CAPITOLO 1: KOBE
CAPITOLO 1: KOBE
3 GENNAIO 2016
Yoongi si trovava da solo a Kobe, aveva lasciato la sua guardia del corpo all'ingresso dello stadio e stava girando senza alcuna metà precisa per il posto.
Era arrabbiato con se stesso per non essere riuscito a salire sul palco a dicembre, si era incolpato di tutto. Il lavoro era l'unica cosa in cui riusciva e ora si trovava così con un vuoto dentro e senza sapere bene se mai sarebbe riuscito a salire sul palco di nuovo.
Si ritrovava di nuovo lì, su quel palco in cui aveva fallito.
Si sedette a terra abbassò la mascherina e si tolse il cappello, l'aria fredda lo invase e rimase fermo a guardare gli spalti e nella sua testa si palesò improvvisamente un ricordo riguardante lei.
FINE AGOSTO 2013
"La smetti di essere sempre di cattivo umore" sbuffò Isabel stesa sul letto con la testa sul suo petto completamente nuda.
"Io non sono di cattivo umore" disse lui sbuffando, con le mani dietro la testa e gli occhi chiusi reduce dalla sessione di sesso che avevano appena fatto, che era sembrata come tre ore di prove di ballo con Hoseok.
"Genio Min Yoongi, sei incazzato nero" disse lei conoscendolo bene.
"Non è vero!" disse lui con voce squillante, mentendole, sapeva bene di essere incazzato nero un po' per tutto, ma non voleva dirglielo.
"Il sesso di poco tempo fa mi fa dire di sì" sbuffò lei rimanendo ferma con l'orecchio sul suo petto.
"è stato brutto?" chiese lui scostandola per farsi guardare in faccia, sapeva di essere stato un pochino troppo irruento, di solito facevano l'amore dolcemente, la guardò con fare indagatore cercando di capire cosa le frullasse per la testa.
"Non ho detto questo, è stato parecchio movimentato, avevi bisogno di sfogare caro?" lo prese leggermente in giro lei così da poter stemperare un po' la tensione.
"Sono stato violento?" chiese lui, strabuzzando gli occhi per poi guardarla meglio e vedere che sul corpo di lei c'erano parecchi segni rossi, tornò a fissarla negli occhi ma lei era tranquilla e ammiccava sorridendo.
"Aigoo!" esclamò nervoso.
"A me non è dispiaciuto farlo così" sorrise lei suadente, si spostò leggermente per potersi avvicinare a lui e baciarlo con foga "Dovresti farlo più spesso così, sembravi molto rude, un po'come le rime che scrivi" sussurrò lei vicino al suo orecchio per poi mordere leggermente il lobo.
"Isabel vuoi fare un altro round??" disse lui spostandola sopra di lui e facendo aderire meglio i loro corpi.
"Vorrei sapere cosa passa per questa testolina" gli toccò la fronte con il dito indice poi ammiccò di nuovo "Dopo comunque farei un altro round come quello di prima, se vuoi andiamo a distruggere la cucina" disse lei accarezzando i capelli di lui e creando di un contatto visivo amplificato.
"Perché che abbiamo distrutto?" chiese lui confuso e leggermente sconvolto dalle parole di lei. Isabel si alzò da sopra di lui staccandosi e guardò la stanza indicandogliela. Il pavimento era ricoperto di coperte e piume provenienti da un cuscino e tutto ciò che prima era sulla scrivania giaceva a terra come anche la sedia.
"Aigoo, che disastro!! Siamo stati noi?" esclamò lui stranito, continuando a studiare la stanza sembrava come se ci fosse passata una mandria di buoi.
"Non ti sei accorto di nulla? Sai penso che il soggiorno non sia messo molto bene, abbiamo incominciato da quella stanza" ridacchiò lei tra una frase e all'altra per poi tornare baciarlo come se nulla fosse.
"Mi dispiace" disse lui tra le labbra di lei.
"Di cosa di avermi fatto avere tre orgasmi? Se devi distruggermi casa per rendermi così felice fallo pure" lo prese in giro lei.
"Non sei arrabbiata?" chiese lui ancora incerto da quello che lei stesse dicendo.
"Yoongi tu sei scemo!" rise lei
"Ma cosa ti ho riempita di marchi e distrutto casa" esclamò lui sconvolto.
"Perché continui a farti problemi dove non ci sono per me?" chiese lei alzando il sopracciglio.
"Scusa io..."
"Vuoi dirmi cosa c'è che non va è perché sei arrabbiato?" chiese lei dolcemente.
"Non sta andando bene"
"Cosa??" chiese lei baciando la sua guancia.
"Tutto, la carriera tu che partirai per la Cina a breve"
"Io non devo essere un tuo problema, io tornerò qui, e per la tua carriera sei all'inizio, non pensare che già dall'inizio possa andare bene"
"Lo so ci vuole tempo per farsi conoscere e per avere agganci ma ho paura di esibirmi e di fallire, questa diavolo di coreografia la odio, c'è un pezzo che non riesco a fare" disse arrabbiato mentre lei lo accarezzava dolcemente.
"Okay, hai la base della canzone?" chiese lei comprensiva.
"Si, ho sempre le basi di tutto sul mio cellulare, alcune le ho passate sul tuo computer" disse lui.
"Okay, vestiti almeno con le mutande e il pantalone della tuta, la proviamo insieme" propose lei sorridendo.
"Ma tu non la sai!" disse lui confuso.
"Okay... nel senso che la provi tu, e provi il pezzo che sbagli, lo facciamo per tutta la notte, provo ad impararla anche io... se riesci ti do un premio" disse lei ammiccando.
"Sono stanco!" si lamentò lui, sprofondando sul letto e chiudendo gli occhi.
"Bene, allora farai in modo di farla bene subito per non starci le ore, prima fai bene quel pezzo prima finirai. E per il palco non avere problemi, quando hai paura della folla puoi pensare che ti stai esibendo solo per me, e che a me qualunque cosa tu farai andrà bene" disse lei baciandolo.
"Non è vero che ti va bene tutto" disse lui aprendo di nuovo gli occhi e guardandola con il broncio.
"Si invece, perché lo sai io ti accetto per quello che sei e con me sei libero di essere chiunque tu voglia come io con te, è sempre questa la nostra regola ricordi?" disse lei
"Si ricordo, come la regola del non essere fidanzati" disse lui sbuffando
"Aigoo, smettila di fare il permaloso, sei qui no? Io sono qui no?"
"Si ma poi andrai via" disse lui guardandola negli occhi
"E poi tornerò sempre da te" disse lei
"Promettilo" disse con tono greve
"Prometto, troverò sempre un modo per tornare"
"Okay e se non lo dovessi trovare, lo troverò io per riprenderti" disse lui
"Si è così. Ora in piedi dobbiamo ballare!" esclamò lei dandogli un altro bacio e tirandolo per un braccio poi.
PRESENT DAY
Yoongi riaprì gli occhi, forse era giunto il momento di essere se stesso anche davanti agli altri e non vergognarsi più, era stanco di nascondersi. Era arrivato il momento di andare avanti, di riprendersi, non poteva stare male. Lei sarebbe tornata prima o poi, o lui l'avrebbe ripresa quando sarebbe stato più potente. Ci sarebbe riuscito. Doveva solo brillare, doveva solo metterci tutto se stesso, niente più cedimenti, niente più paranoie.
Doveva smetterla di essere autocritico fino al distruggersi. Era il momento di alzarsi combattere e andare avanti e far vedere a tutte quelle persone che lo criticavano che lo commiseravano che lui era Min Yoongi e valeva tanto.
Era pur sempre un umano imperfetto, ma avrebbe fatto si di essere orgoglioso di tutte le sue imperfezioni. Era il momento di accettarsi e di far si che le sue debolezze diventassero i suoi punti di forza.
Guardò quel palco, quello stadio, sarebbe tornato in quel posto e si sarebbe esibito, avrebbe avuto le sue rivincite. Era il momento di rinascere.
10 GENNAIO 2016
Era pomeriggio ed Isabel era dovuta andare a cena con delle figlie Chaebol, si trovavano tutte ristorante di lusso, mangiavano insalatine e bevendo Vino Italiano esportato e ridacchiavano tutte in maniera civettante e frivola.
"Ultimamente mi piace molto il gruppo K-pop dei BTS" disse Park Yeona cambiando argomento e dirottandolo sugli Idol.
"Io sono sempre fedele agli EXO" disse Lee Mi-cha con una mano al petto.
"Io anche mi sto appassionando a loro!" esclamò Lee Mi-hi la sorella più piccola di Mi-cha.
"Isabel non piacevano anche a te i bts, l'avevo letto su un'intervista" disse Yeona.
"Io, ultimamente non sento molto musica" disse Isabel mentre mangiucchiava l'insalata controvoglia e continuava a bere con la testa altrove.
"Ah, tutto bene cara, sembri non esserci molto" disse Mi-cha con risentimento nella voce.
"Si, tutto bene, scusate ho un importante riunione per degli acquisti fra un paio di giorni e sono parecchio stanca ultimamente" disse Isabel provando a sorridere cordiale.
"Ah, sarà per questo che sei sparita ultimamente, o è sempre per Do-yoon?" chiese sempre Mi-cha stridendo i denti gelosa del rapporto dei due.
"Per Do-yoon? Perché dovrei sparire a causa sua?" chiese lei alzando il sopracciglio non capendo il perché la ragazza avesse appena nominato il fotografo.
"So che passate parecchio tempo insieme" disse l'altra cercando d'indagare sorridendo come un'arpia.
"Ah, si passo del tempo con lui, è un problema per te?" chiese Isabel sorridendo con finta preoccupazione nel tono di voce.
"No perché dovrebbe esserlo?" disse la ragazza punta sul vivo.
"Non so, forse, perché te lo sei portato a letto?" disse Isabel con un tono velenoso andando all'attaccò, la odiava Mi-cha era veramente una spocchiosa, non faceva nulla di utile nella vita, provava a fare la modella ogni tanto per essere famosa, ma passava la maggior parte del tempo con la sorella a fare shopping e parlare di ragazzi.
"Come ti permetti!" trillò la ragazza oltraggiata da quell'accusa.
"è la verità la sappiamo tutti, smettila di urlare come una ragazzina, a me non importa sinceramente, e non dovrebbe neanche a te" disse Isabel con un'alzata di spalle versandosi di nuovo da bere.
"Ci vai a letto anche tu?" chiese quella arrabbiata, incominciando a essere più diretta.
"No, o non starei tanto nel suo giro, dovresti saperlo per esperienza che Do-yoon va a letto solo una volta con le ragazze, e non ci diventa amico subito dopo. Io e lui abbiamo soltanto affari. Quindi puoi smetterla di avercela con me per il nulla" Disse Isabel sbuffando bevendo un sorso, odiava quando la gente ce l'aveva con lei per ragioni stupide.
"Io non ce l'ho con te" ribatte in modo piccato la ragazza.
"Certo come no, come vuoi tu" disse lei chiudendo gli occhi stanca e incominciando a massaggiarsi le tempie, aveva bisogno di un'aspirina, o molto probabilmente di bere di bene.
"Dai ragazze non litigate" provò a calmare le acque Yeona sorridendo a disagio.
"Io non litigo, ma non mi piacciono le insinuazioni fatte per gelosia" disse Isabel
"Aigo! Mi è arrivata una notifica di un twitter super lungo dei BTS, è di Suga" esclamò Mi-hi incominciando a leggere.
"Salve, chi vi parla è SUGA. In molti si staranno chiedendo come ho passato il mio tempo libero; per farla semplice, ho camminato, dormito e pensato molto. Prima di rilasciare il mio mixtape ho voluto fare un viaggio per mettere in ordine i miei pensieri. C'era un solo posto che avrei voluto visitare.
Ho voluto fare questa cosa non come il 24enne SUGA dei BTS ma come il 24enne Min Yoon gi. Era il momento di guardarmi indietro. Quello che sto dicendo ora non lo sto dicendo come artista ad un fans o come un BTS alle ARMY; ho iniziato questo dialogo perchè ho voluto instaurare una semplice conversazione da una persona ad un altra.
Quando ho a che fare con molte persone mi rattristo perchè ho difficoltà nel relazionarmi (con tutte quelle persone) allo stesso modo. Non vorrei fare del male a nessuno ma a volte mi capita di farlo. Credo ancora d'essere un inadeguato essere umano"
A Isabel cadde la forchetta a terra, ma per fortuna nessuna delle ragazze se ne accorse.
Lui si sentiva ancora inadeguato come essere umano, lui che secondo lei era la persona più perfetta del mondo con tutti i suoi difetti. Si sentiva stupita del fatto che lui si sentisse triste a non riuscire a relazionarsi con le persone, era convinta che a lui andassero bene pochi ma buoni.
"Il secondo giorno di concerti a Kobe... dopo quel giorno, non credo di aver più avuto sonni tranquilli. Potrebbe essere per il fatto che ho ferito molte persone, quindi ogni volta che mi addormento (poco dopo) mi sveglio sudato fradicio.
Mi è già capitato di fare del male a molte persone non potendo salire su un palco, così ho deciso che sarei salito sul quel palco non importa come. Ma tutti mi hanno detto di non farlo.
Sono scoppiato in lacrime, non mi sarei potuto esibire."
Lui era scoppiato in lacrime, stava male e lei era sempre più lontana, se solo avesse fatto parte della sua vita se solo non l'avesse dovuto lasciare. Forse lui avrebbe avuto la forza di non stare così male.
"Sarebbe facile sopprimere il mio dolore. Ma è difficile farlo quando ci sono altre persone che soffrono. Ancora una volta, ho mandato in mille pezzi il cuore delle persone che amo. Se potessi tornare in dietro nel tempo, sarei salito su quel palco a tutti i costi senza pensare alle consequenze"
Lui soffriva, per aver causato del dolore alle persone, e si dava le colpe per non essere salito sul palco, e lei non era potuta stare al suo fianco.
Si sentiva anche lei sempre e costantemente in colpa. Capiva perfettamente, provava anche lei a sopprimere il dolore ma non poteva farlo quando sapeva che aveva mandato in mille pezzi il suo cuore che l'amava.
È per questo che era necessario che io visitassi un luogo. Nel mio tempo libero sono stato a Kobe. In molti hanno tentato di fermarmi ma non ci sono riusciti, non sarei stato in grado di affrontar me stesso (se non fossi partito per Kobe). Cosi mi sono diretto a Kobe.
È la seconda volta che mi rtrovo a visitare una sala concerti dopo la conclusione di un evento.
La prima volta fu quando visitai la "AX Hall" dopo il nostro primo concerto, "Red Bullet", la seconda è stata la visita alla "Kobe's World Memorial Hall", dove non ho potuto esibirmi sul suo palco.
Odio essere dimenticato. Naturalmente non dovrei pensare a queste cose in giorni gloriosi come questi, giorni dove molte persone mostrano d'amarmi. Non volevo essere dimenticato.
Lui odiava essere dimenticato, che stupido si disse Isabel una volta che conosci Min Yoongi è impossibile dimenticarlo, lei lo sapeva bene. Era lui che ancora non si rendeva conto di quanto valesse di quanto fosse speciale.
Così, ancora una volta, ho percorso la strada verso la "AX Hall" e la "World Memorial Hall".
Mi è piaciuto stare in piedi sul quel palco e continua a piacermi. Anche quando da 17enne mi esibivo davanti ad una folla di sole due persone, mettevo su un'esibizione audace e mantenevo un contatto visivo. Ma dopo il debutto, non penso mi sia stato più possibile essere così audace con me stesso. Potrebbe anche essere che io rimanevo l'unico a sapere in cosa mancavo.
E per la prima esibizione on stage di "The Most Beautiful Life On Stage", sono stato in grado di incontrare confidenzialmente gli sguardi del mio pubblico.
Ma così non è stato dopo il secondo giorno di concerti a Kobe, quando non sono potuto salire ad esibirmi su quel palco. È per questo che ho visitato Kobe; dal momento in cui sono arrivato alla palazzetto, ho vagato per la zona fino al momento prima di iniziare il nostro spettacolo.
Dal botteghino, all'entrata, in ogni angolo della sala, ho voluto sentire tutto quello che voi avevate sentito. Ho provato molte emozioni. Felicità, il sentirmi sulle spine prima nell'attesa dell'inizio dello spettacolo, tristezza, risentimento, rabbia e delusione e tanto altro. Volevo capirvi, e vi ho capito.
È per questo che mi dispiaccio e mi dispaccio ancora. Perché sono un essere umano imperfetto.
Perchè sono un essere umano che pretende d'essere forte nonostante sia debole e mi sento ancora una volta imperfetto. Anche se non sono religioso ho pregato. Quel finale, già stato scolpito nella roccia, ha fatto si che quelle sensazioni diventassero indimenticabili.
Avete preso una significante parte di me, una parte che ha tentato più volte di restare sola. Non mi importano la vostra età, sesso, nazionalità, religione o che lingua parlate (vi sono grato per ciò che mi avete fatto). Oggi è il giorno in cui parteciperemo inaspettatamente al "Music Bank" quindi sto rientrando (a Seoul) con un giorno d'anticipo.
Sono tornato dopo aver organizzato i miei mille pensieri. Ho realizzato ancora una volta d'essere benedetto e che devo vivere la vita sempre con gratitudine.
Chissà se fosse vero che stesse meglio, Isabel in cuor suo sperava di si, sperava anche che lui vincesse ai Music Bank, sapere in quel momento che lui avesse passato un brutto periodo e che lo stesse dicendo al mondo intero, faceva si che lei provasse diversi sentimenti da essere confusa, al sentirsi preoccupata per lui e anche in colpa per non esserci e per essere stata causa del suo dolore in passato e forse ancora lo era. Ma si sentiva anche orgogliosa nel vedere quanto lui si stesse mettendo in gioco dimostrando di essere se stesso e provando a non vergognarsi delle sue debolezze.
Grazie d'avermi trasformato in un essere umano benedetto, ARMY. Anche se non ve lo dico perchè mi imbarazzo (lo penso spesso).
Vi rivelo i miei pensieri, ancora una volta, attraverso questo banale scritto. Perchè sono sempre un essere umano imperfetto, vivro sempre, ogni momento con gratitudine. Vi amo ARMY".
Essere umano imperfetto, lui non aveva idea invece di quanto fosse perfetto agli ai suoi occhi e di quanto lo sarebbe sempre stato.
"Waoo, è fantastico!" esclamò Yeona
"Poverino! Deve essere stato molto male!" esclamò Mi-in con il broncio.
"Scusate ma io devo andare, pago io per questa volta" disse Isabel alzandosi di colpo.
"Perché vai via?" chiese Mi-chan
"Mi scoppia la testa"
"Troppo vino?" la provocò Mi-chan con un sorriso sarcastico dipinto sulla faccia.
"Forse, vado, ci organizziamo di nuovo per la settimana prossima" disse di fretta la ragazza ignorando la provocazione e prendendo la borsa allontanandosi, sfuggendo anche solo dal sentire nominare il nome di Yoongi. Avrebbe tanto voluto non sentire quel post.
11 GENNAIO 2016 03:00
"Entra è aperto" disse Dashimen sdraiato sul divano al rumore del bussare.
"Come facevi a sapere che fossi io?" chiese Isabel entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Si tolse le scarpe scalciandole e rischiando di inciampare, soffocò un leggero risolino. Dashimen si voltò a guardarla un attimo perplesso poi le indicò la grande televisione con la visione delle videocamere dell'hotel, fece spallucce e tornò a giocare con il Nintendo.
"Sei uno stalker?" chiese lei ridacchiando, mentre si toglieva il cappotto e lo lasciava insieme alla borsa su un divanetto in maniera disordinata. Ondeggiando leggermente si andò a sedere sul divano vicino a lui diede una leggera occhiata al gioco di Dashimen fece spallucce non riconoscendolo.
"Ogni tanto do una controllata, tranquilla nelle stanze dell'albergo non ci sono telecamere solo nella suite dove fa i party, e nei corridoi" disse lui tranquillo spegnendo il Nintendo dato il game over appena avvenuto. Sbuffò sonoramente per aver perso la partita, si sporse verso il tavolino e prese la birra porgendola alla ragazza.
Isabel guardò la lattina perplessa, poi fece un risolino.
"Mi sa che ho bevuto troppo" sorrise lei al ragazzo, ma afferrò comunque la lattina per poterne fare un sorso. Dashimen continuava ad osservarla, l'aveva vista uscire da una suite reggendosi a malapena, era stato tentato dal raggiungerla, aveva capito che non se la stava passando poi piuttosto bene. Continuò ad osservarla mentre continuava a bere, incominciando a pensare che forse non avrebbe dovuto offrirle altro alcool.
"Ah quindi non hai potuto vedere nelle stanze?" incominciò a ridere lei e porgendoli la birra.
"No, mi sono perso un bello spettacolo immagino" disse ammiccando verso di lei, sapeva che era finita nella suite sicuramente con qualche belloccio a fare chissà cosa.
"Omo!" rise ancora di più lei "No, non era granché questo modello" disse ridacchiando di nuovo e coprendosi la faccia con una mano rossa in viso.
"Ah, è andata male? Per questo sei qui?" chiese lui ammiccando e scherzandoci un attimo. Isabel ormai era consona ogni volta che andava con qualcuno subito dopo andarsi a rifugiare a casa sua. Ormai sembrava l'amico gay di turno con cui andarsi a confidare, c'era un però lui non lo era, e cercava di resistere fin troppo davanti la presenza di lei con quei mini vestiti, e all'odoro forte di dopo sesso che emanava.
Si era chiesto parecchie volte come sarebbe stato poterlo fare con lei, ma sapeva che era meglio evitare, specie perché lei ogni qualvolta che andava da lui era quasi spesso brilla.
"Per un secondo round?" rise lei, provocandolo visibilmente e avvicinandosi a lui per poterlo guardare meglio in faccia.
"Ti ha presa a ridere stasera eh?" la prese in giro lui, sviando il discorso e ignorando lo sguardo ammaliante della ragazza.
"Non hai risposto alla domanda" disse lei poggiando una mano sul viso di Dashimen e accorciando di più le distanze.
"Vuoi un secondo round?" chiese lui accarezzandole i capelli dolcemente, e guardandola leggermente incuriosito, era più ubriaca del solito o non ci avrebbe mai provato con lui così apertamente. "Sbaglio o non andavi a letto con le tue clienti?" chiese lei inclinando la testa per osservarlo meglio pensierosa e togliendo la mano dal viso del ragazzo.
"Infatti non ci vado" disse lui "Non amo le storie d'amore"
"Anche a me non piacciono, non sono fatta per l'amore" annuì lei per poi sorriderli
"Solo per il sesso?" chiese lui alzando un sopracciglio.
"Per il buon sesso" ammiccò lei "Sei bravo anche in questo?" chiese suadente avvicinandosi all'orecchio di lui e tornando all'attacco.
"Sei ubriaca" disse lui con un sospiro.
"Quando mai non lo sono" sussurrò lei in modo accattivante.
"Dovresti bere di meno principessa, ti fa male" fece per allontanarsi lui, ma lei lo bloccò leggermente.
"Ti preoccupi Dashimen?" provocò lei vicino all'orecchio di lui e passando dopo di che la lingua sul collo del ragazzo.
Dashimen si staccò da lei e la guardò dritto negli occhi per capire meglio cosa le frullasse per la testa.
"Anche se stai ridendo e sei ubriaca, hai sempre gli occhi tristi" disse dando voce ai suoi pensieri, si era accorto che in quella serata lei fosse più triste del solito.
"è un sì al ti preoccupi" disse lei staccandosi e diventando gelida improvvisamente.
"Non vuoi?" chiese lui studiandola
"Chi si preoccupa per me si fa male, non voglio questo" disse secca.
"Non mi farò male, puoi starne sicura" disse lui tornandole vicino e acchiappandola poggiando poi una mano lungo la schiena di lei e incominciando ad accarezzarla.
"Non sono sicura di nulla in questa vita" disse lei.
"Di me puoi stare sicuro, hai detto solo sesso? Solo sesso sarà" sorrise lui affabile, era l'unica cosa che poteva fare forse per allievare un po' la tristezza di lei. E erano mesi che non vedeva l'ora di capire come sarebbe stato con lei.
Lei lo guardò un attimo confusa da quel cambio repentino.
"Waoo, speravo saresti stato così diretto" tornò a sorridere lei, cambiando umore improvvisamente.
"Beh o ora o mai più" ghignò lui
"Cosa vuol dire?" chiese lei mentre si accingeva a salirli a cavalcioni sopra prima che lui cambiasse idea, lui l'afferrò all'istante cercando di non ridere per via del salto da coniglio di lei.
"Che fra qualche giorno parto per l'America" disse lui tranquillo, sarebbe ripartito a breve, le accarezzò un attimo i capelli sorridendole, gli sarebbe mancata quella pazza, un po' gli dispiaceva di doverla lasciare sola.
"Mmmh a fare?" chiese lei mentre li era seduta sopra e si avvinghiava con le mani dietro il collo di lui per incominciare a giocare con i capelli.
"Vari corsi di aggiornamento, prima o poi dovrò cercarmi un lavoro vero, mi servono le qualifiche scritte, oltre a già quelle che ho" sorrise lui "Poi ho un amico che mi deve insegnare un paio di trucchetti"
"Ottimo, fai quello che vuoi, vivi libero!" esclamò lei alzando le mani all'aria.
"Vieni a vivere libera con me?" propose lui, mentre l'acchiappava per la schiena tenendola salda, evitando che lei cadesse all'indietro.
"Aish, avevamo detto niente storie d'amore e ora mi fai questa proposta" arricciò il naso lei, avvicinandosi di nuovo al viso di lui.
"Ah giusto dovrei fartela dopo il sesso se mai sarà decente" la provocò lui
"Decente?" disse lei risentita "Sarà eccezionale il migliore che tu abbia mai fatto" rise lei per poi incominciarlo a baciarlo con foga.
"Avevi ragione è stata eccezionale" Si ritrovò a dire Dashimen steso sul pavimento con le braccia dietro al testa e i capelli tutti scompigliati, avrebbero dovuto farlo mesi prima, si sarebbero potuti divertire parecchio insieme, forse le avrebbe tolto lo sguardo triste dalla faccia.
"Quando dico una cosa, quella è" disse lei alzando il capo dal petto di lui e avvicinandosi alle labbra del ragazzo per baciarlo.
"Niente sentimenti quindi?" chiese lui mentre con una mano andava ad accarezzarle la schiena nuda.
"No, nel mio mondo non posso permettermi sentimenti. Tu provi qualcosa?" chiese lei con far indagatore.
"No, ma penso di poterti giudicare un'amica, beh un'amica con cui fare sesso" disse lui sorridendole.
"Allora alla prossima volta quando tornerai, direi che sono finite anche le lezioni di informatica" disse lei, provando a sorridere ma riuscendoci male.
"Si per il momento, ti farò sapere quando torno se ti va" disse lui mentre continuava ad accarezzarla.
"Si, direi che puoi farlo, ma non mandare messaggi quando sei in America o penserei che ti sei preso una cotta" rise lei prendendolo in giro.
"Tranquilla, non farò niente del genere. Abbiamo un accordo?" chiese lui
"Ci rivediamo quando torni" disse lei dandoli un altro bacio per sugellare il patto, poi si distacco mettendosi di schiena sdraiata sul tappeto di fianco a lui.
"Isabel?"
"Si?" rispose lei girando il capo per guardarlo.
"Se avessi bisogno di un posto dove non essere te stessa per un momento, un posto dove rifugiarti, puoi sempre venire a casa mia ti lascio il pin della porta" disse lui serio, accarezzandole i capelli col far protettivo.
"Perché?" chiese lei.
"Perché se io avessi la tua vita, vorrei qualcuno che mi facesse scappare, vorrei trovare una scappatoia a tutto questo. Quindi ti lascio questo posto, qui puoi scappare e non essere Kim Isabel la principessa dei ghiacci, o non so puoi anche non essere la vecchia Isabel del tuo passato che ti causa dolore. Qui puoi essere niente e non sentire niente, non provare nulla" disse lui
"Grazie Dashimen" disse lei sorridendo gentile poi tornò a guardare il soffitto, con lui al suo fianco che sorrideva sperando di aver fatto qualcosa di buono per lei, alla fine dei conti lui si era affezionato a quella ragazza che aveva incominciato a vedere in quei due mesi, le piaceva Isabel era una ventata di aria fresca nella sua cantina.
Angolo dell'autrice:
La prima volta che ho provato a scrivere questo capitolo ero in crisi, avevo questo foglio bianco da mesi e mesi, sapendo che avrei dovuto scrivere della crisi di Kobe e del twitter, i capitoli venivano creati e impostati anche quelli dopo ma questo rimaneva bianco... poi è arrivato in due pezzi, prima quello di Twitter, poi Dashimen. E in una giornata in metro il flashback... è stato scritto tutto velocissimo.
Avrei tanto voluto togliere questo capitolo, ma non potevo realmente doveva arrivare il momento Kobe, dove hanno annullato il concerto perché Suga e V stavano male... io non so perché collego The last il singolo di Suga a quel momento quando dice "Quel giorno in cui avevo paura delle persone e stavo affrontando me stesso, nascondendomi nel bagno" lo ricollego a Kobe sarà perché nel twitter dice che è scoppiato a piangere o lo collego che stava in un bagno nascondendosi...
Il flashback è di fine Agosto 2013 poco dopo Look e stars e prima di Lonley.
Non avevo messo la data a Look a stars quindi si può dire che è situato verso il 16 AGOSTO e dopo c'è questo pezzo e poi Lonley dove sono a casa e vedono la tv insieme e poi litigano per Ha-rin.
È tutto! E così inizia il 2016 con un Yoongi pieno di coraggio e rabbia che vuole riprendere in mano la sua vita e vincere. Isabel leggermente in crisi e con Dashimen che era diventato suo amico in questi mesi (anche se non si è visto) e ora che se ne va.
Tranquilli c'è sempre Do-yoon con lei.... Ehm ehm
é stato revisionato tutto un pochino specie per la parte con Dashimen!
Capitolo lungo come anche il commento dell'autrice ^_^
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top