CAPITOLO 49: WIN-HOO
CAPITOLO 49: WIN-HOO
26 FEBBRAIO 2017
Win-hoo stava bussando alla porta dell'appartamento di Dashimen, sapeva che Isabel si trovava all'interno.
Bussava con insistenza, ma dall'altra parte nessuna risposta.
Avevano un meeting in hotel alle ore dodici e lei era in ritardo, avrebbero dovuto controllare tutte le presentazioni ed erano le undici, e questo suo essere sparita sembrava essere realmente strano.
Preoccupato Win-hoo alla fine, decise di digitare il pin ed entrare direttamente a casa di Dashimen.
Aprì la porta, trovando l'appartamento del tutto al buio, sperò in cuor suo di non trovarli nudi nel letto, non avrebbe sopportato una scena del genere, lui era fin troppo pudico per certe cose.
"Dashimen?" Chiamò a gran voce, e dopo di che accese la luce.
Dashimen si destò dal sonno saltando in piedi sedutastante, Win-hoo chiuse gli occhi alla vista della nudità del ragazzo.
"Aigoo perché sei sempre nudo!" Si lamentò sempre con gli occhi serrati mentre sbatteva i piedi a terra.
"Dash con chi stai parlando?" Disse una voce maschile proveniente dal letto.
Dashimen si voltò a guardare prima il ragazzo sul letto che si stava stropicciando gli occhi con i capelli tutti arruffati e poi tornò con lo sguardo su Win-hoo che aveva riaperto gli occhi e guardava con orrore la scena davanti a sé.
"Avevi detto che non era il tuo ragazzo!" Esclamò Hoseok improvvisamente del tutto sveglio, indicando Win-hoo che strabuzzava gli occhi e si sentiva estremamente a disagio nel trovarsi lì, senza saper cosa dire o fare.
Quello nudo nel letto di Dashimen era J-hope uno dei bts, si trovava a essere del tutto sconvolto da quello scenario decisamente inaspettato.
"Non è il mio ragazzo!" Disse Dashimen adirato per via della situazione.
"Non si direbbe, dato che entra in casa tua con il pin!" Disse piccato Hoseok, guardandolo con rimproverò.
"Aigoo che schifo! No! No! Non me lo farei mai!" Incominciò a squittire Win-hoo in preda al panico e Hoseok sembrò per un attimo tranquillizzarsi, anche se non del tutto, quella situazione era fin troppo strana e non gli piaceva il rapporto tra i due.
"Che schifo?" Chiese risentito Dashimen sgranando gli occhi.
"No... nel senso che!! Aigoo no! Io e te no!" Incominciò a balbettare il ragazzo in preda al panico, avrebbe tanto voluto non essere mai entrato lì dentro, era una situazione fin troppo imbarazzante.
"Che cosa fai qui? Da quando entri senza bussare?" Lo accusò Dashimen, sperando che Hoseok credesse che tra i due non ci fosse nulla.
"Io Ehm... cercavo, ma non è qui... io non lo so!" Esclamò con voce stridula, il ragazzo, mentre nella testa aveva la voce di Dashimen che ripeteva: non parlare di Isabel davanti ai bts, mai parlare di Isabel davanti a loro.
"Non è qui" disse con voce bassa sperando che Hoseok che era ancora sul letto e guardava confuso il panico di Win-hoo non sospettasse di nulla.
"Vado via!" Esclamò Win-hoo che scappò senza neanche salutare.
Se fosse stato uno di quei personaggi degli anime ci sarebbe stata anche la nuvoletta dietro di lui.
Dashimen si passò una mano sugli occhi, e poi si voltò a guardare Hoseok con i capelli arruffati e senza maglia, coperto solo dal lenzuolo nella parte inferiore, aveva le braccia incrociate al petto e un broncio arrabbiato.
Avrebbe dovuto inventarsi un qualcosa e anche subito per risolvere il pasticcio appena creatosi.
Win-hoo continuò a correre come una furia fino ad arrivare alla reception dove si appoggio sul bancone esausto e senza fiato, il ragazzo di fronte a lui assottigliò gli occhi, inclinò la testa per osservarlo meglio leggermente confuso.
"Va tutto bene?" Chiese alla nuca di Win-hoo, che alzò di colpo il capo con gli occhi quasi al di fuori delle orbite.
"Isabel kim! L'avete vista?" Disse con voce stridula.
"La titolare è nella stanza 27, vuole la chiave? Lei è il suo assistente?"
"Si sono io!! Si la chiave! Siiiii!" Win-hoo incominciò a saltellare sul posto in preda al nervosismo.
Presa la chiave magnetica, si avviò di corsa verso la camera di Isabel.
Entrò senza neanche bussare, continuando ad avere il fiatone.
Si accasciò un attimo a terra stanco, guardò la stanza in cerca della ragazza, di lei nessuna traccia a parte il rumore del phon proveniente sicuramente dal bagno.
Sospirò rilassato intuendo che lei fosse già sveglia e pronta per il lavoro.
Nonostante l'imprevisto della mattina e il fatto che non riuscisse a rintracciarla, probabilmente andava tutto bene, era solo lui che nell'ultimo periodo si stava preoccupando troppo per il suo capo.
Il problema reale era che: ancora non aveva capito bene tutta la situazione, non capiva cosa avevano a che fare i bts con lei e quanto tutti fossero legati tra di loro.
Isabel uscì fuori dal bagno, già pronta per la riunione, si bloccò a guardare Win-hoo confusa.
"Perché sei tutto sudato?" Chiese lei con un tono preoccupate "Ti senti male?" Chiese mentre si avvicinava a lui.
"Io no! Ho solo corso! Non rispondevi e non ti trovavo." Disse con il fiatone il ragazzo rimettendosi in piedi.
"Oh... scusami io non trovo il mio cellulare... devo averlo dimenticato da qualche parte." Disse lei confusa.
"Hai i postumi?" Chiese lui guardandola meglio, non sembrava avere un bell'aspetto.
"No, non ho dormito molto stanotte, insonnia" disse lei con voce piatta.
Era vero non aveva toccato alcool, dopo aver litigato con Dashimen era uscita dall'hotel e si era messa a guidare senza una men che minima meta nella testa. Si era ritrovata di nuovo davanti all'appartamento dei ragazzi, era rimasta in macchina senza fare un passo, ferma nel nulla.
La sua testa c'era il nulla, il vuoto totale. Non si era resa conto del tempo che scorreva, non aveva pensato a nulla, era solo rimasta ferma nella macchina al buio e al silenzio ferma a guardare il palazzo.
Poi li aveva visti tutti e sette tornare, sembravano stanchi, era rimasta incantata a guardare lui.
La sua testa le aveva urlato di uscire dalla macchina rincorrerlo, fermarlo e poi baciarlo, ma il suo corpo non si era mosso, era rimasta paralizzata.
Loro erano svaniti dalla sua vista e lei era andata via così come era arrivata.
Era tornata all'hotel, rimanendo in uno stato di apatia e vuoto totale.
Aveva preso una stanza e si era buttata sul letto, non si era spogliata, era rimasta immobile.
Vuota, era completamente vuota e sola. Aveva deciso lei di rimanere sola. Non voleva più affezionarsi a qualcuno. Non voleva neanche più Dashimen nella sua vita.
Sentiva solo dolore e non riusciva neanche a capire il perché, quale fosse la vera ragione della sua rabbia verso Dashimen, voleva solo non vederlo mai più.
"Sei pronta per il meeting?" Chiese Win-hoo mentre la osservava sistemare dei fascicoli aperti che aveva sul tavolo nella camera.
"Si penso di esserlo. Che abbiamo da fare dopo?" Chiese lei non ricordando il programma.
"Una riunione dopo pranzo in ufficio, devi andare anche ad assistere a una conferenza"
"Agenda piena quindi?" Chiese lei, mentre svuotava la borsa in cerca del telefono.
"Non lo trovi?" Chiese lui confuso, mentre la osservava armeggiare con tutti gli oggetti sul tavolo.
"No. Non lo trovo! Dove cavolo è finito quel telefono maledetto! Dove!" Urlò all'improvviso in preda al panico.
Win-hoo sbiancò nel vederla urlare così, la reazione della ragazza era stata improvvisa. La osservò confuso, percependo realmente che qualcosa non andasse, era strano vederla in panico perché aveva perso il telefono, di solito sapeva mantenere la calma, aveva alte capacità di problem solving, sembrava come se fosse ubriaca.
Si avvicinò a lei e la bloccò per le spalle.
"Lo troveremo, ora calmati un attimo, sarà finito da qualche parte." Provò a dire lui, lei lo guardò con il respiro corto, stava iperventilando.
"Respira con me, ora ci sediamo, risolvo tutto io. Ma devi respirare in maniera regolare" Provò a dire con voce calma e rassicurante il ragazzo, mentre lei annuiva leggermente con la testa e si portava una mano all'altezza del cuore e cercava di regolare il respiro.
Lui la fece sedere guardandola dolcemente, incominciò ad accarezzarle i capelli mentre lei cercava il respiro e chiudeva gli occhi.
"Vuoi che conto?" Provò a chiedere, ma lei fece no con la testa.
"Prendo dell'acqua, tu intanto prova a contare da sola" e così dicendo il ragazzo scappò via a prendere dell'acqua.
Isabel incominciò a contare lenta, cercando in tutti i modi di far passare l'attacco di panico. Era raro che li venissero davanti alle persone, di solito sapeva controllarli, però in quell'istante non ci era riuscita. Aveva un forte mal di testa e si ripeteva in mente che doveva assolutamente spegnere il cervello, ma non ci riusciva. Pensava solo al fatto che fosse in panico.
Win-hoo tornò vicino a lei e rimase fermo con il bicchiere d'acqua in mano, aspettando un segno da parte sua, appena lei gli diede il suo assenso con un cenno del capo, lui le porse l'acqua.
Isabel incominciò a sorseggiare lentamente, cercando di riprendere il controllo di se stessa, ma aveva le mani che erano solo un tremito, provò ad non osservarle, sperando che i tremori si calmassero da soli.
"Meglio? Vuoi che ti metta una canzone cosi ti distrai?" Chiese in modo gentile mentre prendeva una sedia e si sedeva di fronte a lei.
Isabel fece no con la testa.
"Voglio trovare il telefono" disse tentennando.
"Okay ricordi quando l'hai usato l'ultima volta?" Chiese lui sempre con tono dolce.
"No, non ricordo" disse lei con voce di panico, non ricordava. Non ricordava poi molto della sera precedente, solo la litigata con Dashimen e la sua decisione di chiudere con lui. Decisione presa solo per sfuggire al dolore, ma il dolore era lì e non se ne andava.
"Okay hai mandato un messaggio a me ieri sera dicendomi che rimanevi da Dashimen, forse è lì, può essere?" Chiese in modo gentile lui e Isabel spalancò gli occhi impaurita, era lì.
Il suo telefono sul tavolino del soggiorno.
Non poteva andare a riprenderlo, non poteva.
"Isabel-iss, vuoi dirmi cosa sta succedendo non vai in panico per il telefono perso, lo perdi una ventina di volte al giorno, non ti ricordi mai dove lo metti" disse lui capendo che ci fosse altro a turbarla.
"Non è niente, sono nervosa per gli impegni e l'imminente viaggio, mi sento sotto stress ultimamente. Troppe cose da tenere a mente... lo sai.... Io... mi fa male la testa. Ma giuro non ho bevuto." disse lei con voce stridula, non voleva fare preoccupare Win-hoo, non voleva che andasse in panico anche lui, ma il ragazzo la stava sorprendendo rimanendo calmo e tranquillo.
"Okay... capisco è un periodo stressante e tuo fratello ti sta tormentando parecchio, lo so che non vuoi andare da tua madre, ma potresti approfittarne per riposare" Provò a dire lui "Devi resistere un po', ti ho organizzato delle giornate molto rilassanti una volta che arriveremo alle Hawaii, anche la casa in affitto ha un ingresso privato sulla spiaggia, l'ho presa apposta così puoi stare un po' lì in tranquillità" sorrise gentile lui, stava provando a distrarla parlando di altro.
"Si lo so.... Devo tenere duro un altro po' giorni." Sussurrò lei.
"La casa è vicino al mare?" Chiese poi lei leggermente più calma all'idea di poter a breve camminare sulla spiaggia in piena libertà.
"Si, so che ti piace ma non ci vai mai. Ho preso una bella casetta e ogni volta che tornerai a casa potrai andare lì a rilassarti, così le visite con tua mamma ti peseranno di meno" sorrise lui accarezzandole i capelli dolcemente, era la prima volta che si prendeva cura di lei in quel modo, ma non c'era Dashimen a farlo e lui nel periodo in America aveva osservato molto il ragazzo. Aveva capito che Isabel aveva bisogno di contatto fisico per calmarsi, come se quel contatto l'aiutasse a sentirsi meno sola.
"Vuoi che chiami Dashimen?" Chiese lui
"No. Cerca il mio telefono. Non dirgli che sto male. No non lo voglio con me" disse lei con tentennando, ma con la paura negli occhi.
"È successo qualcosa con Dashimen? Per questo sei qui e no da lui?" Chiese lui capendo che qualcosa di grave fosse successa tra loro due.
Lei annuì con la testa e chinò il capo.
"Okay, se vorrai me ne parlerai... proverò dopo la riunione a chiamarlo così da riprendere il tuo telefono, ora però ti aggiusto il trucco e andiamo al meeting. Ti va bene?" Chiese lui con gentilezza, lei lo guardò grato per aver deciso di non intromettersi, si alzò con il suo aiuto, diretta al bagno così che lui l'avrebbe rimessa a nuovo.
Non poteva crollare, non aveva tempo per farlo.
Avrebbe pensato a tutti i problemi, a tutti gli avvenimenti una volta alle Hawaii. Avrebbe provato a calmarsi lì e a rimettere in ordine la sua vita e la sua testa fin troppo incasinata.
POMERIGGIO
Win-hoo dopo tutti i vari impegni della giornata aveva lasciato Isabel a casa sua con Nabi, le aveva detto di riposare un po' e che lui sarebbe tornato in serata con del cibo e il suo telefono.
Si trovava seduto sul divano in casa di Dashimen e si manteneva le ginocchia con le mani per evitare che tremassero troppo, era nervoso, per ciò che aveva visto quella mattina e anche molto in imbarazzo.
Dashimen apparve dalla porta della piccola cucina, con due birre in mano, posò quella per il ragazzo sul tavolino e si andò a sedere sul divanetto lì vicino cominciando a bere.
"Grazie per la birra" disse Win-hoo un po' a disagio.
"Lei come sta?" Chiese Dashimen senza giri di parole.
"Lavora parecchio, e sembra stressata" disse Win-hoo in modo diretto ma tenendo gli occhi fissi sulla sua birra.
"Comprendo.... Volevo spiegarti un po''di cose" disse Dashimen con tono fermo e piatto.
"Mi dirai perché avete litigato?" Chiese lui a disagio, non era solito farsi gli affari personali delle persone, era bravo a rimanere nell'ombra e a non immischiarsi troppo in cose che non lo riguardassero, ma era preoccupato per Isabel.
"Più o meno... senti la faccio breve senza giri di parole..." Provò a dire Dashimen fermandosi un attimo a riflettere, Win-hoo alzò lo sguardo su di lui, Dashimen aveva deciso di raccontare tutto al ragazzo, in maniera sintetica, ma tutto. Aveva la sensazione che tra lui e Isabel le cose non si sarebbero risolte in fretta, e a essere sinceri lui non ne aveva voglia, si sentiva abbandonato da lei e anche lui provava rabbia nei confronti della ragazza, che avrebbe dovuto capirlo e perdonarlo dato il loro rapporto.
"Isabel era fidanzata con Suga dei bts, era molto amica al gruppo, per questo ti ho detto di non nominarla davanti a loro le volte che li abbiamo incontrati... ehm poi... Isabel ha dovuto lasciare Suga perché minacciata dal padre, da lì il suo essere depressa, ha rinunciato a tutto per il volere del padre e per proteggere il ragazzo che lei ama." Disse velocemente Dashimen mentre Win-hoo lo guardava boccheggiando confuso.
"Cosa?" Urlò il ragazzo basito per via di tutte quelle informazioni appena ricevute. Era decisamente sotto shock si era chiesto diverse volte quale fosse il rapporto con quel gruppo di Idol. Era rimasto sorpreso anche quando aveva capito che Dashimen li conoscesse, cosa che non pensava potesse essere possibile, Dashimen aveva ribadito che non seguiva il Kpop e non era interessato agli idol, che non era loro fan, e che aveva solo una buona memoria in fatto di nomi.
"Questo... abbiamo litigato perché io passo informazioni su di lei a Suga e gli sono diventato amico. Questo è anche il motivo del perché li conosco. " sospiro lui "Dubito che faremo pace, ci vorrà molto e devi tenerla d'occhio tu per me. Per questo ti sto raccontando tutto" disse schiettamente. Per quanto fosse arrabbiato con la ragazza, non voleva lasciarla da sola, era questo il motivo per il quale aveva deciso di raccontare tutto a Win-hoo.
"Questa situazione è un casino... ma sei sicuro? Isabel con Suga? Suga dei bts?" Chiese strabuzzando gli occhi.
Win-hoo si trovava in uno stato di confusione totale, dove non stava capendo se quello che Dashimen lì stesse raccontando, in quella maniera così diretta e senza giri di parole, fosse uno scherzo oppure la realtà.
"Sicuro, senti non posso raccontarti tutta la storia, non sta a me, ma lei non può avvicinarsi a loro, per via del padre. Tu hai conosciuto il signor Kim, dovresti aver capito il peso che lui ha"
"È una persona orrenda... spregevole, il fratello di Isabel anche... è sempre lì a infastidirla a provocare. Non oso immaginare come sia la madre. Che gente crudele, non capisco come sia possibile che lei sia così buona" disse Win-hoo con un leggero tono di rabbia, non gli piaceva la famiglia di Isabel erano le classiche persone da cui lui stava alla larga.
"Aspetta... ma Isabel sa di te e Hoseok?" Chiese poi Win-hoo tornando al discorso originale e lasciando perdere l'odio per la famiglia Kim.
"No. No.! Non lo deve sapere, non può... io e Hoseok.... è complicato. Non posso dirle che c'è qualcosa con lui, se lei non si può avvicinare a Yoongi. Mi odia già perché li conosco... penso che mi odi." Disse con tono squillante e allarmato.
Win-hoo si bloccò a guardarlo, li sarebbero voluti giorni per metabolizzare il tutto, ne era sicuro.
"Ah... ma che dici Isabel non ti odia, forse è arrabbiata con te... scusa ma perché ti sei avvicinato a loro e dai informazioni su lei?" Avrebbe voluto chiedere tante cose, specie sulla storia d'amore tra Isabel e Yoongi ma aveva intuito di non poteva farlo.
Gli sembrava quasi tutto surreale, ma non si sentiva neanche del tutto sorpreso. Ora, anzi capiva lo sguardo di Isabel di quando si trovavano a guardare i video dei bts, c'era sempre una sorta di tristezza in lei.
"Storia lunga, è tutto un gran casino. Questo perché nessuno dei due rinuncia all'amore dell'altro, vanno avanti nelle loro vite ma... si amano e cercano in qualche modo di sapere dell'altro, non potendo stare insieme."
"È una specie di storia alla Romeo e Giulietta?" Chiese lui incominciando a capire il rapporto, tanto nascosto e segreto.
"Si... spero che non finiscano per ammazzarsi, è un enorme macello, anche perché finiscono sempre per incontrarsi in un modo o nell'altro." Disse tristemente Dashimen, era così si rincorrevano e scappavano da una vita e si rincontravano sempre. Era come Yoongi e Isabel se fossero destinati a stare insieme, così come sembrasse essere destinato anche lui a stare con Hoseok.
"Ho capito... quindi l'amore impossibile di Isabel quello della lettera di Do-yoon era Suga... il padre l'aveva ridotta in quella maniera per quello? Aigoo ora capisco perché era passata a consegnare una lettera alla big-hit" disse collegando finalmente i pezzi, incominciava a capire di più e i vari collegamenti.
Tutto sembrava avere più senso ora.
"Si era una lettera per Yoongi, dove gli ribadiva di dimenticarla che lei non l'amava. Ha provato a non amarlo, ha fatto parecchio la stronza per allontanarlo. Tutto per proteggerlo, il padre inizialmente la minacciò di mettere fine alla carriera dei ragazzi, successivamente è passato a minacce di morte. Isabel ha provato a ribellarsi, ma poi ha capito che non aveva potere. Non le importa molto di essere ferita, di avere ripercussioni, ha solo il terrore che qualcuno faccia del male a lui" spiegò Dashimen un po' riluttante, alla fine stava svuotato il sacco realmente su tutto.
"Cazzo!" Disse Win-hoo lasciando Dashimen basito per via della parolaccia utilizzata.
"Stai per entrare nel panico?" Chiese riluttante, sapeva che Win-hoo ogni tanto si faceva prendere dal panico.
"No. Ma tutto ciò è un casino assurdo. Mi è difficile credere a tutta questa storia, anche se ha senso il tutto. Aigoo come siete incasinati" disse prendendosi la testa fra le mani.
"Non puoi dire a Isabel che ti ho detto tutto, e in special modo non puoi dirle di me e Hoseok"
"Perché?" Trillò Win-hoo saltando in piedi " Perché mi stai mettendo in questa situazione? Sai cosa vuol dire lavorare per Isabel? Sai la mole di lavoro? Sai l'ambiente in cui ogni giorno stiamo? È tutto così stressante e io provo a esserle di sostegno, lei è instabile, lo sai benissimo!" esclamò in preda al panico, incominciando a sfogarsi, avrebbe tanto preferito rimanere all'oscuro. A lui non piaceva avere segreti, non gli piaceva essere accorrente degli affari della gente.
"Arriverai al punto del discorso? O stai avendo solo uno sfogo?" chiese Dashimen alzando un sopracciglio, confuso per via dal modo di fare del ragazzo, che solitamente era razionale e non si dava a sfoghi personali.
"Il punto è che forse era meglio non saperlo! Il punto è che devi far pace con lei e dobbiamo dirle che io so!" Disse lui con voce stridula.
"No, l'hai detto tu è instabile e la farebbe stare peggio" Esclamò lui impaurito che lei potesse avere un altro crollo e lui essere troppo distante per aiutarla.
"Non credo, Isabel odia non avere tutte le informazioni, non essere al coerente delle situazioni. Non ha molto potere, a quanto pare non sarà mai libera di avere una vita propria, deve avere almeno la possibilità di capire le cose come stanno. Non le mentirò Dashimen, non farò finta di non sapere. Non deciderò per Lei. Non dirò niente su J-hope, ma le dirò che so." Disse con decisione.
"Non puoi, se la prenderebbe con me perché te l'ho detto. È già arrabbiata." Provò a fargli cambiare idea Dashimen cercando di impietosirlo.
"Si è arrabbiata perché non hai chiesto a lei se potevi andare da Suga a dargli informazioni. Da quanto li frequenti? Da prima del mio compleanno immagino. Lei odia i segreti, non essere informata. Si sente già un burattino nelle mani del padre, si sarà sentita nella stessa maniera." Disse Win-hoo tornando a sedersi e prendendosi la testa tra le mani, capiva il panico della mattina di Isabel. Andava in panico quando aveva troppa carne al fuoco, quando le sembrava di perdere i pezzi, di essere all'oscuro. Isabel aveva bisogno di tenere tutto sotto controllo.
"Lei odia i segreti ma è la prima ad averne. Non ha mai detto niente a Yoongi del perché lo lasciava! Ha fatto in modo che lui la odiasse, si è dipinta stronza. Non ha dato possibilità a Yoongi di lottare per lei! È un' ipocrita, è la prima a decidere per gli altri e a tenere i segreti!" sputò fuori con rabbia Dashimen.
"Lottare? Hai detto tu due secondi fa che il padre di Isabel l'ha minacciata. Come avrebbe potuto lottare Suga? Lei non riesce a lottare. Dashimen non ci sei in azienda non sai il clima di terrore che si respira." Disse schietto Win-hoo
"Non puoi dirlo!" Rispose a corto di parole.
"Lo dirò parlerò con lei, non voglio avere segreti, è lei il mio capo, no tu. Mi dispiace, ma se posso impedire che abbai un crollo parlandole prima, lo farò. Voi due risolverete in un modo o nell'altro."
"Non ne sono sicuro" disse Dashimen con la faccia contrita.
"Penso che tu non voglia risolvere con lei. Penso che la litigata tra voi due sia stata parecchio brutta. Stai scaricando Isabel a me, mi stai dando la responsabilità di prendermi cura di lei, no solo come assistente, ma anche come amico. Come persona." Disse schietto.
"Non lo sto facendo!" disse con rabbia Dashimen.
"Si, invece è giusto. Tu hai bisogno dei tuoi spazi, e probabilmente di risolvere con J-hope. Non credo che risolverai con lui se continui a sentirti in colpa perché tu potresti avere una relazione e lei no." Disse Win-hoo avendo capito parecchio da quel poco che Dashimen si fosse fatto sfuggire.
"Tu non ne sai niente, non provare a fare il terapista!" gli urlò contro.
"Dashimen puoi urlare quanto vuoi, tu agisci come meglio credi. Io agirò come meglio credo. Ora so tutto, e decido io come relazionarmi con Isabel, la conosco ci passo ogni giorni insieme. Io devo dirle la verità. Poi la tua relazione e come la vuoi gestire con J-hope sono affari tuoi, ma dovresti parlare con lei o prenderti del tempo lontano da lei. Siete un casino." Disse Win-hoo schietto e rimettendosi in piedi .
"Tu non comprendi!" disse Dashimen con rabbia.
"Forse comprendo più di te, siccome non sono immischiato in tutto questo e non provo sentimenti per nessuno. Devo andare da Isabel, tu dovresti invece trovare del tempo per riflettere." Disse con voce secca.
"Perfetto vai da lei! Vattene!" urlò Dashimen facendo segno con la mano verso la porta.
Win-hoo scosse la testa posò la birra del tutto piena, prese il telefono di Isabel e andò via lasciando Dashimen solo.
Angolo dell'autrice:
Capitolo breve, lo so!
Punto di vista di Win-hoo... Isabel ormai è un mistero, nel senso che non riesco ad individuarla poi molto, in questo capitolo il suo assistente parla per lei e finalmente lui è al coerente di tutto.
Bene! Questo capitolo è stato veramente ostico da scrivere e non so bene perché!
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