CAPITOLO 45: LET ME KNOW
CAPITOLO 45: LET ME KNOW
30 AGOSTO 2014
Isabel e Ha-rin si trovavano in veranda a bere del tè freddo in silenzio.
"Sono riuscito a parlare con tuo padre e convincerlo per farti rimanere ancora un po' qui" disse Ha-rin sorridendole gentile.
"Come ci sei riuscito a convincerlo? Anzi no non me lo dire non m'importa di quel bastardo" disse lei con tono scocciato e mettendoci della rabbia sull'insulto.
"Mi sa che devo dirtelo invece" sospirò lui passandosi una mano sulla fronte stanco.
"Allora dimmelo" disse lei sbuffando, continuando a giocare con le carte al suo solitario, senza neanche degnarlo di uno sguardo
"Mmh, devo finire di lavorare a un progetto per una partnership con un'azienda America che si trova qui a Chicago, ho un po' da fare, e il lavoro è parecchio" disse Ha-rin con incertezza.
"Ti devo aiutare io?" chiese Isabel alzando lo sguardo su di lui
"Ehm si, non sei costretta gli ho detto che avrei potuto lavorare da qui e che mi avresti aiutata, ma puoi non farlo" disse lui balbettando nervoso, non sapendo bene cosa dire.
"Mmh non mi sembra male aiutarti, a quanto pare alla fine dovrò tornare a lavoro, un po' di pratica non mi farebbe male" disse lei tranquillamente continuando a giocare al suo solitario.
"Perfetto, mi fa piacere, vedi stai facendo passi avanti! Sono fiero di te!" esclamò lui con allegria.
"Ha-rin la smetti?" chiese lei sempre con tono annoiato, pensando che lui fosse un completo idiota.
"Di fare cosa?" chiese lui confuso
"Di fare tutto il gentile e quello incoraggiante. Non ne ho bisogno" disse lei non sopportando il fatto che lui avesse pena per lei e la vedesse come una povera principessa da salvare.
"Io sono solo preoccupato" rispose lui con sentimento.
"No, ti faccio pena è diverso. Sono sempre stata quella forte, e mi hai vista crollare non te lo aspettavi, ora pensi che anche io sia umana e ti faccio pena. Non avere pena per me. Mi irriti" disse lei sbuffando girando una carta con più forza, stava pian piano ritornando ad essere schietta e diretta come sempre, sentiva l'irritazione farsi largo in lei.
"Non mi fai pena! Io ci tengo a te, sto provando ad aiutarti"
"Dovresti smetterla per il tuo bene, chiunque si avvicini a me poi ci rimette. Ha-rin smettila di volermi salvare. Nessuno può farlo" disse lei secca stanca del suo modo di fare da crocerossina.
"Io.... No!" disse prima balbettando e poi esclamando quel "No" alzandosi in piedi.
"Sei un idiota, siediti non c'è bisogno di far scena" alzò gli occhi al cielo lei facendoli segno con la mano di sedersi.
"E tu sei la solita stronzetta che ho conosciuto in Giappone" rispose lui cercando di balbettare il meno possibile e facendosi vedere forte, per poi sedersi.
"Sai stavo pensando al fatto che la stronzetta sarà l'unica cosa che rimarrà di me" disse lei sorridendo glaciale mentre con lo fissava.
"Se questo ti fa stare meglio okay, tanto sono abituato a essere trattato male da te" disse lui con un'alzata di spalle,
"Tu sei strano, ti piace essere trattato male. Sei veramente idiota" disse lei con un'alzata di spalle sbuffando di nuovo, per poi tornare di nuovo al suo solitario.
"Quando fai così sembri tornare te stessa, mi piaci!" disse lui allegro mentre lei lo guardava con una smorfia di disgusto pensando che fosse veramente idiota.
"Io non ho parole" sospirò lei
"Io sono felice invece! Ah comunque per aiutarmi a lavorare dovrai lasciare l'istituto, ho preso una casa qui!" sorrise lui, provando ad essere ottimista per entrambi.
"Non sono pronta per lasciare questo posto" disse lei guardandosi intorno, non voleva andare via da lì, non voleva stare in una casa da sola con Ha-rin. Non si sentiva ancora pronta ad andarsene.
"Si ma devi, però puoi continuare a fare terapia con il dottore" disse lui
Lei rimase un attimo a guardarlo con la mente altrove.
"Okay, alla fine mi sta simpatico il dottore" disse con un'alzata di spalle come se non fosse importate il tutto, con il suo classico tono annoiato e apatico.
Non voleva lasciare quel posto, in quel mese si era affezionata al dottore che la stava aiutando ed era diventato un punto di riferimento, e la terapia le stava facendo del bene, era sempre triste, ma i sensi di colpa stavano diminuendo e il dottore le diceva che secondo lui era vicina al miglioramento. Lasciare quel posto le metteva ansia, non voleva tornare alla realtà, ma ormai si stava convincendo a doverlo fare, non poteva più stare ferma doveva guardare al domani.
Tornò a rivolgere la sua attenzione al solitario, fece una smorfia perché ormai era bloccata, prese le carte e le immischiò per poter ricominciare a giocare, forse avrebbe risolto il solitario se avesse rifatto la partita.
Ha-rin rimase a guardarla sorridente, e con gli occhi innamorati, per quanto lei lo trattasse con freddezza, lui era convinto che fosse solo un suo meccanismo di difesa, ormai era sempre più convinto di avere un'opportunità con lei, si sarebbe preso cura di lei e sarebbe diventato l'unica persona importante della vita di Isabel, ormai che Yoongi era fuori gioco.
20 SETTEMBRE 2014
"Waoo sei stata grandiosa" Esclamò Ha-rin felice dopo che fossero usciti dall'azienda in cui avevano avuto la riunione.
"Ho fatto solo il mio lavoro" disse lei con uno sbuffo "Odio questi tacchi, questo vestito e il tutto" continuò a sbuffare lei, ormai si era dimenticata cosa volesse dire vestirti in maniera elegante, aveva passato gli ultimi mesi con vestiti casalinghi e comodi.
"Secondo me così sei bellissima" le fece un complimento lui e lei roteo gli occhi infastidita, odiava i complimenti fatti solo per la sua bellezza.
"Accompagnami all'istituto voglio andare a parlare con il dottore" disse in modo secco.
"Perché non ti senti bene?" chiese lui già incominciando ad andare in panico e preoccupandosi per lei.
"Voglio solo parlare con lui. Smettila di essere morboso" disse lei salendo in macchina, aveva bisogno di parlare con una persona di cui si fidava e allontanarsi dal troppo ottimismo di Ha-rin che le stava facendo saltare i nervi.
"Non sono morboso! mi preoccupo per te" rispose lui con tono lamentoso.
"Smettila allora, io sto bene, ho fatto il mio lavoro, abbiamo avuto l'accordo e mio padre guadagnerà un casino di soldi tutto nella norma"
"Non è nella norma! Come sai fare affari tu non li sa fare nessuno!" continuò a complimentarsi lui
"Si come vuoi, portami all'istituto però" disse lei passandosi una mano sulla fronte stanca per poi appoggiare la testa al finestrino chiuso e chiudere un attimo gli occhi stanca.
"Dovremmo festeggiare" esclamò lui sempre con allegria.
"Ha-rin, per piacere puoi fare silenzio? Mi scoppia la testa. E no non mi va di festeggiare" disse lei con tono scorbutico, l'avrebbe strozzato in quella macchina solo per avere un po' di silenzio.
"Ok, ti porto all'istituto, però sei noiosa, dovresti essere felice" si lamentò lui, mettendo su il broncio e guardandola.
"Felicissima" sbuffò lei ironicamente, incominciando a massaggiarsi le tempie e non degnandolo di uno sguardo.
"Come mai è qui Isabel?" chiese il dottore appena lei ebbe varcato la porta dell'ufficio dell'uomo.
"Volevo stare un attimo in un posto sicuro" disse lei andandosi a sdraiare sul divano come se fosse stata casa sua.
"Capisco, com'è andata la riunione?" chiese il dottore incuriosito.
"Accordo stipulato, e mio padre guadagnerà altri soldi grazie a me. Tutto una favola" disse lei sarcastica.
"Sei arrabbiata?" chiese il dottore conoscendola bene ormai.
"Si, mi sento in trappola. Lo odio e odio il fatto di fare tutto quello che vuole e di portargli altri soldi, di esser così brava nel mio lavoro" incominciò a lamentarsi lei.
"Capisco ti senti come se lui vincesse su tutto e invece tu stessi perdendo?" chiese
"Dottore io ho perso." disse con voce rassegnata.
"Puoi aver perso ora ma non è detto che sarà sempre così, secondo me troverai un modo per vincere in futuro" lei alzò lo sguardo sul dottore, e sorrise sincera, pensando che quel l'uomo forse realmente una brava persona.
"Forse... si, troverò un modo ma ci vorranno anni. Gli toglierò tutto" disse agguerrita, stava ricominciando a lottare, stava incominciando ad avere un obiettivo nella sua vita, solo dandosi un obiettivo avrebbe potuto continuare a vivere e a non voler la morte.
"Allora concentrati su questo, fai accordi, fai amicizia, fai in modo di avere sostegno, sbaglio o si può eleggere un nuovo presidente?" chiese lui.
"Si, ma ci vuole il sostegno degli azionisti" disse lei, avevano già un po' parlato di ciò nelle ultime sedute.
"Allora lavoraci su, può essere un obiettivo"
"Dottore lei non dovrebbe istigarmi alla vedetta" disse lei assottigliando gli occhi, per poi ridere divertita.
"Non è vedetta, tu stai cercando solo di avere la tua libertà indietro, puoi farlo solo acquisendo più potere, e poi mi hai parlato degli scandali, e delle cose illegali che fa tuo padre, ma che sai che c'è molto di più, dovresti indagare e trovare un modo" disse lui incoraggiante.
"Se lo minaccio non faccio il suo stesso gioco?" chiese lei confusa, non voleva usare gli stessi mezzi di suo padre per vincere.
"Non devi minacciarlo, ma solo dirgli la realtà com'è. Tu lavora al tuo progetto, per raggiungere la tua libertà. E poi mentre fai ciò, forse, potrai avere la voglia di voler vivere di più, forse potrai crearti una nuova vita"
"Dottore lo sappiamo entrambi che anche se io dovessi farlo, non creerei mai niente che mi piacerebbe. I legami nella mia sfera sociale non sono veri, ma servono solo a fare soldi e accordi" disse lei diretta.
"Allora fai soldi e accordi. Sai cosa potresti fare anche?" disse il dottore sorridendole
"Cosa?" chiese lei osservandolo incuriosita
"Puoi scrivere, puoi provare a scrivere un libro nel tuo tempo libero. Era il tuo sogno girare per il mondo e scrivere no?" sorrise lui
"Scrivere? E su cosa?" chiese lei incerta
"Sulla tua vita? Scandali dell'alta società? Critica alla società? Sei una ragazza intelligente riuscirai ad avere delle idee a riguardo"
"Non me lo pubblicheranno mai" disse lei accigliata
"Lo puoi scrivere in maniera anonima e poi pubblicarlo in America" disse lui sorridendole incoraggiante.
"Dottore! Lei è un grande! Non è male come idea!" disse lei sorridendo allegra, era un idea niente male, avrebbe potuto forse trovare veramente una via di fuga, avrebbe potuto vincere.
"Poi sbaglio o conosci anche persone Americane, che potrebbero fare pubblicità?" chiese lui
"Si il mio Ex è un rapper Americano, potrei chiedere a lui siamo in buoni rapporti" sorrise Isabel dopo averci pensato un attimo.
"Visto? Troverai una soluzione ne sono sicuro" disse incoraggiante il dotore.
"Si, ci proverò. Devo andare ora, torno a casa, ci vediamo in settimana" disse Isabel saltando in piedi e lasciandosi il divano alle spalle.
"Certo, vai un po' in giro in questi giorni?" chiese lui-
"Si ho contattato dei vecchi amici di qui, penso che mi vedrò con loro" sorrise lei poi salutò leggermente più allegra e andò via dallo studio, avrebbe elaborato un piano.
28 SETTEMBRE 2014
Isabel varco il grande soggiorno diretta verso Ha-rin che era seduto a un tavolino e lavorava al computer. Puntò lo sguardo da pazza omicida verso di lui e con grande falcate, piena di rabbia arrivò dritta da lui.
"Questo che cavolo è???" urlò Isabel con rabbia, posando il pacco sul tavolino e poi sbattendo la sua mano, facendo saltare per aria Ha-rin che la guardò allarmato.
"Aish, cosa?" disse lui spaventato posando il cellulare che aveva preso da poco in mano, per poi guardare lei confuso che indicava il pacco.
"Aigoo, l'hai preso dalla mia camera" disse lui sconvolto balbettando leggermente.
"C'è scritto il mio nome! È la sua calligrafia!" urlò lei con furente come non mai.
"Okay, calmati e fammi spiegare" provò a dire lui mettendo le mani davanti in segno di difesa.
"No, non mi calmo da quanto cazzo hai questo pacco? Perché non me l'hai dato prima!" urlò sempre più forte lei, guardandolo come se volesse ammazzarlo.
"Perché ero indeciso se dartelo o meno!" urlò lui alzandosi in piedi e facendo qualche passo indietro.
"Non urlare contro di me! Sei nel torto il pacco è mio!" disse lei sempre con rabbia, il viso rosso sulle guance e i capelli scompigliati.
"Ah tu puoi urlare e io no? Io non sono nel torto! Mi sei svenuta addosso e hai pensato al suicidio per colpa sua! Mi sembra logico che abbia tentennato nel dartelo! Ero preoccupato! Cazzo ti stai riprendendo ora, non hai bisogno di un suo regalo non ti fa bene!" urlò lui risentito dal modo di fare di lei, e decidendo finalmente di arrabbiarsi anche lui per una volta.
"Non è colpa di Yoongi lui non ha fatto niente!" urlò lei
"Invece si non ci doveva neanche provare con te! Non eri alla sua portata! Non doveva avvicinarsi a te!" urlò lui
"Taci! Non sai un CAZZO! Tu non lo conosci! Tu non sai niente! Io mi sono avvicinata a lui, io sono diventata sua amica e poi io l'ho baciato per prima! Ho fatto tutto io! E lui si è trovato invischiato in tutto ciò! Non incolpare lui! È la persona migliore che io conosca!" urlò sempre di più lei riprendendo il pacco in mano.
"Io... non voglio che stai male" disse lui boccheggiando impaurito e sconvolto per quello scoppio di ira.
"Non puoi farci nulla se sto male! Non puoi salvarmi! Smettila di fare così! Cazzo smettila! Tu non sei lui, non sarai mai lui! Solo lui può rendermi felice! Quando lo capirai e mi lascerai in pace!"
"Io non ti lascerò mai in pace! Sono l'unico amico che hai, non rinuncerò a starti vicino puoi trattarmi anche male, essere stronza con me! Urlare come una pazza! Io non me ne andrò" disse lui con orgoglio.
"Fanculo! Ha-rin Vaffanculo non capisci nulla!" urlò lei strinse il pacco al suo petto e scappò via, per andare a chiudersi in camera.
Ha-rin rimase immobile mentre lei andava via. Sprofondando di nuovo sulla sedia. Lui non era Yoongi, ma non gli importava sarebbe rimasto comunque. Lui avrebbe vinto, lui era anche migliore di Yoongi lei doveva solo capirlo le serviva del tempo. Lui aveva tutto il tempo del mondo. Prima o poi tutta la sua pazienza sarebbe stata ripagata, avrebbe avuto Isabel, la ragazza si sarebbe accorta di quanto lui era perfetto per lei.
Lui poteva renderla felice, lui poteva essere il suo tutto, no Yoongi che era soltanto feccia e poco degno per il loro mondo.
Isabel entrò in camera sbattendo la porta, e si gettò sul letto incominciando a piangere continuando a tenere il pacco stretto a sé.
Quando finalmente riuscì a ritrovare il controllo di se stessa, si sedette e aprì il pacco trovandosi davanti a sé il loro ultimo album Dark &wild e una lettera.
"Non capisco perché tu ti stia comportando così, perché mi fai tutto questo.
Perché hai deciso di chiudere in questa maniera con me, per favore vediamoci e parliamone così da risolvere.
Ho ultimato una canzone a cui stavo lavorando da quando te ne sei andata e alla fine ho fatto in modo di inserirla nell'album.
Si chiama Let me know. Sentila per favore, è già uscita in Streaming gratuitamente ma voglio che la risenti, perché è per te.
E poi torna da me.
Tuo Min Yoongi"
Mise il cd immediatamente nel lettore andando subito alla traccia cinque
*In un istante, nei miei occhi
Gocce di pioggia si formano
Sei tu a dargli forma
Anche quando respiro soltanto, ti vedo
L'amore fiorisce come un fiore di ciliegio
Che poi facilmente viene piegato via
Come l'ho sognato, siamo stati in fiamme come fuochi d'artificio
Ma solo ceneri sono rimaste
Ehi ragazza! Lo so che questa è una decisione che hai preso per conto tuo
Le tue mani, il tuo corpo più caldo dell'equatore
Ora è andato via, sono costantemente allo stesso punto della melodia
Sono bloccato sul simbolo di ripetizione
Al punto fermo, sto ripetendo per conto mio su questo spartito scritto.
Le parole del rapper la colpirono dritta al cuore. Aveva bisogno di sentirlo, di sentire quelle parole, per prendere la sua decisione. Doveva mettere fine a tutto doveva mettere fine a quel loro dolore e far in modo che lui andasse avanti per la sua vita. Era giunta al capolinea doveva interrompere il tutto.
Ora ne era sicura più che mai.
Dovevano smettere entrambi di essere bloccati a un punto fermo. Era ora di andare avanti. Era arrivato il momento di renderlo libero, e lei avrebbe provato a vivere, avrebbe dedicato tutta la sua vita alla vendetta contro suo padre, si sarebbe presa tutto come lui aveva fatto con lei.
Avrebbe scritto di tutto e un giorno quando sarebbe stata abbastanza potente avrebbe fatto si che suo padre sprofondasse sempre di più fino ad essere dimenticato da tutti.
Sarebbe diventata come una della sua cerchia sociale e sarebbe diventata la più potente.
Era l'unica alternativa che le rimanesse.
30 SETTEMBRE 2014
Isabel era seduta nello studio del dottore e gli aveva raccontato della lettera della canzone e avevano sviscerato molte volte come si fosse sentita a riguardo.
Avevano riparlato di tutto il suo percorso terapeutico, della situazione attuale e del futuro.
Era l'ultima seduta, e lei sarebbe dovuta tornare alla sua vita.
"Bene abbiamo parlato di tutto, a parte una cosa"
"Cosa dottore?" chiese lei confusa
"Di Ha-rin, Isabel penso che tu debba perdonarlo, penso l'abbia fatto per il tuo bene, è solo preoccupato per te" disse il dottore
"Lo so, ma lui non può sostituire Yoongi, nessuno può farlo." Disse con convinzione.
"Lo so Isabel, ma lui sta provando a fare del suo meglio, potresti provare a essere più comprensibile, sta cercando di starti accanto, e non è semplice quando una persona è depressa e vuole morire, non è semplice anche per lui, sta provando a fare del suo meglio" provò a spiegarle lui.
"Mmh, okay, dottore ci penserò su, proverò a essere più gentile, ma non doveva nascondermi quel regalo!"
"Non voleva che stessi di nuovo male"
"Ma tanto continuerò a stare male per Yoongi, non cambia nulla il nascondermi le cose, non risolve il problema" disse lei con ovvietà.
"Sai essere veramente cocciuta" disse il dottore con una risata.
"Lo so dottore! Ma chi mi ama mi segua no?" rise lei
"Mi mancherai Isabel, promettimi che quando avrai bisogno mi chiamerai e faremo terapia al telefono"
"Ci proverò dottore, proverò a chiamarla, e prometto che quando tornerò in America passerò a trovarla!"
"Perfetto ora andiamo in sala grande c'è una piccola festicciola per salutarti"
"Waoo veramente? Dottore ma non doveva essere una sorpresa?" disse lei finta stupita
"Doveva, ma so già che Richard ti ha detto della sorpresa appena sei arrivata" rise il dottore.
"Richard non sa mantenere i segreti dice tutto quello che pensa" rise lei divertita "mi ha detto che Cordelia mi ha preparato la torta!" sorrise lei gentile
"Si, è felice che stai meglio"
"Dottore si prendi cura di lei, mi raccomando!"
"Certo andiamo ora" sorrise lui facendole strada verso l'uscita dello studio.
Sarebbe dovuta tornare a Seul, era inevitabile, le sarebbe mancato quel posto e anche il dottore ma non poteva non tornare.
Il padre continuava a minacciare Yoongi, e lei doveva continuare a proteggerlo.
Angolo dell'autrice:
Eeeeeh ora lei tornerà!
Avrà il coraggio di chiudere con lui di persona? O di dirgli la verità?
Lo scopriremo solo vivendo!
Adoro Let me know è stata la seconda canzone che ho scelto per questa fanfiction! Ricordo anche quando avevo scritto questo capitolo che era completamente diverso, ma è stato super cambiato in corso d'opera!
È cambiata un po' tutta la storia a quanto pare ^_^ meglio per voi dato che è più lunga ora.
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