CAPITOLO 5: NOT TODAY


CAPITOLO 5: NOT TODAY

FINE MAGGIO 2011

Le lezioni del pomeriggio si stavano svolgendo con una lentezza assurda, Yoongi ogni tanto girava la testa e si perdeva a guardare il panorama fuori, sembrava essere veramente una bella giornata, e una passeggiata tranquilla sarebbe stata l'ideale per sgranchirsi un po' le gambe. Sul suo banco c'era un quaderno aperto, ma invece di avere appunti della materia che il professore stava spiegando, c'erano scritte una serie di note musicali e alcune strofe in rima.

Il professore, uno dei più severi della scuola, molto di vecchio stampo stava parlando di letteratura, materie interessante ma la voce dell'uomo era talmente lenta e per niente armonizzata che faceva passare la voglia a tutti di seguire.

L'unica che invece prendeva appunti e seguiva con interesse era la sua compagna di classe che era intenta a scrivere sul quaderno, Yoongi si girò a guardarla con una smorfia sul viso, come facesse a riuscire a seguire quella noiosa lezione era solo un mistero per lui, continuò a guardarla mentre appoggiava la testa sulla mano.

Si domandava come potesse una persona esuberante e saltellante come Isabel, cambiare improvvisamente durante le lezioni e diventare l'opposto, mostrandosi molto seria e diligente. Il fatto che lo stupisse di più era che la ragazza non seguiva le materie con interesse solo perché obbligata a dover studiare per l'esame di ammissione all'università, ma proprio perché le piaceva conoscere e studiare.

"Allora qualcuno sa a chi potrebbe essere collegato questo autore?" chiese il professore con aria saccente guardando la classe, nessuno osava alzare la mano, ma Isabel invece l'alzò di scatto pronta a rispondere, e il professore la ignorò bellamente, Yoongi scosse la testa a guardala, trattenendo una risata quando faceva così le ricordava Hermione Granger di Harry Potter, le mancavano solo i capelli crespi e ricci.

"Vedo che siete tutti una massa di ignoranti!" esclamò il professore sbattendo il pugno sul tavolo con ira e guardando la classe come se si trovasse davanti un gruppo di inutili vermi, Yoongi ignorò il professore continuando ad osservare la ragazza la vide strigere i pugni con la faccia irritata per essere stata ignorata come sempre.

"Io ho la mano alzata!" disse Isabel alzandosi in piedi di scatto facendo atterrire Yoongi, che prontamente afferrò la giacca della divisa di lei cercando di farla tornare a sedere per evitare che combinasse un casino assurdo.

"La sua opinione è sicuramente sbagliata signorina Kim e non di rilevanza importante" disse il professore guardandola con disprezzo

"Come sarebbe? Lei è capace di leggere nel futuro da saperlo già?" sputò lei sprezzante, mentre Yoongi cercava sempre di tirarla giù a sedere.

"Si sieda! Ora!" urlò adirato il professore

"No, non è giusto! Io so la risposta, e lei non mi dà mai la possibilità di rispondere ignorandomi o ipotizzando che la mia risposta sia sbagliata senza sentirla!" protesto lei agguerrita continuando quella polemica, afferrando la mano di Yoongi per farlo smettere di provarla a tirarla giù

"Isabel siediti" sussurrò Yoongi con preoccupazione, lei voltò a guardarlo una attimo fulminandolo con uno sguardò pungente. Isabel era a dir poco infuriata, erano mesi che vedeva quel professore influire negativamente su tutti gli studenti accanendosi, minacciandoli di picchiarli, e insultando chiunque, era stata zitta inizialmente ma poi qualche mese prima aveva provato a rispondere e Yoongi era sempre riuscito a fermarla, ma quella volta era stanca marcia di subire tutto quello, nessuno l'avrebbe fermata.

"Beh si da il caso che io sia il professore, io ho il potere, io ho la conoscenza. Sono io a dettare le regole stupida ragazzina" la insultò nuovamente il professore.

"Lei ha la conoscenza? Ne so più io di lei ne può stare sicuro!" esclamò lei con rabbia, sapendo il fatto suo lei aveva molte più conoscenze a livello di letteratura, specie a livello internazionale, no come quel professore che sicuramente aveva letto solo i tomi della sua cultura.

"Cosa vuoi saperne tu in quanto donna, e tra altro meticcia! Si sieda Signorina Kim! ORA!" urlò il professore adirato, dato l'irriverenza della ragazza e i suoi insulti

"NO! Non OGGI!" urlò lei sfidandolo con lo sguardo

"Stupida ragazzina impertinente! È ora che tu abbia una lezione!" disse il professore avvicinandosi a lei mentre la classe guardava tutto con occhi spalancati stando zitti e lei invece continuava a sorridere come se niente fosse, sfidandolo. Ed ecco il professore che preso dalla rabbia provò a darle uno schiaffo ben fermato da lei che gli bloccò il braccio ghignando, e non si sa come poi con una mossa sola salendo sul banco tirò un calcio volante al professore che cadde a terra con un ruzzolo.

Yoongi che si era alzato a vederlo alzare la mano per lo schiaffo, pronto non si sa come a intervenire per fermalo, preso da un momento di pazzia si ritrovò a guardare quella furia della sua amica mentre metteva a k.o il professore, freddandosi sul posto senza far un minimo movimento, non riuscendo a credere che quello che fosse appena successo fosse reale e no un'allucinazione.

"Cazzo" si fece sfuggire con un filo di voce, mentre il professore stravolto si cercava di alzare da terra e lei scendeva dal banco rimanendo in posizione d'attacco.

"Dal preside ora!" urlò il professore "Ora vedrai come ti rovino la vita" disse lui in piedi tremando indicando la porta.

Lei sorrise annuì e si avviò verso l'ufficio del preside con il professore a debita distanza che la seguiva Appena uscirono dalla classe un vociare di voci riempì l'aula, ogni ragazzo incominciò a commentare la vicenda con ardore, non si era mai visto in una scuola Coreana qualcuno mancare tanto di rispetto a un professore e addirittura attaccarlo sia verbalmente che fisicamente. Gli studenti erano sempre tenuti a stare zitti e a subire le angherie, ancora non era entrata in vigore la legge che i professori non potevano punire gli studenti, le punizioni erano sempre all'ordine del giorno e nessuno poteva lamentarsi.

Yoongi era seduto a terra davanti alla stanza del preside ormai da un'ora circa aspettando di vederla uscire, preoccupato per il casino che lei avesse combinato in aula. Ancora non riusciva a crederci a l'azione che aveva fatto quella fuori di testa della sua amica. Sarebbe dovuto essere in agenzia ma aveva chiamato dicendo che aveva avuto un contrattempo a scuola e avevano capito dicendoli di fare con calma. La scuola comunque anche per l'agenzia veniva prima di tutto e poi avrebbe lavorato molto di più quando avrebbe finito a breve l'ultimo anno, mancavano ancora un paio di mesi e poi sarebbe stato libero dalle divise, dai banchi, dal doversi ammazzare di studio per materie di cui non gli importava per niente. Due mesi soltanto, e molto probabilmente gli avrebbe dovuti ripassare di nuovo da solo, dato il gesto di Isabel, gesto che molto probabilmente l'avrebbe fatta espellere e le avrebbe potuto creare casini futuri.

Sbuffò mentre continuava a stare seduto con la schiena appoggiata al freddo muro e continuando a guardare con insistenza quella porta chiusa, non capendo perché ci volesse tanto che si aprisse, finalmente la porta si aprì e lei uscì dalla stanza accompagnata da un uomo vestito in completo elegante con la faccia burbera. Yoongi si alzò immediatamente facendo un inchino composto e salutando l'uomo.

"Cosa fai qui?" chiese lei di slanciò vedendolo e sorridendo

"Io ti aspettavo..." disse a disagio balbettando leggermente, cercando di guardare l'uomo il meno possibile, aveva capito fosse il padre di Isabel e qualcosa nell'uomo gli incuteva molto disagio.

"è un tuo amico?" chiese il padre alla ragazza

"Il mio compagno di banco" disse lei tranquilla alzando lo sguardo sul padre stupita che lui facesse una minima domanda riguardante la vita di lei

"Piacere Ajossi* io sono Min Yoongi" disse il ragazzo rinchinandosi di nuovo, cercando di mostrare più educazione possibile

"Da dove vieni ragazzo?" chiese l'uomo mentre rimaneva impassibile e continuava ad osservare quel ragazzo amico di sua figlia.

"Da Daegu" rispose Yoongi a disagio

"Capisco, e come mai sei a Seul?" chiese indagando continuando con le domande

"Yoongi è un trainer presso un'agenzia musicale" rispose la ragazza guardando il padre sfidandolo con gli occhi, leggermente irritata di quell'interrogatorio ai danni del ragazzo, vedeva che Yoongi si sentiva terribilmente a disagio.

"Ti lascio al tuo amico, non fare più danni possibilmente. Parleremo sabato a cena di questo" disse con tono autoritario

"Sabato a cena?" chiese lei stupita "Noi non ceniamo mai insieme" si lasciò sfuggire lei mentre tamburellava con un piedi a terra terribilmente a disagio per via di quella informazione.

"Sabato ceneremo insime, una macchina ti verrà a prendere, penso che sia il momento di parlare" disse il padre secco

"Va bene Aboji" disse lei confusa e leggermente atterrita, se lui aveva intenzione di parlare con lei non c'era niente di buono in tutto questo.

"Salve Ajossi* passi una buona giornata" disse Yoongi salutando inchinandosi di nuovo

"Anche voi." Disse il padre in modo freddo andandosene senza degnare di uno sguardo il ragazzo.

I due ragazzi rimasero un attimo zitti a disagio aspettando che l'uomo uscisse dallo stabile.

"Sei nei guai?" chiese Yoongi voltandola a guardarla

"No, si è incazzato perché avrei dovuto scegliere una scuola privata, e con il professore per aver provato a toccarmi, perché ero una chaebol stronzate così, diciamo che poi sono intervenuta dicendo che non si dovevano toccare a prescindere gli studenti. Abbiamo litigato un po' io e mio padre."

"Oddio hai risposto anche a tuo padre?" chiese lui sconvolto scuotendo la testa non riuscendo proprio a capire perché facesse azioni del genere.

"Certo che si, però non si è incazzato per questo apprezza la mia tempra morale. Il professore è stato licenziato comunque. Ah e non so quanti soldi abbia sborsato mio padre, abbiamo litigato anche per questo. Dovevi vedere il povero preside, non sapeva cosa fare." sospirò lei con irritazione mentre si incamminava insieme a lui che le porse lo zaino e lei sorrise per un attimo dato il gesto di lui che le aveva portato lo zaino con cura.

"Tuo padre ha pagato?" chiese con un accennò di risentimento con una smorifia

"Si ma gli ho detto che non doveva farlo, ho provato a dire anche di non licenziare il professore, non penso che il licenziamento porti a qualcosa, non imparerà la lezione e sicuramente non si comporterà meglio. Comunque è stato un delirio anche perché prima che arrivasse lui ho fatto una scenata sui diritti delle donne... sul mio?... come ha detto quel professore? ahhhh si essere meticcia" disse lei tranquilla un po' schifata da quell'ultima parola, mentre si avviarono fuori

"Perché l'hai fatto? Perché ti sei opposta?" chiese lui continuando a non capire l'atteggiamento della ragazza.

"Non mi piacciono le ingiustizie Yoongi non sopportavo più come mi trattava. Questa società fa schifo! In America si è molto più liberi c'è razzismo si, ma la gente si ribella almeno" disse lei con fervore

"Sai non tutti hanno un padre potente come te, sei fortunata in questo" annuì lui dicendo quello che pensava, se non avesse avuto un padre così potente non se la sarebbe mai cavata.

"L'avrei fatto lo stesso, senza padre potente. Ma si ne ho approfittato della situazione sapevo di potermela cavare, e comunque avevo ragione a non stare zitta. Oggi non era il giorno per stare zitta." Disse lei agguerrita per poi guardarlo cercando di capire cosa lui pensasse realmente

"Vorrei poterlo fare anche io, ma non ho il potere della mia famiglia alle spalle, e comunque non sono abbastanza fuori di testa come te. Hai rischiato molto, si parlerà tanto su quello che hai fatto." disse lui pensieroso

"Aigoo, lascia parlare la gente, lasciali dire quello che vuole a me non importa, non sopporto le discriminazioni e non mi importa un cazzo del rispetto per i più grandi se loro non lo hanno per me" disse arrabbiata e agguerrita nello stesso istante

"Yah, io capisco, ma questa è la nostra società ci sono delle regole da rispettare"

"E tu pensi che tutte le regole che esistano siano giuste?" chiese lei inclinando leggermente la testa e bloccandolo afferrandoli il braccio per poterlo guardare in faccia meglio

"No, penso che alcune siano assurde, e limitano la libertà. Ma ti ripeto io non ho alcun potere per potermi ribellare, non ho i tuoi soldi. Sono solo un ragazzo normale che proviene da una famiglia non altolocata come la tua, a cui nessuno pressa interessa, sono un comune mortale come tutti gli altri" disse lui scuotendo la testa.

"Tempo al tempo no? Ora non ti pressa nessuno attenzione, quando diventerai un rapper e sarai famoso potrai parlare di quello che vuoi e combattere per quello che pensi sia giusto. Intanto puoi scrivere, farci delle canzoni!" sorrise lei mentre li dava qualche pacca sul braccio di incoraggiamento

"No, no oggi, oggi combattiamo? Scrivo una cosa del genere?" disse con ironia mentre si lasciava a una risata, scuotendo il capo, lei parlava solo di un futuro ipotetico e neanche certo, ma ne parlava talmente convinta che stando a lei, lui sarebbe diventato veramente famoso e sarebbe potuto essere libero di dire realmente quello che pensava.

"Si qualcosa del genere sarebbe figo!" rise lei per poi prenderlo sotto braccio allegra

"Ci andiamo a fare una passeggiata?" chiese lui guardando il cielo limpido

"Non devi andare in agenzia?" mentre sorrideva per via di quella proposta

"Mmh al dire il vero dovrei studiare, comunque ho detto in agenzia che avrei fatto tardi per un inconveniente a scuola, sanno che ci passerò stasera " spiego lui "Quindi passeggiata?" richiese mentre varcavano il cancello della scuola

"Eri preoccupato?" chiese poi lei teneramente bloccando di nuovo il passo e puntando i suoi occhi scuri su di lui.

"Io? Cosa? Certo che no" sbuffò lui preso in contropiede, distogliendo lo sguardo a disagio.

"Si certo ahahah, lo eri, solo che te ne vergogni" incominciò a ridacchiare lei prendendolo in giro e lui si distacco dalla sua presa imbronciandosi

"Pensavo ti espellessero" disse lui contrito mentre incrociava le braccia al petto sbuffando innervosito.

"Tranquillo mi dovrai sopportare fino alla fine dell'anno" sorrise lei, avvicinandosi di più a lui e cercando di afferrarli un braccio per poterlo riprendere a braccetto, mentre lui provava a fare resistenza "Aigoo, che fai?" si lamentò

"Mi prendo il tuo braccio" disse lei ridendo

"Ogni volta questa storia, non puoi appropriarti delle mie parti del corpo a meno che io non ti dia il consenso" la rimproverò lui

"Aish come sei pesante, bleahhh" disse lei per poi farli una smorfia

"Aigoo...." Sbuffò lui facendo penzolare le braccia lungo il busto e lei ne approfitto per pendere il braccio

"Dai veloce! Andiamo in sala giochi!" sorrise lei tirandolo tornando ad essere esuberante e allegra.

"Si andiamo, ma non correre, sono stanco" sbuffò lui mentre veniva trascinato per il marciapiede da quella furia, ritrovandosi a sorridere senza farsi vedere, felice del fatto che non l'avessero espulsa.

Yoongi tornato al dormitorio incominciò a scrivere alcune frasi su un foglio, pensando che non sarebbe stato male poter scrivere una canzone di ribellione al sistema scolastico o alle regole della società, guardò le parole scritte sul foglio, e poi le mise da parte, un idol non avrebbe mai potuto cantare di cose del genere sarebbe stato criticato da tutti. Forse un giorno quando sarebbe stato abbastanza famoso avrebbe potuto cantare un qualcosa del genere.

Namjoon entrò nella stanza osservandolo confuso nel vederlo seduto per terra a scarabocchiare con energia su dei fogli cancellando e riscrivendo.

"Hyung che fai?" chiese stiracchiandosi, guardandolo incuriosito

"Provavo a scrivere Namjoon-ssi" sorrise tiratamente lui cancellando di nuovo una parola e scrivendone un'altra

"Qualche ispirazione interessante?" chiese sorridendo chinandosi leggermente a terra per spiare sul foglio

"Mmh solo argomenti che come idol non potremmo cantare" sbuffò lui scuotendo il capo

"Mi fai vedere?" chiese incuriosito con una luce negli occhi, mentre si sedeva per terra accanto a lui

"Si certo" ghignò Yoongi riconoscendo quel guizzo negli occhi di Namjoon come se fosse il suo stesso, quello di due persone che avrebbero mollato tutto per poter scrivere di pezzi innovativi e ricolmi di propri pensieri e teorie sulla vita.

"Mmh non è male, troppe parolacce" rise lui ridandoli il foglio

"Beh certo quelle sono da togliere ma dubito che anche senza quelle, sia materiale utilizzabile" disse scoraggiato,

"Tu scrivi sempre quando hai delle idee, forse un giorno tutto questo potrà essere utile! Più materiale riusciamo a produrre meglio è, e poi hai visto Pd-nim chiede spesso il nostro parere." provò a dargli forza il più piccolo mettendogli una mano sulla spalla e poi alzandosi in piedi per dirigere il letto

"Giusto, lavoro ancora un po' su questo testo, poi vado un po' a dormire è stata una giornataccia" sospirò mentre si stropicciò un occhio stanco

"Sai Hyung non vedo l'ora di dire addio alla scuola, tu sei fortunato a luglio finisci" disse buttandosi sul letto tutto vestito

"Si, poi forse sarà più facile dedicarmi di più alla produzione" ghignò Yoongi

"Non fare troppo tardi" disse l'altro incominciando a trovare una posizione adatta per dormire

"Hoseok dov' è?" chiese poi alzando la testa dal foglio

"mmh a ballare in sala prove, prima o poi troveremo il suo cadavere lì, si è unito un paio di mesi fa, ed è come se si fosse unito a noi una super macchina della danza non sta mai fermo" rise Namjoon mentre si rigirava trovando la posizione perfetta per dormire

"Beato lui che riesce bene a ballare così. Io odio ballare! Troppa fatica" si lamentò

"Ah chi lo dici sono proprio negato, tu almeno ci riesci meglio di me" sbuffò l'altro

"Beh Hyung buonanotte io crollo nel mondo di Morfeo" sospirò Namjoon

"Notte Namjoon!" sorrise Yoongi tornando a scrivere.

Angolo dell'autrice:

ABoji* padre in coreano

Aiossj* signore in coreno

Ed ecco a voi uno spiraglio del dormitorio con Namjoon!!!

È il 2011 quindi abbiamo come gruppo solo i tre rapper, con un Hoseok sempre in sala prove.

Ed ecco anche una lieve ispirazione per la canzone Not Today. 

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