CAPITOLO 40 BOOM


CAPITOLO 40 BOOM

13 GENNAIO 2017 MATTINA

Dashimen si alzò per via del rumore di un qualcosa che cadeva a terra, si avviò fuori dalla camera da letto diretto al soggiorno, con la testa ancora nel mondo di Morfeo.

Si stropicciò gli occhi mentre osservava Isabel con una salopette addosso, scalza come sempre e i capelli corti provati a legare malamente da varie pinzettine, la ragazza aveva in mano un cartone con degli oggetti all'interno. Dashimen rimase fermo tra la fine del corridoio e l'inizio del soggiorno ad osservarla stranito.

Non capiva cosa stesse facendo così indaffarata.

Scosse leggermente il capo, dopo aver passato la sera ad ascoltarla mentre raccontava tutto in uno stato catatonico, ora la ritrovava in uno stato completamente differente, uno stato maniacale.

Sospirò affranto lo psichiatra lo aveva avvertito, Isabel oltra ad avere una depressione, aveva a volte alcune caratteristiche del bipolarismo, non ne soffriva, ma aveva dei momenti simili di sbalzi umorali, che potevano andare da delle fasi depressive a delle fasi maniacali che l'aiutavano a non pensare.

"Ciao bellezza" esclamò Isabel posando il cartone a terra mentre lo osservava inclinando il capo, Dashimen si riprese dal flusso dei suoi pensieri e la mise meglio a fuoco.

"Cos'è successo? Che stai combinando?" chiese lui guardandola alzando un sopracciglio, non comprendendo cosa stesse realmente facendo con quegli scatoloni.

"Pulizie!" esclamò mentre si passava la manica sulla fronte per raccogliere alcune gocce di sudore.

"Pulizie qui? È perché mai?" chiese lui scuotendo il capo, alle volte Isabel per lui era poco comprensibile, specie in quei momenti.

"Non può rimanere sporca questa casa" disse lei incrociando le braccia al petto imbronciata, per poi farli segno di seguirlo verso la cucina.

"Ti preparo il caffè così ti riprendi e mi aiuti" sorrise lei per poi prendere dei muffin dalla mensola e porgendone uno sorridendo.

"Dovrei aiutarti a fare cosa scusa?" chiese non per niente convinto di aver capito cosa lei avesse in mente.

"Mi aiuti a sistemare un po' questa casa, devo togliere tutti quegli scatoloni che sono davanti la porta e ingombrano il passaggio" disse lei piccata, mentre li porgeva un tazza di caffè nero bollente e amaro come piaceva a lui.

"Dovrò anche spostare i mobili per ripitturare le pareti, questa casa ha bisogno di una rinfrescata" esclamò lei per poi prendere il quaderno sul bancone e appuntare tutto sulla sua lista di cose da fare, con aria indaffarata.

"Stai scherzando spero? Questa casa va bene così e poi non ci vieni mai, che senso ha ripitturare tutto? Anzi che senso abbia che lo faccia io!" disse lui sconvolto dal tutto, la guardava con gli occhi fuori dalle orbite era completamente pazza da legare, lo stava mandando sempre più al manicomio con quelli sbalzi d'umore insensati.

"Ho bisogno di farlo per sentirmi meglio" disse piccata.

"Aigoo. Chiama qualcuno che lo faccia sei ricca, e poi è venerdì perché non sei a lavoro?" chiese lui confuso, ricordandosi improvvisamente che non fosse ancora domenica e lei sarebbe dovuta essere dietro una scrivania da ore.

"Siamo tornati da una settimana, non vado sempre in ufficio" disse lei sempre con un tono leggermente scontroso, per poi sorridere sprezzante.

"Ma sbaglio o gestisci tutto il reparto progettazione, più le comunicazioni con le altre aziende di partnership? Non servi a lavoro?" chiese lui sempre più confuso, essendo consapevole della mole atroce di lavoro che lei avesse

"Mi chiedono anche consiglio per la gestione dei fondi, e per tutto quello che riguarda l'estero e quindi?" chiese lei sbattendo gli occhi, per poi incominciare a giocherellare con la penna tra le mani.

"Perché non stai in ufficio?" chiese Dashimen di nuovo.

"Perché io lavoro stando ai miei orari, salvo che mio padre non mi appioppi altro" disse lei confusa da tutto quell'interesse per il suo lavoro, non capendo la ragione del perché lui trovasse strano che stesse a casa.

"Puoi prenderti i giorni che vuoi per stare a casa? E lui non dice niente?" chiese strabiliato, non era mai successa una cosa del genere, l'estate scorsa lavorava come una pazza senza pausa.

"No, sa che ho un mio modo di lavorare, di solito non ha da ridire per i miei orari" spiegò lei facendo spallucce.

"Aspetta quest'estate lo facevi" l'accusò Dashimen puntandole il dito e non capendo bene la situazione.

"Si, perché c'era lo scandalo di Do-yoon e io andavo da lui, si vociferava che fossimo una coppia" disse lei piccata "Se il lavoro va bene, e io non ho scandali e non faccio niente di inappropriato e porto risultati, passo inosservata e gestisco tutto come voglio. E poi lui è in Giappone" fece spallucce sorridendo, il fatto che il padre fosse in Giappone le dava molta più libertà.

"Aspetta, quindi in America perché lavoravi tanto?" chiese lui sempre più confuso per poi seguirla per la cucina, poiché lei si era mossa per andare nell'altra stanza.

"Perché ero depressa ed era l'unico modo per andare avanti! Aigoo ma che domande idiote che sono, perché non ci arrivi da solo?" sbuffò lei avvicinandosi a uno scatolone, irritata.

"Tu mi farai impazzire Isabel tu e la tua famiglia incasinata" esclamò lui irritato da come lei lo stesse trattando, fino alla sera prima era stata così docile ed era stata anche fin troppo lacrimosa. In quel momento, invece, sembrava come se fosse impazzita del tutto, ed era tornata ad essere scontrosa come sempre e molto irritante.

"Aigoo è semplice, allora mi si scassa i coglioni solo quando qualcosa va male o io faccio qualcosa di sbagliato. Sono tornata perché chiamata e senza lamentarmi, ho risollevato l'azienda dallo scandalo di mio fratello, Do-yoon non lo minaccia più e Yoongi non fa parte della mia vita. Non ho alzato la voce, non sono stata sfrontata non ho fatto niente che potesse infastidirlo e in più ho aumentato gli utili in America sistemando un po' alcuni settori e ho rivisto i vari Budget per i vari progetti" disse lei mentre si aggiustava una mollettina cercando di raccogliere i capelli e sbuffava maledicendo che li avesse tagliati così corti, da essere poco gestibili.

"Yoongi no, ma i bts si a quanto mi hai raccontato ieri sera" scosse la testa lui disapprovando quello che lei avesse fatto il giorno precedente e tornando sull'argomento. Non era riuscito a dire niente di ciò che avesse voluto dire, non si era arrabbiato, aveva tenuto la calma, l'aveva ascoltato e stop.

"Mi stai rimproverando!" disse irrita mentre alzava un sopracciglio "Avevi detto che non l'avresti fatto!" si lamentò lei.

"Ho detto che ieri ti avrei ascoltato tranquillo, ora è un altro momento. Si ti sto rimproverando, se tuo padre sapesse che sei stata lì, non una volta, bensì due, sai le conseguenze! E poi hai fatto di tutto per sembrare la stronza e invece vai lì e ammetti a Namjoon che ci tieni a loro! Brava complimenti!" disse arrabbiato, mentre applaudiva ironico e sentiva la rabbia montare di nuovo, era il momento di cantarne due alla sua amica.

"Aigoo ho sbagliato, mi sono fatta prendere dal momento! Tu non capisci" disse lei risentita e sbuffando "Aiutami con lo scatolone" disse poi per chiudere il discorso, lui si avvicinò a uno scatolone irritato, per ritrovarsi un poster con la faccia di Hoseok sopra, rimase un attimo ad osservare la faccia sorridente del ragazzo, erano di nuovo nella stessa città per colpa di Isabel, avrebbe invece tanto voluto rimanere lontano da Seul, lontano da chiunque.

"Si, Isabel io non capisco come tu possa diventare completamente idiota quando si tratta di loro, potrei capire per Suga ma no per tutti loro!" disse sventolando il poster che aveva tra le mani con rabbia.

Non la capiva, non capiva quel legame che aveva con tutto quel gruppo, lui non aveva mai conosciuto tutti, come avrebbe potuto farlo dato la vergogna che provava Hoseok per la loro storia.

"Non ho visto Yoongi!" urlò lei di rimando.

"Aigoo, lo saprà i ragazzi racconteranno tutto! E se dovesse venire a cercarti se dovesse provarci? Come la mettiamo?" continuò a rimproverarla lui, facendo cadere il poster di nuovo dentro lo scatolone, irritato dal volto del ragazzo che amava e concentrando tutta la sua rabbia sulla ragazza.

"Non accadrà! Loro lo fermeranno!" disse con decisione.

"Mettiti in testa: che non devi andare da loro e non ti devi avvicinare! Ora tuo padre è tranquillo, ma rischi sempre! Ti importa veramente così poco della tua vita?" chiese arrabbiato lui "Se è così, se non ti importa che lui ti picchi e te la faccia pagare, CAZZI TUOI! Ma non venire a piangere quando accadrà qualcosa a colui che cerchi di proteggere!" urlò lui su tutte le furie.

"Dovevo parlare con Nam ti ho spiegato di lei!" urlò lei, lasciando stare l'album che aveva tra le mani e guardando fisso Dashimen non comprendendo perché di quella improvvisa furia. La sera precedente avevano parlato e lui era stato comprensivo ed era certa che il tutto si fosse concluso, invece era di fronte a lei in uno stato furibondo che le urlava contro.

"Cazzate! Ammetti che è stato il pretesto, ti mancano e stop! Volevi far parte di nuovo delle loro vite, perché ora sei una fan e non più una loro amica, sei come tutte le persone che li seguono! Volevi sentirti parte del loro mondo! Ma sai principessa tu non fai parte del loro mondo! E così sarà, molto probabilmente per sempre!" disse secco avvicinandosi a lei con aria di sfida, per vedere se lei avrebbe ribattuto.

Aveva ragione: lei non avrebbe fatto parte della loro vita, così come lui, dovevano darci un taglio entrambi con quel gruppo d'idol.

"Non dire così! Io batterò mio padre!" urlò lei in sua difesa con un groppo alla gola, tremava, le parole di Dashimen stavano facendo aumentare le sue paure, sapeva che sarebbe stato difficile una volta tornata a Seul, ma non pensava così tanto.

Si sentiva in balia degli eventi e non riusciva a ragionare.

Era solo uno tsunami di emozioni che cercava di reprimere, ma che non riusciva a farlo e scoppiava, scoppiava sempre di più.

"Oh, stupida ragazzina, sei un'ingenua! Non lo batterai mai, se rimarrai legata a loro e agirai d'istinto senza pensare alle conseguenze precipitandoti lì! Fai tanto l'intelligente ma mia cara Isabel, lo sappiamo entrambi che se non cambi modo di pensare e non diventi più furba, cadrai di nuovo!" gli urlò a pieni polmoni fisandola negli occhi e prendendola per le spalle.

Era arrivata veramente l'ora di finirla, l'ora di chiudere.

"Smettila! Smettila di dire così!" urlò lei abbassando il viso per evitare il suo sguardo, avrebbe voluto coprirsi le orecchie per non sentirlo, ma era incastrata contro il tavolino dal corpo del ragazzo e dalle mani sue che la tenevano bloccata per le spalle.

In trappola, era sempre in trappola.

Le parole urlate da Dashimen, la facevano sentire sempre più braccata.

"Non abbassare lo sguardo. Guardami sono serio. Sono stato calmo ieri perché eri sconvolta, non starò zitto ora" disse la frase a denti stretti.

"Perché? Perché mi stai trattando così?" lei alzò lo sguardo di nuovo su di lui.

Gli occhi di nuovo lucidi, avrebbe pianto.

Lo sapeva, accadeva sempre.

Piangeva sempre e non riusciva a non farlo.

Non riusciva a resistere.

"Perché? Perché col cazzo che starò zitto d'ora in poi. Ti ho capita, a te serve qualcuno che ti urli in testa, o non te la dai una mossa, non ti svegli. E Poi Isabel io sto perdendo la pazienza con te" disse scuotendo il capo.

Oltre che la pazienza era stanco di sentir parlare di quel gruppo, di essere anche lui distante dalla persona per cui provava un sentimento.

Se la stava prendendo con Isabel, perché le loro storie erano dannatamente simili.

Perché sentiva il dolore della ragazza come il suo.

"Ho capito, lasciami" disse in un soffio, ma lui invece mantenne la presa sulle sue spalle.

"Mi farai impazzire! Tu mi porterai ad impazzire. Io ti avverto che se non ti dai una regolata, non la smetti con le stronzate, io ti rapisco e ti rinchiudo a Los Angeles in quella casa al sicuro che hai. Sei stata avvisata!"

Sarebbe stata la soluzione migliore per entrambi scappare via da lì, lontano dai Bts, lontano da Yoongi e da Hoseok.

"Perché? Perché sei così incazzato?" chiese lei tremante, c'era qualcosa che non andava in tutta quella rabbia e non ne capiva il motivo.

"Perché sono stanco di tutti questi sbalzi d'umore, ieri eri in uno stato catatonico quando mi hai raccontato tutto, immagino che quando tu li abbia visti, fossi completamente fuori di testa, presa dal momento senza un minimo di raziocinio. Ora invece, ti trovo di nuovo super compulsiva. Hai deciso di sistemare questa cazzo di casa, perché pensi che ti aiuti. Non è così è solo un atteggiamento compulsivo, come quello di andare a lavoro e starci le giornate intere anche se non è indispensabile" soffiò lui come un gatto arrabbiato in faccia alla ragazza.

"Io..." provò a ribattere lei ma era accorto di parole.

"Cosa? Stai per dirmi che non è vero? Che non ho ragione?"

"Si, hai ragione smettila ora" disse tremante cercandosi di divincolarsi dalla presa del ragazzo.

"No." Disse secco mantenendo la presa salda su di lei.

"Non smetto. Perché ti devi dare una svegliata! Perché ti devo dire la verità anche se non ti piace. Non puoi continuare a piangerti addosso! O ad avere sbalzi di umore così insensati! Isabel svegliati: smettila di essere depressa, smettila di essere istintiva, smettila di vivere nel passato e cazzo prendi coscienza della situazione e fai quello che devi per liberarti dalla tua prigione!" urlò scaraventando lo scatolone vicino a loro con un calcio all'aria, per poi tornare con gli occhi fissi su di lei.

"Sono stato accondiscendente ti ho lasciato fare, ma basta, in America eri protetta, qui o impari ad agire in modo intelligente o finirai male!" disse prendendole rudemente il volto tra le mani, così che lei evitasse di distogliere lo sguardo.

"Io queste cose le so!" strepito lei con un nodo alla gola.

"No, non le sai! No, se vai da Namjoon, no, se con una scusa fai di tutto per vederli!" continuò ad aggredirla lui, il prossimo che avrebbe potuto incontrare poteva essere Hoseok e lui non poteva permetterlo.

"Fanculo!" urlò lei cercando di divincolarsi dalla sua presa.

Si sentiva impazzire non voleva più sentire quelle accuse.

Voleva tornare in un posto protetto, svuotare la mente non pensare a nulla.

Si sentiva stanca, tremendamente stanca.

Le parole di Dashimen rimbombavano nelle sua testa talmente, tanto da farle sentire delle fitte dolore al cranio.

Era tutto troppo avrebbe, voluto urlare, allontanarsi, fuggire da tutta quella realtà che il ragazzo le stava sbattendo in faccia con violenza atroce.

Invece stava ferma, lì con gli occhi spalancati e tremante senza riuscire a liberarsi da tutto il dolore che provasse.

"Fanculo? Oh sai dire solo questo quando non ti conviene la conversazione, bellezza svegliati" disse e con un strattone la liberò.

Le diede le spalle prendendo le distanze, cercando di trovare la calma, i suoi occhi si riposarono sul poster di Hoseok che aveva lanciato malamente nello scatolone.

Era tutta colpa di quel ragazzo, si sentiva così stremato, avrebbe voluto rivederlo, ma non poteva.

Come avrebbe potuto incontrare uno di loro, se lei non lo poteva fare, come poteva farle una cosa del genere.

Non poteva neanche provare a ricucire i rapporti con Hoseok, neanche provare a pensare minimante di avvicinarsi a lui a poter vedere se mai sarebbero potuti essere una coppia.

No, non poteva farlo, lei sarebbe stata molto più sofferente a causa di ciò.

Aveva solo una soluzione chiudersi anche lui in una prigione e soffrire con lei, non poteva abbandonarla, non poteva lasciarla sola in quel dolore.

"Sai qual è il reale problema?" chiese rimanendo voltato mentre cercava di ritrovare la calma.

"Non ho capito" provò a dire lei tremante, mentre si reggeva al tavolo con entrambe le mani e stringendo forte sul mogano, e non distaccava gli occhi dalla spalla di Dashimen leggermente atterrita.

Non voleva che lui scoppiasse di nuovo, non l'aveva mai visto così arrabbiato, sapeva che lo poteva diventare, era al corrente dei modi bruschi del ragazzo, ma non pensava che potesse arrivare ad averli con lei.

"Che se tu dicessi la verità a Yoongi, e gli chiedessi di scappare con te a Los Angeles nella casa segreta di Do-yoon: lui ti direbbe di no" disse a denti stretti.

Probabilmente anche Hoseok gli avrebbe detto di no, non avrebbero mai potuto vivere una storia d'amore, per questo lui era scappato e si era allontanato, per questo non tornava da lui.

Lui e Isabel erano identici, non tornavano dai propri amati per paura di un rifiuto.

"Non lo dire, non lo puoi sapere" disse lei quasi in un sussurro.

Lui si voltò a guardarla, pensando che lei fosse solo un'illusa così come lo era anche lui, erano entrambi innamorati di due persone che non avrebbero mai anteposto la loro carriera o la loro vita per amore.

Lui e Isabel invece erano fatti della stessa pasta, avrebbero sacrificato tutto per amore e la ragazza lo dimostrava ogni giorno.

"Invece è così e lo sai anche tu, o gli avresti rivelato la verità fin da subito. Lo sai benissimo perché non hai detto nulla, è meglio questa sofferenza che quella di essere rifiutati dal proprio amore" disse lui tristemente, mentre non le staccava gli occhi d'addosso e la osservava mentre lei faceva solo no con la testa.

"Mi dispiace è così, lo sai dentro di te"

Sofferenza c'era solo questo sul viso della ragazza, era come se Dashimen sentisse il cuore di lei sempre di più cedere e frantumarsi.

Era la verità e lei lo sapeva, la consapevolezza era sul volto di Isabel, che tremava ancora attaccata al tavolo, solo per non cadere a terra e incominciare a piangere per non finirla più.

Isabel lo sapeva dentro di sé, lui non avrebbe mai lasciato la carriera per lei, carriera per cui stava faticando tanto.

Lui non l'avrebbe mai scelta, mai salvata.

Doveva salvarsi da sola.

"Ti do una mano con gli scatoloni, sempre se vuoi continuare" disse cercando rimediare a tutto il dolore che le aveva appena causato.

Lei tirò su con il naso e annuì, lui si riavvicinò alla ragazza e le prese le mani, le portò vicino alle sue labbra e diede un leggero bacio.

"Ti amo, ma tu devi reagire e non avvicinarti a loro mai più, non puoi rischiare per loro, non puoi rischiare la tua vita per lui. Io non posso perderti. Non esiste solo Yoongi ci sono anch'io per te" disse lui mentre le lasciava le mani, e con una mano andava sul suo viso per accarezzarla dolcemente.

"Non dovevi dirlo" in un soffio.

"Invece si, mi dispiace. Ma lo sai è così: lui non ti ama quanto lo ami tu" disse lui poggiando la testa contro quella della ragazza, che non riuscì più a trattenere e scoppiò del tutto in lacrime.

Lui se la spinse più contro tenendola stretta.

"Ti prego incomincia a essere più egoista in questo mondo di sciacalli, ti prego sforzati di sopravvivere" le sussurrò tenendola stretta aspettando che la crisi passasse.

13 GENNAIO 2017 POMERIGGIO
Chin-hae, Hae-eun e Dashimen si trovavano tutti in un ufficio all'interno dell'hotel per parlare.
Il reporter aveva appena raccontato la conversazione che aveva avuto con l'idol quella mattina stessa e tutti e tre gli uomini stavano cercando di capire il da farsi.
"Non possiamo farlo, lei si arrabbierà" disse Dashimen con le braccia incrociate al petto irritato da quella situazione, maledicendo il rapper nella sua testa che aveva deciso di indagare su Isabel, la situazione era già abbastanza critica mancava solo che ci fosse il detective Conan a voler risposte.
"Se non lo facciamo noi, cercherà altri investigatori" disse serio Hae-eun mentre scuoteva la testa all'irruenza del ragazzo.
"Non troveranno nulla" disse Dashimen sicuro di sé, qualunque informazione riguardante Isabel era al sicuro, lui aveva pensato a tutto.
"Sei troppo sicuro di te, questa è l'unica cosa che non dovevi imparare da Do-yoon" disse Hae-eun con rimprovero, ogni tanto anche Dashimen li ricordava l'amico.
"Non è così, ho messo tutto in sicurezza, ne sono certo!" esclamò con tenacia il ragazzo.
"Nipote, sei molto bravo, e io sono sicuro che nessuno può accedere a nulla. Ma pensaci bene se una persona andasse a investigare su Isabel, se anche lo facesse qualcuno d'incompetente, non pensi che ci potrebbero essere probabilità che venga beccato?" Chiese Chin-hae cercando di portare a far ragionare il nipote che a quanto pare fosse molto più scontroso del normale in quella giornata
"Da chi?" chiese bloccandosi un attimo non avendo capito quel discorso.
"Dal padre della raagazza..." sbuffò Chin-hae
"Continuo a non capire, puoi essere più chiaro nelle spiegazioni?" lo aggredì Dashimen.
"Ragazzo sappiamo tutta la storia, lei e lui vicino sono un rischio per via del padre, se un investigatore incominciasse a seguire Isabel e il padre se ne accorgesse, potrebbe trovare un modo per capire chi stia cercando informazioni sulla figlia, e se risale a Yoongi è un problema" disse piccato Chin-hae scuotendo la testa.
"Non potevi dirgli di non farlo??" urlò Dashimen voltandosi contro Hae-eun con rabbia.
"Dicendoli cosa per convincerlo?" rispose con tono ironico il reporter con una risata.
"È meglio se vado io da Yoongi a dargli informazioni, non ho bisogno di seguirla, e possiamo decidere insieme a lei cosa dirgli" Chin-hae decreto il tutto.

"Lei non sarà d'accordo, non credo che dovremmo informarla di ciò. Anzi non dovremmo neanche esserci noi in questo nuovo pasticcio creato da Min Yoongi!" esclamò con rabbia "Ma non può vivere la sua vita in santa pace senza rompere, quel rapper!" esclamò con rabbia, forse era riuscito dopo la litigata della mattina a porre fine a tutto, ed eccolo che correva il rischio che lei potesse in un momento di pazzia fare qualcosa di avventato.

"Aigoo, ma ti vuoi calmare ragazzino, a cosa dobbiamo tutta questa furia tremenda?" chiese Chin-hae non capendo l'atteggiamento tanto oppositivo del nipote.

"Quella cretina ieri sera è tornata alla Big Hit e si è vista con due di loro!" esclamò ancora con rabbia.

"Cosa? Perché l'ha fatto?" chiese Chin-hae sconvolto, spegnendo la sigaretta nel posacenere sul tavolino.

"Perché a quanto pare il leader del gruppo scopa con una sposata, che ha una serie di scandali in seguito e lei voleva lasciarli un maledetto fascicolo con tutte le informazioni" sbuffò irritato da quella situazione.

"Alla fine si è trovata faccia a faccia con Namjoon e anche con il più piccolo." Sputò fuori con rabbia.

"Hai detto il leader? Mmmh sai per caso se la donna in questione è una certa Park Jisoo?" chiese Hae-eun ricordando il fascicolo della donna.

"Si, dovrebbe essere la segretaria del loro Pd-nim. Perché cosa sai tu di questa storia?" chiese sospettoso.

"Nulla, ma quel fascicolo che Isabel ha, è anche nelle mani del loro Pd-nim, l'ho dato io, ricordi Chin-hae te l'avevo chiesto, me l'hai recuperato tu" disse serio dandoli un colpetto con il braccio.

"Oh si, ricordo anche quella storia, che serpe quella donna, ha rovinato una storia d'amore e alla fine le è andata anche male, ora cosa fa? Vuole incastrare un ragazzino per caso?" rise Chin-hae passandosi una mano tra i capelli.

"Cosa? aigoo io non so niente di sta tizia, perché è tanto importante? Ah no una cosa la so, è andata a letto anche con il signor Bang" disse pensando al racconto di Isabel.

"Serio? Strano che Bang non abbia indagato prima e si sia fatto quasi fregare da quella donna, comunque dovrebbe sapere tutto ora, probabilmente la licenzierà, non è un nostro problema, ne abbiamo già tanti" disse Hae-eun scuotendo il capo con disapprovazione.

"È un nostro problema se la ragazza va di nuovo e incontra alcuni di loro" disse Chin-hae "Tu dovresti tenerla d'occhio" si rivolse al nipote con rimprovero e cipiglio alzato.

"Pensi sia semplice? Specie non vivendoci insieme, a mala pena incontra me! È un miracolo che mi abbia raccontato tutto" sbuffò sempre più irritato il ragazzo.

"Aigoo, maledetto Do-yoon, siamo in questi casini per lui" scosse il capo Chin-hae

"Zio puoi sempre tirarti indietro" disse Dashimen risentito guardandolo in malo modo.

"Certo, e la lasciamo far danni e rischiare la pelle, mi sono affezionato anche io a quella ragazza, ormai è come una nipote per me" disse piccato.

"Ormai siamo dentro a tutto ciò, non possiamo tirarci indietro" disse Hae-eun solennemente.

"Tu potresti neanche la conosci" disse Dashimen piccato.

"Ho promesso a Do-yoon che avrei protetto la ragazza, è così farò" disse serio.

"Non capisco perché fai parte dell'altra squadra" sbuffò di nuovo Dashimen era una cosa che si era sempre domandato:il perché fosse andato a dare una mano alla big-hit e a Yoongi.

"Perché così potrò tenere sotto controllo quel ragazzo, Do-yoon voleva così, alla fine quello che rischia la pelle è lui"

"Come se Isabel non la rischi, a fin dei conti è lei quella con i lividi sulla pelle. A me Yoongi sembra stare benissimo, ha il suo successo, i suoi amici e ora anche i soldi. Non è lui quello che gli sbalzi d'umore: che vanno dalla depressione e il pianto alla pazzia e le azioni non ragionate" disse arrabbiato Dashimen.

"Aigoo, lascia stare quel povero ragazzo, anche lui soffre" provò a dire Hae-eun .

"Si certo come no" sbuffò lui senza credere realmente che fosse Yoongi quello a soffrire, anzi sicuramente si stava godendo la vita come Hoseok tutti e due assieme.

"Okay, basta! Ragazzino mi stai facendo irritare, se devi partecipare a queste riunioni solo per scaricare la tua frustrazione, allora puoi anche non farlo, e faremo venire direttamente lei" disse secco Chin-hae non sopportando più tutte quelle lamentele da parte del ragazzo.

"Non puoi far venire lei, non hai visto come sta" disse serio.

"Beh dovrebbe esserci lei in prima persona, è la sua vita. A Do-yoon piaceva tenere i fili delle situazioni, ha organizzato tutto questo, perché pensava che Isabel fosse indifesa, pensava che tenerla al sicuro e all'oscuro l'avrebbe protetta. Non la penso come Do-yoon, Isabel dovrebbe avere la libertà di decidere per sé" disse serio.

"Isabel non ne è capace, Do-yoon ci aveva visto bene, Isabel da sola sarebbe già crollata da un pezzo" disse a denti stretti.

"Okay, fermatevi entrambi! O incominciate a litigare e non concluderemo nulla, dobbiamo risolvere questo problema di Min Yoongi, che è la cosa più urgente, posso darli il tuo numero e ci pensi tu?" chiese Hae-eun bloccando la discussione alzandosi in piedi per attirare l'attenzione dei due.

"Si, ci penso io, creo un fascicolo con alcune informazioni nulla di importante, ma non posso essere io a consegnarlo" disse serio, mentre Dashimen tornava a sbuffare irritato con tutti e avendocela con il mondo intero ormai.

"Perché non puoi darlo tu? Io parto fra due giorni, torno fra due settimane" disse.
"Sono troppo vicino a Isabel, il padre sa di me e che sono l'altro socio dell'albergo" disse per poi voltasi a guardare Dashimen.

"Cosa vuoi da me? Perché guardi me?" chiese confuso dall'occhiataccia dello zio, pensando già al peggio.

"Perché tu puoi andarci" disse serio ghignando Chin-hae.

"No! Io non vado da quello, lo ammazzo non lo sopporto!" disse irritato solo al pensiero di incontrare Yoongi a cui ormai dava la colpa di tutti i mali.

"Non abbiamo alternative, lui non può, io torno fra due settimane. Ed è meglio se ci va un ragazzo, puoi diventarci amico, così tieni anche sotto controllo la situazione" disse Hae-eun piccato.

"Scherzate? Dubito di diventare amico a Min Yoongi, io non lo sopporto. Non posso"

"Beh, andrai tu è deciso. E poi può darsi che se lo conosci cambi idea, speriamo" disse Hae-eun ridacchiando e guardando Chin-Hae che rise anche lui.

"Non posso, se lei lo venisse a scoprire si arrabbierebbe con me, la volete esplosa?" chiese preoccupato solo al pensiero che lei lo sapesse e poi non aveva voglia di diventare amico a lui e di rischiare di incontrare Hoseok, quel piano era tutto insensato.

"Beh le spiegherai che non c'era alternativa, e lo farai con calma, prima o poi capirà" disse Chin-hae non del tutto convinto.

"Aigoo, mandate qualcun altro, non me! Io non ci voglio andare" disse sbuffando.

"Non possiamo mandare in giro gente a casaccio con documenti con informazioni su Isabel, no se rischiamo che qualcosa vada storto. Tu sei l'unica scelta" disse Hae-eun.

"Fanculo, che schifo! Potevo rimanere in America anni fa, e invece no! Ho deciso di venire qui" borbottò irritato Dashimen.

"Sei sempre in tempo a tirarti indietro" lo prese in giro Chin-hae dandoli una botta sulla spalla.

"No, che non lo sono, la amo troppo" disse alzando gli occhi al cielo.

Entrambi gli uomini si scambiarono uno sguardo scettico e preoccupato.

"No come pensate voi, se fosse stato così, l'avrei portata via e fanculo tutto" sbuffò irritato guardandoli come se fossero pazzi.

"Ah.. speriamo sia vero" disse Hae-eun passandosi una mano sulla fronte a disagio.

"è vero!" esclamò irritato.

"Come dici tu, io devo andare, ve la sbrigate voi, ho parecchie cose da fare" disse Hae-eun alzandosi in piedi.

"Stai tranquillo passa un buon viaggio" sorrise Chin-hae alzandosi e abbracciando l'amico.

"Lo spero... ci aggiorniamo!" disse, per poi sorridere al ragazzo avvicinarsi e scompigliarli i capelli "Tu cerca di rilassarti, andrà bene con Yoongi" sorrise di nuovo, per poi andar via e lasciare i due soli.

"Vi odio" sospirò Dashimen stravaccandosi sulla sedia, lo zio sorrise e tirò fuori il pacchetto di sigarette dalla giacca.

"Ne vuoi una?" chiese e Dashimen annuì.

"Mi spieghi qual è il problema?" chiese alzando un sopracciglio.

"Ho litigato con Isabel questa mattina, e anche molto, le ho urlato contro cose orrende, non avrei dovuto. Ho un problema zio" disse Dashimen guardandolo dritto in faccia, mentre si rigirava nervoso la sigaretta tra le dita.

"Cosa hai combinato?" chiese Chin-hae passando l'accendino al ragazzo.

"Perché pensi che io abbia combinato un danno?" sbuffò irritato di essere sempre accusato ingiustamente.

"Dashimen parla" disse secco, mentre continuava a fumare tranquillo e scrutando il nipote in cerca di una risposta.

"Lo sai che mi piace andare a letto con un po' di gente no?" chiese tranquillo per poi accendersi la sigaretta e ispirare velocemente.

"Si, so benissimo che non fai distinzioni tra maschi e femmine e sono affari tuoi, non mi sembra di averne fatto un problema" disse piccato mentre ciccava la sigaretta nel posacenere.

"Si lo so, sei molto aperto di mentalità" annuì rasserenato da ciò, era stato una fortuna trovare suo zio con una mentalità così aperta.

"Merito di Do-yoon, c'entra un ragazzo?" chiese incuriosito.

"Si.... Provo un sentimento per un ragazzo da fin troppi anni... questo ragazzo è uno dei bts" abbassò lo sguardo a disagio, poi fece un tiro alla sigaretta nervoso aspettandosi una qualsiasi reazione da parte dello zio.

"Lui ti ricambia?" chiese con interesse.

"Non lo so, non ci vediamo da un anno, e lo sai come ragionano i coreani, se qualcuno dovesse sospettare qualcosa che lui sia Gay, addio carriera, addio qualunque cosa, diventerebbe un relitto." Disse con rabbia, odiava quel modo di pensare, odiava che in quel paese non potesse essere libero come voleva.

"Si lo so, ma penso dovrebbe scegliere lui cosa rischiare o meno, non credi? Immagino che tu sia scappato perché pensavi di rendere le cose più semplici? È da te scappare quando provi un sentimento forte o ti senti troppo legato a un posto o a una persona. Non ti sto incolpando, capisco il perché sfuggi alla sofferenza in qualunque maniera, specie dopo quello che hai passato" disse guardando il nipote con affetto.

"Lei non lo sa, non ho avuto il coraggio di dirlo a Isabel" disse incerto, sentendosi in colpa per non averle detto ancora quel maledetto nome e tutta la storia.

"Penso ti farà bene incontrare Yoongi, forse riusciresti a capire meglio la situazione, non siete solo tu e Isabel a soffrire. Credo alle parole di Hae-eun quando dice che quel ragazzo soffra, e penso che anche il ragazzo di cui tu sia innamorato, stia come te. Forse avresti l'occasione di incontrarlo e vedere come va, senza scappare, provando a rimanere" cercò di incoraggiarlo lo zio.

"Anche lui è scappato da me, l'ultima volta che ci siamo visti, è venuto a letto con me e non l'ho ritrovato la mattina dopo." Disse pensando a quella mattina quando si era svegliato e di Hoseok non c'era nessuna traccia neanche un biglietto, ripensò anche ai messaggi inviati di cui non aveva avuto risposta.

"Dashimen, io dubito che t'innamoreresti di uno che non prova un sentimento per te, forse anche lui non sa cosa fare ed è scappato"

"Mi ha scritto dopo un anno. Sono stato male, ne ho parlato con Isabel senza dirle il nome." Raccontò Dashimen tastandosi lo stomaco che li doleva.

Senso di colpa, provava quello nei confronti della ragazza.

Senso di colpa nel mentirle e senso di colpa perché aveva la possibilità di aggiustare tutto a differenza di lei e lui non lo faceva.

Scappava e si nascondeva come un criminale per via di quell'amore.

"Isabel che ti ha detto?" chiese incuriosito.

"Mi ha detto di provare ad incontrarlo appena tornato in Corea, e che avrei dovuto parlargli per chiarire"

"Quello che lei non può fare, e vorrebbe fare. Sai forse è la scelta giusta incontrare Yoongi avresti un'occasione di parlare con questo ragazzo."

"E se mi facesse male?" disse perplesso.

"E se invece non lo facesse e iniziasse una relazione?" chiese lui .

"Non so cosa sia peggio, se dovessi iniziare una relazione con lui, come lo direi a Isabel, lei ne soffrirebbe. Perché io avrei quello che non può avere e tanto desidera" e così Dashimen decise di svuotare il sacco su tutto quello che pensava a riguardo di quella storia, provando ad essere onesto.

"è per questo che sei stato duro con lei? Vuoi che lei dimentichi quei ragazzi così da non sentirti in colpa se dovessi avere un legame con loro?" chiese avendo già comunque capito la risposta.

"Si, mi sentirei in colpa, perché per lei non ho una soluzione, non ora" disse serio.

"Beh se Isabel dovesse sapere che non hai fatto niente a causa sua, penso si arrabbierebbe."

"Aigoo, devo andarci per forza?" chiese supplice.

"Si, penso sia la cosa più giusta, ora ti devo lasciare però, ho un appuntamento tra mezz'ora per un affare" disse alzandosi.

"Fa tutto così schifo zio" brontolo il ragazzo.

"Può pur sempre migliorare, su con la vita ragazzo sei giovane!" ghignò dandoli qualche pacca affettiva e Dashimen sorrise a suo zio, per poi buttare quella sigaretta che si era spenta da sola durante il discorso, e lamentarsi con un grugnito.

Era tutto un grandissimo macello, sarebbe andato tutto peggio se lo sentiva.

Angolo dell'autrice: Ciao a tutti!

Passando al capitolo di oggi! Sorry forse vi aspettavate i bitti! Ma no avevo detto che mi mancava Dashimen!

Eccolo di nuovo qui.

Voglio sottolineare Dashimen è arrabbiato perché la vede soffrire ecco perché incolpa Yoongi, non lo fa come faceva Ha-rin per gelosia e invidia. Il modo di Dashimen è dettato dalla rabbia del momento. Isabel beh, è sempre in Down per quanto io non la vorrei. Non riesco a farla diventare Reattiva e pronta a tutto... la sto perdendo dalle mani spero di poterla recuperare! Dashimen è stato duro? Forse troppo... comunque è di carattere così spero che non lo troviate troppo fuori luogo, sembra tranquillo ma ha i momenti che esplode è già successo. (Chin-hae dice in un capitolo che Dashimen deve andare via con Isabel in America o arriverebbe a uccidere il padre di Isabel. è una frase che spiega il personaggio. Dashimen lo farebbe)

Ora piccolo riepilogo per alcuni di voi che potrebbero essere confusi dai troppi personaggi o i troppi nomi coreani:

Chin-hae è lo zio di Dashimen investigatore di Do-yoon che è apparso d'estate per aiutare, lui è nel dietro le quinte e tira i fili insieme a Hae-eun migliore amico di Do-yoon reporter (CEO di Dispatch in incognito) e lui è in contatto con Pd-nim e decide alcune cose e aggiorna Bang-shyuk di ciò che accade. Hae-eun è anche il cugino alla lontana di Park Bong-cha che era la donna di cui era innamorato Do-yoon.

Chin-hae, Hae-eun e Bang anche se sono presenti a tratti sanno tutto di tutti e a volte sorvegliano i due protagonisti e proteggono escogitando vari piani, è già successo in passato hanno fatto tornare loro tre Isabel a Seul pubblicando uno scandalo sul fratello della ragazza.

Dashimen non sa tutto quello che loro sanno.

Detto questo vi lascio anche uno specchietto con le varie età dei personaggi

Jin:24

Isabel e Yoongi: devono farne 24

Hoseok Namjoon e Dashimen: devono farne 23 tutti

Jimin e Tae: devono farne 22

JK: deve farne 20

Chin-hae: 44 anni

Hae-eun: ne ha 32 (stessa età che avrebbero avuto Do-yoon e la sua amata)

Park Jisoo la segretaria: 32

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