CAPITOLO 20 TROUBLING DAYS
CAPITOLO 20 TROUBLING DAYS
7 AGOSTO 2016 POMERIGGIO
Il grande soggiorno era sommerso di oggetti rotti a terra, il tavolino era rivoltato a terra, e le finestre erano state coperte dalle tende scure.
Do-yoon si era svegliato verso l'ora di pranzo, dopo aver smaltito la quantità di depressivi che Isabel e il dottore la sera prima gli avevo somministrato.
Si era recato in cucina sotto lo sguardo attento e preoccupato di Isabel e aveva recuperato di nuovo una bottiglia di alcool.
La ragazza aveva provato a toglierli le bottiglie con scarso risultato ed era rimasta ferma ad osservarlo, non sapendo bene come agire in quella situazione.
La situazione era stata piuttosto tranquilla lui beveva seduto sul divano al buio e lei lo osservava.
Tutti incominciò a degenerare quando la ragazza aveva provato a dargli da mangiare, dicendoli che: non poteva solo bere, rimproverandolo. Dopo quell'istante Isabel dovette assistere all'ora più brutta della sua vita, il fotografo incominciò a impazzire del tutto, urlando e lanciando in aria qualunque oggetto trovasse alla sua portata.
Lei provò diverse volte a fermarlo, ma con scarsi risultati.
La situazione era troppo grande per lei, e non aveva la forza per gestirla.
Le urla echeggiavano per tutta la stanza.
"Ti prego smettila!" urlò Isabel in lacrime.
"Vattene via!!!" urlò Do-yoon, lanciando una bottiglia vuota sul muro, che si andò a frantumare a terra, non troppo lontano da Isabel che urlò impaurita.
"Stai cercando di uccidermi?" urlò lei andandogli contro e bloccandolo contro il muro mentre si dimenava.
"È colpa tua! Dovevi lasciarmi buttare da quel ponte" le urlò in pieno viso l'uomo.
"Non voglio vederti morto!" rispose lei di sua volta urlando.
"IO SONO MORTO NEL MOMENTO IN CUI LEI SI è TOLTA LA VITA!" urlò lui in preda a un pianto isterico accasciandosi a terra, Isabel si abbassò con lui esausta da tutta la situazione.
"Lei non ti vorrebbe morto, lei ti voleva felice" provò a dire lei prendendoli il viso tra le mani.
"VAFFANCULO LEI! E ANCHE TE CHE INSISTI" disse tirando un pugno al pavimento piangendo.
"Non posso permetterti di morire, non lo posso fare" lo supplicò lei piangendo.
"Sei un'egoista! Sei egoista! Lasciami perdere! Non puoi aggiustare nulla, non puoi salvarmi" le urlò contro con rabbia.
"Non lascerò perdere!!"
"Stronza!" soffiò lui con rabbia nella voce, per poi accasciarsi a terra e continuare a piangere fin troppo ubriaco.
Lei rimase seduta a terra di fronte a lui a guardarlo con gli occhi inondati di lacrime.
SERA
"Come sta il signor Lee?" chiese Pig Win-hoo l'assistente del fotografo, dopo essere entrato in casa e aver portato un po' da mangiare.
"Dorme al momento, ho chiamato il medico, domani mi manda uno psichiatra" disse lei con voce lieve per via della stanchezza. Isabel camminava per il soggiorno, raccogliendo oggetti rotti e vetri di bottiglie che riponeva tutto in un sacco nero che si trascinava dietro.
"Allo studio chiedono di lui" disse il ragazzo guardandola supplice, prendendo una bottiglia vuota e mettendola nel sacco nero, aiutando la ragazza.
"Non è in grado di andare a lavorare" disse lei passandosi una mano sulla fronte sfinita.
"Signorina Kim, tutti fanno domande, tutti cercano risposte. Nessuno capisce il perché lui abbia tentato il suicidio" disse preoccupato il ragazzo.
"Non sono affari che riguardano gli altri. Sono fatti personali di Do-yoon" disse severamente.
"Io capisco, ma lui ha tante cose a cui badare, tante responsabilità manca da ieri pomeriggio e io non so più cosa fare" disse terrorizzato.
"Aigoo, lo studio lascialo in mano al secondo fotografo, tanto è all'altezza, per quanto riguarda gli impegni di Do-yoon sospendili tutti fino a nuovo ordine" disse lei innervosita mentre chiudeva il sacco nero ormai stracolmo.
"Signorina Kim, per l'hotel? Domani c'è la riunione mensile per capire l'andamento, il signor Do-yoon ci va sempre"
"Beh direi proprio che non può andarci" disse lei con tono scontroso, mentre si avviava verso la cucina con il sacco che tintinnava per via di tutto il vetro all'interno e il povero assistente la seguiva.
"Quindi che faccio?" chiese insicuro lui, balbettando leggermente.
"Non lo so! Io non lo so!" urlò lei "Non mi ha preparata a questo! Non mi ha detto di tutti i suoi affari e il suo lavoro! Li conosci tu quelli" disse lei esasperata, si voltò a guardare Win-hoo, scuotendo il capo, non comprendendo perché il ragazzo non fosse utile ad aiutarla.
"Si, ma io non posso decidere al posto suo" disse lui tremando.
"Aigoo siamo in emergenza puoi farlo. Ti do l'autorità io, vai tu all'hotel a meno che ci sia qualcuno che possa fare le veci di Do-yoon. C'è questa persona?" chiese lei urlandoli contro esasperata da quella situazione. Era completamente sola ad affrontare quel disastro di dimensioni cosmiche, e trovava completamente inutile quel ragazzo di fronte a lei che la guardava con la faccia sofferente e in panico.
"Non lo so, io non lo so" disse tremante.
"Aigoo, ci saranno dei contatti di emergenza da chiamare in caso che Do-yoon non possa lavorare" disse lei, smise di guardarlo e andò a prendere alcune bottiglie di alcool da un mobile, per andarle a svuotare nel lavandino. Avrebbe eliminato tutto l'alcool di quella casa, era l'unica cosa che era in grado di fare in quel momento.
"Ehm si! Ci sono!" disse lui come se avesse avuto un'illuminazione.
"Aigoo allora chiama il contatto di emergenza"
"Sono due! Uno è il commercialista persona di super fiducia e l'altro è un uomo non ricordo il nome, me l'ha presentato. Ma è un tipo losco. Signorina è molto strano non penso vada bene" disse lui dubbioso, guardandola in cerca di qualche ordine da parte di lei.
"Okay va bene chiama il commercialista e vedi lui cosa può fare. Dopo di che chiama anche questo misterioso uomo" disse lei sbuffando.
"Signorina non voglio vederlo da solo, sembrava un serial killer" disse impaurito e tremante.
"okay lo incontriamo insieme" disse lei sbuffando per poi tornare a guardare il povero assistente che si mangiava le unghie. Sospirò alla vista di quella scena, incominciava ad avere una leggera pena per lui, in fin dei conti lui non sapeva un bel niente di cosa fosse successo al suo capo e del perché fosse in quello stato tremendo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che Do-yoon potesse crollare.
"Va bene domani mattina? Dopo il medico lo faccio venire va bene?" chiese lui tentennando con lo sguardo basso.
"Si va bene. Ora io devo andare, tu sistema qui, prova a farlo mangiare. Se si sveglia e ti urla in faccia prova a darli queste pillole sono calmanti" disse lei indicando il flacone.
"Cosa? Do-yoon non urla mai" disse lui sconvolto.
"Ora lo fa, ed è anche aggressivo. Regolati" disse sbuffando.
"Non può lasciarmi solo!" disse lui aggrappandosi al braccio di lei.
"Ti prego, io devo andare e da ieri che sto con lui e non mi sono presentata a lavoro, devo andare in ufficio" disse lei supplice cercando di staccarlo dal suo braccio.
"Sono le nove di sera!" disse lui sconvolto.
"Lo so, e ci passerò la notte se voglio essere qui domani mattina!" disse lei esausta.
"Ho paura! Io questa cosa non la so gestire. Io non capisco neanche cosa sia successo?" disse in pieno panico.
"Pensi che io la sappia gestire? Che io non abbia paura da ieri sera, vivo ogni attimo nella paura! Ho passato la notte a nascondere coltelli, cose appuntite, corde! Qualunque cosa che possa causare la morte! Sono sfinita. Se non vado in ufficio se mi prendo un altro giorno io rischierei, non posso farlo! Devi starci solo la notte, è tramortito okay? Nel caso dai più pillole" disse lei supplice, sperando che la lasciasse andare, doveva tornare a lavorare, suo padre aveva già chiamato rivolendola a lavoro.
"Posso chiamarla?" chiese anche lui supplice.
"Si, ma se è urgente, Do-yoon ha detto che sei un bravo assistente, mi ha parlato bene di te, non capisco perché tu sia tanto in panico!" disse lei confusa.
"Mi dispiace io..."
"okay va bene, capisco che hai paura e sei in panico, ma non puoi crollarmi, io ho bisogno di te con lui. Io non posso lasciare tutto e stare con lui sempre. Mi capisci?" chiese lei, sperando che l'assistente tornasse in sé e prendesse il controllo della situazione aiutandola.
Non poteva farcela da sola, non poteva non era in grado, non aveva tempo.
"Si io proverò a darmi da fare. Ho il terrore che si uccida mentre sono io di guardia, non so neanche il perché abbia provato a farlo!" trillò Win-hoo a disagio.
"Lo so è orrendo, okay ma tu devi tenere duro!" disse lei cercando di darli forza.
"Se lui muore io rimango senza lavoro, non può uccidersi!" disse isterico.
"Non accadrà lui non morirà okay?" disse lei e lui annuì con il capo leggermente non fiducioso.
"Devo andare ora, chiama se è urgente" disse lei prendendo la borsa e andando via. Lasciando il povero assistente solo nel panico più totale.
7 AGOSTO SERA BANGKOK
Era sera tarda i ragazzi avevano passato il pomeriggio a fare interviste e poi si erano divisi nelle proprie camere, sarebbero stati ancora un altro giorno a Bangkok e poi sarebbero partiti per le ultime tappe del concerto a Tokyo. Quel tour era stato abbastanza faticoso ma avevano ancora tutti, energie da vendere. In quella giornata però si erano trovati a essere tutti più stanchi del solito, erano un po' tutti nervosi, per via del concerto eseguito il giorno precedente e per le ultime novità viste sui tabloide
Jin, Namjoon, Tae e Hoseok si erano ritrovati in camera di Namjoon e del più grande per poter controllare le notizie di Isabel e trovare un modo per saperne di più su tutto, l'unica cosa trovata era stata una dichiarazione rilasciata dall'assistente di Do-yoon dove diceva: che il fotografo non stava molto bene e che si stavano occupando di lui e che al momento era al sicuro. Di Isabel però nessuna notizia.
Bussarono alla porta e Hoseok andò ad aprire "Sicuramente saranno Jimin e JK" disse mentre spalancava la porta e si trovava Yoongi di fronte a sé.
"Ciao Hyung, tutto bene?" chiese Hoseok provando a sorridere gentile.
"Si, non volevo stare solo" disse Yoongi entrando e salutando gli altri con il cenno del capo.
"Hai fatto bene a venire qui" sorrise Namjoon affabile per poi girarsi verso Tae e Jin e far segno di smetterla con le ricerche, i due lo guardarono e chiusero immediatamente i telefono posandoli sul letto.
"Dopo domani partiamo per Tokyo no?" chiese Jin per far conversazione.
"Tae-iss?" chiamò Yoongi con la testa bassa, e tutti si voltarono a guardarlo preoccupati, dato l'aspetto del ragazzo.
"Si Hyung?" chiese il più piccolo.
"Potresti farmi vedere il video di Isabel?" chiese sempre con la testa bassa.
"Hyung? Sicuro di volerlo vedere?" chiese Namjoon tentennando.
"Si ho bisogno di vederla" disse alzando lo sguardo vacuo e guardando il leader supplice.
"Va bene...." Disse Hoseok facendo segno a V di dargli il telefono.
"Forse dovremmo chiamare Jimin e Jungkook che dite?" chiese V dopo aver passato il telefono a Yoongi.
"Perché?" chiese Yoongi confuso.
"Non so per avere l'appoggio di tutti?" chiese titubante.
"Va bene se ci siete solo voi, non c'è bisogno di disturbare tutti solo per un video"
"Okay hyung come preferisci" disse Tae.
"È questo?" chiese e Hoseok si avvicinò a lui annuendo "Pronto?" chiese gentilmente.
"Si, sono pronto" disse annuendo e sedendosi con il telefono in mano e il video che andava.
"Non ci sono notizie se te lo stai chiedendo" disse Namjoon serio "Lui sta bene almeno così ha detto il suo assistente, ma di lei non si sa nulla" lo informò sui fatti.
"Penso che lo stia aiutando in qualche modo" disse Yoongi, sapeva quasi per certo che Isabel avrebbe fatto di tutto per aiutarlo.
"Sei ancora arrabbiato Hyung?" chiese Tae leggermente insicuro sul porre quella domanda, aspettandosi da un momento all'altro uno scoppio di ira da parte del maggiore.
"No, forse dovrei smetterla di esserlo" disse serio.
"Vuoi parlare di lei?" chiese Jin indeciso anche lui sulla domanda appena fatta.
"Io... mi dispiace di essere stato così scontroso ogni volta che la si nominava nell'ultimo periodo, mi dispiace, lo so che manca anche a voi" disse serio, era il momento di fare le sue scuse.
"Va bene, non devi preoccuparti è la tua ex, e noi dovremmo non parlare di lei se tu non vuoi" disse Hope spalleggiandolo.
"No, non va bene... avete il diritto di parlare di lei se volete, io... mi dispiace non so bene cosa dirvi, è come se vi dicessi sempre le stesse cose, è come se fossi fermo in un limbo e le mie emozioni andassero dall'essere arrabbiato, all'essere preoccupato. Vorrei poter andare avanti ma è sempre peggio" ammise finalmente la verità Yoongi.
"Sai? Forse avremmo dovuto farti veramente una lobotomia" disse Jin serio e tutti si voltarono a guardare il più grande sconvolto, Yoongi alzò lo sguardo e incominciò a ridere facendo rimanere tutti interdetti.
"Si, forse sarebbe stato meglio" disse tra le risate.
"Io dico che non ti stai comportando tanto male" disse Namjoon invece "Hai questi momenti, noi lo capiamo, per il resto sei sempre tu, sempre disponibile, sempre pronto a lavorare. Hyung noi sappiamo di poter contare su di te, anche quando mi sono lasciato tu e J-hope mi avete portato fuori a bere. Tu fai del tuo meglio" disse sorridendo in modo rassicurante.
"Vorrei poter fare del mio meglio anche per lei" disse Yoongi.
"Si, lo sappiamo, vorremmo tutti portala via dal mondo che di cui fa parte, via dal padre, vorremmo tutti starle accanto specie ora che sicuramente sappiamo sta male per il fotografo. Fotografo di cui noi pensavamo di poterci fidare. Quando abbiamo parlato con quell'uomo e come se le l'avessimo affidata." disse Jin
"È veramente una brava persona?" chiese Yoongi sospettoso.
"Così è sembrato, sicuramente è una persona che soffre oltre la sua maschera, ne abbiamo la conferma ora dopo questa notizia" disse V riferendosi al tentato suicidio.
"Ma ora è lei ad occuparsi di lui" disse Yoongi triste.
"Isabel sa farlo, si è occupata di noi no? Di te no?" chiese Namjoon incoraggiante.
"Si, Isabel è brava ad aiutare qualcuno con la depressione, quando mi sentivo impazzire andavo da lei, non c'era bisogno che io dicessi nulla, lei era lì e stava con me. Bastava, non so come fosse possibile ma bastava" continuò a confidarsi il ragazzo, senza più filtri.
"Lei è sempre qui" disse V "Lei spera che un giorno possa tornare, fidati Hyung è così" disse pieno di energie Tae e ottimista come sempre su quella vicenda.
"Devo solo aspettare?" chiese titubante. Non era convinto di doverla aspettare ancora.
"Devi fare quello che ti senti" disse Hope "Noi ci saremo, e lei non vorrebbe che tu sia in pensiero per lei, vorrebbe che pensassi al lavoro e a te stesso" disse Hoseok.
"Si, lei voleva che realizzassi il mio sogno, voleva che diventassimo famosi"
"Così stiamo facendo, dobbiamo pensare solo a questo, lei sarà fiera di noi" disse Namjoon.
"Posso parlare con voi se mi va di parlare di lei?"
"Certo che puoi, anzi preferiamo che tu parli con noi, e no che ti chiudi in camera a vedere le notizie su di lei ed ha farti tremila pensieri" disse Jin.
"Grazie ragazzi" sorrise, era grato di avere loro nella sua vita, senza non avrebbe mai saputo come fare.
"Ordiniamo delle birre? E qualcos'altro da mangiare?" chiese Namjoon
"Si, direi che è perfetto"
"Facciamo una sfida ai videogames? Ho il computer" disse Jin con allegria cercando di riportare il buon umore tra tutti loro.
"Si, giochiamo un po' tutti" sorrise Hoseok
"Mando un messaggio agli altri e due" disse V
"Si chiama anche i più piccoli, e poi commentiamo decentemente il concerto di ieri" sorrise Yoongi ai suoi amici, era arrivato il momento di mandar via la rabbia per davvero questa volta.
8 AGOSTO 2016 MATTINA
"Dottore mi dispiace molto" disse lei scusandosi con il dottore inchinandosi dopo averli passato del ghiaccio.
"Non si preoccupi, non è colpa sua. Penso che il signor Lee debba essere ricoverato" disse il dottore prendendo il ghiaccio e poggiandoselo sulla testa.
"Se lui non vuole io non posso obbligarlo?" disse incerta, non era sicura di volerlo fare internare e poi non era un familiare.
"Andrebbe chiamato un familiare" disse il medico
"Non posso è ridotto così a causa loro, mi ucciderebbe se dovessi chiamare qualcuno di loro" disse lei con orrore, chiamare la famiglia di lui non era per niente una cosa fattibile.
"Signorina non ho altre soluzioni da darle. Il signor Lee ha bisogno di cure in una clinica psichiatrica, questo è il mio consiglio da esperto, può provarci lei ad aiutarlo ma non l'ascolterà, non vuole ascoltare nessuno e ha attacchi di ira, potrebbe farle del male"
"Non mi farà del male ci penso io a lui" disse con decisione Isabel.
"Non so cosa dirle, grazie per il ghiaccio io vado, mi chiami se riesce a convincerlo a ricoverarsi"
"Sarà fatto, grazie per il suo tempo" disse lei inchinandosi e accompagnandolo alla porta.
ORA DI PRANZO
"Signorina il signore misterioso sta venendo" disse Win-hoo leggermente in ansia.
"Okay perfetto, parlo con lui e tu insieme a me, poi devo andare" disse lei sedendosi di nuovo su una sedia.
Dopo che il dottore se ne fosse andato, aveva provato a parlare con Do-yoon, ma nulla, lui le urlava solo contro.
Presa dal panico l'aveva steso con un colpo alla testa, l'aveva trascinato in doccia per lavarlo, lui si era svegliato sotto il getto freddo dell'acqua e l'aveva guardata con occhi spiritati poi era crollato a terra piangendo sofferente.
Lei l'aveva aiutato di nuovo ad alzarsi a vestirsi e gli aveva dato altri antidepressivi appena prescritti dallo psichiatra e l'aveva messo a letto.
"Sembra stanca" disse Win-hoo osservandola attentamente.
"Ho dormito due ore, direi che sono stanca" disse lei prendendo il telefono e rimanendo ferma ad osservarlo avrebbe tanto voluto che Dashimen fosse con lei ad aiutarla, ma il ragazzo era bloccato a New York per un altro bel po' di giorni, non poteva lasciare la fine del corso, mancava poco all'esame finale.
"Le ho preparato un caffè tenga" disse il ragazzo porgendole una tazza fumante di caffè.
"Win-hoo quanti anni hai?" chiese lei guardandolo attentamente.
"Ehm io.. venticinque" disse a disagio.
"Win-hoo io uso un linguaggio formale, e sono più piccola di te, ne ho ventitré, dovrei usare l'informale" disse lei.
"Ehm, lei però è di una scala sociale più alta" disse lui a disagio grattandosi il collo nervoso.
"Assibal le scale sociali, non c'è motivo in questo casino di tenere testo alle scale sociali, e non sono un tuo superiore, quindi puoi anche smetterla di chiamarmi agasshi, grazie" disse lei alzando gli occhi al cielo innervosita.
"Io ci proverò" disse lui provando a sorriderle, lei annuì e incominciò a bere il caffè il campanello suonò e Wii-hoo si precipitò con ansia ad andare ad aprire.
"Chin-hae!" Esclamò Isabel appena l'uomo entrò in cucina.
"Mia cara ragazza" disse l'uomo andando ad abbracciarla.
"Mi dispiace non essere venuto prima, ma ero in America, Dashimen mi ha avvertito di venire, sarei venuto a prescindere anche dalla chiamata dell'assistente" disse l'uomo accarezzandole leggermente i capelli con tenerezza.
"Lei lo conosce?" chiese Win-hoo ad Isabel stranito.
"Isabel lo conosci?" disse Isabel riprendendolo sul modo di parlare.
"Isabel lo conosci?" chiese di nuovo lui correggendosi e diventando rosso.
"Si lo conosco, e anche piuttosto bene" sorrise lei grata, era finalmente in mani sicure, Chin-Hae era lo zio di Dashimen e conosceva Do-yoon da una vita, l'avrebbe sicuramente aiutata, non era più sola.
"Lui come sta?" chiese Chin-Hae impensierito.
"Sedato, non ha voluto vedere lo psichiatra gli ha lanciato un telecomando in testa" disse stanca, scuotendo leggermente la testa.
"Capisco, non c'è bisogno che mi spieghi altro, sono al coerente del motivo del perché lui stia così" disse serio, sapeva perfettamente cosa stava succedendo all'uomo.
"Si?" chiese lei confusa, non aspettandosi tanta confidenza tra i due uomini.
"Solo io non lo so?" chiese Win-hoo risentito, non capendo perché non ne potesse sapere nulla.
"Si e non possiamo dirtelo" disse Isabel concisa.
"Comunque conosco Do-yoon da quando era un ragazzino, mio padre lavorava per la famiglia Lee e il padre di Dashimen invece lavorava a Chicago per lo zio di Do-yoon, io avrei dovuto prendere il posto di mio padre, ma mi sono rifiutato e mi sono messo in affari in altri modi che tu sai" spiegò Chin-hae dato l'espressione basita della ragazza.
"Comprendo quindi conosce Do-yoon da quando lui è piccolo?" chiese Isabel per avere conferma, non sapeva nulla di quel particolare.
"Si io e Do-yoon ci passiamo dodici anni, con mio fratello me ne passavo molti di più" disse tranquillo l'investigatore.
"Comprendo, quindi lei sa come dobbiamo intervenire?" chiese Isabel, sperando che l'uomo avesse una soluzione al problema.
"Ah... io non so come comportarmi in questa situazione, immagino lo stato in cui lui stia, e ho seriamente paura che tu Isabel abbia solo rallentato la sua fine" disse l'investigatore con riluttanza.
"Dovevo lasciarlo morire?" chiese lei spaventata, mentre Win-hoo palancava la bocca sconvolto e diceva a bassa voce "Omo, omo, omo"
"No, avrei fatto lo stesso anche io, ma non so quanto questo possa essere un qualcosa di positivo per lui, soffre molto." Disse con tono triste, non aveva ancora visto il fotografo ma sospettava in che stato potesse essere.
"Che cosa facciamo quindi?" chiese lei cercando con tutte le sue forze di non piangere, gli ultimi giorni erano stati veramente molto critici, e lei non aveva la soluzione.
"Continuiamo a stargli accanto, ho sentito il commercialista, servirebbe un tutore che si occupi di tutti gli affari di Do-yoon in questo momento" la informò di quel particolare.
"Lo fa lei?" chiese Isabel, sperando in una risposta positiva.
"Potrei farlo io, ma nell'ultimo periodo sei stata tu la persona più vicina a lui" disse Chin-hae.
"Io non ne capisco nulla degli affari di Do-yoon... e ho un mondo di lavoro arretrato, mio padre mi sta dando più compiti del dovuto, non dovrei neanche essere qui" disse lei guardandolo supplice.
"Mi occuperò io di tutto" disse lui solenne.
"Può rimanere lei con lui? Io vado di fretta ho del lavoro da finire, tornerò stasera" disse lei stanca e con fretta nella voce, doveva essere in ufficio già da un'ora.
"Si, certo, rimango io e sistemo gli affari di Do-yoon con questo giovane, e poi cerchiamo di dividerci a turni" disse Chin-hae, sorridendole gentile.
"Perfetto, io prendo quello di notte, ci vediamo in serata. Devo veramente correre via il mio telefono sta implodendo" disse guardando il telefono che continuava a lampeggiare sul tavolo.
"Mi occupo di tutto io, lei cerchi di riposarsi" disse l'uomo preoccupato per lo stato della giovane.
"Potrò riposarmi quando lui starà meglio, ora non è il caso" disse severa.
"Mi dispiace... che sei stata in questi giorni" disse l'investigatore avvicinandosi a lei e abbracciandola stretta.
"Ora c'è lei andrà meglio ne sono sicura" disse annuendo seriamente, per poi prendere tutto, salutare il povero assistente confuso da tutto e scappare con l'autista in azienda per andare a lavorare.
08 AGOSTO 2016 SERA
"Okay ragazzi siamo arrivati a Tokyo dobbiamo fare le stanze cambiamo un po'?" chiese Namjoon, ogni tanto faceva bene cambiare compagno di stanza per evitare alcuni attriti che si potevano creare con la convivenza forzata.
"Posso avere io la singola" chiese Jimin imbronciato.
"A cosa ti serve?" chiese Jungkook con fare indagatore.
"A stare solo e lontano da te!" disse Jimin arrabbiato.
"Aigoo, ti ho fatto un favore... io e Jimin condividiamo la camera" disse serio, non avrebbe permesso a Jimin di continuare quella scenata.
"No, io con te non ci vado in camera traditore" soffiò Jimin con astio.
"Invece si, non puoi essere arrabbiato con me, no durante il tour" disse serio il maknae.
"Che succede a voi due?" chiese Tae confuso guardando entrambi i ragazzi.
"Niente" disse tra i denti Jimin.
"Allora se non è niente puoi dormire con Jungkookie" sorrise il leader affabile .
"Io... va bene" disse chinando la testa e guardando Jungkook con rancore, il maknae che era davanti a lui era in ginocchio sul sedile per poterlo guardare con un sorriso dolce stampato sul volto. Jimin alzò gli occhi assottigliandoli e Jungkook continuò a sorridere dolcemente così da far sbuffare Jimin.
"Hoseok tu con me?" chiese Yoongi dando una leggera botta con la spalla al ragazzo.
"Va bene"
"Okay io prendo la camera singola" esclamò Jin .
"Non avevamo dubbi, io e Tae dormiamo insieme" disse Nam scuotendo la testa, sapendo già le intenzioni del più grande.
"Niente videogiochi però" disse ammonendo il ragazzo.
"Va bene niente videogiochi..." disse triste Tae.
"Aigoo, non mi guardare così, puoi giocarci ma no quando dormo" sbuffò il leader.
"Grazie leader sei il migliore del mondo" lo abbracciò con slanciò.
"Ah... Tae novità sui social?" chiese Yoongi.
"No, Hyung nessuna, lei neanche pubblica" disse triste.
"Dai Hyung sarà occupata, non preoccuparti anche tu" disse Jimin ad incoraggiarlo
"Si, non mi preoccupo lei sa cavarsela" annuì serio.
"Ecco bravo anche perché non possiamo fare nulla, no solo perché lei non vuole, ma anche perché abbiamo del lavoro da fare" disse Namjoon serio.
"Si lo so, leader" disse Yoongi annuendo serio "Non sono io il problema, questa volta" provò a dire con tono serio, evitando di ridire.
"Perché ci sono problemi? Qualcuno ha qualche problema?" trillò Namjoon pronto al panico.
"No nessuno!" esclamò Jungkook e Jimin li lanciò un'occhiataccia, Yoongi indicò i due più piccoli e Tae che era vicino a Jimin guardò il leader come a dire non ti preoccupare.
"Speriamo che sia così, le ultime due tappe sono fondamentali, nel caso fate finta di nulla e si risolve tutto giorno quindici" disse serio.
"Agli ordini sergente!" disse Jin ridacchiando.
"Aigoo! Non prendermi in giro! Sono serio! Ragazzi vi voglio super concentrati!"
"Nam, calmati" disse Hoseok scuotendo la testa "Va tutto bene, sappiamo come comportarci, tu cerca di non essere troppo nervoso o rischi di rompere qualcosa o peggio qualcuno" lo prese in giro ridendo.
"Ieri ha rischiato di farmi cadere" brontolò Yoongi ilare, per poi guardare Jimin imbronciato e vedere se ci fosse una qualche reazioni al ricordo dell'evento, che aveva fatto ridere il più piccolo talmente forte da contagiare tutti, ma Jimin si era messo con la testa appoggiata al finestrino e non aveva ascoltato.
"Aigoo, ha ragione dovresti stare tu più tranquillo e rilassarti" ridacchiò Jin.
"Hyung smettila" disse Rm rivolto a Jin "O giuro che mi prendo la camera libera per rilassarmi" disse minacciandolo scherzosamente.
"Aigoo, no! Puoi stare nervoso, puoi stare come vuoi! Io, sto zitto, dormo" disse accasciando la testa alla spalliera e facendo finta di russare facendo ridere tutti.
Yoongi squadrò Jk che era sempre in ginocchio sul sedile e osservava Jimin.
Era sicuramente successo qualcosa tra i due, ma proprio non riusciva a capire cosa potesse essere. Sospirò mentre li guardava, ci avrebbe pensato l'indomani a loro due, li avrebbe lasciato il tempo di risolvere la questione da soli, se poi avesse notato che la situazione fosse rimasta identica sarebbe intervenuto. Si voltò a guardare il Leader che ancora scherzava con Jin e sorrise dei suoi compagni che provavano di tutto per far si che stessero tutti bene.
Angolo dell'autrice:
Che capitolo....
Doveva essere interamente su Isabel... ma poi mi risultava troppo negativo per tutte le emozioni e per il disastro che sta succedendo a casa Lee...
Quindi ho deciso di metterci i bts che sono leggermente più allegri anche se preoccupati a distanza.
Quindi abbiamo da una parte con Do-yoon in crisi... lei è super piena di lavoro anche... quel poveretto di Win-HOO non sa che pesci prendere... ma meno male che è arrivato Chin-Hae lo zio di Dashimen. Si sono già visti un po' di volte con Chin-Hae ma non è stato mai pubblicato niente in tal proposito... comunque era stato nominato a Long Beach da Do-yoon... è sempre esistito. In un capitolo Do-yoon lo chiama anche.
Poi dall'altra parte abbiamo i bitti... Yoongi si sta riprendendo e non è più arrabbiato, e il restante giustamente loro continua a vivere le loro vite e i loro drama Jimishiiii!
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