CAPITOLO 7: VISIT


CAPITOLO 7: VISIT

AGOSTO 2011

Erano le cinque e mezzo del mattino quasi l'alba quando Yoongi improvvisamente si trovò davanti al portone del palazzo in cui risiedeva Isabel.

Era lì fermo che si muoveva da un piede all'altro sul posto, cercando il coraggio per entrare, fece un respiro profondo e aprì il portone proseguendo dritto davanti a se verso la scrivania all'entrata con il portinaio seduto mezzo assonnato che a sentire il rumore della portone aprirsi spalancò immediatamente gli occhi confuso da chi potesse essere a quell'ora del mattino.

"Ehm salve signore" disse Yoongi imbarazzato al portinaio che lo guardò malissimo

"Salve mi dica cosa le serve?" Chiese con tono scorbutico, assottigliando lo sguardo e studiando attentamente il ragazzo in tuta molto trasandato e con uno zaino in spalle

"Io, dovrei andare a visitare una mia amica" disse a disagio ondeggiando da un piede all'altro e mordendosi il labbro inferiore

"Una sua amica? Alle cinque e mezzo del mattino?" chiese guardandolo scettico

Facendolo imbarazzare ulteriormente, come l'era saltato di andare da lei così presto così senza neanche chiamarla non lo sapeva, aveva finito le solite prove da trainer alle quattro e mezza, si era fatto una doccia veloce, si era vestito e aveva incominciato a camminare, senza rendersi conto era salito su un autobus e si era ritrovato davanti al palazzo di lei. Aveva pensato spesso a lei in quell'ultimo periodo, anche se fosse molto impegnato, ma improvvisamente sentiva la mancanza di averla sempre al suo fianco su quei banchi di scuola, li mancavano anche quei pomeriggi dove a volte lui si fermava a studiare con lei, che li passava tutti i suoi appunti e li spiegava i punti salenti.

"Ehm si, lo so che è un orario strano" disse sempre più a disagio abbassando il capo dandosi sempre di più dell'idiota colossale.

"E chi sarebbe la sua amica?" chiese il signore sospettoso, storcendo la bocca.

"Ehm Isabel Kim" disse indeciso, il portinaio prese il registro e trovò il nome della ragazza, con vicino scritto i visitatori autorizzati da lei

"Come si chiama lei signore?" chiese provando a tornare professionale per un attimo.

"Ehm Min Yoongi" disse con un filo di voce, maledicendosi di quella scelta e con un'incredibile voglia di darsela a gambe.

"La prego di farmi vedere il suo documento per confermare la sua persona" disse con tono secco l'uomo continuando a guardarlo male.

Yoongi incominciò a frugare nello zaino che avesse con sé e prese il portafoglio

porgendo il documento al signore, facendo un leggero inchino.

"Perfetto, può andare, questo è la tessera per entrare nell'appartamento, qui sta scritto che lei può entrare in casa della ragazza ogni volta che vuole a qualunque orario." Disse contrito non per niente a favore con quel tipo di scelta.

"Ehm grazie" disse confuso da quella rivelazione, prendendo la tessera a disagio e il suo documento, per poi inchinarsi. E fuggire da lì, verso l'appartamento.

Si trovò davanti la porta indeciso su cosa fare, se suonare o meno il campanello, entrare direttamente era assolutamente cosa da evitare si disse a meno che non volesse farle venire un infarto prematuro.

Incominciò di nuovo a darsi dell'idiota per quell'improvvisata così assurda.

Come l'era saltato in mente di andare lì ancora non lo capiva, era più di un mese che non la vedeva, ma avendo il divieto di avere telefoni non poteva neanche poterci parlare, e in quel mese non aveva avuto un giorno libero e in quei pochi momenti di libertà si ritrovava a sprofondare in un sonno profondo.

Mentre continuava a camminare avanti e dietro suonò il campanello senza neanche accorgersene e spaventandosi anche al rumore di esso, guardò la sua mano sconvolto come se lei si fosse mossa da sola, senza che lui le avesse dato l'ordine di pigiare quel tasto malefico di fronte a lui.

Guardò la porta e poi si girò verso l'ascensore chiedendosi se fosse ancora in tempo a scappare per non tornare mai più in quell'appartamento troppo in imbarazzo.

"Ok Min Yoongi ti devi calmare, non stai facendo nulla di male! Sei venuto a trovare un'amica, gli amici si vanno a trovare a vicenda" disse mentre risuonava il campanello senza accorgersene di nuovo, incominciando a parlare da solo avvicinandosi a una pianta vicino al muro opposto della porta "Beh si, ma sono un'idiota, gli amici si vanno a far visita, ma no alle cinque e mezzo del mattino, la gente normale dorme a quest'ora!" continuò a parlare da solo, cercando in tutti i modi di concentrarsi sulla pianta e no sulla porta di fronte a lui.

Al suono campanello, Isabel si mise a sedere sul letto, dando uno sguardo all'orologio sul comodino che segnava le cinque e mezza del mattino, si stropicciò gli occhi sconvolta, si disse che molto probabilmente fosse stato soltanto un sogno, pensando che solo un pazzo potesse suonare a casa della gente a quell'ora, fece uno sbadiglio e decise di rimettersi a dormire, ma il campanello suonò di nuovo, strizzò gli occhi confusa, rendendosi conto che fosse sveglia e che il suono del campanello non fosse solo un sogno ma fosse reale.

Si alzò maledicendo la signora del piano di sopra, penso che sicuramente dovesse essere lei poiché avesse difficoltà con il figlio piccolo, che solo la tata riusciva a calmare e che quando incominciava a piangere nessuno riusciva a farlo smettere. Fino a che un giorno non era salita lei a dare una mano a quell'orrenda donna rifatta da capo a piedi, con sempre quintali di trucco in faccia e vestiti orrendi che secondo lei erano super alla moda.

Quella donna non era per niente portata a fare la madre e vedeva il suo povero bambino come un accessorio, povero bambino che ogni mese cambiava colore di capelli, moda assurda coreana di colorare i capelli ai bambini da piccoli.

Si avviò verso la porta incazzata sapendo che si dovesse occupare lei del bambino dato l'inettitudine della donna in questione, e arrivò il terzo suono del campanello. Arrivata alla porta, si accosto per sentire il pianto, ma quello non arrivò all'orecchio sentì solo il vociare di qualcuno che borbottava, e cosi d'istinto aprì la porta senza neanche domandare prima chi fosse.

"Sono veramente un'idiota, ma perché continuo a suonare quel cavolo di campanello cosa c'è che non va in me!" intanto Yoongi borbottava a bassa voce e si malediceva sempre con la pianta lì vicina, senza accorgersi della porta appena spalancata e della ragazza di fronte a lui vestita con una maglia lunga che nascondeva i pantaloncini e i capelli Blu tutti arruffati, che stava strizzando gli occhi confusa.

"Yoongi?" domando lei confusa "Che fai con la pianta?" chiese spalancando gli occhi per lo stupore

"Aish!" saltò in aria il ragazzo spaventandosi, per poi finire incollato al muro con la schiena e le braccia spalancate dallo spavento, che la guardò confuso.

"Omo, ti sei spaventato?" chiese stranita "Che cosa fai qui?" chiese sorpresa nel trovalo davanti la porta di casa sua.

"Io mmmh mhhh, ciao!" disse a disagio cercando di ricomporsi per sembrare un attimino normale e sano di mente.

"Stai bene? Sei ferito? È successo qualcosa?" incominciò a fare domande lei preoccupata avvicinandosi a lui.

"Tutto bene! Io sto bene! Tu come stai?" chiese lui con voce nervosa

"Io bene... Che fai qui?" chiese lei tentennando davanti a quella pazzia, pensava di conoscere piuttosto bene il suo amico, ma a quanto pare non aveva mai compreso che lui potesse fare dei gesti tanto folli come presentarsi all'alba a casa di qualcuno.

"Io sono venuto a trovarti, gli amici si vanno a trovare quando si ha tempo libero, e tu sei un'amica e io sono tuo amico e quindi sono venuto a trovarti, perché è giusto farlo, e perché passavo da queste parti, e quindi mi sono detto perché non andare a trovare Isabel che non vedo da parecchio, dato che è un'amica e io sono un amico e posso andare a trovarla!" disse il tutto velocemente preso dal panico aumentando la velocità sempre di più che lo sguardo della ragazza si faceva confuso a tutto quel vomito di parole

"Ehm, eri da queste parti alle 5 e mezza del mattino?" chiese lei scettica e super confusa cercando di collegare tutto quello che lui avesse detto ma facendo veramente molta fatica a quello sproloquio appassionato che lui aveva appena vomitato fuori con acuti strani a fine di alcune parole.

"Ehm si, sono venuto a salutarti io ora vado! Addio!" disse in preda al panico per poi fare un passo, ma ritrovandosi subito fermato dal corpo di lei, che lo blocco al muro facendolo arrossire e facendolo sentire a disagio.

"Sei venuto qui per salutarmi alle cinque e mezza del mattino per poi andartene?" chiese lei aggrottando lo sguardo

"Beh io... non lo so" disse a disagio "Ehm troppo contatto" disse guardandola e lei si stacco da lui capendo il disagio, lo sguardo di lui causalmente si fermò sulle gambe nude coperte solo da quella maglietta larga che aveva.

"Omo! Ma sei mezza nuda!" disse coprendosi gli occhi e girandosi dall'altro lato, urtando la pianta per sbaglio con il ginocchio rovesciandola a terra. Facendo ridere la ragazza e facendo si che le sue guance diventassero più rosse.

"Sei venuto fin qui ad uccidere una povera pianta innocente?" chiese lei ilare mentre rideva e rischiava di soffocare per le risa.

"Io... no! Scusa pianta! Era diventata mia amica!" esclamò lui piegandosi per rimetterla a posto nervoso, mentre la ragazza continuava a ridere.

"Ti aiuto" disse poi cercando di smettere di ridere ma ancora con una leggera ridarella e si avvicinò a lui posando una mano sulla sua, facendolo diventare del tutto color rosso pomodoro.

"Ehm io ... tu ... la pianta" incominciò a balbettare

"Oddio quanto sei carino, così in imbarazzo" sorrise lei rialzando la pianta "Non sono mezza nuda, comunque, guarda!" e così dicendo alzò leggermente la maglia facendo notare gli short al ragazzo, che erano veramente striminziti

"Ehm, si ho visto mmh" disse per poi guardare in alto, mordendosi leggermente il labbro inferiore, con il cervello che andava a mille immaginando cose che probabilmente non avesse dovuto immaginare.

"Vuoi entrare o vuoi rimanere tutto il tempo con la tua nuova amica?" chiese lei cercando di essere seria ma riuscendoci poso, dato il ghigno sul viso, mentre indicava la pianta rimessa in posizione che aveva perso terra e aveva le foglie un po' ammaccate

"Si io entro, si per cinque minuti ma poi vado, perché è un orario improponibile e la gente dovrebbe dormire, no svegliare le persone" disse lui nervosissimo e impacciato, mentre lei sbuffava per quell'altro vomito di parole insensate e lo prendeva per la mano triandolo dentro.

"Come mai da queste parti a quest'ora?" chiese lei chiudendosi la porta alle loro spalle

"Ehm... io ho finito le prove di ballo e poi ho fatto una passeggiata" disse lui a disagio togliendosi le scarpe

"Non dovresti andare a dormire perché hai fatto una passeggiata? Da quanto non dormi?" chiese lei assottigliando lo sguardo con rimprovero.

"Ehm da più di un giorno ieri mi sono svegliato alle undici, ehm si forse dovrei dormire" disse lui cercando poi di nascondere uno sbadiglio improvviso.

"Si, forse dovresti, anche perché sembri isterico non ti ho mai visto così" sorrise lei porgendoli le ciabatte, dando la colpa del suo fare da pazzo alle poche ore di sonno e non capendo realmente il perché lui fosse talmente fuori di testa

"Hai detto dalle undici di ieri mattina?" chiese poi sconvolta mentre strabuzzava gli occhi.

"Ehm si ho avuto una giornata piena, sono tutte piene tra il lavoro da trainer e il part time" disse lui grattandosi il collo a disagio

"Ok, hai sicuramente bisogno di dormire, andiamo" disse prendendolo per mano

"Dove?" chiese lui

"A dormire, io ho ancora sonno, lavori oggi?" chiese lei

"Ehm no, giornata libera" tentennò lui confuso non capendo dove dovesse andare a dormire, forse lo avrebbe portato in una stanza degli ospiti e l'avrebbe messo a letto.

"Perfetto dormiamo e poi organizziamo la giornata stiamo insieme, sono stanca di studiare solo" sorrise lei incominciando a condurlo verso la camera da letto, e lui la lasciò fare facendosi tirare come se fosse un bambolotto di pezza.

"Ehm ok, va bene" disse sorridendo per poi guardare il letto e sbiancare

"Lascia lo zaino dove vuoi, non puoi dormire con quello in spalle" disse lei lasciandoli la mano e poi facendo il segno verso il letto

"Vuoi dormire nello stesso letto?" chiese sentendosi avvampare in faccia e indicando il letto con un dito sconvolto.

"Certo, è più comodo del divano, forza" disse spronandolo

"Ehm un maschio e una femmina non dovrebbero dormire insieme fuorché non siano fidanzati" disse lui impacciato con tono leggermente acuto

"Omo! Chi cavolo è che lo viene a sapere, ho già dormito con amici maschi senza farci nulla, lasciati andare" sorrise lei avvicinandosi

"Hai già... dormito con maschi?" chiese con un rumore strozzato

"Yoongi, sono stata in America per tutta l'adolescenza a fare tutto quello che volevo, alcune cose che per voi sono rare come gli abbracci e il contatto fisico per me non lo sono, non ci vedo nulla di male. Prometto che non ti tocco" disse poggiando le mani sulle sue spalle facendolo deglutire sonoramente

"Ok va bene come vuoi tu" disse per poi sbadigliare e percependo che il sonno stesse arrivando fin troppo velocemente e che molto probabilmente se fosse andato via da lì avrebbe preso un autobus e sarebbe finito chissà dove addormento lì dentro.

"Io dormo da quel lato, tu puoi prendere l'altro" sorrise lei avviandosi a letto e stendendosi come se tutta quella situazione fosse completamente normale per lei. Lui alla fine si trovò a sospirare seguì il suo esempio e mettendosi dall'altro lato del letto.

Dopo un paio di minuti lei si voltò verso il lato di lui "Dormi?" chiese a bassa voce

"No, non riesco" disse con gli occhi chiusi in una posizione da mummia, lei annuì e si avvicinando a lui poggiando la testa sul suo petto.

"Avevi detto che non ci saremmo toccati" disse con voce stridula e spalancando gli occhi.

"Si ma tu sei nervosissimo, perché stai nel letto con una ragazza, ti faccio vedere che non c'è nulla di male a dormire con un'amica, ora respira insieme a me e cerca di rilassarti" disse lei non staccandosi "Se vuoi abbracciarmi puoi farlo, qui puoi fare tutto quello che vuoi, puoi comportarti come vuoi, niente regole imposte dalla società, niente obblighi, quando stai con me puoi essere tutto quello che vuoi" disse lei sussurrando in maniera molto dolce.

"Sei sicura? Posso? E se dovesse darti fastidio qualcosa?" chiese lui con un filo di voce sempre in modo impacciato.

"Se non ti ho ucciso per avermi svegliata di mattina presto e per aver ucciso la povera pianta di fuori, stai sicuro che niente potrà infastidirmi. Accetterò tutto di te" sorrise lei accarezzandoli leggermente il petto

"Ok" sussurrò lui per poi abbracciarla timidamente, e sentendo il calore per tutto il suo corpo aumentare.

"Ora rilassati e dormi, andrà tutto bene, hai bisogno di riposare" sussurrò lei incominciando ad accarezzarli un braccio con cui lui l'aveva cinta nell'abbraccio.

Lui sospirò e cercò di mettersi comodo, cercando di rilassarsi.

Dopo un po' entrambi si addormentarono stretti in quell'abbraccio.

Angolo dell'autrice:

Ed ecco le basi vere di quest'amicizia che diventerà sempre più stretta.

Ma quanto mi piacciono entrambi! Che cuccioli! 

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