CAPITOLO 37: IN THE MIDDLE


CAPITOLO 37: IN THE MIDDLE

11 LUGLIO 2017SERA

Isabel si avviò con passo spedito verso l'ufficio privato di Hye-ri dove fosse sicura avrebbe trovato Chung-hee.

Bussò alla porta aspettando che qualcuno l'aprisse.

"Ehi.. ciao Unnie" disse Hye-ri con un cennò del capo "Se lo cerchi è qui" disse voltandosi a guardare il cugino seduto alla scrivania con aria affrante.

"Vi lascio" e dicendo così sorrise a disagio lasciando la stanza.

Chung-hee aspettò che la porta si fosse chiuse e che entrambi fossero soli.

"Ciao." Disse lei a disagio.

"Ciao, come mai qui?" chiese lui studiandola attentamente.

"So che sei arrabbiato con me, e che probabilmente mi odi." Disse lei facendo qualche passo avvicinandosi di più.

"Io non ti odio Isabel" disse lui con aria leggermente affranta.

"Dovresti, ti è legittimato farlo, sei in questa situazione con me che sono una pazza totale, pronta a rischiare qualunque cosa ogni volta che mi venga l'istinto di farlo." Disse lei anche in maniera un po' autoironica, cercando di smorzare un po' la tensione.

Lui la guardò in malo modo, e lei sospirò a disagio stringendo le braccia al suo corpo. "Probabilmente hai anche ragione al fatto che io mi sia intestardita a mandare via Jisoo per Namjoon." Disse lei sempre un po' a disagio ma ritornando seria.

"È così... no probabilmente." Disse lui duramente.

"Lei è incinta." Disse Isabel, non lo aveva detto agli altri ma a lui poteva dirlo.

"Cosa?" boccheggiò lui stranito.

"Penso che mio padre lo sappia anche per questo le nozze, non sappiamo, però di chi sia il figlio. Comunque non l'ho detto a nessuno solo a te."

"Vuoi mandarla via perché è incinta?" chiese lui, guardandola con circospezione, pensando che stesse usando questa nuova informazione come scusante alle sue azioni.

"Voglio mandarla via per tante ragioni: per la sua storia, la causa di tutta la sua orrenda vita è mio padre, io mi ci rivedo in lei. Namjoon è una ragione in più. Il bambino lo è. Anche far perdere mio padre per una volta." Incominciò ad elencare lei facendo altri passi e avvicinandosi di più.

"Se vuoi vincere contro tuo padre, non dovresti con un piano suicida per un'estranea che conosci da alcuni mesi. Lo sai, sarai tu la prima persona che pagherà le conseguenza per la fuga della donna." Disse lui sempre con rimprovero.

"Lo so. Come so che avrei dovuto dirti tutto dall'inizio e cercare il tuo sostegno. Capirò se non mi vorrai stare accanto e proteggere, capirò se ti farai da parte." Si andò a sedere di fronte a lui.

"Perché non me l'hai detto dal principio? Non ti fidi di me?" chiese lui con un leggero risentimento nella voce.

"Perché sapevo che mi avresti potuto far cambiare idea. Ormai è tutto organizzato, non cambierò idea."

"Anche se questo vorrà dire perdermi?" disse lui guardandola fissa negli occhi.

Lei ingoiò a vuoto, e voltò lo sguardo di lato concentrandosi sull'acquario di Hye-ri pieno di pesci colorati, che nuotavano con tranquillità e spensieratezza senza alcun problema.

"Vorrei poterti dire che interromperei tutto. Forse l'avrei fatto se non avessi avuto la conferma di un bambino. Se fosse mio fratello non vorrei che crescesse con mio padre, se fosse figlio di Namjoon vorrei che fosse in salvo anche." Disse lei sicura delle sue parole, ormai era certa che lui se ne sarebbe andato, era certa di averlo perso.

"Non so veramente cosa dirti." Disse lui con tono affranto e comunque in conflitto con se stesso.

"Non devi dirmi niente. Dopo domani agiremo, Dashimen e io abbiamo già organizzato tutto. Puoi tenerti alla larga dall'hotel, e da tutto ciò. Far finta di non sapere niente. Quando tutto sarà finito e lei sparita, mio padre verrà a cercarmi. Farà quello che deve e io subirò le conseguenze. Tu dopo potrai usare quello che ho fatto come scusa per lasciarmi, potrai dire a mio padre che non mi vuoi, che sono irresponsabile, troppo caparbia e sfacciata e non andrei bene come moglie. Sarai libero." Disse lei con sicurezza nella voce, aveva pensato durante al viaggio in macchina, a un modo sicuro per far si che Chung-hee la lasciasse senza avere delle conseguenze personali.

"Quindi dovrei lasciarti nelle mani di tuo padre da sola a subire tutto. Dovrei lasciarti così si accanirebbe di più su di te?" disse lui guardandola con orrore.

"Si, sei esonerato dalla promessa fatta a Do-yoon. Non avresti dovuto portarla a termine, era uno scambio lui non si suicidava e tu badavi a me. Non devi farlo, non gli devi niente. Lui è morto. Doveva prendersi lui cura di me, l'aveva promesso lui. Ha scelto altro, e ha lasciato questo compito a te, senza averne diritto, usando un'amicizia e un bene che c'era tra voi." Disse lei con durezza, Do-yoon si era messo in mezzo e quella volta aveva decisamente sbagliato, anche se a fin di bene.

"Lo sai che non l'ho fatto solo per lui." disse lui di slanciò preso comunque dal sentimento che provasse per lei.

"Eravamo dei ragazzini, io ero piccola, non sapevo neanche di cosa parlavo. Non mi devi niente Chung-hee, e non dovresti continuare a stare con me. Io sono così, probabilmente farò altro più avanti, ti mentirei di nuovo. Probabilmente non andrò mai avanti. Lui sarà sempre uno spettro che aleggia nella nostra relazione, specie ora che sai che vive nel mio appartamento, specie ora che hai visto quel posto."

"Allora se non andrai mai avanti, perché sei venuta qui?" disse lui confuso nel trovarla di fronte a lui a fare tutto quel discorso di cui non vedeva un senso.

"Perché ho sbagliato e ti ho fatto del male, e meriti le mie scuse più sincere, e che io ammetta i miei errori. Potrei dirti che non lo farò di nuovo, potrei prometterlo, ma non voglio fare una promessa che probabilmente non manterrò." Disse lei seria, prese un respiro profondo mentre continuava a guardarlo.

"Ci tengo a te, mi piace la nostra vita insieme, quando ti ho incontrato alle Hawaii mi sono sentita bene, quasi del tutto me stessa. Mi sono fidata subito di te, ho creduto di poter essere felice con te. Penso di poterlo esserlo con te." disse lei con sentimento.

"Ma? C'è un ma... che sarai sempre innamorata di lui e che quando si tratterà di loro tornerai da loro ad aiutarli e a proteggerli." Disse lui con voce triste, era così lei sarebbe sempre tornata da lui.

"Loro sono la mia vera famiglia. Nessuno deve fargli del male. Mio padre con tutto questo giochetto ha voluto colpire Namjoon che in tutto questo non c'entrava nulla. Non è giusto. Io mi sono allontanata per proteggerli." Disse lei seria.

"E io cosa sono per te?" chiese lui leggermente infastidito, anche Yoongi aveva sottolineato che loro erano la famiglia di Isabel.

"La persona che sarebbe adatta a me, con cui avere un futuro felice, se non avessi conosciuto Yoongi, se io solo riuscissi a non amarlo più. Penso di amare anche te, ma no in quel modo straziante in cui amo lui." disse seria lei, era vero si era affezionata a lui, gli voleva bene, ma non avrebbe mai provato quell'amore ardente che provava per Yoongi.

"Capisco... ho bisogno di pensare, di tempo" disse lui leggermente a disagio.

"Cosa?" chiese lei confusa.

"Non credo di volerti lasciar andare. Non credo di potere." Disse lui triste. Era la verità non riusciva a lasciarla, per quanto lei gli stesse facendo del male, lui non riusciva a lasciarla al suo destino, non riusciva a farsi da parte.

"Andiamo a casa?" chiese lei leggermente scossa, avevano entrambi bisogno di riposare.

"Si... andiamo a casa" disse lui alzandosi, e annuendo con il capo.

SERA

Isabel si trovava seduta sul divano di casa, Chung-hee era in doccia, avevano cenato in silenzio e non si erano rivolti poi molto la parola.

Lei non poteva comunque credere al fatto che probabilmente lui non l'avrebbe lasciata e avrebbe continuato a proteggerla. Lei gli stava offrendo su un piatto d'argento la possibilità di andare via, di non doversi subire lei come peso, lui invece sembrava voler rimanere.

Prese il telefono che era posato sul divano e se lo rigirò tra le mani.

Avrebbe dovuto concentrarsi sul piano, non pensare a cosa provasse in quel momento. I sentimenti, le emozioni non la facevano mai ragionare limpidamente, la confondevano sempre, e non era il momento di essere confusi ma solo di agire e portare al termine la missione.

Prese il telefono e digitò il numero che avrebbe dovuto chiamare.

"Pronto Ji-hoo" disse lei appena dall'altra parte rispose il ragazzo.

"Yah Isabel Kim che mi chiama, a cosa devo l'onore?" disse il ragazzo ridacchiando e prendendola in giro.

"Lo so, non mi faccio sentire da molto, ma la mia vita è un po' sempre incasinata." Si provò a scusare lei.

"Se mi chiami dubito che sia per una rimpatriata." Disse lui scherzosamente.

"No, non lo è... ho bisogno di un favore" disse lei.

"Mmh... di solito non chiedi favori, sai cavartela sempre da sola." Disse lui con voce stranita.

"Lo so. Ma forse non riesco, ti pagherei è logico."

"Aigoo.. addirittura." Esclamò lui ridacchiando.

"Sei qui o in Giappone?" chiese lei sperando che lui fosse in Corea.

"Qui lo sapresti se mi mandassi un messaggio ogni tanto" continuò a scherzare lui.

"Aigoo, ti ho risposto l'ultima volta." Trillò lei facendosi contagiare dal modo di fare di lui.

"Si e sei risparita, ti avevo chiesto se ti andava di uscire"

"Sono andata fuori città per un po' e non sono stata bene" si scusò lei.

"Stai meglio?" chiese lui sospettoso.

"Si, sto meglio... allora mi fai questo favore?" chiese lei con fretta.

"Quanta fretta... comunque si, senza che mi paghi. Cosa ti serve?"

"Devi modificare i video della sorveglianza del mio hotel attaccare un frame in un altro video senza che nessuno si accorgi di nulla" disse lei

"Mmh... per fare una cosa del genere e fatta bene ci vogliono un paio di ore lo sai?"

"Si, e la persona che dovrebbe farlo ha trenta minuti di tempo, dubitiamo che riesca a farlo"

"Ti chiederei altro, ma so che hai tutti i tuoi piccoli sporchi segreti." Disse lui con una risata.

"Puoi farlo?" chiese lei

"Si... ci vediamo domani?" chiese lui.

"Non domani, dopo domani verso le ventuno nel mio albergo." Disse lei.

"cerco di liberarmi."

"Grazie ti devo un favore" e così dicendo chiuse la chiamata.

Appoggiò il telefono sul divano, chiamare Ji-hoo poteva essere un rischio, specie perché non faceva parte della sua cerchia di persone fidate, e in particolar modo per i precedenti che avevano.

13 LUGLIO MATTINA

Isabel e Win-hoo osservavano attentamente il servizio fotografico per il matrimonio, Dae-jung* stava facendo proprio un ottimo lavoro, quasi ai livelli di Do-yoon, molto probabilmente avrebbe anche superato il suo maestro.

Chung-hee si accostò a lei poggiandole delicatamente una mano sul fianco, lei si voltò a guardarlo stupita di trovarlo lì al suo fianco, dopo aver parlato due giorni prima a ristorante, non si erano rivolti la parola di nuovo, lui si era chiuso in un silenzio e lei lo aveva lasciato stare, dandoli tutto il tempo di cui avesse bisogno.

"Come mai qui?" chiese lei in un sussurro.

"Mi sembrava giusto venirti a dare il mio sostegno, e anche l'alibi di cui hai bisogno." Disse lui serio in volto.

"Chin-hae ti ha convinto?" chiese lei sempre a bassa voce, ma con lo sguardo al servizio fotografico.

"Si, lui e anche un altro amico, con cui ho parlato." Disse serio.

"Ah... il reporter" disse lei annuendo.

"Che cosa sai tu?" chiese lui sospettoso.

"Nulla, mai visto, neanche il nome, so che esiste. Che eravate un trio con Do-yoon. Probabilmente lo conosco anche ma non saprei dirti chi sia."

"Ah.. meglio così. Lui preferisce non rientrare in tutto questo" disse schietto.

"Non entrare in tutto questo, non dovresti neanche tu se non vuoi" insistette lei.

"Ho scelto, di rimanere dalla tua parte. È inutile discuterne ancora." Disse lui.

"Allora stasera vieni con me in hotel?" chiese lei continuando a guardare fissa di fronte a lei.

"Si, passerò tutta la giornata con te, non ti perderò di vista neanche per un momento." Disse lui stringendo un po' la presa sul suo fianco.

"Grazie... so di non meritarlo, ma grazie che mi ami così tanto, da passare oltre" disse lei con sentimento, guardandolo per un attimo.

"Non posso farci niente, è così." Disse lui in modo stizzito, Isabel sapeva che fosse ancora arrabbiato, ma apprezzava che stesse comunque dalla sua parte, entrambi chiusero il discorso e tornarono in silenzio ad osservare il servizio fotografico, con Win-hoo che gli guardava ogni tanto leggermente preoccupato da tutto come sempre.

13 LUGLIO POMERIGGIO ore 17:00

"Namjoon..." chiamò Hoseok per la terza volta.

"Cosa?" trillò lui confuso.

"Namjoon se devi stare così vai a casa" disse Hoseok comprensivo.

"Io... sono passati due giorni... ieri ho provato parlare con Pd-nim mi ha detto che non sa nulla" disse con aria affranta.

"Aigoo... sei sempre convinto che Isabel ti farà sapere?" chiese Jin che era seduto sul divanetto e lo guardava impensierito.

"Si... odio dover aspettare." Si lamentò con voce affranta.

"Io non credo che si farà viva, non credo che ti spiegherà come stiano davvero le cose" disse Jin perplesso.

"Lo farà... era venuta qui a gennaio, troverà un modo per farmi sapere. Ho detto a Yun-hee di non preoccuparsi che non deve intromettersi."

Hoseok lo guardò leggermente nervoso, e anche lui dubitante del fatto che Isabel avrebbe chiamato, sapeva che c'era solo un modo per sapere tutto, ma non voleva farlo, non si sentiva pronto.

Qualcuno busso alla porta e Jin andò ad aprire.

"ciao Sejiin Hyung" disse al manager.

"Ragazzi vi devo un attimo parlare" disse serio in volto.

Namjoon si voltò a guardarlo stranito, non credendo possibile che il manager potesse sapere qualcosa.

"Entra" disse Jin serio in volto.

"Gli altri?" chiese

"Yoongi a casa, i piccoli in sala prove, dovremmo andare anche noi a breve." Lo informò Hoseok.

"Ottimo, se andate dite a tutti di tornare a casa, rimanete lì fino a domani" disse con serietà.

"Perché?" chiese Hoseok confuso.

"Perché Pd-nim ha detto di annullare i vostri programmi, che è meglio che non usciate, domani verranno a prendervi delle macchine private, la sorveglianza verrà aumentata per un po'" disse dispiaciuto.

"È per via di Isabel?" chiese Namjoon tremante, se la sorveglianza stava aumentando e loro doveva rimanere a casa, probabilmente era a causa sua, avrebbe mandato via Jisoo quella stessa sera.

"Si... rimanete al sicuro a casa, in special modo tu Namjoon e anche Yoongi... anzi dite anche a Taehyung di non andare dove va spesso, potrebbe rischiare anche lui."

"Taehyung?" chiese Jin stranito.

"Si... pensa che nessuno sappia niente, ma noi sappiamo dove va, parlate con lui e fatelo desistere da qualunque pazzia abbia in testa, vi lascio... sbrigatevi a tornare a casa." Disse con decisione, per poi lasciare i ragazzi soli.

"Cosa c'entra Taehyung con Isabel e Jisoo?" chiese Jin guardando il leader in cerca di spiegazioni.

"Non lo so... ma se dobbiamo stare tutti a casa è perché forse ci serve un alibi... penso che Isabel lo farà stasera, il suo piano di far andare via Jisoo.." disse in confusione Namjoon.

"Andiamo allora, chiamiamo i più piccoli e andiamo" disse Jin con fretta, era meglio fare quello che dicevano, e stare a casa ad aspettare che tutto fosse finito.

J-hope seguì i due fuori dallo studio, aveva una strana sensazione, specie per via della telefonata che Taehyung gli era andato a riferire, quella di Dashimen nel parcheggio. Gli aveva detto che Dashimen sembrava innervosito e non per niente d'accordo con il piano di Isabel, ma che era l'unico a poterlo fare, che non poteva andare via sola.

Avevano provato a collegare la telefonata alla notizia che Isabel voleva mandare via Jisoo, e lui ne era quasi certo, sarebbe stato Dashimen a rischiare, solo lui aveva tanti contatti in America da poter tenere la donna al sicuro dal padre di Isabel.

Non capiva perché Isabel stesse facendo una cosa del genere, doveva essere sicuramente perché Jisoo fosse una vittima anche lei, ma sapere che Dashimen avrebbe rischiato, lo faceva sentire troppo preoccupato.

Yoongi era sicuro che qualunque cosa Isabel avesse nella testa era dovuta al fatto che lei si stesse ribellando, che stesse ancora lottando per lui e per tutti loro.

Lui pensava solo che lei avesse perso completamente la testa, e che stesse solo rischiando per via della sua cocciutaggine, e che per di più stesse rischiando anche la vita di Dashimen.

ORE 18:00

"Sei pronta?" chiese Isabel guardando Jisoo.

"Si... anche se mancano due ore." Disse lei confusa.

"Lo so, a breve scendiamo giù da Dashimen appena da il via che stacca le videocamere per farci passare senza che ci registrano."

"Perfetto... sei sicura che poi riuscirai a fare il video giusto?" chiese lei con preoccupazione.

"Si, alle nove viene una persona con cui lavorerò a tutto il montaggio le parti di ieri sono state già tagliate, Vanno solo inserite nei posti di oggi dove ci sono i vuoti."

"Dici che dovrei chiamarlo?" disse con voce lieve Jisoo, avrebbe tanto voluto sentirlo per l'ultima volta.

"No... è troppo rischioso. Più avanti se vorrai vederlo troveremo un modo..." disse impensierita Isabel, sarebbe stato giusto chiamare Namjoon, ma aveva già concordato con Pd-nim che più distanza avrebbero tenuto, meglio sarebbe stato.

"Non potrò vederlo, si vedrà la pancia" disse lei toccandosi il ventre con apprensione.

"Sarà una scelta tua anche fra anni, hai il modo di contattarmi senza che nessuno lo sappia. Ma stai sempre attenta." Disse lei "Lui proverà a cercarti, ma se siamo fortunate, non arriverà a te, perché sarai già al sicuro." Disse lei annuendo con il capo.

"Non comprendo perché scendere in Alaska?" disse lei confusa.

"Perché non penserà mai che tu sia andata lì.... Ci devi stare poco, ci vai con i tuoi documenti falsi, così come ti ho detto. E poi  dal Canada passate il confine con una macchina,  al confine ci sarà qualcuno delle forze dell'ordine a prendervi stai tranquilla." Lei e Dashimen avevano pensato a tutto, e lavorato a tutto per giorni, non potevano fallire. L'importante era solo arrivare sull'aereo al sicuro.

"Sei sicura che non andrà storto nulla?"

"Sicura, qui c'è Chung-hee mi difenderà lui, avrò il mio alibi. Lui si accorgerà solo molto sul tardi che sei sparita, ha una cena con degli amici, e poi andranno a un club. Tu sarai già in volo sull'oceano Pacifico" disse lei rassicurante.

"Hai lasciato il telefono come ti ho detto a casa?" chiese poi Isabel.

"Si... per non rischiare di essere rintracciata no?" chiese lei.

"Si, ho bisogno dei tuoi veri documenti non puoi averli con te" disse Isabel porgendole la mano.

"Ah no?" chiese lei confusa.

"No servono a me" disse seria in volto.

"Per cosa?" chiese titubante

"Non preoccuparti, ci penso io.

"Allora aspettiamo solo il via di Dashimen per scendere giù."chiese di nuovo lei guardandola impaurita.

"Si aspettiamo solo quello." Disse lei prendendo i documenti di Jisoo, si alzò per posarli sul mobile, Chin-hae gli avrebbe trovati lì.

ORE18:45

Win-hoo e Nate entrarono nella caffetteria dal retro, leggermente in ansia, Nate si cambiò velocemente mettendosi la divisa di quel locale.

"Sai cosa fare vero?" chiese tremante Win-hoo.

"Si, è semplice, non preoccuparti" cercò di essere rassicurante il ragazzo con un forte accento Americano.

"Sono terrorizzato da questa situazione." Tremolò Win-hoo.

"Non ci accadrà niente, devo solo mettere un sonnifero dentro il caffè nulla di che, nessuno si accorgerà di nulla." Disse rassicurante Nate accarezzandoli il viso.

"Tutto quello che lei fa, è una pazzia."

"Siamo sempre in tempo ad andare di nuovo in America" propose lui sorridendoli.

"Le voglio troppo bene per lasciarla" disse lui scuotendo il capo.

"Allora rimarremo qui e aiuteremo Isabel ogni volta che ce lo chiederà. Io sono d'accordo, mi piace Isabel e poi ti amo" disse Nate dandogli un bacio sulle labbra.

"Ti amo anche io" disse Win-hoo guardandolo veramente innamorato.

"Ora vai devi andare in strada in quel punto per spiare quando si addormenterà."

"Fa attenzione" disse sorridente nervoso e andando via.

ORE 19:15

Chung-hee entrò nella stanza in cui erano Isabel e Jisoo, mentre parlava al telefono.

"Sono qui, puoi staccare le videocamere così veniamo giù" disse il ragazzo al telefono.

"Okay.. allora scendiamo" Chung-hee fece segno a Isabel e Jisoo di prendere tutto.

"Aspetta... ma poi come registrate che uscite dalla stanza voi due?" chiese Jisoo confusa.

"In un modo faremo, nel caso registriamo una scena... non ti preoccupare, noi ce la caveremo, prendi la borsa e andiamo che ti devi cambiare"

"Forza sbrigatevi non può tenerle staccate per sempre." disse serio Chung-hee-

"Si andiamo" disse Isabel prendendo la mano di Jisoo dandole coraggio e incominciarono tutti e tre ad andare verso il seminterrato.

ORE 19:30

Win-hoo si trovava nascosto dietro una macchina in un vicolo e spiava l'investigatore che continuava a bere il suo ice americano con tranquillità, osservando di tanto in tanto l'entrata dell'hotel.

"Ehi" disse Nate avvicinandosi di soppiatto a Win-hoo che saltò per lo spavento.

"Ancora non si è addormentato.." disse poi nascondendosi ancora di più.

"Isabel l'aveva detto ci potrà volere dai trenta minuti a un'ora"

"Lo so... non comprendo perché il tempo non passi velocemente, mi sembra di essere nascosto qui da giorni." Sbuffò innervosito Win-hoo

"Dai non farti prendere dal panico, andrà bene" disse rassicurante Nate sorridendoli amorevolmente

Una macchina nera con i finestrini oscurati passò vicino alla coppia nascosta nel vicolo, diretta con gran fretta verso il parcheggio sotterraneo dell'hotel alla fine della stradina.

Arrivò frenando violentemente.

La persona all'interno aprì quanto bastasse il finestrino per far passare il pass e far si che il cancello si aprisse.

"con questo può entrare qui ogni volta che lo desideri, nessuno ti vedrà o ti farà domande, potrai venire a trovarmi di nascosto da tutti."

Parcheggiò la macchina, dove c'erano due posti riservati, e in uno c'era una moto, l'altro era vuoto.

Uscì dalla macchina di fretta e con passo spedito e tutto coperto, si avviò verso una porticina che si poteva solo aprire con quel suo pass, così da raggiungere il seminterrato dell'hotel velocemente.

"Da qui si raggiunge il mio appartamento in un baleno senza passare dall'entrata principale"

Lui conosceva bene quella strada, lui sapeva come arrivare a destinazione.

"Siete tutti pronti?" chiese Isabel guardandoli cercando di sembrare tranquilla.

"Beh non si ha molta altra scelta no?" disse Chung-hee guardando Dashimen che gli stava indicando le cartelle, doveva aveva messo i video di Jisoo già tagliati da inserire nel video originale.

"Forse siamo ancora in tempo per non farlo" provò a dire Jisoo con voce tremante.

"No. Ormai abbiamo fatto tutto, dovete solo andare via." Disse Isabel con tono lamentoso.

"Win-hoo ti manda un messaggio vero?" chiese Dashimen guardandola fisso.

"Si, ma ancora niente." Disse lei guardando impensierita il telefono e l'orario.

"Se non si addormenta, lo si può fare lo stesso no?" chiese Chung-hee, sperando in un no.

"Mmh non credo... è meglio che si addormenti. Così ha la colpa, verrebbe filmato dalla telecamera esterna dell'hotel." Aveva assolutamente bisogno che l'investigatore dormisse o l'altra parte segreta del piano escogitata con Chin-hae non sarebbe andata a buon fine.

"Non hai pensato al fatto che non ce ne sia solo uno?" Chiese Chung-hee di nuovo dubitante del piano.

"Non c'è, ho controllato ovunque, sono giorni che tengo la situazione sotto controllo e che Dashimen e Nate revisionano i video!" disse lei guardandolo male.

"Okayy... voi due basta litigare... Chung-hee capisco che sei preoccupato, ma ormai stiamo nel bel mezzo di tutto non si può annullare" disse Dashimen serio alzandosi e guardando il suo borsone per terra dove all'interno c'erano sia i suoi indumenti che alcune cose di Jisoo.

Jisoo aveva la testa bassa, non osava guardare nessuno in faccia, sapeva che tutto il rischio che si stavano prendendo era a causa sua, pensava anche di non meritarselo.

Isabel si era dimostrata la stessa ragazzina che l'aveva aiutata anni addietro a scappare, per quanto non si era fidata di lei all'inizio pensando che fosse uguale al padre, Jisoo si era resa conto che era totalmente diversa, e si stava dimostrando fin troppo buona nei suoi confronti.

Isabel e Chung-hee continuavano a guardarsi.

Lui continuava a non essere d'accordo con nulla, si sentiva anche indispettito dal comportamento della ragazza, per quanto avesse detto che le sarebbe stato accanto, lo stava facendo comunque contro voglia.

Isabel sapeva, che Chung-hee avrebbe continuato ad avere da ridire, e che non era per niente d'accordo, in quel momento però non le andava di continuare a litigare con lui, non in un momento tanto delicato del piano.

Il bussare alla porta fece voltare tutti.

"Sicura che hai detto a Win-hoo di mandarti un messaggio e no di venire fino a qui?" chiese Dashimen leggermente stranito.

"Doveva scrivere... apri" disse lei con vece lieve, preoccupata da chi potesse essere.

Dashimen andò verso la porta titubante, e sbiancò improvvisamente.

"Voglio delle risposte" disse il ragazzo alla porta senza neanche salutare.

"Co—sa fai tu qui?" disse tremante Dashimen.

"Chi è?" trillò Isabel facendosi largo per la stanza "No! che fai qui!" urlò lei nel vederlo.

"Che cosa faccio qui? I manager ci hanno detto di stare a casa, so che stai agendo per mandarla via" disse indicando Jisoo che aveva individuato in piedi al centro della stanza.

"Hoseok vattene!" trillò Isabel nel panico di vederlo lì, lui non doveva essere da loro, doveva essere a casa con gli altri.

"Di nuovo loro!" esclamò Chung-hee guardando il ballerino sconvolto "Isabel ferma tutto!" le urlò contro.

"No! Non fermo tutto." Disse con rabbia verso Chung-hee, poi guardò di nuovo Hoseok "Vattene, non è il momento."

"Isabel non me ne frega niente che non sia il momento. Voglio delle risposte." Disse con grinta per poi guardare Dashimen. "Stai andando via anche tu?" disse con rabbia.

"Cosa?" tremò Dashimen, confuso nel trovarlo lì, sentiva il cuore palpitare.

Lui era lì e probabilmente solo per lui.

C'era ancora speranza per loro.

"Lo so che sei tu quello che la porta via. Come puoi andare via, sparendo e senza dirmi una parola!" Gli urlò contro Hoseok.

"Tu hai detto che è finita!" trillò Dashimen, non capiva perché lui fosse lì, perché sembrasse così arrabbiato, sperava veramente che fosse per loro.

"Perché tu continui a mentire! A non dirmi come stanno le cose! Per lei!" disse indicando Isabel.

"Hoseok devi andare via. Tu non dovresti essere qui!" continuò a strillare Isabel in panico.

"E tu dovresti smetterla di mentire quando le questioni riguardano anche noi!" l'accusò Hoseok con rabbia.

Il telefono di Isabel squillò lei si distanziò da Hoseok per vedere se fosse Win-hoo, lesse il messaggio velocemente e guardò Dashimen.

"Dorme, devi andare." Disse secca per poi guarda Jisoo e farle segno di andare via anche lei.

"Io..."tentennò Dashimen facendo saettare lo sguardo da Isabel a Hoseok.

Non era finita, lui era lì.

"Dash devi andare!" disse Isabel avvicinandosi a lui e prendendolo per le spalle.

"Come facciamo con Hoseok?" disse titubante.

"Ci penso io... ma tu devi andare!"

"Lui non va da nessuna parte, no finché non mi dite cosa sta succedendo!" disse Hoseok guardando i due imbestialito e poi con lo sguardo andò verso un borsone per terra, si avvicinò velocemente acchiappandolo prima di Dashimen.

"Hoseok non è il momento!" Si frappose Isabel tra i due "Dai il borsone a Dashimen e fatti da parte" disse guardando con rabbia.

"No. Sono stanco di te, del tuo mentire, dei tuoi sotterfugi. Della situazione! Namjoon aspetta da giorni di sapere qualcosa dopo quella lettera. Chiunque si avvicini a te mente! E siamo sempre noi a pagarne le conseguenze, prima Yoongi, ora Namjoon e anche io. È colpa tua se lui non è onesto con me! Se lui non mi dice niente, tutto perché tu sei da sola, minacciata da tuo padre, indifesa!" Urlò verso di lei stringendo il borsone.

Lei trasalì un attimo per via di quelle accuse.

Chiuse gli occhi per una frazione di secondo, e poi fulminò Hoseok con lo sguardo.

Era assurdo che lui fosse lì, che l'accusasse di tutto.

Stava rovinando tutto.

"Non abbiamo tempo da perdere a causa tua. Ti fossi ricordato prima di Dashimen. Dovevi venire prima da lui, non ora. Fatti da parte o giuro che ti stendo" disse lei minacciandolo e afferrando il borsone a sua volta.

"Cosa? Sei impazzita!" disse stringendo il borsone di più.

"Molla la presa Hoseok ultimo avvertimento." Intimò lei.

"No. Ho il diritto di dire la mia."

"Idiota." Ringhiò Isabel tra i denti e si scagliò contro Hoseok.

"Isabel!" urlò Chung-hee raggiungendola, esterrefatto dal comportamento della ragazza.

"Molla la presa dal borsoneeeee!" urlò lei acchiappandolo per i capelli.

Chung-hee si fermò di colpo vedendo lei che tirava i capelli al ragazzo.

"Noona! Mi fai male!" urlò Hoseok mollando la presa dal borsone con gli occhi sgranati e boccheggiando allibito dal suo comportamento.

Isabel afferrò il borsone e lo lanciò a Dashimen.

"Vai ora!"

"Sei impazzita hai tirato i capelli a Hoseok." Disse Dashimen allibito.

"Tu vai via con Dashimen ora." Disse con rabbia voltandosi verso Jisoo che era in piedi e bianca cadaverica. "Andatevene. O giuro che vi ammazzo tutti! Uscite da questo maledetto Hotel del cazzo!" urlò Isabel assottigliando lo sguardo per poi avvicinarsi a Hoseok.

"Ti dirò tutto. Ma tu non fermerai questa cosa. No ora che ci sono dentro fino al collo." Disse afferrandolo per la maglia e continuando a minacciarlo.

"Non voglio che lui rischi... qualunque cosa tu stia facendo, non dovresti farla."

"Invece si. Ti saresti ricordato prima che lo ami. Lui ormai fa quello che mi ha promesso."

Dashimen guardava Jisoo che era in silenzio.

Sapeva che non poteva tirarsi indietro, ormai lo aveva promesso, e lui manteneva le sue promesse.

"Andiamo ti porto via." Disse lui afferrandole la mano.

"Non puoi farlo... se il padre di Isabel ti dovesse beccare..."disse con un groppo in gola Hoseok guardandolo supplice.

"Non mi beccherà. Te lo prometto, tornerò e aggiusteremo le cose, niente più segreti." Disse Dashimen avvicinandosi a lui, mentre Isabel si faceva un attimo da parte e incrociava le braccia al petto, infastidita.

"Va bene..." disse scuotendo il capo, per poi guardare Isabel con odio.

Dashimen sorrise gli accarezzò una guancia e lo baciò velocemente sulle labbra.

"Dobbiamo andare ora"

"Okay.." disse in un sussurrò Hoseok chinando il capo e trattenendo un singhiozzo.

Dashimen prese per mano Jisoo e la trascinò di corsa fuori da lì.

Nella stanza calò il gelo, Isabel si mosse lenta per allontanarsi da Hoseok e si andò a sedere sul divano prendendosi la testa tra le mani.

"Voglio delle risposte."

"Dovevi rimanere in dormitorio." Disse lei guardandolo con preoccupazione.

"Isabel. tu parlerai con me." Disse andandosi a sedere vicino a lei e guardandola con rabbia.

Chung-hee sbuffò e si avviò verso la cucina di Dashimen per prendere qualcosa di forte da bere.

Isabel guardò Hoseok e sospirò, annuendo con il capo.

Angolo autrice:

Siamo nel mezzo del piano, quello organizzato da lei e Dashimen, in più c'è un paino segreto organizzato da lei e Chin-hae.

Isabel e Chung-hee stanno ai ferri corti.

Lei chiama questa persona del passato... no comment.

Momenti veloci dei vari momenti, stanno per portare a termine tutto.

Tadaaaaaà vi aspettavate Yoongi? no è hoseok che si è svegliato! Buongiorno bell'addormentata!

Ci si legge probabilmente martedì o venerdì dipende!

Bacietti!

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