CAPITOLO 49:I DON'T CARE
CAPITOLO 49:I DON'T CARE
31 DICEMBRE 2014
Isabel aveva promesso al Dottore che non avrebbe fatto più abuso di alcool, ma era capodanno e quindi per una volta poteva non mantenere la sua promessa.
Si trovava a casa di Ha-rin per il gran party di capodanno organizzato dal fratello maggiore di quest'ultimo che aveva trent'anni e dalla sorella di lui che un giorno si sarebbe dovuta sposare con suo di fratello.
La casa brulicava di gente quasi del tutto ubriaca, Isabel dopo aver mangiato si era seduta su un divanetto con Ha-rin e i suoi amici tra cui Jin-Woo che le stava avvinghiato come un polipo allo scoglio e continuava provarci malgrado tutti i continui rifiuti di lei.
Soffocò uno sbadiglio, coprendosi la bocca mentre Jin-woo vicino a lei ciarlava di un possibile viaggio all'isola di Jeju, da fare con il suo nuovo e lussuosissimo Yacht.
Jin- Woo posò una mano con nonchalance sulla gamba di Isabel che irritata alzò gli occhi al cielo, per poi voltarsi a guardare lui che era preso dal suo racconto in cui descriveva il suo Yacht nei minimi dettagli.
Senza farsi notare, Isabel provò a spostargli la mano, ma lui imperterrito decise di spostarla sul fianco della ragazza stringendola un po' di più, come a voler far intuire a tutti che lei in quel frangente fosse di sua proprietà.
Isabel alzò per l'ennesima volta gli occhi al cielo, per poi beccarsi un'occhiataccia da parte di Ha-rin come avvertimento al fatto che dovesse comportarsi bene. Sorrise falsamente al ragazzo, guardò di nuovo Jin-Woo sperando che prima o poi soffocasse per via dell'alcool o della propria saliva.
Quella situazione andava avanti da più di un mese e lei ne era sempre più irritata, non sopportava più quel ragazzo che continuava a insistere in maniera fin troppa molesta per i suoi gusti. Avrebbe tanto voluto rinchiuderlo da qualche parte e infliggergli una bella lezione, ma sapeva di non poter farlo per via del rango sociale di lui e degli affari che il padre aveva con il suo.
Si sentiva completamente annoiata e adirata, non vedeva l'ora che quella serata, che per lei era un'atroce tortura, finisse.
Incominciò a guardarsi attorno, cercando di ignorare la presa del ragazzo sul suo fianco.
Quello non era il suo posto, non apparteneva a quella ricchezza, quei tipi di party non facevano per lei. Trovava tutto così sfarzoso e falso.
Gente ubriaca che parlava di cose a vanvera, di soldi, di investimenti, nuovi acquisti, vacanze costose, posti alla moda, pettegolezzi su scandali vari dell'alta società.
Tutte cose che non avevano importanza per lei, argomenti che definiva alquanto insulsi e banali.
Nessuno parlava di sogni, di voglia di rivincita, di musica e di sentimenti. Nessuno si divertiva con poco, tipo un gioco da tavola o prendendo in giro uno Hyung scherzosamente, o ballando facendo mosse strane.
Non c'era nessuno in quel posto che sorrideva con la luce negli occhi.
Tutto le sembrava così sfarzoso, inutile e falso.
Lei lo sembrava, sembrava una bambolina pronta a essere messa in mostra, sembrava solo un oggetto di scena costoso. I suoi pensieri, le sue idee non avevano importanza. Lei non andava bene lì e lo sapeva. Mai sarebbe andata bene in quel posto, sarebbe stata sempre e solo una bambolina.
Si alzò all'improvviso, ignorando le occhiatacce di Ha-rin e Jin-Woo che aveva provato ad afferrarla.
"Vado a prendere da bere" disse con voce apatica, si scostò dalla presa del ragazzo, lui le disse qualcosa ma lei non lo ascoltò, non le importava cosa avesse da dire, non le importava niente di quel posto.
Si incamminò verso il tavolo degli alcolici, ignorando anche lo sguardo di Ha-rin che scuoteva la testa con rassegnazione per via del suo comportamento poco socievole e scontroso.
Si versò da bere ignorando chiunque le stesse intorno.
Quello non era il suo posto e poco le importava di chi la circondasse.
Una persona si avvicinò a lei posandole una mano sulla spalla.
"è quasi mezzanotte" disse il ragazzo stringendo di più la presa sulla spalla di lei.
"Wao, sai leggere l'orario mi stupisco di te" rispose lei sprezzante, voltandosi verso di lui e facendo qualche passo indietro per fargli mollare la presa. Lo guardò con astio, mentre si riggirava il bicchiere colmo di alcool tra le mani.
"Tu sempre così irrispettosa sorellina" disse lui con un ghignò e una risata falsa di scherno.
"Cosa vuoi? Da quando decidi di rivolgermi la parola?" chiese lei in modo annoiato, per poi fare un sorso dal suo bicchiere.
"Io ti rivolgo la parola ogni volta che ne ho voglia" disse Sung-Jo sprezzante.
"Come vuoi, torno da Ha-rin" disse lei alzando gli occhi al cielo, era meglio la compagnia di ha-rin e di jin-woo in confronto a quella del fratello.
"Si... brava torna da Ha-rin, immagino che bacerai lui in assenza del ragazzo di Daegu" disse ridendo provocandola divertito nel farle del male.
"Non ha il diritto di nominarlo, fatti gli affari tuoi e stammi alla larga" Isabel si girò a guardarlo in cagnesco e si incominciò ad avvicinare a lui in modo minaccioso. Avrebbe dovuto ignorarlo, ma non riusciva a farlo, sentire nominare Yoongi con quel nomignolo dispregiativo da parte del fratello, la faceva saltare per aria.
"Tasto dolente sorellina? Non dirmi che sei ancora depressa per quella feccia" disse lui con disprezzo, continuando ad infastidirla.
"Non chiamarlo feccia. Bastardo che non sei altro" Isabel assottigliò lo sguardo, lo prese per la cravatta tirandolo in basso per far sì che vedesse i suoi occhi da vicino.
"Perché se no cosa fai? Sai benissimo di non poter far nulla. Tu sei solo una bambolina che prima o poi verrà mostrata al mondo intero, e che serve solo a farci guadagnare di più." Disse lui in maniera pacata, non sentendosi per niente minacciato da lei, fin troppo convinto che Isabel mai avrebbe potuto fare nulla per via di loro padre.
"Almeno lo ammetti che sono utile a un guadagno futuro, a differenza tua che sei un idiota e buon a nulla" disse lei sprezzante "Sei bravo solo a fare scandali. Io posso essere una bambolina, ma almeno sono intelligente e so come fare affari. Tu sei solo un giocattolo nelle mani di Aboji che manovra come vuole. Io posso avere ripercussioni su quello che faccio solo perché donna, tu te la cavi sempre perché il primo genito e maschio. Questo non vuol dire che un domani io non potrò batterti, anzi il fatto che io sia più intelligente di te mi darà modo di farlo. Dovresti smetterla di gongolare solo perché ora sono in una prigione, stai sicuro che la mia pena non sarà un ergastolo e prima o poi vedrete di che pasta sono fatta." Disse lasciando la cravatta di lui con uno strattone, e continuando a guardarlo in cagnesco.
Lo odiava.
"Pensi davvero di poter battermi, io erediterò tutto un domani, comanderò su tutto. Tu sei solo una buona mente da sfruttare non sarai mai libera. No finché terrai a quel ragazzo, sarai sempre in trappola e non libera di fare quello che vuoi. Sarai sempre al di sotto di me. Non importa quanto cervello tu abbia" rise lui in maniera denigratoria, si divertiva tanto a istigarla in quel modo.
"Sai forse hai ragione, ti lascio alle tue convinzioni. Io ho altro da fare che parlare con te" alzò gli occhi al cielo lei. Sapeva di doversi dare una calmata, non poteva fare una scenata in mezzo a una sala piena di gente, qualcuno avrebbe potuto sentire e riferire a suo padre.
"E che altro hai da fare?" disse con una risata lui.
"Bere, è molto meglio che ascoltare le tue idiozie" disse lei sprezzante prendendo la bottiglia di champagne e andandosene via, lasciando l'idiota di suo fratello lì impalato.
01 GENNAIO 2015 MEZZANOTTE PASSATA
Stretta nel suo cappotto si trovava fuori nel giardino della grande villa della famiglia di Ha-rin. Camminava persa, ondeggiando in giro. In una mano la bottiglia di champagne quasi del tutto vuota, nell'altra una sigaretta accesa che ogni tanto posava vicino alle labbra per fumare.
Si fermò di colpo, ad osservare la fontana di fronte a lei al centro del giardino, che più che un giardino sembrasse essere un piccolo parco.
Si sedette lì vicino al bordo della fontana e incominciò a contemplare l'acqua, se fosse caduta accidentalmente lì dentro e fosse morta, sarebbe potuto finire tutto.
Fece gli ultimi tiri alla sigaretta e la buttò a terra, qualcuno avrebbe pulito, poco le importava di sporcare quel posto.
Si girò ad osservare la fontana come in uno stato di trance, avvicinò la mano per toccare l'acqua che trovò ghiacciata, continuò a sfiorarla con le dita quasi incantata.
"Ragazzina tutto bene?" chiese un uomo in completo elegante, avvicinandosi a lei.
Isabel si destò dallo stato di trance in cui era e si voltò a guardare l'uomo. Era un bell'uomo sembrava essere più grande di lei, quasi sulla trentina, era vestito elegante come tutta la gente del party, ma era molto bello, quasi come una divinità.
La guardava con un sopracciglio alzato, leggermente preoccupato.
"Si tutto bene" mentì lei, per poi chiudere gli occhi un attimo, non andava tutto bene la testa le doleva tantissimo e vedeva tutto ombrato.
"Si gela qui fuori dovresti entrare dentro" disse l'uomo avvicinandosi sempre di più a lei.
"Se si gela perché lei è qui fuori? Io non sento freddo, io non sento alcunché" disse lei guardandolo con aria confusa.
"Questo è per il troppo alcool ragazzina" ridacchiò lui ilare dal modo di rispondere biascicato di lei e dallo guardo confuso.
"Può essere, l'alcool è capace di riscaldare dentro almeno per un po', poi svanisce e per magia fa tornare quel gelo a cui si è abituati" disse con un sospiro scuotendo la testa e alzandola verso il cielo nuvoloso.
"Pensiero profondo per una ragazzina, quanti anni hai?" chiese lui incuriosito.
"Ventidue, lei quanti ne ha?" chiese lei mentre provava ad alzarsi per osservarlo meglio, sembrava più grande di lei, non era un ragazzino era un uomo.
"Trenta, sei un po' piccola, come ti chiami?" disse lui con tranquillità.
"Waoo trenta, sembri un ragazzino, mi chiamo Isabel, Kim Isabel" disse lei ondeggiando un po', sapeva che era un uomo e non un ragazzino, ma era comunque in uno stato di confusione tale da non sapere neanche lei cosa stesse dicendo.
"Bel nome, ora perché non entriamo dentro?" chiese l'uomo facendo un altro passo verso di lei e provando a porgerle una mano che lei guardò con confusione.
"Non mi piace dentro, non ho voglia di stare lì dentro con tutte quelle persone, entra tu" disse lei imbronciandosi.
"Mmmh, dai forza ti accompagno dal tuo amico" disse l'uomo provando a essere convivente e sorridendole affabile.
"Mmh non ho amici" disse lei voltandosi per guardare di nuovo la fontana e barcollando, l'uomo si avvicinò e la prese per la vita prima che cadesse in acqua.
"Ragazzina, penso che tu abbia bevuto troppo e un bagno nella fontana non è una bella idea con questo freddo"
"Dici? secondo me è divertente, sicuramente più di questo party" sbuffò, i capelli che le andarono sul viso e lei incominciò a soffiare per mandarli via con scarsi risultati.
"Forza, ti aiuto e ti porto dal tuo amico" sorrise lui gentile e scostandoli una ciocca di capelli e aggiustando il tutto.
"Ti ho già detto che non ho amici!" esclamò lei incominciando a dargli del tu.
"Mmh ti porto dal ragazzo con cui sei stata per tutta la serata, forse è il tuo fidanzato"
"No." Disse secca spalancando gli occhi e fissandolo "Non è il mio fidanzato, Ha-rin è idiota" disse lei con rabbia.
"Okay, scusami non è il tuo fidanzato ma perché pensi sia idiota?" chiese lui incuriosito, quella ragazzina ubriaca lo stava facendo divertire, era una novità in tutta quella monotonia, soliti party, soliti discorsi, solite persone.
"Perché mi segue ovunque come un cagnolino, si prende cura di me, controlla se mangio, se sto bene, prova a fare il carino e il gentile. Io da quando lo conosco lo tratto malissimo e lui continua, continua a girarmi intorno. Quando voglio essere lasciata in pace nella mia solitudine. Ma lui non demorde! No è sempre lì"si lamentò lei, spalancando le braccia sbuffando.
"Forse perché è innamorato di te" disse lui sorridendole.
"è idiota non lo ricambierò mai! E lui lo sa! Io non amerò mai più nessuno, e non voglio essere amata da nessuno. No dopo Yoongi. Lui è l'unico che ha potuto amarmi ed essere ricambiato nessuno potrà essere lui." Disse gesticolando e tornando a guardare la fontana come se ne fosse incantata.
"Sei giovane, dici così perché sei piccola accadrà di nuovo che ti innamorerai e che qualcuno ti amerà" provò a incoraggiarla lui.
"Posso farti una domanda?" chiese lei incominciando a ondeggiare la testa tornando a fissarlo incuriosita.
"Certo, chiedi pure" disse lui con una leggera risata divertita.
"Sei mai stato innamorato e ricambiato?" chiese lei con decisione.
"Si in entrambi i casi" sorrise tristemente lui.
"E lei dov'è ora?" chiese Isabel sospettosa.
"Con un altro ci siamo dovuti separare"
"Hai mai amato un'altra come lei?"
"Io...ehm" disse lui a disagio non sapendo come rispondere.
"Lo prendo per un no. Non mi dire che m'innamorerò di nuovo. Tu non l'hai fatto, e non hai intenzione di farlo, lo leggo nei tuoi occhi. Se pensi che a me succederà solo perché ho ventidue anni e no trenta come te. Beh ti sbagli" disse lei gelandolo sul posto.
"Forse hai ragione, ma sei giovane, potresti provarci con quel ragazzo che si prende cura di te, almeno per non essere sola."
"Lui non prova nulla per me è solo idiota"
"Io penso il contrario una persona non fa come lui a meno che non sia innamorata"
"Allora se fosse così rimarrebbe idiota comunque, destinato a soffrire anche lui a causa mia. Sai, chiunque si avvicini a me soffre. Sono maledetta!" disse lei rassegnata prendendo un sorso dalla bottiglia che era ormai agli sgoccioli.
"Comunque sia ti riporto da lui, guardi troppo quella fontana, ci finirai dentro" disse lui e lei incominciò a ridacchiare divertita.
"Sei simpatico sai! Mi stai facendo ridere non ridevo così da tanto" disse lei incominciando ad avere una ridarella.
"Mi fa piacere sapere che sono simpatico, pensaci però a dare una chance a quel ragazzo"
"Dovrei secondo te?" chiese lei prendendolo a braccetto e sorridendogli affabile.
"Direi che provare non ti costa nulla, forse lo renderesti felice"
"Bah non so, lui è strano, ha questa fissa per me assurda come se dovesse salvarmi dal mio destino crudele, ma nessuno può farlo. Lui dovrebbe smetterla di provarci" sbuffo lei mentre camminava legata al braccio di lui, sentiva uno strano calore, quell'uomo misterioso gli piaceva, sembrava una brava persona.
"Penso che non smetterà mai, ho visto come ti ha guardato per tutta la sera, sicuramente ti starà cercando preoccupato" disse lui.
"Mmh contento lui di andarmi dietro per dietro, ma si forse dovrei trattarlo meglio" disse lei pensierosa
"Si forse dovresti"
"Yah, ma perché mi stai aiutando?" chiese lei all'improvviso distaccandosi un attimo da lui e guardandolo intensamente.
"Perché sembri divertente"
"Waooo! Si divertentissima, non c'è persona più spassosa di me" disse lei ironica guardandolo leggermente schifata .
"Ecco siamo arrivati, lì è il tuo amico, ti sta cercando visto?"
"Ah, vado da lui prima che gli venga un infarto, grazie per avermi tenuta lontana dalla fontana" sorrise lei.
"Di nulla, alla prossima volta" sorrise l'uomo.
"Se mai ci sarà, ma dubito che mi ricorderò di te, penso che continuerò a bere per il resto della serata fino a quando la testa non si spegnerà"
"Se questo è quello che vuoi" disse lui con un'alzata di spalle.
"Questo è quello che posso permettermi, non posso avere quello che voglio, non potrò mai." Disse lei sorridendo tristemente per poi voltarsi e andare da Ha-rin, mentre l'uomo rimaneva fermo a guardarla sorridendo.
"Cavolo Isabel, avevi detto che non avresti bevuto mai più tanto!" esclamò Ha-rin mentre la spingeva verso l'interno di una camera e lei ondeggiava divertita per chissà quale motivo al ragazzo ignoto.
"Si ma oggi era festa potevo fare uno strappo alla regola!" esclamò lei ilare per via del fastidio di lui e felice che lui la stesse portando via dal party prima fine.
"Come devo fare con te, io proprio non lo so, anche quando sei sparita mi sono preoccupato a morte!" la rimproverò lui mentre lei si sdraiava sul letto a pancia all'aria cominciando a guardare il soffitto cantilenando una qualche canzone a lui sconosciuta.
"Dovresti smetterla di preoccuparti, te l'ho detto tante volte, come sei monotono" disse lei a mo' di cantilena prendendolo in giro, bloccando il minuetto che aveva intonato fino a due secondi prima.
"Non posso fare a meno di preoccuparmi per te, e non dire che è perché ho pena, non è così" disse lui arrabbiato.
"Yah! Si ho capito! Non lo dirò di nuovo" urlò lei mentre si metteva a sedere, si bloccò immobile e rimase a guardarlo aggrottando le sopracciglia e studiandolo attentamente.
Lui ricambiò lo sguardo confuso.
"Sei innamorato di me?" chiese lei all'improvviso, facendolo sbiancare.
"Io.... No certo che no" balbetto lui già nel panico.
"Sicuro?" chiese lei inclinando la testa di lato e continuando ad osservarlo. Forse avrebbe potuto provarci, forse non sarebbe stata più sola, forse ha-rin era il male peggiore. Era fastidioso e petulante ma almeno non sembrava essere viscido con jin-woo.
La sua testa era ormai un groviglio di pensieri e la colpa era pressoché di tutto l'alcool che aveva bevuto.
"Aigoo, Isabel smettila!" disse lui in crisi sotto lo sguardo di lei, che lo guardava con una luce strana negli occhi.
"Ti stai arrabbiando? Ti sto mettendo a disagio?" chiese lei scandendo le parole e provocandolo in modo suadente.
Era l'unica alternativa che aveva, doveva provarci con lui. Era stanca di sentirsi sola. Doveva ascoltare il consiglio di quell'uomo misterioso.
"Non guardarmi così!" disse lui in panico, mentre lei lo continuava a fissare seduta sul letto e si inumidiva le labbra.
"Così come?" chiese lei confusa, passandosi una mano tra i capelli e portandoli di lato scoprendo la parte destra del collo.
"Non lo so, dormi! Hai bisogno di dormire" disse lui voltandosi e facendo per uscire dalla camera, sentiva aumentare sempre piu la voglia di averla, lei non l'aveva mai guardato in quel modo seducente.
"Ha-rin? Non andare" disse lei incominciando a provare ad alzarsi, mentre lui si voltava lentamente verso di lei.
"Perché?" chiese titubante, sentiva la sua erezione farsi largo nei pantaloni, voleva Isabel, la voleva da così tanto tempo che sembrava un'infinità "Cosa vuoi?" disse con tono tremante guardandola mentre si avvicinava a lui come se fosse una gatta.
"Sapere la verità" sussurrò lei si avvicinò a lui, poggiò una mano sul suo petto cominciando ad accarezzarlo lentamente.
"Ehm, quale verità?" chiese lui sconvolto da quel gesto, lei non si era mai comportata in quella maniera. Non si era mai avvicinata tanto a lui, non l'aveva mai guardato in quel modo. Lui se l'era sempre immaginato, aveva fatto sogni di lei che lo guardava vogliosa e aveva sognato anche ben altro.
"Sei innamorato di me? Vorresti stare con me?" chiese lei passandosi la lingua sulle labbra inumidendole e continuando a fissarlo dal basso con gli occhi grandi e famelici.
"Io....per favore non fare così" disse lui cercando di indietreggiare e finendo con le spalle contro la porta chiusa. Ha-rin era in panico. Non stava capendo quasi più niente, non comprendeva se quello che stava succedendo fosse vero, oppure solo un allucinazione.
"Ha-rin rispondimi, vuoi stare con me?" chiese lei intrappolandolo con il suo corpo e continuando a muovere le dita sulla camicia di lui accarezzandolo con meno leggerezza, sempre di più, con una mano incominciò a scendere in basso verso l'inizio dei pantaloni. Un brivido percosse il ragazzo che chiuse gli occhi per un istante.
"Io... si, ma so che tu non vuoi" disse lui balbettando, riaprì gli occhi, ancora non ci credeva, lei lo stava toccando, lei gli era spalmata quasi addosso, avrebbe potuto afferrarla per la vita, spogliarla, toccarla, prenderla e farla sua.
"Mmh, staresti con me anche se sai che amerò un altro per sempre?" chiese lei avvicinando il suo viso a quello del ragazzo e accarezzandoli una guancia.
I loro nasi erano così vicini da quasi sfiorarsi, qualche centimentro e lui avrebbe finalmente potuto assaporare la labbra di lei.
"Io, si non m'importa se ami lui, starei con te comunque" disse lui in uno slancio di coraggio.
Aveva solo un pensiero nella testa,quello di poterla possedere, farla sua.
"Si? Saresti disposto a essere sempre il secondo, a sapere che non ti amerò mai come amo lui?" chiese lei accarezzandoli i capelli e strattonandoli leggermente. Era completamente ubriaca, non era convinta neanche lei di cosa stesse facendo.
Stava solo agendo.
"Si, mi importerebbe solo averti." Disse lui trattenendo un asimo.
Avere Isabel lì che ci provava in quella maniera,fin troppo aperte, il suo tocco, il suo respiro vicino alla sua bocca.
La sentiva e la voleva sentire sempre di più.
Lui voleva farsi sentire, voleva dimostrarle che era all'altezza.
Con una mano andò impavido verso la vita di lei strinse la carne con le dita e la tirò verso di lui.
"Posso farlo?" grugnì lui vicino alla bocca di lei pronto ad agire.
Continuava a tenerla stretta per la vita spingendole il bacino contro il suo per farle sentire quanto fosse già pronto ad averla, quanto fosse così tanto voglioso.
"Si, prendimi" sussurrò lei con un sorrisetto melenso sul volto.
La testa che le girava, l'alcool che ormai aveva fatto da padrone alla sua testa.
Ha-rin non se lo fece ripetere una seconda volta. Si tuffò sulle labbra di lei con furia, inserendo con prepotenza la sua lingua all'interno.
Finalmente avrebbe potuto avere quello che tanto aspettava, finalmente lei gli dava il permesso.
Stava vincendo.
Dopo mesi mesi di attesa finalmente la stava assaporando, finalmente avrebbe potuta averla.
Poco importava se Isabel amasse un altro, tanto Yoongi non avrebbe mai potuta averla di nuovo.
Stava vincendo.
Lui vinceva e Yoongi perdeva, ci era riuscito.
Continuava a baciarla con irruenza, e foga in maniera affrettata, doveva accaparrarsi quella vittoria velocemente.
Lei lo lasciò fare, poco ormai aveva più importanza, a lei non importava poi così tanto di cosa ne avrebbe fatto del suo corpo.
Per quanto si fosse ripresa dalla depressione, sapeva che la sua vita non era realmente sua, sapeva che il suo corpo non le apparteneva davvero.
Tanto valeva incominciare a cederlo ad Ha-rin che rispetto agli altri era probabilmente il male minore.
Si lasciò strattonare da lui, si lasciò mordere la pelle candida.
In balia dell'alcool e della voglia di non provare più niente, non sentire più niente, non pensare più a niente.
Lei ormai gli diede il via libera, lui poteva fare quello che voleva di lei.
In maniera avida ha-rin invertiva le posizioni e sbattendola con irruenza contro la porta dove fino a poco tempo prima era stato lui intrappolato.
Le strappò il vestito nella foga di spogliarla, mentre lo abbassava per potersi fiondare su un seno candido di lei succhiando con avidità.
Lei lo lasciò fare rimanendo quasi immobile la testa inclinata leggermente all'indietro e lui sul suo petto intento a succhiare un capezzolo, mentre con una mano provava a tirare giù il vestito di lei che si era aggrovigliato sulla vita.
Lui continuava ad andare avido, era sua completamente sua. Lei avrebbe urlato il suo nome, lui l'avrebbe fatta urlare talmente tanto che l'avrebbero sentita per tutta casa.
E il merito, la gloria sarebbe stata sua.
Tutti avrebbero saputo, tutti avrebbero capito che lei era sua, che lui l'aveva fatta sua.
Continuò a succhiare il seno di lei mentre continuava a schiacciarla contro la porta facendo aderire i loro corpi e dando di tanto in tanto diverse botte con il bacino.
Si sentiva in estasi, la sua erezione pulsata sempre più nei suoi pantaloni.
Avrebbe tenuto duro, avrebbe fatto durare quel momento un eternità.
Decise nella furia dell'azione di addentarle un capezzolo, la senti tremare leggermente sotto di lui.
Le aveva fatto male, ma da quel che stava notando a lei non dispiaceva quel tipo di dolore.
Quel lieve dolore portò Isabel a tornare un attimo alla realtà.
Realizzò improvvisamente che gli stava lasciando un po' troppo potere.
Lui continuava a mordere il capezzolo turgido di lei.
Isabel di conseguenza cominciò ad ansimare e cacciò fuori uno strilletto acuto tra un ansimo e l'altro.
Eccolo l'attimo di lucidità.
Si sarebbe fatta scopare, ma non gli avrebbe dato comunque tutto il potere. Poteva sembrare che tutti avesserò piu potere di lei, ma così non era, lei prima o poi si sarebbe ripresa il suo di potere.
Con una mano strattono i capelli di ha-rin e cominciò a fare pressione sulla testa del ragazzo per farlo scendere.
Lui seguì l'ordine all'istante, scese giù le strappò le calze e le abbassò gli slip con uno strattone.
Il vestito di isabel era ancora aggrovigliato alla sua vita ma poco importava ad entrambi.
Lui si mise in ginocchio sotto di lei, si avvicinò famelico alla sua femminilità, rimase per un attimo incantato e si leccò le labbra, pronto ad assaporarla. L'avrebbe fatta urlare di piacere ne era certo.
Lei stanca dell'attesa posò con prepotenza una mano sulla testa di ha-rin e lo spinse con forza contro la sua intimità.
Lui si ancorò con le mani ai suoi fianchi e cominciò a dare varie lappate con la lingua.
Lei gli premette ancora la testa con più forza.
Non era male ha-rin se la stava cavando piuttosto bene, ma non era Yoongi, era completamente diverso quel nuovo modo di fare sesso.
Isabel cominciò a sentirsi avvampare sempre più, una scarica elettrica percorrerle la colonna vertebrale, le gambe cominciarono a cedere.
Lui andò a reggerle, continuò a insistere con quello che stava facendo, ossessionato solo dal fatto che volesse sentirla urlare a pieni polmoni il suo nome.
Questo non avvenne, isabel urlò, ma non il suo nome.
Ancora tremolante rimase attaccata al muro con una mano lo spinse via e lui si staccò da lei sedendosi a terra e guardandola dal basso, avrebbe volentieri strisciato ai suoi piedi, avrebbe fatto tutto per poterla avere, veramente di tutto.
Lei si passò un attimo una mano sulla fronte, per raccogliere il sudore, con ancora le gambe tremolanti, e l'aiuto delle mani cominciò a sfilarsi il groviglio del vestito che aveva in vita, fino a farlo cadere ai suoi piedi.
Rimase completamente nuda di fronte ad ha-rin ancora seduto per terra l'erezione che pulsava ancora imprigionata nei suoi pantaloni.
La guardava voglioso, ma rimanendo immobile aspettando un comando da parte di lei.
Lei lo fissava ancora appoggiata con la schiena al muro, si passò due dita sulla sua femminilità, per poi ritrovarle bagnate, non le era bastato, continuava ad aver bisogno di altro.
Lui rimaneva sempre immobile mentre la vedeva fare quel gesto, avvampando e sentendo sempre di più il pulsare del sangue verso la sua estremità.
La voglia di farla sua sempre di più, la sua testa pensava solo a come sarebbe stato incredibile stare dentro di lei, muoversi dentro di lei con forza e decisione.
Si leccò di nuovo le labbra assaporando il sapore di lei che gli era rimasto incollato alla faccia.
Sentiva la tensione aumentare, lì su quel pavimento seduto, che la guardava dal basso come un suddito guarda la sua regina, aspettando solo un cenno da parte di lei.
"Mi scopi o no?" Disse lei diretta, guardandolo sbuffando mettendo le mani sui fianchi aspettando una qualche mossa.
Lui annuì con il capo, ghignò all'istante, alzandosi e fiondandosi verso di lei per poi prenderla e quasi lanciarla sul letto.
Finalmente avrebbe potuto avere quello che voleva.
Lei si ritrovò sul letto stesa, aspettava che lui si muovesse dallo spogliarsi e la scopasse per bene.
Si passò una mano sul collo.
Sfiorò la collana con le dita, non poteva tenerla al collo no se un'altro sarebbe entrato dentro si lei si mise a sedere, nel momento stesso in cui ha-rin stava per avvicinarsi a lei.
"Hai cambiato idea?" Chiese quasi nel panico.
"No. Devo solo fare una cosa" disse in modo secco, si slacciò la collana la rispose su il comodino lì vicino con cura, sospirò, era il momento di lasciarsi andare.
"Ora puoi" disse a ordine lui si leccò le labbra e si fiondò finalmente sulle labbra di lei, bramoso della sua carne.
Angolo dell'autrice:
Commento della prima stesura:
Boom! Eh si..... non era previsto lo giuro.
Cos'è appena successo!!!!!!!!!
Sparisco che è meglio... mi vergogno tanto di questa scelta!
Commento della revisione:
Ho amplificato il tutto. Penso sia meglio ora anche perche la scena finale fa capire di piu la relazione e anche i loro pensieri. Ho messo una mezza scena tra di loro che prima non c'era. Non sono andata avanti con la smut perché non so, penso mi bastasse lasciarli così.
Cazzo però ho appena scoperto le dinamiche tra di loro... sinceramente non pensavo AVESSERO un mood del genere letto harin e isabel.
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