CAPITOLO 44: I'M NOT A VICTIM
CAPITOLO 44: I'M NOT A VICTIM
FLASHBACK 03 DICEMBRE 2015
Isabel era in una sala d'aspetto seduta su un divano e sorseggiava un thè, mentre aspetta di essere ricevuta per un meeting con l'azienda informatica gpd Group della succursale di Tokyo.
Aveva con sé, la sua ventiquattro ore, con all'interno il pc e il progetto già tutto rilegato.
"Signorina Kim" chiamò una donna.
Lei si alzò sorridendo, lasciando la sua tazza di thè sul tavolino.
"Il signor Park è pronto a vederla" disse in Giapponese, lei annuì e seguì la donna verso un ufficio al piano più alto del grattacielo in cui era.
La donna bussò alla porta, la fece entrare e la presentò ufficialmente.
"Grazie, puoi andare" disse il ragazzo verso la segretaria.
Isabel sogghignò davanti al ragazzo di fronte a lei, aspettò che la porta si chiuse, per poi sfogare in una grossa risata.
"Signor Park" disse ironica ridacchiando.
"Signorina Kim" disse lui ridendo.
"Perché nessuno mi ha detto che eri tu la persona con cui dovevo discutere di affari!" trillò lei con tono finto lamentoso.
"Non ne ho idea, io sapevo che saresti venuta tu, anzi ho chiesto di te."
"Addirittura! Hai chiesto la mia presenza, non pensavo fossi tanto importante da essere richiesta." Lo provocò lei.
"Per me lo sei, lo sai."
"Aigoo, il Giappone ti ha reso dolce?" disse lei basita.
"Non fare la stupida, sei una delle poche persone che tollero, e che mi ha dato anche un bel saluto d'addio quando me ne sono andato" ghignò lui.
"Mi ha fatto venire qui perché vuoi un saluto?" disse lei ridacchiando e poi accomodandosi su una sedia di fronte la scrivania del ragazzo che era ancora seduto e la osservava ghignando.
"Beh se ci fosse la possibilità, sicuramente non direi di no." ammiccò lui.
"Perché mi hai fatta venire?" chiese lei guardandolo incuriosita, accavallando le gambe, mostrando interesse verso di lui.
"Pensavo avessi bisogno di una pausa, ed ero in trattative con la tua azienda"
"Hai saputo che Ha-rin è stato esiliato?" chiese lei con uno sbuffo.
"Si, pensavo c'entrassi tu... so che era un po'ossessionato da te."
"Aigoo, e tu eri quello che non si interessava ai pettegolezzi." Disse lei con tono canzonatorio e una smorfia stranita sul volto. I suoi occhi si posarono su un bicchiere di rum sulla scrivania e lo afferrò tranquillamente, consapevole che fosse stato versato per lei.
"Non c'è bisogno di parlare d'affari" disse lui sorridendo dolce poiché lei era a proprio agio lì da lui e stesse facendo come se era a casa sua.
"Ah no?" disse lei sogghignando e facendo ondeggiare un po' il Rum nel suo bicchiere, si passò la lingua sulle labbra, continuando fissare Ji-hoo.
"No, l'affare è fatto, non mi serve nessuna presentazione o nulla" disse lui mordendosi poi leggermente un labbro.
"Buon per me... allora dove mi porti a cena?" chiese lei sorridendo accattivante.
"In un bel posto, ma la prenotazione è fra due ore, idee di come occupare il tempo?" chiese lui ghignando.
Lei incominciò a ridere di gusto, pensando che aveva proprio bisogno di uno svago, aprì leggermente le gambe, e con il busto si sporse un po' verso la scrivania.
Si morse il labbro inferiore, non interrompendo il contatto visivo con lui.
"Alcune idee" soffiò lei, per poi sorridere.
"Vengo io da te o vieni tu?"
"Che ne dici se veniamo insieme?" disse lei facendo un leggero broncio, lui rise alla sua frase e si alzò per poi fare il giro della scrivania raggiungendola.
Isabel mosse la sedia lateralmente per ritrovarsi di fronte a lui che l'aveva raggiunta e stava in piedi.
"Facciamo che vieni prima tu" ghignò lui chinandosi con il busto, appoggiò le mani sui braccioli della sedia, e si avvicinò con il viso a quello di Isabel, che continuò a guardarlo lasciva.
"Ottima idea" soffiò, gli afferrò con una mano il colletto della camicia tirandolo a sé per baciarlo vogliosa.
Lui ricambiò il bacio eccitato.
Dopo un po' si staccò dalle labbra della ragazza, andò verso il collo che lei inclinò all'indietro ansimando leggermente.
Isabel incominciò a sbottonarsi la camicetta bianca, mentre lui continuava a succhiare avido sul suo collo.
Sbottonata tutta la camicetta Isabel andò con una mano sul capo di Ji-hoo, strattonando leggermente i capelli del ragazzo, che la morse sul collo facendola sussultare.
Pian, piano Ji-hoo cominciò a scendere per tutto il suo corpo lasciandole baci sulla pelle ghiacciata, riscaldandola sempre di più.
Isabel continuava ad ansimare, con la testa leggermente inclina all'indietro sulla spalliera della sedia. Con una mano scese verso il lato sinistro, avvicinandosi al suo fianco, fino a raggiungere la cerniera della gonna stretta, così da tirare giù la lampo e aiutare il ragazzo a sfilargliela.
Alzò leggermente il sedere, mentre le mani svelte di Ji-hoo si muovevano per togliere quell'indumento che lanciò a terra senza cura.
"Dovevi mettere meno indumenti" disse lui con voce rauca e sexy, per poi darle un morso sulla coscia da sopra gli stretti collant color neri.
"Strappali" trillò lei nel bel mezzo di un altro ansimo.
Lui non se lo fece ripetere due volte, con le mani andò a tirare i collant strappandoli per bene.
Le sfilò velocemente le mutandine lanciando anche quelle via.
Isabel allargò di più le gambe, scendendo un po' di più con il sedere, alzò la gamba destra poggiandola sulla spalla di Ji-hoo, che con avidità si fiondò sulla coscia cominciando a baciarla e a morderla, con la mano sinistra salì sopra per tutto l'addome della ragazza accarezzandola.
Isabel continuava ad ansimare e a tremare, aspettando solo che lui si avvicinasse alla sua intimità, sentiva la sua lingua farsi largo sull'interno coscia.
"Ji-hoo" sospirò mentre chiudeva gli occhi sentendo il contatto della lingua del ragazzo sul suo clitoride.
Lui continuò il suo percorso verso l'intimità di lei, trovandola del tutto già umida, cominciò a dare ampie lappate.
Isabel sollevò anche l'altra gamba, sulla spalla di Ji-hoo, sollevò il sedere, e con le gambe si avvinghiò di più a lui, che continuava a leccarla, mentre si avvinghiava con le mani ai suoi fianchi.
Isabel sentì il calore sempre più farsi largo in lei, e il corpo cominciare a tremare.
Aveva proprio bisogno un perdersi un attimo.
Venne urlando senza curarsi che qualcuno dall'altra parte dell'ufficio la potesse sentire.
Strinse forte gli occhi, e lasciò andare la presa delle gambe, Ji-hoo si liberò da lei staccandosi leggermente e sedendosi a terra continuando a guardarla rilassarsi sempre di più con il suo corpo.
Isabel si passò una mano sulla fronte sudata e riaprì gli occhi cercandolo.
Sorrise al ragazzo che ricambio il sorriso.
28 LUGLIO 2017 SERA
Isabel si diresse verso l'ascensore per salire al piano superiore per incontrare Ji-hoo. Entrò nell'ascensore pigiò il tasto e si fermò a guardarsi allo specchio.
Passò una mano tra i capelli, leggermente assorta, con la mano scese sul suo collo e poi verso la scollatura del vestito, aggiustandola leggermente scoprendo di più il suo seno.
Chiuse un attimo gli occhi.
Gli riaprì e pigiò un attimo sul tasto di blocco dell'ascensore.
L'ascensore bloccò la sua salita tra i due piani.
Lei scivolò lentamente a terra.
Si prese la testa fra le mani incominciando a respirare affannosa.
Era stata una cattiva idea decidere di ricominciare con Yoongi, lei non ci riusciva.
Non era capace.
Inclinò la testa all'indietro contro la parete ghiacciata dell'ascensore, sospirando ancora affannosamente.
Doveva alzarsi e andare a incontrare Ji-hoo non aveva tempo per lasciarsi andare al panico, non aveva il tempo per soffermarsi sull'espressione di Yoongi così preoccupata per lei, ma anche così delusa.
Si alzò a fatica e si rispecchiò.
Non sarebbe sembrata un piccolo cucciolo pieno di lividi, bisogno di essere accudito.
Lei era Isabel Kim.
Era la regina dei ghiacci.
Si riavviò di nuovo i capelli e sorrise splendidamente allo specchio.
Con passo calmo e altezzoso si avviò verso il ristorante, dove c'era Ji-hoo ad attenderla.
"Scusami se ti ho fatto aspettare" sorrise lei accomodandosi al tavolino dove Ji-hoo era seduto e sorseggiava già un bicchiere di Rum.
"Tranquilla, anzi il fatto che tu sia qui, è un miracolo" sorrise lui per poi guardarla attentamente.
"Sempre diretto... non volevo partire per le Hawaii... affari di famiglia" spiegò lei con voce annoiata e leggermente infastidita come sempre.
"E alla famiglia non si dice mai di no" disse lui con un ghigno.
"No, dovresti saperlo... tu vivi in Giappone per tuo padre." Disse lei puntigliosa.
"Dato che l'hai nominato, arrivò al punto, prima che mi scappi e mi levi la possibilità di confidarmi" intavolò subito il discorso lui.
"Signorina Kim la sua vodka, e i menù se volete mangiare" li interruppe un attimo il cameriere.
"Grazie mille" sorrise lei gentile al cameriere.
"Waoo... vodka liscia, ci vai pesantuccia" disse lui con apprezzamento.
"Giornata pesante.... Ho dovuto rilasciare un'intervista per gli ultimi scandali e spalleggiare mio padre, dato l'idiota di fratello che ho" disse lei con uno sbuffo d'irritazione.
"Appunto... padri e fratelli..."
"Stai per confidarmi qualcosa? Avevi detto che avevi bisogno di un'amica?" chiese lei studiandolo per bene, leggermente in allerta dato lo sguardo serio di Ji-hoo.
"Si... hanno diagnosticato la cirrosi epatica a mio padre... gli ho donato un pezzo del mio fegato qualche mese fa... ricordi quando ci dovevamo incontrare ma tu sei dovuta partire di nuovo?" chiese lui.
"Oh... mi dispiace.. io se lo avessi saputo" disse lei poggiando una mano all'altezza del suo petto, leggermente afflitta per lui.
"Avresti rimandato? Parti sempre perché te lo ordina tuo padre, difficilmente puoi dirgli di no. Isabel conosco la situazione." Disse lui secco lui, non era un estrano sapeva bene com'erano i fatti.
"Tuo padre sta meglio però?" chiese lei con premura, sfiorandoli la mano che aveva sul tavolo.
"No... anche se si è operato non ha risolto molto e continua a bere, anche se non dovrebbe, gli rimangono dai tre ai sei mesi." Disse serio.
"Cosa ti serve?" chiese lei assottigliando lo sguardo, non era da loro mostrare debolezza o compassione, non l'avevano mai fatto, allontanò la mano da quella di Ji-hoo e si mise sull'attenti.
"Mio padre ha fatto fare il test del Dna... sono realmente suo figlio. Vorrebbe darmi in mano tutta l'azienda, ma la mia matrigna, si sta intestardendo." Disse secco lui arrivando al punto.
"Vuole che la abbia Jinwoo... immagino." Annuì lei, avendo già capito il tutto.
"Si, Isabel. Ha lavorato duramente per tutti questi anni, non è un cattivo uomo, è solo succube di quella donna. Mi ha raccontato tutta la verità prima che io gli donassi il fegato, è stata quella donna ad appiccare l'incendio in casa. A uccidere mia madre." Disse stringendo i pugni.
"Ji-hoo... non devi raccontarmi la storia. Devi solo dirmi cosa ti serve." Disse lei seria in volto.
"Screditare mio fratello, ho bisogno di uno scandalo. Forse tu puoi avere qualcosa in mano, Jin-woo, da quando Ha-rin se ne andato, ha sempre frequentato tuo fratello. Forse tu puoi avere qualcosa in mano. Ogni tanto escono notizie su tuo fratello, e dubito che non ci sia il tuo zampino." Disse lui serio in volto.
"Immagino ti serva anche il mio sostegno. Non so a quanto ammontano le mie azioni da te, ma forse posso influire." Disse lei aggrottando la fronte incerta, avrebbe dovuto chiamare il commercialista.
"Dovresti investire altro, non ne hai abbastanza, ho controllato. Era anche questo che volevo chiederti." Disse lui serio.
"Va bene... ma dovrai recuperare le azioni che tuo padre ha sulla mia di azienda. Se vai al potere, dobbiamo essere alleati e devi rifarmi il favore quando sarà il momento." disse seria.
Il loro incontro non sembrava tanto una rimpatriata amichevole, ma più un incontro d'affari.
"Non dovresti neanche chiedermelo. Avresti il mio appoggio sempre." disse lui solenne.
"C'è un'altra cosa... devi trovarmi un party dove va Chang Yuri e dobbiamo andarci." Disse seria lei, avrebbe potuto anche evitare il vestito sexy, non l'era servito poi a molto, dato la richiesta di Ji-hoo, lei poteva chiedere di tutto.
"Yuri? Perché a che ti serve?" chiese lui con una smorfia disgustata.
"Ha qualcosa di mio e devo riaverlo. Devi anche farle avere notizia che ci sarò io, si frequenta ancora con tuo fratello?" chiese lei incuriosita, non sapeva poi molto di quel gruppetto di Chaebol, lei di solito frequentava sempre gente degli affari, la maggior parte dei ragazzi della sua età andavano a party e in club a spendere i soldi dei propri genitori.
Era così quando usciva con Ha-rin e così era rimasta la situazione.
"Si era in casa l'altro giorno, a una cena. La mia matrigna spera in un loro matrimonio."
"Beh se facciamo uscire un paio di scandali, allora probabilmente questo matrimonio non avverrà mai. Hai detto che Jin-woo va ovunque con mio fratello vero?" chiese lei ricordava di averli visti ogni tanto insieme, anche quando mesi addietro suo fratello aveva deciso di distruggere la sua Hall, se non ricordava male doveva esserci anche il ragazzo.
"Si. Ovunque a tutti i party, e con le solite prostitute."
"Ottimo, fammi sapere solo il party quando e dove. Me la vedo io su tutto." Sorrise ammiccante lei.
"Okay mi affido a te" sorrise lui alzando il bicchiere per farlo tintinnare con il suo, lei lo seguì e fece lo stesso.
"Ora godiamoci la cena, ho lavorato tantissimo ho bisogno di mangiare" disse lei chiudendo definitamente il discorso affari e rilassandoci leggermente.
Si sentiva bene.
Sorrise al ragazzo gentile.
Finalmente qualcuno che sapeva come lei fosse realmente, e non la giudicasse una principessa da salvare.
"Sei molto sexy..." disse lui poi osservandola meglio.
"Servizio fotografico, non ho avuto il tempo di cambiarmi, ordiniamo?" chiese lei diventando improvvisamente rossa in viso.
"Si certo... problemi in paradiso? Ti fa uscire così con un ragazzo?" chiese lui ridacchiando.
"Non sa che sono uscita con te, e non sa come sono vestita." Puntualizzò lei ridacchiando, stando al gioco di provocazioni che avevano.
"Oh... devo dedurre qualcosa?" chiese lui sorseggiando poi l'ultimo goccio di rum.
"No, avevi detto che ci avevi messo una pietra sopra" disse lei ridacchiando in modo civettuolo.
"Giusto... non credo ricapiterà quello che è successo in Giappone" ghignò lui.
"Direi di no, dai ordiamo!" esclamò lei facendo poi segno al cameriere di avvicinarsi, ma ridacchiando comunque, lasciando una sorta di mistero nell'aria, su ciò che sarebbe potuto accadere oppure no.
28 LUGLIO 2017 SERA TARDA
Yoongi e Hoseok rientrarono in casa, in soggiorno c'erano solo Jin e Namjoon che gli aspettavano.
"Ehi come sta noona?" chiese Namjoon mostrando interesse.
Yoongi grugnì in risposta e si avviò verso la cucina ondeggiando parecchio.
"Molto sexy, molto indaffarata, molto strana, molto distante." Disse Hoseok a disagio.
"Ahia... è andato male l'incontro?" chiese Jin
"Incontro? Magari ci fosse stato, l'abbiamo vista dieci minuti e poi è scappata. Yoongi si è scolato tutto l'alcool di casa di Dashimen." Annuì Hoseok stanco, andandosi a sedere.
"Quanto ubriaco è?" chiese Jin preoccupato.
"Non so neanche perché ancora respiri e non sia stramazzato al suolo." Fece spallucce il ballerino.
"Vado a controllare" disse Namjoon alzandosi di fretta per andare in cucina.
"Hyung?" chiamò incerto.
Yoongi era immobile vicino al lavandino della cucina con lo sguardo perso.
"Hyung?" chiamò di nuovo avvicinandosi a lui e poggiandoli una mano sulla spalla .
"Pensavo che sarei stato felice riavendola. Non lo sono per niente" sospirò inceppando tra le parole.
Namjoon lo guardò triste e li poggiò una mano sulla spalla.
"Ti accompagno in camera, devi dormire" disse con voce comprensiva.
Yoongi annuì triste e si fece scortare da Namjoon in camera.
Namjoon da bravo leader lo aiutò a togliersi i vestiti impregnati di alcool lasciandolo in mutande e lo fece stendere sul letto.
Gli passò un cuscino, che Yoongi afferrò immediatamente e strinse a se.
Gli scompigliò i capelli e lo lasciò solo, sperando che una bella dormita lo avrebbe aiutato a stare meglio.
Con passi lenti si avviò fuori dalla stanza da letto e chiuse la porta alle sue spalle.
Ci si appoggiò con la schiena e chiuse gli occhi stanco.
Le vacanze erano finite, i drammi sarebbero aumentati e lui aveva ancora il cuore a pezzi.
Lui era il leader e non poteva stare male come gli altri.
Lui aveva avuto solo una decina di giorni per stare nel suo dolore.
Doveva accettare tutto e andare avanti da persona matura.
Riaprì gli occhi si fece coraggio e raggiunse gli altri e due in soggiorno così da poter essere aggiornato.
07 AGOSTO 2017
Isabel si trovava di nuovo nella sua stanza segreta dell'hotel, aveva finito di parlare con Chin-hae riguardando il piano di screditare suo fratello insieme a quello di Ji-hoo.
Chin-hae era riuscito ad entrare in contatto con le solite prostitute che i due chiamavano spesso, e a corromperle tramite una valanga di soldi.
Aveva corrotto anche tramite conoscenze, a Isabel ignote, i proprietari del club dove sarebbero andati tutti la sera seguente, così da poter avere le registrazioni delle camere private, dove sarebbero andati i ragazzi.
Il piano era semplicemente mettere in atto un finto stupro e far si che le due prostitute denunciassero ciò.
Non poteva andare niente storto, tutti erano stati pagati e Chin-hae aveva pensato a tutto.
L'unica cosa storta era Isabel che sarebbe andata in quel club con Ji-hoo tanto bastasse da incontrare Yuri, a cui era stata data la notizia durante un pranzo di quello stesso giorno, che lei sarebbe andata alla serata.
Appena Jin-hoo e suo fratello sarebbero scomparsi con le prostitute, lei avrebbe affrontato Yuri, che sicuramente sarebbe stata sola, e che avrebbe avuto indosso la sua collana.
Isabel era certa di ciò.
Yuri la odiava, talmente tanto che avrebbe messo quel ninnolo al suo collo solo per farle un dispetto.
Bussarono alla porta e Isabel andò ad aprire, pensando che fosse di nuovo Chin-hae e che si fosse dimenticato qualcosa.
"Oh... sei tu?" disse lei incerta, ritrovandosi Dashimen alla porta.
Il ragazzo era partito con i bts a Singapore ed era tornato da un paio di giorni, però non si erano riusciti a vedere e ad aggiornarsi per bene.
"Si... posso entrare nella stanza segreta?" chiese lui cercando di sbirciare dentro.
"No... disordine, tanto disordine" provò a prendere tempo lei.
"Sono abituato al tuo disordine! Dai fammi vedere cosa stai tramando!" trillò lui cercando di convincerla.
"Nulla!" trillò lei sorridendo tiratamente.
"Non me la dai a bere, dai mettimi al corrente!" si lamentò lui con voce infantile.
"No... ho fame perché non andiamo a pranzo?" propose lei.
"Al massimo a cena.. sai com'è sono le nove di sera!" disse lui scuotendo la testa con biasimo.
"Cena? Aigoo! Io che pensavo che fosse ancora orario per pranzare! Visto? Sono a digiuno da tutta la giornata, ti conviene portarmi a cena e anche velocemente prima che io muoia!" disse lei con far drammatico.
"Hai ragione dovresti mangiare, non posso permettere che mi svieni da un momento all'altro, Yoongi se la prenderebbe con me" annuì lui facendo finta di essere accondiscendente.
"Ottimo andiamo!" trillò lei fece per passare, ma lui la tirò per un braccio spingendola verso il corridoio e s'introdusse nella stanza segreta.
"Dash!" urlò lei offesa, mentre perdeva l'equilibrio e cadeva a terra sul suo sedere.
"Ahiaaaaaa!" urlò lei
"Così t'impari!" urlò lui da dentro la stanza, incominciando a muoversi e a guardarsi intorno.
C'era solo una parola per descrivere il tutto.
Follia.
Pura follia.
Di una mente machiavellica.
"Ehm..." disse Isabel accostandosi a lui e tossicchiando a disagio.
"Se per te questo è nulla!" strillò lui indicando le tre lavagne e i tavoli pieni di documenti.
"Sono solo appunti, e strategie." Disse lei come se fosse cosa da poco.
"Per cosa? Rapinare una banca?" chiese lui esterrefatto, con voce stridula.
"Per battere mio padre!" disse lei cercando di suonare convincente.
"Fammi capire come puoi battere tuo padre con la foto di Yuri, dove hai disegnato delle corna e dei baffi e hai usato con bersaglio per le freccette!" trillò lui indicato la foto con alcune freccette infilzate e parecchi buchini.
"Ogni tanto ho bisogno di pensare, ho notato che se lancio le freccette alla sua faccia mi aiuta la concentrazione" disse lei suonando anche carina con la voce.
"Tu sei completamente pazza!" urlò lui per poi indicare la lavagna dove stava segnato giorno otto in rosso. "Che cosa accade domani? Perché sta scritto distruzione?" chiese lui sgomentato.
"Accade che io e Ji-hoo andiamo a un party" disse lei tranquillamente.
"Ahhhh mi è chiaro vai a un party con il tuo nuovo fidanzato" disse lui ironico.
"Eh? Non ci vado con Chung-hee, lui non è neanche qui a Seoul, è andato in America per una succursale di un ristorante. Non so neanche quando torni." Disse lei facendo spallucce.
"Ah pensavo nominassi Yoongi... ma sembra essere scomparso dai tuoi pensieri"
Lei gonfiò le guance a disagio, poi indicò le lavagne con un dito.
"Ho da fare se non l'hai notato" disse continuando a indicarle.
"Che cosa vuol dire distruzione, cosa farai a questo party? È sicuro? Rischi qualcosa? Che cosa ha partorito la tua mente malefica in quei pochi giorni che sono andato via con i bts?" disse lui in preda al panico prendendola per le spalle e incominciando a scuoterla.
"Aigoo... come sei nervosetto oggi" disse lei prendendolo in giro.
"ISABEL!" le urlò in faccia.
"Non urlare ci sento benissimo" disse lei con tono canzonatorio.
"Smettila di prendermi in giro! Spiega!" disse lui lasciando andare e guardandola con espressione severa.
"Nulla di che dobbiamo solo far in modo che mio fratello e quello di Ji-hoo siano accusati di stupro! Niente d'impegnativo" disse lei con tranquillità, mentre giocherellava con una ciocca di capelli.
"Cosa?" spalancò la bocca lui guardandola allibito.
"Non è niente, abbiamo già tutto organizzato, io vado al party solo perché ci sarà quella puttanella" disse lei indicando la foto.
"Che cosa intendi fare?" chiese lui impaurito.
"Lei sa che ci sarò anche io. Ci scommetto un polmone, indosserà la mia collana. E io le la strapperò." Disse lei assottigliando lo sguardo.
"Spero che tu non le strappi anche la gola." Disse lui guardandola atterrito.
"No, non posso, sai com'è famiglie importanti bla bla bla...." Disse lei gesticolando con una mano.
"Non capisco perché la cosa di tuo fratello?" chiese lui preoccupato tornando a guardare la lavagna.
"Perché ha venduto alcune quote dell'azienda, e ho bisogno di uno scandalo bello grosso per farlo uscire, in più anche Ji-hoo ha bisogno di eliminare il suo di fratello per prendersi l'azienda di famiglia, il padre sta morendo."
"Continuo a non capire... non capisco cosa c'entri tu con questo Ji-hoo."
"C'entro che se si prende l'azienda di suo padre acquista potere, in più alcune quote della mia d'azienda. C'entra perché mi servono alleati chaebol e a parte magnati della moda, la ristorazione di Chung-hee, non ho molto. Sto espandendo le mie conoscenze" fece l'occhiolino lei.
"E le tue azioni immagino?" chiese lui.
"Yep!"
"Forse dovresti evitare di prendere la collana da Yuri... si è già infiltrata nella vita dei bts, non vorrei che facesse altro." Disse lui perplesso.
"Devo comunque andare lì... controllo solo se ce l'ha non la prendo..." disse lei mentendo.
"Lo so che menti e farai di testa tua!" esclamò lui andandosi a sedere su una sedia continuando a guardare le varie lavagne con interesse.
"Può essere..." disse lei con non calanche.
"Isabel... dovresti vederti con Yoongi e raccontarli tutto" disse lui dubbioso.
"No! Vorrebbe intervenire, non posso farlo! Lui non c'entra niente con questa storia!"
"Isabel.." lo chiamò lui con voce greve.
"Cosa?" chiese lei guardandolo attentamente.
"Che cosa sta accadendo?"
"Ti ho appena detto tutto..." disse lei incerta.
"No, Isabel non intendo dei tuoi piani, o della questione Yuri... Mio zio mi ha detto che stai passando parecchio tempo con questo ragazzo, con Yoongi ti sei vista solo per una decina di minuti e sei sembrata anche distante, quindi mi spieghi cosa sta succedendo, nella tua testa." chiese lui ma mantenendo un tono pacato della voce, per non rischiare una litigata.
"Io..."
"Isabel te lo sto chiedendo come amico. No, solo perché sono preoccupato. Ma perché so che hai pensieri in testa e hai bisogno di parlarne, ti ascolterò e cercherò di capire" provò a dire lui dolcemente.
"Non dovevo seguire il consiglio di tuo zio! Non dovevo! Io non lo so fare!" incominciò a dire in panico lei.
Lui la raggiunse, prendendo il suo viso tra le mani.
"Respira" disse guardandola fissa, "Sono io, puoi dirmi tutto... cosa non riesci a fare?" disse con tono pacato.
"La fidanzata" sussurrò lei.
"Continua a spiegarmi..." disse lui, accarezzandole le guance.
"Lui mi guarda innamorato... e impensierito, prova a prendermi la mano e io... non riesco a toccarlo... mi sento come se fosse perennemente preoccupato per me..."
"Sei abituata a cavartela da sola..." disse lui.
"Si... io non so come comportarmi"
"Normalmente?" provò a proporre lui, ma la parola gli uscì un po' ironica.
Lei diventò improvvisamente di pietra e assottigliò lo sguardo.
"Staccati non sei d'aiuto, la tua faccia m'irrita!" disse lei spintonandolo via e scuotendo la testa, lui la tirò per un polso la fece girare e l'abbracciò da dietro tenendola stretta per la vita.
"Se continui a essere così distante, non riuscirai a tornare alla normalità con lui. Prova a fare un passo, vedilo anche se ti sembra strano"
"Non sono più quella di un tempo... e se dovesse smettere d'amarmi?" chiese lei con voce sottile, mentre lui provava a cullarla leggermente tra le sue braccia.
"E se smettessi tu d'amarlo?" chiese lui al suo orecchio, "Perché sembra come se tu non lo ami più... non hai quello sguardo che brilla."
"Io...non posso pensarci." Disse lei staccandosi da lui di colpo.
"Isabel?" chiamò con voce dolce Dashimen.
"No." Lo guardò supplice. "No ti prego. Io non riesco, come posso godermi questo amore se ho ancora paura? Sto facendo la forte, sto organizzando piani su piani!" disse lei indicando le lavagne.
"Ci sto provando Dashimen! Sembra come se non basti! Come se io non fossi all'altezza. Non posso sentirmi così, non posso sentirmi debole. Lui mi guarda come se fossi un piccolo cucciolo ferito che ha bisogno d'amore!" disse lei con voce acuta.
"Si preoccupa perché ti ama" rispose lui con voce dolce.
"No! Perché pensa che io non me la sappia cavare! Come anche Chung-hee..." incominciò a ridere lei amaramente, "Dovevi vederli insieme a confabulare, a parlare di cosa fosse meglio per me. Sono io l'uomo ha detto" disse lei sprezzante ma allo stesso momento triste.
"Un uomo che ha visto i miei fottuti lividi e stava morendo di paura." Disse lei con rabbia. "Mi ha detto che non valeva la pena, la lotta contro mio padre!" urlò lei.
"Sei arrabbiata con lui..."
"Si e non ho il cazzo di diritto di arrabbiarmi, come potrei? Dopo tutto quello che gli ho fatto passare? Come posso? Specie con quel cazzo di sguardo innamorato che ha!"
"Isabel... mi dispiace... ma così non può andare, non puoi evitarlo, non ora che hai detto di si allo stare insieme" provò a dire lui.
"Non lo voglio vedere. Non voglio essere guardata in quella maniera. Non lo sopporto. Mi ha vista sexy e l'unica cosa che ha detto è stata non c'è più traccia di lividi. Era così fottutamente accondiscendete e amorevole." Disse lei con rabbia.
"Devi provare a rivederti con lui, questa situazione è strana per entrambi anche lui non sa bene come comportarsi con te. Isabel ha il terrore che tu gli abbia dato un accontentino e che non sia cambiato niente. Ha il terrore che tu non lo ami più."
"Comunque la si vede è sempre colpa mia vero?"
"Non ho detto questo..."
"Si invece. Lui non sta bene a causa mia, lui sta sempre male a causa mia. Io sono difettosa, non so come comportarmi, non riesco a essere naturale e averlo vicino mi irrita." Disse lei con voce spezzata.
"Ehiiii, no" disse lui prendendola e stringendola di nuovo.
"Non è colpa tua, la situazione è un po' instabile, è normale che tu ti senta in difficoltà hai passato anni a tenerti alla larga. Ogni cosa ti faceva paura. Ora però stai reagendo sempre di più, non devi pensare che non ce la farai. Io lo so che sei forte."
"Lui pensa che io non lo sia. Per via dei lividi che gli ho mostrato." Disse lei triste.
"Lui ora ha paura..." disse Dashimen al suo orecchio "Andrà bene... facciamo che si organizza dopo che tu hai portato al termine il piano di domani va bene?" chiese lui stringendola forte.
"Si va bene" disse lei con voce lieve aggrappandosi un po' di più alla maglia di Dashimen.
Angolo dell'autrice:
Non ho poi molto da dire..
Il ricordo è prima dell'ultimo capitolo del 1 volume, lei era andata a Tokyo per un progetto e poi prima di tornare cambia aereo e va a vedere i bts al concerto, concerto in cui non riesce a stare poi molto.
Serve un po' per darvi la visione del loro rapporto.
Isabel è un po' sotto stress. Dashimen capisce sempre quando c'è qualcosa che non va.
La realtà è che è arrabbiata per quella frase che Yoongi ha detto: sono io l'uomo tocca a me.
Non l'ha digerita. Ha dubbi si di loro, e su come la guarda lui.
Non lo sopporta.
Non poteva essere semplice il loro riavvicinamento... cosa credevate tutto rosa e fiori... si si sperateci...
Per il resto lei ora è in combutta con questo ragazzo e devono sotterrare suo fratello... ci riusciranno? Ah boh
Adoro il fatto che Isabel abbia una foto di yuri e le lancia le freccette! Sta fuori ogni tanto! Ahhaha
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