CAPITOLO 66 I'M FEEL SO ALONE
CAPITOLO 66 I'M FEEL SO ALONE
09 DICEMBRE 2015
Isabel con il suo bagaglio a mano che stringeva, si trovava davanti all'aeroporto di Tokyo, pronta per imbarcarsi sull'aereo per tornare a Seul. Come ogni volta era in anticipo sempre di un paio di ore. Quando aveva la possibilità di trovarsi sola durante quei viaggi veloci di lavoro, faceva sempre tutto con calma e ne approfittava per vedere le città dove andava. Tokyo però, ormai la conosceva fin troppo bene, specie dopo quei mesi passati lì. Tokyo era il posto che le aveva permesso di avere Nabi, ma era anche la città che l'aveva incominciata ad allontanare da Yoongi.
Era ferma al centro della sala a guardare i tabelloni con gli arrivi e le partenze ed ecco che i suoi occhi si soffermarono su una scritta di un aereo che sarebbe partito tra una mezz'ora per Yokoama. Bang Pd-nim era solito mandarle sempre i biglietti di ogni concerto, anche se essi non fossero a Seul, infatti aveva i biglietti per il concerto di Yokoama, come se un istinto avesse preso il sopravvento in lei, si ritrovò a muoversi verso le cabine per comprare i biglietti e per cambiare la destinazione del suo volo e andare in quella città.
Non si sa come si ritrovò sull'aereo per Yokoama e dopo di che anche davanti allo stadio con il suo ticket in mano per andare a vedere il suo concerto, libera dall'investigatore e libera di chiunque. Aveva mandato solo un messaggio con su scritto che si sarebbe trattenuta a Tokyo per un'altra sera e poi aveva spento il telefono.
La sua mente era completamente rivolta solo a lui.
Non l'aveva mai visto in concerto, non ne aveva mai avuto la possibilità o anche solo il pensiero, se mai fosse andata a un loro concerto l'investigatore che fino a un mese prima la seguiva ovunque se ne sarebbe accorto e sarebbero stati guai enormi, si sentiva pronta ad entrare.
Entrò dentro, andò in una delle prime file coperta con un cappellino e una mascherina per non farsi riconoscere, non avrebbe mai voluto creare un problema a Yoongi, era consapevole di avergli provocato troppo dolore quando era andata da loro. Scosse leggermente la testa come a voler scacciare i cattivi pensieri, doveva concentrarsi sullo spettacolo era lì per quello, solo per vedere loro.
Arrivata l'ora esatta si accesero le luci, e partì il video della presentazione del tour con i loro visi, Isabel incominciò a sentire gli occhi pizzicarle già alle prime note di House of cards.
È in gioco, di nuovo pericoloso
Così male (perché?) noi, sì
Per sopportare di più, per sostenerlo
Così difficile (difficile), non possiamo
Anche se lo sapevamo già
Non riuscivamo a fermarci
Impossibile, impossibile, impossibile, sta cadendo
Col passare del tempo
Diventa solo più rovinato
Impossibile, impossibile, sta crollando di nuovo
Una casa fatta di carte, e noi dentro
Anche se siamo in grado di vedere la fine, anche se crollerà presto
Una casa fatta di carte, con noi come dei pazzi
Anche se è un sogno inutile, resta così un altro po'
STAY
Le lacrime scendevano veloce, andando a bagnare la mascherina, Isabel si passò velocemente una mano sugli occhi. Erano veramente tutti diventati bravissimi, l'aveva capito subito, appena aveva udito la prima nota cantata, le era venuta la pelle d'oca, e ora aveva il terrore di sentire altro.
Di sentire lui.
Aveva paura di una possibile crisi di panico e della possibile sofferenza.
I fari si accesero improvvisamente andando ad illuminare tutti e sette, avevano gli stessi capelli di come li aveva visti l'ultima volta, ma vestiti eleganti, truccati pronti per il concerto.
La melodia di Hold me tight partì improvvisamente, quella canzone la conosceva l'aveva sentita quando aveva ascoltato uno dei loro ultimi album ed era la canzone che insieme ad i Need U l'aveva distrutta internamente, talmente tanto di farla decidere di non ascoltare mai più niente i loro. Decisione che aveva messo da parte in quella occasione in cui stava lì in piedi con le mani tremanti a guardare loro sul palco.
Incominciò a intuire, che la scelta di andare lì non era stata per niente giusta, sapeva che non avrebbe mai retto tutto un concerto, stava già immensamente male ed era solo l'inizio.
Jungkook alzò il microfono e incominciò a canticchiare e dopo di che Rm partì con il suo rapper.
Da quando la mia tazza di alcool è vuota,
la solitudine sta tornando, di nuovo.
Vorrei solamente aver perso tutto
perché sono stato così pignolo.
Persino i sacchi della spazzatura buttati sulla strada
creano un suono solitario nel vento.
Tu hai appena colorato sulla mia pagina bianca,
quando ho tentato di riprendere i sensi,
era già diventato un disegno completo.
Io e te siamo come cellulari,
se cadono, lo sai anche tu che si romperanno.
Solo il tuo corpo mi rende capace,
Vieni qui e stringimi.
Ad Rm si unì Yoongi seguito da Jungkook.
Faceva male, tremendamente male.
Vedo soltanto te, solo te,
non vedo nient'altro oltre te.
Guarda, sono giusto con tutti tranne te.
Se ti porto via, niente
anche solo un giorno senza di te è un ti prego
Anche lei in quell' istante, vedeva solo lui e nient'altro oltre lui.
V si unì alla canzone, provocandole una stretta al cuore, e l'immagine del ragazzo sorridente che lei diceva di sedersi, felice nel vederla di nuovo nel dormitorio dopo più di un anno, lo aveva deluso, lo aveva ferito.
Stringimi forte, abbracciami.
Puoi fidarti di me?
Tirami verso di te, stringimi
Stringimi forte, abbracciami
Puoi fidarti di me?
Ti prego, ti prego,
Ti prego tirami verso di te, stringimi
Jungkook iniziò a cantare il suo pezzo e subito dopo Jin si udì al canto, il dolore era tale da non riuscire a reggersi in piedi.
Temeva, no di non finire di vedere il concerto bensì anche quella canzone, l'unico pensiero che aveva e che voleva scappare allontanarsi sempre più da quel posto da loro.
Come sempre, una luce emana da te,
come sempre, sei come un fiore profumato.
Ti prego credimi ora,
ti prego stringimi ancora
così posso sentirti.
Ti prego dammi un abbraccio.
La voce di Jimin si fece largo prepotentemente a farsi spazio nel suo cuore come anche il ricordo del suo piccolo fotografo che urlava contro di lei con gli occhi rossi pronti al pianto.
Il senso di colpa si stava riaccendendo in lei.
Quanto dolore aveva causato.
Non riesco a respirare senza di te.
Non so niente senza di te.
Ti prego apri il tuo cuore chiuso,
(o) spegni (il fuoco) del mio cuore.
Ti prego tirami verso di te
e stringimi forte così posso sentirti
Proprio non riusciva a respirare senza si lui, senza tutti loro. La sua vera famiglia che ormai aveva perso e non avrebbe mai potuto riavere più. Erano lì di fronte a lei in tutta la loro bellezza e il loro talento.
Si sentiva orgogliosa nel vedere quanto fossero professionisti di puro talento, ma si sentiva anche persa e vuota. Lei sarebbe dovuta stare al loro fianco, dietro le quinte a fare il tifo e dirgli a voce guardandogli negli occhi e stringendoli forte di quanto lei fosse orgogliosa di tutto il duro lavoro che stavano facendo.
Anche Hoseok si unì alla canzone incominciando a rappare la sua parte e il pensiero di Isabel era all'ultimo sguardo che gli aveva rivolto e alle ultime parole "si dovresti odiarmi" aveva frantumato la speranza di Hope di riaverla al loro fianco, l'aveva vista scivolare dallo sguardo di lui verso terra e andare in frantumi per sempre.
Il tuo abbraccio, il tuo calore, il tuo cuore
prego che io possa vederli un'altra volta.
Ora, in questo momento,
anche il caldo vento e la fragranza dei fiori,
anche questo cielo senza una singola ombra di nuvole,
tutto sembra freddo.
Quel cielo luminoso è
completamente oscurato senza di te.
Quale respiro può emettere
questo mio corpo senza vita.
Sono sempre ferito,
sempre a piangere, piangere, piangere.
Impazzisco e senza di te divento esausto
dalla frequenza dei miei pensieri su di te.
Odio tutto, odio ogni giorno
chiamami, ring ding dong.
Se c'è una possibilità, ti tengo a me.
Sto correndo, è iniziato il conto alla rovescia.
Sono pronto ad essere punto dal tuo abbraccio
simile a quello di una rosa.
Vedo soltanto te, solo te,
non vedo nient'altro se non te,
Guarda, sono giusto con tutti tranne te.
Se ti porto via, niente
anche solo un giorno senza di te è un ti prego.
Tutti e sette finalmente arrivarono a terra e incominciarono a camminare sul palco.
Il viso di lui era sempre più vicino, più visibile e le lacrime di lei sempre più irruente continuavano a scorrere sul suo viso.
Stringimi forte, abbracciami.
Puoi fidarti di me?
Puoi fidarti di me?
Puoi fidarti di me?
tirami verso di te, stringimi
Stringimi forte, abbracciami
Puoi fidarti di me?
Puoi fidarti di me?
Ti prego, ti prego, ti prego,
tirami verso di te, stringimi.
Era realmente arrivato il momento che lei più temeva, la sua parte, bassa che colpiva dritta al cuore, si faceva sempre più veloce nel suo rap, e la sua espressione fredda impassibile mentre la sua lingua andava veloce per dar vita a quelle parole.
La tua espressione che diventa più fredda.
Invece delle parole,
dirò tutto in questo modo.
Un addio, come la marea che sale,
parlando per suo conto,
andando alla deriva verso di me.
So che presto sarà finita,
non posso lasciarti andare.
Non parlare, non andare,
stringimi silenziosamente, ragazza.
Lo guardò mentre chiudeva gli occhi alla fine del suo rap e alla parola Girl, Isabel si ritrovò a fare nello stesso modo, chiuse gli occhi. Stava provando con tutte le sue forze a ritrovare la calma ma proprio non ci riusciva.
Male, faceva tutto tremendamente male, bruciava dentro.
La canzone continuò con le ultime strofe prepotenti e lei rimaneva lì ferma impassibile, in un oceano di dolore.
L'ultima nota finì e Isabel schiuse gli occhi, trovando il buio sul palco per qualche secondo.
Iniziarono altre note di una nuova melodia, e lei intuì subito quale sarebbe stata la successiva canzone: Let me Know.
Si voltò dando le spalle al palco e incominciò a scappare per andare via, non poteva resistere un minuto di più, era in preda a un dolore lancinante. Incominciò a scappare facendosi largo tra la gente con il rap di lui e la voce di V in sottofondo.
In corsa uscì dallo stadio, arrivata a un angolo dove la musica non era più udibile neanche dal di fuori, si appoggiò a un muro con il fiato corto, il cuore a mille e il viso bagnato di lacrime.
Urlò con tutto il fiato che avesse in gola, non curandosi del fatto che ci potesse essere qualcuno a sentirla.
Era completamente sola, si sentiva completamente sola.
Si accasciò a terra rannicchiandosi, incominciando a singhiozzare in una crisi di pianto, con la testa che le scoppiava a mille, la gola che le graffiava a ogni minimo singhiozzo.
Era tutto così doloroso.
Averlo visto un mese fa, le aveva causato ancora più dolore di quanto già provasse. L'essere stata realmente stronza davanti a lui, fredda e distaccata, quando in realtà avrebbe solo voluto stringerlo a sé, abbracciarlo e non lasciarlo più andare via.
Era stato tutto fin troppo doloroso.
Si rendeva conto, di star sempre più cambiando, di star seppellendo sempre di più la vecchia Isabel. Era l'unica cosa da fare, perché quel dolore era veramente atroce da non riuscire a farla vivere, da non farla riuscire a dormire la notte.
Era tutto troppo.
EXTRA: I SEE YOU EVERYWHERE
09 DICEMBRE 2015
Yoongi si trovava sul palco, come sempre emozionato, ma con la voglia di spaccare il mondo con la sua musica. Stavano tutti già dando il meglio di loro ed erano solo all'inizio del concerto.
Il faro lo illuminò e lui incominciò a partire con il suo rap.
La tua espressione che diventa più fredda.
Invece delle parole,
dirò tutto in questo modo.
Un addio, come la marea che sale,
parlando per suo conto,
andando alla deriva verso di me.
So che presto sarà finita,
non posso lasciarti andare.
Non parlare, non andare,
stringimi silenziosamente, ragazza.
Chiuse gli occhi a quell'ultima parola Girl.
Prese un respiro, quella canzone era tutta per lei, quelle parole erano per lei.
Riaprì gli occhi.
Incominciò a camminare sul palco proprio come stavano facendo tutti, mentre la canzone continuava con le ultime strofe.
Una lieve luce illuminò una ragazza, che era immobile vicino al palco.
Yoongi si fermò un attimo ad osservarla, non si capiva molto chi potesse essere, aveva un cappellino nero a coprirle la testa, la mascherina e gli occhi chiusi.
Un qualcosa dentro il suo stomaco si mosse, come a dargli un pugno dall'interno per comunicarli che quella ragazza, era lei e si trovava lì.
La canzone finì e le luci si spenserò.
Tornò al suo posto velocemente, cercando di spegnere il cervello e il senso di vuoto che sentiva nello stomaco.
Incominciò la seconda canzone della scaletta e anche questa era stata scritta per lei, Tae vicino a lui incominciò a cantare.
Yoongi prese un respiro profondo chiuse gli occhi, a breve sarebbe toccato a lui.
Incominciò a cantare guardando dalla parte dove si trovasse lei e non vedendola più.
Pensò che avesse solo avuto un'allucinazione, era molto improbabile che lei fosse realmente andata a un loro concerto.
Cercò di svuotare la testa, non era il momento di farsi prendere dalle emozioni, era sul palco, doveva dare del suo meglio.
Non le avrebbe mai permesso di rovinare anche quel momento insieme a tutti quelli che li aveva rovinato in passato.
Non poteva permetterselo, non poteva crollare.
10 DICEMBRE 2015
Era mattina presto, non aveva dormito molto durante la notte, un tarlo, l'aveva fatto impazzire. Il tarlo dentro la sua testa, continuava a ripeterli che sicuramente era lei quella davanti al palco. Per quanto si sforzasse a mandare via quel pensiero, proprio non riusciva a liberarsene.
Si alzò dal letto, diretto a farsi una doccia ghiacciata, sperando di spegnere il cervello, ma sapeva benissimo che neanche la doccia lo avrebbe aiutato a mettere fine al suo tormento.
Uscì fuori dalla camera, diretto a fare colazione, non svegliò neanche Jin hyung che dormiva profondamente.
Arrivato nella sala da pranzo dell'Hotel trovò i suoi manager seduti a un tavolo, passo da loro e sorrise dicendo buongiorno.
"Yoongi-iss, buongiorno ragazzo, già sveglio?" chiese il manager incuriosito nel vederlo sveglio di prima mattina.
"Si, non avevo molto sonno." Disse il ragazzo tranquillo sedendosi a tavola per poter fare colazione, avrebbe dovuto mangiare qualcosina ma aveva lo stomaco chiuso.
"Tutto bene ragazzo?" chiese il manager osservandolo attentamente.
"Manager-nim, ho una domanda. Mi chiedevo se fosse possibile vedere i nominativi delle persone venute al concerto di ieri, sbaglio o i biglietti sono nominati?" chiese Yoongi.
"Ahhh, si certo è possibile, cerchi qualcuno in particolare?" chiese il manager stranito da quella domanda.
"Devo solo togliermi una curiosità" disse impassibile Yoongi.
"Si, appena torniamo a Seul, ti faccio arrivare i biglietti in studio così puoi controllare quello che vuoi, sei sicuro che vada tutto bene?" chiese preoccupato
"Si, sono solo stanco, non si preoccupi" disse sorridendo cortese per poi alzarsi e andare di nuovo via sotto lo sguardo attento del manager e degli altri membri dello staff.
14 DICEMBRE 2015
Yoongi si trovava a terra nel suo studio con uno scatolone davanti e i biglietti del concerto all'interno, maledicendosi per tutto il lavoro che stesse facendo per controllarli uno ad uno. Poteva chiedere a qualcuno dello staff di farlo, o farsi aiutare dai suoi amici, ma non voleva che si sapesse della sua ricerca.
Si vergognava, aveva promesso che sarebbe andato avanti e invece si trovava sempre al punto di partenza, sempre lì a cercare un segno che li dicesse che lei lo amasse ancora, che la loro relazione non fosse stata tutta una bugia.
Un segno.
Se lei fosse realmente andata al suo concerto, allora voleva dire che lo amava ancora, che non poteva stare con lui, ma tutto ciò non voleva dire che lei non volesse lui.
Aveva detto che sarebbe andato avanti, l'aveva promesso, ma come ogni volta non riusciva mai a mantenere quella promessa.
Ricadeva sempre, e sempre ci sarebbe ricaduto in futuro, lo sapeva bene doveva farsene una ragione.
Finalmente si ritrovò tra le mani il biglietto di lei con su scritto Kim Isabel.
Rimase fermo a guardarlo, era realmente lei al concerto.
L'aveva visto dal vivo, era andata al suo concerto.
Strinse al petto il biglietto, soffocando un singhiozzo.
Le mancava.
Continuava a mancarle malgrado tutto.
Angolo dell'autrice:
Inizialmente nella prima versione del volume che era stato pubblicato su EFP i capitoli erano due! Ma mi sono resa conto che venivano troppo corti entrambi! Ho deciso di far si che diventassero uno unico.
La parte dell'extra era stata aggiunta dopo perché dedicata Ayachan_28, (te lo dedico anche su wattpad!) è ispirato a una domanda che mi ha fatto... mi aveva chiesto se i ragazzi si sarebbero accorti di Isabel al concerto...e io non avevo risposta perché non ci avevo pensato. Beh ci ho pensato e ho scritto ciò! Ecco perché l'EXTRA!
Vi lascio il link del concerto... non è quello in Giappone ma è la prima tappa a Seul, ma penso siano simili molto in tutto.
E con questo capitolo finisce il 2015! Benvenuto 2016
Beh che ne pensate di questo 2015 e dei nuovi personaggi? Pensate che il 2016 potrà essere peggio di così???
Dai quest'anno rispetto al 2014 è stato leggero...i due protagonisti tra alti e bassi si stanno riprendendo e almeno provano a vivere le loro vite, non sono stati sempre a piangere come in questo capitolo....
AVVISO IMPORTANTE!!!!!!!!!!!!
Ho deciso di concludere qui la storia!!
Scherzo! Diventerà una serie! Quindi pubblicherò:
MAYBE IT'S FATE VOLUME 2
Partirà con il 2016!
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