopo la chiacchierata su Do-yoon non l'aveva più provocata in alcun modo, anzi si era azzittito e aveva solo provato veramente ad aiutarla.
"Direi di non rovinare tutto, aggiungendoci altro." Disse lei, non riuscendo a mentire.
"Penso sarebbe carino se tu mi ringraziassi con un caffè, di fronte a noi c'è una caffetteria." Provò a proporre lui facendo il vago indicando il locale dall'altro alto della strada.
"Ehm.. io.." non riuscì a rispondere che il suo telefono cominciò a squillare. "Scusami" disse con fretta, aprendo poi la borsa e rifacendo la caccia al telefono brontolando mentre non lo trovava.
Dae-hyun trattenne una risata mentre la osservava rapito.
Aveva da poco compreso il perché Do-yoon si fosse avvicinato a lei, il perché Hae-eun ne aveva tenuto le distanze e il perché Chung-hee ci stesse insieme.
Lei era un'estranea nel suo mondo, diversa da tutte le chaebol conosciute, diversa da chiunque, era fatta di mille sfaccettature, che chi come lui, annoiato e stanco ne, era attratto.
Do-yoon aveva sicuramente visto questo in lei, aveva notato la sua diversità e le si era avvicinato immediatamente, prima che chiunque potesse notarla, Do-yoon aveva sempre apprezzato ciò che era raro e distante dal loro mondo fatto sempre delle solite situazioni, solite persone, e soliti comportamenti. Il loro mondo che risultava essere il meglio che c'era, sapeva essere anche così assolutamente banale e noioso.
"Aboj, si ho comprato il regalo a breve torno in ufficio. Si, ho il cambio andiamo insieme a cena da Chung-hee." Disse Isabel al telefono.
"Passamelo" disse Dae-hyun aprendo la mano davanti a sé.
Isabel fece segno di no con la mano e cercò di azzittirlo gesticolando.
"Isabel passami tuo padre." Disse con voce rude Dae-hyun avvicinandosi al telefono così che il signor Kim lo sentisse.
"Come? Chi è con me?" trillò Isabel che guardò Dae-hyun con la faccia adirata.
"Il figlio dei Chang. Dae-hyun, l'ho incontrato per caso." Disse Isabel costretta dal padre che continuava a chiedere.
Isabel sbuffò e porse il telefono al ragazzo che aveva un ghigno soddisfatto stampato in volto.
"Pronto signor Kim, salve è un piacere sentirla." Disse immediatamente con voce soave.
Isabel sbuffò sempre di più brontolando a bassa voce infastidita.
"Ho incontrato sua figlia, l'ho aiutata a comprare un regalo per il battesimo, ora le avevo chiesto di andare a prendere un caffè con me, però se deve rientrare in ufficio, direi che faremo un altro giorno." Disse tranquillamente Dae-hyun con far da piacione.
Isabel continuava a brontolare infastidita, sapendo già per certo che Dae-hyun avrebbe convito suo padre a non farla andare in ufficio.
"Oh, è sicuro? Può rimanere con me? Perfetto, così ne approfitto per discutere con sua figlia del prossimo rinnovo del contratto, avevo pensato a ridurre il costo dei materiali e se per lei andasse bene anche a far si che i nostri accordi si prolunghino. Direi che rinnovare ogni sei mesi è un po' una seccatura per entrambi non trova?" continuò a dire lui con voce amabile, ma ghignando in direzione della ragazza che spalancò la bocca, continuando a guardarlo un misto tra stupita e irritata dal fare di lui.
"Certo, sono pienamente d'accordo, valenza per un anno è perfetto. Dico a sua figlia che ci lavoreremo insieme. Salve signor Kim è stato un piacere sentirla." E così dicendo chiuse la chiamata passando il telefono a Isabel soddisfatto.
"Te l'hanno mai detto che sei un bastardo?" chiese lei guardandolo basita.
Lui per giusta risposta scoppiò a riderle in faccia, soddisfatto da ciò che lei avesse appena detto.
"Ti fa ridere?" chiese lei sgarbatamente.
"Si, mi fa sorridere al dire il vero." Disse lui sorridente.
"Ti piace quando qualcuno ti dia del bastardo?" disse lei incredula.
"Mi piace quando qualcuno si fa vedere per quello che è" annuì lui con la testa.
Isabel rispose con una smorfia, arricciando le labbra, si voltò a guardare l'altra parte della strada, consapevole di non poter andare via.
"Allora muoviti. Andiamo a prendere questo caffè." Disse con aria stizzita incamminandosi.
Entrambi si avviarono nella caffetteria, si andarono a sedere a un tavolino ordinando velocemente.
"È stato piuttosto semplice convincere tuo padre" disse Dae-hyun riaprendo la conversazione e gongolando per la sua vittoria.
"Penso che tu gli piaccia, siete simili" disse lei con uno sbuffo.
"Può essere... anche se spero di essere meglio di lui." disse piacione lui.
Isabel voltò lo sguardo e si zittì guardando fuori dalla grande vetrata.
"Come spiegherai quest'appuntamento al tuo fidanzato?" chiese lui incuriosito.
"Non è un appuntamento." Disse secca lei continuando a non guardarlo, non aveva mai detto a nessuno di quei piccoli incontri avuti in precedenza con Dae-hyun.
Proprio a nessuno, aveva mai menzionato quel bacio avvenuto nei corridoi del suo hotel, neanche a Dashimen.
"Giusto è un rapimento!" esclamò lui provando a fare una battuta.
Lei roteo gli occhi continuando a guardare fuori.
"Quindi?" chiese lui di nuovo.
"Non vedo perché dovrei spiegargli qualcosa." Disse lei piccata.
"Non sa che mi conosci?" chiese lui stupito.
Lei si voltò a guardarlo freddamente "Chung-hee sa quel che deve sapere." Disse puntigliosa.
"Posso farti una domanda?" chiese lui mostrandosi più gentile.
"Perché non le fai anche senza il mio permesso?" chiese lei guardandolo in malo modo non capendo perché chiederle una cosa del genere.
"Lo prendo per un sì! Quanto bene conosci Hae-eun?" chiese sospettoso.
"Hae-eun? Non molto. Cosa t'importa?" chiese le stranita per quella domanda, non comprendendo il collegamento tra i due.
"Nulla, ero curioso, io e lui siamo amici. Non ti ho mai vista con lui." disse lui minimizzando e facendo un'alzata di spalle come se non fosse importante.
"Siete amici? Lo pensa anche lui?" provocò lei, non credendo a quella possibile amicizia, specie perché sapeva che a Chung-hee non piaceva per nulla Dae-hyun.
Dae-hyun fece un sorriso sghembo e si azzittì pensieroso.
Lei continuò ad osservarlo concentrata, era difficoltoso capire le varie situazioni passate, specie essendone all'oscuro.
"Io e Hae-eun eravamo inseparabili, lo siamo stati per tutte le superiori. Io c'ero sempre per lui, qualunque cosa lui voleva per me era un si." disse lui pensieroso.
"Non sembri uno che fa qualcosa per qualcuno." Disse lei dubbiosa.
"Infatti, lui era l'eccezione. È il mio punto debole. Lo è sempre stato." Disse sembrando arrabbiato.
"Perché me lo stai dicendo?" chiese lei stupita da quella confidenza.
"Perché tu non lo userai contro di me. Non potresti comunque, Hae-eun non è più il mio punto debole. Da anni ormai." Provò a correre ai ripari lui, rimangiandosi quello appena detto.
"Non siete amici." Disse lei, mentre continuava a studiarlo incuriosita, non si aspettava che Dae-hyun di punto in bianco intavolasse una conversazione di quel tipo, così intima.
"No, per via di una litigata che avemmo anni fa, con quella litiga ho chiuso con lui."
"Ne parli come se ne fossi stato innamorato, come se ti avesse spezzato il cuore." Disse lei cercando di capire se Dae-hyun sapesse che il ragazzo era gay. Se lo sapeva voleva dire che quello che stava dicendo era vero, che erano stati realmente molto amici.
Dae-hyun sbuffo una risata, scuotendo la testa con forza.
"Mio fratello gemello all'età di sei anni..."Si bloccò non riuscendo ad andare avanti nello spiegarsi "cazzo." Disse tra i denti distogliendo lo sguardo da lei.
Isabel fece una cosa che non avrebbe mai pensato di fare, si sporse in avanti con il corpo allungando la mano e toccò quella del ragazzo che era sul tavolo e stringeva un tovagliolino di carta.
Dae-hyun guardò le loro mani, non riuscendo a guardare in volto la ragazza.
"Lo so." Disse con tono gentile "Per far parte del vostro mondo devo essere informata. Do-yoon mi ha detto tutto quello che sapeva su chiunque. Tralasciando però le cose che riguardavano lui Chung-hee e Hae-eun. Quindi tralasciando il vostro legame. Non hai bisogno di dirmi il perché eravate tanto uniti. L'ho già capito." Disse lei seria.
Dae-hyun alzò lo sguardo su di lei, la guardò stupito che lei avesse già capito tutto senza che lui avesse modo di spiegare.
"Non ci vuole un terapista a capire cosa ho fatto." Disse lui serio.
"No, hai sostituito tuo fratello con Hae-eun. Non comprendo il perché non siate amici a questo non posso arrivarci." Disse lei tranquillamente, lasciando la mano di Dae-hyun e riprendendo il suo solito contegno.
Si mise più dritta sulla sedia, continuando ad osservarlo, cercando di capire se quello che vedeva fosse realmente disagio.
Dae-hyun prese un fazzoletto di carta e cominciò a giocarci stropicciandolo nervoso.
"Tanti trascorsi. Non so se posso dirteli. Sono cose di Hae-eun, private che pochi sanno." Disse lui pensieroso, non poteva dire che Hae-eun era gay, per quanto non fossero più amici, lui gli voleva bene, non lo avrebbe mai tradito.
"Forse quel problema che c'era tra voi due è sparito ora, non trovi?" chiese lei riferendosi a Do-yoon e all'amore che Hae-eun provava per lui.
"Si. È sparito. Ma non si può tornare indietro." disse lui piccato.
"Si a volte non si può tornare indietro e aggiustare il passato si può solo lasciarlo andare." Annuì lei sembrando un attimo triste.
Lui la studiò un attimo, poi afferrò il suo bicchiere di Americano freddo e diede un sorso.
Lei fece lo stesso bevendo il suo caramel coffe.
"Si può anche lasciar andare il presente e crearsi un futuro diverso. Chung-hee sa quel che deve sapere. Ergo non sa di me." Disse lui ripetendo le sue parole.
"Lo chiamo lo faccio unire a noi, ti va?" provocò lei.
Lui rise di nuovo, "Non c'è bisogno. Voglio solo sapere perché non sa di me." Chiese lui non capendo perché lei non gli avesse mai detto nulla, e non si fosse confidata.
"Perché non sei importante. Non fai parte della mia vita. Tu per me non sei niente."
"Ci siamo baciati." sottolineo lui sfrontatamente.
"Ero ubriaca, arrabbiata e non in me. Avrei potuto baciare chiunque. Mi sono fermata, sono andata via." Disse lei tranquillamente.
"Sei qui con me." Ghignò lui.
"L'ho scelto io?" chiese lei.
"Mi hai chiamato bastardo. Direi che potevi anche rifiutarti." Canzonò lui.
"Mio padre." Disse lei
"Isabel" disse diventando serio di nuovo.
"Posso essere tante cose, ma non una spia. Posso avere traffici illeciti, giocare con chiunque, minacciare le persone. Avere anche più potere di mio padre, che lo sappiamo è solo un ubriacone buono a nulla. Non ho neanche una morale, se so che posso guadagnarci. Hai ragione a volermi stare alla larga, perché sai queste cose. Non andrei a crearti un problema del genere con tuo padre, non avrei niente da guadagnarci." Spiegò lui pacatamente, senza alcun senso di vergogna, era così lo sapeva, e lui si piaceva in quel modo.
Lei annuì con il capo, soppesando a ciò che aveva appena sentito.
Il fatto che lui si dimostrava così schietto e diretto, e che non nascondeva ciò che era, era una cosa che lei apprezzava molto.
Preferiva giocare a carte scoperte.
"Perfetto, fai le cose perché ci devi sempre guadagnare qualcosa. Ora la mia domanda è sempre la stessa e spero che tu risponderai onestamente. Che cosa vuoi da me?" era il momento di mettere nero su bianco e che lui le dicesse la verità su tutto.
Lui si azzittì a corto di parole.
"Chang? Ci sarà un motivo del perché hai deciso di intrometterti nella mia vita. Dillo? Vuoi creare un problema a Chung-hee, vuoi vendicarti usando me." Disse lei pensando fosse quello il motivo.
"Pago io i caffè. Sei libera di andare via se non vuoi restare qui." Disse lui non rispondendo alla sua domanda.
"Cosa?" chiese lei non aspettandosi una risposta del genere.
"Non ho una risposta. Non voglio vendicarmi di Chung-hee, non m'importa di lui. Non ho una risposta da darti al momento. Non so il perché mi sono intromesso. Sei libera di andare." Disse lui secco.
"Non hai una risposta?" chiese lei sentendosi improvvisamente ferita, senza saperne il motivo.
"No. Vai via." Disse con tono duro.
Lei si alzò di scatto dato il tono usato, annuì con la testa e lasciò il tavolo andando via senza una parola, sentendosi sia ferita che basita dal suo comportamento.
16 DICEMBRE 2017
Isabel si trovava a casa del fratello per via del battesimo della bambina.
Per via degli arresti domiciliari erano stati invitati solo i familiari più stretti, e per disappunto di Isabel anche una persona che sperava di non rivedere.
Chung-hee vicino a lei strinse un po' di più la presa sul suo fianco sorridendole gentile.
Il flash della fotocamera scattò di nuovo immortalando per la trentesima foto tutta la famiglia riunita in quel soggiorno sfarzoso, della grande villa in cui ormai risiedeva suo fratello.
"Isabel-iss può prendere la bambina in braccio, sarebbe gradito uno scatto così" sorrise il fotografo cordiale.
Isabel, si voltò a guardare per un attimo suo padre che fece segno di si con la testa, annoiato a morte anche lui per via delle troppe foto che la nuora insisteva a volere.
Isabel si avvicinò alla cognata per prendere la nipote tra le braccia, il fotografo le fece segno di rimanere tra la cognata e il fratello.
Isabel sorrise falsa e strinse un po' di più la bimba tra le sue braccia.
Il flash apparì di nuovo, immortalando un altro falso momento di finta allegria.
"Perfetto abbiamo concluso" sorrise il fotografo.
Il signor Kim, fece un sospiro di sollievo così come anche Isabel.
Entrambi sollevati che quella tortura fosse finita, si scambiarono un'occhiata d'intesa, dopo di che il signor Kim si avvicinò al fotografo e al reporter per concordare insieme l'articolo sul giornale. Come sempre Sung-jo seguì il padre tallonandolo per sentire qualunque cosa dicessero.
Isabel davanti alla scena patetica del fratello, trattenne un'espressione di esasperazione e disgusto, voltandosi immediatamente verso la cognata per riconsegnarle la figlia.
"Perché non la tieni un po' tu, infondo non l'hai mai vista questa è la prima volta, e poi sei sua zia" sorrise la cognata provando ad essere gentile, ma volendosi liberare per un attimo della figlia, come se ne avesse bisogno, in fin dei conti lei con la bambina non ci stava mai, al meno che non fosse il caso di mostrarla a chiunque come se fosse un diamante appena ricevuto in dono.
"Va bene" Isabel strinse di più la bambina.
Tornò verso Chung-hee che le sorrise dolcemente.
"È carina" disse osservando meglio la bambina.
"Si è molto carina" annuì Isabel non guardando per niente la bambina.
"Non la guardi neanche, come fai a dire che è carina?"
"La maggior parte dei bambini lo sono." disse lei scuotendo un po' le spalle, e cercando di reggere meglio la bambina.
"Pensavo ti piacessero i bambini." Disse Chung-hee stranito, dalla reazione della fidanzata.
"Si, mi piacciono i bambini. Lei sicuramente mi potrebbe piacere, ma non credo sia il caso di affezionarmi, dato i rapporti che abbiamo e anche per il modo in cui crescerà. Sarà uguale a loro sicuramente." Disse lei con tono basso per non farsi sentire dalle altre persone nella stanza.
Si voltò a guardare il centro della sala.
Lui era lì e la osservava, da quando era entrata in casa, non aveva mai distolto il suo sguardo.
Lei cominciava a sentire altamente irritata.
"Tuo padre ha finito di parlare, vado da lui, va bene se ti lascio sola?" chiese Chung-hee cercando di richiamare la sua attenzione.
"Perché devi parlare con mio padre?" chiese lei confusa, con la mente altrove.
"Per chiedergli se possiamo sposarci?" disse lui perplesso.
"Ah... vuoi chiederlo stasera?" chiese lei incerta che fosse la giornata giusta.
"Si, può essere che lo metta di buon umore." Provò a suggerire lui.
"Nulla potrà metterlo di buon umore, oggi sembra molto furioso." Disse lei perplessa, non sapeva perché il padre stesse in quello stato, pensava che fosse perché non si aveva nessuna notizia del caso dei fratelli Lee e dell'omicidio di Do-yoon.
"Ci provo" disse lui.
Lei annuì con il capo "Vado verso la porta finestra che dà sul giardino, si sta agitando per la troppa confusione" lo informò lei, guardando poi la bambina che sembrava essere diventata un'anguilla tra le sue braccia.
"Perfetto, a dopo" disse lui dandole un leggero bacio tra i capelli e allontanandosi per raggiungere il signor Kim.
Isabel si voltò a guardare il centro della stanza.
Assottigliò lo sguardo.
Pensò che fosse meglio prendere le dovute distanze, da lui che era lì e continuava a fissarla avido.
Non era felice di essere rimasta da sola, sapeva che lui si sarebbe avvicinato a lei, e che avrebbe solo provocato problemi.
Cominciò a dondolare la bambina tra le braccia, si avvicinò alla porta finestra aperta e prendere un po' d'aria.
In quella casa l'aria sembrava essere stagnante e si sentiva soffocare, avrebbe voluto lasciare subito quell'abitazione, ma erano costretti a rimanere fino alla fine della cena.
Strinse la bambina al suo petto mentre piano piano si stava calmando e addirittura addormentando probabilmente per via del calore del suo corpo.
La osservò realmente per la prima volta, si sentì improvvisamente rapita.
Rivedeva in quella bambina se stessa, e pensava a quanto sarebbe stata dolorosa anche la vita di quel piccolo esserino che aveva solo un paio di settimane di vita.
Forse si sarebbe potuta sbagliare, forse sua nipote sarebbe stata felice nella sua ignoranza, sarebbe cresciuta nel lusso più totale da vera chaebol avrebbe avuto tutte le attenzioni per se sarebbe stata diversa da lei
Isabel era una chaebol solo di nome, solo di ruolo imposto, non aveva niente della sua famiglia ed era cresciuta molto diversamente, lei non aveva mai vissuto nell'ignoranza e nel comodo.
No, lei, era stata sempre in un angolo, ignorata da chiunque sia per il breve periodo della sua infanzia a Seul, sia in America. Non aveva mai avuto un ruolo o un posto in tutto quello, era sempre stata un fantasma, fino a quando non era diventata grande, fino quando non si era classificata trentesima a quello stupido test dell'università e il padre aveva finalmente aperto gli occhi e aveva notato la sua intelligenza, e aveva deciso di sfruttarla e di imprigionarla, l'aveva fatta diventare un oggetto di cui lui era l'unico proprietario.
Forse quella bambina sarebbe stata diversa da lei, forse sarebbe stata giusta per quel mondo a cui lei non apparteneva.
"Ti trovo bene"
Isabel si riprese dai suoi pensieri, s'irrigidì improvvisamente, voltandosi di scatto con il volto, fulminandolo con lo sguardo.
"Ha-rin. Che cosa vuoi?" chiese a denti stretti, odiandolo con tutta se stessa, sapeva che si sarebbe avvicinato, era così scontato e detestabile.
Non si vedevano da un bel po' di anni, l'ultima volta era stata quando lui aveva provato a strozzarla.
"Parlare, e scusarmi" provò ad avere un'espressione patetica lui.
"Aigoo, di cosa di preciso? Di avermi strangolata o di essere andata da lui a raccontare una marea di stronzate" disse lei sprezzante, pentendosi quasi subito di aver nominato Yoongi.
Vedere Ha-rin le portava alla luce vecchi ricordi, dolorosi ricordi.
"Sai di lui? Oh sei riuscita a metterti in contatto con Yoongi?" chiese lui con una luce negli occhi.
"No, l'ho saputo per via traverse. Io non posso avvicinarmi a lui e anche se fosse non ne ho voglia" disse sprezzante.
"Ti è finalmente passata la tua cotta adolescenziale per quel relitto?" soffiò lui spregevole.
Isabel assottigliò lo sguardo, l'avrebbe volentieri preso a pugni in faccia.
Provava veramente tanto odio nei confronti di Ha-rin.
Sorrise spavalda.
"Si, ma a quanto noto a te non è passata la fissazione che hai per me" sputò lei fuori con disprezzo "Devi starmi alla larga Ha-rin" disse secca.
"Sai io non credo che ti sia passata la cotta... anzi penso di saperlo per certo." La pungolò lui.
"Oh si? Come lo sapresti? Ahhhh..." sorrise falsamente "La tua piccola spia, che non è stata neanche in grado di scoprire qualcosa, ma solo di fare danni... Come sta Yuri? Penso bene, deve essere felice di aver scampato un matrimonio con quel cretino di Jin-woo. Ora può continuare a sognare di stare con te" attaccò lei.
"Chi ti dice che lei non abbia trovato nulla?"
"Non vedo cosa possa aver trovato. Io non ho fatto nulla. Tra altro, ti do una bella notizia in anteprima... non so se hai notato Chung-hee è andato a parlare con mio padre. Indovina chi probabilmente si sposa?" ridacchiò lei.
"Ti sposi?" esclamò una voce vicino a loro.
Isabel si voltò di scatto, sbarrò gli occhi, non comprendendo come lui potesse essere lì.
"Chang." Disse secca, ma mostrando un'espressione sorpresa per una frazione di secondo.
"Kim..." sorrise in direzione della ragazza, si voltò a guardare Ha-rin con un piccolo ghigno sul volto "Ciao piccolo Sang, bentornato dall'esilio" ridacchiò lui in modo strafottente prendendo il giro il più piccolo.
"Come mai qui?" chiese lei guardandolo esterrefatta, non capiva perché lui fosse lì, pensava che dopo la caffetteria non si sarebbero mai più rivisti che lui l'avrebbe ignorata.
"Tuo padre, mi ha invitato, sembrava carino dato l'aiuto che ho dato alla vostra famiglia." Sorrise angelico lui.
Isabel lo guardò confusa, non sapendo a cosa si stesse riferendo.
"Piccolo Sang forse è il caso che ti fai da parte e mi lasci parlare con la ragazza." Disse Dae-hyun guardando Ha-rin che sbiancò in volto, avendo terrore di lui.
Isabel aggrottò la fronte alla vista di quello scambio di sguardi tra i due.
Appena era apparso Dae-hyun lei si era magicamente dimenticata che Ha-rin fosse lì vicino a loro, si era dimenticati di tutto intorno a lei, anche che tenesse la bambina addormentata tra le sue braccia.
"Si cert-oo" disse balbettando Ha-rin.
"Prendi anche la bambina, sta dormendo" comandò Dae-hyun.
Ha-rin annuì con il capo e fece per avvicinarsi a Isabel, ma Dae-hyun si frappose tra i due sotto lo sguardo indagatore di Isabel.
"Dalla a me" disse tranquillamente.
Isabel gli porse la bambina non capendo il perché di quel gesto e continuò incuriosita ad osservare Dae-hyun mentre passava la bambina ad Ha-rin sempre con un sorriso stampato in faccia, dopo di che gli fece segno di andar via.
"Tu sei strano" disse Isabel non capendolo.
"Pensavo che non volessi si avvicinasse troppo a te, pensavo di farti una gentilezza" disse lui tranquillamente, facendole però capire che era a conoscenza dei precedenti tra i due.
"Oh.. carino da parte tua" brontolò lei ironica.
"Ti sposi?" chiese lui tornando alla domanda a cui non aveva avuto risposta.
"Si." disse lei.
"Ecco perché osservavi gli abiti da sposa intensamente. Convinta della tua scelta?" chiese lui studiandola attentamente.
"Si." rispose lei diretta senza tentennare.
"Comprendo." Annuì lui distogliendo lo sguardo dalla ragazza e guardandosi in giro sembrando a disagio per la prima volta.
"Quale favore hai fatto alla mia famiglia?" chiese lei non riuscendo a trattenersi.
"C'è stata l'udienza di tuo fratello ieri. Tu non c'eri." Disse lui tornando a guardarla.
"Avevo un progetto, e avevo già confermato la mia testimonianza, non c'era bisogno che fossi presente."
"Ah... beh la tua testimonianza come quella di tuo padre è stata confermata da me. Ho detto che ho incontrato Sung-jo verso le tre di notte ed era appena arrivato al locale. L'omicidio c'è stato prima di quell'orario."
Lei assottigliò lo sguardo, contrariata da ciò che lui aveva fatto.
Non si sarebbe dovuto intromettere.
Se l'aveva fatto era perché voleva qualcosa in cambio ne era sicura.
"Lo so, sei contrariata. Non era quello che volevi. Avrai capito che il fatto che io abbia testimoniato causerà un abbassamento di pena. Anche perché penso tu non lo sappia ma il giudice è un mio parente alla lontana." La informò lui.
"Perché l'hai fatto?" chiese lei con astio.
"Rapporti d'amicizia tra famiglie potenti. Potere. Affari. Scambio di favori" disse lui sorridendo serafino.
"Buon per te, se ciò ti aiuterà ad avere ciò che desideri." Disse lei guardandolo in malo modo.
"Solo avendo potere si può avere quello che si desidera. Do-yoon lo sapeva, tutto quello che ha fatto era per avere più potere, e penso che ti abbia insegnato come fare."
"Non ho bisogno di questo potere. Non lo voglio." Disse piccata.
"Waoo... sei andata in pensione? Così giovane? Sei già stanca di tutti i sotterfugi del nostro mondo? Hai realmente deciso di sposarti e fare la casalinga carina?" rise lui punzecchiandola, non credendole, fece dei passi verso di lei accorciando le distanze.
"Si. Direi che non sono affari che ti riguardino, non credi?" chiese lei intimidatoria, non muovendosi di un passo e fronteggiandolo.
"Ti annoierai, una volta che incominci, è difficile smettere. Ti annoierà stare sotto gli ordini di tuo padre, come anche essere la mogliettina perfetta di Chung-hee. La tua vita diventerà piatta, non saprai più cosa voglia dire il rischio, lo stare sulle spine. Ti mancherà la scarica di adrenalina che provi ogni volta che vinci e ti appropri di potere." Disse lui con voce suadente vicino al suo viso, guardandola intensamente.
Isabel fece dei passi indietro finendo vicino alla finestra, non riusciva a distogliere lo sguardo da Dae-hyun.
La sua espressione era confusa, le parole del ragazzo l'avevano fatta sentire sempre meno sicura di tutto.
Aveva sempre voluto una vita tranquilla, lontano dalle problematiche, vivere in serenità con Yoongi.
Senza di lui avere quel tipo di vita forse non l'avrebbe mai soddisfatta.
Erano anni ormai che faceva parte di quel mondo fatto di maschere di sotterfugi di piani malefici.
Erano anni che non aveva una vita tranquilla.
Forse una vita tranquilla non sarebbe mai andata bene per lei.
"Non dici nulla?" chiese lui sorridendo.
"No, penso che non valga la pena risponderti." Disse lei cercando di sembrare sicura di se stessa, nonostante fosse confusa riguardo a tutto.
Lui sbuffò una risatina.
"Chung-hee sta venendo qui." Disse lei secca adocchiando il ragazzo che si stava avvicinando a loro con passo spedito.
"Come mi diverto" sussurrò lui voltandosi poi a guardare il ragazzo con aria di sfida.
"Chang." Disse Chung-hee appena fosse vicino.
"Choi" salutò anche lui usando il cognome.
"Hai parlato con mio padre?" si intromise Isabel sorpassando Dae-hyun e avvicinandosi a Chung-hee aggrappandosi al suo braccio.
"Si, ha detto che ne è felice." Disse Chung-hee tornando poi con lo sguardo a Dae-hyun che lo guardava con aria di sfida.
"Come mai vicino alla mia fidanzata?" chiese combattivo.
"Era venuto a salutarmi, stavamo chiacchierando, gli avevo chiesto se poteva per una sera sotterrare l'ascia di guerra nei tuoi confronti, così da non creare problemi e non rovinare la serata a tutti. Dae-hyun ha detto di sì, che non è qui per creare problemi." Rispose lei per conto del ragazzo che aveva puntato lo sguardo su di lei, stupito dalla bugia che lei avesse appena inventato.
"È così?" chiese Chung-hee.
"Certo, non sono qui per creare problemi" annuì Dae-hyun spalleggiando Isabel, fece un paio di passi verso Chung-hee porgendoli la mano.
Chung-hee la strinse riluttante.
"Direi che non è il caso di farci la lotta. Ci conosciamo da anni, quello che è successo tra tua cugina e mia sorella, può diventare passato." Propose affabile.
"Dae-hyun ti conosco, non sei una persona che mette una pietra sopra davanti a un torto." Disse duramente.
"Direi che per questa volta farò diversamente. Specie perché è stata Isabel a chiedermelo così gentilmente." Sorrise sbruffone lui.
Isabel s'irrigidì, guardando Dae-hyun con orrore.
"Vado da Sung-jo, vi lascio parlare." Disse con un ghigno dipinto sul volto e andando via lasciandoli soli.
Chung-hee aspettò che fosse lontano e si voltò poi immediatamente a guardare la sua ragazza.
"Devi dirmi qualcosa?" chiese lui incerto.
"No, ci ho parlato solo cinque minuti, è venuto lui da me, e gli ho chiesto se poteva non creare problemi, siccome siamo tutte persone adulte e mature." Mentì lei.
"Lui ti ha detto di sì, così tranquillamente?" chiese lui non credendoci.
"Si... non comprendo perché lo giudichi tanto male, sembra solo uno come tanti." Disse lei alzando le spalle.
"Ti ho già detto che non è una bella persona, e tu sai dei suoi traffici."
"Si, ma finché non da fastidio a me non vedo perché io debba essere sgarbata. Si è solo avvicinato e mi ha salutata, niente di più."
"Oltre quella volta che sei andata nella sua azienda non l'hai mai visto vero?" chiese lui riluttante.
"Mai, infatti si è ripresentato." Continuò a mentire lei.
"Lo sai non mi piace." Disse lui serio continuando a guardare verso Dae-hyun.
Lei strinse di più il braccio del ragazzo.
"Dobbiamo resistere solo un'oretta poi andiamo via, riesci?" chiese con voce dolce e gentile.
"Non so" sospirò irritato.
"Chung-hee... guardami." Ordinò lei e lui si voltò a guardarla.
"Dovremmo essere felici ora, mio padre ha detto di sì. Tempo un'ora e andiamo a casa. Penso che sia il caso di festeggiare con trovi?" sorrise smagliante lei, mentre con la mano andava dietro la schiena del ragazzo accarezzandoli lentamente la colonna vertebrale con un dita passandole per tutta la lunghezza, e fissandolo intensamente negli occhi.
"Mi stai proponendo quello che penso?" chiese lui incredulo sbattendo gli occhi.
"Si, Chung-hee, ho scelto te. Sposo te. Possiamo fare sul serio e no come una coppia di adolescenti alle prime armi?" provò a dire lei sorridendo dolce.
"Non sapevo come proportelo."
"Lo so, allora te lo propongo io. Penso sia giusto che lo facciamo ogni sera per il resto della nostra vita insieme." Disse lei con voce bassa mentre continuava a passare le dita sulla sua schiena.
Lui sorrise dimenticandosi di Dae-hyun che da lontano continuava ad osservarli senza alcun problema.
"Posso chiederti un leggero bacio, nonostante le persone nella stanza?" chiese lei alzandosi sulle punte.
Lui la baciò dolcemente e poi la strinse a sé.
Isabel mentre era stretta da lui, dirotto il suo sguardo su Dae-hyun.
Le sue parole in testa.
La tua vita diventerà piatta, non saprai più cosa voglia dire il rischio e lo stare sulle spine. Ti mancherà la scarica di adrenalina.
Angolo dell'autrice:
Non so il perché ma a me piacciono quando interagiscono Dae-hyun e Isabel!
Poi mi viene da scrivere un sacco!
Entrare nella psiche di Dae-hyun mi mette molto a disagio però... è un casino la sua testa. un casino ma anche semplice. Menziona un fratello gemello, Isabel lo blocca e dice che sa cosa è successo, io non dico nulla perché penso che uscirà, posso dire che non c'è più e che Isabel dice bene Dae-hyun è tanto legato a Hae-eun perché è come se ha sostituito il fratello, ecco perché tanto morboso come nel capitolo scorso.
La cosa che mi piace di Dae-hyun nonostante lo dico è uno stronzo, perché vuole esserlo. Lui è quello che è, non si nasconde e dice quello che pensa. Nel momento che le dice che non ha una risposta per lei e la caccia, realmente lui non ha una risposta in quel momento.
Probabilmente l'ha trovata dato che si presenta al battesimo.
Battesimo che doveva essere il grande ritorno di Ha-rin ma che è passato in secondo piano ahahaahah
Penso che Ha-rin sia destinato a essere sempre il perdente di turno.
Isabel... che dire di Isabel, nulla si sposa stop.
Crediamoci tutti che si sposa e si da alla vita da casalinga ahahahhah
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