CAPITOLO 34: MOONCHILD
CAPITOLO 34: MOONCHILD
10 LUGLIO 2017 POMERIGGIO
"Sono preoccupato... è un ora che è chiuso lì con quella lettera" disse Jin posando la seconda birra sul tavolino.
"Tu sei sicuro di non sapere altro?" indagò di nuovo Yoongi.
"No... lei non mi ha detto niente. A parte che ha scoperto tutto quando è tornata dalle Hawaii" fece spallucce Dashimen.
"Scusa ha scoperto di Jisoo e di suo padre quando è tornata dalle Hawaii e in tutti questi mesi non ti ha detto nulla?" lo accusò Hoseok credendo impossibile che Dashimen non sapesse realmente niente di tutta la storia.
"Abbiamo fatto pace quel giorno che siete venuti a casa mia... e diciamo che dopo abbiamo avuto altro a cui pensare." Disse senza guardarlo negli occhi.
"Altro?" chiese Jin confuso, guardo Yoongi e Hoseok indicò prima uno poi l'altro.
"Ehm... Chung-hee ha portato di nuovo Isabel alla clinica di Chicago, dal suo psichiatra. Non hai detto niente a nessuno?" si voltò a guardare Yoongi.
"No... non vogliono sentire parlare di Isabel" con una scrollata di spalle.
"Perché è dovuta ritornare in clinica?" chiese spaventato Jin.
"Ehm... gravidanza isterica.." sospirò triste Dashimen. "Pensava di essere incinta quando vi ha incontrato al ristorante, ma non era così, il suo cervello ha solo creato i sintomi, non è mai stata incinta. Diciamo che quei mesi sono stati un po' instabili. Non abbiamo parlato di voi. Anche perché c'era sempre Chung-hee non l'ha mai lasciata sola."
"Forse è vero non sai niente" disse Hoseok, comunque incerto guardò di nuovo Dashimen che ricambiò il suo sguardo.
"Mi dispiace" disse in un sussulto Dashimen.
"Lo so." Rispose distogliendo lo sguardo Hoseok.
"Di quell'altro fatto novità?" chiese Yoongi a Dashimen.
"Ehm... si. Ho pensato che potesse aspettare..."
"Beh intanto che aspettiamo Namjoon puoi dirmi, ormai sei qui" disse Yoongi con un'alzata di spalle.
"Sbaglio o davanti a loro non si dovrebbe parlare di Isabel?" chiese indicando gli altri con un cenno del capo.
"Aigoo... che diavolo state combinando voi due?" chiese Jin "Non vi sembra che abbiamo fin troppi problemi?"
"Quei due ancora indagano su quel fascicolo" disse Hoseok scuotendo il capo.
"Ragazzi no! Yoongi no. Abbiamo fin troppi problemi, questo fatto di Jisoo e Namjoon ha la precedenza su qualunque cosa tu abbia in mente! È rischioso, specie dopo quello che ha appena fatto il padre di Isabel. Ha dato la colpa a te nell'ufficio di pd-nim del perché sta con Jisoo!" disse Jin contrariato da tutto.
"Un motivo in più per cercare un modo per fermarlo. Non gli basta aver distrutto me e Isabel, se l'è presa con un altro di noi."
"Ragazzi non ricominciate a litigare. Comunque sia non sappiamo i fatti e di come Jisoo si trovi con lui, può essere che sia colpa anche della ragazza!" disse la sua Hoseok.
"Non m'importa. Sarà comunque colpa del padre di Isabel e io sono pronto a tutto per annientarlo."
"Anche metterti contro noi?" chiese Jin con rabbia.
"io..."tentennò Yoongi guardando il maggiore negli occhi, aveva dato gli ultimi quattro anni interi per il gruppo, Isabel lo aveva lasciato per dare la chance a tutti di una carriera senza che il padre li facesse fallire.
Lui aveva perso lei per il gruppo, per il suo sogno.
Ormai erano sempre più influenti, poteva per un attimo dedicarsi a riprendersi ciò che aveva perso. LEI.
"Il fascicolo è inutile" disse Dashimen mentre guardava i due scontrarsi a suon di occhiatacce.
"Cosa?" tremolò Yoongi voltandosi a guardarlo.
"Ho trovato la ragazza... o almeno, so che fine abbia fatto" disse cercando di sembrare triste.
"E perché dici che sia inutile?" chiese Yoongi confuso dal tono di voce di Dashimen.
"Perché è morta. Incidente d'auto dopo aver lasciato il carcere, l'ho trovato per caso, mi era sfuggito nelle ricerche" mentì Dashimen sembrando anche convincente.
"Cosa?" strabuzzò Yoongi per poi tornare a sedersi sul divano.
"Si. È tutto inutile. Non abbiamo niente per sconfiggerlo. E Isabel non scapperà per raggiungere te, perché penserà di mettervi sempre in pericolo. Mi dispiace Yoongi penso sia finita per tutti. Per te, per Namjoon, per me anche" disse alzandosi in piedi e guardando un attimo Hoseok.
"È finita per noi vero?" chiese Dashimen non riuscendo a resistere dal far la domanda.
"Io..." tentennò per un attimo Hoseok con lo sguardo basso, poi rivolse i suoi occhi verso Dashimen, intensificando lo sguardo.
Non riusciva a fidarsi, non riusciva a far finta che quello che avesse fatto non fosse grave per lui lo era.
Non riusciva a perdonarlo.
Aveva la sensazione che Dashimen avrebbe continuato a mentire per Isabel, aveva la sensazione che lo stesse facendo in quel momento.
"Si è finita." Disse secco Hoseok guardandolo dritto negli occhi.
"Allora abbiamo chiuso io e il vostro gruppo..." disse Dashimen con tono fermo della voce per poi voltarsi e guardare Yoongi.
"Yoongi non sono più in debito e non ti servirei a niente per le ricerche."
"Ci sarà un modo, lo troveremo in insieme, non puoi chiudere anche con me!" esclamò Yoongi non capendo il perché stesse chiudendo anche con lui, era stato parecchio antipatico di recente, non pensava che Dashimen avrebbe avuto il coraggio di chiudere la loro amicizia.
"Non c'è il modo, io non lo trovo, Isabel non trova, anche per questo fatto di Namjoon non credo abbia delle risposte, o una soluzione."
"Non puoi andartene via, io e te siamo amici!" cercò di fermarlo Yoongi le sue parole suonarono come una supplica.
"No... non lo siamo, Yoongi tu mi odi perché sai che sono stato con lei, non passerai mai oltre a questo, così come ha confermato anche Hoseok. E io non passerò tutta la vita a provare a farmi perdonare. Non voglio più venire qui o vedere nessuno di voi." Disse cercando di sembrare forte, ma avendo il cuore spezzato.
"Dash... aspetta, parliamone. Noi ci teniamo a te!" provò a dire Jin per poi guardare Hoseok facendoli segno di dire qualcosa.
"No. Voi siete un gruppo. Io sono in più. Vado via, spero che Namjoon possa stare meglio, probabilmente non vale la pena la sofferenza che prova per amore. Probabilmente non vale a niente soffrire per amore." E così dicendo andò via da casa loro, lasciando tutti i e tre i ragazzi confusi.
Dashimen uscì dall'appartamento dei ragazzi e si stava avviando verso il parcheggio sotterraneo per riprendere la sua moto e andare via da quel posto a tutta velocità.
Si bloccò per un attimo chiudendo gli occhi, e soffocando un singhiozzo.
Se solo Hoseok l'avesse perdonato.
Le cose sarebbe potute andare diversamente.
Hoseok non aveva intenzione di averlo con sé, non aveva intenzioni di lottare per il loro amore.
Lui non avrebbe lottato più per Hoseok e per nessun altro di caro a lui.
Avrebbe lottato per Isabel.
Prese un respiro profondo e tirò fuori dalla tasca il cellulare per chiamare la ragazza.
Un po' più avanti del ragazzo intento a chiamare Isabel, la maknae line aveva appena parcheggiato. Tutti e tre i ragazzi stavano scendendo dall'auto, in uno strano silenzio. Erano di cattivo umore anche loro e preoccupati per via del loro Leader a cui tenevano fin troppo.
Jimin si bloccò di colpo individuando di fronte a lui Dashimen, con un gesto veloce, acchiappò i suoi due amici per le maglie e li tirò con forza indietro.
Entrambi i ragazzi fecero un leggero verso strozzato fino a che non finirono per terra.
"Shh, c'è Dashimen" disse a bassa voce Jimin con far cospiratorio, accucciandosi anche lui vicino alla macchina.
"Perché ci nascondiamo?" chiese Jungkook guardandolo non capendo il motivo del nascondino appena improvvisato.
"Perché non voglio incontrarlo. Shh se no ci scopre" sporgendosi leggermente per osservare il ragazzo.
Taehyung tirò Jimin per il cappuccio della felpa per farlo tornare a terra e prendere il suo posto per spiare il ragazzo assottigliando gli occhi con espressione seria sul viso
Dashimen si era appena fermato al centro della strada, poco vicino alla sua moto e stava parlando al telefono.
"Gli ho detto della ragazza, che è morta" disse con tono scontroso al telefono.
"Si, ho anche detto che non mi vedranno più." Disse con rabbia.
"No, Isabel... non incominciare. Lui non mi ama. E non vuole vedermi più, non mi guarda neanche in faccia, se lo fa ha uno sguardo gelido. Non voglio più incontrare nessuno di loro."
Jimin e Jungkook si guardarono straniti, non capendo a chi Dashimen si stesse riferendo, mentre Taehyung continuava a guardare il ragazzo cercando di non guardare i suoi di amici poiché sapesse tutto.
"Smettila di insistere. Mi hai costretto anche a mentire su tutto. Non ho il coraggio di vederli e continuare a mentire, in più penso che io sia l'unica soluzione per quella cosa che hai in mente." Disse con irritazione.
"Sta mentendo di nuovo?" provò a dire Jimin a bassa voce, e Jungkook gli fece segno di stare zitto e che ne avrebbero parlato dopo.
Taehyung invece assottigliò ancora di più gli occhi cercando di concentrarsi su ogni minima parola.
"No Isabel, se hai intenzione di farlo, anche se non sono d'accordo con ciò. Posso farlo solo io, non può andare da sola, e non puoi mandare Win-hoo con Nate o solo Nate, non far rientrare anche quel ragazzo nei tuoi piani. Ci vado io. Ora ti lascio, torno a casa per sistemare tutti i documenti e parlare meglio con mio zio." Disse con rabbia.
"Isabel... sei impazzita? Che cosa vuol dire non c'è fretta?" esclamò sempre più nervoso Dashimen.
"Parla con lei CAZZO. Non puoi organizzare piani, se non parli con la diretta interessata. No, Isabel non me ne frega un cazzo, che la questione sia delicata. Parlaci. Se lei dice si, allora proseguiremo. Ti ripeto io non sono d'accordo ma lo farò." Disse con tono autoritario e adirato, mentre sbuffava sonoramente impazientito.
"Ci vediamo in Hotel. Muoviti a tornare." E così dicendo chiuse la chiamata.
Dashimen sbuffò sonoramente avvicinandosi alla sua moto le tirò un calcio per il nervoso, facendola cadere provocando un grande rumore che risuonò nel parcheggio.
La maknae line trattenne il fiato continuando a rimanere nascosti dietro la macchina guardandosi impauriti e confusi.
"Maledizione." Disse tra i denti Dashimen risollevò la moto da terra, e la guardò con irritazione, l'aveva ammaccata.
Chiuse gli occhi stringendoli forte per cercare di ritrovare la calma.
Non aveva la minima voglia di rischiare la sua vita per un'estranea, non aveva la minima voglia di mentire a tutti, ma ormai aveva chiuso con loro.
Isabel continuava ad avere un maledetto ascendente su di lui, e lui continuava a volerla aiutare in tutto.
Se fossero stati scoperti, avrebbero tutti fatto una fine terribile, e solo per provare a salvare una donna, che si era rovinata la vita da sola.
Salì sulla propria moto, pronto ad andare via da lì per raggiungere suo zio e incominciare realmente a lavorare sull'idea di Isabel.
Tutti e tre i ragazzi si guardarono interrogativi, era chiaro solo che Dashimen aveva mentito di nuovo e costretto di nuovo da Isabel.
Appena la moto fu sfrecciata via tutti e tre si alzarono e incominciarono a corre come dei razzi da poter andare dai propri Hyung a raccontare tutto.
Isabel chiuse il telefono e lo appoggiò sul divanetto ricoperto di sete bianca su cui era seduta, guardò fuori dalla finestra dell'atelier si era già fatta sera.
Un altro giorno stava per finire, e loro avevano poco tempo. Lei aveva poco tempo per salvare Jisoo. Avrebbe dovuto parlarle e dire cosa avesse in mente, ma aveva paura che lei rifiutasse quel tipo d'aiuto, troppo terrorizzata da suo padre.
Era l'unica soluzione, non avrebbe permesso a Jisoo di fare la stessa fine di sua madre, la storia non si sarebbe ripetuta. Lei avrebbe fermato quel ciclo, avrebbe fermato il destino.
"Jisoo?" chiamò con aria leggermente scocciata, erano trenta minuti che la ragazza era chiusa nel camerino con la stilista dell'atelier di abiti da sposa e ancora non era uscita.
"Jisoo ti prego esci, un vestito vale l'altro"
Jisoo uscì seguita dalla donna.
"Ah beh... è questo il vestito che vuole che metti?" chiese Isabel alzandosi e andando da lei per osservare meglio il vestito, trovando strano che non fosse tradizionale.
"Si."
"Ti sta bene... ti sei guardata allo specchio?"
"No ancora..." disse chiudendo gli occhi.
"Le sta splendidamente dovrebbe guardarsi!" trillò la donna con entusiasmo.
"Forza, guardati, così possiamo toglierlo e andare ad organizzare le altre cose, mancano dieci giorni alle nozze." Disse con fretta.
Jisoo si voltò verso lo specchio per potersi osservare, rimase immobile con gli occhi sgranati a osservare il suo riflesso, non riuscendosi a riconoscere.
Quella non era lei, aveva perso l'ultima parte di se stessa che ancora la teneva a galla. Sembrava uno spettro.
Non aveva una soluzione, ora che si vedeva con quell'abito bianco, tutto sembrava così reale.
Siamo nati per essere tristi, tristi, tristi.
Era stanca di essere triste.
Soffriamo per essere felici, felici, felici, felici.
Aveva sofferto troppo, per essere un attimo felice con lui.
Dici che vuoi morire, ma ti sforzi ancora di più di vivere.
Dici che vuoi lasciarti andare, ma aggiungi un'altra zavorra.
Quante volte aveva detto di voler morire e invece si era sforzata di vivere, aggiungendo un altro peso alla sua vita.
In realtà è il nostro destino, sai
Sorridere nel dolore senza fine, sai
Il destino era il dover sorridere nel dolore senza fine, ma lei non riusciva a sorridere in quel dolore, non aveva più la forza.
Il momento in cui dici "libertà"
Non esiste la libertà, sai.
Lo sai?
Non esisteva la libertà.
Si, lei lo sapeva bene, la libertà non esisteva, e lei sarebbe rimasta per sempre prigioniera.
Si sarebbe sentita sempre soffocare.
Era rimasta immobile per diversi minuti a guardarsi allo specchio, Isabel era rimasta immobile ad osservarla cercando di capire cosa stesse succedendo nella mente della ragazza.
"Soffoco toglimelo!" urlò con voce stridula Jisoo mentre si tastava il petto e respirava affannosamente.
Isabel corse da lei. E incominciò a slacciare il vestito, capendo immediatamente che Jisoo stesse avendo un attacco di panico.
"Toglilooooo" urlò stridula Jisoo ansimando con forza.
"Ci sto provando!" esclamò Isabel cercando di slacciare il corpetto da dietro ma senza risultato.
"Ti prego!" singhiozzò Jisoo in preda a una crisi, non respirava, era troppo, non riusciva a trovare l'aria.
L'aria che c'era non era abbastanza.
Cadde a terra sulle sue ginocchia che erano diventate gelatina.
"Liberami!" disse tra le lacrime prendendosi la testa tra le mani e singhiozzando.
Isabel si allontanò per un attimo da Jisoo guardandola sgranando gli occhi, incominciò a guardarsi intorno cercando un qualcosa che potesse aiutarla a liberarla il corsetto non voleva venire via.
Intanto la donna dell'atelier si era messa di fronte a Jisoo che piangeva e continuava ad avere il respiro affannoso, e cercava di aiutarla con scarsi risultati.
Isabel vide delle forbici su un tavolo e corse, le afferrò con forza e tornò da Jisoo velocemente.
"Cosa intende fare!" trillò la donna guardando Isabel orripilata.
"Si tolga di mezzo!" urlò come una furia spintonando la donna per terra per farsi spazio.
Si avvicinò a Jisoo.
"Non muoverti ora te lo tolgo."
"NO! COSTA TANTISSIMO!" urlò la donna sconvolta.
"FANCULO I SOLDI!" urlò Isabel e con le forbici andò a tagliare i fili del corsetto per sfilarlo.
"Isabel toglilo... ti prego" continuava a dire Jisoo in preda ai singhiozzi isterici.
"Sto facendo!" urlò Isabel mentre la donna continuava a starnazzare la vicino, ma Isabel non la sentiva, aveva di fronte a lei solo quella stoffa bianca e cercava di stracciarla tutta per liberare Jisoo, i singhiozzi della ragazza risuonavano nella sua mente con un fischio stridulo e fastidioso talmente alto da provocare solo e solamente dolore.
Con forza incominciò a strappare anche con le mani, e a togliere tutto il vestito dal corpo di Jisoo, lasciandola sola con addosso una sottoveste bianca di seta, fatta di merletti e perline*.
"Tolto" disse Isabel con il fiatone, con una mano andò ad alzare il mento di Jisoo per farsi guardare negli occhi.
"L'ho tolto, non c'è più." Provò a essere incoraggiante.
"No è ancora qui, non andrà via." Disse lei con voce lieve e guardandola con gli occhi sgranati.
"Allora andrai via tu." Disse Isabel facendosi coraggio e abbracciando la donna con forza incominciando ad accarezzarle i capelli. "Andrà tutto bene, ci penso io. risolverò io" disse con voce lieve continuando a stringerla mentre Jisoo continuava a singhiozzare isterica.
Isabel chiuse gli occhi continuando a tenere tra le sue braccia Jisoo.
La figura di sua madre a terra nel bagno, il sangue a imbrattare la leggera sottana di seta bianca fatta di merletti e perline, che era tutta bagnata.
Le due domestiche che cercavano di fermare l'emorragia dai polsi, e il sangue che continuava a imbrattare tutto, l'altro domestico che provava a fare la rianimazione.
Lei che voleva urlare ma non riusciva, guardava la scena immobile tenuta stretta da Chung-hee ragazzino.
Non avrebbe permesso che la stessa scena si fosse ripresentata davanti ai suoi occhi. Non avrebbe trovato Jisoo nello stesso stato.
L'avrebbe mandata via.
Aveva già avuto l'idea il giorno prima dopo il racconto della ragazza, dopo averla vista tastarsi il ventre.
Anche se lei le aveva detto di non esserlo, Isabel aveva il sensore che avesse mentito.
Ormai aveva deciso, e Dashimen aveva acconsentito ad aiutarla, come anche Chin-hae a cui aveva esposto il suo piano e raccontato tutto.
Doveva solo convincere Jisoo.
NOTTE
A turno i ragazzi durante la serata erano entrati in camera sua per vedere come Namjoon stesse, lui aveva risposto a tutti nella stessa maniera.
"Sto bene, voglio stare solo" non aveva guardato nessuno di loro in volto e loro avevano tutti annuito ed erano andati via a disagio senza saper bene cosa fare.
Lui aveva ignorato ogni cosa, era rimasto disteso sul suo letto a guardare il soffitto, la lettera tenuta stretta tra le sue mani appoggiate sul suo petto.
Era notte inoltrata e Namjoon aveva deciso di lasciare la sua stanza.
Aveva bisogno di cambiare luogo.
Aveva bisogno di camminare e capire che fosse ancora vivo.
Come un fantasma incominciò a camminare per il dormitorio.
"Ehi..." disse Yoongi facendo spuntare la propria testa dal divano e guardando il leader.
"Ehi.." disse con voce piatta il ragazzo, "Pensavo che dormisse tutti"
"Stavi scappando?" chiese Yoongi guardandolo attentamente.
"Io.. non lo so.." disse lui indeciso.
"Ti va un giretto in macchina?" chiese sorridendo gentile.
"Si.... ho bisogno di uscire da qui"
"Conosco un posto, è lontano... ma ci si può arrivare tranquillamente, non c'è nessuno e si vedono le stelle e la luna anche bella grande" disse alzandosi dal divano e raggiungendolo.
"Nessuno sta in questo posto?"
"No nessuno, non penso lo conosca qualcuno, ti va di dare Moonchild?" disse avvicinandosi a lui e mettendoli un braccio sulla spalla facendoli coraggio.
"Si mi va" disse annuendo con il capo.
Entrambi si avviarono verso il parcheggio sotterraneo per poter raggiungere la macchina.
Entrambi in silenzio.
Yoongi non aveva parole di conforto, sapeva che in quei momenti, quando si aveva il cuore spezzato le parole non servivano poi a molto.
Serviva il tempo, e lui non sapeva neanche quanto tempo, dato che era il primo ancora a non aver trovato pace per il suo folle amore.
Dopo più di un'ora di viaggio in silenzio e solo con la musica di sottofondo, entrambi arrivarono quasi a destinazione.
"Siamo quasi arrivati dobbiamo andare su quella collina..." disse Yoongi per poi incominciare a rallentare con l'auto, strizzando gli occhi confuso cercando di guardare meglio la stradina di campagna.
"Hyung.. fermati sembra ci sia una macchina lì" disse Namjoon indicando i fari accessi dell'auto un po' distante da loro parcheggiata sulla collina che l'amico aveva indicato.
Yoongi accostò l'auto sulla stradina di campagna spegnendo le luci.
"È stata una buona idea, ma mi sa che non la potrai mettere in atto" disse Namjoon con un'alzata di spalle.
"Mmh.." disse pensieroso, poi aprì lo sportello dell'auto e uscì.
"Che fai?" Trillò Namjoon confuso sporgendosi verso l'altro sedile.
"Cerco di capire una cosa aspetta un attimo..." disse con fare criptico, affacciandosi un attimo dentro la macchina.
"Cosa? Hyung se viene un'auto mi prende in pieno, non dovresti lasciare l'auto qui e con me dentro. Okay che mi va di schifo...ma non voglio morire" disse con voce acuta Namjoon.
"Beh ti va un po' meglio se fai del sarcasmo, lugubre ma pur sempre sarcasmo." Provò a ridacchiare Yoongi guardandolo con il suo solito sorriso gommoso.
"Hyung... ti prego torna in auto e andiamo via, apprezzo l'impegno di tirarmi su di morale, sto già meglio" provò a convincerlo Namjoon.
"Mmh.. mhh" disse Yoongi guardando Namjoon e scuotendo il capo, si volto per guardare la collina e la macchina con i fari accesi parcheggiata lì.
Sembrava ci fosse solo quella, e nient'altro in vista. Avrebbe voluto avere una vista supersonica per guardare fino a lassù, ma non l'aveva.
Era un rischio, specie con Namjoon così in panico dentro la macchina che si era improvvisamente azzittito.
Doveva rischiare, doveva farlo. Aveva una sensazione allo stomaco che gli diceva che doveva arrivare fin lassù.
Anche se erano in piena estate faceva frescolino, c'era un leggero venticello, che lo faceva tremare leggermente, chiuse un attimo gli occhi.
"E tu come ci sei arrivata fin qui?" chiese lui stranito cercando di guardare meglio fuori dal finestrino, sembravano essere in aperta collina, era tutto così estremamente buio.
"Ogni tanto faccio il pieno alla macchina e vado girando, specie nei Weekend" disse lei con un'alzata di spalle.
"Da sola?" chiese lui preoccupato.
"Nooooo, ma che dici? Vado in comitiva" disse lei sarcastica scuotendo la testa, "Pabo!" la rimproverò lui dandole un colpetto al braccio.
"Qui non ci sono mai venuta di notte da sola. Ci venivo di giorno, in primavera è sempre pieno di fiori, l'ho scoperto l'anno scorso" spiegò lei per tranquillizzarlo.
"Ah, strano, ma non mi stupisco delle tue stranezze" disse lui con un'alzata di spalle.
"Yes! Scendiamo vediamo le stelle!" esclamò slacciandoli la cintura ed entrambi scesero dalla macchina per poi sedersi a terra sulla collinetta dove stavano, rimasero vicini, e in silenzio a contemplare il cielo.
Aprì di nuovo gli occhi, decidendo che doveva andare fino a lì, doveva provarci.
"Namjoon... io penso che invece dovremmo andare avanti." Disse entrando di nuovo nel veicolo.
"Cosa? Yoongi non essere testardo... c'è qualcuno e potrebbe essere chiunque" disse lui guardandolo come se fosse impazzito, tra i due doveva essere lui quello che non ragionava dopo la lettera, invece era Yoongi che sembrava aver perso il senno.
"Mmh.. non so di quante persone sono a conoscenza di questo posto. Per certo lo conosce una persona. Ci sono venuto altre volte ma non ho mai visto nessuno. Voglio vedere se è questa persona" disse con far sospettoso.
"Di cosa stai parlando? Hyung.... Non ci servono più guai di quanti già abbiamo"
"Fidati di me, ho una sensazione" annuì con il capo.
"Aigoo... se è un assassino e ci ammazza, io ti ammazzerò!" trillò Namjoon con disappunto.
"Se ci ha ucciso l'assassino, non puoi ammazzarmi di nuovo" disse con una risatina Yoongi rimettendo in moto, senza accedere i fanali della macchina e incominciando a seguire la strada fino alla collina.
"Assurdo... moriremo entrambi" disse Namjoon scuotendo la testa ma assottigliando lo sguardo guardando la strada.
La macchina si fermò prima di quella già parcheggiata.
La figura nera di una persona apparse semi nascosta da veicolo.
Yoongi aprì lo sportello della macchina uscendo immediatamente.
La figura, si mostrò un po' di più.
Rimasero per un attimo a studiarsi da lontano senza dire una parola.
"Mi sei mancata" esclamò lui rompendo il silenzio e tirandola a sé per stringerla di più.
"Vorrei che il tempo si bloccasse" sussurrò lei con voce lieve.
"Lo stesso vale per me, vorrei poter stare così con te per sempre"
Namjoon uscì anche lui dalla macchina, fece il giro da dietro per raggiungere Yoongi e accostarsi a lui in silenzio.
Guardò stranito chi fosse davanti a loro.
La persona fece qualche passo per avvicinarsi e alzò il cappuccio della felpa.
Namjoon strabuzzò gli occhi e guardò per un attimo il maggiore vicino a lui, incredulo del fatto che lui avesse capito anche da lontano che la persona sulla collina potesse essere realmente lei.
"Isabel." disse Namjoon con un filo di voce, Yoongi guardò Namjoon e annuì.
"Isabel?" chiamò con voce più alta.
"Che fate voi qui?" chiese lei sconvolta, avvicinandosi ad entrambi i ragazzi e mettendosi davanti alla luce dei fari della macchina per farsi guardare meglio.
"Passeggiata notturna al chiaro di luna, io e Namjoon abbiamo deciso di fidanzarci" fece del sarcasmo Yoongi e Namjoon scosse la testa, consapevole che il sarcasmo fosse dovuto al nervoso, Yoongi faceva sempre così.
"Ottimo, abbiamo risolto tutti i problemi del mondo con questa scelta" disse lei rispondendo con sarcasmo.
Tra i tre calò improvvisamente il silenzio, Isabel si era voltata verso Namjoon e stava provando a studiare nel buio.
"Mi dispiace che stai male" disse lei con voce lieve.
"Sapevi tutto? Quel giorno quando sei venuta in agenzia, lo sapevi?" chiese lui in cerca di una conferma.
"No... non lo sapevo. Dashimen ti ha portato la lettera, vero?" chiese lei pensando che fosse per quello il motivo della loro passeggiata notturna su una collina sperduta al di fuori di Seoul.
"Si... non dice molto." Annuì con il capo Namjoon.
"Lo so... l'ho letta... non avrei dovuto, ma ero preoccupata" disse lei non per niente colpevole di aver letto quella lettera anche se privata.
Yoongi guardò entrambi confuso, non capendo perché quel modo di andare così con calma e cautela di entrambi.
"Quindi che sta succedendo?" chiese Yoongi fremendo rivolgendosi a Isabel.
"Quello che sta scritto nella lettera, Namjoon se vorrà te lo dirà..." disse lei tornando un attimo con lo sguardo a Yoongi.
"Sai cosa sta succedendo?" chiese Yoongi voltandosi verso l'amico "Hai avuto delle risposte" decise di chiedere finalmente, non era solito intromettersi, aveva deciso di lasciare a Namjoon il suo spazio, di rimanere al suo fianco anche se in silenzio, ma ormai il discorso era venuto fuori, non poteva evitare di far domande.
"Si. ho avuto una risposta." Disse secco Namjoon, tornò con lo sguardo a Isabel.
"Dovresti andare... noi non dovremmo avvicinarci a te, nel caso lui lo scoprisse"
"Ma che stai dicendo? Lei è qui può spiegarti tutto!" saltò in aria Yoongi, lei era lì non c'era nessuno si trovavano kilometri lontani da Seoul, potevano parlare con lei senza alcun problema e invece Namjoon le diceva di andare via.
"Yoongi sposta la macchina." Disse lei duramente, facendo dei passi verso di loro per avvicinarsi di più.
"No. Voglio capire cosa sta succedendo, perché Jisoo sta con tuo padre! Perché?"
"Vuoi che lo spieghi io o lo fai tu? Se non parlo non mi farà mai andare via." Disse lei seria in volto, rivolgendosi a Namjoon.
"Mi dispiace noona... mi dispiace che ti sia capitato un padre così orrendo" disse Namjoon chinando il capo.
"Mi dispiace... che ci sia finito tu di mezzo. Non avrei voluto questo." Disse lei sembrando realmente dispiaciuta.
"Che sta succedendo?" trillò Yoongi.
"Il padre di Isabel ha pagato Jisoo per venirti a spiare in agenzia... non mi ha mai amato. Mi ha solo usato, alla fine dopo il ristorante, il padre di Isabel ha deciso di sposarla per fare un dispetto ad entrambi. Era furioso con te" disse secco Namjoon stringendo i pugni con forza. "C'era scritto questo sulla lettera. Che è stata tutta una menzogna. Non mi ha mai amato, mi ha solo usato. Lei si sposerà con lui e vivrà una vita fatta di ricchezze, lo preferisce. Io ero solo un mezzo per arrivare a ciò" disse Namjoon tra i denti, sentiva il cuore spezzarsi sempre di più dentro di sé, ammettere la verità ad alta voce, faceva più male di quando l'aveva letta su quel pezzo di carta.
Era così tremendo, quella storia d'amore era più dolorosa di quanto era stata quella con Bo-ra.
Aveva vissuto in una fantasia per mesi e mesi, aveva creduto che lei lo amasse veramente, invece era stato solo tutto veramente falso.
Fake love.
"Cosa?" Yoongi guardò sconvolto Namjoon che aveva chinato il volto e cercava di essere forte per non piangere.
Con sguardo incredulo si rivolse verso Isabel "È veramente così?" chiese Yoongi boccheggiando.
"È quello che Jisoo ha detto." Disse Isabel con tono secco.
"Tu hai un piano? Le la farai pagare per quello che ha fatto. Tu farai qualcosa?" chiese lui facendo dei passi verso di lei che indietreggiò.
"Sposta l'auto Yoongi."
"No. Isabel!"
"Yoongi non farò niente." Disse lei per poi guardare Namjoon. "Mi dispiace, io non posso far nulla." Continuando a mandare avanti la recita, era stata una fortuna che lei avesse letto quella lettera o non avrebbe potuto recitare così tranquillamente.
Per quanto volesse dire la verità a Namjoon, non poteva permetterselo, almeno non fino a che non avrebbe trovato una soluzione effettiva, fino a che non avesse risolto tutto.
Se Namjoon avesse saputo tutta la verità, lei ne era certa, lui avrebbe lottato per Jisoo.
C'era già Yoongi ad andare contro suo padre, non poteva rischiare che anche Namjoon finisse sulla lista nera.
"Lo so." Disse Namjoon.
"Non posso fare niente di più di quello che sto già facendo. Questo è quello che lei ha deciso, ha deciso di dirti questo. Io non posso toccarla, posso solo organizzare questo matrimonio così come mi è stato ordinato" disse lei duramente, cercando di nascondere sempre di più le emozioni.
"Che diavolo ti sta succedendo? Sei completamente impazzita! Tu che non fai niente? Tu che non lotti per noi, per un mio amico, per me! Per la tua famiglia." Yoongi la guardò allibito, quel discorso era tutto completamente assurdo, e non per niente da lei.
"Sto facendo quello che devo per la mia vera famiglia. Yoongi sposta l'auto, devo andare via."
Yoongi assottigliò lo sguardò, e con uno scatto si avvicinò a lei afferrandola per le spalle.
"COSA DIAVOLO VUOL DIRE!" le urlò inviperito.
Lei rimase immobile sgranando gli occhi. "Quello che ho detto."
"Come puoi comportarti così! Come puoi far finta di niente, quando tuo padre ha deciso di distruggere la vita di tutti noi!" le urlò contro accecato dalla rabbia.
"Se tu non ti fossi intestardito, se tu non lo avessi sfidato apertamente, se avessi lasciato correre..." provò a dire lei.
"IO? Stai dando la colpa a me di quello che sta succedendo? Come ti permetti. Io sto facendo tutto questo per te! CAZZO" urlò lui arrabbiato.
"Yoongi devi smetterla." Disse lei seria in volto.
"NO! CAZZO NO!"
"Hyung... ha ragione dovresti smetterla" disse Namjoon facendosi coraggio e avvicinandosi a lui, e afferrandoli il braccio così da poterlo staccare dalla ragazza.
"Fatti da parte. Yoongi te l'ho già detto. È inutile, qualunque cosa tu faccia è inutile. Abbiamo perso. Devi smetterla di lottare o perderemo sempre di più"
In quel momento l'incontro con Yoongi e Namjoon era un altro imprevisto arrivato per destabilizzarla, lui doveva farsi da parte, o avrebbe reso tutto sempre più difficile. Era già tutto tremendamente complicato.
Non poteva permettersi di farsi prendere dalle emozioni, di farsi sovrastare, doveva rimanere tutta di un pezzo o non avrebbe potuto salvare Jisoo.
"Chi sei tu? Io non ti riconosco più! Non sei più Isabel!"
"Non lo sono più da tanto tempo..." provò a dire lei.
"Falsa. Falsa. Sei falsa." Urlò lui riavvicinandosi al viso di Isabel.
Lei chiuse gli occhi, qualunque decisione prendeva, portava sempre sofferenza. Il suo continuare a mentire sperando di alleggerire la situazione, continuava a non funzionare.
Forse stava sbagliando di nuovo a non dire tutto, a reggere il gioco di Jisoo.
Il terrore che potesse succedere qualcosa di peggiore, però era sempre ad accerchiarla a soffocarla a farle vedere il peggio.
"Hyung... andiamo via.." provò a dire Namjoon tenendolo stretto per un braccio e cercando di allontanarlo da lei, ma Yoongi si divincolo e si fiondò su Isabel facendola sbattere sul cofano della macchina, intrappolandola lì.
"Ti odio! Ti odio!" incominciò a urlare in faccia, straziato dal dolore, ogni volta che la incontrava si faceva sempre tutto più insopportabile, l'atteggiamento di lei così freddo, così distante, lo faceva sentire sempre più un perdente.
"Hyung.. lasciala non è colpa sua! Yoongi!" urlò Namjoon esterrefatto dalla reazione.
"È tutta colpa tua! Tua che non reagisci! Tu hai deciso di perdere. Io non perderò a causa tua!" continuò a urlarle in faccia mentre lei rimaneva completamente immobile senza fare un fiato.
"Fa qualcosa! Cazzo reagisci Isabel!" urlò ancora lui dando un pugno al cofano della macchina.
"No. fatti da parte." Disse lei assottigliando gli occhi.
"Mai."
"Perché non vuoi capire? Perché vuoi continuare questa storia? Perché non vuoi trovare pace? Yoongi lasciami!" disse lei tra i denti.
"No. Non ti lascerò andare, continuerò a starti con il fiato sul collo. Continuerò fino a che non ammetterai che non è vero che non tieni a noi, che non siamo più la tua famiglia. Io continuerò fino all'infinito, fino a quando non tornerai." Disse lui combattivo come sempre.
"Mollami. Yoongi mollami! Cazzo!" si divincolò lei.
"Cazzo! Perché non vuoi capire! Perché non vuoi capire che tutto quello collegato a me porta solo problemi. È colpa di mio padre questa situazione, se Namjoon sta in questo stato. È fottutamente colpa mia!"
"Noona non è vero" provò a dire Namjoon dispiaciuto, lui non aveva mai pensato che fosse colpa di lei.
"Si. Hai letto la lettera. È collegato tutto a me. Fatevi da parte." Guardò Yoongi "Devi farti da parte."
"No. Voglio che tu lotti."
"Non voglio lottare. Te l'ho già detto non ne vale la pena. Smettila di perseguitarmi!"
"Io ti amo." Provò a convincerla di nuovo con quelle parole.
"Allora accetta la realtà. Lasciami libera."
"Hyung. Basta. Lasciala andare, smettila. Guardami" disse avvicinandosi di nuovo al maggiore e facendo in modo che lo guardasse negli occhi.
"Ti prego andiamo via, non ce la faccio. Non sopporto vedere voi in questo stato, ora che sono distrutto. Ti prego." Disse supplice.
"io..."
"Ti prego. Sono rotto dentro, in questo momento. Io capisco che tu voglia lottare per lei, ma è la fine. Se la prenderà con gli altri, se tu continui, lui non si fermerà. Hyung ho paura. Guardò Isabel è la paura aumenta, vedo lei che ha smesso di lottare e capisco che lo sta facendo per proteggerci, lo fa da tanto tempo. Lasciala proteggerci a suo modo. Lascia andare Noona. Ti prego!" disse straziato.
Yoongi si voltò a guardare Isabel con gli occhi lucidi.
"Non è giusto." Disse con voce spezzata.
"Sposta l'auto Yoongi fammi andare via." Disse lei secca. Guardò entrambi scuotendo il capo e si allontanò da lì per entrare in macchina.
"Isabel!" urlò dilaniato Yoongi.
"È FINITA." Disse lei ed entrò in macchina.
Angolo autrice:
Date la colpa di tutto ciò a moonchild di Rm e ad Amygdala di Yoongi... mi hanno distrutta.
Le parti in corsivo del pezzo di Jisoo sono di moonchild giustamente.
In più c'è il ricordo che perseguita sempre Isabel del tentato suicidio della madre, quello è la parte scatenante di tutto che fa in modo che Isabel voglia salvare Jisoo.
La problematica è sempre quella, non ha salvato la madre quindi si intestardisce che deve salvare Jisoo.
Qualcuno deve pur sfuggire a questo destino che si sta accanendo su tutti.
Detto questo... io odio Yoongi e Isabel... specie quando si incontrano e io non l'avevo programmato.
Le parti in corsivo del pezzo della collina sono riferite al capitolo 27 del primo volume.
Yoongi non molla ormai è ossessionato, lei cerca di rimanere calma e mandare avanti qualunque cosa abbia in testa. Mente perché continua a pensare che così protegge tutti, se loro sapessero la verità vorrebbero mettersi in mezzo, lei lo sa che Namjoon a sapere tutto capirebbe, non vuole rischiare... come sempre è la paura che le fa fare questa scelta.
Namjoon ha perso, lo sa, ed è distrutto anche se cerca di non darlo a vedere.
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