CAPITOLO 18 DON'T LOSE YOUR CONTROL


CAPITOLO 18 DON'T LOSE YOUR CONTROL

20 NOVEMBRE 2017 TARDO POMERIGGIO 

Dopo aver parlato con Hae-eun, Isabel si era diretta al proprio hotel.

Era rimasta per ore chiusa in macchina nel parcheggio, fino a quando non si era ripresa dallo shock e aveva mandato un messaggio a Chin-hae dicendogli di vedersi.

Comprendeva il perché Hae-eun la odiasse, e anche il perché la incolpasse. Pur essendo supposizioni quelle che fosse stato suo padre, la realtà dei fatti era che prove non ne avevano per incastrarlo e che comunque pubblicando tutto nessuno sarebbe mai risalito a lui.

Probabilmente era la verità.

Era stato suo padre il vero assassino, e tutto per colpa sua che lo aveva sfidato e non aveva preso le distanze da Do-yoon quando le era stato ordinato.

Era il passato però, e lei non poteva fare poi molto per aggiustarlo, nulla di quello che avrebbe potuto fare le avrebbe mai portato indietro Do-yoon.

Il suo problema in realtà era Dashimen, suo padre aveva sempre saputo di lui, e lei non avrebbe mai permesso di metterlo a rischio.

Continuava ad avere il sangue freddo e a essere calma, solo per Dashimen.

Non poteva lasciarsi travolgere dalle sue strazianti e pazze emozioni.

No se a rischio ci fosse stato lui.

Aveva però bisogno di riparlare con Chin-hae, e anche di perdonarlo.

Così si era diretta nell'ufficio dell'uomo, si era seduta alla scrivania, al posto che solitamente occupava l'uomo, si era versata un bicchiere di vodka, che era diventato subito la metà, si era accesa una sigaretta che aveva tra le dita tremanti e che riempiva la stanza di fumo.


La porta si aprì mostrando l'uomo con un cipiglio alterato sul volto.

"Isabel" disse con un filo di voce.

La ragazza riappoggiò la sigaretta sulle labbra, fece un lungo tiro, ispirando il più possibile.

"Avresti dovuto dirmelo." Disse con durezza senza neanche alzare lo sguardo sull'uomo, che la guardava scettico.

Isabel spense la sigaretta con forza nel posacenere di rame poggiato sulla scrivania.

"Avresti dovuto." Disse facendo saettare lo sguardo risoluto sull'uomo.

Chin-hae si morse l'interno della guancia a disagio, aveva capito anche solo guardandola negli occhi a cosa si riferisse.

"Mi sono affezionato a te, il problema è stato questo. Mi sono talmente tanto affezionato a te da rischiare anche la vita di mio nipote."

"Avresti dovuto dirmelo. Lui sa di Dashimen."

"Non agirà mai verso Dashimen, sa che è co-proprietario dell'hotel." Provò a rassicurarla lui, ma poco convinto delle sue parole, era consapevole di aver messo a rischio suo nipote.

"Cosa ti fa dire che non sa che è fidanzato con Hoseok?" chiese lei dubbiosa, convinta che suo padre a questo punto sapesse molto di più di quanto lei credesse.

"Io non lo so..." sussurrò l'uomo affranto andandosi a sedere sulla sedia di fronte a lei.

"Cazzo, Chin-hae." Saltò lei in piedi sbattendo il pugno sulla scrivania.

"Isabel." La richiamò lui, guardandola con rimprovero.

"Cosa? Chin-hae cosa? Hai mentito per tutto questo tempo, hai manovrato i fili. Per vedetta, contro mio padre? A quali rischi?" disse lei sofferente.

Il gioco non valeva la candela.

Lei non avrebbe mai giocato, mai provato ad acquisire potere se avesse saputo di Dashimen, l'unico che era in grado di comprenderla, che c'era sempre anche quando lei dava di matto, era realmente l'unica persona che non se ne sarebbe mai andata, salvo che non le la avessero portata via.

"Dashimen non rischia"

"Ne sei convinto? Ne sei proprio convinto? Ha ucciso Do-yoon cosa ti fa pensare che non farà lo stesso?" disse a denti stretti, suonando atterrita da tutto.

"Io..." tentennò l'uomo.

"Non posso rischiare che se la prenda con lui, non voglio metterlo a rischio, ho messo a rischio tante persone. Cazzo se l'avessi saputo non gli avrei mai chiesto di aiutarmi con Jisoo." Disse lei ricordando di quanto fosse stata stupida a far rientrare Dashimen nei suoi piani.

"Lo so... ho sempre pensato che tu lo amassi." Lui la guardò serio in volto.

"Non è come credi!" disse lei, scuotendo il capo.

"Ah no? Perché io vi osservo da tanto tempo, e voi due sembrate essere un'unica persona. Non cambia poi molto il fatto che io non vi abbia detto la verità dal principio, lui non si sarebbe tirato indietro, lui avrebbe agito. Tu saresti stata riluttante all'inizio, però lui sarebbe riuscito a convincerti." Disse serio.

"Quindi le bugie sono state dette a causa sua?" chiese lei dubbiosa.

"Non lo so... sinceramente non lo so, ho pensato in quel momento che fosse l'alternativa migliore, non dirvi nulla, far in modo di mandarti via, mi dispiace per come ti abbia ridotto tuo padre, ma sappiamo entrambi che se fossi rimasta sarebbe stato peggio." Disse sembrando realmente dispiaciuto per la situazione in cui l'aveva messa.

"Hai mandato Dashimen da me pur sapendo che fosse al rischio. Chin-hae non mi importa dei miei lividi, di quanto mi possa fare male. Questo dovresti saperlo. Non è importante il mio dolore, ma quello degli altri si." disse lei combattiva, non le era mai importato delle sue cicatrici.

"Dashimen non voleva rimanere qui, io ho preso precauzioni, non eravate realmente soli, c'erano delle persone a sorvegliarvi." Provò a giustificarsi lui, che pensava di aver fatto il meglio per tenerli al sicuro.

"Lui deve saperlo. Deve sapere la verità." Disse seria.

"Lui andrebbe da tuo padre, andrebbe ad affrontarlo. Non puoi permetterlo." Disse lui guardandola con orrore e stringendo forte i pugni, non poteva dire la verità a suo nipote.

"Non lo farà, se gli chiederò io di non farlo." disse lei convinta che Dashimen non avrebbe fatto nulla, ma sapeva che era giusto che sapesse la verità.

"Tu non sai di cosa sia capace mio nipote." Tentennò lui, voltò la testa di lato e chiuse un attimo gli occhi pensieroso.

"Pensi realmente che non sappia che ha quasi ucciso un uomo all'età di undici anni? Che ha perso il controllo, cosa che era logica in quella situazione dopo tutto quello che aveva passato negli anni." Sospirò lei.

"Tu sai tutta la storia?" la guardò dubbioso, pensando che non potesse essere vero.

"Si, Hoseok la sa in parte, ma io la so tutta, raccontata da lui."

"Raccontata da lui?" balbettò lui.

"Si, Chin-hae sono l'unica persona a cui l'ha raccontata tutta." Disse lei seria in volto. Sapeva che nessuno sapeva realmente cosa fosse successo anni fa in quel bagno dove Dashimen da ragazzino aveva trovato la sorella quasi in fin di vita e stuprata.

"Ho sbagliato tutto..." disse l'uomo prendendosi la testa tra le mani in colpa.

"Tutti commettiamo errori." Disse lei guardandolo compressiva, non era arrabbiata con Chin-hae, come avrebbe potuto? Era stata la prima anni prima a mentire a Yoongi per proteggerlo.

"Avrei dovuto dirvi di andare a Los Angeles sareste dovuti scappare insieme."

Lei si bloccò a guardarlo.

Probabilmente se tempo fa fossero scappati insieme, forse le cose sarebbero andate diversamente.

Forse sarebbero stati tutti felici.

Tutti al sicuro.

Forse avevano sbagliato tutti e tanto, ma non si poteva tornare indietro.


03:00 DI NOTTE LOS ANGELES

20:00 SEOUL

Dashimen si trovava nel suo seminterrato, aveva ricevuto un messaggio da Isabel, dove gli diceva che sarebbe passata da lui.

Si sentiva angosciato, sapeva che il fatto che Isabel stesse andando da lui era perché aveva sicuramente preso una decisione.

Una parte di sé sperava che lei lasciasse stare il tutto, unicamente per la sua protezione, un'altra parte di sé invece avrebbe voluto avere anche lui vendetta, ma non una in cui i colpevoli fossero finiti in carcere, ma una in cui li avrebbe visti morire.

Aveva passato giorni da solo, a cercare con tutto se stesso di continuare a rimanere chiuso in casa e no di fare una pazzia a sua volta.

La ragione del perché non era andato lui a prendersi vendetta era Isabel che non avrebbe mai lasciato sola, e l'altra ragione era l'amore che provava per Hoseok.


Il suo telefono cominciò a squillare, chiuse gli occhi un attimo sperando che non fosse Isabel che gli desse buca, quando li riaprì, vide che la telefonata era appartenete al suo ragazzo.

Sorrise felice, sarebbe tanto voluto stare con lui, era l'unico in grado di calmarlo.

"Yah Hoseok!" rispose Dashimen con allegria, felice di sentirlo.

"Devo parlarti." Disse secco Hoseok.

"Certo! Devi raccontarmi di com'è andata agli Ama, stavo guardando giusto ora alcune interviste su dei siti Americani" disse con allegria Dashimen, cercando di mostrarsi di buon umore per non farlo impensierire.

"No, devo parlarti di altro"

"Ah si? Di cosa?" chiese confuso il ragazzo, la voce del suo fidanzato era strana, cominciava ad avere il sospetto che fosse successo qualcosa di grave.

"Stai con Isabel?" chiese con un leggero tono d'irritazione Hoseok.

"Ora? No, ma dovrebbe venire da me a breve, mi ha scritto che ceniamo insieme, se hai bisogno di parlare al telefono, te la passo appena arriva, intanto mi racconti di come sono andati gli Ama?" propose lui ignaro di tutto ciò che stesse frullando nella testa del proprio fidanzato.

"No, non era quello che intendevo. Non voglio parlare con lei. Voglio sapere perché non mi hai raggiunto qui in America? È a causa sua no!?!" lo accusò immediatamente Hoseok evitando giri di parole.

"Eh? Non ho capito?" rispose tentennando Dashimen, che realmente non aveva idea di cosa stesse farneticando il suo fidanzato.

"Sto parlando che lo so! Tu e Isabel state insieme." Urlò Hoseok.

"Hoseok? Sei impazzito? Tu sai una cosa del genere e io no?" cercò di ironizzare Dashimen, leggermente spiazzato dall'accusa.

"Smettila di dirmi stronzate! Lo so che mi tradisci con lei! Deve essere questo il motivo del perché non sei venuto qui, deve essere questo il motivo di tutto!" trillò con voce squillante Hoseok, quasi vicino alla lacrime.

"Hoseok... devi smetterla. Smetterla di pensare che vi tradiremo. Io amo te e Isabel Yoongi. Che cosa devo fare per dimostrartelo? Sinceramente questa situazione inizia a stancarmi!" disse con tono arrabbiato Dashimen, c'erano talmente tanti problemi, sperava che le stupide insicurezze del suo ragazzo fossero finite, invece lui era sempre lì ad accusarlo di tradimento.

"Allora perché non sei venuto? Hai pubblicato il dannato libro! Perché non sei qui se non è per lei?" il tono di Hoseok era improvvisamente cambiato, da arrabbiato era diventato sofferente quasi supplice.


Dashimen si sedette sul divano prese un respiro profondo.

Pensò che fosse il caso di dire la verità, di dire cosa realmente stesse succedendo nella sua vita.


"Perché... se ti calmi te lo dico va bene?" provò a farsi coraggio e a dire la verità solo così lui avrebbe smesso, solo così avrebbe risolto tutte quelle paranoie di cui non aveva bisogno.

"Quindi è vero mi nascondi qualcosa?" stridette Hoseok con voce da panico.

"Non ti nascondo niente, ma è successa una cosa e non te l'ho detta, perché è stata dura da affrontare e non volevo che tu fossi in pensiero per me, no durante gli Ama." Dashimen prese di nuovo un respiro profondo facendo una pausa "Lo so che dovrei confidarmi con te quando sto male, ma non volevo che fossi preoccupato." Era dura, dover dire che non stava bene.


Lui non era consono mostrare il suo dolore.

Sapeva di poterlo fare con Hoseok, farlo tramite telefono però lo avrebbe fatto sentire più solo, perché sapeva che avrebbe voluto il suo fidanzato vicino.


"Hoseok?" chiamò dato il silenzio.

"Che cosa è successo realmente? Tu sai cosa sta succedendo?" chiese supplice.

"Io e Isabel stiamo un po' diciamo... uno schifo. Penso che anche lei non abbia detto niente a Yoongi. Non volevamo farvi preoccupare."

"Dashimen! Cosa succede!" continuò a chiedere con voce di panico il ballerino.

"Abbiamo scoperto che Do-yoon non si è mai suicidato, l'hanno ammazzato i suoi fratelli" si fece coraggio e disse tutto velocemente, chiudendo gli occhi stringendoli forti.


Doverlo ammettere ad alta voce era straziante.

Si portò una mano al petto e strinse il tessuto della sua felpa stretto tra le dita, quasi da rischiare di strapparlo.


"Aspetta... non sei venuto qui per questo?" chiese con voce flebile, sembrando spaesato.

"Senti forse per te può non essere importante, ma per me lo è... mio zio mi ha mentito per più di un anno. Ero convintissimo che si fosse suicidato.. qui è così tutto confuso. Io volevo chiudere con tutto, venire da te. Isabel però non è sicura di non continuare con il piano... non lo so, sono così furioso con mio zio! Cazzo che nervi!" quasi urlò nel dire tutto, era tutto un grande dolore, che stava ammettendo.


Dirlo a Hoseok voleva dire ammetterlo.


"Sono confuso..." disse Hoseok sprofondando sul letto.

"Da cosa? Dal perché non te l'ho detto? Volevo giuro... ma è tutto così assurdo, quello che mio zio sta facendo, è complicato e per telefono è difficile spiegare tutte le bugie" provò a spiegare lui, non sapendo bene cosa dire.

"Quando lo hai scoperto?" chiese con voce sottile.

"Quando abbiamo pubblicato il libro, mio zio ci ha detto la verità, realmente lui non sta aiutando Isabel a prendersi la sua libertà. La vera ragione del perché l'aiutava era perché aveva le prove dell'assassinio. Vuole vendetta." Continuò a spiegare, aspettando che il suo fidanzato capisse il tutto e finalmente gli desse un minimo di conforto.

"Quindi tu sei rimasto per questo?" tentennò Hoseok, facendo trasparire al telefono tutta la sua confusione a riguardo.

"Si, senti per favore non dirlo a Yoongi, io non credo che Isabel gli abbia detto nulla... lei è un po' scossa dal tutto, non si è neanche arrabbiata, non ha neanche il tempo per farlo, è stracolma di lavoro...non lo so, non la comprendo ultimamente. Non la vedo da quando abbiamo scoperto tutto, a breve verrà e parleremo per capire cosa fare." Continuò a raccontarli tutto, e anche i suoi dubbi.

Era stranissimo il comportamento di Isabel, da un po' di tempo, lui non la capiva.

"oh..."sussurrò Hoseok.

"Cosa? Ti prego dimmi qualcosa... dimmi che non sei arrabbiato con me, perché mi è crollato il mondo addosso e sono giorni che sono chiuso qui arrabbiato come non mai ad aspettare che lei decida qualcosa. Mi sento completamente solo. "ammise Dashimen suonando fin troppo sofferente.

"Lei non te l'ha detto..." sussurrò Hoseok.

"Cosa? chi?" chiese lui avendo il dubbio di cosa lui stesse parlando.

"Isabel non ti ha detto nulla di quello che è successo..." sospirò Hoseok.

"Che cosa avrebbe dovuto dirmi?" chiese Dashimen tentennando, non capendo di cosa stesse parlando Hoseok, e di come Isabel potesse avere un segreto ignaro a lui.

"Mi dispiace, di averti accusato. Ora comprendo i tuoi comportamenti, io mi ero fatto un'idea tutta diversa." Ammise Hoseok con voce tentennante, colma di senso di colpa.

"Hoseok... ti prego ho bisogno che tu mi ami, e che ti fidi di me. Io... questo momento è critico. Non voglio che tu dubiti di me, ho bisogno di te al mio fianco."

Era così, aveva bisogno del suo fidanzato, ed era anche abbastanza maturato in tutto quel tempo da riuscire ad ammetterlo ad alta voce.

"Lo capisco...ti direi vieni qui, raggiungimi. So anche che non lo farai, non dopo che ti avrò detto il motivo del perché Isabel si comporta in maniera che non comprendi."

Dashimen si morse il labbro in silenzio, pensieroso.

"Dash..."

"È successo qualcosa con Yoongi?" chiese Dashimen, stranito, lei aveva detto che tra i due andava tutto bene, che avrebbero risolto i loro problemi una volta che i bts fossero tornati.

"Abbiamo scoperto stasera dopo gli Ama's che Yoongi e Isabel, prima di partire si sono lasciati" disse con voce lieve Hoseok.

"Che cosa hai detto?" trillò sconvolto Dashimen saltando in piedi.

"Si sono lasciati."

"Io... lei non mi ha detto nulla... com'è successo?" chiese lui tentennando, non comprendeva perché Isabel non le avesse detto nulla, ma comprendeva in quel momento gli atteggiamenti di Isabel, il perché era stata dubbiosa sul continuare il suo piano, il perché l'aveva vista talmente stanca da sembrare depressa.


Comprendeva anche il malumore che aveva avuto.

Ora capiva il perché Isabel stesse tergiversando, sapeva che la ragazza stava provando a fatica a sopravvivere a tutto il dolore degli ultimi giorni, senza perdere la testa.


"Non lo sappiamo... Yoongi... noi, no noi, Taehyung..." balbettò Hoseok confuso.

"Taehyung? Hoseok che stai farneticando cosa è successo?" trillò Dashimen non capendo cosa c'entrasse Taehyung in quel momento.

"Taehyung ha beccato Yoongi con la nuova aiuto manager..." disse tutto di un fiato il ballerino.

"Che cosa hai detto? Che cosa vuol dire beccato?" chiese dubbioso.

"È entrato nella stanza d'albergo e Yoongi era con lei nel letto."

"Aspetta... mi stai dicendo che: YOONGI HA TRADITO ISABEL, È ANDATO A LETTO CON UN'ALTRA?" urlò Dashimen sconvolto.


Improvvisamente nella stanza si udì il rumore di qualcosa che era appena caduta a terra.

Dashimen che era in piedi si voltò verso la porta, atterrito.

Isabel era immobile la porta spalancata dietro di lei, la maniglia stretta in una mano e la sua borsa era caduta sul pavimento.

Il destino sapeva essere realmente una grande puttana.

"Isabel..." sussurrò Dashimen sgranando gli occhi.

"DASH!" trillò Hoseok al telefono.

"Isabel.... ti prego entra dentro parliamone." la guardò supplice.

Isabel rimaneva immobile e guardava Dashimen senza riuscire a dire una parola.

Dashimen posò il telefono sul divano, dimenticandosi improvvisamente di Hoseok che continuava a chiamarlo con voce stridula.

"Ti prego.. non impazzire." La pregò con voce lieve Dashimen, facendo dei passi leggeri.

"Io... è okay" disse balbettando.

"No, Isabel non lo è..." sussurrò lui facendo un altro paio di passi.

"Vai in America, raggiungi Hoseok... prima che anche lui si trovi un'altra." Disse secca lei, lasciando la presa sulla maniglia della porta.

"Isabel..." sussurrò lui fissandola addolorato.

"Non fare i miei stessi sbagli... vai da lui, dimenticati di me." Così dicendo si voltò e scappò via.


UN'ORETTA DOPO

Isabel era entrata nel suo club, sapendo che Dashimen non l'avrebbe mai cercata lì, ma sicuramente altrove.

Si era seduta al suo tavolo, era sprofondata sul divanetto e si era versata da sola tre bicchieri di Vodka.

Il cameriere che gli aveva lasciato la bottiglia sul tavolo, le era sembrato anche molto preoccupato dalla sua scelta di volere tutta la bottiglia.

Doveva sicuramente avere un aspetto stravolto.

Ormai poco le importava.

Dopo aver parlato con Hae-eun aveva provato a rimanere tranquilla, aveva provato a non lasciarsi andare al dolore, al senso di colpa, aveva deciso di stare per un po' da sola e aveva preso la decisione più responsabile di sempre, andare da Dashimen per parlare con lui e pensare insieme a un piano.

Aprire la porta dell'appartamento di Dashimen e sentire quelle parole dette dal suo amico, l'avevano fatta crollare.

"Yoongi ha tradito Isabel, è andato a letto con un'altra?"

Si versò il quarto bicchiere di alcool.

Scegli il tuo veleno.

La vodka era diventata il suo, sarebbe morta in un mare di vodka.

Voleva spegnere la testa.

Sapere che suo padre aveva ucciso Do-yoon.

Sapere che Yoongi era stato con un'altra.

Niente aveva senso.

Aveva iniziato una guerra, che aveva portato solo vittime.

Avrebbe solo dovuto lasciarsi morire anni fa, nel momento in cui aveva ufficialmente chiuso con Yoongi.

In quegli anni tutto era sembrato una continua lotta alla sopravvivenza.


Una mano si posò sulla sua coscia e lei quasi sobbalzò, si voltò di lato e strabuzzò gli occhi.

"Kim" sorrise splendido il ragazzo che si era accomodato vicino a lei senza neanche chiedere il permesso.

"Non ti ho detto che potevi sederti" disse lei secca distanziandosi un po' e togliendo con fermezza la mano del ragazzo dalla sua gamba.

"Ti ho chiamata, ma sembravi essere altrove con la testa" disse lui angelicamente.

"Vattene." Sentenziò lei distogliendo lo sguardo da lui e riprendendo il suo bicchiere di alcool per continuare a bere.

"Aigoo.. Isabel Kim in tenuta casalinga nel suo club stravolta. Non dovresti farti vedere così in pubblico." Ridacchiò lui e le sfilò il bicchiere dalle mani.

"Chang... sei un ospite nel mio Club, no padrone. Ridammi il mio bicchiere" si voltò a fulminarlo con lo sguardo.

Dae-hyun ghignò e fece comunque un sorso dal bicchiere, non per niente intimorito dalla ragazzina vicina a lui.

"Questa vodka sa di disperazione." La punzecchiò lui con un ghigno maligno sul volto.

"Perfetto, allora ridarmela."

"Kim ti porto via da qui, non credo che tu debba farti vedere in questo stato" disse lui diventando improvvisamente serio.

"Aigoo... ma che cazzo vuoi?" sbottò lei guardandolo irritata.

Lui cominciò a ridere di gusto, non aspettandosi un cambio così repentino del suo comportamento.

"Devi aver passato proprio una brutta giornata se non riesci a controllarti, di solito sei sempre così fredda e tutta di un pezzo." La stuzzicò lui.

"Bravo il genio, non è giornata, e tu la stai peggiorando. Dae-hyun sparisci dal mio tavolo."

"Ah... no, mi sto godendo lo spettacolo, Isabel Kim stravolta non si vede tutti i giorni, neanche al funerale di Do-yoon hai mostrato un cedimento."

Lei lo fulminò con un'occhiataccia, scosse la testa sbuffando, e tornò a bere.

Forse se non gli avesse risposto, lui sarebbe sparito dalla sua vita.


Dae-hyun continuò a studiarla, sorpreso nel trovarla in quello stato, più che altro di trovarla così in pubblico.

"Sai mi domandavo come mai dopo quello che è successo tra me e te, tu non mi abbia tolto il privilegio di venire qui" chiese mentre continuava a fissarla incuriosito.


Isabel chiuse gli occhi.

Decise di continuare ad ignorarlo.


"Kim?" chiamò lui soffocando un risolino.

Le sfilò di nuovo il bicchiere dalla mano.

Lei si voltò a guardarlo, sembrava pronto a sbranarlo.

Lui sorrise.

"Devo toglierti il bicchiere per avere la tua attenzione?" domando poi con voce lasciva.


Isabel si morse un labbro, cercando di trattenere l'impulso di dare un cazzotto sulla bella faccia di marmo di Dae-hyun, voltò di nuovo il viso dall'altra parte e alzò una mano per chiamare un cameriere.

"Dai, sto giocando.. non mi caccerai solo perché ti ho preso il bicchiere, ho fatto di peggio e sono ancora qui"

"Ti dispiacerebbe portarmi un altro bicchiere?" chiese Isabel al cameriere continuando a ignorare Dae-hyun che la guardava con un ghigno spavaldo stampato sul viso.

"Wao... hai deciso quindi di passare del tempo con me?" chiese spavaldo lui.

Isabel alzò gli occhi al cielo, cercando con tutta se stessa di far scomparire la voce di Dae-hyun, e di far finta che lui non esistesse.

"Mi metto comodo, alla fine dovrai pur parlare con me" ghignò lui, stiracchiandosi per bene e appoggiando entrambe le braccia sulla spalliera del divanetto.


Il bicchiere nuovo arrivò e Dae-hyun chiese al cameriere se poteva portare anche delle noccioline, da sgranocchiare in compagnia.

Isabel sospirò irritata, e si verso da bere, sempre sotto lo sguardo incuriosito del ragazzo.

Non solo doveva sopportarlo vicino a lei, ma doveva anche sentirlo masticare.

Non aveva la minima idea di come fare a levarselo da vicino.

Sapeva di non poterlo cacciare, ma non sarebbe neanche lei scesa a compromessi, andando via dal suo stesso club.

"Parlerai?" chiese tornando a toccarle la coscia per avere una qualche minima reazione.

"Se lo faccio andrai via?" chiese con rabbia lei al massimo della tollerazione.

"Dipende.." sorrise sempre più lascivo lui, avvicinando il viso a quello della ragazza.

"Cazzo. Non te ne andrai mai." Sbuffò guardandolo in malo modo.

"Adoro quando dici le brutte parole. Mi affascinano" ghignò lui avvicinando la mano ai capelli della ragazza e cominciando a giocare con una ciocca di capelli.

"Aigoo... ti diverte proprio giocare in questo modo?" disse ironica, rimanendo comunque immobile e lasciando che lui giocasse con la sua ciocca di capelli.

"A ognuno il suo passatempo." Disse lui lasciando la ciocca di capelli della ragazza, con la mano andò alla sua guancia accarezzandola delicatamente, fino ad andare sotto il suo mento e con due dita alzandoglielo.

"Bene perché allora non vai a cercartene un altro, questa stanza è piena di ragazze, forse qualcuna gradisce il tuo modo di giocare." Scandì bene le parole lei continuando a guardarlo fissa.


Lui sbuffò una risata.

I loro visi erano terribilmente vicini.

Adorava che lei non si scansasse, che rischiasse tutta quella vicinanza con lui.


"Sempre dritta al punto no? A te non piace molto giocare noto, sei una che passa all'azione, a cui non piace il mistero che si cela nell'attesa." Lasciò il mento della ragazza, posandole poi la mano sulla coscia. "No, tu sei una a cui piace avere tutto sotto controllo, una tutta di un pezzo?" chiese lui.

Rimase alcuni secondi ad osservarla.

Notando che rimaneva comunque tutta di un pezzo.

Spostò piano la mano che aveva sulla sua coscia quasi vicino all'inguine.

Finalmente la notò fare un sussulto, lievissimo quasi impercettibile, ma pur sempre un sussulto ben nascosto era.

Si allontanò da lei dopo averla provocata.

Si verso da bere, continuando a guardarla ghignando, e riempì il bicchiere anche a lei.


Isabel lo guardò freddamente, e poi si inchinò anche lei verso il tavolo per prendere una sigaretta dal pacchetto che però trovò vuoto, accartocciò il pacchetto, irritata da averle finite tutte.

Lui posò il suo bicchiere, con lentezza mise una mano all'interno della giacca tirando fuori il suo pacchetto di sigarette, ne sfilò una e la porse alla ragazza.

Isabel rimase immobile a guardarlo con un sopracciglio alzato.

"Hai ragione, non mi piacciono i giochi. Preferisco sapere cosa aspettarmi dalla vita. Si sono una maniaca del controllo." Disse piccata sfidandolo con lo sguardo.

"Prendi la sigaretta, Kim." Disse diventando improvvisamente serio.

"Che cosa vuoi, Chang?" chiese lei diretta.

"Sapere, perché posso ancora entrare qui, dopo quello che ho fatto al club di Hae-seo."


Lei arricciò le labbra, assottigliò lo sguardo, e si porse un po' più verso di lui, prendendo la sigaretta che lui le stava cedendo.

Se la posò sulle labbra, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo, che aveva accennato a un sorriso soddisfatto, e che si tastava i pantaloni in cerca dello zippo.

Dae-hyun prese lo zippo, si riavvicinò a lei e con uno scatto veloce le accese la sigaretta.

Isabel aspirò il fumo e lo buttò fuori dritto in faccia al ragazzo, che non fece una piega.


"Tuo padre è molto amico del mio. Alla fine dei fatti, penso sia giustificato che tu ce l'abbia con me per quello che è successo a tua sorella, o più che altro tu ce l'abbia con Chung-hee."

"Quindi è una questione di rapporti tra famiglie? Per questo Han-seo invece è improvvisamente sparito dopo essere stato qui con te, lui non ha i miei stessi tipo di rapporti." Chiese lui confuso, smettendo per un attimo di giocare con lei e rimanendo serio.

"Non ho idea di cosa tu stia parlando." Disse lei prendendo un'altra boccata dalla sigaretta.

Lui annuì, pensieroso, e si appresto a prendere una sigaretta anche per se stesso.

"So che hai dato la possibilità ad Han-seo di tornare qui, dopo che è stato cacciato da Do-yoon tempo fa." disse piccato.

"Si." disse lei prendendo un altro sorso di alcool.

"Quella sera l'ho visto uscire con te, dopo è sparito."

Lei si voltò a guardarlo dubbiosa.

"Non so nulla di dove sia..." disse sembrando realmente perplessa.

"In America, mi ha scritto che si allontanava per un po'." Continuò a spiegare lui.

"Ah.. quindi cosa di preciso vuoi sapere da me se già sai dove sia?" chiese lei sempre più perplessa non capendo quella conversazione, o facendo finta di non capirla.

"Kim... evita di prendermi in giro. Conosco Han-seo da quando siamo piccoli, non è il massimo dell'intelligenza in confronto a me o a te. Crede di poter far quello che vuole e sottovaluta chi ha di fronte." Sentenziò lui, mostrando una lieve irritazione dal fatto che lei sembrasse così perplessa da risultare falsa.


Isabel continuava a guardarlo perplessa e anche ubriaca, era un discorso che non riusciva a capire.

"Quindi?" chiese stizzita.

"Quindi, la vedo strana come vicenda, prima parla con te, dopo di che può tornare qui parla con te e sparisce." L'accusò lui, andando direttamente al punto.

"Non ho idea di cosa tu stia farneticando. Vedi piani malefici, dove non ci siano, e te l'avevo già detto." Disse lei scostandosi leggermente irritata dal modo che lui aveva di accusarla.

"Kim... è venuto da me a vantarsi che ti avrebbe scopato, era convintissimo di questo. Mi ha detto che aveva un patto con te. Ed è sparito. Tu non sembri una che si svenderebbe per chissà cosa, neanche per un video che incrimina tuo fratello."


Isabel sbiancò visibilmente.


"Beccata. Che cosa hai fatto?"

"Io nulla." Disse lei chinandosi di nuovo verso il tavolino e spegnendo con forza la sigaretta nel posacenere.

"Non ho fatto nulla, siamo usciti insieme da qui, ma ho incontrato Chung-hee in corridoio, sono andata via con lui." disse tornando con lo sguardo a Dae-hyun.

Lui assottigliò lo sguardo le afferrò il polso con forza e con una mano andò al suo viso, avvicinandosi di più a lei in modo intimidatorio.

"Nulla? Quindi lui ha deciso così dal nulla di andare via, senza salutare? Senza dire niente. E alla fine tuo fratello è anche finito agli arresti con un video che aveva Han-seo." Le ringhiò in faccia.

"Waoo, sai perdere la pazienza anche tu?" provocò lei.

"Kim." Disse tra i denti.

"Ti ho detto nulla. Non ho altro da dire. Lasciami o chiamo la sicurezza." Disse lei assottigliando lo sguardo.

Lui la lasciò andare con uno strattone.

"Direi che abbiamo finito. Non voglio dovertelo ridire. Toccami un'altra volta, e me ne fregherò dei vari rapporti familiari che abbiamo." Disse lei alzandosi in piedi.

Lui la guardò con un odio misto a eccitazione.

Non disse nulla mentre la osservò andare via ondeggiando per via di tutto l'alcool che aveva in corpo.

Appena la vide sparire, posò lo sguardo sul tavolino inclinò leggermente la testa.

Ghignò tra sé, pensando che per quanto lei avesse bevuto, era rimasta comunque molto con la situazione sotto controllo.

Annuì con il capo, ridendo appena.

Decise di seguirla, voleva di più quella conversazione non gli era bastata.


21 NOVEMBRE 2017 03:00 DI NOTTE.

La testa le girava fortissimo mentre sentiva il sudore scenderle veloce dalla fronte e il suo corpo emanare una quantità assurda di calore.

Con le gambe andò a stringere di più la vita dell'uomo che era sopra di lei e le dava spinte decise facendola ansimare come non faceva da tempo.

Si aggrappò di più alla sua schiena, mentre urlava forte di piacere e conficcava le unghie nella carne nuda di lui.

Inarcò sempre di più il busto sotto il peso del corpo dell'uomo che continuava a farla godere sempre di più.

Venne, mentre lui continuava a essere dentro di lei.

La lingua dell'uomo viaggiava veloce sul suo collo, lasciando morsi forti e netti nella carne, facendola sentire sempre più eccitata anche mentre l'orgasmo stava scemando pian piano.

Avrebbe voluto durare di più ma forse lui, aveva in serbo per lei altri orgasmi e no solo quello appena avuto.

Lui sicuramente le avrebbe dato tutto quello che lei non si era mai presa in quei mesi.

Stupida.

Era stata una stupida a negarsi a lui per tutto quel tempo.

Mentre ansimava, stravolta dal momento, mentre voleva sempre di più, comprendeva di aver sbagliato tutto.

Quello che stava facendo era la scelta giusta, e c'era arrivata tardi, ma meglio tardi che mai.

Lo sentì liberarsi in lei, e senza alcun preavviso il suo corpo fu invaso da altri spasmi, le gambe tremarono forti fino a cedere, staccando la presa dalla vita di lui e afflosciandosi a terra sul freddo pavimento.

Chiuse gli occhi per un attimo.

Non sentiva più alcuna preoccupazione.

Nessun senso di colpa.

Nessun problema.

Lui rotolò al suo fianco, accarezzandole il corpo dolcemente.

"Finalmente sei mia." Disse lui vicino al suo orecchio.

"Si." rispose Isabel.

Quella era la scelta giusta.

Ormai era finita tra lei e Yoongi.


Angolo dell'autrice:

Penso che avrei potuto continuare a scrivere di Isabel e Chang fino alla mia morte...

Scrivevo di loro senza rendermene conto.

Realmente ci doveva essere il capitolo dei bts con Yoongi beccato da Taehyung... spero di mettervi la vicenda nel prossimo e tornare a trattare dei bts.

Stranamente posso dire che sono soddisfatta del capitolo anche di come sia finito.

Con chi fa sesso Isabel?

Eh..

Hae-eun nel capitolo precedente ha detto una frase super vera: Non sei fragile, tu di per sé non lo sei. È quel rapper che continui ad amare che ti fotterà. Anzi ti ha già fottuto. Vedi come hai in pappa il cervello perché l'hai perso di nuovo. L'amore fotte,

Da notare che ogni volta che lei prova a fare piani malefici di solito non perde la testa, anche quando le hanno detto che Do-yoon non è morto suicida.

Non ha perso la testa neanche quando Hae-eun le dice che è stato il padre.

Lei fa stronzate solo quando si tratta di Yoongi, il suo problema è quello di per sé e non ragiona.

Detto ciò... vedremo come andrà. Ne vedo di belle e brutte. 

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