CAPITOLO 32: ANNOUNCEMENT


CAPITOLO 32: ANNOUNCEMENT

08 LUGLIO 2017 MATTINA

Isabel stava camminando per i corridoi dell'azienda, cercando di mantenere la calma e non farsi prendere dal nervosismo, suo padre era tornato da solo un paio di ore e già l'aveva richiesta nel suo ufficio.

Salutò con un cennò del capo il segretario Park che si mosse velocemente per farla entrare, per poi lasciare soli entrambi.

Isabel si andò a sedere di fronte alla scrivania del padre, aspettando che l'uomo parlasse.

Il signor Kim continuava a stare in silenzio, non aveva degnato la figlia di alcun cenno, e stava armeggiando con un taglia sigari in mano.

Isabel sapeva bene che quel non parlare del padre era fatto apposta per farla innervosire, e sapeva bene anche che non doveva perdere la pazienza.

Dopo aver armeggiato con il sigaro e acceso, finalmente dopo minuti interminabili di silenzio scandito solo dal rintoccare delle lancette di un vecchio orologio a cucù di legno, il signor Kim alzò lo sguardo sulla figlia, sogghignando.

Isabel continuava a guardarlo impassibile, non mostrando alcun tipo di espressione, in attesa di sapere cosa lui volesse da lei.

"Devi organizzare il mio matrimonio" disse secco il signor Kim.

Isabel aggrottò lo sguardo, ma non disse niente aspettando che lui continuasse.

"Per giorno venti luglio." Disse con tono autoritario.

"Il venti luglio è fra dodici giorni" disse lei con voce piatta.

"Lo so."

"Lei è incinta?" chiese Isabel con uno sbuffo.

"No." disse lui secco, continuando a fumare il suo sigaro.

"Allora perché tutta questa fretta?" chiese lei non capendone il motivo, non poteva essere al coerente delle ricerche che lei stava facendo, la fretta non poteva essere conducibile a ciò.

"Perché così ho deciso. Prenditi dei giorni, farà qualcun altro il tuo lavoro. E con Jisoo organizzate il matrimonio. Hai un hotel, e il tuo ragazzo gestisce ristoranti, ti sarà semplice organizzare tutto"

"Immagino tu non voglia il mio parere a riguardo, ma solo che io porti a termine i tuoi ordini" disse lei con tono stizzito.

"Si. Comunica anche a Jisoo, che uscirà un articolo sul nostro matrimonio con la data." Sorrise lui perfido.

"Perfetto. Altro?" chiese lei con tono seccato.

"Puoi dirle anche che non c'è bisogno che torni a lavoro, risolvo io." comunicò lui.

"Perché devo dire io tutte queste cose alla tua futura moglie?" chiese lei non capendo.

"Non ho voglia di parlare con lei. Fa come ti è stato detto e basta."

"Va bene è tutto?" disse lei in modo sbrigativo, voleva lasciare la stanza con lui e anche in fretta, non sembrava di buon umore, e non voleva trovarsi anche lei in una situazione in cui lui l'aggrediva.

"Si puoi andare. Isabel voglio le cose in grande e in maniera elegante"

"Sarà fatto." Disse lei alzandosi e con tono seccato della voce, con un inchino accennato poi si diresse verso la porta.

"Isabel." chiamò di nuovo lui prima che lei aprisse la porta.

"Cosa?" chiese lei voltandosi a guardarlo.

"Tieni d'occhio Jisoo. Saprò se andrà dove non dovrebbe, e la colpa ricadrà su di te."

"E dove dovrebbe andare?" chiese lei guardandolo in confusione.

"Dove anche tu non dovresti andare."

Lei lo guardò aggrottando la fronte. "Non ho idea di cosa tu stia parlano, potresti essere più chiaro?" chiese lei fingendo di non capire, qualcosa le faceva pensare che lui si stesse riferendo ai bts.

"No. sei intelligente puoi arrivarci benissimo da sola. Ora vattene."

Isabel lo guardò impassibile e senza dire più nulla si avviò via da lì.

Dopo essere uscita dall'ufficio, come sempre salutò il segretario Park, sparita dalla vista dell'uomo, incominciò a percorrere con passo molto veloce il corridoio diretta a uno degli ascensori.

Prese l'ascensore, andò verso il suo ufficio per disporre ordine al suo staff e comunicare che sarebbe stata reperibile ma non in ufficio per un bel po' di giorni.

Con molta fretta, cercò di prendere tutti i suoi effetti il più veloce possibile e di correre all'appartamento di suo padre, dove sapeva ci sarebbe stata Jisoo, da poco tornata lì.

Doveva andare da lei e comunicarle tutto, e anche le sue preoccupazioni.

Sembrava come se suo padre sapesse di Namjoon.


Arrivata all'appartamento, Jisoo la fece entrare ed entrambe si andarono a sedere sul divano.

Jisoo era ancora in uno stato quasi simil-catatonico, ascoltò tutto senza dire una parola, e annuendo di tanto in tanto.

Sembrava una di quelle persone pronte al patibolo.

Sembrava come se non avesse più le forze per lottare.

Sembrava come se il signor Kim avesse risucchiato tutte le energie della donna.

Più Isabel la osservava, mentre continuava ad aggiornarla su tutto, più rivedeva in Jisoo sua madre. Non era riuscita a salvare Claudia, e sentiva che non avrebbe potuto salvare Jisoo.

"Jisoo?" chiamò Isabel dopo che avesse finito di riferirle tutto.

"Cosa?" chiese lei con voce stanca, chiudendo gli occhi un attimo.

"Cosa intendi fare?" chiese la ragazza.

"Non credo di riuscire." Disse Jisoo con voce piatta e senza più energia.

"Jisoo, dobbiamo organizzare il matrimonio, posso fare tutto io. Ti aiuto io" provò a sembrare incoraggiante Isabel.

"Non voglio." Disse lei guardandola impaurita.

"Hai un'altra scelta?" chiese pur sapendo quale sarebbe stata la risposta.

"No. Non ho altre scelte, solo subire il tutto" disse la donna con lo sguardo vuoto rivolto verso il pavimento.

"Con Namjoon?" provò a chiedere lei.

Jisoo alzò lo sguardo su Isabel e incominciò a singhiozzare isterica.

Jisoo lo sapeva era la fine, la fine di tutto. Non avrebbe mai rivisto Namjoon e il suo dolce sorriso, non sarebbe mai più stata felice. Quei pochi momenti passati con il ragazzo erano stati i più spensierati di tutta la sua vita, ed erano durati veramente fin troppo poco.

Non era stata fortunata, la vita per lei aveva avuto in servo solo un atroce destino. Non si sarebbe mai salvata, e non aveva neanche più la forza per sopravvivere.

Aveva perso tutto quello che aveva provato a conquistare.

Si era sforzata tanto, e alla fine tutti gli sforzi per provare ad avere un minimo di soddisfazione dalla propria vita erano stati tutti vani.

Pensava che sarebbe stato meglio non lottare affatto. Aver lottato le aveva solo dato l'illusione di poter essere felice. Lei non era destinata a ciò.

Isabel si avvicinò a lei sull'altro divano si sedette vicino, e abbracciò Jisoo, tenendola stretta, aspettando che la crisi finisse.

Non venne respinta dalla donna, anzi Jisoo si strinse a lei come in cerca di protezione, quella che Isabel avrebbe voluto dare a sua madre, ma che mai aveva potuto. Era stata respinta sempre, ogni volta che aveva provato a fare un gesto verso la donna, era stata allontanata.

Forse avrebbe potuto aiutare Jisoo, forse con lei ci sarebbe riuscita.

Forse per quella volta il destino poteva essere compassionevole.

POMERIGGIO

Dashimen e Win-hoo si trovavano entrambi a casa di Dash, erano giorno che erano chiusi lì dentro, per via di Isabel che aveva chiesto il favore di revisionare molti e anche fin troppi video della sorveglianza della villa in cui la ragazza aveva vissuto durante la sua infanzia a Seoul.

"Sono tre giorni che revisioniamo questi video" si lamentò Win-hoo a gran voce.

"Non troveremo mai quello che lei vuole, è impossibile!" esclamò Dashimen bloccando il video dell'entrata della villa di Isabel inerente a febbraio duemila.

"Ma si può sapere cosa sta cercando?" chiese Win-hoo cercando di capirci qualcosa del perché di quella ricerca assurda di Isabel.

"Sta cercando la ragazzina del fascicolo del padre" disse scuotendo la testa "Che tra l'altro neanche è sicura che ci sia mai andata in questa fottutissima villa." Spiegò Dashimen con tono sia annoiato che arrabbiato.

"Ah.. vorrei chiedere altro ma evito, non ne voglio sapere niente!" trillò Win-hoo guardandolo con orrore, se voleva sopravvivere a tutto era sempre meglio per lui sapere meno, l'aveva imparato ormai.

"Non c'è poi molto da sapere, lei non ha spiegato neanche a me cosa sta andando a cercare... Penso tu abbia sbagliato tutto amico mio" disse con rammarico Dashimen dando qualche pacca di incoraggiamento a Win-hoo sulla spalla.

"Che cosa ho sbagliato?" chiese Win-hoo confuso.

"Dovevi trasferirti tu da Nate... avevi la possibilità di scappare da tutta questa pazzia e invece rischierai di farci entrare anche lui" disse scuotendo la testa.

"Ah no! lui non saprà niente di niente! Lo terrò al sicuro in una scatola di cristallo!" disse con far protettivo.

"Aigoo... ti sei innamorato vedo!" lo prese in giro Dashimen dandoli un colpetto e ammiccandoli.

"Shh... ho il terrore che quando verrà qui andrà tutto alla malora, Seul porta sfiga nelle storie d'amore" disse guardando con intensità.

"No, siamo io e Isabel sfigati... pensa un po' Yun-hee dopo tanti anni è riuscita a fidanzarsi con Jimin, anche se penso che la situazione vada un po' male... mmh si mi sa che è Seul il problema"

"No ti prego non dire così! Sono già in panico che viene qui!" disse con voce isterica Win-hoo.

"Fra quanto dovrebbe venire?" chiese lui con interesse.

"Fra un paio di settimane, il tempo che finisce il contratto di lavoro che ha, abbiamo già preparato tutti i pacchi e spediti, stanno pian piano invadendo il mio appartamento"

"Ah manca poco! Sono sicuro che andrà bene!" esclamò provando a essere ottimista sorridendo.

"Aigoo, il tuo sorriso è inquietante, se volevi rassicurarmi, fidati non ci stai riuscendo" disse con rimprovero.

"Scusa.. non sono molto ottimista in fatto d'amore.. ma viene e poi cosa fa?" chiese incuriosito, nell'ultimo periodo lui e Win-hoo non avevano passato poi molto tempo insieme, anche perché il ragazzo era partito per un bel po' alle Hawaii, per stare con Nate, e aveva lavorato a distanza per Isabel. Era stata Isabel a spronarlo ad andare lì.

"A settembre ha il test della lingua, e nel frattempo lavorerà in Hotel come social media management, comunque la nostra lingua la sa parlare e scrivere gli serve solo l'attestato"

"Ah quindi rimarrà in Hotel?"

"Per il momento, non è molto sicuro di quale lavoro voglia realmente fare, proverà con quello, Isabel ha detto che in caso parleranno più avanti per trovare un lavoro adatto a lui."

"Waoo, Isabel è stata molto gentile, almeno con qualcuno, dato che a noi a dato questo compito orrendo di guardare video di un giardino!" esclamò leggermente irritato dalla situazione, si mosse al computer e tolse il cd che avevano appena finito di vedere.

"Isabel ha detto che per lei potevo anche trasferirmi, che le sarebbe dispiaciuto, ma che non dovevo sentirmi costretto a rimanere al suo fianco." Annuì con il capo Win-hoo, sentendosi grato di lavorare per la ragazza, anche se lei era circondata di problemi.

"È fatta così vorrebbe tutti felici e innamorati, questo è perché non può stare con Yoongi."

"La settimana scorsa mi sono fermato a cena da loro... devo dirti che sembrano veramente una bella coppia. Cucinavano e ridevano e scherzavano, sembravano entrambi felici" lo informò Win-hoo guardandolo un po' titubante.

"L'ho notato anche io, quando tu eri alle Hawaii e noi siamo andati a Chicago. Lui si è preso cura di lei per ogni cosa, e quando non andava a fare terapia, si premurava sempre di organizzare qualche attività da fare anche fuori Chicago. Per quanto lei stesse male per tutto il fatto della gravidanza isterica, vicino a lui era comunque molto rilassata e sembrava riuscire a stare meglio" disse lui leggermente pensieroso.

"Amico mio, penso che sia meglio così." Disse annuendo con la testa.

"Cazzo!" urlò Dashimen facendo saltare per aria Win-hoo vicino a lui.

"Cosa?" trillò il ragazzo guardandolo in malo modo per lo spavento.

"Eccola! E lì!" disse indicando lo schermo e mettendo pausa.

"Aveva ragione allora e dire che la ragazza era andata in quella villa" trillò con allegria Win-hoo.

"Le mando un messaggio così appena può ci raggiunge, può essere che ci darà anche qualche risposta!" esclamò Dashimen.

-abbiamo trovato il video della ragazza, raggiungici appena puoi-

La risposta al messaggio arrivò quasi immediatamente.

-Sono in Hotel, arrivo subito, per qualunque cosa non menzionare i video, ho bisogno di un altro favore. Non vengo sola.-

Dashimen e Win-hoo guardarono la risposta di Isabel sempre più confusi, sospirarono entrambi accasciandosi di più sulle proprie sedie, qualcosa in quel messaggio dava ansia ad entrambi, nessuno dei due stava capendo cosa stesse succedendo e del perché Isabel fosse così criptica, speravano entrambi di avere delle risposte, dovevano solo aspettare la ragazza.

POMERIGGIO

Namjoon e Yoongi erano diretti verso l'ufficio di pd-nim per chiedere al capo se avesse un attimo da dedicare a loro e la produzione di una canzone per il prossimo album che sarebbe uscito a settembre.

Entrarono nella saletta dove c'era la scrivania di Jisoo vuota.

"Ancora malata?" chiese Yoongi.

"Si... ci siamo sentiti solo tramite messaggi, dice che non ha voce per parlare" disse il leader guardando la scrivania vuota, impensierito.

"Ma cosa ha di preciso?" chiese Yoongi con interesse.

"Influenza, non so bene, è già da parecchio che sta così, le ho detto di richiamare il medico" disse con un sospiro Namjoon, mentre mi mordeva l'interno della guancia inquieto per la sua ragazza.

"E il marito?" chiese Yoongi.

"Non so... penso a casa con lei"

"Namjoon... non credi che sia il momento di parlare un po' meglio con lei riguardo la situazione... tu sembri parecchio preso" provò a dire Yoongi guardando l'amico sentendosi leggermente in imbarazzo.

"Mh.. a me va bene così. Dai bussiamo" disse chiudendo il discorso e facendo dei passi verso la porta dell'ufficio di Pd-nim.


"Voglio parlare con lei!" urlò Pd-nim da dentro la stanza.


Namjoon si fermò di colpo sentendo il loro capo urlare e si voltò a guardare Yoongi che strizzò gli occhi incuriosito.


"Non c'è bisogno che lei parli con Jisoo. La decisione è stata presa da lei, sono solo io a comunicarla"

"Io le ripeto che voglio parlare con la ragazza, voglio sapere se sta bene"


Namjoon sbiancò improvvisamente e si avvicinò lentamente alla porta cercando di poter udire di più, si avvicinò anche Yoongi, trovando la voce che stava parlando familiare.


"Ciò non potrà avvenire."

"È una mia dipendente ne ho tutto il diritto"

"Allora la provi a chiamare. Ma i fatti sono questi, Jisoo non lavorerà più per lei. Può pure farle causa, non sarà un problema, vuole un assegno posso farlo tranquillamente ora."

"Non voglio denunciare la ragazza, non ho bisogno dei suoi soldi."

"Si me l'aveva chiarito quel ragazzino, che si crede sempre più potente. A credersi tanto potenti senza una vera ragione si rischia solo di incasinare le cose. Il suo leader deve ringraziare il suo amico."


Yoongi sbiancò, lui aveva appena capito di chi fosse la voce, come non ci fosse arrivato, immediatamente, era un mistero, solo un uomo aveva una voce così viscida.

Si sentiva comunque confuso, era certo che quello dentro fosse il padre di Isabel, ma non capiva del perché stessero parlando di Jisoo. Guardò Namjoon vicino a lui che sembrava al quanto confuso da tutto.

Namjoon era, invece, convinto che dentro ci fosse il marito di Jisoo ed era ignaro di tutto, e non stava capendo a cosa si stesse riferendo, si sentiva anche angosciato, l'uomo aveva detto leader, probabilmente sapeva della loro tresca, erano tutti nei pasticci.


"Ora la lascio, ho altro da fare." Disse con tono secco.


Yoongi a sentire quella frase prese Namjoon per una manica e lo tirò più lontano dalla porta.

Era meglio non farsi beccare a spiare.

La porta si aprì e davanti ai due ragazzi e apparse il padre di Isabel.

Namjoon strabuzzò gli occhi esterrefatto da trovare quell'uomo lì.

Non capiva perché il padre di Isabel stesse parlando di Jisoo. Guardò Yoongi al suo fianco che aveva fessurato gli occhi e stringeva i pugni con rabbia.

Yoongi vicino a lui fece qualche passo e si frappose tra Namjoon e il padre della ragazza.

Namjoon sentì sempre di più l'angoscia farsi largo in lui, insieme alla confusione che accresceva. Il modo di fare di Yoongi era protettivo nei suoi riguardi e lui non ne stava capendo il motivo.

"Che fa lei nella mia agenzia?" disse Yoongi con voce sprezzante, pronto a combattere di nuovo e a farsi valere.

"Non sono affari tuoi di cosa io faccia ragazzino." Disse il signor Kim guardando con odio.

"Invece si, se si presenta sul mio luogo di lavoro."

"Sa dovrebbe proprio tenere a bada i suoi ragazzini." Disse con tono sprezzante voltandosi verso Pd-nim che si era avvicinato a loro e guardava Yoongi e Namjoon con timore.

"Lei non dovrebbe mettere piedi qui. Cosa altro vuole dalla nostra vita? Non le basta aver rovinato quella mia e di Isabel? Ora lo fa con altri?" disse Yoongi spavaldo continuando a fronteggiarlo impavido.

"Siete voi che vi state immischiando in cose che non dovreste. State alla larga dai miei affari e vi andrà tutto bene." disse sotto forma di minaccia.

"Isabel è affar mio. " Disse combattivo il rapper.

"Isabel è mia figlia e di mia proprietà. Continui a perseverare? Sei solo un illuso. Non ti è ancora chiaro il tuo posto? Sai mia figlia ha capito il suo." Sentenzio lui.

"Il mio posto è quello di dove mi trovo al momento. Continuerò a farmi valere, lei non mi fa paura."

"Non ho bisogno di farti paura. Perché dovrei? Alla fine dei conti vinco io." disse con una risata perfida.

"Forse è il caso che lei vada via." Disse Pd-nim intromettendosi nel discorso e avvicinandosi all'uomo.

"Si dire, di aver perso fin troppo tempo." Disse con tono scontroso, incominciando ad avviarsi verso l'uscita della saletta.

Yoongi lo seguì con lo sguardo per tutta la camminata, pronto ad attaccare in caso avrebbe dovuto continuare a farsi valere.

Namjoon dietro di lui era immobile come una statua, sempre più confuso dalla situazione, continuava a sentirsi angosciato.

"Kim Namjoon?" il signor Kim chiamò il ragazzo, che si voltò a guardarlo stupito dal fatto che si rivolgesse a lui.

"Ho vinto io." disse prima di varcare la porta e scomparire dalla vista di tutti.

Hit-Man era raggelato sul posto, e aveva sbarrato gli occhi.

"Che cosa ha vinto?" chiese Yoongi con rabbia.

"Non lo so... io non ho capito." Disse Namjoon guardando poi il capo.

"Lo odio" disse Yoongi con rabbia, si voltò a guarda il loro capo in cerca di spiegazioni.

"Entrate nel mio ufficio" disse con tono serio voltandosi e camminando verso la sua scrivania.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso, non avendo capito nulla di quello che era appena successo.

In silenzio entrarono nella stanza chiusero la porta alle loro spalle e si accomodarono.

Hit man aveva preso un giornale tra le mani e lo osservava concentrato, alzò lo sguardo su Namjoon, indeciso se essere lui a dargli quella notizia.

Grugnì a gran voce, doveva parlare lui con loro, era il suo compito.

SERA

Pd-nim aveva spiegato tutto ai due ragazzi, che erano rimasti leggermente in Shock, uno shock in cui Namjoon si ritrovava e da cui non riusciva a uscirne.

Appena avevano finito entrambi di parlare con il loro capo, Namjoon aveva provato a chiamare Jisoo senza alcun risultato.

Yoongi alla fine, aveva deciso di portare il ragazzo a casa, e di posticipare tutti i loro impegni.

Aveva mandato un messaggio sul gruppo dicendo a tutti di raggiungerli a casa e anche velocemente.

I bts si trovavano nel soggiorno di casa loro, Namjoon era seduto sul divano in uno stato di Shock, sul tavolo c'era la rivista con la foto di Jisoo e del signor Kim e la notizia del loro futuro matrimonio.

Nella stanza regnava il silenzio, nessuno comprendeva il come poteva essere accaduta una cosa del genere, nessuno aveva parole di conforto, e nessuno aveva una risposta a tutto ciò.

Yun-hee continuava a provare a chiamare Isabel con il telefono, c'era anche lei insieme ai ragazzi, Jimin quando era tornato a casa con lei aveva trovato tutti loro in silenzio, Taehyung aveva deciso di spiegare tutto ad entrambi che erano rimasti leggermente sotto shock specie la ragazza che non sapeva della relazione tra Namjoon e la segretaria di Pd-nim.

"Non risponde... è inutile che io continui a chiamare, mi richiamerà lei quando potrà" provò a dire Yun-hee leggermente scoraggiata da non poterli aiutare di più.

"Hai fatto il possibile" disse Jimin sorridendole gentile e prendendole una mano tra le sue.

"Tu non ne sai proprio nulla?" provò a richiedere Jin, non capiva come lei non fosse al coerente di niente dato la vicinanza a Isabel.

"No... io e Isabel non abbiamo mai parlato di Namjoon, non ne sapevo niente" disse lei guardandolo a disagio, e stringendo di più la mano di Jimin.

"Namjoon perché non provi a richiamare Jisoo?" chiese Jin leggermente titubante.

"Non risponde" disse secco, continuando a guardare le proprie mani e nessuno negli occhi.

"Tutto questo è assurdo" disse ad alta voce Jungkook che era vicino al leader come cucciolo di cane che guardava il suo padrone con preoccupazione dipinta in viso. Tutti si ritrovarono ad annuire, concordi con il più piccolo.

"Aigoo, io mi sento veramente confuso, come diavolo ha fatto quello stronzo del padre di Isabel a incontrare Jisoo e a fidanzarsi!" esclamò Yoongi che si era andato a sedere sul divano vicino Tae.

"E se chiamassimo Dashimen?" chiese Taehyung dopo averci pensato un po' sopra, avevano tutti bisogno di risposte, per quanto fosse contrario a comunicare con il ragazzo, non vedeva altra scelta. Taehyung che precedentemente era diventato molto amico di Dashimen, dopo aver scoperto che fosse andato a letto con Isabel, aveva tagliato tutte le comunicazione, non aveva neanche voluto parlare, era come se avesse completamente cancellato il ragazzo.

"Giusto! Lui forse saprà di più di Yun!" esclamò Yoongi guardando la ragazza a disagio, che scrollo le spalle dispiaciuta da non poter aiutare nessuno.

"Non so... potrebbe non sapere nulla così come me." Disse Yun-hee incerta.

"Beh provare non costa niente!" esclamò Yoongi.

"Chiamalo" disse Jin mettendoli fretta e guardando un attimo Namjoon che continuava a stare zitto e a non dire nulla riguardante il tutto.

Hoseok che era seduto dall'altra parte del divano vicino al suo migliore amico, guardò Yoongi accennando a cennò positivo del capo.

"Vuoi chiamarlo tu?" chiese Yoongi,

"No. Sei l'unico che parla con lui, fallo tu o può farlo Yun-hee" disse schietto.

Yun-hee sospirò triste e Yoongi la guardò per un attimo intuendo che lei sapesse di Dash e Hoseok.

"Secondo me sarebbe più propenso a parlare con te" provò a dire Jin cercando di convincerlo, pensando che da quella tragedia si poteva almeno trarre qualcosa di buono.

"Io non parlo con lui" disse Hoseok, guardando il maggiore con irritazione.

Jin lo guardò scuotendo il capo e si voltò verso Yoongi "Fai tu?" chiese leggermente incerto.

"Tu pensi che non ne sappia niente? Perché io ho incontrato Dashimen giorni fa.. non mi ha detto niente" Yoongi si rivolse a Yun-hee, se Jisoo stava con il padre di Isabel, Dashimen avrebbe dovuto saperlo per forza, ma non aveva mai detto nulla, forse era all'oscuro e Yun-hee poteva aver ragione.

La ragazza guardò Yoongi e scrollò le spalle.

"Beh ora sicuramente sa qualcosa, forse ha parlato con Isabel... sono di nuovo in buoni rapporti no?" chiese Jin, erano un po' all'oscuro tutti delle varie situazioni, solo Yoongi del gruppo parlava con Dashimen, nessuno si era tenuto in contatto, avevano deciso tutti di chiudere con qualunque cosa riguardasse Isabel.

Jin guardò sia Yun che Yoongi in cerca di informazioni.

"Si.. sono in buoni rapporti, stanno spesso insieme, almeno quando lei va in hotel." Disse Yun-hee "ci siamo visti un po' di tempo fa, per un pranzo, lo stesso giorno in cui ti sei visto tu con lui" disse la ragazza indicando Yoongi.

"Provo a chiamarlo Namjoon ti va bene se lo chiamo?" chiese Yoongi

"Non ne vale la pena, non importa. Lei non risponde, ha lasciato il lavoro, e sta con quel bastardo! Isabel aveva ragione a Jisoo piacciono gli uomini di successo! E io a quanto pare non lo sono abbastanza" soffio con rabbia il ragazzo.

"Aigoo, ti dai le colpe? La stronza è lei!" saltò in aria Jin "Isabel, secondo me l'ammazza" disse con un moto di orgoglio nella voce.

"Isabel sapeva tutto, non mi ha detto nulla!" disse Rm scuotendo la testa e con rabbia. "Ha provato ad avvisarmi, ma poi non mi ha detto tutto! Avrebbe dovuto!" disse tra i denti, continuando a tenere i pugni serrati e lo sguardo fisso sul pavimento.

"Namjoon la scelta è tua... se vuoi delle risposte chiamo Dashimen e chiedo a lui, se hai deciso invece che non vuoi sapere nulla, rispetteremo il tuo volere" disse Yoongi.

"Non lo so... provaci" disse con tono piatto, ma stringendo con forza i suoi pantaloni della tuta con entrambi le mani.

Yoongi prese il telefono e digitò il numero sperando che il ragazzo rispondesse.


"Pronto?" disse Dashimen con voce tentennante.

"Dash... senti avevo bisogno di chiederti una cosa" disse Yoongi facendosi coraggio.

Dashimen che si trovava a casa sua si voltò di lato e guardò la ragazza in piedi con la birra in mano che lo stava osservando con curiosità.

"Chiedi pure Yoongi" disse facendo il nome del ragazzo, così che lei capisse con chi stesse parlando.

"Sai per caso qualcosa riguardante la situazione del padre di Isabel con la segretaria di Pd-nim?" chiese immediatamente senza giri di parole.

"Cosa?" disse Dashimen cercando di sembrare confuso, guardò Isabel di fronte a lui e con il labiale pronunciò il nome di Jisoo.

"Nega" disse lei sottovoce.

"Il padre di Isabel si deve sposare con la segretaria del nostro Pd-nim... tu non sai niente di questo?"

"Cosa? Cos' è questa novità? Io non so di un matrimonio o che il padre di Isabel frequenti qualcuno" disse lui provando a essere convincente.

"Ah... mi sa che Yun aveva ragione a dire che eri all'oscuro" disse Yoongi, convinto dalle parole di Dashimen.

"Senti... proverò a chiedere a Isabel, ma come mai vi interessa questo fatto? Pensi che il padre di Isabel si sia avvicinato alla segretaria per spiarti?" suppose Dashimen, che guardò Isabel che invece faceva segno di diniego con il capo, Dashimen in risposta alzò gli occhi al cielo, continuando a non aver chiaro la situazione.

"Ehm.. sai non ci avevo pensato... eravamo tutti preoccupati per altro" disse Yoongi incerto se dire a Dashimen la verità.

"Su cosa siete preoccupati?" provò a chiedere Dashimen spinto da Isabel che aveva preso un foglio e aveva scritto su esso: recupera informazioni su Namjoon.

"Diciamo che la segretaria di Pd-nim.. Jisoo ha una relazione con Namjoon, è una cosa di cui non parliamo di solito, per questo non ne sai niente."

"Davvero?" disse cercando di sembrare stupito.

"Si... e oggi il padre di Isabel è venuto in agenzia con le dimissioni di Jisoo e con una rivista, dove c'era una foto loro e l'annuncio del matrimonio" continuò a spiegare Yoongi.

"Cazzo. Io proverò a capire che sta succedendo, Isabel dovrebbe essere qui in Hotel.. al dire il vero l'ho vista con una donna... forse è lei?"

"Isabel che sta con Jisoo? Dici? Può essere! Puoi andare da Isabel? Non so forse passarmela al telefono così le chiedo di Jisoo!" incominciò a chiedere Yoongi.

"Sai quella dove ci manda a me e te, se le dico che sei al telefono e vuoi parlare con lei!" disse risentito Dashimen guardando Isabel che scuoteva la testa e alzava gli occhi al cielo.

"Ah per Namjoon forse farà un'eccezione"

"Non credo. Senti chiudo e vado a cercarla se so novità vi dico." Disse velocemente cercando di chiudere quella conversazione che stava diventando sempre più scomoda.

"Chiamami!"

"Si lo farò ciao rapper!" disse e chiuse il telefono.

Dashimen, poggiò il telefono sul tavolino e stramazzò sul divano, guardando Isabel che era sempre in piedi e aspettava notizie.

Lei sospirò passandosi una mano tra i capelli, stanca dalla giornata, e in preoccupazione per Namjoon, si avviò anche lei verso il divano per crollarci sopra.

Aveva bisogno di un attimo per riflettere e capire quale fosse la strategia migliore da attuare.

Angolo autrice:

Sto prendendo il razzo! Ho tagliato un casino di parti XD ahahah ma penso che sia meglio così per far andare tutto più veloce, anche perché gli eventi saranno tutti di corsa!

Questo capitolo è stato difficile da scrivere ma per me lo sono tutti quelli con il signor Kim!

Namjoon sa.... Povero cuore!

Ci si legge venerdì prossimo! 

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