CAPITOLO 24 DO-YOON AGAIN
CAPITOLO 24 DO-YOON AGAIN
06 DICEMBRE 2017
Dashimen entrò nella stanza segreta, senza far alcun rumore e rimanendo fermo a guardare di fronte a sé.
La camera ormai aveva solo le scrivanie con un paio di computer.
Isabel aveva finito di impacchettare tutto nei grandi scatoloni accatastandoli vicino a un muro, lasciando libero il passaggio per raggiungere mini frigo.
Quella stanza così vuota, spoglia di tavoli ricolmi di fascicoli, priva delle tre lavagne strategiche e piene di scritte colorate e foto, sembrava strana e rilasciava un senso di malinconia.
Dashimen sapeva che se fosse andato nell'appartamento di Isabel avrebbe provato la stessa malinconia, sapeva per certo che Isabel anche in sua assenza stava continuando con il trasloco.
Sembrava realmente la fine di tutto, lui e tutti i membri del gruppo dei bts più Yun-hee sembravano ormai rassegnati all'idea: che i due non sarebbero mai più tornati insieme. Questo pensiero era diventato una certezza specie dopo che lui aveva riunito tutti tranne Yoongi e aveva raccontato della chiacchierata avuta con il rapper.
Aveva cercato in loro consiglio, però nessuno aveva saputo dirgli niente, anche Taehyung sempre pronto a combattere per l'amore di quella coppia, si era tirato indietro dicendo solamente: Forse è meglio così.
Lo sguardò di Dashimen andò verso Isabel, seduta su una sedia girevole. La ragazza era quasi del tutto immobile come una statua, l'unico movimento che faceva era quello di far roteare un anello sulla scrivania. Un anello che sembrava attirare tutta la sua attenzione.
Era veramente atipico vedere Isabel lì dentro così tranquilla, la maggior parte delle volte la trovava a girare con la sedia con la musica ad alto volume o in movimento che saltellava da una lavagna all'altra cancellando e riscrivendo.
Quella stanza con Isabel dentro era sempre stata follia, e piena di movimento.
Era la prima volta che era una stanza così silenziosa e tranquilla.
Dashimen continuava ad osservarla in silenzio, senza saper bene cosa fare. Come sempre si trovava angosciato per lei, cosa che capitava spesso quando la vedeva attuare dei comportamenti insoliti.
"Ho lanciato la collana di Yoongi nell'oceano" disse Isabel continuando ad osservare l'anello che roteava sul legno mogano della scrivania.
Dashimen saltò leggermente sul posto e sgranò gli occhi, non aspettandosi che lei parlasse così all'improvviso.
"Non pensavo mi avessi sentito entrare" esclamò Dashimen sorpreso che lei si fosse accorta della sua presenza.
Isabel fece spallucce, con un gesto deciso bloccò l'anello afferrandolo.
"Ho detto a Chung-hee che accettavo la sua proposta di matrimonio" disse con voce lieve, voltandosi a guardare Dashimen.
La sua espressione era priva di qualunque emozione.
Il suo tono di voce era pacato.
Sembrava completamente un'altra.
"COSA?" urlò Dashimen facendo un paio di falcate e avvicinandosi a lei, guardandola inorridito.
"Mi ha chiesto di sposarlo..." sospirò lei priva di emozioni, "Non me l'ha proprio chiesto, l'ho sentito parlare con Hae-eun a cui stava mostrando l'anello" disse lei spalancando la mano e mostrando il gioiello.
"Wao.." sussurrò Dashimen afferrando l'anello e osservandolo intensamente.
"Deduco che non pubblicherai nulla su Do-yoon." Disse lui perplesso, con quell'incontro in quella stanza, lui era convinto che si stessero vedendo per accordarsi sulla questione. Sapere che lei aveva scelto Chung-hee voleva dire solo che avrebbe davvero chiuso con i suoi piani.
"So che tu hai parlato con Hae-eun e Chin-hae...." Disse lei pensierosa guardando per un attimo il pc acceso con il video della notte dell'assassinio di Do-yoon in pausa sullo schermo.
"Si. Ti hanno riferito la mia decisione?" disse lui confuso, non riusciva per niente a comprendere cosa Isabel avesse per la testa.
I suoi occhi si posarono sul video, e rabbrividì per un attimo, lui voleva vendetta, aveva deciso per quello.
"Si, penso sia giusta, incastriamo i suoi fratelli. Evitiamo mio padre, teniamolo fuori da tutto questo." Si voltò a guardarlo seria in volto.
"Finita la lotta contro tuo padre?" chiese lui cercando di non mostrare le sue emozioni.
Una parte di sé era felice che Isabel non avrebbe più rischiato, un'altra invece si sentiva triste perché sapeva che Isabel stava rinunciando all'amore della sua vita, accontentandosi di vivere una vita a metà.
"Si, mio fratello è fuori dai giochi, mi sposo con Chung-hee, andrà tutto bene. Potrò essere libera" Annuì lei con la testa.
"Sei sicura di ciò?" chiese lui dubbioso, lei non sembrava convinta ma solo rassegnata al tutto.
"Dash, il problema era Yoongi. Ti ricordo che hai fatto a cazzotti con lui, perché avevi capito che con Chung-hee sarei stata al sicuro" disse lei ricordandoli il pensiero che lui aveva avuto in passato.
"Lo so... Isabel io lo so, che con Chung-hee saresti al sicuro." Disse lui serio poi scosse la testa energeticamente "Sposarti?" trillò guardandola stupito di quella scelta "Non potrai tornare indietro." Disse serio.
"Lo so." Disse lei distogliendo lo sguardo e cercando di non piangere, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
Dash sapeva che quella scelta non era stata presa istintivamente, ma che era ragionata e anche fin troppo. Lui l'avrebbe appoggiata sempre nelle sue scelte però quella che stava prendendo era senza sapere tutta la verità del perché Yoongi avesse deciso di lasciarla.
"Se ti dicessi che è stata Suran a baciare Yoongi?" chiese lui, non sicuro di riferirle quella informazione.
"Non cambierebbe nulla." Disse lei tornando a guardarlo seria.
"È la tua decisione definitiva?" chiese lui di nuovo, se lei avesse risposto si, non avrebbe menzionato più Yoongi e non le avrebbe neanche detto il perché Yoongi stava facendo tutto quel pasticcio.
Calò il silenzio per un attimo mentre si guardarono negli occhi intensamente.
"Si. Dash lo è. Penso sia un buon compromesso per tutti, non trovi?" chiese lei seria, c'era qualcosa che lui non le stava dicendo, ma probabilmente era meglio così.
Era giusto lasciar perdere.
"Mio zio e Hae-eun non sono molto concordi, vorrebbero incastrare tuo padre." Disse Dashimen cambiando discorso e dirottandolo lontano da Yoongi.
"Lo so ho discusso con entrambi questa mattina, li ho detto che si dovevano accontentare di questa minima vittoria, di incastrare i famigliari di Do-yoon, che il padre era mio e di conseguenza decidevo io se rischiare o meno. C'era anche Chung-hee che ha accettato la mia scelta."
"Penso sia la scelta migliore, tocca a te decidere se voler lottare contro tuo padre o lasciar perdere." Disse lui cercando di supportarla in quella scelta.
Senza il signor Kim sarebbe stato tutto più semplice, ma continuare quella lotta avrebbe probabilmente portato molte ripercussioni e nessuno sapeva se ci sarebbe stata una vittoria definitiva o una perdita che avrebbe comportato la morte di Isabel.
"Avrò comunque qualcosa in mano, appena il fratello di Do-yoon sarà accusato, il nuovo comandante che salirà al potere è dalla nostra parte, è amico di tuo zio."
"Bene... allora direi che siamo giunti a una conclusione." Disse lui serio.
Lei lo guardò seria in viso e poi scoppiò a ridere nervosa.
"Perché ridi?" chiese lui cercando di non farsi contagiare dalla risata della ragazza.
"Scusa, e che eravamo così seri..." ridacchiò lei stemperando l'aria tesa "Sembrava una trattativa" rise a singhiozzo.
Dashimen scoppiò anche lui a ridere non riuscendosi a trattenere si avvicinò al viso della ragazza, e le accarezzò con dolcezza i capelli, guardandola fissa negli occhi.
"Ti voglio bene" disse lui.
"Anche io. La mia scelta non cambia il nostro rapporto lo sai?"
"Potrò venire al matrimonio?" ridacchiò lui.
"Penso di si, se ti comporti bene" lo prese in giro lei.
Ridacchiarono insieme di nuovo.
Quella era l'ultima scelta da prendere.
L'ultima cosa da fare, dopo avrebbero potuto vivere tutti finalmente tranquilli.
Isabel ne era certa.
Senza Yoongi lottare non sarebbe servito a nulla, voleva convincersi di ciò.
10 DICEMBRE 2017
Indagini al distretto di polizia.
Negli scorsi giorni, sul sito "Distruggiamo i chaebol" che era rimasto per un paio di settimane inattivo, sono usciti dei video.
Video che hanno portato a una sospensione dell'incarico di comandante della polizia il signor Dong-Seok.
Si sospetta che sia complice dell'assassinio di Lee Do-yoon insieme al fratello.
Al momento si è aperta un'indagine per cercare di capire come siano andati realmente i fatti di quella terribile notte [...]
Ciò era scritto sulla prima pagina di un quotidiano che era appoggiato sul sedile passeggero di una macchina.
La macchina fece una brusca frenata e il giornale cadde dal sedile.
Al volante c'era Isabel che aveva appena parcheggiato.
La ragazza spense la macchina, con un gesto veloce tolse le chiavi dal cruscotto e prese la borsa dal sedile del passeggero, guardò per un istante il quotidiano caduto, ma lo lasciò stare lì.
Con fretta uscì dalla vettura, dirigendosi a passo svelto per le stradine di Seoul.
Stava camminando per le vie quando il telefono nella borsa cominciò a squillare. Si fermò di colpo davanti a una vetrina, e cominciò a frugare nella borsa alla ricerca del telefono.
Brontolando come sempre.
Doveva assolutamente smetterla di usare borse enormi e di riempierle di robaccia così da poter trovare il telefono più in fretta.
Dopo tanto scavare, alla fine riuscì ad acchiapparlo e a rispondere prima che la chiamata si fosse chiusa.
"Pronto Aboji" disse con fretta.
"Dove diavolo sei finita!"
"Il tuo segretario mi ha detto che non avevamo il regalo per il battesimo di tua nipote e che dovevo correre a comprarlo" disse lei velocemente.
"Perché non hai mandato il tuo assistente?" domando lui con voce dubbiosa.
"Perché è ancora in America per l'Hotel..." disse lei.
"Ah..."
"Devo tornare? È successo qualcosa?" disse lei con tono remissivo e cercando di non essere sgarbata.
"Non sai nulla sull'indagine dell'ispettore della polizia vero?" chiese con sospetto.
"Ho letto da poco la notizia. Sono parecchio in collera e confusa a riguardo, non so cosa pensare... tu sai qualcosa? So che siete amici?" chiese lei sembrando preoccupata, aveva la sensazione che il padre sospettasse di lei.
"No. Non so nulla. Devo chiudere ci vediamo stasera." Disse secco chiudendo la chiamata senza darle il modo di ribattere.
Isabel chiuse per un attimo gli occhi sospirando.
Sarebbe stata una settimana tremenda, specie perché avevano in programma il battesimo della nipote, che sarebbe stato un evento esclusivo alla famiglia, per via dello stato in cui fosse suo fratello, agli arresti domiciliari.
Sicuramente l'ultima bomba che aveva scatenato, avrebbe portato più tensione, tutta la elitè era entrata in subbuglio per via dello scandalo riguardante i fratelli Lee, chiunque temeva di essere il prossimo sulla lista del sito.
Lei sapeva che però non c'era un prossimo e che non ci sarebbe mai stato.
Aveva rinunciato ai suoi piani, alla sua lotta.
Come aveva rinunciato a incastrare suo padre, che al momento era nel panico e che sicuramente viveva nella paura di essere collegato a quell'omicidio.
Omicidio che lei aveva scelto di far ricadere la colpa solo sui Lee.
Sarebbe dovuta essere arrabbiata come non mai, per quello che lui le aveva fatto.
Sapeva però che Do-yoon ovunque fosse, la voleva solo al sicuro.
Rinunciare a incastrare suo padre era la scelta migliore da poter fare, ormai quella lotta che aveva intrapreso per tutti quegli anni non aveva più importanza.
Aprì gli occhi guardando la vetrina davanti a sé.
Non si era accorta che era un negozio di abiti da sposa.
Si toccò la mano sinistra, non aveva l'anello di fidanzamento, aveva deciso di non metterlo fino a quando Chung-hee non fosse andato a chiedere il permesso a suo padre.
Sapeva però che era solo una questione di tempo, a breve si sarebbe trovata in abito da sposa, pronta a dire Si lo voglio, a un uomo che si amava, ma che sapeva non essere l'uomo che avrebbe voluto per lei.
Titubante si morse un labbro, mentre continuava a osservare assorta, gli abiti da sposa.
Non si sentiva sicura di quella scelta.
Yoongi era fisso nei suoi sogni o incubi.
Come anche i bruciori di stomaco che provava ogni mattina, bruciori che erano sintomo di ansia.
Lo sapeva bene, anche se aveva preso quella scelta ragionata, non era ciò che avrebbe mai voluto per lei stessa.
Ormai però i giochi erano finiti e lei aveva scelto.
Una mano si posò delicatamente sul suo fianco, lei sobbalzò non aspettandosi di essere toccata da qualcuno.
Si voltò velocemente di lato per capire chi si fosse permesso a fare un gesto del genere.
Sapeva che non poteva essere Chung-hee che era a lavoro.
Inorridì nel vedere chi fosse.
Non se lo aspettava.
Come non si aspettava di sentirsi improvvisamente accaldata, solo a incrociare il suo sguardo.
"Entriamo compriamo un abito da sposa, così scappiamo insieme?" chiese lui con voce sensuale e sogghignando, avvicinando il viso a quello della ragazza con aria strafottente.
Lei fece dei passi indietro rimettendo la dovuta distanza tra di loro e assottigliò lo sguardo.
"Dae-hyun." Sibilò con odio, utilizzando il suo nome e non il cognome com'era solita fare.
"Carissima" sorrise raggiante.
Isabel roteò gli occhi e si voltò dall'altro lato cominciando a camminare distanziandosi da lui.
Doveva allontanarsi da lui, specie perché nella testa aveva il ricordo del loro ultimo incontro.
Le mani del ragazzo che le toccavano il corpo, la sua lingua che si faceva strada nella sua bocca.
Calore.
Troppo calore.
Dae-hyun scoppiò in una risata divertito dalla situazione e cominciò a seguirla fino ad affiancarla.
"Dai.. non scappare, giuro che non ti tocco." Ghignò lui mentre camminava accostato a lei, con andatura rilassata e con le mani dietro la schiena.
"Vai via ho da fare." Disse lei secca.
"Ti accompagno, ti aiuto nel scegliere un regalo per tua nipote." Sorrise lui raggiante continuando a stare al passo con lei.
Lei si bloccò di colpo fulminandolo con lo sguardo.
"Come mai sei confusa e in collera? Se hai bisogno di alleggerire la tensione potrei aiutarti in un bel modo." Propose lui guardandola fissa negli occhi e sfiorandole un braccio con la mano, facendole capire che aveva origliato tutta la conversazione al telefono.
"Vattene." Sibilò lei.
Lui rise per tutta risposta.
Lei sbuffò irritata e roteo gli occhi.
Isabel si voltò dall'altra parte e tornò a camminare diretta al negozio in cui doveva recarsi.
Dae-hyun non rinunciò e continuò a seguirla tranquillo e con atteggiamento spavaldo.
Il ragazzo si bloccò quando la vide fermarsi davanti a un'altra vetrina ad osservare il negozio contemplando l'idea di entrare o meno dentro.
Lui le afferrò il polso, ma non mettendoci forza, stranamente lo fece con gentilezza.
"Non è il negozio giusto" sospirò lui.
"Non sono affari tuoi."
"Ho partecipato a tanti battesimi, molti di noi chaebol sono Cristiani. Un set di vestitini non è il caso come regalo." Disse lui serio.
Lei si voltò a guardarlo confusa dall'atteggiamento del ragazzo.
"Che cosa vuoi realmente Dae-hyun. Perché continui a starmi incollato?" chiese lei con tono di sfida.
"Mi piaci." Disse lui tranquillamente con un'alzata di spalle.
"Oh ti prego! A te piace solo una cosa e sappiamo entrambi cosa è." Lo punzecchiò lei.
"Il sesso piace a tutti. Mia cara, piace anche a te." sussurrò lui avvicinandosi di nuovo al suo viso.
"Intendevo la caccia." Sillabò lei, facendo un passo indietro. "Non ti è mai realmente piaciuta nessuna, a te piace cacciare le tue prede e poi distruggerle. Ti piace quella sensazione di sentirti tanto potente, di avere pienamente il controllo su chiunque." Provocò lei.
"Mi hai osservato bene" Ribatté lui ghignando, intendendo quello che lei gli aveva appena detto come un complimento.
"Non farò questo gioco con te. Non mi interessa. Tu non mi interessi." Disse lei scandendo bene le parole e guardandola sicura di se stessa.
"Non sembrava così l'altra sera. Il tuo corpo comunicava ben altro. Lo sappiamo entrambi." Sorrise strafottente, era così lo sapeva bene che anche lei era attratta da lui.
"Colpa dell'alcool. Appena mi sono resa conto del mio errore sono andata immediatamente di Chung-hee." Disse tagliante.
"Divertita con il tuo fidanzato?" chiese lui infastidito.
"Si, mi ha fatto divertire in talmente tanti modi di cui tu non saresti mai capace." Disse posandoli leggermente una mano sul petto e spingendolo via con cautela.
Lui scoppiò a riderle in faccia, mordendosi il labbro e guardandola colpito da tutta la sfacciataggine che mostrava.
"Oh... si Chung-hee ha una buona reputazione, anche se ho notato che si è un po' rammollito da quando è tornato. Tu conosci quello tutto di un pezzo, gentile. Ti piacciono i ragazzi a modo? Quelli protettivi, gentili, che ti amano. Sei una romantica." Disse lui ridendo in modo provocatorio.
"Problemi?" chiese lei continuando a sfidarlo con lo sguardo mostrandosi sicura di sé.
"Io alcuno. I gusti, sono gusti. Peccato che conosci solo una faccia di Chung-hee. Lui non è realmente così educato e gentile. Ha un lato oscuro, che a quanto sembra reprime tantissimo. Ma penso che tu lo sappia che ciò che reprimiamo alla fine trova sempre il modo per venir fuori."
Lei lo guardò sembrando perplessa, non comprendendo dove volesse arrivare con quel discorso.
"Conosco un negozio, dove puoi comprare qualcosa di adatto, e che tuo padre apprezzerebbe come regalo. Andiamo ti accompagno." Cambiò discorso lui.
"Stai cercando di fare il gentile ora? Solo perché hai capito che non mi piacciono i cattivi ragazzi?" chiese lei guardandolo irritata dal suo comportamento.
"No. Ti sto mostrando che ognuno di noi ha più lati di se. Non esiste solo una faccia. Maschere. Abbiamo tutti l'armadio pieno, e decidiamo quale indossare dipendentemente dall'occasione in cui ci troviamo."
Isabel lo guardò sorpresa, non aspettandosi da parte del ragazzo un discorso di quel calibro.
"Sorpresa? Tu conosci solo quello che mostro alla gente, come anche io di te."
"Probabilmente, hai ragione. Sai però... Do-yoon è stata la persona più importante nella mia vita, e di lui io sapevo tutto, e qualunque cosa mi abbia detto si è sempre rivelata vera. Non mi ha mai voluta far avvicinare alla vostra cerchia, e penso che un motivo ci sia stato a questa scelta." Disse lei sicura di se stessa.
"Si, un motivo ci sarà stato. Sbagli adolescenziali, diciamo che non ci siamo mai comportati bene verso di lui quando andavamo a scuola. Lui veniva da una famiglia altolocata, potente. Non voleva immischiarsi con noi. Non ci ha mai parlato, girava solo con la sua fotocamera ovunque e passava il tempo a studiare." provò a spiegarle lui, sapeva che il motivo del perché Do-yoon si fosse tenuto sempre alla larga da loro era perché diverso. Più intelligente, meno infantile rispetto a tutti loro.
"L'avete bullizzato." Disse lei guardandolo con rabbia.
"Non puoi capire, non ti sei mai trovata nei nostri contesti. Tu non hai mai fatto parte del nostro mondo dal principio. Penso tu conosca Hae-eun? Anche lui se la prendeva con Do-yoon. Non eravamo solo noi. Lui forse era il peggiore." Era così, difatti il tutto era partito da Hae-eun che l'aveva preso di mira nei primi anni delle superiori, tutti gli erano andati dietro, compreso lui stesso, sempre attratto dal lato oscuro.
"Era il suo migliore amico." Disse lei non credendoli.
"Si, lo è diventato più avanti quando la cugina si è intromessa. Quando Do-yoon si è fidanzato con Bong-cha." Spiegò lui tranquillamente.
Lei continuò a guardarlo confusa, e incerta dal racconto che lui le stava affibbiando.
"Ti mostro il negozio, compriamo il regalo per il battesimo e ti racconto altro. Non sai tutto del nostro mondo. Sono convinto che Do-yoon ti volesse veramente bene, ti ha fatto entrare nel nostro mondo, ma tenendoti sempre distante da alcune situazioni. Do-yoon era il migliore tra tutti noi." Disse con sincerità, era sempre così, Do-yoon era stato sempre più nobile rispetto a tutti loro, nessun sotterfugio, nessuna ricchezza dei genitori.
Aveva lavorato duramente, si era creato da solo la sua ricchezza e fama allontanandosi da tutti loro, ma rimanendo comunque gentile e cordiale così da poter avere il controllo e anche il privilegio di ricevere favori.
Sarebbero tutti voluti essere come Do-yoon, lui in primis lo aveva sempre invidiato, era sempre stato geloso di lui.
Isabel voltò lo sguardo dal ragazzo, chiudendo per un istante gli occhi, le veniva da piangere.
Non incastrare suo padre per la sua protezione, rinunciando alla vendetta le stava costando tanto.
Avere quella mezza vendetta, accontentandosi di poche briciole di pane non era quello che realmente voleva.
"Kim?" chiamò lui.
"Era il migliore tra tutti noi." Disse lei aprendo gli occhi e guardandolo triste.
Lui per la prima volta accennò a un sorriso gentile nei confronti di qualcuno.
"Ti aiuto con il regalo va bene?" chiese con gentilezza.
Lei lo osservò indecisa se accettare o meno.
I guai erano soliti trovarla.
Probabilmente la verità era che lei era solita ad andare a trovare i guai.
"Si, accompagnami." Annuì con il capo.
Lui sorrise soddisfatto e le fece strada verso il negozio in cui avrebbero comprato un qualcosa di adeguato per la ricorrenza a cui lei doveva partecipare.
Fino a che non arrivarono al negozio, calò stranamente un silenzio tra loro due, nessuno dei due riusciva a comunicare.
Entrambi erano persi nei ricordo di Do-yoon.
Specialmente lui.
FLASHBACK GENNAIO 2011
Dae-hyun entrò nel club privato, si fermò quasi all'entrata guardandosi intorno e cercando di individuare Do-yoon, lo individuò vicino al bancone da solo a bere.
Con grandi falcate e con fretta si avviò verso il ragazzo.
Sbatte la mano sul bancone lasciando un pezzo di carta accartocciato.
"Mi hai comunque invitato qui?" chiese lui con rancore nella voce.
Non se ne fregava nulla di essere invitato lì, di essere gentile con lui. Si appoggiò al piano bar aspettandosi una risposta da Do-yoon.
Do-yoon si voltò e sorrise cordialmente "Vodka vero? Ti piace quella?" chiese gentile.
"Si." disse riluttante accomodandosi su uno sgabello, osservando Do-yoon che chiedeva al barista il drink per lui.
"Ci andiamo a sedere al mio tavolo ti va?" chiese di nuovo mentre gli porgeva il bicchiere e dopo di che prendeva il proprio.
"Si andiamo." Disse per niente convinto di quel essere così cordiale da parte del ragazzo con cui un paio di settimane prima si era azzuffato proprio lì nei corridoi dell'hotel.
Si sedettero in silenzio, ognuno beveva il suo drink aspettando che l'altro parlasse.
Do-yoon infilò una mano nella tasca interna della giacca prendendo un pacchetto di sigarette e porgendone una a Dae-hyun.
"Perché mi hai invitato qui?" chiese Dae-hyun non riuscendo più a trattenersi, aveva mostrato calma per fin troppo tempo.
"Volevo provare a risolvere... si sono dette cose e fatte cose in un momento in cui entrambi eravamo ubriachi e poco consoni." Provò a dire gentilmente Do-yoon cercando di seppellire l'ascia di guerra.
"Penso davvero quello di cui ti ho accusato." Disse con aria strafottente Dae-hyun.
"Lo so. Lo pensi perché sicuramente Hae-eun ogni tanto viene da te a parlare. Io sono sempre stato chiaro con lui. Non sono gay e non potrei mai provare un sentimento per lui. Io amo Bong-Cha." Disse la verità.
"Tu sfrutti il suo amore, per farti da portalettere, non puoi comunicare con lei e usi lui per farlo." Lo accusò Dae-hyun, era certo di questo, ed era stufo di vedere Hae-eun soffrire a causa di Do-yoon.
"No. Non lo userei mai. Non gli farei rischiare quello che ho rischiato io." disse con rabbia, non gli piaceva quell'accusa. Lui non avrebbe mai voluto mettere nessuno a rischio per i suoi scopi.
"È colpa tua se non è più mio amico. Lo sai." Lo accusò.
Da quando Do-yoon era entrato nelle loro vite aveva visto Hae-eun il suo più caro amico allontanarsi sempre di più e mettere sempre più distanza specie dopo quello che entrambi avevano fatto, quel grande errore avvenuto sette anni prima. Dae-hyun pensava che dopo quel tragico evento lui e Hae-eun sarebbero stati inseparabili e invece così non era stato, per via dei sensi di colpa, Hae-eun si era sempre più avvicinato a Do-yoon, lasciandolo solo.
"È una sua scelta, non una mia. Dae-hyun lo so, qui in questo nostro mondo siamo tutti soli, e avere anche solo un amico fa sentire un po' meglio. So che quelli che frequenti sono una massa d'idioti. Hae-eun per quanto estroso e infantile alle volte, è comunque un buon amico e voi lo siete dalla culla." Provò a parlare Do-yoon, sapeva che Dae-hyun lo odiava solo perché lo accusava di avergli rubato l'amico.
"E tu ti sei messo in mezzo."
"Non gli ho mai detto di non essere tuo amico. Anzi sono stato il primo a dirgli che non era giusto allontanarti. Non darmi colpe che non ho. Io non c'entro niente nei vostri problemi." Disse con tono duro. Era il momento di finirla con le bambinate.
"Tu non condividi il mio modo di fare."
"Pensi che mi freghi qualcosa? Che mi sia mai fregato qualcosa di cosa fanno gli altri? Penso che ognuno sia libero di fare quello che pensi sia giusto. Non mi frega se ti scopi chiunque, se stai sempre a divertirti, a bere e a farti cocaina. Non m'importa di cosa fai con gli altri." Disse con un'alzata di spalle.
"Ah non ti importa? Non stai sempre lì a giudicarci? Non hai mai voluto far parte del gruppo." Disse con risentimento, era stato così Do-yoon non era mai voluto essere suo amico.
"Non è perché vi giudico, ma perché non ho i vostri interessi."
"Questo club, non è un interesse simile?Sbaglio o qui chiunque può far quel che vuole?" lo provocò.
"Pensi che abbia aperto questo club per darmi alla perdizione? Per divertirmi? Pensi che io parteci ai party per puro divertimento? A me non frega niente di questo. Io voglio solo una cosa, il potere e lo voglio per un'unica ragione."
"Non la riprenderai mai lo sai. Si è sposata due mesi fa. Tu e Hae-eun siete amici perché sognate di poter stare con la persona che amate e vi illudete soltanto. Tu non potrai mai riaverla, lui non potrà mai stare con te, non ha importanza quanto faccia il buono, quanto si distacchi da me, che giudicate una cattiva amicizia."
"Non ti giudico una cattiva amicizia. So che ci tieni a lui o non mi avresti tirato un bel destro."
Dae-hyun sbuffò sonoramente, infastidito da lui.
"Non ho mai avuto nulla contro di te. Per questo puoi venire qui ai miei party. Volevo chiarire la situazione una volta per tutte. Io non ho mai provato ad allontanarlo da te. Puoi avercela con me, puoi odiarmi. Non m'importa. Io ho la coscienza pulita."
"Se lo dici tu." Lo guardò con aria di sfida.
"Dae-hyun, così ti fai del male da solo. Ora devo andare. Puoi venire quando vuoi qui, ti ripeto non ho nulla contro di te." disse porgendoli la mano.
Dae-hyun lo guardò fisso negli occhi, sbuffò e gli strinse la mano in segno di tregua.
Angolo dell'autrice:
finalmente ho scritto il capitolo...penso che il blocco sia dovuto al lavoro e tutto lo stress dell'ultimo periodo.
Bene... è passatA un'eternità dall'ultima volta che ho scritto di Isabel che era quando ha lanciato la collana nell'oceano.
La ritroviamo dopo 3 giorni a parlare con Dashimen devono decidere se pubblicare i video e chi incastrare. La scelta è stata presa, ed è quella di vendicarsi contro i Lee e no contro il padre di Isabel.
Dashimen decide di lasciar stare la situazione così, di non dire a Isabel che Yoongi sta male.
Nessuno più ha la forza di immischiarsi in questa relazione.
Ormai è andata a finire così.
Parliamo di Isabel e Dae-hyun!
Penso di adorare la tensione che ci sia tra loro.
Il flashback vi da modo di capire un po' come fosse... ci sono precedenti, lui era molto amico di Hae-eun che è stato sempre innamorato di Do-yoon cosa che abbiamo già detto.
Nel gennaio 2011 sia Do-yoon che Dae-hyun devono compiere 26 anni. Do-yoon ha comprato l'hotel a ottobre 2010 e a novembre ha visto Bong-cha sposarsi con suo fratello, Chung-hee è ancora in America. (in cronologia ho anche Isabel arrivata da poco a Seoul che conosce Yoongi)
Qualche settimana prima di questo incontro tra Dae e Do-yoon c'è stata una scazzottata, Dae-hyun si era ritrovato Hae-eun in lacrime per Doo-yoon e non ci ha visto più ubriaco ha dato di matto.
Dae-hyun non è gay, tiene solo molto a Hae-eun, c'è un perché di questa amicizia tanto viscerale.
Il Dae-hyun che vedete nel ricordo non è quello di ora, lì aveva solo la testa al gioco e al divertimento, dopo diventa molto più subdolo e com'è descritto da molti.
Do-yoon qui non ha nulla contro di lui e non lo giudica male anzi capisce il legame che c'è tra i due ragazzi e non vuole essere la causa di un'amicizia distrutta.
È menzionato un fatto successo 7 anni prima del 2011 un errore commesso da Dae-hyun e Hae-eun. La data è il 2004. Questo evento è stato menzionato diverse volte ma non ho mai messo la data. Non dico più nulla!
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