CAPITOLO 14 PROGET
CAPITOLO 14 PROGET
10 MAGGIO 2016
I ragazzi se n'erano andati e Isabel si era spostata da un altro lato della stanza, avrebbe controllato un paio di documenti riguardanti la vendita delle opere e poi avrebbe raggiunto Do-yoon quando tutti sarebbero finalmente andati via. Si sentiva tremendamente stanca, sia per il lavoro sia per via di tutto quello che era successo.
Una donna da lontano la stava guardando, e si avvicinò a lei.
"Scusami? Kim Isabel no? Non abbiamo avuto il piacere di presentarci oggi, io sono Park Bong-Cha" disse la donna porgendole la mano, Isabel la osservò si alzò in piedi facendo un leggero inchino.
"Piacere mio" sorrise lei stanca, lasciando perdere i documenti e stringendole la mano.
"Mi dispiace disturbarti sarai sicuramente distrutta, ma volevo chiederti se il signor Lee Do-yoon sta bene?" chiese lei torturandosi le mani a disagio. Isabel rimase un attimo a contemplarla, leggermente incuriosita.
"Sei lei?" disse con voce lieve, l'istinto, aveva preso il sopravvento, non avrebbe dovuto dire niente, ma la curiosità era troppa.
"Ti ha raccontato di me?" chiese lei stupita, coprendosi la bocca con una mano,
"Si, a quanto pare ti assomiglio. Padre di merda che minaccia e ci costringe a lasciare il proprio amore" disse lei con uno sbuffò, scosse la testa e riempi due bicchieri di champagne.
"Ehm no, scusami non posso" disse la donna. Isabel la osservò con curiosità e i suoi occhi si posarono sulla pancia della donna, era quasi impercettibile dato il vestito a balze che indossava, solo un occhio attento avrebbe capito.
"Quanti mesi?" chiese a disagio, tornando a guardare la donna in volto.
"Cinque" sorrise tristemente lei.
"Non si nota molto. Congratulazioni. Perché è qui?" chiese poi non capendo il motivo che avesse spinto una donna incinta e sposata a presentarsi da lui.
"Volevo sapere se fosse fidanzati, scusa la domanda." Disse in imbarazzo, chinando il capo.
Isabel bevve dal suo bicchiere, e sospirò, le avrebbe detto la verità, lei l'avrebbe voluta.
"No, non potremmo mai. Amiamo due persone che non possiamo avere. Dubito che lui si fidanzerà con qualcuno e io lo farò solo perché costretta, questo è il destino per noi donne di famiglia ricca" annuì per poi prendere l'altro bicchiere che era destinato alla donna e bere anche quello, l'alcool sapeva solo di amarezza, così come anche quell'incontro tra loro due.
"Vorrei tanto che fosse felice" disse la donna tristemente.
"Capisco, a pieno. Tranquilla trova il modo per andare avanti così come lo fai anche tu." Disse lei annuendo seria e svuotando il bicchiere del tutto.
"Mi dispiace averti disturbato, grazie per aver risposto ora devo andare"
"Di nulla è stato un piacere" disse cordiale Isabel
"Ti prenderai cura di lui?" chiese la donna prima di andarsene.
"Si, sono in debito, lui lo fa con me" rispose Isabel
"Veramente grazie di tutto" e così la donna se ne andò lasciando Isabel sola, e triste.
La ragazza si sedette a un tavolino riprendendo in mano i documenti aspettando che la sala finalmente si svuotasse, per poi sistemare il restante delle opere e coordinare le varie spedizioni che sarebbero avvenute l'indomani.
Avrebbe dovuto fare parecchio lavoro, ma era abituata a tutto ciò, concentrarsi in quello voleva dire non pensare a lui, e in quella giornata ci aveva pensato già abbastanza.
Dover raccontare la sua storia, sapere che anche un'altra coppia avesse avuto lo stesso destino la faceva sentire colma di rabbia.
Era tutto così dannatamente ingiusto.
Aver dovuto vedere Tae con i suoi occhi ricolmi di speranza le aveva dato il colpo di grazia, quella piccola speranza che il ragazzo le aveva insinuato la stava facendo andare ai matti.
Alla fine avrebbe denunciato tutto, nessuno doveva soffrire come lei e Yoongi o come Do-yoon e quella donna. No, avrebbe trovato un modo per schierarsi dalle parti delle classi sociali più deboli, avrebbe dato supporto alle persone come lei.
Era più decisa che mai, avrebbe continuato a scrivere, e nel suo libro avrebbe inserito anche la storia di Do-yoon e avrebbe trovato altre storie simili. Avrebbe combattuto per amore, per fa sì che le nuove generazione avessero più possibilità di combattere e di vincere.
Sospirò stanca e si rimise a lavoro, doveva fare in fretta così da poter tornare a casa da Do-yoon.
11 MAGGIO 2016 2:00
Isabel entrò distrutta a casa di Do-yoon e si avviò verso il soggiorno.
Si accorse che l'uomo era ancora sveglio e seduto sul divano, lo guardò per un attimo indecisa su cosa fare e poi incominciò a dargli qualche colpetto per far notare la sua presenza.
"Stai meglio?" chiese Isabel a Do-yoon che era immobile sul suo divano.
"Isabel!" esclamò destandosi e sorridendole.
"Hai continuato a bere?" chiese lei guardando le bottiglie sul tavolino riversate e vuote "Aigoo, ed ero io l'irresponsabile" esclamò passandosi una mano sulla fronte.
"Io, non ho bevuto! Sto bene!" disse lui strascicato alzandosi, ma ricadendo malamente sul divano.
"Aigoo! Ti aiuto a metterti a letto" disse lei esasperata, sperava di trovarlo a dormire, ma invece lui era lì ubriaco marcio peggio di prima.
"Sto bene non ho bisogno di aiuto" biascicò lui.
"Si invece, hai bisogno di andare a letto e dormire, sei stravolto" provò a dire lei addolcendo il tono della voce.
"Io?? Io non sono mai stravolto. Quella che si ubriaca per amore sei tu ragazzina!" esclamò lui biascicando mentre si alzava e le cadeva addosso e lei che lo prese immediatamente reggendolo.
"Aigoo, quanto puzzi" disse mentre arricciava il naso.
"Anche tu quando ti riduci così puzzi" disse lui ridacchiando.
"Ottimo, me lo ricorderò, andiamo a letto" disse con voce accondiscendente.
"Odio questa vita" biascicò lui "Odio tutti! Vorrei lanciare una bomba e far esplodere questo paese"
"Beh potresti accordarti con il presidente della Corea del nord per farlo" disse lei alzando gli occhi al cielo, mentre metteva un braccio dietro la schiena di lui per reggerlo e incominciava a trascinarlo di peso verso la camera da letto.
"Quel tipo è inquietante" disse lui con una smorfia.
"Si lo so, dai andiamo"
"Isabel?" chiamò lui mentre lei cercava di reggerlo .
"Si?" disse lei tentennando.
"Mi vuoi bene?" chiese lui come un bambino bisogno d'affetto.
"Io.... Si ti voglio bene" tentennò lei non diceva quelle parole da tanto tempo, era strano doverle dire di nuovo.
"Anche io... dobbiamo parlare" disse lui provando a tornare serio.
"Si, parleremo quando ti sarai ripreso" annuì lei "Ora forza aiutami a scortarti in camera da letto così ti riposi" disse lei
"Va bene, mi dispiace tanto" disse lui tristemente.
"Di cosa?" chiese lei continuando a trascinarlo.
"Di averti mentito per tante cose" annuì lui.
"Non è un problema anch'io l'ho fatto, andiamo a dormire" disse lei dolcemente .
"Grazie per esserci"
"Lo dovrei dire io a te" disse lei sorridendoli mentre lo aiutava a mettersi a letto e li dava un bacio leggero sulla fronte.
"Dormi qui?"
"Aigoo, si anche se puzzi molto, vado a cambiarmi tu cerca di crollare" disse lei e lui sorrise stanco e abbracciò il cuscino, lei sorrise a guardandolo e andò a cambiarsi per poter dormire finalmente e chiudere quella giornata di merda.
19 MAGGIO 2016
"Do-yoon si può sapere dove stiamo andando?" chiese lei mentre camminavano attraverso dei corridoio.
"Al mio magazzino" disse lui tranquillo.
"Si può sapere perché hai un magazzino in un posto del genere, sembra un luogo dove qualcuno nasconderebbe un cadavere e nessuno sarebbe in grado di ritrovarlo" disse lei seria , continuando a guardarsi intorno scettica.
"La tua immaginazione è inquietante, parli sempre di omicidi e gente morta. Penso sia colpa di quella serie tv che vedi con Dashimen"
"Aigoo, non la vedo con Dashimen, lui ha deciso di immigrare in America! Comunque è una bella serie! " trillò lei.
"Quella serie è piena di spargimenti di sangue e non ti fa bene guardarla specie perché a quanto pare sto intuendo, che tu ragazzina hai un lato oscuro, e sinceramente non voglio per niente scoprirlo" disse lui scuotendo la testa.
"Oggi salto la palestra per via di tutta questa camminata" disse lei cambiando discorso e sbuffando stanca.
"Perché ti lamenti sempre?" disse lui lamentandosi di conseguenza.
"Io non mi lamento" disse lei "Mai..." disse lei incrociando le braccia al petto sbuffando.
"Aigoo, si certo." Disse lui ironico.
"Ah siamo arrivati" disse lui fermandosi davanti a una porta.
"Inquietante, mi ucciderai e lascerai il mio cadavere a decomporsi, ne sono sicura ora, tutto perché mi hai confidato il tuo segreto" disse lei seria.
"Smettila di fare la scema" disse lui inserendo il pin e aprendo la porta.
"Lo sapevo io! Ora morirò, avrei dovuto avvisare Dashimen! E invece no, farò una fine tremenda!" incominciò a recitare lei come se fosse in un film facendo finta di piangere e di aver paura in modo estremamente drammatico.
"Aigoo, sei insopportabile oggi" sbuffò lui irritato.
"Al dire il vero sono di buon umore" disse lei facendo spallucce e sorridendo.
"Ah si? Waoo" disse lui con un velo di sarcasmo nella voce. Accese la luce e la fece entrare.
"OH MY GOD!" disse lei spalancando gli occhi e trovando davanti a sé una marea di quadri e vari schizzi in tutta la stanza.
"Questa è parte della mostra che voglio organizzare" disse lui leggermente soddisfatto.
Lei rimase per un attimo ferma ad osservare i vari quadri e per la stanza con gli occhi fuori dalle orbite.
"Aspetta!" urlò indicando un dipinto
"Non puoi mettere questo dipinto!" urlò lei sconvolta dal dipinto che stava guardando
"Perché no? Non siete riconoscibili" disse lui guardando il quadro che illustrava lei con i capelli colorati che dava un bacio sulla guancia a un ragazzo che con una mano si nascondeva metà faccia e aveva tutti i capelli scombussolati.
"Certo che si! Si vede chi è lui!" disse lei "Anche in quest'altro si riconosce il profilo" disse lei indicando il quadro che ritraeva solo Yoongi seduto di profilo con le cuffie che guardava fuori di una finestra con un alone di tristezza.
"Non si riconosce fidati, il mio assistente ha visto i quadri, ed è un super Army è innamorato di Jimin. Non ha riconosciuto Suga" disse lui scuotendo la testa.
"Bah, non sono convinta." Disse lei scuotendo la testa e fermandosi sull'altro dipinto che raffigurava lei seduta vicino a una fontana con lo sguardo perso nell'acqua una bottiglia di champagne ai suoi piedi il vestito verde che si vedeva dal giubbotto spesso a coprirla. "Aigoo, questo è capodanno?" disse lei stupita.
"Si, ho la foto" disse lui "Ho deciso di trasformare le foto in dipinti" disse Do-yoon, osservandola mentre continuava a guardare i suoi dipinti.
"Cazzo, Do-yoon sono fatti proprio bene. Ma siamo tutti riconoscibili Anche in questi si vede che siete tu e Park Bong-cha" disse lei pensierosa indicando il dipinto dell'uomo con la donna.
"Yah... ragazzina io ti ho raccontato la storia no il nome" disse lui guardandola stupito, non ricordava di aver detto il nome della donna.
"Si è presentata alla mostra" disse lei facendo spallucce continuando a muoversi per la stanza osservando pensierosa i vari dipinti.
Quella mostra raccontava di storie d'amore finite, se ne rese conto continuando a camminare, le storie d'amore erano raffigurate in tre dipinti per coppia, il primo era un momento felice della coppia, gli altri e due dipinti raffiguravano in uno solo il ragazzo solo e nell'altro invece la ragazza. In totale le storie erano sette. Do-yoon e Park Bong-cha erano la coppia coreana, lei e Yoongi erano quella mista, poi c'era una coppia di due ragazzi, una di due ragazze, una coppia di anziani, una coppia di persone di colore, una coppia di stranieri e infine una coppia di due senza tetto.
"Isabel ti ho fatto una domanda" disse lui sbuffando avvicinandosi a lei e dandole un colpetto.
"Scusa mi ero incantata, sono veramente belli" disse lei sospirando incantata.
"Hai capito il significato?" chiese lui incuriosito da cosa avesse potuto capire.
"Sono tutte coppie che si sono lasciate?" chiese lei.
"Si, ma anche l'amore non ha età, Razza o sesso" spiegò lui.
"Vuoi veramente farlo? Vuoi fare questa mostra?" chiese lei poco convinta, guardandolo incerta.
"Non ora, la devo ultimare, ci sto lavorando" disse lui.-
"Cosa manca?" disse lei
"Un giorno te lo farò vedere, per ora questa è l'anteprima ti piace?" sorrise lui.
"Si" disse lei in un soffio tornando al dipinto suo e di Yoongi e sfiorando il viso di lui "Mi piace tanto" disse lei con amarezza nella voce.
"Ti avevo fatto una domanda" disse lui
"Quale?" chiese lei confusa staccando gli occhi dal dipinto.
"Ci hai parlato?" chiese lui tentennando
"Ahhhh... un segreto per un segreto." Le rinfacciò lei ridacchiando e tornando alla realtà.
"Che cosa vuol dire? Io ti ho detto tutto" disse in modo risentito
"Non è vero mi hai detto come sapevi già da prima di Yoongi, anche se non sono convinta che Dashimen non abbia guardato tutto quel materiale che ti ha consegnato" disse lei dubbiosa, lei al suo posto l'avrebbe guardato.
"Ti ripeto che lui non sa nulla, vuoi litigare di nuovo? Avevamo deciso di metterci una pietra sopra" disse lui sbuffando.
"Ah, tu l'hai deciso, io sono ancora arrabbiata" disse lei imbronciata.
"Aigoo, tu non mi dicevi niente, e io dovevo sapere" si lamentò lui a gran voce.
"Tu sei pazzo Do-yoon, te l'hanno mai detto? E soffri di manie di controllo." disse lei piccata .
"Aigoo, e tu sei antipatica e rancorosa" disse lui "Mi dici cosa ti ha detto lei?"
"Waoo quanta fretta, ti ho detto un segreto per un segreto" disse lei ghignando e gongolando un po'.
"Che cosa vuoi sapere?" chiese lui infastidito dall'atteggiamento di lei, simile a una bambina capricciosa.
"Lo sai" disse lei mentre lui la guardava sbalordito "Ti ho detto tutto, mi sono scusato anche per averti convinto a metterti con Ha-rin a capodanno" disse lui
"Ah, non mi hai detto cosa hai detto ai bts il giorno del servizio fotografico" disse piccata guardandolo in cagnesco.
"Perché pensi che io abbia detto qualcosa a quei ragazzi?" chiese lui oltraggiato.
"Perché Yoongi era furibondo nel parcheggio" disse lei guardandolo con sospetto.
"Aigoo, l'ho solo un pochino provocato" disse lui alzando gli occhi al cielo, come se non fosse importante.
"Che cosa hai fatto!!!" gli urlò contro con tono trillante, l'avrebbe ucciso.
"Senti volevo solo assicurarmi che il tuo nobile sacrificio fosse per una ragione valida, e così è. Quel ragazzo è tremendamente innamorato. Comunque non ho detto nulla di che, solo che non eri stronza." Sbuffò lui irritato dall'atteggiamento di lei.
"Io faccio di tutto per fingermi stronza ed ecco che tu rovini tutto" sbuffò lei guardandolo male.
"Aigoo, alla tua recita non ci è cascato nessuno, solo Jimin quello con il viso dolce che era infuriato con te. Poi Taehyung invece, beh stravedeva giustificava tutto. Il leader ha cercato di tenere a bada i suoi ragazzi, ma appena hanno sentito il tuo nome sono come impazziti, Jin non molla la presa, era molto combattivo. L'unico sano in quel gruppo è il più piccolo" disse sbuffando spiegandole tutto.
"Aigoo, pensavo che Jin ci avesse messo una pietra sopra, l'ho trattato malissimo. Jimin è arrabbiato?" chiese lei preoccupata e confusa dal tutto.
"Si, ma penso si sia convinto. Jungkook pensa che sia giusto lasciarti fare e andare avanti per la tua scelta, ma è anche convinto che tuo padre ti picchi" disse lui
"Gli hai dato conferma?" chiese lei terrorizzata avvicinandosi a lui e prendendolo per la maglia.
"No, non ho dato conferma di questo. Ho solo fatto presente il rapporto che avevi con Ha-rin e quello che ha fatto" disse lui guardandola risentito. "Molla la presa ragazzina" sbuffò lui.
"Aigoo, sei una pettegola" disse lei sbuffando e m lasciandolo.
"L'ho dovuto fare, il tuo ex mi ha paragonato a quel moccioso" disse lui arrabbiato.
"Ha-rin aveva il vizio di provocarlo, se l'hai fatto anche tu, è normale che ti abbia paragonato a lui" disse lei guardandolo come se fosse idiota.
"Si, okay non aveva torto" disse lui pensieroso "Comunque quel moccioso il giorno che ti ha strangolato è andato da Suga e gli ha raccontato una bella storia" disse Do-yoon, ricordando improvvisamente quel dettaglio.
"Cioè?" chiese lei confusa.
"Che l'avevi lasciato per più ricchezza e quote azionarie dell'azienda e che avevi fatto picchiare Ha-rin, che eri solo presa dalla ricchezza e dall'avere più potere, ti ha dipinto come una grandissima stronza."
"Yoongi ci ha creduto?" chiese lei sconvolta "Ci ha creduto!" urlò lei guardando la faccia di Do-yoon con stupore, non poteva crederci che Yoongi avesse creduto a quel cretino di Ha-rin.
"Non ci crede, non ci crederà mai, si sta solo autoconvincendo che tu sia cattiva, non lo pensa realmente" disse lui scuotendo la testa
"Si ma ha creduto a quel deficiente! Io lo ammazzo!" urlò lei sbattendo i piedi.
"Chi Ha-rin o Yoongi?" chiese lui confuso.
"Yoongi!" urlò lei e lui incominciò a ridere per via della scenata della ragazza.
"Devi prima incontrarlo per farlo" disse tra una risata e l'altra.
"Ah ah ah, spiritoso." Sbuffò lei calmandosi di colpo.
"Mettiti nei suoi panni, l'hai trattato come una pezza, e hai continuato a mentire, volevi che pensasse che fossi la cattiva, beh ecco è successo" disse lui.
"Io voglio solo che vada avanti" disse lei tristemente .
"Buona fortuna! Beh lei che ti ha detto?" chiese lui era arrivato il suo turno di scoprire qualcosa.
"Ah....." disse lei tergiversando.
"Ah?"
"Voleva sapere se fossimo una coppia, le ho detto di no. Voleva sapere se fossi felice, vuole che vada avanti" disse lei velocemente.
"Aigoo, sia tu che e lei siete assurde" disse lui scuotendo la testa.
"Oppa.... Devo dirti una cosa" disse lei fermandosi ad osservare il quadro dove raffigurava Do-yoon e Bong-Cha pensierosa.
"Cosa?" chiese lui
"È incinta" disse lei continuando a guardare il quadro e non riuscendo a guardarlo in faccia.
"Capisco..." disse lui.
"Mi dispiace tanto, ma penso che la notizia uscirà a breve, è meglio che tu lo sappia da me" disse lei avvicinandosi a lui e accarezzandoli un braccio.
"Prima o poi sarebbe successo, serve un erede" sbuffò lui contrariato.
"Do-yoon posso farti una domanda?" chiese lei dubbiosa.
"Si" disse lui guardandola con sospetto.
"Speri mai che il destino vi faccia tornare insieme?" chiese lei dubbiosa.
"Si, spero che un giorno lei venga da me e mi dica che voglia scappare" disse lui
"Perché non vai a prenderla e scappate?" chiese lei confusa.
"Perché lei ha fatto di tutto per farsi odiare come te" disse lui scuotendo il capo in disaccordo con le scelte che entrambe avevano preso.
"Tutto per paura che mi succeda qualcosa, continua a volermi proteggere. Ho provato qualche anno fa quando l'ho rincontrata e ho provato a dirle di andare via, scappare con me. Ho una casa Los Angeles ben nascosta, potevamo andare lì ricominciare farci una nuova vita" incominciò a raccontare lui.
"E lei che ha detto?" chiese Isabel con curiosità.
"Lei stava per scappare, ma sai c'è stato qualcuno che ha sentito la nostra conversazione... non so come sia possibile, e ci sono state ripercussioni. Lei non si presento all'appuntamento, mio fratello l'aveva rinchiusa, si presento lui" disse con rabbia al ricordo.
"E che ti ha detto?" chiese lei tremante.
"Mi puntò una pistola in pieno volto, minacciandomi di uccidermi di nuovo, io gli dissi che non mi importava poteva farlo, lui rise e mi mostrò delle foto di lei piena di ematomi. Mi disse che se io fossi morto, lei avrebbe subito anche di più. E che la mia morte non avrebbe risolto nulla, anzi avrebbe solo peggiorato il tutto" disse con rabbia per poi guardare il quadro di loro due insieme con sofferenza nell'espressione.
"Mi arresi" disse sospirando.
"Che bastardo!" disse lei con rabbia.
"Si che bastardo...." Disse scuotendo la testa per cacciare via il ricordo. Calo il silenzio tra di loro e rimasero per un po' a osservare i quadri, senza proferire parola.
"Quindi questa mostra come si chiamerà?" chiese lei cambiando discorso, interrompendo quel silenzio straziane e avvicinandosi a lui accarezzandoli il braccio dolcemente
"Amore che rimane, anche se va via" disse guardando i tre dipinti che riguardavano la sua storia d'amore.
"Bel titolo, farà successo, ma Oppa io non so se voglio quelli e tre nella mostra" disse lei triste indicando i quadri raffiguranti il suo di amore.
"Non è prevista per ora, non è completa, quando vorrò farla chiederò prima il tuo consenso" disse serio.
"Va bene, forse è meglio andare via da qui, ci sta rendendo tristi e depressi" disse lei con gli occhi lucidi, lui annuì e si avviarono per uscire da quel magazzino pieno di cuori infranti.
"Isa?" chiamò lui mentre percorrevano il lungo corridoio in silenzio
"Si?"
"Forse non dovremmo più andare a letto insieme"
"Forse hai ragione" disse lei annuendo.
"Ma mi prenderò cura di te, sempre e comunque. Sono al coerente che non mi stai dicendo tutto però"
"Ti ho raccontato la storia, non c'è altro" disse lei confusa, non comprendendo a cosa si riferisse.
"Stai cercando di carpire informazioni sull'elitè perché?" chiese lui con far indagatore.
"Ah, Dashimen ti ha proprio dato tutto il mio pc" disse lei ridendo nervosa e scompigliandosi i capelli.
"Si, cosa hai in mente?"
"Di distruggerlo... di distruggere tutti, devo solo diventare abbastanza potente." Disse lei mostrando un sorriso.
"Come vuoi distruggere tutti?" chiese lui confuso.
"Io volevo laurearmi in lettere, e diventare una scrittrice viaggiare per il mondo e scrivere. Sto scrivendo un libro sulla mia storia e sugli scandali dell'elitè... ma ho poche informazioni ed è complicato, non ho molto tempo" disse lei perplessa.
"Vuoi le informazioni?" chiese lui
"Si" disse lei, sperando che lui le desse anche quello.
"Capisco... ti darò anche questo" disse lui serio.
"Non sei costretto" provò a dire lei.
"Lo so, anch'io voglio distruggere tutti, ma dobbiamo farlo con calma e senza reazioni troppo istintive, bisogna ragionare e tu sei una testa calda" disse lui avvicinandosi a lei e scompigliandole i capelli.
"Non è vero" disse lei risentita
"Si, Isabel devi imparare a comportarti con tuo padre, e devi aumentare i tuoi Follower su Twitter e sugli altri social, devi diventare più famosa, e avere più agganci e persone possibili" disse lui serio.
"Non ci stiamo già lavorando da quando ti conosco?" chiese lei confusa.
"Si, ma dobbiamo lavorarci meglio e tu devi fare di tutto e di più" disse lui
"Sarà fatto" disse lei con grinta.
"Andiamo a pranzo, ho fame ora" disse lui arrivati alla macchina.
"Si andiamo" annuì con fermezza lei.
Angolo dell'autrice:
Momento Isabel-Do-yoon, finalmente entrambi hanno detto tutto... Lei ora si fida di lui ciecamente.
Hanno le stesse motivazioni, e lo stesso odio, le stesse ragioni e un piano...
Che la vendetta incominci.....
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