CAPITOLO 46: DANGER 2.0

CAPITOLO 46: DANGER 2.0

FLASHBACK 08 LUGLIO 2015

Isabel si trovava all'octagon club, era seduta al bancone, aspettando che la persona con cui si dovesse incontrare arrivasse.

Da quando aveva rotto con Ha-rin un mese addietro, non era più andata ai club e ai vari party. Aveva capito che frequentare i suoi coetanei non avrebbe portato a niente di utile per il suo piano di riprendersi la sua libertà.

Aveva bisogno di altro, e stava pian piano con i vari servizi fotografici avvicinandosi di più al famosissimo fotografo Doo-yoon che continuava a chiedere di lei. Sapeva che con il tempo lui l'avrebbe invitata a far parte della sua cerchia, doveva solo continuare ad accontentarlo dicendo si a tutte le proposte di lavoro.

Si rigirò la collana tra le dita, e sbuffò dando un'occhiata all'orologio dorato al centro della parete di alcoolici di fronte a sé.

Erano le undici e mezza di sera e lei aspettava da circa venti minuti Ji-hoo che era tornato dal Giappone per un paio di giorni e le aveva chiesto di incontrarsi per una bevuta.

"Che cosa fai a questo in questo posto?" trillò con voce squillante una ragazza avvicinandosi a lei.

"Io volevo uscire un po' è un reato?" rispose con tono ironico Isabel, senza neanche degnarla di uno sguardo.

"Non è il posto per te meticcia." Disse lei con rabbia.

Isabel, posò il bicchiere con delicatezza sul bancone, si voltò a guardare la ragazza in piedi di lato a lei, senza mostrare la ben che minima emozione in volto.

"Aigoo, Yuri... non pensavo potessi essere così, ti ho proprio sottovalutata." Disse sprezzante Isabel squadrandola e poi ridendo.

"Ti ho detto che te ne devi andare." Yuri fece dei passi, verso di lei guadandola in modo minaccioso.

"Tu non mi comandi stronza. Fai tanto la principessa, ma a quanto sembra hai anche tu un lato oscuro." Sibilò Isabel alzandosi in piedi e sfidandola.

"Sei tu a farlo uscire, tu distruggi le persone, le rendi cattive, o patetiche. Ha-rin non si riconosce più a causa tua." Sputò velenosa e rancorosa Yuri.

"Oh waoo quanto coraggio! Devi proprio tenerci tanto a lui? Dovresti essere felice, del fatto che io mi sia fatta da parte, ora il campo è libero." Disse con voce finta addolcita, per poi cambiare completamento tono di voce e diventando improvvisamente dura "Prego non c'è di che. Ora sparisci."

Isabel tornò a sedere cercando di ignorare l'arpia.

Fece per prendere il suo bicchiere per continuare a bere, ma Yuri si avvicinò con una mano ai suoi capelli e li afferrò con forza, Isabel riuscì a voltarsi tanto bastasse, da darle uno strattone e da afferrarle il collo con una mano.

I suoi occhi si erano ridotti a due fessure, mentre guardava Yuri di fronte a lei, che diventava paonazza e con il fiato corto.

Yuri con una mano andò verso il collo di Isabel con l'unico risultato di aggrapparsi alla collana staccandogliela.

La collana con la luna cadde a terra, e nello stesso istante Yuri lasciò la presa sui capelli di Isabel per via delle forze che le stavano venendo meno.

Isabel con uno scossone lasciò andare il collo di Yuri.

"Toccami di nuovo stronza. E io giuro che ti ammazzo. Torna dal tuo amico, ora hai una chance per starci insieme, te lo sei scopato per una vita intera. È ora che si accorga di te non credi?" provocò Isabel, incenerendola con lo sguardo.

"Tu non lo meriti." Yuri provò a dire con voce tremolante, mentre tornava con lo sguardo a Isabel, e con una mano si teneva il collo.

"Io non lo voglio. Sparisci." Disse disgustata.

"Mi vendicherò. Sappilo." Disse Yuri mettendosi dritta e guardandola con odio.

"Certo, sto tremando di paura." Soffiò Isabel con una risata.

"Isabel?" chiamò un ragazzo dietro di Yuri che si stava dirigendo verso di lei.

"Oh ciao Yuri!" esclamò lui con allegria guardando la ragazza.

"Ciao." Disse con rabbia e andò via sbattendo i piedi per terra.

"Interrotto qualcosa?" chiese lui guardando Yuri andare via furiosa.

"La stronza ha provato a tirarmi i capelli." disse lei passandosi una mano tra i capelli aggiustandoli.

"Aigoo.. mai tentare di toccare Isabel Kim." Ridacchiò Ji-hoo, si chinò e raccolse la collana di Isabel e le la porse.

Lei l'afferrò subito, la fisso con intensità, rendendosi conto che da quando a Maggio aveva fatto ufficialmente il suo ingresso nella società dei chaebol, stesse cambiando.

Non sembrava più quella ragazza innamorata, stava pian piano sempre più cambiando, lentamente, e sapeva che sarebbe cambiata di più.

Alzò lo sguardo verso Ji-hoo, mostrandosi fredda come al solito.

"Potevamo incontrarci da un'altra parte." Disse lei con far annoiato.

"Dovevo vedermi con mio fratello per una cosa." fece spallucce lui.

"Possiamo andare via?" chiese lei con fretta.

"Non sia mai che uccidi qualcuno, si meglio andare via." Disse lui porgendole il braccio che lei afferrò, facendosi condurre via da quel locale e lontana da Yuri che era rimasta in quella stanza continuando a guardarla inviperita.

08 AGOSTO 2017 PRESENT DAY

Yoongi si trovava al piano superiore della zona vip, che Yuri aveva prenotato, insieme a lui c'erano tutti. Era appoggiato a un cornicione e osservava la pista in basso, sperando di poterla vedere entrare da un momento all'altro.

Erano due ore che era lì come tutti del resto, e aveva collezionato fin troppo bicchieri di alcool nel suo corpo.

Non capiva perché Isabel non si era ancora presentata.

Si sporse un po' dal cornicione per guardare Chung-hee dall'altra parte del balconcino, anche lui era in una zona vip con un altro ragazzo delle sua età, che Yoongi però non aveva visto bene.

Anche lui come Yoongi guardava la pista con preoccupazione in cerca di Isabel di cui però non c'era nessuna traccia.

"Yoongi" Yuri si era avvicinata a lui e stava porgendo un drink.

Yoongi si voltò a guardarla aggrottando la fronte.

"Un segno di pace, mi dispiace che tu continui ad avercela con me, e che mi eviti" disse lei con tono melenso.

"Se tu non avessi rubato la mia collana" disse Yoongi con astio.

"Io... continuo a non capire perché incolpi a me, sono sempre stata così cordiale con tutti, il fatto che tu continui ad accusarmi di ciò mi ferisce" disse lei con voce triste, poggiò la sua mano all'altezza del cuore e lo continuò a guardare con occhi languii.

"Oh si... io non ci casco alla tua recita." disse lui con disprezzo, assottigliando lo sguardo, incominciava anche a vederci doppio, non era un buon momento per iniziare una conversazione con lei, stentava ad avere controllo di se stesso e a ragionare in maniera lucida. .

"Non sto recitando, sono sincera" disse lei con gli occhi lucidi, provando a toccarli il braccio, ma Yoongi prese le distanze indietreggiando ondeggiando leggermente e guardandola con odio.

"Come siete state sincere sul vostro cognome e sul fatto che siete chaebol?" Incominciò a pungolarla lui con astio.

"Io.." tremolò lei

"OH.. lo sa anche il tuo fidanzato chi sei realmente. Jin è troppo buono perché inizi una litigata. Jin ti ama, anche se sei una ladra e una falsa. Non ho idea di cosa tu e tua cugina vogliate da noi, stai sicura che prima o poi lo scoprirò." Disse lui minacciandola.

"Noi... volevamo solo provare ad avere una vita normale, non ci piace il mondo in cui viviamo, per questo quando ci hanno assunto abbiamo chiesto di non dire nulla su chi eravamo. La verità è questa, ci vergognavamo del nostro mondo, ci siamo sempre sentite estranee" mentì lei continuando a recitare la sua parte.

"Ti prego, non me la dai a bere. Tu hai qualcosa di viscido, tu e quella pazza di tua cugina che fa finta di piangere perché Taehyung non è venuto." Disse con rabbia Yoongi, "Stammi alla larga, non vedo l'ora che tutto questa faccenda finisca e Jin si liberi di te." ringhiò, lasciandola lì e allontanandosi da lei.


Yuri guardò verso il basso sulla pista da ballo verso una delle entrate principali.

Lei era lì e l'aveva sicuramente vista parlare con Yoongi.

Il suo piano di prendersi tutto quello che era di Isabel non stava poi funzionando molto. Aveva sbagliato a fidanzarsi con Jin, avrebbe subito dovuto puntare su Yoongi.

Nel periodo in cui era entrata alla Big-hit a lavora, Yoongi era avvicinabile solo se si voleva fare del sesso occasionale con lui. Non guardava nessuna ragazza realmente, e non si sarebbe mai potuto innamorare di qualcuna. 

La sua unica alternativa era stata ripiegare sul maggiore per riuscire ad avvicinarsi di più a loro.

Con suo rammarico, non era mai riuscita a far parte del gruppo, non ne aveva mai compreso il perché, quindi aveva agito di nuovo, facendo assumere sua cugina, così che anche lei si potesse fidanzare con uno di loro.

Aveva provato in tutti i modi a convincere Soo-hee a puntare su Jimin, che sarebbe stato molto più facile da manovrare, ma sua cugina era sempre stata follemente innamorata di Taehyung.

Taehyung che non si era mai fidato di nessuno delle due e non aveva mai parlato di tutti i segreti che sapeva.

Si guardò intorno cercando Jin, ma di lui nessuna traccia come neanche i più piccoli che erano sulla pista da ballo.

Guardò sua cugina piccola che continuava a singhiozzare per Taehyung e si andò a sedere vicino a lei.

"Smettila di piangere." Disse con rimprovero guardandola in malo modo.

"Non capisco perché lui si comporti così."

"Perché sono amici di quella stronza, e tali e quali a lei." Disse Yuri con rabbia.

"Lei è venuta?" chiese Soo-hee tentennando.

"Si è appena arrivata, penso mi abbia anche visto parlare con lui."

"Pensi che si vedano ancora?" chiese Soo-hee singhiozzando ancora per Taehyung.

"Si ne sono sicura dopo quello che è successo a ristorante. E anche per come lui ha reagito al furto della collana. Lui è ancora innamorato di lei. Farà un passo falso stasera e io li beccherò."

"Forse dovresti lasciar perdere... Yuri non ne vale la pena, tutto questo è rischioso."

"Aigoo, da quando ti sei fidanzata con quello strambo ti sei rammollita, non eri così. Era la leader del tuo gruppo, eri tu a dettare le leggi a decidere chi poteva avere importanza o meno della tua generazione. Torna a essere quella ragazza, perché questa te depressa per amore e smidollata, non è d'aiuto." Disse con rabbia.

"Io lo amo!" trillò lei piangendo, Yuri per giusta risposta le diede un ceffone in pieno viso.

"Riprenditi, non posso badare a te e alle tue debolezze. Devo andare a distruggere la Kim. Appena sarà fatto lasceremo questo stupido lavoro che abbiamo e torneremo alle nostre vite. Lo lascerai, come io lascerò Jin. Quindi smettila." E aggredendola con quelle parole lasciò anche lei il palchetto per andare a ritrovare Isabel, sperando di trovarla in comportamenti che il padre non avrebbe mai gradito.


Yoongi incominciò a camminare per la pista da ballo, ondeggiando fin troppo. Doveva andare via da quel club, era stata una pessima idea andarci, come anche l'esagerare con l'alcool e parlare con Yuri dicendo cose che non avrebbe dovuto dire.

Aveva fatto dei danni irreparabili, e Jin se la sarebbe presa con lui.

Litigate.

Gli aspettavano solo altre litigate, con il maggiore, con Hoseok che aveva preso le parti di Dashimen.

L'unica persona con cui avrebbe voluto litigare in quel momento era solo una.

E lei non era lì.

Era chissà dove con quel ragazzo nuovo.

Probabilmente in qualche stanza di hotel a fare qualunque cosa, probabilmente in quel momento lei lo stava tradendo.

La musica era tanto assordante come anche gli stramazzi della gente che cantava ballava e si divertiva tutta ubriaca.

Doveva andare via dai pensieri che lo stavano facendo diventare paranoico.

Ma i pensieri non si spegnevano, per quanto rumore ci fosse intorno a lui, i pensieri erano a un volume più alto. 

La sua testa scoppiava.

Le luci brillanti fosforescenti li stavano dando alla testa.

Doveva andare via da lì.

Sempre con andatura traballante si avviò verso il bancone del bar per ordinare un altro drink, quello che probabilmente gli avrebbe dato il colpo di grazia e lo avrebbe aiutato a spegnere i pensieri.

Si bloccò di colpo, alla vista di lei, seduta al bancone che afferrava il drink che un ragazzo le stava porgendo.

La vide accavallare meglio le gambe, scuotere i capelli, scoprendosi il collo passandoci una mano lentamente, accarezzandolo.

La vide mentre si sporgeva verso di lui per sussurrargli qualcosa vicino all'orecchio.

Vide lui annuire, bere tutto il bicchiere in un sorso e poggiarlo sul pancone.

Lo vide alzarsi avvicinarsi a lei e sistemarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorriderle vicino al suo volto, accarezzarle leggermente una guancia per poi allontanarsi e lasciarla sola.


Il sorriso di Isabel s'inclinò immediatamente, avvicinò il bicchiere alle proprie labbra e fece un lungo sorso, chiudendo gli occhi.


Yoongi continuava a guardarla, senza sapere bene cosa fare.

Il suo cuore sempre più trafitto da lame.

Sempre più sanguinante.

Il pensiero di non sentirsi abbastanza all'altezza si fece largo di nuovo nella sua testa.

Erano anni che non si sentiva così, inadatto a stare con lei.

Era come se si fosse di nuovo ripresentata la storia con Ha-rin, che era della sua stessa cerchia sociale, e adatto a lei.

Si sentiva di nuovo come quel ragazzino, povero, senza nulla, con solo un sogno.

Quel ragazzino che viveva nella costante paura di perderla, di perdere qualunque cosa, di fallire in tutto.


"Il problema è che penso di non essere abbastanza per te, di non valere abbastanza, di non essere mai all'altezza per niente e per nessuno. Tu potresti stare con chiunque migliore di me, lui a differenza mia ha i soldi, è simile a te e tuo padre approverebbe. Mi dispiace. Ho paura in ogni momento di perderti, come ho paura di perdere tutto, di fallire in tutto. Mi dispiace se non sono capace di dirti quanto sei importante per me. Ma se dovessi ammettere quanto tengo a te o ad altro e io un giorno dovessi fallire in tutto, io non saprei se mai mi riuscirei a riprendere" aveva detto quelle parole nell'orecchio di Isabel tenendola stretta e soffocando un singhiozzo.


Aveva ammesso più di una volta che l'amasse.

Stava provando a fare di tutto per lei, ma quel tutto sembrava non essere abbastanza.

Continuò a guardarla mentre sorseggiava il suo bicchiere e di tanto in tanto alzava gli occhi e s'incantava a guardare l'enorme orologio dorato al centro della bacheca degli alcoolici.


"Io non sono come Ha-rin, non sono come quelli della sua cerchia sociale, e non voglio essere così, tu dovresti saperlo. Dovresti sapere che non ti lascerei mai, anche se sei un idiota pieno di paranoie, perché queste tali sono. Sei bravo in tante cose, ti impegni in tutto e sei intelligente, sei praticamente un genio, e lotti per il tuo sogno con tutte le tue forze. Hai scelto una strada difficile da intraprendere è normale che tu abbia dubbi e paura. Ma non fallirai, e anche se dovesse succedere che dovresti cadere ti rialzerai. Tu a volte dimentichi che non sei solo, ci sono io, ci sono i ragazzi" erano le parole di Isabel che gli aveva sussurrando mentre continuavano a stringersi in quell'abbraccio.


Alla fine tutto quello che si erano detti, tutte le parole che avevano avuto un valore sembravano essere solo un triste ricordo, solo bugie.

Lei era diventata tale e quale a quelli della sua cerchia sociale, lo aveva lasciato, e ora che si erano riuniti lei sembrava non volerlo più realmente.

Lo allontanava, gli mentiva, lo evitava.

Stava con altri.

Probabilmente lo tradiva.

Il suo provare a essere amorevole, incoraggiante.

Il suo preoccuparsi per lei, la infastidivano soltanto.


La vide poggiare il bicchiere sul bancone e alzarsi per andare via.

La seguì in silenzio senza farsi notare, convinto che lei stesse raggiungendo quel ragazzo per tradirlo.

Doveva vederlo con i suoi occhi, e avrebbe dovuto mettere un fine a tutta quella loro storia.

Era stato un illuso nel credere che lei lo avrebbe amato per sempre, che lei sarebbe stata l'amore della sua vita.


Cosa sono per te?

Sento notizie di te dai tuoi amici

Ti voglio uh ti voglio

Tu sei un'imbrogliona, tu sei la criminale che mi ha rubato il cuore

Tu mi hai usato finché non hai preso fuoco

I miei sforzi per vincere il tuo cuore non hanno funzionato

Sono solo un amico per te, sembra che ti piaccia di più

Sono un perdente in amore


Arrivato alla porta del bagno, bussò con forza.

"Occupato!" trillò lei da dentro.

Lui continuò a bussare con forza.

"Cazzo ho detto occupato!" disse con voce adirata urlando da dentro.

Yoongi insistette nel bussare. 

Lei doveva aprire.

La porta si spalancò.


"Cazzo. Ma sei coglione?" disse lei urlando senza neanche accorgersi che fosse lui.

Lui l'afferrò con forza per il polso e la scaraventò dentro il bagno.

Lei urlò stridula.

"Zitta!" disse lui tappandole la bocca.

La lasciò andare per un attimo così da poter chiudere la porta a chiave.

Si guardò in torno in cerca di quel ragazzo, ma lei era sola lì dentro che lo guardava sconvolta.

"Yoongi? Cosa fai tu qui?" tremò lei facendo un paio di passi verso di lui.

"Dov'è?" chiese lui con rabbia.

"Chi?" chiese lei guardandolo confusa, lui sembrava arrabbiato e anche tanto.

"Quel tizio con cui mi tradisci!" urlò lui facendo dei passi verso di lei con aria minacciosa.

Lei sgranò gli occhi preoccupata e indietreggiò finendo con il sbattere vicino al lavandino.

"Di cosa stai parlando? Io non ti tradisco" mormorò lei, le parole non riuscivano a uscirle dalla bocca, si sentiva come se fosse sotto un treno, non capiva di cosa lui stesse parlando, del perché fosse lì. Il fatto che lui fosse così ubriaco la stava facendo preoccupare e come sempre sentire in colpa.

"Sei ubriaco?" chiese poi facendosi coraggio, provò ad avvicinarsi a lui per prenderli una mano, ma lui la spintonò verso il muro laterale inchiodandola lì.

"Si! Sono fottutamente ubriaco ed è colpa tua!" urlò lui, e lei chiuse gli occhi per via del forte urlo.

"Mia?" tremò lei guardandolo senza sapere bene cosa fare, non lo aveva mai visto in quelle condizioni, non si era mai trovato con lui così fuori di sé.

"Si! Cazzo! Mi stai facendo andare ai matti!" disse lui tirando un pugno vicinò al suo volto sul muro dietro di lei.

Isabel sussultò, sgranando gli occhi.

"Perché sei qui? Perché sei con quel tipo? Chi diavolo è?" continuò ad urlare in faccia.

"Smettila. Sei ubriaco, non sai cosa stai facendo. Ti porto a casa." Disse lei provando a scollarselo d'addosso con scarsi risultati.

Lui le bloccò di nuovo i polsi, portandoli sopra la testa, bloccò le sue gambe facendo peso con lei sue, schiacciandola di più contro il muro.

"Te lo scopi?" ringhiò fulminandola con lo sguardo.

Lei lo guardò assottigliando lo sguardo.

"No." disse con decisione.

"Non mentirmi." Le urlò lui portando una mano al suo collo e bloccandola di più, con l'altra continuava a fare presa sui suoi polsi stringendo sempre di più.

"No. Ti ho detto di no. Non mi scopo nessuno. Cazzo hai deciso di ubriacarti per questa stronzata?" urlò lei, incominciando a divincolarsi.

"Non è una stronzata! Sembra come se non sia cambiato nulla tra me e te!"

"Yoongi mollami. Non è il momento, né il posto dove parlare, andiamo a casa." Ordinò lei.

Lui non era in sé, doveva portarlo via.

Avrebbe messo in pausa il piano di recuperare la collana.

Non ne valeva la pena.

Tutto il suo tempo passato a elaborare piani, era tempo che aveva tolto a loro due.

Davanti ai suoi occhi aveva le conseguenze delle sue azioni.

"È il momento. Lo è perché sono stanco, IO TI AMO,  sto provando a dimostrartelo. Ho provato a fare il buono a essere accondiscendente!" urlò lui con gli occhi pieni di lacrime.

"Hai ragione." Disse lei tremante "Tu ci stai provando. Sono io quella che non ci sta riuscendo" disse lei accondiscendente.

Lui era in quello stato perché lei era così schiva troppo piena da se stessa.

"Lasciami ora, molla la presa, andiamo a casa." Provò a dire lei.

"No. Lo stai dicendo solo per tenermi buono. Non farò più il buono, non sarò più amorevole e apprensivo con te!" urlò lui, lasciando però la presa sul suo collo, dato che lei aveva cominciato a divincolarsi appena lui aveva incominciano a urlare di nuovo.

"Yoongi di cosa stai parlando?" chiese lei confusa.

"L'unico modo per avere un attimo del tuo tempo è fare il matto, io ci ho provato! Ho provato a starti accanto! Ma a quanto dice Dashimen ti mette a disagio il mio essere apprensivo!"

"Che cosa ha detto Dashimen?" trillò lei guardandolo con orrore.

"Quello che ho appena detto, che il mio guardarti con amore ti mette a disagio. Perfetto, non ti guarderò amorevole."

"Non è questo il motivo..."

"No? Dashimen ha detto.." provò a dire lui, ma lei incominciò a urlare. "No." disse con rabbia, "Hai capito male. Mi mette a disagio il fatto che tu pensi che io non me la sappia cavare, che mi guardi con compassione, perché pensi che da sola non ce la farò."

"Si penso che non ce la farai da sola. Penso che tu mi stia tradendo con quel ragazzo con cui sei venuta! Penso che sei una stronza, che non ha a cuore i miei sentimenti! Hai finto per tanti anni di essere una stronza della tua cerchia sociale, da esserlo diventata! Non sei più la mia Isabel! Io non ti riconosco più!" urlò lui mollando la presa su di lei e allontanandosi, lo aveva detto, aveva appena detto tutto.

Lei lo guardò con rabbia e cominciò ad andare all'attacco.

"Vaffanculo Yoongi!" urlò lei.

"Vaffanculo!" urlò lei, cominciò a spintonarlo "Sei fottutamente ubriaco, sei venuto a spiarmi, mi stai addosso perché pensi che io sia debole, e ora fai una scenata di gelosia in un cazzo di bagno!" continuò a darli colpi lei spingendolo.

"Non farei ciò se tu non mi allontanassi." Lui le afferrò i polsi per farla smettere.

Lei s'immobilizzò guardandolo tremante di rabbia, lo guardò con aria di sfida.

"Non ti ho tradito. Tu ti fidi di me?" disse lei con aria minacciosa.

"No, non mi fido di te." disse lui guardandola dritto negli occhi.


"Allora che cazzo ci provi a stare con me? Chi te la fa fare? Non ti fidi? Bene vai via." Disse lei con voce rassegnate bloccando la sua ira.

"Mi stai lasciando?" chiese lui sentendo la rabbia svanire e lasciandole i polsi. 

"Non va. Io non so come fare, e tu sei in questo stato a causa mia. Non va. Non andrà mai bene." disse triste lei scuotendo il capo.


Erano ormai distrutti, era passato troppo tempo.

Nessuno dei due sapeva più comunicare con l'altro, era talmente difficile, che erano diventate incomprensibili.

Erano diventati come un gomitolo di lana, difficile da sbrogliare. Più provavano a sbrogliarsi, più complicavano il tutto e il gomitolo diventava sempre più grande, pieno di nodi stretti difficile da slegare.


"Aspetta.. forse ho esagerato" provò a ritrattare lui.

"No. Ti accompagno a casa, sei ubriaco. Qualunque cosa io debba fare oggi può attendere." Disse lei avvicinandosi a lui e afferrandoli una mano.

Doveva portarlo a casa, badare un attimo a lui. Era lei responsabile della sua sofferenza, era stata lei a ridurlo così.

"Andiamo a casa" disse lei triste.

"No... io non voglio" disse lui abbracciandola e incominciando a piangere.

Lei si staccò da lui e gli accarezzò una guancia.

"Ti porto a casa" disse lei sorrise triste e lo baciò leggera sulle labbra.

Lui si staccò da lei.


"Che cosa avevi da fare qui?" chiese lui, vedendo che lei stesse per una volta mettendo i suoi affari da parte per lui.

"Niente può pensarci qualcun altro, non è un problema tuo." Disse lei provando a essere dolce.

"Ti prego..." disse lui baciandola di nuovo più intensamente.

"Ti prego, devi solo provarci, devi solo dirmi cosa stai facendo. Io mi fiderò di te se parlerai con me" disse lui accarezzandole una guancia e tornando a baciarla.

"Devi solo dirmi che mi ami... darmi una speranza" tornò a baciarla lui.

"Non voglio finirla, e non voglio sentirmi così. Ti prego risolvi tutto, ti prego amami" disse lui supplice.


"Ma io ti amo..." sussurrò lei specchiandosi nei suoi occhi ricolmi di lacrime.

"Io ti amo, ma non so come dimostrarlo, ho vissuto talmente tanto tempo senza di te, ho dovuto fare i conti ogni giorno con la tua assenza. Ho dovuto vivere nella mia solitudine. Io non so come si faccia a stare con te." disse lei baciandolo di nuovo.

"Ti ferirò di nuovo, starai di nuovo così a causa mia, perché sono un disastro e non so come fare" disse lei triste.

"Ti amo più della mia stessa vita, e sei la mia debolezza. Non posso averne fino a che non avrò finito." Disse lei baciandolo di nuovo.


"Se solo tu provassi a vedere in noi una forza e no una debolezza, tu non ti fidi, io non mi fido. Abbiamo entrambi paura che uno di noi si faccia del male, perché sappiamo quanto possiamo diventare irruenti e non ragionare quando si tratta dell'altro. Sappiamo che possiamo combinare disastri"

"Non sono razionale quando si tratta di te, Yoongi. Ho paura, sono sopravvissuta a stento una volta al dolore dell'averti perso, non sopravvivrei una seconda volta."

"Non mi perderai, non accadrà più. Te lo prometto."


Lei si avvicinò a lui e lo tirò di più verso di lei baciandolo, bisognosa di lui.

Lui si addossò di più contro di lei intrappolandola di nuovo contro il muro, ma questa volta con più delicatezza, posò sui suoi fianchi incominciando ad accarezzarla.

Lei si aggrappò alle sue spalle, stringendosi sempre di più come se di quello dipendesse la sua vita.

L'era mancato terribilmente toccarlo.

L'era mancato terribilmente il calore della sua pelle.

Si avvicinò al suo orecchio e incominciò a baciarlo con irruenza.

Lui continuò ad accarezzarle il corpo intrappolato in quel vestito.

Dai fianchi, continuò a salire verso l'addome, incominciò a salire sempre di più, posò la mano dietro alla sua schiena, in cerca della cerniera del vestito, tirò giù la cerniera del vestito e incominciò a sfilarglielo, lasciandolo cadere ai suoi piedi.

Lei gli sbottonò la camicia velocemente, per poi aiutarlo a sfilarla.

Si guardarono un attimo negli occhi, era come se solo con quello sguardo si stavano pian piano ritrovando di nuovo.

Tornarono a baciarsi con foga, presi dall'attimo.

Attaccarono i loro corpi, come se fosse uno solo.

Yoongi scese verso il suo collo baciandola lentamente, lasciando piccoli morsi su di esso.

Spostò la mano dietro il suo collo, per farle inclinare la testa di lato.

Dal collo si spostò verso la clavicola, per poi scendere verso l'altro seno e continuare a baciarla dandoli ogni tanto dei piccoli morsetti, arrivò al capezzolo e iniziò a succhiare leggermente.

Aveva bisogno di assaporarla, aveva bisogno di averla subito.

Lei si lasciò sfuggire un'ansimo.

Con le mani andò a slacciarli la cerniera del pantalone, infilò una mano nelle mutande, lui fece lo stesso insinuandosi tra gli suoi slip, raggiungendo immediatamente il clitoride.

Tornarono a incollare le loro labbra, con fretta, con voglia, stanchi dell'attesa.


Erano loro due, ci sarebbero state altre litigate, altri momenti no.

Ma erano sempre loro, anche dopo anni, anche se entrambi incasinati.

Si amavano e avevano solo bisogno di provarselo, di ricordarlo all'altro.


Cominciarono a toccandosi in contemporanea.

Lei ansimò di nuovo, vicinissima alle sue labbra.

Un brivido scosse Yoongi che intensificò il bacio.

Sentiva che lei aveva voglia di lui, così quando lui l'aveva di lei.

Percepiva tutto dai movimenti della ragazza, voleva solo lui e sempre avrebbe voluto solo lui.

I loro baci erano sempre più intensi i loro ansimi ammetavano sempre di più.

"Facciamo l'amore?" chiese lui vicino alle sue labbra tra un bacio e l'altro.

"Si" disse lei sorridendo e tornando a baciarlo.

Lui si sfilò i pantaloni come anche le mutande.

Lei si tolse lo slip calciandolo via.

Lui si riaddosso a lei.

Lei prese a strusciarsi contro di lui, intensificando movimenti del bacino.

Yoongi fece entrare la sua erezione, sollevò la gamba di lei stringendo la carne nuda.

Lei sollevò anche l'altra aggrappandosi alla vita di lui.

Lui la sorresse spingendola di più contro il muro mentre lei si aggrappava con le mani alle sue spalle ansimando e tornandolo a baciarlo mordendoli le labbra con foga.

Lei finì di morderlo alzando la testa e appoggiandola al muro nello stesso istante, in cui lui con una spinta decisa entrò del tutto dentro di lei, procurandole un altro ansimo.

La guardò di nuovo negli occhi trovandoli vitrei e capendo che finalmente lei era sua, di nuovo.


Finalmente stava facendo l'amore di nuovo con lei.

Finalmente poteva toccarla, baciarla, averla tutta per lui.

Finalmente poteva sentirsi completo di nuovo, sapendo che anche lei si sentiva nello stesso modo.

Lo sapevano entrambi si completavano e si sarebbero sempre completati.


Continuò così a darle sempre più spinte decise, mentre lei tornava a baciarlo con foga e muovevano il bacino allo stesso ritmo.

Lei inarcò la schiena e lui si addossò di più contro il suo corpo, continuava a muoversi e a baciarla con foga mordendole le labbra.

Lei urlò di piacere sotto il suo tocco, stringendo di più le gambe.


Questo era quello di cui aveva bisogno, sentirla sua di nuovo.

Averla di nuovo sua.


Lui chiuse gli occhi e finalmente si liberò in lei.

I loro ansimi sembrassero fondersi in uno solo.


Era paradiso puro, finalmente raggiunto dopo l'infermo passato.

Yoongi riaprì gli occhi trovando quelli di lei  che lo guardavano.

Questa volta non era un sogno, non si era svegliato nel buio della sua stanza.

Questa volta era veramente lei.

Avrebbero risolto lo sapeva.


Angolo autrice:

è stata una faticaccia!

Allora un po' di note per spiegare: si parte con un altro flashback, stesso locale, DATA SIMILE.

Il Flashback è tra il capitolo 58 broken e 59 change del primo volume Periodo in cui Isabel incomincia a farsi la nomea regina dei ghiacci.

Se vi ricorda il capitolo Danger del primo volume... beh ragazzi è quel sogno ma modificato, e diventato realtà.

Bene su 5 sogni (almeno credo siano 5) due si sono avverati io spero di no anche gli altri XD si ci sono altri sogni ancora e non vi dirò dove.

Beneeeee ci si legge settimana prossima non ho altro da dire. 

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