CAPITOLO 45:CLUB AND OFFICE

CAPITOLO 45:CLUB AND OFFICE

25 GENNAIO 2017

CLUB

Dashimen aveva appena parlato con uno dei bodyguard all'entrate del locale, che gli aveva fatto cenno affermativo per farlo entrare, si voltò verso Win- hoo che era dietro di lui in trepida attesa, si guardava intorno tutto felice di essere lì, sembrava essere un bambino in un negozio di dolciumi, con gli occhi che li brillavano di entusiasmo. Dashimen lo guardò e un sorriso spontaneo si presentò sul suo volto, ogni tanto faceva bene avere gente così allegra vicino, e Win-hoo era quel genere di persona che ti regalava spensieratezza.

"Andiamo, dai, il nostro tavolo è pronto" disse tranquillo, mentre lo esortava a muoversi.

"Oh, abbiamo un tavolo? Di solito per entrare in questo locale si aspettano le ore, e non tutti possono entrare" disse pensieroso, mentre continuava a guardarsi intorno con allegria e seguiva Dashimen quasi saltellando, strappando così una leggera risata al ragazzo.

"Si, ma noi abbiamo un tavolo" disse con un'alzata di spalle Dashimen per poi guardare l'orologio al polso, e chiedendosi dove fosse finita Isabel, la ragazza sarebbe già dovuta essere al locale da quindici minuti.

"Sai non pensavo mi portavi da qualche parte per festeggiare il mio compleanno" disse Win-hoo con stupore nella voce, per poi sorridere allegramente.

"Ah... idea di Isabel, sai ci teneva che tu festeggiassi" disse Dashimen guardandosi intorno. Era in un club, ed era la prima volta che non pensava a rimorchiare qualcuno, nella sua testa aveva ancora il ricordo di quando qualche giorno prima, si era ritrovato alla Big-hit, a discutere del problema del più piccolo del gruppo e aveva passato del tempo da solo a parlare con Hoseok.

"Waoo! Pensavo fosse una tua l'idea!" disse sorpreso e molto emozionato all'idea che il suo capo avesse organizzato una festicciola per lui, senza che lui se ne fosse minimamente accorto.

"Isabel lo dimostra poco, ma ci tiene davvero a te, andiamo al nostro tavolo nel privè" disse tirandolo per la manica della camicia e dirigendosi verso i posti riservati ai Vip che si trovavano al piano superiore del locale.

"Aigoo non ci credo Isabel ha anche prenotato nella zona vip!" disse saltellante e felice "Ma non viene?" chiese poi con un leggero tono di preoccupazione.

"Si verrà, a breve la chiamo, è in ritardo. Il nostro tavolo è per di qua seguimi" disse cercando di mostrarsi tranquillo, quel ritardo da parte della ragazza era alquanto strano, aveva promesso che sarebbe arrivata in orario.

OFFICE

Isabel prese il telefono tra le mani e guardò l'orario: le dieci di sera, doveva già essere al locale scelto per festeggiare il compleanno di Win-hoo, e invece era ancora bloccata in ufficio, a finire di revisionare un progetto che doveva essere pronto entro il giorno dopo.

Aprì la chat di Dashimen e scrisse velocemente un messaggio per avvisare del ritardo per poi lasciare il telefono sulla scrivania, si afferrò la collana col far nervoso, odiava essere in ritardo e per giunta ancora in quell'ufficio in tarda serata.

Sbuffò tornando a guardare le carte, le mancavano da inserire soltanto il prospetto delle spese e poteva finalmente chiudere quel dannato progetto, che era stato un calvario.

La sua settimana era stata assurda, e si era ritrovata ricolma di lavoro, come non mai. Colpa di suo padre che dopo aver finito il viaggio in Giappone, aveva deciso di andarsi a fare una vacanza alle Maldive. Suo fratello avrebbe dovuto occuparsi di tutta l'azienda e del lavoro, era lui il secondo in carica, ma per quelle poche volte che si era visto in azienda, aveva solo combinato guai, scambiando carte, rovinando rapporti e portando solo il panico tra i dipendenti, che avevano dovuto fare il triplo del lavoro.

A volte Isabel si chiedeva se fosse realmente tanto idiota o se lo stesse solo facendo apposta per renderle la vita più complicata di quanto già lo fosse.

Riprese i fogli tra le mani e tornò a controllarne il contenuto, doveva sbrigarsi a finire.

CLUB

Taehyung era seduto sui divanetti e porgeva un bicchiere a So-hee cercando di sorridere affabile, era la terza volta che si vedevano, e non sapeva se quei tre incontri fossero da considerare appuntamenti o no, poiché erano avvenuti tutti con la compagnia di Jin e Yuri, che in quel momento si trovavano seduti lì vicino e chiacchieravano, scambiandosi paroline dolci sottovoce all'orecchio, mentre Jin accarezzava in modo tenero la gamba della ragazza.

"Va tutto bene?" chiese So-hee avvicinando leggermente il suo viso a quello di Tae, che sorrise in modo imbarazzato.

"Oh si certo!" esclamò, a corto di parole, voleva soltanto che qualcuno lo salvasse da quella situazione, non sapeva mai cosa dire quando era con lei, e ciò era strano, lui era il tipo di persona che faceva amicizia anche con i muri, poteva fare intere conversazioni con un muro, ma lì con lei vicino non riusciva mai a proferire parola.

"Non mi aspettavo che fossi così timido, nei video non sembri così" disse lei con tono dolce e arrossendo sulle guance, mentre provava a rassicurarlo toccandoli leggermente il braccio. Taehyung si voltò a guardarla sorridendo di nuovo in imbarazzo, aveva bisogno di essere salvato, non comprendeva perché fosse così teso, proprio non ne veniva a capo, voleva poter parlare in modo spensierato e allegro ma le parole non volevano uscire fuori dalla bocca.

"Siamo andati a prendere un paio di bottiglie, non possiamo bere solo i drink sono troppo leggeri!" esclamò Yoongi posando un paio di bottiglie di Champagne sul tavolino con Hoseok che faceva lo stesso con i bicchieri.

"Avete fatto benissimo!" esclamò Tae con allegria fin troppo esagerata, l'alcool era la sua soluzione, forse bevendo sarebbe riuscito ad essere più spontaneo e no un budino gelatinoso. Guardò il suo bicchiere, lo posò sulle sue labbra e buttò tutto il contenuto giù per la sua gola.

La ragazza vicino a lui lo guardò un po' stranita e anche preoccupata da quell'atteggiamento.

"Wao! Vacci piano ragazzino" ridacchiò Yoongi davanti a quella scena.

"Apri le bottiglie Hyung!" esclamò posando il bicchiere sul tavolo, leggermente a disagio, si alzò in piedi per poi prendere i bicchieri dal tavolo, vicino a Hoseok che lo guardava stranito.

"Sbaglio o viene anche noona Suran?" chiese poi a Yoongi provando a fare un minimo di conversazione, così da eliminare il disagio che stesse provando, sentiva lo sguardo di So-hee che lo stava studiando in modo criptico, sicuramente pensando che fosse un pazzo.

"Si viene con una sua amica, Hoseok indovina a chi presentiamo la sua amica?" disse Yoongi ridacchiando e dando una gomitata al ballerino lì vicino che scosse la testa, ormai rassegnato all'idea che qualunque amica di Suran sarebbe stata sempre presentata a lui.

Hoseok si girò di lato e guardandosi intorno, leggermente a disagio per poi bloccarsi di colpo e assottigliare lo sguardo.

V prese il bicchiere per lui e il ballerino e si avvicinò al ragazzo.

"Hyung il tuo bicchiere" esclamò raggiante, per poi seguire lo sguardo di Hoseok puntato su un paio di tavoli distanti da loro e rimanendo anche lui immobile ad osservare.

"Yah che guardate?" chiese Yoongi avvicinando a loro per brindare, inclinò la testa incuriosito "Non è Dashimen quello?" chiese poi bevendo dal suo bicchiere.

"Si...." Disse Hoseok non distogliendo gli occhi da Dashimen che sorrideva al ragazzo seduto vicino a lui che gli stava porgendo un bicchiere.

Hoseok si sentì improvvisamente accaldato per via della gelosia che stava prendendo possesso in lui, strinse i pugni e assottigliò lo sguardo, non si sarebbe avvicinato a lui, mai più in vita sua.

Si voltò verso Taehyung "Beviamo forza!" esclamò con voce irritata prendendo il bicchiere dalle mani del ragazzo e bevendo tutto di un sorso sotto lo sguardo inclinato di Taehyung che incuriosito cercava di capire quel tipo di comportamento.

OFFICE

Bussarono alla porta aperta, "Agassi?" chiamò il ragazzo sorridendole con vari fogli in mano e lo sguardo soddisfatto.

"Sono i rendiconti?" chiese lei sorridendo finalmente, avrebbe solo dovuto ricontrollarli e poi sarebbe finalmente potuta uscire da quell'ufficio e andare a svagarsi un po'.

"Si! Tutti finiti, ci dispiace per il ritardo" disse il ragazzo con un leggero inchino.

"Non è colpa vostra, non scusarti a nome dell'equipe di qualcosa che non vi riguarda" sorrise lei comprensiva, lui fece di nuovo un leggero inchino, e si avvicinò alla scrivania per poterli posare.

"Gli abbiamo ricontrollati diverse volte, forse lei potrebbe non farlo" provò a dire il giovane.

"Grazie per il lavoro" disse invece lei, avrebbe controllato foglio per foglio, non poteva lasciare nulla al caso. Ormai aveva già avvisato a Dashimen del suo incombette ritardo.

"Tu e gli altri potete andare, ormai avete finito" disse la ragazza con tono gentile.

"Agassi, non andiamo via, fino a che lei non controlla tutto e dirà che è perfetto"

"Come hai detto prima, li avete controllati diverse volte, non c'è bisogno che io lo faccia" sorrise lei mentendo.

"Isabel-iss, sappiamo entrambi che li controllerà. Lei fa sempre il triplo del lavoro" si fece sfuggire il ragazzo, per poi posare la mano sulla bocca sconvolto per ciò che aveva appena detto. "Mi dispiace io non volevo, mancarle di rispetto" disse subito in maniera veloce e un po' titubante.

"Non mi hai mancata di rispetto, hai solo detto una dato di fatto. Andate a riposarvi, domani ci aspetta una giornata faticosa" disse lei alzandosi in piedi e facendo un leggero inchino "Avete lavorato bene" disse poi, il ragazzo sorrise leggermente impacciato "Anche lei ha lavorato bene come sempre" disse prima di andarsene, Isabel si rimise a sedere prendendo i fogli per poterli controllare.

"Agassi, mi dispiace dirle che suo fratello è appena arrivato e sta venendo verso il suo ufficio" disse il ragazzo che aveva sentito la voce di Kim Sung-ju provenire dal corridoio.

Isabel alzò lo sguardo su di lui con la sua perfetta poker face, "Grazie per l'informazione, puoi andare, me ne occupo io"

"Se vuole rimaniamo"

"No, andate sono le dieci di sera, andate tutti a riposare è un ordine" il ragazzo chinò il capo e si avviò via leggermente nervoso.

CLUB

Si sedettero entrambi nel posto riservato a loro e Dashimen uscì il telefono dalla tasca, trovando un messaggio, cliccò per visualizzare e leggerne il contenuto.

-Qui ancora in alto mare, aspetto dei resoconti, spero di riuscire in mezz'ora-

Sbuffò al messaggio, Isabel era tornata a essere tutta lavoro, non la vedeva da fin troppo tempo, e incominciava a sentirsi nervoso poiché non la teneva sotto controllo. Avrebbe anche dovuto raccontarle di Yoongi e della situazione in cui si trovava a dovergli passare informazione, ma non aveva trovato il momento adatto, come anche il coraggio.

Lo scoppio del tappo di Champagne appena aperto da Win-hoo lo fece saltare per aria, si era perso un attimo nei suoi pensieri, troppo preso dalle problematiche che avrebbe dovuto risolvere.

"Uhh! Non volevo spaventarti!" esclamò divertito Win-hoo.

"Versa! Versa da bere!" disse Dashimen sorridendo e lasciandosi andare a una risata, aveva bisogno di bere.

"Isabel? novità?" chiese Win-hoo mentre versava da bere nei due flûte e le lasciava il terzo vuoto, guardandolo un attimo in modo triste poiché l'avrebbe dovuto usare Isabel.

"Bloccata in ufficio ancora" disse serio.

"Aigo! Mi ha dato la giornata libera! Perché se è piena di lavoro?" chiese leggermente nervoso.

"Perché lei fa così, pensa prima agli altri poi a se stessa... anzi non pensa mai a se stessa." Sbuffò mentre afferrava il bicchiere che li stava porgendo il ragazzo.

"Beh allora, brindiamo a te e al tuo compleanno!" esclamò Dashimen facendo tintinnare i flûte.

"Yeah! Buon compleanno a me!" disse con allegria Win-hoo.

Dashimen chiuse gli occhi un attimo, mentre con un lungo sorso finiva tutto il liquido nel bicchiere, sarebbero finiti tutti e due ubriachi, lui avrebbe esagerato come al solito e Win-hoo che non reggeva poi molto si sarebbe ubriacato quasi subito.

Era molto convinto che Isabel li avrebbe trovati sbronzi e forse anche allegri.

Aprì gli occhi, per poi assottigliarli leggermente e mettere meglio a fuoco verso due tavoli più in là dal loro.

"Che guardi?" chiese Win-hoo seguendo lo sguardo del ragazzo, incuriosito per poi individuare le persone che stesse osservando al tavolo ed esclamare.

"Ma quelli sono i...." non riuscì a finire la frase che Dashimen gli tappò la bocca velocemente.

"Shhhh! Non urlare" disse con voce tremolante continuando a chiudergli la bocca, per poi guardare di nuovo verso il tavolo, c'erano Hoseok, Yoongi, Taehyung che lo stavano osservando da lontano.

Intanto vicino a lui Win-hoo faceva dei versi strani per farsi liberare la bocca fino a che non gli tirò un pizzico sul fianco, facendoli mollare la presa.

"Aigoo, scusa. Non urlo e che sono sorpreso di vederli qui" disse tranquillamente. "Ah! Ma Jimin non c'è!" disse con tono triste continuando a fissarli da lontano.

"Cazzo ora che si fa?" domando ad alta voce Dashimen continuando a fissarli.

"In che senso?" chiese Win-hoo confuso "Continuiamo la serata no? Non possiamo mica andare a dare fastidio chiedendo autografi! Anche se mi piacerebbe sarebbe un bel regalo di compleanno" disse con tono affranto.

"Aigoo, non possiamo rimanere qui, no, decisamente no!" disse con tono di panico guardando Win-hoo con gli occhi fuori dalle orbite, per poi tornare a guardare intorno cercando una via d'uscita e l'unica era quella vicino al tavolino dei ragazzi che era posizionato proprio vicino le scale per raggiungere il piano di sotto.

"Perché non possiamo rimanere qui?" chiese confuso Win-hoo "Uhhh! Ma sembra che ci stiano salutando" disse Win-hoo ancora più confuso "È possibile che sia a noi?" chiese rivolto a Dashimen che era impallidito mentre guardava Taehyung saltellare e tirare Hoseok per il braccio indicando proprio lui al ballerino.

"Win-hoo... nessuno di noi conosce Isabel, nessuno. Lei non si nomina" disse in fretta guardandolo.

"Eh? Cosa?" chiese confuso e strabuzzando gli occhi.

"Si stanno avvicinando, te li presento, ma non si nomina Isabel. Non esiste non la conosciamo. È chiaro?" disse con la voce da panico mentre si alzava in piedi e lo tirava per una manica, per farlo alzare e Win-hoo annuiva confuso.

Hoseok e Taehyung erano sempre più vicini, Dashimen in panico guardò di nuovo il suo telefono, doveva andare via di lì e doveva far in modo che Isabel non arrivasse in quel locale, non si potevano incontrare.

Isabel non poteva assolutamente scoprire quello che lui steva facendo alle sue spalle.

Prese un respiro profondo, doveva rimanere calmo, il piano era salutare, chiacchierare poco e poi inventarsi una scusa e scappare via con Win-hoo.

Doveva solo rimanere calmo, doveva tornare a essere quello di sempre.

OFFICE

"Ah! La mia sorellina adorata" esclamò il fratello con voce viscida, vicino l'entrata della porta.

"Cosa vuoi?" disse lei con tono secco, prendendo le pratiche tra le mani e provando a controllare il tutto.

"Ancora a lavoro? Aigoo e dicono che sei la migliore, non avresti dovuto già finire tutto ciò?" disse Sung-ju ridacchiando, mentre prendeva un fermacarte di cristallo dalla scrivania e incominciava a giocarci.

"Avrei già finito se tu non avessi combinato casini come al tuo solito" sbuffò lei girando un foglio con forza, facendo risuonare il rumore della carta per tutto l'ufficio.

"Ah, si ho combinato qualche pasticcio, ma si è tutto risolto! Robaccia da nulla" esclamò continuando a ridere.

"Basta convenevoli cosa vuoi?" disse continuando ad avere un tono secco.

Isabel alzò lo sguardo su di lui per un istante e fulminandolo con gli occhi.

"Sono a conoscenza che hai prenotato un privè all'Octagon club" disse guardandola negli occhi e sorridendo falsamente.

"Che cosa vuoi?" richiese lei con una nota irritata nella voce, mentre provava a concentrarsi sul suo lavoro.

"Voglio quel privè, serve a me e a degli amici" disse con prepotenza.

"Prenotane un altro, il mio non te lo do" disse schietta alzando lo sguardo di nuovo su di lui.

"Sono tutti prenotati, mi serve il tuo" continuò a insistere lui.

"Aish!" esclamò lei alzandosi in piedi e facendo il giro della scrivania.

"Vattene." Disse con tono secco indicandoli la porta

"No, voglio il tavolo. Serve a me, no a te. Tu non hai amici che te ne fai di un tavolo?" disse ridacchiando e provocandola.

"Dovevi prenotarlo una settimana fa, entra come entrano tutti senza il privè e non rompere il cazzo. Te ne devi andare, io devo finire di lavorare, non ho tempo da perdere con te e i tuoi capricci da bambino di tre anni che vuole avere sempre tutto. Sei un moccioso, egoista, che non sa fare niente solo danni. Non ti do il tavolo. No" disse avvicinandosi con tono minaccioso a lui, talmente irritata dal modo di fare di lui di esigere qualunque cosa lei provasse ad avere.

"Aigoo, sorellina quanto ti scaldi." Sbuffò lui per poi sorridere di nuovo "Okay, ho sbagliato a esigerlo, possiamo pur sempre dividerlo. Ai miei amici piacerebbe tanto passare la serata con la mia sorellina troia. Mi chiedono spesso di te, forse dovrei provare ad accontentarli per una volta." disse sorridendo e avvicinandosi a lei sfiorandole la guancia con la mano.

"No." Disse lei distaccandosi dal suo tocco, con una smorfia di disgusto sul viso.

Lui fece un paio di passi per avvicinarsi a lei, mentre Isabel incrociava le braccia al petto provando a rimettere la distanza tra entrambi indietreggiando.

Lui assottigliò lo sguardo e sorrise malignamente, fece cadere il fermacarte di vetro che teneva in mano che si andò a frantumare in mille piccoli pezzettini sul pavimento.

Isabel abbassò lo sguardo per una frazione di secondo sul fermacarte ormai distrutto ai suoi piedi, ciò la portò a distrarsi tanto bastasse che si ritrovò afferrata per le spalle e spintonata contro la scrivania.

"Lasciami ora." Disse tra i denti, puntando di nuovo lo sguardo su di lui "O giuro che ti faccio pentire di avermi solamente toccata" disse con rabbia.

"Continui a non capire chi ha il potere tra me e te." soffiò lui vicino al suo volto.

Isabel rimase immobile, a guardarlo con odio, era stanca, sfinitamente stanca dei suoi agguati nel suo ufficio, di risolvere i suoi pasticci, di sentirlo parlare di baggianate.

Era terribilmente stanca di lui e di tutta la situazione, ma non si sarebbe fatta toccare di nuovo, non gli avrebbe permesso di averla vinta, così come l'aveva sempre vinta in azienda.

"Se solo non fossi mia sorella, ti avrei già piegata a me. " disse con voce rauca, afferrandole il viso con una mano, "Se non fossi mia sorella, ti sbatterei talmente tanto, da non farti reggere più sulle tue stesse gambe." Continuò a dire all'orecchio. "Sai penso proprio che lo lascerò fare a qualcuno dei miei amici, o a tutti in contemporanea. Io potrei stare lì a guardarti mentre vieni piegata diverse volte, sarebbe un bello spettacolo" rise a fine frase in maniera crudele.

Isabel digrigno i denti, sorrise maligna e gli sputò in pieno volto, lui lasciò la presa sul volto di lei mentre emetteva un urletto stridulo e schifato.

La ragazza gli afferrò il braccio con forza assottigliando lo sguardo.

"Lo sai che sono fisicamente più forte di te e posso stenderti in un batti baleno. Mi stai irritando, e facendo perdere tempo. E cosa più importante mi fai schifo" disse mentre gli torceva il braccio per poi tirargli un calcio alla gamba così da farlo cedere, invertì le posizioni in un attimo, piegandoli il braccio dietro la schiena e posando l'altra mano sulla testa di lui con forza così da sbatterlo velocemente sulla scrivania, facendo così cadere diversi fogli per terra.

Lui rantolo per il dolore incominciando poi a urlare.

"Giuro che ti ammazzo se provi a minacciarmi di nuovo." Disse furente mentre lui provava a dimenarsi.

"Lasciami andare! Lasciami andare!" cominciò a urlare Sung-Ju impaurito, lei lo lasciò andare mettendo di nuovo le distanze tra loro due e indicando poi la porta.

"Te ne vai ora con le tue gambe o giuro che ti farò andare via strisciando da qui, dopo che ti avrò rotto tutte e due le rotule."

Sung-ju la fissò con sguardo leggermente impaurito, tossicchiando nervoso.

"Te la farò pagare" disse con rabbia.

"Certo, la prossima volta. ORA VATTENE" urlò lei "Vattene o ti ammazzo!" urlò di nuovo in preda alla rabbia tirando un calcio alla porta per impaurirlo, Sung-ju spalancò gli occhi e si diede alla fuga in un istante.

CLUB

Dashimen sembrava disinvolto mentre cercava di mettere fine alla conversazione che si stava tenendo già da una quindicina di minuti.

Win-hoo vicino a lui aveva appena finito di farsi delle foto con i ragazzi, Taehyung appena aveva scoperto che fosse il compleanno del ragazzo e che fosse un army aveva deciso di fargli quel regalo.

Hoseok non toglieva gli occhi d'addosso a Dashimen, geloso come non mai di averlo trovato in quel locale con un altro ragazzo.

"Come hai fatto ad avere un tavolo qui?" chiese Yoongi a Dashimen invece incuriosito

"Ah... avresti dovuto aver già capito da parecchio, che se voglio qualcosa la ottengo facilmente" ghignò Dashimen.

"Devi conoscere veramente tanta gente con il lavoro che fai" disse con disappunto Yoongi. Aveva da un po' l'incertezza che Dashimen non gli avesse detto tutta la verità, aveva la sensazione che il ragazzo conoscesse Isabel di persona.

"Si parecchia, ma molta di più in America"

"Non ci ritorni?" chiese Hoseok con tono leggermente irritato.

"In America? No, per il momento no" disse tranquillament.e

"Dash guarda che belle le foto!" esclamò Win-hoo avvicinandosi con il telefono.

"Si sono molto belle" esclamò gentile Dashimen beccandosi un'occhiataccia da Hoseok. Yoongi invece strizzò gli occhi confuso per via di tutta quella gentilezza provenire dal ragazzo, era convinto la riservasse solo a pochi eletti e che uno di quelli fosse Hoseok.

"Grazie per aver fatto le foto con me!" disse di nuovo Win-hoo felice in volto.

"Si, grazie, vi abbiamo rubato fin troppo tempo" disse Dashimen sperando che capissero e sloggiassero da lì così che lui e Win-hoo potessero scappare velocemente, guardò per una frazione di secondo il telefono, Isabel aveva detto trenta minuti, era la prima volta che sperasse che lei facesse ancora più ritardo.

"Perché non vi unite a noi?" chiese Taehyung sorridendo ampliamente, "Oh si, perché non vi unite a noi!" disse Hoseok avvicinandosi a Dashimen con far provocatorio.

"Oh! Sarebbe fantastico!" esclamò Win-hoo preso dal momento per poi essere fulminato dallo sguardo inceneritore di Dashimen.

"Ehm... no, scusate ma non possiamo" disse secco il ragazzo.

"Oh... ehm si giusto non possiamo" disse Win-hoo leggermente a disagio.

"Infatti, mi dispiace ma io e Win-hoo dobbiamo andare" disse facendo segno a Win-hoo di salutare e di reggerli il gioco.

"Ma come la serata è appena iniziata" esclamò con disappunto Hoseok.

"Si lo so, ma dovevano unirsi a noi altri amici, ma non riescono a venire, quindi dobbiamo raggiungerli, eravamo già qui quando ci hanno avvisato e abbiamo deciso almeno di bere un bicchiere prima di andar via" inventò sul momento il ragazzo.

"Sembra un gran bella balla inventata sul momento" disse Hoseok fulminandolo con lo sguardo .

"Ehm... perché dovrei dirti una balla?" chiese Dashimen ridacchiando nervoso.

"Ah.. forse perché non vuoi unirti a noi" disse piccato il ragazzo.

"No! Noi vorremmo tantissimo! Forse potremmo? No Dashimen? Forse si può fare?" chiese quasi supplice.

"No, non si può fare! Dobbiamo incontrare per forza questi amici. Dobbiamo andare" disse con tono secco prendendolo per il polso, doveva scappare da lì, Isabel molto probabilmente sarebbe arrivata a breve, doveva impedire che si incontrassero.

"Ehm... ma"

"Niente ma!" esclamò quasi in preda al panico.

"Non c'è bisogno di scaldarsi tanto" disse Yoongi leggermente interdetto da quell'atteggiamento.

"Se avete un impegno dovreste andare" disse Tae in modo gentile, cercando di fare da paciere.

"Si, dovremmo" disse con tono secco per poi guardare un attimo Hoseok e capire che fosse furente per chissà quale assurdo motivo.

"Ehm.. okay, dai torniamo al nostro tavolo. Ci vediamo fra un paio di giorni no?" chiese Yoongi rivolto prima ai membri e poi a Dashimen.

"Si, fra un paio di giorni, fatemi sapere l'orario" provò a essere di nuovo gentile Dashimen ma riuscendoci poco.

Hoseok lo guardò furente, salutò con un cenno secco del capo e insieme agli altri andò via lontano da lui.

Dashimen si passò una mano tra i capelli sospirando, guardò Win-hoo con disappunto e scosse la testa, mentre il ragazzo vicino a lui lo guardava con il broncio.

OFFICE

Lui uscì fuori dall'ufficio e Isabel gli sbatte la porta dietro, con un movimento repentino chiuse a chiave, tolse la chiave dalla toppa stringendola in mano, talmente forte che le nocche le diventarono bianche.

Chiuse gli occhi, continuando a stringere la chiave in mano. Cercando di far tornare il respiro regolare, ma quello era appena esploso così come il suo cuore che andava a mille.

"Se non fossi mia sorella, ti sbatterei talmente tanto, da non farti reggere più sulle tue stesse gambe"

Disgusto, provava solo e unicamente disgusto.

Sentì lo stomaco contorcersi su se stesso, la chiave le scivolò dalle mani, tintinnando sul pavimento nell'assoluto silenzio della stanza.

"Sai penso proprio che lo lascerò fare a qualcuno dei miei amici, o a tutti in contemporanea. Io potrei stare lì a guardarti mentre vieni piegata diverse volte, sarebbe un bello spettacolo"

Si afferrò lo stomaco che le infliggeva tremendi crampi.

Sentì il bruciore attraversarle tutto l'addome, fino ad arrivare su dritto in gola.

Gli occhi erano ricolmi di lacrime, si voltò di colpo verso la porta del bagno, portandosi una mano alla bocca, non voleva vomitare, non le piaceva.

Non voleva farlo.

Cercò di ributtare ciò che cercava di venir fuori, di nuovo dentro.

Ma niente voleva stare dentro, tutto ciò che sentiva, aveva bisogno di uscire.

Corse verso il bagno spalancando la porta e si ritrovò di nuovo riversa sul gabinetto.

Si passò una mano sulle labbra e si risedette a terra appoggiando le spalle al freddo marmo, inclinò leggermente la testa e chiuse gli occhi.

Non voleva mai vomitare, ma dopo andava meglio, si sentiva svuotata.

Si alzò a fatica aiutandosi con la forza delle sue mani tremanti, tirò lo sciacquone e poi andò verso il lavandino per potersi sciacquare la faccia.

"Fanculo i rendiconti" disse tra i denti mentre si specchiava.

"Fanculo tutto" disse di nuovo con rabbia.

Si voltò verso la porta ad osservare i vestiti appesi che avrebbe indossato per uscire, doveva andar via da lì, doveva chiudere la mente.

Doveva scappare.

Paura, le frasi del fratello le avevano procurato paura. Per quanto facesse la forte, sapeva di non esserlo per niente.

Quante volte era caduta? Quante volte era caduta negli ultimi anni?

Fin troppe.

Si era rialzata questo si, ma molto a fatica, e ogni volta lo sforzo per rimettersi in piedi era sempre il doppio.

Era sempre più stanca, era arrabbiata, furiosa contro tutti e tutto, odiava il Mondo, odiava la sua vita.

Provava solo odio, rabbia e dolore.

Doveva fingere, era costretta a farlo, doveva fingere che tutto andasse bene, che lei fosse perfetta, fosse una perfetta lavoratrice, una perfetta Chaebol.

Tutti lo esigevano.

Tornò a guardarsi allo specchio, doveva fingere di essere allegra, felice, almeno per quella sera, era il compleanno di Win-hoo, doveva sorridere.

Doveva essere una serata felice, doveva farlo per il suo assistente, meritava un bel compleanno.

Non poteva far capire a Win-hoo o a Dashimen che ci fosse qualcosa che non andasse, doveva indossare la maschera anche con loro.

Non poteva far capire quanta paura avesse.

Afferrò i propri vestiti, doveva andare via da quella maledetta azienda, aveva bisogno di alcool.

CLUB

"Aspetta, aspetta!" Win-hoo lo bloccò per il polso in mezzo alla pista.

"Perché stiamo andando via?" chiese in confusione.

"Win-hoo, ascoltami bene. Noi non abbiamo mai parlato con i bts, io non conosco nessuno di loro. Faremo finta di nulla" disse guardandolo fisso negli occhi.

"Perché? Isabel è loro fan, potremmo presentarli!" esclamò il ragazzo, Dashimen gli afferrò il volto tra le mani.

"Isabel non può avvicinarsi a loro, non devi dire nulla a Isabel. Nulla sono stato chiaro?" disse secco fulminandolo con lo sguardo.

Win-hoo impallidì davanti a quel modo di fare di Dashimen, lo stava impaurendo solo con la forza dello sguardo, deglutì a vuoto, avrebbe voluto farli altre domande, ma riuscì solo ad annuire leggermente con il capo.

"Perfetto, non una parola. Ora andiamo via. Devo muovermi a rintracciare Isabel e dirle che non può venire qui" disse secco più a se stesso che a Win-hoo che lo guardava impaurito, lasciò andare il viso del ragazzo, lo riprese per il polso e lo trascinò come se fosse stato una bambola di pezza.

Doveva sbrigarsi, doveva correre via da lì, non poteva far in modo che Isabel li contrasse, non poteva farsi scoprire così intimo a Hoseok.

Era sempre tutto più una catastrofe.

OFFICE

Il telefono nella sua borsa squillò, aprì la cerniera e incominciò a cercare in quella piccola borsa, domandandosi come fosse possibile che più piccola fosse la borsa più non trovasse niente.

Finalmente lo trovò incastrato sul fondo sotto il portafoglio e il pacchetto di sigarette.

"Pronto?" disse posando il telefono all'orecchio.

"Dove sei?" chiese con voce affrettata Dashimen mentre si trovava fuori dal locale con Win-hoo che saltellava sul posto per riscaldarsi per via del freddo.

"Sono pronta, sto per uscire dall'ufficio" disse lei prendendo la borsetta e guardando un attimo per terra i pezzi di vetro.

"Cambio di programma!" urlò Dashimen al telefono.

"Che vuol dire cambio di programma? A breve arrivo!" disse lei confusa, distogliendo lo sguardo dal pavimento.

"Ti spiego appena ci vediamo. Andiamo all'hotel niente club!" disse con fretta Dashimen.

"Aigoo! Ho fatto la pazza per prenotare lì! Sai quanto è difficile avere un tavolo?" chiese lei leggermente irritata, avrebbero passato la serata in una stanza dell' hotel a bere, soli loro tre, e sicuramente si sarebbero accorti del suo cattivo umore.

"Si lo so, ma non si può stare qui, tu non puoi." Disse secco.

Un brivido percosse Isabel, forse Win-hoo e Dashimen avevano incontrato suo fratello.

"Dammi una ragione" disse lei cercando di mantenere la voce ferma, mentre provava a fare qualche passo incerto verso l'uscita del suo ufficio.

"Lui. C'è lui qui" disse schietto Dashimen

"Lui? Mio fratello?" chiese lei tentennando.

"Cosa c'entra tuo fratello? No lui! Il Lui con la L maiuscola" disse frettolosamente Dashimen.

"Ah, ecco l'auto!" esclamò Win-hoo felice di poter entrare in un posto caldo.

"Ah.. Yoongi?" chiese in confusione Isabel

"Si."

"Ci vediamo in Hotel, arrivo" disse Isabel per poi chiudere la porta dell'ufficio guardando per l'ultima volta i vetri a terra.

Lei era come quei vetri per terra, rotta.

L'unica persona che sarebbe stata in grado di aggiustarla, si trovava nel club dove lei sarebbe dovuta andare.

Si afferrò la collana con forza, chiuse gli occhi, prese un respiro profondo.

Doveva rimanere calma, non seguire la sua pazzia che le faceva commettere errori, doveva scendere nel parcheggio salire sull'auto privata che aveva chiamato e doveva andare all'hotel.

Non poteva correre da Yoongi.

Non poteva per niente.

Non poteva fare una pazzia del genere, aveva combinato fin troppi guai in passato.

CLUB

"Va tutto bene?" Yoongi si avvicinò a Hoseok con due bicchieri in mano vicino al piccolo balconcino al secondo piano dei privè, Hoseok non rispose, anzi continuava a fissare un punto fisso della pista da ballo.

Yoongi gli diede un leggero colpetto con il gomito, senza aver alcun risultato, e cercò di seguire lo sguardo dell'amico.

Ecco palesarsi di fronte a lui Dashimen che teneva fermo un ragazzo con le mani sulle guance di quest'ultimo, strizzò gli occhi confuso, per poi tornare a guardare Hoseok dubbioso, e ritornare a guardare la scena sulla pista da ballo.

Seguì tutto il tragitto dei due ragazzi fino a che non scomparvero verso l'uscita del locale.

"Oh, Yoongi!" esclamò all'improvviso Hoseok come appena svegliato da un sogno.

"Yah, ti ho portato da bere" sorrise all'amico cercando di non sembrare preoccupato e sospettoso.

"Hai fatto bene! Stasera penso che mi ubriacherò!" cercò di sorridere raggiante Hoseok come se niente lo stesse realmente disturbando.

"Suran è appena arrivata con l'amica, quella che ti voleva presentare" disse poi sorridendo Yoongi un po' a disagio.

"Oh, si? Sai avrei proprio bisogno di svuotare" sorrise tiratamente Hoseok al suo amico che incominciò a ridere di gusto "Ah! Si lo dico sempre che fa bene!" avvicinò il suo bicchiere a quello di Hoseok per brindare allegro e Hoseok fece lo stesso "Stasera ci si diverte" esclamò autoconvincendosi che la serata sarebbe andata a buon fine e si sarebbe divertito.

"Andiamo te la presento!" esclamò ilare Yoongi, per poi dare un sorso al suo drink, mettendo tutti i suoi dubbi da parte.

Si sarebbero divertiti, tutto andava bene.

Hoseok sorrise e diede anche lui un sorso, buttando tutto il contenuto all'interno del suo stomaco. Non era Gay, non poteva esserlo a lui piacevano le ragazze, lo avrebbe dimostrato quella sera, Dashimen e quel suo amico che fosse sicuro essere qualcosa di più potevano tranquillamente andare al diavolo.

Erano stati solo dei momenti di debolezza, solo quelli.

Lui non poteva essere Gay.

Sorrise alla ragazza di fronte a lui, dicendosi di nuovo che non era gay e non lo sarebbe mai stato.

Angolo dell'autrice:

Sono in super ritardo! Lo so benissimo! Mi dispiace tanto! Ma questo capitolo non voleva venire fuori no! Non volevaaaaaaaa!

Ultimamente il problema è Isabel.... io non lo so... non ho idea di cosa stia combinando. 

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