CAPITOLO 37: GOODBYE
CAPITOLO 37: GOODBYE
10 MAGGIO 2014
Finalmente Isabel, dopo dieci giorni d'attesa era riuscita ad incontrare suo padre.
Si trovarono entrambi nell'ufficio di lui in silenzio con le tazze di tè fumanti poggiati sul tavolino.
"Come mai tutta questa insistenza nel vedermi?" chiese il padre sospettoso.
"Una figlia non può voler vedere il proprio padre?" chiese lei cercando di addolcire il suo tono ma riuscendoci ben poco.
"Mmh, se hai qualcosa da dire, dilla subito, sbaglio o eri tu quella a cui non piacevano i giri di parole" provocò lui guardandola per un attimo per poi tornare a prestare attenzione al suo tè e soffiandoci sopra per farlo raffreddare.
"Sei andato alla sua agenzia a minacciarlo! Mi hai fatta seguire per tutti questi anni" disse lei secca percependo la rabbia montarle dentro, avrebbe dovuto mantenere la calma provare a essere gentile e cercare un modo per risolvere, ma si sentiva solo e solamente in balia delle sue emozioni.
"Aish, cosa ti aspettavi? Che avresti veramente potuto fare tutto quello che volevi?" chiese lui sprezzante con una risata sulla fine della frase.
"Hai minacciato il suo capo per farmi uscire dalla sua vita! Questo è veramente meschino!" disse lei incattivita, mandando al diavolo tutti i buoni propositi.
"Ti avevo detto che non andava bene, hai continuato con i tuoi insensati piani" disse il padre "Non capisco perché sei qui a parlarne, sapevi come sarebbe andato il tutto"
"Non è giusto!" esclamò lei lamentandosi della situazione.
"Decido io cosa è giusto. Quello che è giusto per te, è frequentare solo la gente che ti dico io di frequentare. Ha-rin lui è l'unico che puoi vedere per il momento."
"Non puoi costringermi!" urlò lei contradicendolo di nuovo.
"Ah no? Vuoi per caso che rovini la carriera a quel tuo amichetto?" disse secco lui zittendola all'istante.
"Continuo a ribadire che non è giusto, sono impeccabile qui a lavoro, ho revisionato io il nuovo progetto per quel trend Cinese che volevate acquistare, anche con Ha-Rin mi comporto bene e con la sua famiglia. Non causerò scandali come mio fratello, mi comporterò bene, farò tutto in maniera perfetta. Per favore te lo sto chiedendo come figlia, lasciami lui, lasciami la libertà di vedermi con lui." Chiese quasi supplice, si sarebbe anche messa in ginocchio per poter aver una possibilità di stare con lui.
"No. Quello che fai sono i compiti che ti spettino. Niente di più niente di meno" disse con tono secco.
"Io lo amo ti prego!" urlò lei saltando per aria "Ti sto pregando!" e così dicendo si mise in ginocchio per pregarlo, mettendo da parte l'ultima parte del suo orgoglio, ma sarebbe saltata giù da un aereo se questo le avrebbe permesso di avere lui.
"Ti ho detto di no. La mia decisione è stata presa ragazzina. Smettila ora" disse alzandosi in piedi e avvicinandosi a lei, per tirarla su con forza prendendole un braccio.
"Ma..." non riuscì a finire la frase che uno schiaffo la colpì in pieno viso facendola cadere di nuovo sul divano.
"Ora vai via, ti ho detto che mi devi obbedire e che la mia parola è legge. Vattene ora." Disse lui mentre lei spalancava gli occhi sconvolta da quel gesto e dalla rabbia del padre mai vista prima ad ora, si passò le dita sul labbro sanguinante, si alzò lentamente guardando il padre con rabbia.
"Ti ho detto di andare, prima che io possa fare di peggio"
"Va bene, puoi aver vinto ora, vedremo un domani" disse lei a denti stretti, prendendo la sua borsa e andandosene senza neanche portare rispetto, sarebbe stato completamente inutile continuare, e poi dopo quello schiaffo aveva avuto paura che potesse fare di peggio.
Entrò in casa distrutta e con una guancia indolenzita per via del ceffone e un labbro rotto.
"Sei tornata!" esclamò lui dal divano sorprendendola con il sorriso stampato sul volto, felice di vederla erano già tre ore che aspettava e stava morendo di fame,
"Ehm che fai qui?" chiese lei confusa nel vederlo
"Mi andava di vederti, fra qualche settimana partirò per il Giappone" disse lui alzandosi con calma dal divano "Ti aspettavo così potevamo cenare insieme" sorrise lui mentre si avviava con tutta tranquillità verso di lei che era rimasta immobile nel corridoio a corto di parole.
"Che hai fatto alla faccia?" chiese stupito dopo averla guardata attentamente in volto.
"Io niente, sono caduta" disse lei scuotendo la testa e provando a sorridere forzatamente, passandosi leggermente un dito sul labbro ammaccato.
"Sembra come se qualcuno ti abbia tirato uno schiaffo!" disse lui con preoccupazione provando a toccarle la faccia ma lei si scostò immediatamente a disagio.
"Sono solo caduta, non è niente, ora disinfetto di nuovo" disse abbassando il viso evitando lo sguardo di lui e provando a mettere distanza.
"Faccio io!" disse bloccandola preoccupato come non mai, alzandole il viso per osservarla meglio, quella non era una ferita da caduta, era stata colpita, pensò immediatamente Yoongi.
"No tranquillo va tutto bene, posso fare da sola" fece per scostarsi lei
"Non se ne parla proprio, mi prendo io cura di te" disse lui apprensivo insistendo
"Non puoi... io ero venuta a casa solo per cambiarmi devo uscire" disse lei sbrigativa con voce leggermente tremante, doveva liberarsi di lui, non sarebbe potuta stare con lui.
"Ah, non puoi rimandare? Non so quando ci vedremo la prossima volta" disse lui guardandola sbattendo un paio di volte gli occhi confuso e nello stesso tempo preoccupato, per il livido e l'atteggiamento distaccato di lei.
"Io, no non posso, ho una cena con mio fratello e la famiglia di Ha-rin e devo andarci per forza ordini di mio padre" disse lei con una smorfia per celare il nervoso che avesse.
"Quell'Ha-rin non mi piace!" esclamò lui
"Per favore, Yoongi non ricominciare con questa storia" disse lei stanca aggiustandosi una ciocca di capelli e sospirando
"Mmh è quello che penso." Disse secco continuando ad osservarla "Sei sicura che va tutto bene sei strana, anche tramite messaggi rispondi poco. Il livido che hai sulla guancia e il labbro non sembrano da caduta. Isabel c'è qualcosa che non mi stai dicendo?" chiese lui assottigliando gli occhi, intuendo che ci fosse qualcosa che non andasse.
"Sono solo stanca, tra l'università e il lavoro. Ti ho detto non c'è nulla per cui preoccuparsi, e ti ho detto che sono caduta" disse lei sempre con tono stanco
"Se lo dici tu, ti tengo compagnia mentre ti prepari, se vuoi rimango qui e aspetto che torni" disse lui prendendole una mano sperando che lei non si spostasse di nuovo e notando quando lei fosse decisamente molto strana. Aveva una voce stanca, con un tono malinconico, per niente da lei. Aveva anche gli occhi spenti senza la solita luce di allegria.
"No, non rimanere non so a che ora tornerò, forse tardi, faresti meglio ad andare a casa a riposare" disse provando a essere gentile lasciandogli la mano per l'ennesima volta.
"Io... ok farò come vuoi tu. Con tuo padre come va?" chiese lui seguendola in camera, fissando per un attimo la mano che lei aveva lasciato di nuovo e sentendosi morire dentro per tutto quel distacco che la ragazza stesse mettendo tra di loro.
"Tutto normale, non lo vedo mai. Però forse dovresti incominciare ad avvisare prima di venire qui" provò a mettere un limite lei non poteva continuare a trovarselo in casa ogni volta che lui volesse avrebbe solo complicato di più il tutto.
"Avvisare? Devo avvisarti prima?" chiese lui confuso con un leggero tono di panico nella voce, mentre lei entrava nella cabina armadio per prendere i vestiti. Yoongi incominciò ad avere sempre di più il sensore che andasse tutto molto male, lei non gli aveva mai messo dei vieti e non gli aveva mai detto che doveva avvisare per qualcosa, lei c'era sempre. Lei non gli aveva mai detto di no, lei non gli aveva mai messo limiti a niente.
"Si, forse è meglio, anche non vederci più qui, ma da altre parti, sono controllata a quanto pare" disse sempre da dentro la cabina armadio mentre cercava di prendere tempo e provava con tutta se stessa a non scoppiargli a piangere di fronte.
"Aish, che vuol dire controllata?" chiese lui seduto sul letto e incrociando le braccia al petto nervoso.
"Qualcuno riferisce a mio padre delle tue visite qui, non è il caso che vieni e rimani" disse lei cercando di rimanere tranquilla, prendendo poi un respiro profondo e uscendo dalla cabina con gli abiti.
Lui si avvicinò di slanciò a lei per abbracciarla e ma la ragazza rimase immobile mentre lui la stringeva. Isabel si sentiva come se avesse un nodo alla gola e la voglia di scoppiare a piangere sempre più alta, ma sapeva di non poterlo farlo, doveva essere forte e trovare un modo per allontanarlo. Le era impossibile proprio non sapeva come fare.
"Isabel, sei strana da un po' di tempo, sei sicura che è solo stanchezza e che non ci sia altro?" provò a richiedere lui distaccandosi da lei per poterla guardare in volto.
"Io..." balbettò lei incerta "La situazione al momento è un po' un casino, tra l'azienda e mio padre. Diciamo che lui è tornato a fare pressioni" provò a spiegare lei.
"Ha-rin ha detto qualcosa a tuo padre di noi? Siamo nei guai?" chiese lui, essendo certo che Ha-rin avesse detto qualcosa, dato la proposta dei soldi che aveva ricevuto e che non aveva ancora menzionato alla ragazza.
"Ha-rin non ha detto niente, non devi preoccuparti di lui. La situazione è che mio padre non ha bisogno di Ha-rin ha già qualcuno che mi segue e poiché fa pressioni, ho un po' di paura che io possa venire rispedita da qualche parte. Io ti amo Yoongi" disse lei guardandolo e baciandolo con gli occhi lucidi
"Penso che dovremmo rallentare un po' per il momento almeno fino a quando le acque non si calmino" disse lei sorridendo triste, poggiando una mano sulla guancia di lui in modo tenero.
Non poteva dirgli delle minacce e del fatto che per colpa della loro relazione i Bts potessero fallire, non poteva chiedergli di scegliere, non avrebbe potuto porre fine al suo sogno, non sarebbe stata lei. Non poteva dirgli la verità.
"Ehm, sei sicura? Non mi stai lasciando vero?" chiese lui tentennando, qualcosa nel modo di fare di Isabel, gli dava la grande paura che lei lo stesse lasciando, sembrava depressa, spenta, quasi assente, e aveva gli occhi lucidissimi pronti al pianto.
"Yoongi-ah ti ho appena detto che ti amo. Amore farei di tutto per te! Un po' di distanza non ci farà male, supereremo anche questa, il tempo che mio padre pensi che ci siamo lasciati e mi tolga l'investigatore. Tu comunque sei pieno d'impegni, e siamo abituati a non vederci per lunghi periodi" disse lei sperando di avere un consenso da lui e che non facesse altre domande. Guardare quegli occhi scuri e tristi davanti a sé e mentirgli era atroce, non riusciva a lasciarlo.
"Mi sembra un po' drastica come decisione, ma se credi sia meglio per la nostra relazione okay. Nel caso ti volessi incontrare ti chiamerò e troveremo il modo, comunque possiamo parlare al telefono e messaggiare no?" chiese lui provando ad essere positivo
"Si possiamo farlo dobbiamo, solo tenere un po' le distanze fisiche, nulla d'insopportabile non credi?" chiese lei gentile continuando ad accarezzarli i capelli dietro il collo con far dolce.
"Mmmh sai per me un po' insopportabile lo è" disse lui avvicinandosi e baciandola chiudendo quella conversazione e cercando un attimo di felicità con lei, aveva bisogno di sentirla vicina, avrebbe voluto non acconsentire a tutto ciò che lei aveva appena proposto, ma sapeva di non poter fare altrimenti.
Lei si lasciò andare a quel bacio, sarebbe stata la loro ultima volta, sarebbero stati i loro ultimi baci, le loro ultime carezze, i loro ultimi sguardi d'amore, i loro ultimi tocchi, i loro ultimi ansimi.
Sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe sentito dentro di lei, sarebbe stata l'ultima volta in cui si sarebbe sentita completa con un'altra persona.
L'ultima volta che avrebbe realmente amato qualcuno nella sua vita, più della sua stessa vita.
Lui era il suo tutto, la sua voglia di vivere, il suo ossigeno, lui era la sua vita.
E per lui, per il suo sogno e il suo futuro era disposta a perderlo ed a rimanere sola nella sua prigione, sola come lo era sempre stata dal momento in cui era venuta al mondo, non voluta dal padre e voluta da sua madre solo come mezzo per diventare ricca, non voluta da una famiglia e da un fratello che la odiava.
Era venuta al mondo con l'assenza d'amore e aveva vissuto in quegli anni ricercandolo ovunque.
L'aveva trovato, in quel momento in cui lui aveva alzato la testa nascosta dalle sue braccia su quel banco di scuola e l'aveva guardata per due secondi, distogliendo immediatamente lo sguardo imbarazzato. Aveva guardato i suoi occhi scuri e qualcosa era successo, si era innamorata come con un colpo di fulmine a ciel sereno.
E aveva vissuto di quell'amore in quegli anni.
Ora si ritrovava di nuovo a guardare quegli occhi scuri, che la guardavano con amore. Quegli occhi di quel ragazzo, che la stava baciando prima dolcemente e poi con più sfoga, che con spinte decise si faceva sempre più avanti dentro di lei facendola ansimare e godere di tutto quell'amor,e che lui le stava donando e che le aveva donato per quei tre anni, ignaro che quello sarebbe stato la loro ultima volta, nudi insieme, uniti.
Rimasero per un po' ansimanti e nudi stesi sul letto, mentre lui l'abbracciava tranquillo, accarezzandole i capelli e lei appoggiava il suo orecchio sul petto di lui sentendo i battiti del cuore.
Le veniva sempre di più da piangere, sapendo che da un momento all'altro si sarebbero dovuti staccare e lei l'avrebbe dovuto vedere andar via per l'ultima volta.
"Tutto bene?" chiese lui gentile chinandosi leggermente per baciarle la fronte.
"Si tutto bene" sussurrò lei, dire quelle parole le era realmente difficile, non andava tutto bene, anzi sarebbe andato tutto tremendamente peggio, da quel momento in poi.
"Non devi andare da Ha-rin? Sei in ritardo per caso o hai ancora tempo?" chiese lui continuando ad accarezzarla con amore.
"Penso sia un po' tardi, dovrei andare a lavarmi e poi velocemente da lui" disse Isabel in un soffio.
"Ti va una doccia insieme?" chiese lui baciandole la fronte con dolcezza estrema.
"Si va bene, poi però vado che se no faccio tardi" provò a dire lei con la vece un po' spezzata.
"Sicura che non vuoi che rimango?" chiese lui insistendo un altro po'.
"Io vorrei pure, ma è meglio evitare Yoongi-ah" disse lei alzando il viso e baciandolo, lui ricambiò il bacio che sapeva molto di scusa e di disperazione, la guardò con occhi tristi.
"C'è veramente qualcosa che non va in te oggi" disse prendendole il viso tra le mani
"Non c'è niente che non vada, sono qui con te, sono io." disse lei e lui la baciò di nuovo.
"É solo una giornata stressante, e non mi va molto di andare a quella cena, poi il fatto che dobbiamo stare per un po' distanti non mi piace come cosa, ma è l'unica soluzione che sto trovando" disse lei mentendogli di nuovo in quella giornata e odiandosi per ciò, non gli mai aveva mentito e mai avrebbe pensato di poterlo fare in vita sua.
"Si, sarà per questo, dai alziamoci così ti prepari. Ad ognuno i suoi doveri" Fece una smorfia lui alzandosi e aiutandola.
Si trovarono entrambi davanti alla porta di casa pronti ad uscire, erano immobile a guardarsi negli occhi, sembrava tutto così un addio, o almeno così Yoongi lo stava percependo.
"Ok, vai prima tu così nessuno ci vede uscire insieme, io vado fra un po' ok?" disse lei gentilmente.
"Ok, va bene, ti chiamo appena mi libero dal lavoro ok?" disse lui con il suo solito sorriso gengivale.
"Perfetto, ci sentiamo tramite telefono." sorrise lei avvicinandosi a lui e baciandolo e stringendosi forte a lui, Yoongi sentì di nuovo come se quel bacio sapesse di disperazione, lei non l'aveva mai baciato in quel mondo sofferente.
"Ti amo" disse staccandosi e lui annuì sorridendole impacciato, quel ti amo sapeva tanto di addio "Ora vai forza" disse lei guardandolo con occhi lucidi.
"Ok vado! ti chiamo" disse lui baciandole la fronte e uscendo dalla porta.
Lei rimase immobile, nel suo vestito elegante a guardare la schiena di lui uscire da quella porta e poi la porta chiudersi, così lentamente e leggermente senza fare alcun rumore.
E poi lei cadde lentamente e leggermente senza far alcun rumore a terra come una foglia autunnale cade da un albero. Si chiuse a riccio e incominciò a singhiozzare piano nel vestito di tulle giallo che indossava.
Incominciò a piangere come non aveva mai fatto. A pezzi, senza più una ragione di vivere. Era tutto finito e lui se n'era andato ignaro, senza aver avuto la possibilità di combattere per lei.
Si continuava a dire che era l'unica scelta giusta da fare, lo amava troppo e lo voleva vedere brillare anche senza di lei, poco importasse se si sentisse morire, se gli avesse detto bugie, se avrebbe dovuto continuare per un po' a dirne altre. Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo, sarebbe morta per lui.
Rimase lì su quel pavimento a piangere, Nabi si avvicinò a lei, ma Isabel non se ne rese conto, era persa nella sua disperazione, ormai era caduta e pensava che non si sarebbe più rialzata.
Avrebbe portato quel dolore per sempre con lei.
Angolo dell'autrice:
questo capitolo mi ha distrutta.....
addio....
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